Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la LEGA

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » mer apr 09, 2014 8:18 pm

Se la Lega e Salvini non riescono a convincere i Venetisti…

Immagine

da WWW.ITALIAOGGI.IT

di Goffredo Pistelli

Il proto-leghismo di Matteo Salvini fatica a sfondare. Lo dice la manifestazione veronese di solidarietà agli indipendentisti veneti e lombardi finiti sotto inchiesta e in carcere a Brescia, che s’è tenuta domenica.

Nella città dell’Arena erano attesi 10mila leghisti, indipendentisti, venetistiti ma, secondo le cronache, se ne sono visti un migliaio lievitati a 3mila per quelle più simpatetiche.

E forse il problema sta proprio nel mix: gli indipendentisti hanno imparato ormai da molti anni a diffidare del Carroccio, già quando era guidato da Umberto Bossi, figurarsi quando sulla tolda c’è il maroniano Salvini, per quanto l’eurodeputato milanese stia, di giorno in giorno, alzando i toni.

L’impressione è che il grosso dell’indipendentismo veneto, quello che ha fatto fare il boom di click al secessionismo online del discusso referendum, che non saranno stati i 1,8 milioni dichiarati ma decine di migliaia senza dubbio, si sia tenuto alla larga.


Non c’era neppure Gianluca Busato, l’inventore di quel referendum, che ne aveva festeggiato l’esito a Treviso con alcune centinaia di militanti.

Le tante microfamiglie venetiste o autonomiste lombarde non si fidano infatti di Via Bellerio, sede federale cioè nazionale del partito a Milano, perché nel tempo, soprattutto nella stagione bossiana, hanno assaggiato le durezze dell’organizzazione, trovandosi spesso passati a fil di statuto e cacciati.

Basta leggere lindipendenza.com, giornale online diretto da un ex-direttore de La Padania, Gianluca Marchi, finito anche lui in questa iperbolica inchiesta sul secessionismo, una sorta di Tanko bis, per via del blindato giocattolo che anche stavolta gli indipendenti si sarebbero messi a costruire, come in una coazione a ripetere. Un giornale assai autorevole su cui scrivono anche un teorico del Carroccio della prima ora, come Gilberto Oneto, e un altro ex-Padania come Leonardo Facco.

Al segretario leghista bergamasco Daniele Belotti, già assessore formigoniano, che sulle colonne de L’Indipendenza aveva lanciato un appello a costituire un fronte unico indipendentista, ha risposto ieri Gianfrancesco Ruggeri, un autonomista duro e puro, attivissimo sul piano della difesa delle lingue e dell’identità padane, con un liscio e busso in dieci punti. Un articolo che inizia con «Zaia si decida una volta per tutte a mandare avanti il referendum per l’indipendenza», prosegue con un «Roberto Maroni (assente domenica, ufficialmente perché indisposto, ndr) si dia una bella sveglia e la smetta di pensare solo all’Expo» e contempla suggerimenti del tipo: «La prossima volta che Giorgio Napolitano passa della nostre parti, invece di chiamare a raccolta i sindaci perché vadano ad omaggiarlo come è stato fatto in passato anche a Bergamo».

La manifestazione scaligera di domenica scorsa dice che l’aggancio al mal di pancia indipendentista non è riuscito. Almeno in piazza, anche se molto dirigenti salviniani sperano che avvenga nelle urne del 25 maggio, quando si voterà per le europee.

Il fatto che quello di Verona sia stato un raduno molto rumoroso e colorato ma privo di popolo, suggerisce poi un’altra constatazione.

Che se la scelta della città era stata fatta per recuperare il suo sindaco Flavio Tosi, alla polemica dura e pura del segretario federale Salvini, l’attesa andata delusa.

Il popolo tosiano non era in piazza domenica scorsa, pur giocando in casa.

Il sindaco veronese, che è tutt’ora il segretario della Liga veneta, è infatti capace di radunare il doppio di quelle persone con la sua lista personale, come ha dimostrato nella manifestazione del febbraio 2012 alla fiera di Verona, quella che fece arrabbiare Luca Zaia, governatore padano.

Tosi, che da tempo viaggia su un binario diverso e sempre meno parallelo da Salvini, che non perde occasione di fargli il contrappunto quando attacca l’euro, che non lo segue affatto sulle sue sparate anti-Bruxelles o con le sue blandizie verso i Forconi, era ovviamente alla manifestazione, perché non farsi vedere sarebbe stata una rottura clamorosa. Il sindaco però non s’è distinto i proclami perentori del segretario Salvini, «liberateli o lo facciamo noi», ma si è limitato, come nei giorni precedenti, a esprimere tutti i suoi dubbi sull’inchiesta.

Lo aveva fatto anche nel settembre del 2012, quando a Treviso era finita sotto inchiesta la «Polisia veneta», cioè le ronde padane. «Quando c’era Maroni ministro dell’Interno», disse allora in un comizio a Padova, uno dei primi da segretario del Carroccio veneto, «l’obiettivo principale era la lotta alla mafia. Adesso invece, se la prendono con dei poveracci che hanno le loro idee».

Anche domenica Tosi ha detto più o meno la stessa cosa, polemizzando contro il governo «che mette in libertà i delinquenti e rompe i coglioni ai cittadini».

Chi l’ha surclassato nei toni è invece lo stesso Zaia, che già aveva dato un gran peso ai secessionisti online, mentre Tosi ne era stato alla larga. «È ora di mettere insieme tutti i movimenti per marciare uniti contro lo stato centralista», ha detto il governatore.

Fra i due, è da tempo gara fra chi sarà il candidato della Lega ma soprattutto del centrodestra alle regionali del prossimo anno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » gio apr 10, 2014 8:11 am

Immagine

Salvini e Lega sbarcano a Roma non più Ladrona. Non pochi storceranno il naso…

di GIANMARCO LUCCHI

Per prendere voti si fa di tutto, ma l’operazione che Matteo Salvini ha sancito ieri nella capitale potrebbe anche far storcere il naso e la bocca a non pochi militanti leghisti. Tre camere ai Parioli contro l’Euro e per aiutare la città eterna ad uscire dal caos e dai problemi dell’immigrazione selvaggia. La Lega Nord scende nella capitale, proprio nella Roma ladrona dei tempi di Bossi, e sceglie uno dei quartieri più chic per impiantare una sorta di quartier generale dal quale poter meglio dispiegare tutto l’impegno per i 6 referendum già promossi e soprattutto per la battaglia delle battaglie, l’uscita dall’Euro senza se e senza ma. Per l’inaugurazione arriva un inedito Matteo Salvini che per l’occasione si è presentato alle telecamere con una felpa con la grande scritta Roma e i colori giallorossi della Capitale. È diventato romanista?, gli ha domandato un cronista. Il leader del Carroccio ha subito chiarito che quell’indumento lo aveva indossato solo in onore della città, perché lui è milanista fino al midollo.

Gli epigoni dell’ Alberto da Giussano giurano di aver preso casa nella città eterna per darle una mano: «Ho già ricevuto centinaia di segnalazioni dei cittadini per tutto quello che non funziona. I sindaci che l’hanno amministrata dovrebbero rispondere in sede penale e in sede civile del loro operato», ha spiegato Salvini. Insomma, un aiuto alla città, non certo al suo sindaco Ignazio Marino: «Abbiamo preso questa sede anche per aiutarlo a farsi licenziare». Il segretario della Lega Nord non si è sottratto alle domande sulle motivazioni che hanno spinto ad aprire questa succursale padana a Roma nord: «È una metropoli vittima dell’immigrazione selvaggia, non controllata, che la gente paga ogni giorno sulla sua pelle», ha spiegato lasciando capire che i romani hanno bisogno di un aiutino proveniente dal nord. Non a caso uno dei referendum è dedicato al ripristino del reato di immigrazione clandestina. Il Carroccio, comunque, non spenderà un solo euro – anzi una sola futura lira – per i 100 metri quadrati che occupa nell’ elegante palazzina «pariolina». Un avvocato simpatizzante in pensione ha messo a disposizione metà del suo studio, a tutto il resto ha pensato Claudia Bellocchi, candidata al parlamento di Strasburgo.

Salvini compie dunque un azzardo, pur essendo conscio come buona parte della base storica del Carroccio abbia in uggia la Roma che rimane sempre Ladrona. I risultati del 25 maggio diranno se c’ha azzeccato o se pagherà pegno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » ven apr 11, 2014 8:59 am

Se ghì el bon senso de scoltar le direte dal Parlamento Talian so Radio 3 o Radio Radicale a podarisi sentir i leghisti parlar de "nasion e patria taliana" e dapò en Veneto li ne blanda co la Parea/Patria Veneta!
http://www.lindipendenza.com/di-fronte- ... lore-etico

E coalke poro toxatel ensemenio dai leghisti el siga "Xaia Doxe!".

Ke malmesi ca semo.

VENETO: SI A NUOVO STATUTO. ZAIA: LA SECESSIONE E’ ILLEGALE
http://www.lindipendenza.com/veneto-si- ... elle-leggi

«Il tema della secessione non va confuso con quello del federalismo». Lo ha detto il Presidente del Veneto, Luca Zaia, a margine dei lavori del Consiglio regionale di oggi. «Il federalismo – ha spiegato – è centripeto, mentre la secessione è nel non rispetto delle leggi. Ritengo quindi che sia bene verificare in giro per l’Italia se tutti le rispettano, visto che ho l’impressione che in qualche comunità questo già da tempo non avvenga».

Sto kì lè el leghista Cianbeti kel fa l'endependentista a rente de Davide Guioto ex presidente de Raixe Venete:
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... veneto.jpg

El marudene de Bitonci co la fasa tricolor:
Immagine

Immagine

Ste pore toxete venete co la felpa verde padana, ke oror!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » lun apr 14, 2014 8:09 am

Secessionisti: Grillo insegue la Lega nella corsa ai voti per le Europee

http://www.lindipendenza.com/secessioni ... le-europee

di GIANLUCA MARCHI

Beppe Grillo che, nel corso del suo show a Padova, sostiene che sarà con i secessionisti se ci sarà il referendum (si presume quello per l’indipendenza del Veneto), ai miei occhi, scusate, ma appare come l’ennesima battuta per captare la benevolenza del popolo veneto, sempre più attraversato dallo spirito di ripulsa verso lo stato italico, e anche abbastanza indignato per il trattamento riservato ai 24 indipendentisti sbattuti in galera. Il leader del Movimento 5 Stelle cavalca all’improvviso questa tigre perché alle politiche del 2013 in Veneto ha fatto il pieno di voti soprattutto ai danni della Lega, e ora tenta di evitare un possibile flusso in senso inverso (anche se presumibilmente di dimensioni più contenute). Grillo insegue spesso Salvini, anche se da livelli di forza assai differenti, perché non vuole concedere nulla a una Lega che nelle ultime settimane, stando ai sondaggi, sta mostrando segni di vitalità che poco più di un mese fa non si potevano nemmeno immaginare.

Mi si dirà che la gran parte dei venetisti e una bella fetta di indipendentisti di altri territori vedono la Lega come il fumo negli occhi, per le delusioni e i tradimenti di cui è stata artefice in tanti anni. Vero. Ma costoro, pur con tutto il loro impegno, non sono rappresentativi che di una parte minoritaria della gente che aspira all’indipendenza. Non mi riferisco ai dirigenti belleriani, in grande maggioranza screditati per i loro comportamenti recenti e meno recenti, bensì all’elettore comune, che nel corso del tempo si è distaccato dalla Lega per le ragioni tante volte ricordate su questo giornale, rifugiandosi spesso nel non voto e ultimamente nel M5S, visto come ultimo approdo antisistema, connotazione appartenuta al Carroccio delle origini, ma poi buttata alle ortiche da Bossi e dai belleriani coi tanti, troppi anni di partecipazione al potere romano. Ebbene, resto convinto che non poche di queste persone (non intendo tutte, per la carità…) mantengano un legame affettivo con la Lega e sarebbero anche disposte a ritornare sui propri passi.

Ecco il motivo per cui Beppe Grillo finge di vestirsi ora da quasi “secessionista” – dopo un primo tentativo di qualche settimana fa, miseramente sconfessato in rete dai suoi stessi militanti -, perché non può permettersi, nella sua probabile cavalcata a superare Forza Italia e a insidiare il primato attuale del Pd, di perdere voti verso chicchessia e men che meno verso la Lega. Lui è condannato a crescere, per non sgonfiarsi, e così gioca a spargere fumo, perché ha capito che l’inchiesta bresciana sui secessionisti sta ricreando un qualche feeling fra il “popolo” di cui ho parlato sopra e la Lega di Matteo Salvini, il quale non ha tentennato un solo attimo a prendere le difese delle persone messe in carcere o indagate. Bisogna dare atto all’attuale segretario federale di non aver commesso l’errore in cui incorse il Senatur nel maggio del 1997, quando subito bollò l’atto dei Serenissimi come l’opera di un gruppo di “ubriaconi” manovrati dai servizi segreti. Solo in seguito si ravvide e decise di salire su quel carro, più che altro spinto dalla forza degli eventi che da personale convinzione. Ma il peccato originale è rimasto per sempre…

Salvini, invece, ha scelto subito di stare dalla parte degli indipendentisti e ciò non è passato inosservato a molti. Certo, la sua continua a essere una tattica che io definisco a “zig-zag”, fatta di segnali anche contrastanti e scomposti fra loro. Ad esempio aver indossato, pochi giorni dopo, la felpa con la scritta Roma non è stata una genialata e può aver raffreddato gli animi di tanti che stavano tornando a “gasarsi”. Ma noi siamo semplici osservatori, non politici e solo la prova dei fatti, cioè l’esito delle urne, ci dirà se il politico c’ha azzeccato con la sua tattica a zig-zag, vale a dire se avrà scavallato l’asticella della sopravvivenza del movimento. E se così dovesse essere, a quel punto il segretario dovrà passare dalla tattica alla strategia, perché con la sola tattica si può vincere qualche battaglia, ma alla fine si perde la guerra.

Votar Lega par naltri veneti xe votar par la Talia ke al ne oprime e sasina.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » mer apr 16, 2014 3:36 pm

Zaia in tivù: ammiro Napoleone
I venetisti gridano al tradimento
Il Pnv: ha liquidato Venezia.
La replica: lui più bravo di noi

http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 1755.shtml

VENEZIA—Nella raffica di cento e passa domande in mezz’ora, a un certo punto Giovanni Minoli introduce il tema «storia e personaggi storici». E qui Luca Zaia tira fuori il vero scoop di una lunga serata su Raidue: la sua passione per Napoleone Bonaparte. Di più. La Padania di ieri, raccontandone in uno slancio agiografico la partecipazione a «La storia siamo noi», titola così: «Zaia: i miei miti? Bossi e Napoleone». Un accostamento da brivido. Certo, la figura del piccolo grande Còrso ha affascinato legioni di posteri. Però, che si dichiari suo incondizionato ammiratore il primo presidente leghista del Veneto, fa sobbalzare sulla poltrona, nonostante l’ora inoltrata, più di qualche spettatore. Ma come? Un autonomista spinto come Zaia, che si richiama idealmente all’eredità della Serenissima e della sua fiera indipendenza, è un fan del conquistatore che quella storia millenaria spazzò via, consegnandola per giunta al dominio dell’odiato austriaco?

Siamo ai limiti del reato di alto tradimento, per il mai sopito sentimento venetista. Zaia lo sa bene ma non arretra dalle sue posizioni. «Intanto - specifica il governatore - non ho detto che vorrei essere come il Bonaparte. Ho spiegato a Minoli che la storia mi è sempre piaciuta molto e che sto leggendo un libro sulle gesta di Napoleone, perché era un grande stratega». Grande anche se è passato alla storia come il Nemico per antonomasia di Venezia? «Se noi veneti fossimo stati bravi come lui - risponde Zaia -, magari non ci avrebbe battuti. Ricordo che stiamo parlando di un generale che ha conquistato l’intera Europa, non solo Venezia, prima di andare a inguaiarsi con la campagna di Russia. Il mio è un riconoscimento alle straordinarie doti dello stratega, anche se è stato un nemico della Serenissima». Nel Bonaparte, Zaia ha pure intravisto le qualità del manager ante-litteram: «La sua storia vale un approfondimento anche per comprendere come sapeva gestire in modo ottimale le risorse umane, da vero manager. Lucido, disincantato e freddo - prosegue il governatore nel suo elogio napoleonico - nel valutare ogni situazione sul campo di battaglia. Lucido anche nell’autocritica, come accadde dopo la sconfitta di Waterloo. Penso che, duecento e passa anni dopo, questo possiamo anche riconoscerglielo senza suscitare scandalo».

Invece no. Nella galassia venetista, le parole pronunciate l’altra sera da Zaia a «La storia siamo noi», di scandalo ne hanno fatto parecchio. Per dare un’idea dell’accoglienza, ecco il titolo di un comunicato diffuso dal Partito Nasional Veneto, naturalmente in madrelingua: «Zaia, canbia spaciator». Parole e concetti di Gianluca Busato, esponente trevigiano del Pnv: «Me dispiaxe Luca, sta qua te podevi sparagnartela ». E poi, passando alla lingua della vicina Italia: «Questo è proprio un brutto pugno, anche per me, che pure sono abituato ai colpi bassi. Qui mi devo arrendere di fronte alla grandezza di Zaia. Due sono le cose: o è il re degli ignoranti - sostiene Busato - oppure è di una crudeltà assoluta. Non posso trovare giustificazioni per un presidente del Veneto che si ispira a Napoleone, il più grande nemico che la storia veneta possa ricordare. È un po’ come se il presidente di Israele citasse Hitler come proprio modello. C’è un limite a tutto e oggi questo presidente cessa di essere il mio presidente ». Ripudiato, addirittura.

Alessandro Zuin
30 aprile 2010

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... logo-n.gif
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » sab apr 19, 2014 9:18 am

Secessionisti liberi: il grande silenzio della politica. Unica eccezione la Lega

http://www.lindipendenza.com/secessioni ... ne-la-lega

di GIORGIO CALABRESI

La scarcerazione avvenuta ieri di una parte dei 24 secessionisti messi in carcere per ordine della Procura della Repubblica di Brescia il 2 aprile scorso, con la relativa derubricazione del reato ipotizzato da parte del Tribunale del Riesame (non più associazione finalizzata al terrorismo), è notizia che avrebbe meritato un rilievo almeno vicino di quello riservato al loro arresto. E invece diversi media italici hanno brillato per la loro assenza: per esempio il Tg2 delle 20.30 non ha fatto il minimo cenno al fatto. Bisogna dare invece atto al Tg de La7 di averlo inserito fra le notizie principali, parlando addirittura di “una inchiesta che si è sgonfiata come un sufflè”, anche se la Procura bresciana farà probabilmente appello in Cassazione.

E anche dalla politica, sempre pronta a dichiarare su qualsiasi stormir d’ali, si è registrato un imbarazzato silenzio. Salvo che già condannava all’esplodere dell’inchiesta. Con l’unica eccezione, va detto, degli esponenti della Lega Nord, gli unici ad essere intervenuti senza remore. Qui di seguito alcune delle prese di posizione dei leghisti rilanciate dalle agenzie, oltre a quelle che sono già state pubblicate ieri a caldo dal nostro giornale, a cominciare dal segretario federale Matteo Salvini e dal governatore veneto Luca Zaia. Numerosi, come comprensibili, gli interventi degli esponenti veneti del Carroccio, dai quali manca comunque il segretario nazionale della Liga, Flavio Tosi. Ma a lui, si sa, l’indipendentismo fa venire il prurito.

«Bene la scarcerazione degli indipendentisti. Una notizia che attendevamo con ansia. Ora si vada avanti in maniera ghandiana sulla strada del referendum per l’indipendenza del Veneto. Resta solo l’amaro in bocca, e me lo chiedo da veneto insieme a tanti altri, di fronte a quello che è accaduto: ma davvero era necessario tenere in galera per un mese madri e padri di famiglia la cui unica colpa è quella di avere in testa l’idea dell’indipendenza? Le idee non si mettono in galera, quello è il posto per delinquenti, non per pacifici indipendentisti». Lo dichiara Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord al Senato.

«La scarcerazione dei serenissimi mette una toppa tardiva all’ingiustificata repressione giudiziaria del legittimo sentimento di libertà di 24 patrioti veneti colpevoli soltanto di aspirare, del tutto pacificamente, all’autodeterminazione della propria piccola patria»: così Mario Borghezio europarlamentare della Lega. «L’arresto di 24 persone, di cui ancora molte detenute – aggiunge – ha fatto fare all’Italia in Europa e nel mondo una pessima figura. In particolare, pesa come un macigno il silenzio omertoso del presidente del Consiglio Renzi, che si è dimostrato latitante in tutta questa incredibile vicenda di sopraffazione della libera volontà di espressione di cittadini onesti e incensurati».

«Esprimiamo soddisfazione per la scarcerazione di Franco Rocchetta e di alcuni altri indipendentisti veneti. Resta tuttavia una vergogna che lo Stato abbia agito nei confronti di queste persone con un’azione spropositata rispetto ai fatti. Ci chiediamo adesso chi risarcirà queste persone per i giorni che hanno ingiustamente passato in carcere per la sola colpa di aver espresso delle idee»: così in una congiunta le senatrici venete della Lega Nord Raffaela Bellot, Patrizia Bisinella ed Erika Stefani. «Questo comportamento – aggiungono – non ha fatto altro che alimentare l’insofferenza e l’esasperazione del popolo veneto. Lo Stato deve rendersi conto che non può continuare ad ignorare il grido di dolore dei territori stanchi di essere vessati».

«La liberazione di alcuni indipendentisti certifica il fallimento di uno Stato che oltre ad opprimere fiscalmente il popolo ha scelto di punire anche chi sostiene l’idea di libertà. Adesso ci aspettiamo che sia fatta giustizia, anche se con grave ritardo, e che vengano liberate tutte le altre persone innocenti che sono state trattate come dei criminali per aver espresso le proprie idee di indipendenza». Lo dichiara il deputato della Lega Nord, Roberto Caon.

«La liberazione di alcuni indipendentisti è una grande vittoria per tutti i veneti che credono nel riscatto dal centralismo romano che sta impoverendo il nostro territorio. Siamo felici per loro e per le loro famiglie, e non vediamo l’ora di festeggiare il 25 aprile insieme anche a tutti gli altri indipendentisti veneti che sono ancora detenuti ingiustamente. Visto che intanto si è liberato qualche posto nelle carceri, attendiamo che tutti i no-global che hanno messo a ferro e fuoco Roma la scorsa settimana prendano il posto dei nostri patrioti veneti. Le idee non si processano». Lo scrivono in una nota congiunta i deputati della Lega Nord, Emanuele Prataviera e Marco Marcolin.

«Erano state arrestate 24 persone che non dovevano essere toccate, oggi hanno solo liberato degli innocenti»: questo il commento fatto all’ANSA da Erminio Boso, leader degli indipendentisti della Lega Nord, sulla decisione del tribunale di Brescia a proposito dei Secessionisti. «Quando uno Stato non rispetta e ha paura dei suoi cittadini – ha aggiunto Boso – i cittadini devono avere paura di quello Stato e allora non gli resta che scappare. Ma noi oggi dove scappiamo? In una Europa dove domina il pensiero unico della sinistra che metterebbe in galera o in ospedale psichiatrico tutti quelli che non si adeguano? Forse a questo punto ci resta solo la possibilità di andare in Russia a chiedere che Putin ci garantisca lui la libertà…».

«Bene le scarcerazioni, ma ora lo Stato riconosca l’errore. Le idee non si processano. E non si mettono in galera». Così il Vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), commenta la decisione del tribunale del Riesame di Brescia di disporre i domiciliari per cinque indipendentisti e di rimettere in libertà sette persone arrestate nell’indagine veneta che ha portato in carcere 21 «secessionisti». «Mettere dietro le sbarre delle persone solo perchè si ritengono le loro idee di autodeterminazione sovversive e terroristiche – ha aggiunto Cecchetti – la dice lunga sui rischi che stiamo correndo in questo Paese. Il grido di libertà non può essere soffocato. La stessa democrazia che l’Occidente vuole esportare in giro per il mondo viene poi negata con la forza a casa nostra. Lo Stato riconosca allora l’errore e rimetta immediatamente in libertà anche gli altri indipendentisti ingiustamente incarcerati».

Poco o tanto che sia, questa è la nuda cronaca. Di esponenti di altri partiti italici non un solo rigo…
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » mar apr 22, 2014 6:20 pm

Indipendentisti, Salvini: una battaglia non per la Lega ma per la libertà di pensiero

http://www.lindipendenza.com/indipenden ... i-pensiero


di GIANMARCO LUCCHI

LEGA IN PIAZZA PER I ‘SECESSIONISTI’, PRONTI A LIBERARLI NOI

Quella che la Lega Nord sta conducendo in supporto degli ‘indipendentisti’ arrestati dopo un’inchiesta della Procura di Brescia non e’ una battaglia politica ma per la liberta’ di pensiero. A dirlo, dopo aver visitato i detenuti nel carcere di Montorio, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: “Come Lega li abbia seguiti dall’inizio, al di la’ delle idee politiche, e oggi siamo qui a Verona a testimoniare che non deve piu’ stare in galera nessuna di queste persone”. “La nostra e’ una battaglia per la liberta’ di pensiero e di parola, non per la Lega. I sentimenti di indipendenza, di autonomia, di federalismo e liberta’ vanno rispettati, a prescindere da dove arrivino: dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte, dalla Sicilia o dalla Sardegna”, ha detto. Per Salvini, poi, siamo di fronte a “uno Stato ridicolo”, che “con lo svuotacarceri, per legge, fa uscire dei delinquenti, ladri, pedofili e rapinatori”, che “si fa invadere da decine di migliaia di clandestini senza far nulla” e invece “continua a tenere in carcere alcuni papa’, alcune mamme, alcuni lavoratori, che hanno il torto di sognare l’indipendenza. Quindi, sarebbe ora che uscissero tutti, che lo Stato chiedesse scusa e restituisse loro i 15 giorni rubati al loro lavoro e alla loro famiglia”.

“Uno Stato che mette in galera le idee mette in galera gente che non ha fatto male a nessuno e invece lascia liberi teppisti che prendono a bottigliate, a sassate la polizia e’ uno Stato ridicolo”, ha detto ancora Salvini. “Quindi, spero che sia l’ultima volta che dobbiamo venire in un carcere per portare solidarieta’ a queste persone. L’indipendenza lo Stato la combatta con delle risposte come meno tasse, piu’ soldi ai comuni e non con la galera”, ha aggiunto il segretario del Carroccio. Salvini, poi, si e’ soffermato anche sulla tempistica dei provvedimenti: “Guarda caso, migliaia o milioni di veneti si muovono, chiedono liberta’, meno tasse e chiedono l’indipendenza, il Consiglio Regionale del Veneto, guidato da Zaia, si muove e porta avanti un referendum e lo Stato mette in galera 24 persone. Ripeto che non hanno fatto del male a nessuno. Noi siamo pacifici e non violenti. Vogliamo arrivare all’indipendenza tramite le idee, la democrazia e la non violenza, ma uno Stato che mette in galera 24 persone e’ uno Stato che mi preoccupa”, ha concluso.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » mer apr 30, 2014 8:14 am

Indipendentisti incarcerati, la Lega e gli spaccatori del capello in quattro

http://www.lindipendenza.com/gli-indipe ... in-quattro

di GIANLUCA MARCHI

Oggi mi sia permesso di elevare qualche critica a una parte, ancorché limitata, dei nostri lettori, quelli che io chiamo “indipendentisti da tastiera” oppure coloro che “amano spaccare il capello in quattro” e son sempre pronti a criticare. Ben vengano anche loro, non abbiamo mai messo filtri particolari ai loro commenti, salvo quando degenerano in volgarità e offese, ma sta nelle regole del gioco che vi sia anche chi si permette di rivolgere una critica a loro. Sono quelli che se dici rosso vorrebbero nero, se dici nero, vorrebbero verde e preferiscono essere distruttivi verso qualsiasi iniziativa, troppo spesso senza proporre un’alternativa e soprattutto farsi promotori di qualche alternativa.

L’argomento sono la vicinanza e il sostegno politici agli indipendentisti, veneti e non solo, che sono stati mandati in carcere il 2 aprile scorso dai magistrati di Brescia e che in gran parte sono stati scarcerati per decisione del Tribunale del Riesame, con un provvedimento che ha molto depotenziato la portata dell’inchiesta (per la cronaca, come molti sanno fra gli indagati vi è anche chi scrive, al quale fu sequestrato il personal computer, provvedimento ugualmente cancellato dal Riesame: insomma il mio “pc prigioniero”, come lo definivo nelle conversazioni private dei giorni scorsi, è tornato a casa mia).

Ma veniamo agli indipendentisti incarcerati. E’ un dato di fatto incontrovertibile che fin dall’esplodere dell’inchiesta l’unico partito schieratosi dalla parte dei carcerati e degli indagati, senza se e senza ma, è stata la Lega Nord grazie all’impulso dato dal segretario federale Matteo Salvini. Parlamentari del Carroccio hanno visitato i vari carceri dove erano rinchiusi i 24 indipendentisti, hanno indetto la manifestazione di Verona dal titolo “pacificamente liberi”, hanno cercato di tenere viva la notizia quando i media italici, dopo aver strombazzato gli arresti in lungo e in largo, hanno seppellito le evoluzioni successive, non propriamente in linea con i desiderata della Procura bresciana. Infine, in occasione del raduno di Pontida che si protrarrà da domani a domenica 4 maggio, Salvini ha deciso di organizzare una raccolta fondi a sostegno delle famiglie di coloro che sono finiti nelle italiche galere, con l’aggiunta di un convegno, previsto per venerdì 2 maggio, sugli indipendentismi a cui interverranno il nostro Gilberto Oneto, Ettore Beggiato (anche lui collaboratore de L’Indipendenza) e la mitica Eva Klotz.

E’ poco, è tanto? Sicuramente è più di quanto fatto da qualsiasi altra forza politica. Ognuno di noi può liberamente giudicare. Quel che è certo che agli “spaccatori del capello in quattro” non sta bene. I motivi? Sono vari, vediamo di metterli in fila. Innanzitutto così facendo a Lega si macchia di “captatio benevolentiae”, cioè in una fase elettorale cerca di lucrare voti: ma di che vi preoccupate? voi intanto il voto alla Lega non lo darete mai (più) e non pensiate neppure (fate un’offesa alla loro intelligenza) che molti dei leghisti delusi siano disposti a soccorrere il Carroccio nella cabina elettorale solo per la vicinanza espressa agli indipendentisti veneti.

Altro argomento di critica: la Lega che ha tenuto tale atteggiamento è la stessa che è andata a Roma ad aprire un sezione, insomma con una mano fa e con l’altra disfa. Ma un partito che si propone di promuovere il messaggio “No Euro” (senza entrare qui nel merito della questione) ed è alla caccia del superamento della soglia del 4% per non decretare la propria fine, avrà o no il diritto di verificare se può raccogliere voti anche in altre parti? Poi, e su questo sono il primo a essere d’accordo, Salvini poteva risparmiarsi l’esibizione con la felpa inneggiante a Roma.

Terza obiezione: la Lega che oggi sta dalla parte degli indipendentisti è il partito che in vent’anni ha tradito l’articolo 1 del proprio statuto, cioè il perseguimento dell’indipendenza della Padania. E’ vero, e questo giornale, per chi avesse un minimo di memoria (troppo spesso assai corta), sa che non ha mai risparmiato critiche anche feroci ai comportamenti della dirigenza leghista. Tuttavia ciò non ci impedisce oggi, e ribadisco oggi, di constatare che sulla vicenda degli indipendentisti la Lega salviniana ha assunto senza deflettere una posizione chiara, posizione che difficilmente sarebbe stata analoga con un movimento a trazione maroniana e tosiana. Per il domani, invece, molto dipenderà dai comportamenti concreti: se saranno conseguenti alle posizioni di oggi, a cominciare dal sostegno al referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto, avranno il nostro apprezzamento (che non equivale al voto, tanto per intenderci). Se invece si riveleranno essere stati solo uno specchietto per le allodole, riceveranno le nostre feroci critiche (e non solo le nostre, statene certi).

Per gli “spaccatori del capello in quattro” l’unica soluzione sarebbe la cancellazione, per legge, della Lega. Sì, perché il suo dissolvimento non è ancora in vista finché ci saranno centinaia di militanti e centinaia di migliaia di elettori disposti, magari talvolta turandosi un po’ il naso, a darle credito in buona fede.
Partiti indipendentisti capaci di “svuotare” la Lega finora non si sono visti. E se sono all’orizzonte, ben vengano, purché non siano l’ennesimo specchietto per assicurare una comodo poltrona al furbacchione di turno.

PS. Un piccolo numero di lettori ipercritici non condivide il fatto che L’Indipendenza si occupi spesso di Lega Nord. Lo dico e lo ripeto: fin quando sarò direttore (e probabilmente non ancora a lungo), questo giornale continuerà a seguire con interesse le vicende leghiste, se non altro perché una parte cospicua dei nostri lettori continuano a essere leghisti o a essere interessati alle vicende di un movimento che spesso li ha delusi, ma al quale non vedono alternativa. Chi non condivide può benissimo evitare certe letture…
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » sab mag 03, 2014 3:07 pm

Beggiato: per l’indipendenza del Veneto serve un alfiere, Luca Zaia

http://www.lindipendenza.com/beggiato-p ... -luca-zaia

di GIANLUCA MARCHI

Tre personaggi fuori dalla Lega a parlare di “indipendentismi” nell’ambito di uno scenario tutto leghista. E’ successo ieri pomeriggio a Pontida dove, dal 1° maggio, è in corso il lungo appuntamento che si concluderà domani con il tradizionale raduno sul “pratone”. Due di loro hanno fatto parte della Lega in passato, Gilberto Oneto ed Ettore Beggiato, mentre la terza, Eva Klotz, ha una storia tutta sviluppatasi nella battaglia per l’autodeterminazione del Sud Tirolo. Ne è venuto fuori un dibattito interessante, con spunti di riflessione che dovrebbero far meditare la dirigenza leghista se veramente vorrà dare una qualche concretezza al tema dell’indipendenza, riportato con un certo vigore al centro dell’attenzione dal segretario federale Matteo Salvini dopo anni e anni di triste oblio.

Ovvio che un dibattito fra tali protagonisti non poteva che incardinarsi intorno al forte fermento indipendentista che sta investendo soprattutto il Veneto, non tanto per l’inchiesta bresciana che ha portato in carcere 24 indipendentisti, quanto per il dibattito e la partecipazione popolare innescatisi intorno al plebiscito digitale e che potrebbero trasformarsi in valanga se il Consiglio regionale dovesse dare il via al referendum consultivo.

Cosa stia succedendo in Veneto i lettori di questo giornale lo sanno bene, dunque non serve ribadirlo per l’ennesima volta. Ma quel che potrebbe e dovrebbe succedere è interessante ascoltarlo dalle parole di Ettore Beggiato, venetista illuminato. Dopo aver fatto un breve escursus sui fermenti che stanno attraversando la sua regione, potenziati dalla crisi economica, Beggiato giunge a questa considerazione: “Nelle fondamenta della nostra società e della nostra comunità oggi si respira un clima molto diverso rispetto a trent’anni fa e dobbiamo essere prima di tutto noi a dare la spallata decisiva per cadere lo stato italico. Certo, noi veneti abbiamo l’atavica incapacità di fare massa critica: ci sono fra noi tante divisioni e frammentazioni che, se da un lato sono la prova di come l’encefalogramma non sia piatto, dall’altro rendono difficile unire le forze. Per questo penso che oggi in Veneto ci sia una sola persona in grado di prendere in mano la situazione e, buttando il cuore oltre l’ostacolo, diventare la figura di riferimento per dare speranza alle nostre aspirazioni. Parlo del governatore Luca Zaia che spero decida di diventare l’alfiere della battaglia indipendentista del Veneto”. ???

Beggiato, dunque, ha avuto il coraggio di dire, in casa della Lega, ciò che sono in molti a pensare ormai da tempo: solo il suo esponente di maggior prestigio in Veneto può far compiere un salto di qualità alla battaglia per l’indipendenza. Ha messo in sostanza il dito nella piaga: il Carroccio, Salvini e lo stesso Zaia, dopo il voto europeo, dovranno dimostrare con scelte concrete se il ritorno, finora più a parole che altro, sui temi indipendentisti diventerà una scelta strategica o si ridurrà invece al solito specchietto per le allodole.

“Se non fossimo litigiosi non saremmo indipendentisti” ha esordito invece Gilberto Oneto, che ha voluto partire dall’esempio catalano per trarne un auspicio: “Gli indipendentisti catalani, che sono divisi in almeno quattro partiti, un insegnamento però ce lo danno: siamo diversi, dietro l’angolo possiamo anche prenderci a cazzotti, ma davanti allo stato spagnolo siamo uniti”. E poi il nostro editorialista è tornato su un tema a lui molto caro, il consenso: “Come diceva Miglio, è la volontà della gente che determina le scelte della gente. Perché i catalani sono riusciti a fare un passo più di noi? Perché non hanno perso tempo a fare buffonate, non hanno mai sprecato un solo minuto senza promuovere la catalanità, che non è piovuta giù dal Sinai. Hanno utilizzato gli strumenti dati dal sistema spagnolo, cioè le amministrazioni locali, per fare consenso indipendentista. Certo, gli amministratori locali catalani cercano di amministrare bene, di tappare i buchi nelle strade, ma soprattutto fanno in modo di ricordare alla loro gente che è prima di tutto catalana. Insomma, c’è un solo modo per arrivare all’indipendenza: convincere la nostra gente. Il consenso non cresce sulle piante, ma va curato giorno per giorno e noi in vent’anni non abbiamo fatto un tubo da questo punto di vista, se non sprecare ciò che avevamo”.

Il problema è capire se un percorso del genere sarebbe possibile a prescindere dalla Lega. La risposta di Oneto è “no”, ma il Carroccio deve compiere un netto salto di qualità: “Il residuo di potere politico e amministrativo ancora in possesso del movimento, insieme al residuo di potere umano – senza dimenticare che molta gente oggi lontana non è morta, ma si è solo scoglionata – devono essere indirizzati attraverso un progetto preciso. Bisogna che la struttura della Lega si impegni per questo e non nelle stronzate degli ultimi anni”.

In definitiva il messaggio di Oneto non è dissimile da quello di Beggiato: è la Lega che deve tornare protagonista della battaglia indipendentista. Ma per far questo deve profondamente mutare la pelle attuale: “A me – ammonisce Oneto – i deputatini che a Montecitorio parlano dell’Italia come del nostro paese fanno girare le palle” e la frase riscuote il tripudio della platea. E poi l’ultimo monito: “Fuori da tale contesto non si riesce a combinare nulla. Sono convinto che se la Lega sparisse, come alcuni auspicano, di autonomismo e indipendenza non si parlerebbe più per almeno cinquant’anni”.

Si muove, invece, in un contesto diverso Eva Klotz la quale ha ricordato che l’obiettivo del suo movimento è quello di poter esercitare il diritto all’autodeterminazione della gente del Sud Tirolo, cioè arrivare a svolgere un referendum basato su tre domande: 1) rimanere con l’Italia; 2) tornare con l’Austria; 3) costituire uno stato indipendente. “La mia opzione – ribadisce la mai doma esponente sudtirolese – sarebbe quella di tornare con l’Austria, ma è la maggioranza della nostra gente che deve scegliere”. Sulle frammentazioni indipendentiste, infine la Klotz ammonisce: “L’importante non è seguire l’ideologia, bensì gli ideali. Solo così si raggiunge l’unità per vincere la battaglia”.

El doxe Luca Zaia:
Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Veneti, basta votar e soratuto basta votar-sostegner la

Messaggioda Berto » ven giu 27, 2014 8:53 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Venetismi e venezianismo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron