Pora

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Messaggioda Berto » sab mag 24, 2014 8:58 pm

Reitia, porai, sainatei, vebelei
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https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... lQMEU/edit
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Fate, Moire, Parke, Norne, Matronae, Angoane
Pora Reitia Sainatei Vebelei
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtd1U/edit
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La Baketa majega de Reitia, dita anca Ciave de Reitia ???
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Pora

Messaggioda Berto » dom mag 25, 2014 7:25 am

Mego dona.s.to a.i./nate.i. re.i.tiia.i. pora.i. / e.getora. r.i.mo.i. ke lo/.u.derobos

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RwUkU/edit
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Kaimas, dorf, village, vila, borgo, contrà, selo, sat, landsby, küla, vesnice, dedina, ...

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Re: Pora

Messaggioda Berto » mar mag 27, 2014 9:42 pm

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Re: Pora

Messaggioda Berto » mar mag 27, 2014 9:53 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Pora

Messaggioda Berto » dom lug 20, 2014 9:35 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Pora

Messaggioda Berto » ven mar 13, 2015 8:51 am

???

Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamanexemo e coxmołoja shamana
viewtopic.php?f=24&t=19


... Nel corso del X secolo a.C. venne a costituirsi una classe di brāhmaṇa, i purohita, a cui venivano affidati i sacrifici (yajamāna) offerti dalle famiglie. Il purohita diviene di fatto il sacerdote di famiglia, colui che non solo offre le libagioni nei villaggi e nelle case, ma fornisce anche indicazioni etico-religiose e consigli spirituali alle famiglie e agli individui (in qualità di guru o ācārya). ...


Bramano
http://it.wikipedia.org/wiki/Brahmano
Il brahmano, detto anche bramino o bramano (devanāgarī: ब्राह्मण, IAST brāhmaṇa) è un membro della casta[1] sacerdotale del Varṇaśrama dharma o Varṇa vyavastha, la tradizionale divisione in quattro caste (varṇa) della società induista.
Il termine brahmano deriva dal latino (???) brachmani (o bragmani), a sua volta ripreso dal greco brakhmânes che adatta in quella lingua il termine sanscrito vedico brāhmaṇa (ok). I brahmani rappresentano la casta sacerdotale e costituiscono la prima delle quattro caste: a loro spetta la celebrazione dei rituali religiosi più significativi.
...
Il termine sanscrito brāhmaṇa deriva, per alcuni autori come Jan Gonda da bṛh (sanscrito vedico, it.: forza, crescita, sviluppo) ovvero colui che possiede il bṛh intesa come forza magica e misteriosa, da cui il successivo Brahman intesa come forza o realtà cosmica.
L'origine del termine brāhmaṇa e il consequenziale sviluppo del suo utilizzo nella letteratura vedica e delle funzioni sacerdotali ad esso attribuite seguono un percorso piuttosto articolato.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... f_fire.jpg


Il Ṛgveda si apre in questo modo:

(SA)
« agnim īḍe purohitaṃ yajñasya devam ṛtvijam hotāraṃ ratnadhātamam »
(IT)
« Ad Agni rivolgo la mia preghiera, al sacerdote domestico, al divino officiante del sacrificio, all'invocatore che più di tutti porta ricchezze. »
La funzione sacerdotale del dio Agni è il primo tema affrontato dal primo Veda. Questa funzione è la prima ad essere ben delineata soprattutto in qualità di hotṛ, l'officiante delle libagioni (simile al zaotar dell'Avesta 0 ? zaratustra).

Ma a ben guardare il Ṛgveda (risalente ad un periodo incerto, comunque a cavallo tra il XX e il X secolo a.C.) è un vero e proprio manuale delle attività sacerdotali del dio Agni che, dopo essere indicato come hotṛ, viene assunto anche al ruolo di adhvaryu, di brāhmaṇa, di potṛ, di neṣṭṛ, di agnīdh, gṛapathi e praśāstṛ.

A queste attribuzioni del Dio corrispondevano dei sacerdoti arii specifici (a loro volta corrispondenti alle otto classi sacerdotali delineate anche nell'Avesta e quindi di probabile derivazione Indoeuropea). Nel pieno del successivo sviluppo vedico (intorno al X secolo a.C.), i compiti di principali officianti (ṛtvij) del rito più importante, il soma (l'haoma dell'Avesta) si distingueranno, tuttavia, in sole quattro qualità sacerdotali:
brāhmaṇa, adhvaryu, udgātṛ e hotṛ.
Ognuno di questi quattro sacerdoti veniva coadiuvato da ulteriori tre assistenti (samhita). E, come allhotṛ veniva assegnato il compito di recitare il Ṛgveda, gli altri tre officianti avevano rispettivamente il compito di recitare: l'adhvaryu lo Yajurveda; l'udgātṛ il Sāmaveda, mentre al 'brāhmaṇa non solo veniva affidata la recitazione del quarto Veda, l'Atharvaveda, ma anche il compito di controllare e soprintendere all'intero rito e la recitazione degli altri tre Veda rappresentando, l'Atharvaveda, il loro compimento.

Sempre nel Ṛgveda (X-71,11) i compiti dei quattro officianti vengono riassunti nel singolo brāhmaṇa essendo costui quello che rappresenta l'intero sacerdozio in quanto sa, conosce (vidyā) ed esprime il Brāhmaṇ.
Ne consegue che il brāhmaṇa, il sacerdote della società vedica, è colui che è in grado di conoscere e insegnare la rivelazione cosmica. Questo sviluppo della letteratura vedica porterà ad identificare nel termine brāhmaṇa gli interi compiti della casta sacerdotale.
Nell'India vedica si celebravano cerimonie pubbliche (śrauta) comprendenti tre fuochi sacrificali e cerimonie private (familiari, grhya) con un singolo fuoco sacrificale.
Nel corso del X secolo a.C. venne a costituirsi una classe di brāhmaṇa, i purohita, a cui venivano affidati i sacrifici (yajamāna) offerti dalle famiglie. Il purohita diviene di fatto il sacerdote di famiglia, colui che non solo offre le libagioni nei villaggi e nelle case, ma fornisce anche indicazioni etico-religiose e consigli spirituali alle famiglie e agli individui (in qualità di guru o ācārya).

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 2-XXXV.jpg
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