Clima, politica energetica US e Greta con i suoi gretini

Clima, politica energetica US e Greta con i suoi gretini

Messaggioda Sixara » lun giu 05, 2017 7:57 am

Clima, politica energetica US e Greta con i suoi gretini
viewtopic.php?f=162&t=2639

La manàra de Trump:

L’amministrazione repubblicana ha proposto un budget per l’anno fiscale 2018 che prevede riduzioni generalizzate per le tecnologie pulite. Colpita soprattutto l’Environmental Protection Agency con il 31% di fondi in meno rispetto al passato. In forse anche le attività di ricerca e sviluppo di diversi uffici e laboratori.

Quanto rischiano le energie rinnovabili con la politica di Donald Trump? La risposta è “molto” scorrendo le pagine del Budget Blueprint (documento completo allegato in basso) presentato dall’amministrazione repubblicana per l’anno fiscale 2018.
...


Greta e i gretini, no grazie!
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1329905551
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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » lun giu 05, 2017 7:08 pm

???

Il Nobel Rubbia smonta la bufala dei cambiamenti climatici
venerdì, 1, gennaio, 2016

http://www.imolaoggi.it/2016/01/01/il-n ... -climatici

Carlo Rubbia, fisico italiano, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1984, smonta la grande bufala dei cambiamenti climatici.

Il discorso è stato tenuto al Senato nel 2014. Malgrado ormai molti scienziati abbiamo apertamente denunciato la frode del global warming, Bergoglio, la Boldrini ed i suoi accoliti di sinistra (che scienziati non sono) continuano a imperterriti a prendere in giro i cittadini con un mostruoso spreco di denaro pubblico e parlando di riscaldamento globale e fantomatici “migranti climatici”.


Il clima della terra è sempre cambiato.
Non è vero che tenendo sotto conbtrollo il CO2 la temperatura resterebbe costante.
Al tempo di Annibale la temperatura era 1,5 gradi maggiore di oggi
da 2000 al 2014 la temperatura non è cambiata anzi è diminuita di 0,2 gradi nonostante l'aumento delle emissioni di CO2



Trattato di Parigi, Antonio Zichichi: "Trump non ha torto, inquinamento e clima non vanno confusi"
1 Giugno 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/sci ... fusi-.html

Donald Trump ha deciso di uscire dal Trattato di Parigi sul clima e secondo Antonino Zichichi, uno dei più grandi scienziati italiani, non ha tutti i torti perché non bisogna confondere il grave problema dell'inquinamento con i cambiamenti climatici. "Le attività che producono inquinamento debbono essere combattute con rigore; non legandole alle variazioni climatiche, in quanto il legame è lungi dal potere essere stabilito", scrive sul Giornale: "Chi inquina deve essere punito non perché produce cambiamenti climatici ma perché commette un delitto contro la buona salute di tutti gli abitanti della Terra".

Miti da sfatare - Infatti, spiega il fisico, è "difficile attribuire alle attività umane effetti tali da produrre variazioni climatiche. E infatti su Marte la Nasa registra variazioni climatiche senza che ci sia alcuna attività umana. Sbagliare sull'evoluzione del clima vuol dire buttare a mare miliardi di dollari/euro". E ancora, attenzione alla demonizzazione dell'anidride carbonica e all'effetto serra: "L'anidride carbonica è cibo per le piante", se non ci fosse, "non potrebbe esistere la vita vegetale. Siccome la vita animale viene dopo quella vegetale, senza anidride carbonica non potremmo essere qui a discuterne. È vero che essa produce l'effetto serra. Ma senza questo effetto la temperatura media su questo satellite del sole sarebbe 18 gradi sotto zero".

Smog - Un altro conto è l'inquinamento. In questo campo, c'è bisogno "della massima collaborazione scientifica, tecnologica e matematica senza escludere i Paesi in via di sviluppo. C'è quindi bisogno di una scienza senza segreti e senza frontiere che da oltre mezzo secolo è la bandiera del centro di cultura scientifica Ettore Majorana a Erice. Nel prossimo agosto verranno a Erice i più grandi esperti nello studio di questi problemi, incluse le difficoltà matematiche". Detto questo, conclude Zichichi, l"'Europa ha perso una grande occasione nel non mettere in evidenza la confusione tra clima e inquinamento".



https://it.wikipedia.org/wiki/Cambiamento_climatico
In climatologia con il termine cambiamenti o mutamenti climatici si indicano le variazioni del clima della Terra, ovvero variazioni a diverse scale spaziali (regionale, continentale, emisferica e globale) e storico-temporali (decennale, secolare, millenaria e ultramillenaria) di uno o più parametri ambientali e climatici nei loro valori medi: temperature (media, massima e minima), precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani, distribuzione e sviluppo di piante e animali.

L'uomo è il più recente dei fattori che influenzano l'ambiente e lo è da relativamente poco tempo. La sua influenza iniziò con lo sviluppo dell'agricoltura e la conseguente deforestazione dei boschi per convertirli in terre coltivabili e in pascoli, fino ad arrivare ad oggi a grandi emissioni di gas serra: CO2 dalle industrie e dai mezzi di trasporto e metano negli allevamenti intensivi e nelle risaie. Secondo la teoria del Global warming, o surriscaldamento climatico, l'uomo attraverso le sue emissioni di gas serra (soprattutto di CO2 e metano) è responsabile di gran parte del periodo di riscaldamento che sta attraversando oggi la Terra. Una minoranza di scienziati ritiene invece sopravvalutato il peso sul clima attribuito all'uomo, ritenendo l'attuale fase di riscaldamento climatico come una fase naturale opposta ai periodi naturali di raffreddamento climatico. Il peso delle attività umane sui mutamenti climatici in atto è considerato preponderante dal consenso della comunità scientifica, anche se oggetto di un dibattito scientifico marginale. [senza fonte]


https://it.wikipedia.org/wiki/Riscaldamento_globale
L'espressione riscaldamento globale (calco dell'inglese global warming, tradotto talvolta con riscaldamento climatico o surriscaldamento climatico) indica il mutamento del clima terrestre sviluppatosi nel corso del XX secolo e tuttora in corso. Tale mutamento è attribuito in larga misura alle emissioni nell'atmosfera terrestre di crescenti quantità di gas serra e ad altri fattori comunque dovuti all'attività umana.
???
I cambiamenti recenti del clima sono stati analizzati più in dettaglio solo a partire dagli ultimi 50 anni, cioè da quando le attività umane sono cresciute esponenzialmente ed è diventata possibile l'osservazione dell'alta troposfera. Tutti i principali fattori ai quali è attribuito il cambiamento climatico sono legati alle attività dell'uomo. In particolare questi sono:[14]

incremento della concentrazione di gas serra nell'atmosfera
ambiamenti sulla superficie terrestre come la deforestazione
incremento di aerosol
Allevamento intensivo

Un rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) conclude che la maggior parte degli incrementi di temperatura osservati dalla metà del XX secolo è, con molta probabilità, da imputare all'incremento di gas serra prodotti dall'uomo;[15] mentre è molto improbabile (si stima sotto il 5%) che gli aumenti climatici possano essere spiegati ricorrendo solo a cause naturali. Il riscaldamento interessa sia l'oceano sia l'atmosfera.
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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » lun giu 05, 2017 7:09 pm

Papa-Trump, già finita la tregua dopo la visita in Vaticano
Alessandra Tarantino
2017/06/03

https://voce.com.ve/2017/06/03/244565/p ... n-vaticano

CITTA’ DEL VATICANO. – L’incontro era stato preparato tra mille cautele: metteva l’una davanti all’altra due personalità le cui posizioni su molti temi erano tra le più distanti, ma entrambe intenzionate a mostrare una possibilità di incontro, se non un inizio di dialogo. Ma quella che alcuni osservatori hanno definito la “distensione” tra il Papa e il presidente Usa Donald Trump, sancita con l’udienza del 24 maggio scorso in Vaticano, ha resistito non più dello spazio di una settimana.

E se nei mesi precedenti, anzi fin dalla campagna elettorale dello scorso anno, a mettere in contrapposizione il Pontefice argentino con il tycoon a stelle e strisce, era soprattutto il tema dei migranti e della possibile costruzione del “muro” al confine col Messico, a far saltare il banco dopo la fragile tregua inaugurata col colloquio al Palazzo Apostolico, è stato quello del clima: una questione cui il Papa ha dedicato nientemeno che un’enciclica, alla quale però l’attuale inquilino della Casa Bianca si è mostrato a dir poco insensibile.

Dopo solo una settimana da quell’incontro, appunto, l’annuncio-shock di “The Donald” di sfilare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima, al cui raggiungimento e attuazione papa Francesco aveva dedicato proprio la sua Laudato Si’ e numerosi appelli successivi, ha provocato la nuova, drastica rottura degli argini della polemica, che mettono nuovamente la Santa Sede in aperto contrasto con l’attuale amministrazione Usa.

“Un disastro per l’umanità e per il pianeta”, l’ha definita uno stretto collaboratore di Bergoglio come il vescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, cui il Papa ha affidato diverse sessioni di studi proprio sul mutamento climatico, con scienziati di tutto il mondo e ospiti come Ban Ki-moon e il consulente Onu Jeffrey Sachs.

Una “decisione terribile”, “non razionale e “non scientifica”, ha rincarato, dettata a Trump dai “gruppi petrolieri che lo hanno appoggiato nella campagna elettorale e che hanno influenza su di lui”. Parole che più chiare non potrebbero essere. E anche i vescovi Usa – nonostante l’appoggio dato dai cattolici americani all’elezione di Trump – non hanno esitato a esprimere la loro “profonda preoccupazione” e a denunciare come la scelta presidenziale, diametralmente contraria a quella del predecessore Obama, “danneggerà la gente degli Stati Uniti e del mondo, in particolare le comunità più povere e vulnerabili”.

Il Vaticano tra l’altro, non casualmente, proprio ieri ha pubblicato il Messaggio ai musulmani per il Ramadan, in cui si sottolinea con chiarezza che “il mondo è una ‘casa comune’, una dimora per tutti i membri della famiglia umana. Pertanto, nessuna persona, nazione o popolo può imporre in modo esclusivo la propria comprensione del pianeta”.

E un altro stretto collaboratore del Papa, il cardinale di Monaco Reinhard Marx, membro del ‘C9’ e presidente della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea, ha accusato Trump di aver “inflitto un duro colpo al clima di fiducia globale che aveva generato l’accordo alla Conferenza sul clima a Parigi”.

Infine, un altro ‘C9′ come il cardinale di Boston Sean O’Malley dice apertamente basta al “terrore delle deportazioni” imposto ai migranti negli Stati Uniti. Le mezze misure, insomma, non si usano più. E risuona molto strano e poco credibile quel “non dimenticherò mai quello che mi ha detto”, pronunciato da Trump congedandosi dal Papa, così come quel “la leggerò sicuramente” quando Francesco gli ha donato la Laudato Si’.

Le scelte del presidente Usa – cui evidentemente in Vaticano interessava più la semplice “photo opportunity” col Pontefice, in compagnia della moglie Melania e della figlia Ivanka – vanno in tutt’altra direzione. E a questo punto, ricomporre un rapporto reale appare quanto meno arduo.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)


???

Il Vaticano ai musulmani: insieme per la salvaguardia del creato
GIACOMO GALEAZZI
2017/06/02

http://www.lastampa.it/2017/06/02/vatic ... agina.html

L’impegno comune per la salvaguardia del creato è il tema del cinquantesimo messaggio annuale inviato dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ai musulmani di tutto il mondo in occasione del Ramadan, il mese del digiuno iniziato il 27 maggio e che si conclude con la festa di ‘Id al-Fitr che cadrà, in base ai movimenti della luna, attorno al 24 giugno.

Nel messaggio, firmato il 19 maggio e pubblicato oggi, il giorno dopo l’annuncio degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo sul clima di Parigi, si ricorda che nella sua enciclica Laudato si’ «Papa Francesco attira l’attenzione sui danni causati all’ambiente, a noi stessi ed ai nostri simili, dai nostri stili di vita e dalle nostre decisioni». Il testo sottolinea che ci sono «alcune prospettive filosofiche, religiose e culturali che rappresentano una minaccia per il rapporto dell'umanità con la natura» e rimarca che «la nostra vocazione di essere custodi dell'opera di Dio non è né facoltativa, né marginale in relazione al nostro impegno religioso come cristiani e musulmani: è parte essenziale di esso».

Nel messaggio, intitolato “Cristiani e musulmani: insieme per la cura della casa comune”, il prefetto del Dicastero vaticano titolare del dialogo con il mondo musulmano, il cardinale Jean Louis Tauran, e il segretario monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot, si ispirano, quest’anno, «alla Lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si' - Sulla cura della casa comune, indirizzata non solo ai cattolici e ai cristiani, ma a tutta l'umanità. Papa Francesco – sottolinea il Pontificio consiglio – attira l'attenzione sui danni causati all’ambiente, a noi stessi ed ai nostri simili, dai nostri stili di vita e dalle nostre decisioni. Ci sono, ad esempio, alcune prospettive filosofiche, religiose e culturali che rappresentano una minaccia per il rapporto dell'umanità con la natura. Accogliere questa sfida coinvolge tutti noi, a prescindere dal fatto che professiamo o meno una credenza religiosa».

«Lo stesso titolo dell'Enciclica – sottolinea il messaggio vaticano – è espressivo: il mondo è una “casa comune”, una dimora per tutti i membri della famiglia umana. Pertanto, nessuna persona, nazione o popolo può imporre in modo esclusivo la propria comprensione del pianeta. È per questo che Papa Francesco invita a “rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del nostro pianeta. ... perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. Papa Francesco afferma che “la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore”. Ciò che serve è l'educazione, un'apertura spirituale e una “conversione ecologica globale” per affrontare adeguatamente questa sfida. Come credenti, il nostro rapporto con Dio deve essere sempre più evidente attraverso il modo di rapportarci al mondo che ci circonda. La nostra vocazione di essere custodi dell'opera di Dio – sottolinea la Santa Sede – non è né facoltativa, né marginale in relazione al nostro impegno religioso come cristiani e musulmani: è parte essenziale di esso».

Il Dicastero sottolinea, a inizio del testo, che il messaggio di quest'anno è particolarmente significativo: «Cinquant'anni fa, nel 1967, solo tre anni dopo l'istituzione di questo Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso da Papa Paolo VI, il 19 maggio del 1964, per la prima volta fu inviato un Messaggio per questa occasione». Il cardinale Tauran e monsignor Guixot ricordano come «particolarmente importanti» due messaggi pubblicati in questo mezzo secolo: quello, pubblicato durante il pontificato di Giovanni Paolo II nel 1991, intitolato “La via dei credenti è la via della pace”, e quello del 2013, primo anno del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, intitolato “La promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione”, entrambi firmati dai Pontefici stessi.

Il messaggio per il Ramadan, è «la più importante e di lunga data» tra le numerose attività per promuovere il dialogo con i musulmani, scrive ancora il Pontificio Consiglio, che sottolinea di essere assistito in questo dalle comunità cattoliche locali e dai nunzio apostolici. «L’esperienza di entrambe le nostre comunità afferma il valore di questo messaggio per promuovere cordiali relazioni tra vicini e amici cristiani e musulmani, offrendo riflessioni su sfide attuali e urgenti».

Il documento si conclude con il seguente augurio rivolto ai musulmani di tutto il mondo: «Possano i pensieri religiosi e le benedizioni che derivano dal digiuno, dalla preghiera e dalle buone opere, sostenervi, con l'aiuto di Dio, sulla via della pace e della bontà, nel prendervi cura di tutti i membri della famiglia umana e di tutto il Creato! È con questi sentimenti, che vi auguriamo, ancora una volta, serenità, gioia e prosperità».



Ramadam un falso e ridicolo digiuno
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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » mar giu 06, 2017 7:21 am

Franco Prodi, i dubbi sui cambiamenti climatici: "Il fenomeno è molto più complesso rispetto a come ce lo presentano"
2 Giugno 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/sfo ... trump.html

Franco Prodi, climatologo di fama internazionale e fratello di Romano, l'ex premier, ha le idee chiare, ovviamente, sul clima e sullo scenario disegnato dallo strappo di Donald Trump, uscito dagli accordi sul clima. Il punto, spiega, non sono soltanto le emissioni di CO2 e il riscaldamento globale: "Certo che no - afferma in un'intervista a Il Giorno -, quella è solo una parte del problema. E sono abituato a dare la giusta considerazione alle conferenze sul clima". Già, perché "sono dei momenti in cui l'importanza di comunicare qualcosa supera tutti gli altri aspetti di faccende complesse come il clima. Ma - aggiunge - non fatemi passare per un negazionista". Per certo, però, è qualcuno che reputa le conferenze sul clima, ci si permetta l'esegesi del suo pensiero, eminentemente mediatiche.

Dunque, Prodi snocciola teorie controcorrente: "Che i ghiacciai si stiano ritirando è di un' videnza assoluta, ma non credo che dipenda solo ed esclusivamente dalle emissioni di CO2 che provoca il riscaldamento globale. Tra l'altro, lasciatemelo dire, sostenere che il riscaldamento globale vada mantenuto entro i due gradi non è una frase che ha molto senso". Dunque la situazione del clima, gli si chiede, non è così critica? "No è critica. In questo momento è come se fossimo su un autobus con vetri appannati, senza freni e siamo, per giunta, in discesa. Le emissioni di CO2 non sono l'unica causa del riscaldamento globale. Anche il vapore acqueo è un gas serra. E incide sul riscaldamento anche tutto ciò che è triatomico. E invece ci si fossilizza solo sulla questione emissioni. Servirebbe invece, un rispetto ambientale che non c'è". Parole, certo, che non sono quelle di un "negazionista" dei cambiamenti climatici, ma che per certo mettono sotto altra luce la decisione di Trump.

Infine, Franco Prodi conclude spiegando come si può capire come stia cambiando il clima e come si potrebbe intervenire: "Bisogna trovare modelli scientifici e misurabili. La vera sfida riguarda proprio la ricerca per dare strumenti adeguati allo studio del clima che abbiano una valenza scientifica. E di ricerca si parla sempre meno. Anche nelle conferenze sul clima". Infine, su Trump: "Esce dall'accordo di Parigi? Questa non è materia mia. Ma mi sembra che la conferenza di Kyoto all'epoca non fu mai condivisa totalmente. E cosa è successo poi? Si è andati avanti comunque".
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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » mar giu 06, 2017 1:22 pm

Clima, l'Europa sfida gli Usa E Trump schiera gli scienziati
L'Ue: rispetteremo gli accordi di Parigi. In un manifesto gli esperti danno quattro volte ragione al presidente
Valeria Robecco - Dom, 04/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 5172.htmlB


New York Il mondo lo condanna, il suo popolo lo applaude. Mentre continua il fuoco incrociato di critiche a Donald Trump per la decisione di sfilare gli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi, i suoi sostenitori scendono in piazza per manifestare l'appoggio al loro presidente.

Il fatto che Trump abbia rispettato la promessa di uscire da Cop 21, uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale, li ha galvanizzati. L'appuntamento è davanti alla Casa Bianca per festeggiare il ritiro degli Usa al grido di «Pittsburgh, non Parigi», slogan che riprende uno dei commenti del tycoon il quale, a difesa della sua decisione, ha ricordato di essere stato «eletto per rappresentare i cittadini di Pittsburgh, non di Parigi».
Alla manifestazione, organizzata con poche ore di preavviso dal comitato repubblicano della contea di Fairfax e dal partito repubblicano della Virginia, sono presenti qualche centinaio di persone, che plaudono al presidente perché «si occupa dei problemi importanti per l'America». «Sta facendo bene, sta mantenendo quello che ha promesso», spiegano.

Nel frattempo, un gruppo di esperti ha stilato un manifesto con quattro ragioni per le quali The Donald ha avuto ragione a dire addio a Cop 21. Innanzitutto, a loro parere, le regole energetiche approvate a Parigi dall'amministrazione Obama causerebbero la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, danneggerebbero la produzione americana e distruggerebbero 2,5 miliardi di dollari di Pil entro il 2035. In secondo luogo rimanere nell'intesa, e quindi partecipare al fondo per il clima che punta a raccogliere 100 miliardi di dollari entro il 2020, sarebbe costato parecchio ai contribuenti Usa. Ritirarsi, invece, è stata una dimostrazione di leadership da parte del presidente, e infine è positivo per la competitività, poiché nulla vieta agli americani di continuare a investire nelle nuove tecnologie energetiche, un mercato che dovrebbe crescere di un terzo entro il 2040.

Al coro dei detrattori, invece, si è unito Arnold Schwarzenegger, che in un lungo videomessaggio su Facebook si è rivolto direttamente al Commander in Chief: «Un uomo solo non può distruggere il progresso, non può fermare la nostra rivoluzione verde, non può tornare indietro nel tempo».
«Solo io posso», ha poi aggiunto l'ex governatore repubblicano della California tornando a vestire per qualche secondo i panni di Terminator.
«Come presidente la responsabilità primaria e più importante è proteggere il tuo popolo - ha continuato -. Non possiamo restare fermi di fronte alle persone che muoiono a causa dell'inquinamento».
E l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg ha assicurato che «gli americani non si allontaneranno dall'accordo, anzi accadrà l'opposto, e Washington non potrà fare nulla per fermarli». Nelle stesse ore anche gli anti-Trump sono scesi in piazza, questa volta tornando a cavalcare lo scandalo del Russiagate e chiedendo una commissione di indagine indipendente. E pure in Europa continua la strenua difesa a Cop 21: il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha annunciato che nell'ordine del giorno della prossima plenaria a Strasburgo sarà inserito un dibattito sull'intesa di Parigi. «Pacta sunt servanda, l'accordo deve essere rispettato - ha detto Tajani -. Ritirarsi è un errore per gli Usa, per il pianeta, per l'innovazione e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Siamo noi ad avere la responsabilità di lasciare un pianeta più sicuro alle future generazioni».
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Re: Politica energetica US: Back to the 60's

Messaggioda Sixara » mer giu 07, 2017 1:01 pm

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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » mer giu 14, 2017 7:11 am

Quelle bugie sul clima basate su formule errate
Quando si parla di riscaldamento globale e si attribuisce alle attività umane la responsabilità di questo riscaldamento è necessario sapere quali sono le prove sperimentali a sostegno del modello matematico costruito ad hoc
Antonino Zichichi - Mar, 13/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 8591.htmln

Il clima non è una cosa semplice. Abbiamo visto su queste colonne (1 giugno) quanto sia estremamente complessa quella cosa cui si dà il nome di clima e la matematica per descriverne l'evoluzione.

Sono necessarie almeno tre equazioni differenziali non lineari accoppiate. Non lineari vuol dire che l'evoluzione dipende anche da se stessa. Questo complica terribilmente la matematica al punto da non potere più avere un'equazione in grado di sintetizzare tutti i fenomeni studiati. Ecco perché la scienza non ha l'equazione del clima. Si possono costruire modelli matematici in grado di cercare di avvicinarsi alla soluzione analitica. Ciascun modello matematico deve però essere sottoposto a verifica sperimentale.

Quando si parla di riscaldamento globale e si attribuisce alle attività umane la responsabilità di questo riscaldamento è necessario sapere quali sono le prove sperimentali a sostegno del modello matematico costruito ad hoc. Ciascun modello matematico è infatti costruito ad hoc. E cioè mettendo nel modello moltissimi parametri liberi. I modelli matematici che sono alla base del Trattato di Parigi hanno decine di parametri liberi. Diceva il padre di questa matematica, Von Neumann: «Se mi date tre parametri liberi, vi descrivo un elefante e cosa fa. Se mi date un quarto parametro libero il modello matematico dimostra che l'elefante vola».

Qualcosa di simile accade alle frontiere della Fisica moderna. Anche qui c'è bisogno di tre equazioni differenziali non lineari accoppiate. Partendo dall'elettrone, la Fisica dei fenomeni fondamentali è arrivata alle porte del Supermondo che nasce cercando di unificare tutti i fenomeni fisici (Grand unified theory). Siamo riusciti a farlo.

Noi però non diciamo che abbiamo scoperto il Supermondo. Nessuno di noi oserebbe dire che abbiamo capito tutto sul Supermondo e che non c'è bisogno di alcuna verifica sperimentale. A una conclusione del genere arrivano invece coloro che sostengono di avere capito tutto sull'evoluzione del clima.

Infatti sabato scorso nella trasmissione Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber il giornalista da lei invitato ha detto: il 99% degli scienziati sostiene che l'evoluzione climatologica è dovuta alle attività umane. Sono noti i nomi dei due scienziati che hanno detto che la scienza non ha l'equazione che descrive l'evoluzione climatologica. Il giornalista della Gruber dovrebbe dare i nomi dei suoi 198 scienziati, citando in modo telegrafico le scoperte e le invenzioni di ciascuno. Infatti per il clima non è possibile un'equazione come è ad esempio quella che scoprì Newton tanti anni fa. L'equazione di Newton ancora oggi guida i satelliti e i progetti spaziali. Se una equazione analoga prevedesse le catastrofi di cui parlano gli esperti di climatologia, è fuori discussione che un capo di Stato dovrebbe agire per evitare quelle catastrofi.

Coloro che dicono di avere capito tutto sul clima ignorano che tutti i modelli matematici costruiti non hanno mai preso in considerazione i raggi cosmici, nonostante la loro grande importanza sul clima.

Cosa ha deciso di fare l'America? Anzitutto (come discusso su queste colonne) distinguere nettamente tra evoluzione climatologica e inquinamento; combattere con provvedimenti drastici l'inquinamento, ma restare prudenti sul clima. Per il semplice motivo che le previsioni sono basate su modelli con tanti parametri liberi, che ne determinano l'arbitrarietà. Eppoi finanziare studi dettagliati per cercare di risolvere i problemi ancora oggi privi di risposta, arrecando danni minimi all'economia del Paese.

L'Europa dovrebbe rispondere investendo in ricerca fondamentale il doppio di quello che fanno gli Usa, senza costringere l'economia del Vecchio continente a subire un ulteriore colpo. L'Europa agisce dimenticando che la scienza è nata grazie a Galilei a casa nostra. Fare scienza vuol dire usare il rigore del linguaggio matematico (equazioni) corroborato da prove sperimentali al fine di fare previsioni. Una delle più famose fu quella di Halley che, usando l'equazione di Newton, predisse il ritorno della cometa che, giustamente, porta il suo nome. La credibilità scientifica dipende dalle equazioni corroborate da dati riproducibili.

Il presidente Trump sa che non esiste l'equazione-clima e sa che, se esistesse, sarebbe assurdo metterla ai voti. L'Europa ha messo ai voti un'equazione inesistente, ottenendo 195 voti.

Continuando su questa strada, fra dieci anni l'America avrà i livelli più bassi d'inquinamento al mondo e un'economia fiorente. L'Europa invece combatterà poco i veleni della produzione agricola e industriale e si troverà con una economia a rimorchio della locomotiva Usa.
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Re: Politica energetica US: Global Warming Hoax

Messaggioda Sixara » mer giu 14, 2017 7:16 pm

Berto ha scritto:Il presidente Trump sa che non esiste l'equazione-clima e sa che, se esistesse, sarebbe assurdo metterla ai voti.

El Presidente Trump nol sà gnente e gnanca el ghìn vòe savere de l equazione-clima. Ke ròba èla?
No capìso tuto sto zelo a difendare teorie ke lù nol ga mai portà-vanti; lu el ga sènpre dìto ke el Global Warming is a Hoax, inventà da i cinexi " in order to make U.S. manufacturing non-competitive.”
Còsa ke l è on/na hoax? on skerzo :D
e se sà ke kel Personàjo lì ghe piaxe skerzare; na macéta pròpio. On gran Hocus-Pocus, incompreso. Tuti ke i se còpa pa darghe justificazion non richieste so le so sièlte. No ghè na sielta pardedrio, nol ghe ne capìse gnente de ste ròbe cuà, ghe piaxe skerzarghe sora. L è fato cusì.

I will speak of one man ... that went about in King James his time ... who called himself, the Kings Majesties most excellent Hocus Pocus, and so was called, because that at the playing of every Trick, he used to say, Hocus pocus, tontus tabantus, vade celeriter jubeo, a dark composure of words, to blinde the eyes of the beholders, to make his Trick pass the more currantly without discovery. [Thomas Ady, "A Candle in the Dark," 1655]

(Ga da èsare solo ke on skèrzo dire ke l Global warming se lo gà inventà by and for i cinexi; no pòe èsare altro ke on skerzo. Tuti - ma pròpio tuti al mondo - i lo sà ke la Cina la se debàte el primo-secondo pòsto de Paexe più inquinatore al mondo. Ke sènso avarìa ke pròpio luri i se ghése inventà el Global Warming :? caxomai i avarìa dito el contrario e cioè cueo ke dixe el Presidente : ke l riscaldamento globale nol ghè e se anca el ghe fùse l avarìa solo ke cauxe naturali. Sì, ga da èsare solo ke cusì.)
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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » dom giu 25, 2017 8:46 pm

Norvegia, si sciolgono i ghiacciai ed emergono straordinari reperti archeologici dell'età del Bronzo (oltre 4.500 anni fa)
Peppe Caridi

http://www.meteoweb.eu/2017/06/archeolo ... rDKJO0u.99

Il surriscaldamento del pianeta sta sciogliendo i ghiacciai. Tra gli effetti positivi il recente ritrovamento di reperti che risalgono a piu’ di 4500 anni fa. In Norvegia – afferma l’archeologo Christopher Prescott – lo scioglimento dei ghiacciai ha consentito il ritrovamento di una scarpa dell’Eta’ del Bronzo. Ritrovati anche un bastone da passeggio con iscrizioni runiche e stecche da appendere ad aste per spaventare le renne e poi catturarle. “Questi reperti – afferma Prescott durante una conferenza a Roma – ci permettono di sviluppare straordinarie visioni. Forse, in modo ancora piu’ importante, essi sono un forte richiamo a quello che sta accadendo al clima del nostro pianeta”. Le scoperte dimostrano che le montagne e gli altopiani norvegesi e scandinavi non erano “un mondo arcaico, primitivo e isolato”.

Nordic_Bronze_AgeNegli ultimi 4500 anni queste zone “erano integrate nei processi economici e culturali europei”. Importanti ritrovamenti sono avvenuti nell’altopiano di Hardangervidda. Si trova in Norvegia ed è il più vasto d’Europa. I ricercatori hanno dimostrato la presenza di insediamenti stagionali (probabilmente da giugno a ottobre) già nell’Età della Pietra e nell’Età del Bronzo. La popolazione vi si trasferiva quando il ghiaccio si scioglieva. La risorsa principale era l’allevamento delle renne. Le corna delle renne venivano usate per creare pettini, attrezzi da lavoro, spille. Le pelli venivano usate per il vestiario invernale.

“Le iscrizioni runiche e gli oggetti decorati – afferma Prescott – dimostrano che coloro che vivevano in quest’area erano cacciatori norvegesi. I pettini furono un importante prodotto di scambio durante l’Eta’ del Ferro, l’epoca vichinga e il Medioevo. L’analisi degli isotopi e il dna dimostrano che pettini medievali ritrovati in Inghilterra, nelle isole atlantiche, Francia, Germania e Polonia erano stati fabbricati dalle renne di Hardangervidda. Sarei sorpreso se questi oggetti provenienti da Hardangervidda non avessero trovato la strada per raggiungere metropoli mediterranee come Roma. I graffiti rinvenuti a Santa Sofia (Costantinopoli) sono la testimonianza materiale di quello che ci raccontano alcune saghe. Anche le popolazioni nordiche – conclude Prescott – viaggiarono attraverso il Mediterraneo”.
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Re: Politica energetica US

Messaggioda Berto » mer giu 28, 2017 8:26 pm

Gli scienziati americani litigano sul futuro energetico del paese
di Maria Carla Sicilia
2017/06/26

http://www.ilfoglio.it/esteri/2017/06/2 ... ese-141629

Esiste una scienza ideologizzata? Viene da chiederselo leggendo le posizioni contrastanti espresse da alcuni studi accademici americani sulla decarbonizzazione degli Stati Uniti. Ventuno scienziati di diversi istituti, tra cui l’università di Berkeley e la Columbia, hanno pubblicato un paper che fa letteralmente a pezzi il lavoro di un altro scienziato, accusato di aver scritto un documento pieno di errori scientifici con il solo scopo di sostenere che l'America può raggiungere un mix energetico 100 per cento rinnovabile al 2055. Per avere un'idea dell'ambizione di questa previsione, basta guardare ai dati dell'Energy Information Administration (Eia): nel 2016 gli Stati Uniti hanno prodotto il 6,5 per cento della propria elettricità dall'idroelettrico, il 5,6 per cento dall'eolico e lo 0,9 per cento dal fotovoltaico.

Mark Jacobson è un professore di Stanford, climatologo molto impegnato sul tema della transizione energetica e dell'integrazione delle energie rinnovabili. Famoso nel mondo ambientalista e tra i politici altrettanto impegnati sugli stessi argomenti. Un amico di Leonardo Di Caprio e di Bernie Sanders. “Il documento di Jacobson è diventato una bibbia delle energie alternative – scrive Forbes – ed è il riferimento più utilizzato in materia dai politici e dai gruppi di attivisti.
E questo è spaventoso. Un'altra ideologia mascherata come scienza”.
Nel 2015 il professore ha pubblicato un paper in cui sostiene che la totale decarbonizzazione dell'economia americana si può raggiungere fin dal 2055 attraverso il solo uso di fotovoltaico, eolico e idroelettrico (con una punta di geotermia, appena l'1,5 per cento). Soprattutto, sostiene Jacobson, questo obiettivo è raggiungibile a un costo inferiore rispetto a qualunque altro mix di energie alternative e anzi, il costo sociale della transizione sarà più basso che mantenendo l'uso di combustibili fossili. Il paper, scritto in collaborazione con Mark Delucchi, ingegnere di ricerca presso l'University of California, ha persino vinto il Premio Cozzarelli, assegnato ai migliori lavori scientifici ogni anno dalla National Academy of Sciences degli Stati Uniti.

L'attacco, piuttosto pesante, che oggi ventuno autori muovono contro Jacobson, è che la ricerca usa “modelli non validi, contiene errori e fa ipotesi non plausibili o inadeguatamente supportate”. Questi errori rendono il paper “inaffidabile sulle previsioni di costi, sostenibilità tecnica e fattibilità”, offrendo previsioni sbagliate su cui molti decisori politici hanno costruito programmi energetici. Come è possibile tutto questo? L’indagine, secondo gli esperti, non sarebbe stata sottoposta a revisione scientifica, la cosiddetta peer review, che garantisce la pubblicazione di ricerche veritiere, e non di fake news. “Abbiamo pensato che dovevamo scrivere un documento di revisione (a quello di Jacobson, ndr) per evidenziare alcuni errori e creare una discussione più ampia su ciò che serve davvero per combattere il cambiamento climatico", ha dichiarato Christopher Clack, primo firmatario del contro-paper e fondatore della società Vibrant Clean, che studia come raggiungere una transizione intelligente dei sistemi elettrici verso fonti pulite. Non proprio una figura interessata a difendere le fonti fossili.

Tra gli errori messi in evidenza, uno riguarda la previsione di aumentare la produzione di energia idroelettrica quindici volte quanto se ne produce oggi. Una quantità che non può essere raggiunta senza infrangere le condizioni che lo stesso Jacobson pone, cioè occupare più suolo, prelevare più acqua e aumentare la dimensione delle dighe. Nello stesso tempo, secondo gli scienziati che hanno criticato Jacobson, il suo lavoro sottovaluta il problema dell'accumulo di energia, visto che eolico e fotovoltaico dipendono dal sole e dal vento e non sono programmabili, e sottovaluta anche il consumo di suolo necessario per installare pale eoliche e pannelli solari. “Non è in discussione che sia teoricamente possibile costruire un sistema energetico che esclude le biomasse, il nucleare e le fonti fossili – scrivono i ventuno esperti – ma servono risorse illimitate, una rete di trasmissione estesa e una enorme capacità di storage”. Insomma, la transizione non sarà semplice ed economica come sostiene Jacobson e anzi, sottolineano gli scienziati, “è importante che la portata della sfida nel mondo reale sia precisamente definita e chiaramente comunicata”.


Mark Jacobson
https://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Z._Jacobson
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