Oggi, più che mai, mi sento indipendentistahttp://www.lindipendenza.com/oggi-piu-c ... endentistadi LEONARDO FACCO
Oggi, più che mai dobbiamo essere indipendentisti! E venetisti soprattutto. L’Italia - come vado dicendo da oltre dieci anni - si regge su uno Stato di merda, ladro, parassita, canaglia e irriformabile. E mi scuso per la moderazione. A proporre “cambiamenti”, si alternano personaggi che hanno a cuore non la libertà, ma i fattacci loro e quelli dei loro clienti e delle lobby amiche, tra le quali c’è la feccia libberale e libberista italiana, i cui simboli sono un pittoresco guascone che ha cantato allo Zecchino d’oro, ha due lauree e un master a Chicago, un professore uscito dai centri sociali che fa alleanze con Tabacci e un pensatoio che ha come riferimento ideologico Debenedetti.
Dopo vent’anni di ridicolo Berlusconismo, un insulto a qualsivoglia idea di liberalismo (con l’appoggio di una Lega complice, e correa, delle nefandezze messe in atto a tutt’oggi), ora è il turno di Renzi, giovane prodigio dell’establishment, sugli scudi per essere un fenomeno della chiacchiera, del distintivo e del twitt. Ha la lingua biforcuta, propone riforme che tali non sono e che nulla hanno a che vedere con la libertà. Ma la claque applaude. Dall’Italicum alla minchiata dell’abolizione delle province è tutto un gattopardare, un centralizzare.
L’operazione messa in atto dalla procura di Brescia, a 17 anni dal simbolico gesto dei Serenissimi, è una chiara azione di repressione politica. Fondata su una ruspa peraltro. Giunta con la tempistica perfetta, in un momento eccezionale per l’indipendentismo veneto, che – tra plebiscito digitale (chapeau) e progetto di legge 342 – ha fatto parlare di sé in mezzo mondo, ha aggregato i secessionisti (ma non solo) attorno ad un gesto democratico quale il referendum per ottenere la propria libertà. Proprio come succederà, per via ordinaria, in Catalunya e in Scozia quest’anno. La sola idea di interpellare il “popolo” (per dirla con la loro prosopopea) ha fatto cagare addosso le milioni di zecche che vivono dei soldi dei lombardi e dei veneti.
Non v’è dubbio che l’arresto di 24 persone (spero tanto in una manifestazione unitaria dei venetisti a loro sostegno) e l’inquisizione di altre 27 offre il destro allo Stato giacobino per puntare l’indice contro l’indipendentismo tutto, oltreché marciano. Non solo: come assistiamo da un paio di giorni, manda in brodo di giuggiole il giornalismo cialtronesco, e in gran parte assistito, di quelli che guai a toccargli l’articolo 5 della Costituzione. Di quelli che (provenendo dal “Sol dell’avvenire”) sbeffeggiano il diritto all’autodeterminazione chiedendo per loro l’autonomia di Cinecittà. Questi signori sono quelli che se anziché finire sotto inchiesta Gianluca Marchi fosse stato sottoposto a perquisizione e indagini un loro amichetto no-global avrebbero messo in scena puntate su puntate per difendere la libertà di pensiero. La loro, solo la loro.
Oggi, più che mai, mi sento indipendentista. Oggi, più che mai, la resistenza all’oppressione è un diritto, ma soprattutto un dovere, di chi sa che la libertà non è un atto benevolo di concessione di un padrone, ma un diritto naturale e inalienabile. Sprofonda Italia!