Vardè o ociè ke robe ke li conta li onti e falbi tajani:http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_TriestePietro Kandler riporta, nella sua Storia di Trieste, che:
« A Trieste la nobiltà parla il Tedesco,
il popolo l'Italiano (???), il contado lo Sloveno »
La lengoa de Trieste:https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dYeXc/editSecondo il contestato censimento austriaco del 1910, su un totale di 229.510 abitanti del Comune di Trieste (comprendente anche una serie di località limitrofe al centro e dell'altopiano) si ebbe, a seguito di revisione, la seguente ripartizione sulla base della lingua d'uso:
118.959 (51,8%) parlavano italiano (??? o veneto?)
56.916 (24,8%) parlavano sloveno
11.856 (5,2%) parlavano tedesco
2.403 (1,0%) parlavano serbocroato
779 (0,3%) parlavano altre lingue
38.597 (16,8%) erano cittadini stranieri a cui non era stato chiesta la lingua d'uso, tra i quali:
29.639 (12,9%) erano cittadini italiani
3.773 (1,6%) erano cittadini magiari.
Sul totale della popolazione residente censita, ben 98.872 abitanti (43%) non erano nati nel comune di Trieste ma in altri territori posti sotto sovranità austriaca (71.940 abitanti censiti, ovvero il 31,3%) oppure all'estero (26.842 abitanti censiti, pari all'11,7%). Fra questi ultimi la massima parte era nata nel Regno d'Italia (i cosiddetti "regnicoli") mentre, fra i primi, le colonie più numerose provenivano dalla Contea di Gorizia e Gradisca (22.192 abitanti censiti), dall'Istria (20.285 abitanti censiti), dalla Carniola (11.423 abitanti censiti) e dalla Dalmazia (5.110 abitanti censiti).
L'irredentismo, la Grande guerra e il passaggio all'Italia
L'imperatore Francesco Giuseppe, nel suo Consiglio della Corona del 12 novembre 1866, impose una politica tesa a «...germanizzare e slavizzare con la massima energia e senza scrupolo alcuno...» tutte le regioni italiane ancora facenti parte del suo impero: Trentino, Dalmazia, Venezia Giulia.
Scrive lo storico Luciano Monzali: «I verbali del Consiglio dei ministri asburgico della fine del 1866 mostrano l'intensità dell'ostilità antitaliana dell'imperatore e la natura delle sue direttive politiche a tale riguardo. Francesco Giuseppe si convertì pienamente all'idea della generale infedeltà dell'elemento italiano e italofono verso la dinastia asburgica: in sede di Consiglio dei Ministri, il 2 novembre 1866, egli diede l'ordine tassativo di opporsi in modo risolutivo all'influsso dell'elemento italiano ancora presente in alcuni Kronländer, e di mirare alla germanizzazione o slavizzazione, a seconda delle circostanze, delle zone in questione con tutte le energie e senza alcun riguardo [ … ]Tutte le autorità centrali ebbero l'ordine di procedere sistematicamente in tal senso. Questi sentimenti antitaliani espressi dall'imperatore, che avrebbero avuto pesanti conseguenze politiche [ … ] negli anni successivi, erano anche particolarmente forti nell'esercito, che aveva combattuto molte guerre in Italia ed era desideroso di rivalsa: considerato il ruolo preponderante dei militari [ … ], ciò era estremamente pericoloso.» Fu così progettato e sviluppato il «...piano della classe dirigente conservatrice austriaca di intraprendere una politica di concessioni alle nazionalità slave, ritenute più fedeli all'Impero e ben disposte ad accettare il potere dominante dell'imperatore e dell'aristocrazia asburgica.»
Le direttive italofobe del governo imperiale asburgico promossero una serie di molte e gravi misure repressive e discriminatorie a danno degli Italiani di Trieste. Esse però contribuirono in modo importante alla diffusione d'idee irredentiste all'interno della comunità italiana che si percepiva sempre più minacciata nella sua esistenza stessa dall'azione congiunta del governo austriaco e dei nazionalisti slavi locali, fra loro alleati in funzione anti-italiana.
Trieste fu, con Trento, un centro di irredentismo, movimento che aspirava all'annessione all'Italia di tutte quelle terre abitate da secoli da popolazioni di cultura italiana (o ad essa assimilabile) ma che ancora non facevano parte dell'Italia d'allora (terre "irredente" appunto). Primo martire di tale movimento è considerato un triestino, Guglielmo Oberdan, che, per aver ordito un complotto per uccidere l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe (mai realizzato), fu processato ed impiccato nella sua città natale il 20 dicembre 1882. La Lega Nazionale, fu la massima organizzazione triestina di carattere privato del tempo; considerata dalle autorità austriache vicina al movimento irredentista italiano, arrivò a contare 11.569 soci nel 1912.Allo scoppio della prima guerra mondiale, 1041 patrioti triestini si rifiutarono di combattere sotto le bandiere austro-ungariche e, subito dopo l'entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi centrali, si arruolarono nel regio esercito. Fra i 182 volontari che persero la vita nel corso del conflitto, ricordiamo gli scrittori e intellettuali Scipio Slataper, Ruggero Timeus e Carlo Stuparich, fratello del più noto Giani.
Gruppi etnici e linguistici in età asburgica
Trieste nel 1885
Il Palazzo del governo asburgico, oggi sede della prefetturaIn età medievale e fino al principio del XIX secolo a Trieste si parlava il tergestino, un dialetto di tipo retoromanzo.
Unico idioma scritto con carattere di ufficialità e lingua di cultura, fu invece, durante quasi tutta l'età medievale, il latino, cui si affiancò, alle soglie dell'età moderna (XIV e XV secolo), l'italiano (
parlato, come lingua madre, da un'esigua minoranza di triestini) e, successivamente (dalla seconda metà del XVIII secolo), anche il tedesco, che però restò circoscritto entro un ambito prettamente amministrativo.
Dopo la costituzione del porto franco e l'inizio del grande flusso migratorio che, iniziato nel Settecento, si intensificò ulteriormente nel secolo successivo (con una netta predominanza di Veneti, Dalmati, Istriani, Friulani e Sloveni), il tergestino perse gradualmente terreno a favore sia dell'italiano che del veneto.
Se il primo si impose soprattutto come lingua scritta e di cultura, il secondo (coelo veneto) si diffuse, fra gli ultimi decenni del Settecento e i primi dell'Ottocento come una vera e propria lingua franca a Trieste.
Fra le minoranze linguistiche acquistò un notevole peso in città nella seconda metà del XIX secolo, quella slovena (presente nel Carso triestino fin da epoca medievale), che alla vigilia della prima guerra mondiale rappresentava circa la quarta parte della popolazione totale del Comune.
Lengoa tergestinahttp://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_tergestino Il tergestino era il dialetto romanzo parlato a Trieste fino all'Ottocento, estintosi in favore dell'attuale dialetto triestino di tipo veneto. Il tergestino era un idioma di tipo retoromanzo, affine al friulano e al ladino, e ancor più al vicino dialetto muglisano.