El glifoxato ente ła Tera Veneta

El glifoxato ente ła Tera Veneta

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 3:51 am

El glifoxato ente ła Tera Veneta
viewtopic.php?f=162&t=2384


Mandemo a ramengo ła Tałia e łi tałiani conprexo łe bande del "Quirinal" e del Vatican col so Papa e ła cexa romana co ła so caretà col peło!
Naltri no ghemo da vivar e da morir e da rovinar ła nostra tera e i nostri fiołi, par engrasar Roma, ła Tałia e tuti łi tałiani de łe caste parasite, conprexi on mucio de veneti tałiani, ke łi se ranje, se nò ke łi crepe ke a starisimo mejo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coli o montexeli del proseco

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 3:53 am

Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Mamme e maternità nell’Inferno del Prosecco
https://www.facebook.com/50715582263117 ... 2535648828


Caro Comitato,

ho un bambino di due anni dolcissimo, che amiamo con tutti noi stessi, e un’altra creatura è in arrivo. Purtroppo abbiamo avuto la sfortuna di comprare anni fa una casetta in mezzo ai vigneti. Abbiamo fatto e stiamo facendo enormi sacrifici per pagarla e per sistemarla, poiché era molto decaduta. Eravamo ignoranti in materia, e non sapevamo ancora quanto pericoloso fosse abitare attorniati dai vigneti. Quando usciamo in giardino a giocare o prendiamo la bici per un giro nei dintorni mi chiedo a cosa sto sottoponendo mio figlio, me stessa e il piccolo che ho in pancia……
Vedo che mio figlio, come ogni bambino, ha voglia di star fuori, correre, spingere la sua piccola carriola, ma io quando lo guardo mi sento felice a metà.
Ieri abbiamo chiamato la guardia forestale per farci spiegare bene quali sono i nostri diritti e loro -che sono stati molto gentili per la verità- ci hanno detto che quando vediamo che i "regolamenti" non sono rispettati dobbiamo chiamare il comando. Ma posso farlo 4 pomeriggi su 7? E quando torno a casa dal lavoro chi mi dice cosa hanno combinato i nostri vicini agricoltori fino a 5 minuti prima? E come la calcolo io la famosa "deriva"? È vita questa? È giusto?
Ovviamente la salute dei miei bambini è il mio primo pensiero ma in quanto donna so che anche il mio organismo è molto sensibile alle sostanze tossiche presenti nell'ambiente che mi circonda. E se accadesse qualcosa a me, comunque la vita dei miei figli sarebbe in qualche modo rovinata.
Ci siamo dati molto da fare in questi anni per promuovere la battaglia contro i pesticidi, ma poco o niente è cambiato e io sono affranta.
Faccio anche io l'agricoltrice, so per certo che esiste un modo di produrre sano e rispettoso per l'ambiente; in casa nostra entra solo cibo biologico ed è per questo che la rabbia verso la nuvola maledetta mi corrode, ogni giorno con sempre più forza, e non so dove questa continua tensione, terribile, mi possa portare. Sono sfinita.

Elena



Cara Elena, carissima famiglia,

Tu non sai quanto sono stato male dentro l’animo l’altro giorno quando sono venuto a fare le due riprese di cui in allegato. Quanto amore, quanta gioia, quanta cura in tutta quella casa, in quell’orto, nei vostri fiori. Che felice quel bimbo con la sua amichetta. Certo, è la gioia fatta persona, e ne ha tutto il diritto: c’è una vita meravigliosa che lo aspetta, che voi gli state costruendo. Ma poi quel ronzio terrorizzante si avvicina, e allora: “presto, tutti dentro!, chiudi le finestre!”
E la maternità, la tua maternità, che dovrebbe essere solo serenità e carezze. Dolci momenti, che si imprimeranno nel DNA del tuo piccolo che sta per venire in questo mondo. Una dolce attesa fatta di coccole e fiducia.
E invece…Invece i nostri sciagurati Sindaci ti regalano l’orrore: il pensiero, pungente, assillante, che, rimanendo a vivere lì, tuo figlio potrebbe non avere un futuro di salute, cui avrebbe pieno diritto.
Quegli extraterrestri arrivano bardati, coperti, con mascherine e caschi. Gettano in aria, ai quattro venti, il loro carico velenoso e se ne vanno. Sui sacchi dei pesticidi è stampato il teschio, cosa vorrà dire?, quella miscela che costringono a far respirare agli altri è veleno pericoloso, che contribuisce a creare e diffondere le peggiori patologie. Che possiamo fare? Ma perché le “Autorità” se ne lavano le mani? Dove sono le leggi che dovrebbero tutelare la “Pubblica Salute”? Per quanto ancora dobbiamo sopportare questa colpevole follia?
Quante mamme, lasciate sole con le loro famiglie, devono ancora gestire maternità di angoscia e lacrime? Quanti bambini stanno subendo il dolore che ne deriva?

Fabio Padovan
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Re: Coli o montexeli del proseco

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:00 am

PROSECCO AI PESTICIDI
di Gianni Lannes

http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... icidi.html

La spacciano addirittura per una produzione ecologica. Invece. Attenti a quel famoso vino prodotto in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Perché? E’ imbottito sempre più di veleni chimici, in particolare il glifosato irrorato in loco perfino dagli elicotteri, meglio noto con il nome di battaglia Roundup della Monsanto. Le analisi dell’Arpav parlano chiaro anche se i risultati sono celati alla popolazione e la magistratura locale archivia senza indagare le numerose denunce di associazioni e cittadini.

E come se non bastasse, basta leggere il protocollo di produzione di queste spumeggianti bollicine artificiali, per constatare la quantità di pesticidi sparsa periodicamente sui vigneti, addirittura nei centri abitati. Pur di far soldi in tutta fretta, certi prenditori del nord-est non hanno scrupoli ad intossicare persone e contaminare impunemente interi territori.

Il glifosato, principio attivo di uno degli erbicidi più diffusi al mondo, è stato classificato come “probabile cancerogeno per gli esseri umani” in un report stilato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

I test effettuati in laboratorio dalla IARC hanno dimostrato che il glifosato danneggia il DNA delle cellule umane e di altri mammiferi. Lo studio cita alcune rilevazioni condotte su lavoratori esposti al glifosato in Canada, Stati Uniti e Svezia, che hanno sviluppato una maggiore vulnerabilità al linfoma non Hodgkin. Tali scoperte non possono non destare scalpore. Il glifosato infatti è il principio attivo del Roundup della Monsanto, il diserbante più venduto al mondo, utilizzato in 750 prodotti per l'agricoltura e ha conosciuto un boom correlato con le piante ogm che hanno incorporato la resistenza a questo erbicida. È usato anche nei giardini. Secondo lo Iarc questa sostanza si può ritrovare nell'acqua, nell'aria e nei cibi, causando un'esposizione della popolazione nelle aree più vicine ai luoghi in cui viene utilizzato, anche se i livelli di esposizione osservati sono "generalmente bassi". Il rischio ipotizzato è il linfoma non Hodgkin, una forma di tumore del sangue.

Ma le autorità italiane (comunali, regionali e nazionali) che fanno per garantire la salute e proteggere la vita? Come sempre finta di niente. Il governicchio di Matteo Renzi, infatti, eterodiretto dall'estero, non risponde neppure alle otto interrogazioni parlamentari depositate da tempo (4/08579, 5/05427, 4/09408, 4/03722, 5/05361, 3/01811, 4/08272, 4/04362), tantomeno agli onorevoli del suo stesso partito telecomandato da Washington.


«Per noi le valutazioni dello Iarc sono valide perché elaborate con metodo rigoroso e perché valutano studi indipendenti e pubblicati nella letteratura scientifica: quindi vanno tenute nella massima considerazione dalle autorità regolatorie», spiega Roberto Bertollini, direttore di ricerca dell'ufficio europeo dell'Oms. Ma le associazioni dei consumatori e degli agricoltori sono già passate all'offensiva. In Francia Générations futures ha espresso soddisfazione per il giudizio dello Iarc. E il presidente di Aiab Vincenzo Vizioli ha chiesto che "l'Italia e l'Unione Europea considerino immediatamente le misure necessarie per proteggere agricoltori e consumatori dal glifosato. Che faccia male alla salute dell'uomo e dell'ambiente, che si accumuli nei cibi e nell'acqua, lo sappiamo da anni e da anni combattiamo contro questo e gli altri pesticidi, spacciati per innocui".

Nel 1985 l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente lo indicò come possibile cancerogeno umano, dopo averne testato gli effetti sui ratti e aver raccolto prove anche in Canada e in Svezia che ne associavano l’utilizzo all’insorgenza del linfoma non-Hodgkin. Lo stesso ente cambiò idea sei anni più tardi, inserendo il glifosato nel gruppo E delle «sostanze che non hanno dimostrato potenzialità cancerogene in almeno due studi su animali, condotti in modo adeguato su specie diverse, o sia in studi animali sia epidemiologici». L’ultimo parere diffuso dallo Iarc sulla sicurezza del composto, però, rimette tutto in discussione. «Ci sono differenze significative tra gli studi analizzati dall’agenzia americana e quelli più recenti che evidenziano in maniera sufficiente la cancerogenicità della sostanza sugli animali». Quanto al malathion e al diazinon, si tratta di insetticidi usati in agricoltura, ma anche negli ambienti domestici. Alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato una correlazione con diverse neoplasie dell’uomo: come il linfoma non-Hodgkin e i tumori della prostata (malathion) e del polmone (diazinon). L’inserimento nel gruppo 2A è legato anche alle prove – più solide – di danno al Dna acquisite in laboratorio da studi in vitro. Le due sostanze (parathion e tetrachlorvinphos) definite come possibili cancerogeni umani sono vietate da tempo nell’Unione Europea, mentre risultano ancora in uso negli Stati Uniti.

Anche in Italia, rileggendo le statistiche fornite dall’Ispra nel rapporto nazionale pesticidi nelle acque, «la presenza del glifosato e del suo metabolita, l’acido aminometilfosfonico, è ampiamente confermata, anche se il suo monitoraggio è tuttora effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, mentre il metabolita nel 56,6%». Essendo l’erbicida largamente impiegato, è probabile che il suo inserimento nei programmi di monitoraggio possa determinare un aumento dei casi di non conformità nelle regioni dove ora non viene cercato. Il glifosato è anche il pesticida che più di ogni altro determina il superamento degli standard di qualità ambientale nelle acque superficiali.
L'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) il 18 Dicembre 2008,già comunicava al Ministero della Salute una presenza nelle falde acquifere superiore del 37% di gliphosate. Qualcuno, ancora sostiene che il glifosateo " degrada velocissimamente nel terreno" ,vittima della spietata pubblicità fatta all'epoca dalla multinazionale Monsanto,titolare del brevetto del glifosato. L'ISPRA ha rinnovato il suo allarme in un comunicato del 16 Dicembre 2014 denunciando un aumento di pesticidi, nelle falde acquifere, pari al 48% rispetto a tre anni prima. Vi dice qualcosa il fatto che scaduto il brevetto Monsanto, la produzione di glifosato è aumentata dell'80% e il prezzo è sceso del 60%,per cui si vende a chicchessia (senza patentino)e si assiste ad un diserbo totale sfrenato e incontrollato. Mi chiedo: ma come fa il glifosato a finire nelle falde acquifere se al solo contatto del terreno, degrada? Chi lo mette direttamente nei tubicini, senza toccare il terreno, e lo immette nelle falde?

Il cardinal Beniamino Stella in visita nel suo paese natale nella terra del Prosecco martoriata dai pesticidi (in zona qualche giorno fa hanno irrorato dall’elicottero dei fedeli che recitavano il rosario all’aperto) ha detto davanti ad una chiesa strapiena di fedeli: «Questa bella comunità la sogno così oggi è cresciuta giustamente la preoccupazione della gente per l’acqua, per il cibo sano, per i vigneti, troppo contaminati nelle radici e nelle foglie dai pesticidi. L’ecologia e la custodia delle risorse della natura e del creato sono da curare e da implementare».
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Re: Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:11 am

Un paese contro i pesticidi, rivolta nel regno del prosecco: ''Basta vigneti e solo bio''
A Revine Lago, in provincia di Treviso, raccolte 800 firme di protesta. Il sindaco annuncia provvedimenti severi per limitare drasticamente i fitofarmaci. ''Stanno perfino cambiando il paesaggio ma, come diceva Zanzotto, noi siamo il paesaggio che vediamo'', commenta il poeta Luciano Cecchinel
di ANTONIO CIANCIULLO


http://www.repubblica.it/ambiente/2016/ ... -141484229

ROMA – E’ l’impensabile. Un’insurrezione nel regno dorato del prosecco, un regno su cui, come nell’impero di Carlo V, non tramonta mai il sole. Le bollicine italiane si trovano ovunque: nel 2015 hanno esteso il loro dominio nel mondo vendendo più bottiglie delle rivali francesi. Ma questo successo ha un punto debole: il sovra sfruttamento del territorio. E ora un intero paese si è ribellato. A Revine Lago, 2 mila anime nel Trevigiano, in pochi giorni 800 persone hanno firmato un appello al ministro delle Politiche agricole chiedendo di difendere la loro terra dall’invasione dei pesticidi.

La battaglia è guidata da Luciano De Biasi, un produttore biologico che nel 2012 è passato alla biodinamica e ha fondato il comitato ''Basta vigneti''. ''E’ estremamente difficile se non impossibile coltivare il vigneto in modo biologico a causa dell’altissima densità di coltivazioni e dalla frammentazione delle proprietà in piccoli e piccolissimi vigneti posti uno accanto all’altro tanto che sembrano un tutt’uno'', scrive De Biasi. ''Sono costretto a consegnare l’uva alla cantina come se fosse prodotta in modo convenzionale in quanto risulta contaminata da pesticidi provenienti dai vigneti confinanti. Anche lo scorso anno ho fatto analizzare un campione di uve ed è risultato non conforme al decreto ministeriale n. 309 del 13.01.2011 perché è stata riscontrata la presenza di ben quattro pesticidi sopra i limiti consentiti. I miei sforzi di coltivare in modo biodinamico risultano pertanto vani e mi è preclusa la possibilità della certificazione biologica o biodinamica delle uve. Devo quindi subire un danno sia economico che morale''.

De Biasi lamenta la contaminazione del suo terreno a Miane, a una decina di chilometri di distanza dall’epicentro della protesta, e gli abitanti di Revine Lago, un paese ai margini dell’area del prosecco docg, temono che la loro tranquillità finisca. ''Ho parlato a lungo con la gente del paese: sono molto determinati'', racconta Sabrina Menestrina, segretario dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica. ''Quando piove, e due anni fa è piovuto tutti i giorni per mesi, i trattamenti di fungicidi sui vitigni si ripetono spesso. E se le vigne, come succede in alcuni paesi della zona, arrivano praticamente dentro le case, quello spray pericoloso diventa un problema''.

''Io abito a Lago, a due passi da Revine, e quando irrorano pesticidi bloccano anche il traffico dei ciclisti”, aggiunge il poeta Luciano Cecchinel. “L’intensità delle culture vinicole è tale che sono arrivati a modificare il profilo delle colline, a cambiare un luogo che si è candidato a diventare patrimonio dell’Unesco. Dobbiamo difendere questa bellezza perché, come diceva Zanzotto, noi siamo il paesaggio che vediamo''.

''E’ un problema che non riguarda solo noi: tutte le aree a forte vocazione vinicola devono affrontare il tema della convivenza tra filari e case'', risponde Giancarlo Vettorello, direttore del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. ''Il problema c’è e proprio per questo noi abbiamo adottato un protocollo di lotta guidata per ridurre al massimo l’uso di fitofarmaci. In questa zona abbiamo 140 anni di storia enologica alle spalle: vogliamo dialogare con tutti per andare avanti ma abbiamo già fatto passi importanti. L’anno scorso abbiamo deciso di proibire altre 7 molecole utilizzate nei fitofarmaci portando al 25% il totale delle molecole vietate perché a impatto ambientale troppo alto. Continueremo a migliorare''.

A Revine Lago comunque chiedono misure molto nette e molto rapide contro l’uso di pesticidi. ''Proprio ieri ho avuto una lunga riunione con i miei cittadini e abbiamo deciso che adotteremo tutte le misure necessarie a garantire la piena sicurezza degli abitanti'', afferma Michela Coan, sindaco di Revine Lago. ''La preoccupazione deriva dal fatto che la zona del prosecco si sta espandendo e comincia a interessare il nostro territorio. Noi vogliamo fissare regole rigorose di tutela attraverso il regolamento di polizia rurale: forse non arriveremo a bandire totalmente i pesticidi perché ci sono molti orti, stabiliremo però paletti normativi molto severi''.
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Re: Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:15 am

Treviso: erbicidi nelle colline del prosecco
Gianluigi Salvador, Luciano De Biasi - Comitato locale WWF Villorba
29/04/2009

http://www.viviconsapevole.it/articoli/ ... osecco.php

Gli erbicidi disegnano righe spettrali (e mortifere) nelle colline del prosecco (che l’Unesco dovrebbe tutelare come patrimonio dell’Umanità). Paesaggi spettrali si delineano lungo le colline del prosecco papabili di tutela addirittura dall’Unesco come “patrimonio dell’umanità”.

Qual è la causa di questo spettacolo innaturale?
L’annaffiamento abbondante di “erbicidi” lungo le righe disegnate dai filari delle viti di prosecco.
Il colore rossastro dei ciuffi d’erba letteralmente essiccati dalle sostanze chimiche che li hanno soffocati disegnano righe con effetto “giallo-rosso-secco” che contrastano in modo stridente con il colore verde intenso dell’erba rimasta incolume fra i filari (vedi foto qui sotto).

La convenienza economica di produrre a costi sempre più bassi in barba ad aspetti agronomici e di qualità dei prodotti fa sì che la flora erbacea non sia più “un’alleata contro l’erosione, nel mantenimento della sostanza organica nel terreno, nel controllo del vigore vegetativo della vite, nel miglioramento dei parametri enologici, nell’aumento della biodiversità e quale contributo all’aspetto scenografico del paesaggio” ma “un’erbaccia nel vigneto che si deve combattere con una lotta senza quartiere”. Rispetto al taglio dell’erba ed al suo utilizzo come “pacciamatura”, applicabile in “piccole e specifiche situazioni”, gli “erbicidi sono efficaci, facili da applicare, ma soprattutto, hanno un rapporto costo beneficio molto positivo” (Centro Ricerche Agricoltura - Conegliano).

Tralasciamo brevemente il beneficio economico ed esaminiamo più attentamente il costo sociale.
Quali sono questi “erbicidi” ?
Dai dati ARPAV rileviamo che nel 2007, nella provincia di Treviso, sono stati impiegate 55 tonnellate di “Glyphosate” ed 8 tonnellate di “Glufosinate ammonium”.
Acqua fresca?
Tutt’altro !!!!
Il “Glufosinate ammonium” è stato recentemente mosso al bando dalla Comunità Europea perché classificato CMR (C=carcinonogenic; M=mutagenic; R = classified as Toxic for reproduction).
(vedi elenco dei pesticidi messi al bando dalla UE con la Direttiva approvata il 19 gennaio scorso)
Inoltre, secondo i dati in letteratura rilevati del Prof. Gianni Tamino, il Glufosinate-ammonio è correlato a disturbi neurologici, respiratori, gastrointestinali, ematologici e a difetti di sviluppo dei neonati nell’uomo.
E’ tossico per le farfalle e numerosi altri insetti benefici come pure per le larve delle cozze ed ostriche, per la Dafnia e per alcuni pesci d’acqua dolce come la trota arcobaleno.
Inibisce batteri e spore benefici della terra specialmente quelli che fissano i composti azotati.

Il Glifosate e’ la più frequente causa di problemi e avvelenamenti in Italia (Sistema Nazionale di Sorveglianza delle Intossicazioni Acute da Fitosanitari (SIAF) - rapporto 2005). Disturbi di molte funzioni del corpo sono state riportati dopo l’esposizione a normali livelli d’uso. E’ quasi raddoppiato il rischio di aborto spontaneo ritardato e i bambini nati dai lavoratori esposti hanno evidenziato un livello elevato di deficit neurologici.
Il Roundap (il preparato della Monsanto a base di Glifosate ) provoca un’alterazione della mitosi cellulare che può essere collegata al tumore presente nell’uomo.
Il Glifosate provoca ritardi nello sviluppo dello scheletro nel feto dei ratti di laboratorio.
Inibisce la sintesi degli steroidi ed è genotossico nei mammiferi, nei pesci e nelle rane.
E’ letale e altamente tossico per i lombrichi.

Inoltre il glifosate è uno dei pesticidi maggiormente presente nelle falde acquifere sotterranee.
(L'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ex APAT, nel comunicato del 18 dicembre 2008 denuncia come aumenti l'incidenza (siamo al 37%) dei campioni di acque con presenza di pesticidi eccedenti i limiti di legge (0,1 μg/l). Non c'è da meravigliarsi perché gli ultimi dati dell'Istat indicano un aumento considerevole dell'impiego di diserbanti.

La domanda finale è sempre la stessa: DOVE VOGLIAMO ANDARE ?
Siamo consapevoli che la smania di far soldi, tanti e presto, ci porta alla cecità ?
Cosa ne facciamo della ricchezza facile quando siamo gravemente ammalati (o peggio morti?).
La rincorsa ad una ricchezza effimera che interessa solo una minima parte degli abitanti mentre danneggia e fa ammalare il resto della popolazione. Una smania che sta uccidendo gli ecosistemi locali e la biodiversità. Cosa vogliamo lasciare dietro di noi, la distruzione e l’inquinamento totale ?
Fermiamoci un attimino….e riflettiamo. Finchè siamo in tempo…..
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Re: Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:17 am

Glifosate, è Cancerogeno, va Vietato!
https://www.youtube.com/watch?v=aQU4_IuMAas
Il Tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica chiede il bando della produzione, commercializzazione e uso del Glifosato, un pesticida molto diffuso e definito cancerogeno dallo Iarc


Agrofarma risponde sulla polemica glifosate
La corretta interpretazione dei dati relativi a residui e rischi per la salute umana
7 marzo 2016
http://www.vitevinoqualita.it/agrofarma ... -glifosate

A seguito delle notizie apparse sui media relativamente al glifosate, Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica – intende ribadire e precisare quanto segue.

REGOLAMENTAZIONE E SICUREZZA DEGLI AGROFARMACI
Tutti gli agrofarmaci, inclusi i diserbanti quali il glifosate, prima di essere messi in commercio, vengono sottoposti a studi scientifici e a rigorosi controlli basati su test ripetuti negli anni, condotti secondo i sistemi di regolamentazione più rigidi e stringenti al mondo. Se dunque un prodotto è regolarmente in commercio nel mercato UE, significa che da tali analisi non è emerso alcun rischio concreto, e che è un prodotto sicuro per gli utilizzi e secondo le indicazioni di impiego riportate nelle etichette autorizzate.
I test e le valutazioni vengono condotti da istituzioni scientifiche deputate a questo specifico compito dalle autorità nazionali ed europee, a garanzia della salute dei cittadini e dell’ambiente, e secondo metodologie e criteri scientificamente validati e definiti per legge. Riteniamo dunque dannoso continuare a mettere in discussione decisioni prese secondo questi criteri, perché ciò finirebbe per creare un quadro di incertezza delle regole controproducente per tutti, compresa la ricerca scientifica.
L’industria degli agrofarmaci lavora a fianco delle autorità competenti per garantire che ogni singolo prodotto segua l’appropriata procedura di controllo e sia immesso sul mercato soltanto una volta comprovata la sua sicurezza.

UTILIZZO DEL GLIFOSATE IN AGRICOLTURA
Per quanto riguarda le accuse relative all’utilizzo di glifosate nella pratica agricola, le analisi dello Iarc e la classificazione che ne consegue, a cui i media fanno ampio riferimento, non valutano i rischi reali ma producono liste di potenzialità cancerogene squisitamente teoriche poiché si rifanno a valutazioni di laboratorio che non tengono conto dell’esposizione reale dell’uomo alle sostanze attive. A testimonianza di ciò basti pensare che nel Gruppo 2B o nel Gruppo 2A dello Iarc, quelli dei possibili o probabili cancerogeni, sono classificate anche sostanze naturali cui l’essere umano si espone o ingerisce quotidianamente, senza per questo incorrere in gravi patologie.
Parallelamente l’Efsa, adottando criteri di analisi basati su parametri diversi ma rappresentanti un reale utilizzo della sostanza, ha dichiarato come improbabile che l’erbicida ponga un rischio di cancerogenicità per l’uomo. Né i dati epidemiologici (cioè sull’uomo), né le risultanze da studi su animali avrebbero infatti dimostrato nessi causali tra esposizione al glifosate e insorgenza di cancro.

RESIDUI DI GLIFOSATE NELLE BIRRE TEDESCHE
Rispetto alle notizie riguardanti la scoperta, in alcune birre tedesche, di residui di glifosate superiori ai limiti consentiti dalla legge per le acque potabili, intendiamo segnalare che tali limiti, definiti a livello europeo, non sono stati fissati tramite valutazioni di tipo tossicologico, diversamente da quanto avviene, ad esempio, per i residui sugli alimenti.
Tale superamento pertanto non è automaticamente traducibile in un rischio per la salute umana.

RESIDUI DI GLIFOSATE O ALTRI AGROFARMACI NELL’ORTOFRUTTA
Per quanto riguarda, invece, i riferimenti sulla presenza di residui di glifosate in frutta e verdura, teniamo a confermare che i relativi limiti vengono definiti per tutti gli agrofarmaci attraverso criteri tossicologici e regolarmente normati da autorità competenti riconosciute in primis dalle istituzioni, quali EFSA (a livello europeo) e Ministero della Salute (a livello nazionale).
Leggendo gli ultimi report sui residui condotti da tali autorità, sia per quanto riguarda i residui di glifosate che in generale per ogni agrofarmaco, si evincono dati che confermano secondo ogni lettura la massima sicurezza.
Ad esempio, secondo il rapporto del Ministero della Salute del 2015 sui dati relativi all’anno 2013, il numero di prodotti ortofrutticoli che presentano un residuo di agrofarmaci oltre il limite consentito è calato passando dallo 5,6% allo 0,8% nell’ultimo ventennio.
Inoltre, è opportuno sottolineare che l’eventuale presenza di residui al di sopra della soglia stabilita dalla legge non rappresenta automaticamente un fattore di rischio per il consumatore. Infatti, la soglia massima consentita di residuo eventualmente presente per ogni sostanza è fissata considerando quantità estremamente inferiori rispetto all’effettiva soglia di pericolosità per la salute dei consumatori, garantendo in tal modo un ampio margine di sicurezza.
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Re: Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:22 am

???

Glifosato: Cancerogeno o addirittura anti-tumorale?
Ott 27, 2015 by Andrea Pesenti

http://blog.georgofili.it/glifosato-can ... i-tumorale


Si è fatto tanto parlare del ‘probabile’ effetto cancerogeno del glifosato, principio attivo dell’erbicida sistemico e non selettivo Roundup, il più usato al mondo e anche in Italia (ISPRA, 2012), prodotto da Monsanto dal 1970 e dal 2001 fuori brevetto. Ricapitolando, il 23 marzo 2015 lo IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che è parte dell’OMS, Organizzazione mondiale della sanità, dopo uno studio pubblicato su The Lancet ha incluso il glifosato nella lista 2A cioè nella lista dei principi attivi dei ‘probabili’ cancerogeni. Perchè probabile? Perchè, come spiega lo stesso responsabile dello studio IARC: “è più che possibile che sia cancerogeno, ma non ci sono abbastanza prove per sostenere che lo sia“. Premetto che nulla di ciò che scriverò sarò volto a sostenere che sia il caso di abbassare il livello di guardia su prodotti che è giusto che godano di particolare attenzione e che debbano essere usati con cura e coscienza.

Da notare però che all’interno della classifica dello IARC solo le sostanza nella classe 1 sono certe cancerogene. In più nella classe 2A, dove vi è appunto il glifosato, ci sono anche le patatine fritte, i lavori che alterno il normale ciclo del sonno e anche il mate, bevanda tipica dell’Argentina. Sul solo sito della ‘US National Library of Medicine’ ci sono circa 1592 articoli scientifici che trattano di glifosato e non mostrano relazioni con il cancro. Comunque non è detto che se non si è mai visto non è cancerogeno, non lo possa essere, negheremmo uno dei punti cardine della scienza, ma altro punto cardine della scienza è avere delle prove consistenti. Ci sarebbe anche da parlare di che tipo di articolo è stato pubblicato dallo IARC, dalle numerose agenzie ed enti che hanno mostrato assenza di relazioni con il cancro, di come non sia specificato in che quantità, in che modo è cancerogeno etc…ma non è questo lo scopo del mio articolo. Per chi fosse interessato, è molto stimolante l’articolo del New Yorker apparso qualche mese fa a tal proposito: http://www.newyorker.com/news/daily-com ... assessment

Ad ampliare ancor di più il dibattito mi è capitato sott’occhio un articolo di cui vi metto il riferimento (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3749059 ), che ha un titolo decisamente curioso e controcorrente: “Il glifosato e AMPA inibiscono la crescita di cellule tumorali inibendo la sintesi intracellulare della glicina”(AMPA sta per acido aminometilfosfonico, cioè un prodotto di degradazione del glifosato). Si capisce che questo articolo non nega solamente la relazione tra cancro e glifosato, ma addirittura che abbia l’effetto opposto, cioè di fermare il cancro. Ovvio che non sono in grado, dal punto di vista medico, di dire se questo articolo sia attendibile o abbia delle imprecisioni dal punto di vista della sperimentazione o statistiche, ma mi sembra un contributo di discussione molto interessante. Gli autori dell’articolo concludono dicendo: “Questo studio fornisce la prima evidenza che il glifosato e AMPA possono inibire la proliferazione e promuovere l’apoptosi di cellule tumorali, ma non di cellule normali (Apoptosi: morte cellulare programmata). Questi risultati suggeriscono quindi la necessità di fare studi sugli animali per vedere l’efficacia o meno del glifosato e AMPA nel trattamento di tumori negli animali e la concentrazione necessaria. Se ci fosse un riscontro positivo si mostrerebbero necessari e possibili dei trial clinici vista la bassa tossicità del principio attivo negli umani. Dalle nostre scoperte, appare promettente lo sviluppo di una nuova terapia anti cancro che abbia come target il metabolismo della glicina“.

Curioso che facciano notizia solo le informazioni che cavalcano il sottofondo culturale maggiormente diffuso. Ah, a scanso di equivoci, la ricerca non è stata finanziata da Monsanto, così, tanto per chiarire.

PS: Riguardo alla questione sostanze cancerogene o anti-cancerogene, recentemente si sta sviluppando una teoria, supportata da un po’ di dati (ancora non sufficientemente consistenti da farne una verità), secondo cui gli antiossidanti accelerano il proliferare delle cellule tumorali quando sono già in atto. Mantengono invece le azioni protettive prima dello sviluppo del tumore. Sembra infatti che le cellule tumorali siano molto sensibili ai dati dei radicali liberi, molto più delle cellule normali, per cui usare antiossidanti non farebbe altro che aumentare le difese dei tumori. Non è argomento prettamente agricolo, ma è evidente il grosso riscontro che potrebbe avere dal punto di vista nutrizionale/medico e quindi anche per le produzione agricole e le nostre diete.

Per chi fosse interessato: http://www.lescienze.it/news/2015/10/17 ... ro-2808310
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Re: Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:29 am

TERRA VIVA Verona
19 novembre 2015

Glifosato: distrugge l’attività dei lombrichi e mette a rischio la salute del suolo

https://www.facebook.com/mongardawines/ ... 8019699382

Lo scorso marzo, lo IARC (Agency for Research on Cancer) ha classificato il glifosato, l’erbicidapiù utilizzato in Italia e venduto dalla Monsanto, tra le sostanze probabilmente cancerogene. La notizia ha avuto un’ampia risonanza sulla stampa nazionale ed estera. Ciò che meno si conosce, però, è l’effetto che il glifosato ha sul delicato ecosistema del suolo.
Un’idea la fornisce uno studio pubblicato sulla nota rivista Nature e riguardante gli effetti che l’erbicida ha sull’attività dei lombrichi.
Lo studio ha analizzato l’influenza del glifosato su due specie di lombrichi di terra, concludendo che erbicidi contenenti questa sostanza nei loro ingredienti colpiscono anche alcuni organismi no-target, determinando il quasi annullamento dell’attività del Lumbricus terrestris dopo circa tre settimane di applicazione del prodotto. L’altra specie analizzata, l’Aporrectodea caliginosa, ha invece mostrato una riduzione della propria attività riproduttiva del 56% entro tre mesi dall’utilizzo del glifosato.
Non solo: l’uso dell’erbicida avrebbe portato anche a un aumento delle concentrazioni di nitrati nel suolo del 1.592% e di fosfato del 127%, indicando i rischi potenziali per la lisciviazione dei nutrienti nelle falde acquifere, in ruscelli, laghi o acque sotterranee.
L’impatto dell’erbicida sugli agrosistemi è particolarmente preoccupante, considerato che il prodotto è stato utilizzato a livello globale per decenni, non solo in ambito agronomico, ma anche nella sfera urbana.
I lombrichi sono degli insostituibili chimici e ingegneri del suolo: arricchiscono la terra di microorganismi che ne migliorano la fertilità, scavano gallerie che arieggiano il terreno ed aiutano lo sviluppo radicale della vegetazione.
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Re: Cołi o montexełi del proseco e del cartixe

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 4:33 am

Glifosate vietato in Italia dal Ministero: proteste dei viticoltori nel Sannio
17 agosto 2016

http://www.vinialsupermercato.it/glifos ... nel-sannio

Arriva a sorpresa in Italia, dopo il dietrofront di metà maggio dell’Organizzazione mondiale della sanità, il divieto di utilizzo del Glifosate e dei prodotti contenenti sostanza attiva. A decorrere dal 22 agosto 2016, entrerà in vigore la “revoca di autorizzazioni all’immissione in commercio” e la “modifica delle condizioni d’impiego di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate in attuazione del regolamento di esecuzione (UE) 2016/1313 della Commissione del 1° agosto 2016”. La Rai aveva dedicato una puntata della trasmissione Presa Diretta alla preoccupazione degli abitanti delle zone vinicole del Prosecco. Sul banco degli imputati era finito proprio l’utilizzo del Glifosate e di altri prodotti fitosanitari “potenzialmente dannosi per la salute”. E nel Sannio, come riportato da vinialsupermercato.it il 27 marzo 2016, la drastica limitazione dell’utilizzo di fitofarmaci e Glifosate prevista dalle ordinanze di alcuni Comuni rischiavano, secondo Salvatore Falato, presidente dell’Associazione Strada dei Vini e dei Prodotti Tipici Sanniti, “di mettere a rischio la raccolta delle uve in occasione della vendemmia 2016”.
Falato non si oppone al divieto di utilizzo del glifosate, erbicida del quale non si conoscono ancora con certezza i possibili danni in termini di salute umana e ambientale. Non condivide, piuttosto, “il modo in cui è stato fatto il divieto nelle ordinanze e la generalizzazione dell’utilizzo del Glifosate con fitofarmaci”. “Con le particolari limitazioni previste dalle ordinanze – evidenziava Falato – c’è il rischio di compromettere seriamente il lavoro nei vigneti necessario alla produzione di uve e di vini, anche per le colture biologiche, con seri danni economici per i produttori già dalla prossima campagna vitivinicola”. Tra i Comuni coinvolti proprio Castelvenere, ma anche Guardia Sanframondi e Casalduni, tutte zone a vocazione vitivinicola.

Il 12 agosto, l’ufficiale presa di posizione del Ministero della Salute. Che, “ritenuto di dover procedere alla revoca dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosate con il coformulante Ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791- 26-2”, ha decretato “a decorrere dal 22 agosto 2016 la revoca dell’impiego nelle aree frequentate dalla popolazione o dai gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie; revoca dell’impiego in pre raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura; inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli, della seguente frase: ‘divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee, dell’uso non agricolo su suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all’80%; aree vulnerabili e zone di rispetto'”. Il decreto stabilisce inoltre la “revoca dell’autorizzazione all’immissione in commercio e all’impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva Glifosate ed il coformulante Ammina di sego polietossilata”.

Eppure, il rapporto del Panel of Experts on Pesticide Residues in Food and the Environment, commissionato dall’Oms, sembrava dare ragione a chi sosteneva che il Glifosate non fosse pericoloso per la salute. “È improbabile – recita il documento – che l’assunzione di Glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l’uomo. La grande maggioranza delle prove scientifiche indica che la somministrazione di Glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 milligrammi per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l’esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi”.
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Re: El glifoxato ente ła Tera Veneta

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 7:05 am

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