Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?

Re: Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?

Messaggioda Sixara » lun mar 30, 2015 9:17 am

No l è na ciave : lè on ranpìn.
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Re: Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?

Messaggioda Berto » lun mar 30, 2015 9:31 pm

Sixara ha scritto:No l è na ciave : lè on ranpìn.


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... tiglio.jpg
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?

Messaggioda Berto » lun apr 06, 2015 11:50 am

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Copia1.jpg

Ekate
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ecate5.jpg

Angoane/anguane, salbanei e strie
viewtopic.php?f=44&t=49


Heks, Hexe
http://xref.w3dictionary.org/index.php?fl=it&id=58147
afrikaans heks
danexe heks
todesco Hexe
olandexe heks
norvejexe heks
xvedexe häxa


http://de.wikipedia.org/wiki/Hexe
Wort „Hexe“
Albrecht Dürer ca. 1500: Die Hexe
Luis Ricardo Falero 1880: Die Hexe auf dem Sabbath
Die Wurzeln des deutschen Wortes Hexe finden sich nur im westgermanischen Sprachraum: mittelhochdeutsch hecse, hesse, althochdeutsch hagzissa, hagazussa, mittelniederländisch haghetisse, altenglisch haegtesse: („gespenstisches Wesen“) – im modernen Englisch verkürzt zu hag. Die genaue Wortbedeutung ist ungeklärt; der erste Bestandteil von hagazussa ist wahrscheinlich althochdeutsch hag („Zaun, Hecke, Gehege“), der zweite ist möglicherweise mit germanisch/norwegisch tysja („Elfe, böser/guter Geist“) und litauisch dvasia „Geist, Seele“ verwandt, also vermutlich ein auf Hecken oder Grenzen befindlicher Geist. Eine andere Herleitung versteht zussa als „sitzen“, so dass eine hagazussa eine auf oder in der Hecke sitzende Person bezeichnen könnte.
Aus dieser Sicht steht kein Zweifel an der Zugehörigkeit des Begriffs zur Religion. Allerdings ist nicht nachgewiesen, dass der Begriff Hexe (bzw. dessen Vorgänger) vor der Christianisierung eine Bezeichnung für kultisch tätige Personen war. Es sind auch Menschen mit besonderem Wissen (siehe: Esoterik), niedere mythische Wesen oder Göttinnen vor- bzw. nichtchristlicher Religionen in Betracht zu ziehen.


Cfr. co:

Cfr. co Ekate:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ecate
Ecate è una dea della religione greca e romana (Latino Hecata o Hecate, Greco Antico Ἑκάτη, Hekátē), ma di origine pre-indoeuropea (priendouropea ???).
Ecate era una divinità psicopompa, in grado di viaggiare liberamente tra il mondo degli uomini, quello degli dei ed il regno dei Morti. Spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti (la Sibilla Cumana, a lei consacrata, traeva da Ecate la capacità di dare responsi provenienti, appunto, dagli spiriti o dagli Dei).
Dea degli incantesimi e degli spettri, Ecate è raffigurata come triplice (giovane, adulta/madre e vecchia), ed il numero Tre la rappresenta; le sue statue venivano poste negli incroci (trivi), a protezione dei viandanti (Ecate Enodia o Ecate Trioditis).

Le sue figlie erano chiamate Empuse.
La natura di Ecate è bi-sessuata, in quanto possiede in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo viene definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.
Hecate, Hekate (Hekátē), o Hekat fu in origine una dea delle terre selvagge e del parto proveniente dalla Tracia, o dai cariani dell'Anatolia. I culti popolari che la veneravano come una dea madre inserirono la sua persona nella cultura greca come Ἑκάτη. Nell'Alessandria tolemaica essa in ultima analisi ottenne le sue connotazioni di dea della stregoneria e il suo ruolo di 'Regina degli Spettri', in queste vesti fu poi trasmessa alla cultura post-rinascimentale. Oggi è vista spesso come una dea delle arti magiche e della Stregoneria. È inoltre l'equivalente della Trivia romana. Il più noto santuario dedicato ad Ecate si trova a Lagina, in Turchia sudoccidentale.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ecate5.jpg

Cfr. co l'ejisia Heket
http://it.wikipedia.org/wiki/Heket


Cosa gała ente ła man sanca sta dona? (torçe e cołonba?)
viewtopic.php?f=171&t=909

(Pa 1, pria o steła foneraria ?)
-pupon.e.i eχorako/.i e.kupeϑar.i.s
puponei ego rakoi ekupetaris

viewtopic.php?f=89&t=891

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... veneta.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ta-oca.jpg

Ke robi xełi sti kì ke ła ga ente ła man sanca?


Cfr. co Ecate

Ecate spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... C3%A7e.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Ecate

Spesso è raffigurata con delle torce in mano, proprio per questa sua capacità di accompagnare anche i vivi nel regno dei morti (la Sibilla Cumana, a lei consacrata, traeva da Ecate la capacità di dare responsi provenienti, appunto, dagli spiriti o dagli Dei).
Altri animali simbolo di Ecate sono i cavalli e i gatti neri.
La civetta è sua messaggera. I suo carro è tirato da dragoni.

https://bibliotecalesca.files.wordpress ... /ecate.pdf
Ecate è anche dea-strega e si accompagna a cani ululanti: questi demoni-cani sono paragonabili, quindi, ai fantasmi notturni che si credeva accompagnassero la dea durante le sue apparizioni e potevano portare l’uomo alla pazzia.
La loro funzione era quella di esaudire le invocazioni e le maledizioni pronunciate dal mago n
el corso delle cerimonie negromantiche, in cui non si mancava mai di pronunciare il nome di Ecate.
Per chiedere l’aiuto di Ecate si ricorreva all’utilizzo di simboli, emblemi o mezzi magici, come la cosiddetta “trottola di Ecate”, una sfera dorata costruita attorno a uno zaffiro e fatta girare tramite una cinghia di cuoio, con sopra dei caratteri incisi.
Facendola girare l’operatore magico era solito operare delle invocazioni. Girandolo, produceva dei
suoni particolari, imitando il verso di una bestia, ridendo o facendo piangere l’aria.
In una grotta, Ericto tenta di rianimare un cadavere con l’invocazione di Ecate, che le permette
di entrare in contatto col morto. La seguono i cani ctonii, divoratori di anime e malvagi, il lato più
oscuro della Dea (Lucano, Bellum civile).
Orazio descrive l'evocazione negromantica delle due streghe Sagana e Canidia, col sacrificio di un’agnella nera, e i cani infernali che ululano in lontananza (Satire, VIII). Anche Virgilio nomina i cani ululanti che accompagnano la Dea, e Apollonio di Rodi li descrive raucamente abbaianti, quando Ecate, con la chioma di orribili serpenti, emerge dalla terra. La loro funzione era esaudire invocazioni e maledizioni pronunciate durante le cerimonie, dedicate ad Ecate.
Per i neoplatonici Ecate è una divinità oracolare, che si attiva attraverso simboli, emblemi o
strumenti, come lo iugx, la “trottola di Ecate”, descritta da Psello come “sfera dorata costruita attorno a
uno zaffiro e fatta girare tramite una cinghia di cuoio, con sopra dei caratteri incisi." Questo strumento
sferico, triangolare, o di altra forma, girando, produceva suoni particolari, come il verso di una bestia,
ridendo o facendo piangere l’aria, ed era in grado di ispirare visioni profetiche. Ecate era dea lunare, oracolare e soprattutto maga.
http://www.gianpaolofiorentini.com/styled-6/index.html
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ecate5.jpg


Cfr. co:Lilith
http://it.wikipedia.org/wiki/Lilith
Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica, che potrebbe averla appresa dai babilonesi assieme ad altri culti e miti (come il Diluvio universale) durante la prigionia di Babilonia.
Nella religione mesopotamica Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C.
Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Sebbene alcuni studiosi datassero l'origine verso il VIII secolo a.C., le trascrizioni mesopotamiche accennano a questa figura già dal III millennio a.C.
Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Secondo la tradizione della cabala ebraica, invece, è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.
Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della Grande Madre.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... illith.jpg

Atena
http://it.wikipedia.org/wiki/Athene_noctua

La civetta, come molti altri animali notturni, è considerato dalla tradizione popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non si metta a cantare sopra il proprio tetto. Nell'antica Grecia, invece, la civetta era considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del genere: Athene; quello della specie riporta il nome latino dell'uccello: A. noctua, cioè «notturna»), dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna.
Con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera, che ama farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili che costituisce un irresistibile spettacolo per le potenziali prede.


http://de.wikipedia.org/wiki/Steinkauz

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... uzflug.jpg

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... ldbahn.jpg
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Re: Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?

Messaggioda Berto » mer mag 27, 2015 4:12 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Sa xeło sto angagno dito “ciave de Reitia”?

Messaggioda Berto » sab giu 06, 2015 6:58 am

Anema, anemo, atem, atman, atimarse
viewtopic.php?f=44&t=336

Anema e aneimixmo
http://www.corsodireligione.it/religion ... iama_3.htm

L'animismo

Le religioni tradizionali sono spesso chiamate animiste : tutto l'universo ha un'anima. La forza spirituale che anima la realtà, la si voglia chiamare «mana», «spirito», «forza vitale», non esiste per se stessa , ma è presente nei vari oggetti materiali e spirituali.

Tutto l'esistente è pervaso di energia vitale . Tutti le cose ed i fenomeni sono animati da una essenza creativa unica e trascendente : la forza vitale , che è Vita . Essa è presente nella " forma delle cose" e ne costiotuisce l'essenza, lo " spirito", l'anima delle stesse.

Scrive uno studioso della religione dei mentawaiani (Indonesia) , S. Coronese, in Una religione che muore, EMI, 1980). :

«Non solo gli uomini, ma tutto ciò che si può visualizzare come entità, possiede un'anima. Quindi le creature viventi uomini, animali e piante gli oggetti materiali e anche i fenomeni naturali, come lo scrosciare delle acque e l'arcobaleno, sono ritenute avere un'anima. Per i mentawaiani le anime sono una specie di sosia, un duplicato spirituale delle cose esistenti»

La relazione che lega l'anima al corpo è di natura instabile . L''anima può "abbandonare" il corpo nel senso che può allentare i suoi legami con esso e "viaggiare" autonomamente nei mondi in cui è immersa e " occupare altre " forme" .



La guarigione attraverso il recupero dell’anima
http://lagrottadelupo.blogspot.it/2012/ ... anica.html

Di Nello Ceccon e Stefania Montagna

L’anima nelle società tradizionali

Gli uomini che agli albori della civiltà si sono affacciati per la prima volta al mondo soprannaturale o “realtà non ordinaria”, come l’ ha definita l’antropologo e sciamano Carlos Castaneda, probabilmente non si erano posti la domanda che cosa fosse l’anima.
Ma nelle loro prime esplorazioni nei mondi dell’invisibile hanno incontrato persone, animali o piante, già note nella vita reale, sotto diversi aspetti e poi trasformarsi in altre forme, come avviene spesso anche nello stato del sogno.
Questa altra forma, che risiede nel mondo misterioso dell’invisibile, ha assunto nella nostra civiltà il concetto di anima.
Gli sciamani, in uno stato alterato di coscienza, riescono a “vedere” gli esseri viventi nella loro essenza più pura, senza i vincoli che ci vengono dati dalle percezioni fisiche e soprattutto dalle categorie e modelli mentali che si formano nella realtà in cui viviamo.
Attraverso questa nuova visione del soggetto o, in alte parole, attraverso la percezione dell’anima della persona, sono in grado di operare per riportare armonia e benessere. Gli sciamani hanno sempre esplorato queste nuove dimensioni a fini pratici, per portare la guarigione alla persona sofferente, per dare risposte sagge e consigli a chi ne aveva bisogno, oppure per ricevere conoscenze utili per la sopravvivenza del gruppo.
Queste pratiche sono sopravvissute nelle società tradizionali fino ai giorni nostri, grazie alla loro efficacia ed ai risultati che si ottengono. La psicologa e sciamana americana Sandra Ingerman, ha sviluppato un approccio basato su queste esperienze per curare le persone che vivono nella nostra società occidentale.
Ha chiamato questo approccio “recupero dell’anima”, una terminologia già usata nelle popolazioni che praticano lo sciamanesimo come metodo di cura e di conoscenza.


Come si forma la malattia

La nostra anima o “pura essenza”, nel corso della vita può subire episodi, eventi o vivere situazioni che portano ad uno stato di disarmonia che a sua volta può causare malattie. La perdita parziale dell’anima è il risultato di questi traumi.
Durante i viaggi sciamanici, cioè sessioni in cui, attraverso uno stato alterato di coscienza ottenuto con il suono ripetuto del tamburo, si è visto che l’anima può essere frammentata, ad ogni frammento corrisponde ad un evento traumatico, vissuto in maniera consapevole o meno.
Questi frammenti, lasciati nell’episodio, con la loro mancanza causano all’anima non più integra una perdita di potere o carica energetica.
Da qui, gli sciamani hanno compreso perché molte persone sentono di avere perso una loro parte di sé in un qualche evento della loro vita. Sentono la mancanza di qualche cosa, ma non riescono a capire che cosa. Questo senso di perdita causa molto spesso malattie gravi, sia fisiche come ad esempio a livello immunitario, oppure psicologiche, come la depressione.
Queste perdite parziali di anima fanno sentire le persone prive di energia vitale, apatiche, con scarsa voglia di vivere, reagire ed affrontare la realtà.
Lo sciamano, con l’aiuto delle sue guide spirituali, sotto forma di Maestri o di Animali di Potere, viaggia nella realtà non ordinaria per vedere se e quali parti di anima sono mancanti e ripercorre molto spesso in maniera metaforica, la vita della persona per individuare le parti d’anima che sono rimaste negli eventi vissuti in maniera traumatica.

Le parti d’anima

Da quello che hanno osservato gli sciamani, quando vengono rilasciate forti emozioni l’anima tende a rimanere bloccata in questo stato. Le emozioni che causano questo, possono derivare da eventi traumatici e Sandra Ingerman, fatto queste scoperte lavorando su donne che hanno subito abusi; possono derivare anche da episodi eccessivamente positivi, come ad esempio una importante cerimonia o una “indimenticabile” vacanza.
In entrambi i casi, molto più spesso nei traumi, superato l’episodio la persona non si sente più come era in precedenza. Una parte di sé è rimasta inesorabilmente incollata a quel passato e ciò che rimane è un senso di vuoto, di incompletezza.
Per alcuni avvenimenti, dopo un certo periodo, in modo spontaneo queste parti d’anima ritornano ad integrarsi nella persona, in altri invece l’anima rimane inesorabilmente perduta.
Dal punto di vista sciamanico l’anima si trova in uno stato in cui “manca” una sua parte, c’è un “vuoto” interiore che può facilmente sfociare in malattie, anche gravi.
Per avviare il processo di guarigione lo sciamano agisce prima di tutto a livello spirituale, lavorando con l’anima della persona, e poi aiutando la persona a trovare anche materialmente la risoluzione della malattia.

Il Recupero dell’ Anima

La guarigione sciamanica avviene quando la parte dell’anima perduta viene recuperata e riportata alla persona ammalata. Lo sciamano, in questo caso, riporta solo l’essenza più pura rimasta nel trauma, lasciando invece nel passato le emozioni, le paure e tutti quei legami energetici che avevano ferito.
Dopo questo intervento la persona è in grado di avviare il suo processo di guarigione, integrando le energie recuperate, acquisendo le capacità perdute e ritrovandosi a fare una vita più completa e piena. Spesso queste energie ritrovate possono attivare nuove iniziative, accendere la creatività della persona, riscoprendo capacità fino allora impensabili. L’integrazione delle parti d’anima recuperate è uno dei momenti più importanti nel processo di guarigione, perché altrimenti si avrebbero a disposizione energie non utilizzate, che potrebbero essere veicolate ancora in situazioni non appropriate.
Questa pratica o cerimonia di “Recupero dell’Anima” è oramai consolidata anche nella nostra società occidentale e sempre più persone trovano in questo approccio la vera scintilla per uscire da situazioni di difficoltà e di sconforto, da malattie psicologiche o fisiche. C’è da considerare che non va in contrasto con i metodi della medicina ufficiale, in quanto, lavorando su un piano prevalentemente spirituale, si può integrare e lavorare in sinergia, amplificando gli effetti benefici delle cure tradizionali o guidando le persone verso le cure più appropriate.
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