Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sensa ma

Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sensa ma

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 6:07 pm

Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sensa ma; par mi saria el pì grando dei dixonor a metarme co łi tałiani nemighi e opresori de ła me xente.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... osari2.jpg


Mi a stago co ła me xente come ke i singani łi sta co singani, łi ebrei co łi ebrei e i tibetani co i tibetani.


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http://www.lindipendenza.com/giovane-tibet-fuoco-dalai
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 6:08 pm

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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 6:36 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 7:29 pm

Oggi, più che mai, mi sento indipendentista

http://www.lindipendenza.com/oggi-piu-c ... endentista

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di LEONARDO FACCO

Oggi, più che mai dobbiamo essere indipendentisti! E venetisti soprattutto. L’Italia - come vado dicendo da oltre dieci anni - si regge su uno Stato di merda, ladro, parassita, canaglia e irriformabile. E mi scuso per la moderazione. A proporre “cambiamenti”, si alternano personaggi che hanno a cuore non la libertà, ma i fattacci loro e quelli dei loro clienti e delle lobby amiche, tra le quali c’è la feccia libberale e libberista italiana, i cui simboli sono un pittoresco guascone che ha cantato allo Zecchino d’oro, ha due lauree e un master a Chicago, un professore uscito dai centri sociali che fa alleanze con Tabacci e un pensatoio che ha come riferimento ideologico Debenedetti.

Dopo vent’anni di ridicolo Berlusconismo, un insulto a qualsivoglia idea di liberalismo (con l’appoggio di una Lega complice, e correa, delle nefandezze messe in atto a tutt’oggi), ora è il turno di Renzi, giovane prodigio dell’establishment, sugli scudi per essere un fenomeno della chiacchiera, del distintivo e del twitt. Ha la lingua biforcuta, propone riforme che tali non sono e che nulla hanno a che vedere con la libertà. Ma la claque applaude. Dall’Italicum alla minchiata dell’abolizione delle province è tutto un gattopardare, un centralizzare.

L’operazione messa in atto dalla procura di Brescia, a 17 anni dal simbolico gesto dei Serenissimi, è una chiara azione di repressione politica. Fondata su una ruspa peraltro. Giunta con la tempistica perfetta, in un momento eccezionale per l’indipendentismo veneto, che – tra plebiscito digitale (chapeau) e progetto di legge 342 – ha fatto parlare di sé in mezzo mondo, ha aggregato i secessionisti (ma non solo) attorno ad un gesto democratico quale il referendum per ottenere la propria libertà. Proprio come succederà, per via ordinaria, in Catalunya e in Scozia quest’anno. La sola idea di interpellare il “popolo” (per dirla con la loro prosopopea) ha fatto cagare addosso le milioni di zecche che vivono dei soldi dei lombardi e dei veneti.

Non v’è dubbio che l’arresto di 24 persone (spero tanto in una manifestazione unitaria dei venetisti a loro sostegno) e l’inquisizione di altre 27 offre il destro allo Stato giacobino per puntare l’indice contro l’indipendentismo tutto, oltreché marciano. Non solo: come assistiamo da un paio di giorni, manda in brodo di giuggiole il giornalismo cialtronesco, e in gran parte assistito, di quelli che guai a toccargli l’articolo 5 della Costituzione. Di quelli che (provenendo dal “Sol dell’avvenire”) sbeffeggiano il diritto all’autodeterminazione chiedendo per loro l’autonomia di Cinecittà. Questi signori sono quelli che se anziché finire sotto inchiesta Gianluca Marchi fosse stato sottoposto a perquisizione e indagini un loro amichetto no-global avrebbero messo in scena puntate su puntate per difendere la libertà di pensiero. La loro, solo la loro.

Oggi, più che mai, mi sento indipendentista. Oggi, più che mai, la resistenza all’oppressione è un diritto, ma soprattutto un dovere, di chi sa che la libertà non è un atto benevolo di concessione di un padrone, ma un diritto naturale e inalienabile. Sprofonda Italia!
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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » ven apr 04, 2014 8:37 pm

???

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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » sab apr 05, 2014 9:25 pm

In 200 al presidio di Verona per i patrioti veneti. Portato anche un Tanko!

http://www.lindipendenza.com/in-200-al- ... e-un-tanko

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di LEONARDO FACCO

Circa duecento persone si sono ritrovate volontariamente fuori dai cancelli del carcere di Verona-Montorio, a seguito del passaparola iniziato ieri mattina. Un tripudio di bandiere venete, punteggiate, di tanto in tanto da qualche altro vessillo indipendentista, giunto dai territori limitrofi per portare la propria solidarietà. Alle 18.00 – come previsto – è iniziata la salva di cori a sostegno dei reclusi, definiti senza mezzi termini “patrioti veneti”: Lucio Chiavegato, Patrizia Badii, Andrea Meneghelli, Renato Zoppi, Tiziano Lanza, Luca Vangelisti (il marito della Badii), Corrado Turco ed Elisabetta Adami.

Presenti anche giornali e tv, tra le quali Rai, Servizio pubblico ed Antenna 3. Subito hanno preso d’assalto Barbara Benini Chiavegato, moglie di Lucio, che ha dato la sua opinione su quanto accaduto mercoledì 2 aprile scorso: “Certo che sono meravigliata di quanto accaduto. Mio marito è in politica da vent’anni e non s’è mai tirato indietro. Coerentemente ha portato avanti le sue battaglie venetiste. Ma vederlo recluso con un’accusa assurda di terrorismo e per fatti inesistenti mi pare davvero troppo”.

Megafoni alla mano, si sono alternati in molti per urlare il proprio sostegno agli 8 prigionieri, in primis Daniele Quaglia. Tra un “liberi, liberi, subito” ed un “Veneto indipendente”, non sono mancati gli slogan di scherno allo Stato italiano, tra gli applausi, in particolare al suo capo: “Veneti Liberi, Napolitano in galera”. Anche Carmelo Miragliotta – tra i primi aderenti alla Life – ha impugnato il microfono per dare sostegno alla causa veneta: “Basta con gli aguzzini di Stato, voi servitori dovreste smettere di eseguire quello che vi ordinano quei malavitosi che stanno rinchiusi nei palazzi”. Geremia Agnoletto, altro venetista storico introdotto da Fabio Padovan, ha lanciato – come ai tempi dei Serenissimi – una raccolta di fondi per sostenere gli arrestati. Come al solito, la generosità marciana non è mancata da subito. A tal proposito, lunedì prossimo, ad Arzignano (Vi), presso l’Hotel Venice, a partire dalle 21 si terrà una riunione per costituire il “Comitato di sostegno” per i patrioti veneti.

C’è stato anche un inaspettato colpo di scena! Verso le 19.00 si è presentato un giovane indipendentista con tanto di Tanko e gonfaloni marciani esposti. Telecomandato a distanza, ha immediatamente attratto l’attenzione dei giornalisti presenti, fra l’ilarità generale. Turbatissimo solo un cagnolino al guinzaglio che sostava nei pressi. Alle 20, il presidio s’è sciolto. Ma ascoltando i molti intervenuti, questo sarebbe solo il primo degli appuntamenti.
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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » dom apr 06, 2014 7:09 pm

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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Sixara » lun apr 07, 2014 9:49 am

Bèlo el video de Via col Vèneto.
Anca mi vèneta a stào co la me zente vèneta, ma co tuti i se e i ma .
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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » lun apr 07, 2014 4:19 pm

Sixara ha scritto:Bèlo el video de Via col Vèneto.
Anca mi vèneta a stào co la me zente vèneta, ma co tuti i se e i ma .


Ło so ło so, se ghea capio ke par ti ła to xente ła pol esar pestà sù ke ti no a te movarisi on deo e ke se ła se defende ła ga senpre torto.
Par mi no, par mi no xe cusì, n’omo, on popoło, na comounedà coando ke lè opreso, viołentà, depredà, omiłià o a ris-cio de esar copà e stermenà el ga ogni dirito de defenderse co ogni mexo; mi e ti a semo tanto difarenti, mi sensa se e sensa ma e ti con tuti i se e tuti i ma.
Al mondo a ghè de tuto: a ghè ki ke copa i fiołi e ki i paremare, ki ke viołenta i putini e ki stupra łe aneme e łe menti, te ghi si anca ti e ghe son anca mi.
Mi no stago co ki ke maltrata ła me xente.
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Re: Mi veneto a stago co ła me xente veneta, sensa se e sens

Messaggioda Berto » lun apr 07, 2014 5:46 pm

La famiglia Chiavegato

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http://www.lintraprendente.it/2014/04/i ... s.facebook

Intervista a cuore aperto a lady Chiavegato
di Francesca Carrarini


Barbara Benini Chiavegato. Si firma così la moglie del Serenissimo Lucio Chiavegato, affiancando al suo cognome – rigorosamente – anche quello del marito, quasi a dire che lei non ha paura di stare dalla sua parte, contro la procura di Brescia che – in un blitz assai labile – ha condotto il leader del Comitato 9 Dicembre, già presiedente della LIFE (Liberi Imprenditori Federalisti Europei, ndr) e del movimento Veneto Stato, dietro le sbarre. La sua foto sulle prime pagine di tutti i giornali, sotto il titolo “terroristi”. Dietro gli occhiali scuri e una voce che accenna emozione, c’è una donna forte. Fortissima. Vestita con un pantalone beige e una giacchetta di pelle scura, che ha appuntato sulla borsa a tracolla un’adesivo della bandiera di San Marco. Lo mostra fiera in piazza dei Signori, dove è stata organizzata la manifestazione leghista a sostegno (hanno detto) dei 24 arrestati. Lo stesso vessillo che indossava il giorno prima davanti al carcere di Montorio quando, in 250 persone amici di Lucio Chiavegato, si sono trovate per far arrivare a lui il loro sostegno.

«Sono arrivati alle 5 del mattino, erano in otto tra carabinieri e Ros – ci racconta – A differenza degli altri fermati non avevano un mandato di arresto, ma solo uno di perquisizione. Hanno guardato in ogni angolo della casa, rimanendo da noi per più di due ore. Hanno sequestrato di tutto, dai computer di casa ai cellulari. Addirittura dei cd che contenevano foto di famiglia. Poi, intorno alle 7 e 30, hanno portato mio marito in caserma. Mi hanno detto che dovevano fargli firmare dei documenti relativi alla perquisizione. E invece lo hanno arrestato: io da quella mattina non l’ho più visto né sentito». Una sola chiamata dalle forze dell’ordine, per consegnargli il faldone con tutta la documentazione relativa l’accusa, tra cui le intercettazioni che lei dice «non provano assolutamente nulla». Una «azione più politica» che di sicurezza pubblica: «Aspetto che mandino mio marito a casa – dice – Succederà, con calma. Dal mio punto di vista non c’è nulla che lo accusi, ma lo trattengono in carcere perché devono giustificare questa inchiesta. Dimostrare che è una cosa seria». Quando di serio, anche per chi non è indipendentista, sembra non esserci nulla. Gli scagnozzi di Matteo Salvini, arrivato con lauto anticipo alla manifestazione programmata per le 18, si danno il turno per sussurrarle all’orecchio che «il segretario del Carroccio vorrebbe salutarla», e lei impassibile gli risponde che «deve aspettare, sta finendo di parlare» con me, che conosco suo marito ma che incontro lei per la volta. Gli chiedo della sua presenza alla manifestazione del partito che, Lucio Chiavegato, non ha mai appoggiato. Anzi, verso cui puntava il dito come buona parte degli indipendentisti: «Il mio primo pensiero è che si trattasse di una strumentalizzazione – dice – Lo sappiamo tutti che la Lega Nord ha perso consensi in tutto il Veneto, e a poche settimane dalle elezioni europee credo stiano cercando di recuperarli. Ho deciso di partecipare per mio marito, ma lo dico chiaramente: per noi quello che conta è l’indipendenza. E vorrei sapere che cosa ne pensa la Lega, che cosa sta facendo davvero per questo obbiettivo. Un giorno parlano di autodeterminazione, l’altro di federalismo, poi di autonomia. Lo spieghino chiaramente, a noi e a tutti i loro elettori».

Strumentalizzazione. La stessa parola che ribadisce sul palco davanti al pubblico padano che ha riempito la piazza. Lo dice perché vuole dirlo e, si vede, cercando tutta la forza di chi è sempre stato all’esterno degli occhi mediatici. Noi le chiediamo dei bambini, della sua famiglia: «Loro sono sereni, perché lo sanno che il papà è attivo in politica. È successo, e lo affronteremo insieme. Noi siamo con lui».

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