Re: Censimento dei nomadi o seminomadi (rom, sinti e altri)

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:02 am

10/8) rapine varie


Assalti ai portavalori, polizia al campo nomadi di via Longhin: 18 arresti

All'alba operazione della questura nel campo nomadi di via Longhin: eseguite 18 ordinanze di custodia cautelare. Una banda realizzava rapine ai danni di rappresentanti orafi e furgoni portavalori

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.9402946

PADOVA. Una grossa operazione della polizia è scattata all'alba nel campo nomadi di via Longhin, a Padova. Gli agenti, arrivati sul posto con diverse volanti, hanno eseguito ben 18 ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip.
I nomadi arrestati sarebbero accusati di furti e rapine in danno di rappresentati orafi e furgoni porta valori. L'indagine, coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti della Procura di Padova, ha riguardato un'associazione a delinquere, tuttora in piena attività, dedita a delitti contro il patrimonio, ricettazione di beni di provenienza illecita e riciclaggio di consistenti somme di danaro, i cui sodali sono persone di etnia rom e la cui base logistica si trovava nel campo nomadi.
La Squadra mobile di Padova, coordinata dal Servizio centrale operativo, ha operato con il supporto delle squadre mobili di Milano, Treviso, Vicenza, Udine, Venezia, Verona, Rovigo, Belluno e Forlì e di personale del Commissariato di Monza. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip padovano Cristina Cavaggion. L'operazione è stata denominata dalla questura "Zingari brillanti".
Secondo le prime indagini gli arrestati erano in grado di attivarsi per ripulire e riciclare le banconote macchiate e bruciate dai dispositivi di sicurezza dei furgoni portavalori: nel corso dell’indagine sono state recuperate in provincia di Treviso e Udine centinaia di banconote macchiate frutto delle razzie ai portavalori, interrate in alcuni campi incolti e imbustate.
Organizzazione con sede in via Longhin. Il blitz di stamane ha riguardato i campi nomadi di via Longhin, a
Padova, di via Tripoli, a Vicenza, e di via Indro, a Milano. I 18 provvedimenti di custodia cautelare - 15 in carcere e tre ai domiciliari - sono la conclusione di tre anni di indagini e riguardano i reati di associazione a delinquere finalizzata a rapine, furti, ricettazione e riciclaggio. Il gruppo, strutturato con capi, gregari, fiancheggiatori e base logistica del campo nomadi di Padova, è accusato di almeno 50 episodi criminali tra furti, rapine, assalti ai furgoni portavalori. Durante l'operazione scattata all'alba sono state uilizzate attrezzature per sollevare le roulotte e ruspe per scavare, aprire tombini. Interessata anche l'area limitrofa al campo nomadi. Sotto terra sono state trovate borsette con documenti che provengono da spaccate di autovetture, tablet e materiale di ogni genere provento di furto e rapina. Per l'accusa, a capo dell'organizzazione Antonio Braidjc, di soli 27 anni, già in carcere a fine marzo per alcune rapine in Trentino.
Ecco alcuni dei colpi che la polizia sospetta possano essere stati realizzati dagli arrestati:
- 4 dicembre 2010: furto pluriaggravato di alimentari ai danni del supermercato Alì di via Monsignor Fortin. Il direttore del supermercato e due clienti erano stati presi a pugni dai malviventi che tentavano di scappare.
- Furto di un pc portatile e di 20 euro da un furgone Mercedes parcheggiato nell'area del Centro Ingrosso Cina in zona industriale. Più il furto della borsa di una donna con 300 euro all'interno di un Fiat Ducato.
- L'11 gennaio 2011: a Vigonza in via Santa Lucia furto con la rottura del finestrino di un furgone Fiat Doblò di una borsa di lavoro con all'interno un cellulare e 70 euro.
- Il 14 gennaio 2011: a Vicenza in via del Commercio ai danni di un rappresentante di preziosi cui è stato rotto il finestrino della macchina per impossessarsi di un trolley con all'interno preziosi in oro per 200 mila euro.
- Furto di un pc portatile e di una borsa con all'interno 8 mila euro a Maserà: erano l'incasso della tabaccheria di piazza del Municipio. La borsa era stata rubata all'interno dell'auto del proprietario.
- Furto nella Fiat Panda, lasciata incustodita, di una guardia giurata del gruppo Fidelitas che aveva all'interno tre valigie contenentei la somma di 232 mila euro e 21.526 dollari.
- Scippo a Montà con una motocicletta nera ai danni di una donna, cui è stata strappata la borsa con la carta di credito e la somma di 25 euro.
- Ad Altavilla Vicentina furto di due trolley con preziosi di proprietà della ditta orafa Ishakoglu Kuyumculuk Ve Deri San.Tic., effettuato rompendo il lunotto posteriore di un'auto.
- A Brendola, nel Vicentino, furto nel cortile di un'abitazione di una borsa e di una valigetta 24ore, con il cellulare e 9 mila euro appartenenti a un commerciante che aveva lì dentro l'incasso giornaliero della propria attività.
- A Grumolo delle Abbadesse nell'area di servizio "Tesina Sud": i malviventi hanno bucato la ruota di un furgone Mercedes costringendolo a fermarsi poco dopo in una piazzola di sosta. Fingendo di aiutare il conducente, i ladri lo hanno derubato del borsello con la somma di 150 euro.
- In via Giustiniani a Padova, davanti all'ospedale, i ladri hanno forato la gomma di un furgone Mercedes Sprint e mentre un malvivente fingeva di aiutare il conducente, un complice rubava il borsello contenente 3 mila euro.
- A Padova in via Vigonovese: i ladri dopo aver forato le gomme a una Chrysler seguivano il conducente dell'auto fino all'autofficina in cui voleva portare l'auto a riparare. Uno dei ladri è riuscito così a entrare nella vettura e rubare una borsa del valore di 900 euro che conteneva un portafogli del valore di 200 euro e la somma di 130 euro.
- A Padova in via Colonnello De Cristoforis due malviventi aggredivano a calci e pugni 2 cinesi, cercando di rubargli un pc portatile e una borsa con mille euro all'interno. La rapina è fallita perché sono intervenuti altri cinesi a difendere le due vittime.
- A Monselice in piazza San Marco: i ladri hanno forzato il portellone posteriore di una Fiat Panda portavalori della società Fidelitas rubando tre valigie con 173 mila euro e 300 sterline inglesi.
Il denaro cambiato al Bingo. Il denaro proveniente dai furti, e macchiato di colore blu per effetto dei meccanismi anti-effrazione, veniva poi cambiato dagli arrestati nei cambia-denaro e nelle slot machines del Bingo Arcobaleno all'Arcella, della sala Bowling di via Venezia, nella sala giochi Poker Drink a Marcon, nel Veneziano, e nelle slot-machinse di alcuni bar, tabaccherie e ristoranti.


Blitz al campo nomadi di via Longhin: con la ruspa per cercare i soldi sotterrati
http://mattinopadova.gelocal.it/foto-e- ... -1.9403200





Castel Romano, sassi contro le auto per rapinare i conducenti. La Stradale: non fermatevi
Mauro Evangelisti
Mercoledì 25 Luglio 2018

https://www.ilmessaggero.it/roma/cronac ... 76802.html

Lanciano pietre contro le auto in corsa per rapinarle. Agguato sulla Pontina, nei pressi del campo rom. Sassi e mattoni dal ciglio della strada, con bersaglio di automobilisti di passaggio. Sei le macchine danneggiate, con i parabrezza in frantumi, due i feriti, ed è andata perfino bene perché era l'una di notte e le conseguenze potevano essere molto più gravi. Non è la solita idiota bravata di qualche ragazzetto, ma un'azione organizzata e con un obiettivo: costringere le auto a fermarsi per rapinarle, un vero assalto alla diligenza. «Li ho visti in faccia - racconta un ragazzo che guidava una delle macchine colpite dalle pietre - ero pronto ad entrare nel campo nomadi insieme alla polizia per indicare i colpevoli, ma gli agenti hanno detto che non era il caso di notte. Ma questo che è successo è gravissimo e pericoloso, qualcosa di incredibile».

Andiamo per ordine ricucendo le testimonianze di quanto accaduto, ricordando che non è la prima volta che accadono episodi come questi e che in passato addirittura venivano scaraventate lavatrici per strada per costringere le auto a fermarsi e rapinarle. Una di notte, un taxi (una Megane) sta tornando da Pomezia, il tassista sta parlando al telefono con un collega con l'auricolare, siamo sulla Pontina, prima del distributore e dello svincolo per l'outlet, di fianco al campo rom, direzione Roma. «Vedo un uomo vestito di arancione, correre verso di me sul lato della strada, penso che voglia buttarsi sotto, poi mi scaglia un mattone sul parabrezza, che va in frantumi. Per fortuna il mattone viene deviato dallo specchietto retrovisore e così non mi colpisce in testa. Urlo all'auricolare al collega cosa è successo, gli dico che mi fermo, lui mi sbraita di non farlo, di tirare dritto fin che posso, perché di sicuro mi vogliono rapinare. Per fortuna riesco ad arrivare a un'area sicura, avverto la polizia». Passa qualche minuto e un gruppo di nove trentenni, torna su tre automobili differenti da Pomezia, dove erano stati a festeggiare il compleanno di M., che ha compiuto 33 anni. «Ci avviciniamo al distributore, di fianco al campo rom, tra una macchina e l'altra c'è circa un minuto. Io guido quella di mezzo, e mi arriva una telefonata agitatissima dal passeggero di quella che mi precede, mi urla stanno tirando i sassi, io poi di lato vedo una distesa di pietre e massi. Cominciano a tirarli: alla prima auto hanno sfondato il parabrezza e sfiorato al naso il passeggero, provocandogli un taglio. Un altro è stato ferito alla nuca. Abbiamo visto i rom correre verso l'auto ferma di lato, anche io mi sono fermato all'altezza del distributore. Hanno tirato un sasso anche contro la mia macchina, danneggiandola nella parte anteriore, e anche alla terza auto dei nostri amici. Poi è stata colpita anche una quarta vettura. Non ci hanno rapinato, perché ci siamo fermati tutti al distributore e probabilmente hanno pensato che fossimo in troppi. E' arrivata l'ambulanza, sono stati medicati i feriti. Sono sconvolto. Mi domando: cosa sarebbe successo se al volante ci fosse stata una ragazza da sola? Io ho il porto d'armi, se avessero tentato di aggredirmi avrei potuto difendermi? Più in generale, perché questi episodi vengono tollerati, questo è tentato omicidio, è evidente». In totale, secondo i rilievi della polizia stradale di Latina (che ha competenza sulla Pontina fino al Raccordo) le auto danneggiate sono sei, i feriti due.



Roma, rom tirano sassi contro le auto in transito per rapinare i guidatori

Franco Grilli - Mer, 19/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 77961.html

Le sassaiole continue lungo la via Pontina: quattro i nomadi denunciati

Sassi contro le auto. È questa la strategia adottata da quattro rom per derubare i malcapitati automobilisti in transito lungo la via Pontina, a Roma.

La banda, fatta di padre, figlio (minorenne) e altri due uomini adulti, usava nascondersi di notte nella sterpaglia vicino al campo nomadi: da qui facevano partire una sassaiola all’indirizzo delle vetture di passaggio.

A farne le spese sono stati ben dodici cittadini della capitale (anche se potrebbero essere molti di più) che si sono così ritrovati scippati, feriti e pure con la macchina gibollata.

Dopo l’ennesimo episodio, le forze dell’ordine capitoline sono riuscite a individuare i malviventi: l’indagine è stata realizzata – come puntualizza Il Messaggero – dagli uomini del del Distaccamento Polizia Stradale di Aprilia con quelli del commissariato Spinaceto.

I responsabili delle sassaiole sono ora accusati di tentato omicidio, attentato alla sicurezza dei trasporti, danneggiamento e lesioni personali aggravate.



Biella, trovato un arsenale di fucili e pistole nel campo rom. Il questore: "Preoccupante"
Franco Grilli - Sab, 06/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 84839.html

Il blitz delle forze dell’ordine ha portato alla luce un vero e proprio arsenale. Tre persone denunciate per ricettazione

Un vero e proprio arsenale di armi rubate, fatto di (tre) fucili a pompa, un fucile da caccia – con tanto di munizioni – e due pistole, una a tamburo e una semiautomatica.

È quanto hanno trovato con stupore le forze dell’ordine che hanno condotto un blitz nel campo rom di Ivrea.

Tutte le armi rinvenute dai poliziotti erano rubate e nascoste, come riporta il Diario di Biella – nel primo piano di uno dei capanni presenti all’interno dell’accampamento dei nomadi in via Cascine Forneris.

La polizia ha dunque provveduto al sequestro delle armi e anche di due automobili con motore modificato, di due biciclette, di due chitarre elettriche e anche di una valigetta con all’interno apparecchiature elettroniche mediche di grande valore. Per tutto questo sono state denunciate tre persone, accusate di ricettazione.

Questo il commento del questore di Torino, Francesco Messina: "La presenza di armi di questo tipo è preoccupante. Sono tutte rubate. Le indagini proseguono per risalire alla provenienza e per capire se sono state utilizzate per commettere reati. Spesso - le cosche di 'Ndrangheta lasciano le armi in custodia a soggetti di etnia sinti".



Rapine in pieno giorno e inquilini ostaggio dei nomadi abusivi
Cristina Bassi - Mar, 23/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/milano/ra ... 91503.html

Gli occupanti regolari delle case Aler di San Siro: «Siamo abbandonati, nessuno fa nulla»

«Per favore, non scriva il mio nome. Sennò poi non posso più andare in giro»: una cautela che in questi palazzi Aler di via Morgantini, quartiere San Siro, non è dettata dallo scarso coraggio ma dallo spirito di sopravvivenza.

L'inquilina ha 70 anni e vive sola in un appartamento di edilizia popolare. Non è certo la prima che denuncia le difficoltà dei condòmini dei civici 3 e 5 della via, stesso cortile. «Uno dei due stabili è quasi tutto occupato abusivamente - spiega -, sono più gli irregolari, soprattutto nomadi e immigrati islamici, degli abitanti che ne hanno diritto. Nell'altro ci sono quattro alloggi liberi e gli inquilini regolari sono terrorizzati di sentire le picconate di chi butta giù la porta. Noi anziani veniamo rapinati in pieno giorno e abbiamo paura ad uscire. La polizia? La maggior parte delle volte la chiamiamo, ma non viene».

Non c'è livore nel tono di voce di questa signora. Solo lo sconforto che sta per prevalere sulla voglia di farsi sentire. «Le racconto la mia esperienza. Quando ci accorgiamo di un'occupazione, chiamiamo le forze dell'ordine e l'Aler. Tra l'altro gli ispettori dell'azienda ci dicono che sono sotto organico e più di tanto non possono fare... Comunque fanno l'intervento, c'è lo sgombero e vengono sbarrate le porte con le lastre in metallo». Entro le successive 12 ore però l'incubo ricompare. «Tornano gli stessi abusivi - continua la 70enne - e con il piccone spaccano il muro intorno alla porta e scardinano le lastre. Entrano e lì restano indisturbati. Sanno ormai che non ci sarà un secondo intervento. L'Aler li fa cacciare una volta sola insomma».

Gli inquilini regolari si dividono tra sfiduciati e «rompiscatole». Aggiunge l'anziana inquilina: «Lo dico sempre ai miei vicini, a chi come me paga affitto e spese: Telefoniamo e denunciamo. Però loro giustamente mi rispondono che poi non succede nulla». L'ultima occupazione è di pochi giorni fa: «È morta una signora e la famiglia ha liberato l'alloggio e riconsegnato le chiavi. Dopo 48 ore dentro c'era un uomo spuntato dal nulla. La dirimpettaia ha fatto diverse chiamate per segnalarlo. Le hanno risposto con tono scocciato: Ma lei ha già telefonato quattro volte...». Gli sputi, gli insulti, le rapine e la paura. «Un paio di settimane fa un'anziana inquilina, che ha le gambe un po' malferme, è stata aggredita in cortile da tre uomini. Tornava a casa con le borse della spesa, erano appena le 7 di sera. In due l'hanno bloccata per le braccia e un terzo le ha strappato la catenina. In piazzale Selinunte c'è la polizia, ma alle 17.30 va via. Io però ho paura la sera. Non esco di pomeriggio, neppure per andare in centro magari a vedere una mostra. Perché ho timore a rientrare col buio».

Le denunce? «Non le facciamo quasi mai. Sarebbero contro ignoti... E poi ci sentiamo abbandonati, ormai a San Siro gli italiani sono solo anziani. Ci sentiamo noi i migranti». Gli abitanti del quartiere hanno un dubbio: «Forse c'è un accordo tra le istituzioni per lasciar correre sulle occupazioni. Così tutte queste persone irregolari non restano per strada». Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Comune, su casi come questo fa interventi frequenti in Consiglio: «Ho anche inoltrato le segnalazioni alla Questura - spiega -. Ma in certe aree la situazione è fuori controllo. Servono sgomberi su larga scala».


Tiburtina, rom prendono d'assalto una pizzeria
Francesco Curridori - Sab, 27/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/tibu ... IImZz2jsHw

Non c'è pace per il quartiere Tiburtina. A pochi giorni di distanza dall'aggressione di cui è stata vittima un residente del luogo, via Teodorico oggi è stata teatro di una tentata rapina alla pizzeria I Magnifici da parte di un gruppo di rom
A pochi giorni di distanza dall'aggressione di cui è stata vittima un residente del luogo, via Teodorico oggi pomeriggio è stata teatro di un nuovo episodio di violenza e soprusi.

Questa volta i protagonisti non sono dei migranti o i clochard che abitano sotto il cavalcavia ma un gruppo di rom che ha fatto irruzione dentro la pizzeria I Magnifici. "Ci hanno già derubato 4 o 5 volte ma sempre di notte. Oggi, invece, due rom sulla 40ina con al seguito due bambine, sono entrate nel locale verso le 13,30", ha raccontato al giornale.it Donato Annunziata, uno dei titolari della pizzeria, sempre più preoccupato per il clima di degrado della zona.

Se l'altro giorno era uscito dalla pizzeria per soccorrere la vittima di un aggressore nordafricano, stavolta il tragitto è stato più breve. Dalla cucina alla cassa. "Tutto si è concluso nel giro di uno-due minuti ma la paura è stata tanta. Non appena mia madre ha urlato, io e mio fratello ci siamo precipitati e, fortunatamente, non sono riusciti a rubare nulla". Certo è che i rom sono riusciti a farla franca anche questa volta perché, fuori dalla pizzeria, ad aspettare le ladre c'era un furgone coi vetri oscurati. "Siamo in via Teodorico da 12 anni ma ogni giorno è sempre peggio, la zona è sempre più calda e degradata", dice allarmato il signor Donato che ora, preoccupato anche per i mancati incassi, pretende di poter installare delle telecamere di videosorveglianza e l'intervento delle forze dell'ordine con un presidio fisso.


Il fortino dei sinti in via Chiesa Rossa Armi e rapine, sono tutti pregiudicati
Milano, 28 agosto 2014

https://milano.corriere.it/notizie/cron ... 1749.shtml

Aperto dal Comune nel 1999, doveva essere il «campo modello». Nell’area attrezzata alla periferia Sud vivono 250 nomadi italiani

Lasciate ogni speranza, voi che entrate. Anzi, se potete statene alla larga. L’inferno ha questo indirizzo: via della Chiesa Rossa 351. Una stradina asfaltata che corre sulla sinistra del Naviglio, quasi al confine con Valleambrosia e Rozzano. Un recinto di metallo dal quale sbucano poche lussuosissime roulotte e casette prefabbricate negli anni trasformate in ville, con statue da giardino e figure mitologiche.
Nei quattro vialetti che dividono questo enorme rettangolo «urbano» circondato dai campi di mais e frumento, ci sono auto parcheggiate ridotte ormai a scheletri e altre, Bmw e Mercedes, con pochi mesi di vita. Nuove e lussuose. E anche le case nascondono tesori e televisori al plasma dalle dimensioni esagerate, mobili pregiati e un infinito campionario di oggettistica dal dubbio gusto ma dal valore consistente.
Ecco il campo nomadi comunale di via Chiesa Rossa. Gli abitanti sono poco più di 250. Ma i numeri sono «variabili» in barba ai regolamenti comunali e a quei patti per la legalità voluti dal Comune. Perché le famiglie - quasi tutti si chiamano Hudorovich, Braidich e Deragna - sono imparentate tra loro e hanno legami stretti con quelle del campo di via Negrotto. Così succede che chi finisce agli arresti domiciliari possa indicare di volta in volta la dimora in un insediamento piuttosto che nell’altro. Tanto sempre di terra amica si tratta.

Gli assalti agli spedizionieri

Amica per qualcuno e ostile per molti altri. Autotrasportatori, corrieri, rappresentanti di merce preziosa o di alta tecnologia, non importa. Tutti vengono invitati a presentarsi all’anonimo indirizzo di via Chiesa Rossa 351 (indicato da un cartello lungo la strada) e poi finiscono regolarmente minacciati e derubati, se non aggrediti e cacciati a colpi di fucile. Succede spesso, quasi ogni giorno. Tanto che il famigerato «351» è ormai segnalato in tutti gli archivi degli spedizionieri come territorio da evitare, consegna da rifiutare. Il camion resta imprigionato nella via a fondo chiuso che circonda il campo, dalle case escono venti o trenta ragazzini e qualche adulto con i «ferri» in mano: pistole, vecchie doppiette o kalashnikov dell’ex Jugoslavia. L’autista è messo in fuga con le buone, altrimenti sono pistolettate sparate sull’asfalto accanto ai piedi, come nei cartoni animati sul vecchio West. Se tutto va bene il furgone viene riconsegnato dopo una mezz’ora, svuotato ma salvo.
«Tutti i residenti del campo di via Chiesa Rossa 351, maggiorenni o minori, purché di età imputabile, hanno precedenti», recita un recente rapporto delle forze dell’ordine. Tutti, donne e uomini, esclusi i minori di 14 anni che per legge non possono essere accusati di reati. Un record fatto di furti (la stragrande maggioranza), rapine, aggressioni e resistenza a pubblico ufficiale. Non mancano però reati ben più seri, dalle bande di rapinatori (25 arresti nel 2008) al tentato omicidio. L’ultimo caso è della scorsa settimana quando due nomadi di via Chiesa Rossa sono stati arrestati (tre sono ancora ricercati) dopo aver cacciato a pistolettate alcuni africani che si erano accampati nei dintorni.

Difficoltà anche per le forze dell’ordine

Sembrerà assurdo a molti, ma qui anche polizia e carabinieri hanno enormi difficoltà a mettere piede. L’ultimo episodio riguarda una gazzella dei carabinieri presa a sassate. Se arriva una segnalazione la procedura non prevede interventi solitari. Anzi, si entra solo quando si sono radunati almeno quattro equipaggi e solo se strettamente necessario. Spesso il blitz finisce in un nulla di fatto, altre si riesce ad aprire una trattativa con i «leader» del campo: se si è fortunati la refurtiva, il Tir, l’auto o lo scooter, compaiono come per incanto un paio d’ore dopo fuori dalle recinzioni, in un’area comune così da non poter attribuire responsabilità ai singoli.
Entrano con un po’ più di facilità quelli del commissariato competente (Scalo Romana) e della stazione dei carabinieri (Gratosoglio) o alcuni, selezionati, agenti della polizia locale, presenze ormai «tollerate». In questo modo, solo la polizia ha recuperato negli ultimi mesi una cinquantina di ruspe Bobcat rubate dai cantieri. La specialità dei nomadi di Chiesa Rossa. Ma per ottenere risultati servono prove di forza massicce. In un caso, ad esempio, i poliziotti avevano avuto la certezza che nell’area si trovassero delle statue rubate in una villa. Blitz con 150 agenti e statue lasciate, il mattino dopo, fuori dal commissariato di via Chopin: trasportate di peso e riconsegnate.

La truffe ai danni dei mobilieri brianzoli

Dai «cugini» di via Negrotto, quelli di via Chiesa Rossa hanno appreso il gusto per il design. Lo sanno bene i mobilieri della Brianza truffati e rapinati con maxi ordinazioni di arredi di lusso che puntualmente venivano «svaligiati» dai camion. «Noi siamo operai, ci spacchiamo la schiena nei cantieri. Sono tutte bugie», si giustificano gli abitanti. Nel 2009 ad alcuni nomadi vennero sequestrati beni per 2 milioni di euro: una villa con piscina a Dairago e auto di lusso. Il campo è stato creato nel ‘99 per gli sfollati di via Palizzi, via Fattori e Muggiano. Secondo i piani di Palazzo Marino doveva diventare «l’insediamento modello» per Milano. Chissà se la pensano ancora così.


Firenze, negoziante pestato e derubato da rom in pieno giorno
Federico Garau - Mar, 21/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 98663.html

I tre malviventi sono entrati in pieno giorno nella tabaccheria-ferramenta: dopo le botte contro la vittima, la cassa è stata svuotata. Costole rotte e frattura dell'osso sacro, il negoziante ha ricevuto una prognosi di 40 giorni

Pestato e rapinato da tre malviventi stranieri mentre lavorava nel suo negozio di piazza Cavour a Barberino del Mugello (Firenze).

Vittima Massimo Castella, proprietario di una tabaccheria-ferramenta, nato a Sanza in provincia di Salerno ma da anni ormai in Toscana. Durante il primo pomeriggio dello scorso lunedì 13 maggio, per la precisione intorno alle 14, nel locale sono entrati tre extracomunitari. I rapinatori, a volto scoperto, hanno tentato di spingerlo verso la parte posteriore del negozio, per condurlo all'interno di una piccola stanza che si apre sul corridoio.

Inutile il tentativo di fuga della vittima, che, comprendendo di esser finito in trappola, ha provato a raggiungere la porta d'ingresso. Gli stranieri, infatti, lo hanno portato a forza nella camera e lì lo hanno pestato senza pietà. Violenti pugni e calci si sono abbattuti sull'uomo, anche quando si trovava a terra, tanto forti da lasciarlo tramortito in un lago di sangue.

Col proprietario fuori combattimento, gli extracomunitari hanno potuto agire indisturbati nel negozio ed uscire con tutto il denaro presente in cassa, un ingente danno economico ancora in via di valutazione.

La vittima è stata trasportata all'ospedale di Borgo San Lorenzo (Firenze), dove è stato ricoverato. Numerose le lesioni riportate durante il pestaggio, tra cui la frattura dell'osso sacro e due costole rotte, oltre alle varie ferite e contusioni al collo ed al viso. Per un totale di 40 giorni di prognosi.

Castella ha ricevuto la visita del vicepremier Matteo Salvini, che gli ha espresso massima solidarietà in un video registrato in sua compagnia. "Lui è messo così perché stava lavorando in un giorno normale. Gli sono entrati in negozio, in tabaccheria, tre rom, tre zingari si può dire, e l'hanno conciato così. 40 giorni di prognosi. Non è normale.", racconta il ministro dell'Interno, come riportato da "Il Mattino".

"La sicurezza è una necessità anche in pieno giorno, anche in pieno centro, anche in città stupende come Firenze. Io posso assumere, come sto facendo, poliziotti, carabinieri etc., poi però anche i sindaci devono fare il loro e i delinquenti devono aver paura, cosa che in Italia non accade".


Presa la baby gang di rom che terrorizzava l'Appio Claudio: il "capo" ha 13 anni
Andrea Pegoraro - Sab, 05/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/catt ... 0Dj72bTfos

La banda minacciava i loro coetanei e li costringeva a cedere biciclette e soldi. Due ragazzi hanno trovato la forza di denunciare quanto accaduto

Prendevano di mira i loro coetanei e minorenni e li costringevano a cedere tutto quello che avevano.

Per questo motivo una baby gang è stata fermata dalla polizia di stato per i reati di rapina aggravata e tentata estorsione.

Come riporta Il Messaggero, la banda di giovani operava nel quartiere dell’Appio Claudio, che si trova nella zona sud est della Capitale. Tra giungo e luglio la baby gang aveva terrorizzato il quartiere perché obbligava i loro coetanei, sotto minaccia di essere picchiati, a consegnare biciclette e soldi e tutto quello che avevano. Al commissariato di polizia Tuscolano sono giunte diverse segnalazioni ma solamente due ragazzi hanno avuto il coraggio di denunciare quanto accaduto. Entrambi i giovani hanno fornito delle utili indicazioni per risalire all’identità della banda, la quale induceva le vittime a non raccontare nulla ai genitori e alle forze di polizia e lo faceva in modo aggressivo.

Così dopo una scrupolosa indagine, gli agenti sono riusciti a scoprire le generalità di tutti i componenti della baby gang, composta da un ragazzo appena diciottenne, da un altro di 16 anni e da un giovane di 13 anni figlio di nomadi, considerato il capo del gruppo per la sua fermezza. La Procura ha disposto quindi un ordine di custodia cautelare in carcere per il maggiorenne, l’obbligo di permanenza in casa per il minorenne, misura stabilita dalla Procura presso il Tribunale dei minorenni. Infine, il nomade, che all’epoca dei fatti era minore di 14 anni, è non imputabile ed è stato segnalato all’autorità giudiziaria.


Rapine per vivere come i nababbi: famiglia sinti in carcere
Venerdì 7 Febbraio 2020
Marina Lucchin

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... ncgKelZLrY

PADOVA - Erano pronti a tutto per il denaro. Anche a picchiare delle donne, magari davanti agli occhi dei loro figli pur di mettere le mani sulla borsetta. D'altro canto due di loro sono esperti pugili che sul ring hanno conquistato anche numerose medaglie. Ma tolti i guantoni, il gancio dritto e rovescio hanno iniziato a usarlo anche per mettere a segno i colpi sotto gli attenti occhi di mamma e papà, veri boss della banda che poi elargivano loro una mancia di 50 o 100 se la rapina andava a buon fine. Il resto del denaro restava in ogni caso in famiglia. Dopo aver saldato i conti con gli altri complici, i soldi servivano a mantenere alto il tenore di vita cui si erano abituati tra orologi preziosi, abiti firmati e anche feste di compleanno da vip, con così tante torte da sembrare di essere ancora in pasticceria.

Ora però i carabinieri hanno messo dietro le sbarre la banda di sinti che era diventata il terrore dei commercianti cinesi, anche se non disdegnava di rapinare pure automobilisti italiani o turisti fermi all'autogrill: cinque gli arresti in esecuzione della custodia cautelare in carcere, disposta dal gip Domenica Gambardella, eseguiti ieri mattina all'alba dal comando provinciale dell'Arma. A finire dietro le sbarre sono Millas Manolito, 39 anni, il figlio 21enne Joscioal, il cugino Cristian Gottardo di 32 anni, il fidanzato della cugina Morouen Latrech, marocchino 25enne e l'amico Giorgio Caldaras, 30 anni. In cella c'è anche l'altro figlio di Manolito Millas, Naichel, di cui se ne sta occupando il Tribunale dei Minori di Venezia visto che all'epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 18 anni. La moglie, e madre dei due promettenti boxeur, è la 36enne Federica Hudorovich, che assieme all'altro complice, l'esperto di auto Andrea Melato, di 39anni, cui il giudice ha disposto l'obbligo di dimora.


L'INDAGINE
A eseguire l'indagine, diretta dal pubblico ministero Benedetto Roberti, i carabinieri del comando provinciale del colonnello Luigi Manzini, della compagnia di Piove di Sacco e della stazione di Legnaro del comandante Marialdo Rossin.

I componenti della banda non hanno mai avuto un lavoro onesto. Fare i banditi era la loro vera occupazione tanto che mettevano a segno anche due o tre colpi al giorno per mantenere i lussi della propria famiglia. Dal Rolex al polso del figlio, agli orecchini d'oro della bambinia, dalla borsa Louis Vouitton della mamma, alle scarpe Gucci da 495 euro del papà. L'indagine, durata quasi un anno, è stata avviata dopo la tentata rapina avvenuta nel marzo 2018 ai danni di un commerciante cinese residente a Sant'Angelo di Piove di Sacco. In quell'occasione tre banditi travisati, tagliarono le gomme dell'auto della vittima e poi l'aggredirono con lo spray urticante mentre tentava di cambiare lo pneumatico assieme al figlio e alla moglie, che teneva sulle spalle lo zainetto che i malviventi avevano puntato. La famiglia di cinesi si ribellò con così tanta disperazione, che la banda dovette fuggire. Ma da lì sono partiti i successivi accertamenti che hanno portato i cinque dietro le sbarre.

I REATI
I banditi sono accusati di associazione per delinquere dedita alla commissione di rapine e furti. Si concentravano particolarmente nella Zona Industriale di Padova per i sette furti a loro carico, mentre le rapine (cinque) avvenivano a Saonara (dove dimorano diversi commercianti del Centro Ingrosso Cina. Sono accusati anche di sequestro di persona, per aver rinchiuso per un'ora contro la loro volontà una coppia di debitori nell'abitazione di Manolito Millas. Il gruppo criminale disponeva anche dell'appoggio di una rete di ricettatori, nonché di canali utili a procurarsi, dall'estero, macchine di grossa cilindrata da utilizzare nelle azioni criminali. Nel corso delle indagini è stata sequestrata un'autovettura Bmw, parzialmente blindata per resistere meglio ad eventuali conflitti a fuoco con le forze dell'ordine.


Operazione Derrick tra Puegnago e Soiano: arresti e beni sequestrati
05 giugno 2012

http://www.bresciatoday.it/cronaca/soia ... aidic.html

Sono in tutto otto le persone che sono state arrestate all'alba di oggi dalla squadra mobile di Brescia in collaborazione con la questura di Trento. Due arresti, è stato spiegato in una conferenza stampa in Procura, sono stati eseguiti a Soiano del lago: in manette sono finiti Antonio Braidic, 53 anni, detto "Derrick" (da qui il nome dell'operazione) ed il figlio Giovanni, classe 1989.

Nella villa sequestrata a Puegnago sono state arrestate Roberta e Loredana Braidic. A Padenghe è invece stato individuato ed arrestato il 41enne Marco Braidic, detto "Dimitri"; insieme ad Antonio Braidic era a capo della banda.

- Un sequestro anche a Soiano: la gente applaude
- Tra le vittime delle truffe Sinti anche Dario Bonetti, ex Milan

A Casalmoro, in provincia di Mantova, la polizia ha fermato Carlo Caldaras. I sette sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a truffe, furti e rapine. Infine a Castiglione delle Stiviere è stato arrestato in flagranza uno dei fiancheggiatori della banda, il siciliano Salvatore Ferreri, trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa.

L'ottavo è stato arrestati a Venezia, Romeo Dorovic In tutto sono otto le misure cautelari in carcere emesse. All'appello manca quindi un altro membro della banda di sinti. Venti, invece, le persone indagate in stato di libertà. Nella conferenza stampa è stato confermato che tra le vittime della truffa c'é stato anche Dario Bonettire.

Le indagini continuano per capire perché alcune vittime si siano presentate con del denaro agli appuntamenti con i sinti, sedicenti mediatori immobiliari o magnati russi, cui avrebbero soltanto dovuto vendere beni di lusso. Gli inquirenti stanno verificando se si sia trattato di un giro di denaro 'sporco' da riciclare.

"La versione dei fatti fornita alla polizia da alcune vittime delle truffe manca di alcuni passaggi" ha spiegato il procuratore capo di Brescia, il dottor Fabio Salamone.


Roma, rapinano e picchiano donne e anziani al bancomat in zona Appio: arrestate due rom di 15 e 19 anni
sabato 19 dicembre 2020

https://www.ilmattino.it/primopiano/cro ... 55326.html

In due, una 15 anni l'altra 19 e incinta, puntavano giovani donne e anziani in fila al bancomat per rapinarli dei soldi appena prelevati aggredendoli in caso di resistenza. Ad arrestare la maggiorenne (la posizione della complice è al vaglio della Procura dei Minori) sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante e gli agenti del VII Distretto di Polizia che da tempo erano sulle loro tracce proprio in considerazione degli episodi denunciati negli ultimi mesi ai danni di persone rapinate e picchiate durante le fasi di prelievo in diversi dispositivi Atm nella zona San Giovanni Appio-Latino.
Nella mattinata del 12 dicembre scorso le due rom sono state identificate e controllate in zona Piazza Re di Roma, nei pressi di uno sportello bancomat dell'Unicredit. Dall'analisi delle denunce presentate dalle vittime e con mirati riscontri probatori, gli investigatori, coordinandosi con il Sostituto Procuratore di turno del Pool Reati contro il patrimonio della Procura, hanno sottoposto la rom maggiorenne a fermo di indiziato di delitto, portandola poi nella casa circondariale di Rebibbia. La posizione della ragazza di minore età, è al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. Le indagini proseguono per l'esame di ulteriori episodi e non si esclude che le due indagate possano aver adottato lo stesso modus operandi anche in altre zone del territorio capitolino.


Fermata banda di rom, ben 12 rapine durante il primo lockdown
Federico Garau
16/03/2021

https://www.ilgiornale.it/news/roma/fer ... 1615893551

Per il gip c'è il serio pericolo che "gli indagati, se liberi di circolare, commettano altri gravi delitti della stessa specie"

Hanno approfittato del lockdown per commettere furti all'interno di supermercati e negozi chiusi e adesso, ad un anno di distanza, i 6 cittadini rom facenti parte della banda sono stati arrestati e messi in stato di fermo.

I malviventi, secondo quanto riferito dalle autorità locali, erano riusciti a mettere a segno un totale di 12 rapine nella primavera dello scorso anno, quando l'intero Paese si trovava bloccato a causa delle misure restrittive emanate dal governo Conte per arginare la diffusione del Coronavirus. Ad essere presi di mira diversi supermercati e centri commerciali presenti sul territorio del Lazio, nello specifico a Roma, Pomezia, Fiumicino e nella zona dei Castelli romani. La banda entrava in azione di notte. I furti commessi a ripetizione avevano portato nelle tasche dei criminali un bottino di 130mila euro.

Ad occuparsi delle indagini i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Frascati, cordinati dalla procura della Repubblica di Velletri, che hanno collaborato con i colleghi della compagnia di Anzio. L'attività investigativa ha infine portato alla cattura dei 6 sinti, rintracciati ed arrestati nel corso della mattinata di ieri nella zona di Salzare, alle porte di Tor San Lorenzo (frazione del comune di Ardea).

Stando a quanto ricostruito dai militari, la banda soleva riunirsi all'interno dell'abitazione di Ardea del loro leader, una roulotte situata in via Acque Basse. Qui venivano organizzati i colpi, messi poi a segno al calare della notte, quando le strade, già poco frequentate a causa dei provvedimenti anti-Covid, si svuotavano del tutto. Il coprifuoco ed il divieto di spostamento venivano completamente ignorati dai 6 rom, che si approfittavano della situazione per poter agire indisturbati all'interno degli esercizi commerciali chiusi. Ad essere portato via non soltanto il denaro contenuto nelle casseforti, ma anche prodotti alimentari. Ogni membro del gruppo aveva un preciso compito: alcuni restavano all'esterno dei locali per fare da pali ed informare tramite ricetrasmittente i compagni che stavano commettendo il furto, mentre un altro componente della banda si occupava di disattivare il sistema di sicurezza e le videocamere di sorveglianza.

Con questo modus operandi il gruppo era riuscito a mettere a segno i primi 6 colpi, a cui si erano poi aggiunti ulteriori 6 tra marzo e maggio dello scorso anno (per un totale quindi di 12). Per i primi 6 la banda di rom era già finita in manette, ma il pericolo di recidiva ha convinto le autorità locali a procedere con un secondo arresto. Preziose per arrivare alla cattura le immagini estrapolate dalle videocamere di sorveglianza: in particolare l'abbigliamento scelto dal capo banda (un giubbotto di marca) avrebbe aiutato gli inquirenti ad arrivare alla sua identificazione.

Accusati dei reati di associazione a delinquere, furto in danno di negozi legati alla grande distribuzione ed estorsione (nei confronti di un componente della banda, poi cacciato), i 6 rom si trovano ora a disposizione dell'autorità giudiziaria: 4 di loro sono in carcere, mentre 2 hanno ottenuto i domiciliari. Nel provvedimento di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari Gisberto Muscolo e riportata da Il Messaggero, si fa esplicito riferimento al pericolo che "gli indagati, se liberi di circolare, commettano altri gravi delitti della stessa specie di quelli per cui qui si procede".


Aggrediscono un muratore e gli rubano lo stipendio, arrestati
Imola Oggi
31 luglio 2021

https://www.imolaoggi.it/2021/07/31/agg ... stipendio/

Roma – Hanno aggredito un muratore, rapinandolo, e poi sono fuggiti a bordo di un bus Atac. I tre, però, non avevano fatto i contri con i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia San Pietro che, unitamente ai colleghi della Stazione Roma Madonna del Riposo, del Nucleo Radiomobile di Roma e dell’8° Reggimento Lazio, li hanno inseguiti.

A finire in manette tre romeni, di 39, 33 e 21 anni, tutti senza occupazione e già noti alle forze dell’ordine, con le accuse di rapina, lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale. I tre, ieri sera, hanno avvicinato un loro connazionale in circonvallazione Cornelia e, dopo averlo aggredito, lo hanno derubato di 1.270 euro in contanti, compenso del suo lavoro di muratore. I malviventi sono poi fuggiti salendo a bordo di un autobus linea Atac 791.

I Carabinieri sono intervenuti a soccorso della vittima e, dopo aver acquisito le prime indicazioni e le informazioni sui rapinatori, hanno effettuato delle ricerche. Poco dopo, i Carabinieri hanno notato i malviventi a bordo dell’autobus all’altezza di piazza Carpegna e li hanno bloccati.

Nel corso dell’identificazione, i fermati hanno opposto resistenza e uno dei tre, il 21enne, ha spintonato e scalciato nei confronti di un Carabiniere. Gli arrestati sono stati portati in caserma e trattenuti nelle camere di sicurezza, in attesa del rito direttissimo mentre la vittima della rapina è stata ricoverata in osservazione presso l’ospedale Gemelli per le lesioni riportate al volto.


Furti e ricettazioni: arrestate sei persone. Tra i colpi contestati a due indagati anche la violenta rapina ad imprenditore e modella
2017/02

http://www.tvprato.it/2017/02/furti-e-r ... -e-modella

Sei arresti e sette denunce per furti, rapine e ricettazione da parte dei carabinieri del nucleo investigativo di Prato. L’operazione “Prato sicura 2”, che ha visto coinvolti 40 militari, è stata coordinata dal sostituto procuratore Antonio Sangermano e prende le mosse dall’inchiesta sulla banda del Soccorso. Uno dei componenti di quel gruppo è accusato di aver ceduto della refurtiva ad uno degli arrestati di oggi: Thomas Halilovic, finito in carcere assieme a Daniele Cannavò e Sebastian Ahmetovic. Gli arresti domiciliari hanno riguardato Michele Maraventano, Simone Ahmetovic e Qianggiang Zhou (nella foto).
Gli investigatori hanno fatto luce su una serie di episodi delittuosi nell’arco temporale di un anno, raccogliendo prove a carico dei sei soggetti arrestati, permettendo di accusarli di diversi furti in abitazione e in attività commerciali, tra cui l’O.B. Stock di via San Giusto.
L’obbiettivo dei malfattori – alcuni dei quali giovani nomadi nati a Prato e dimoranti in camper a Vergaio, in viale Marconi e al campo di Poggio a Caiano – era il denaro ma anche beni di lusso quali orologi preziosi e monili in oro, mentre in due casi gli indagati sono entrati in ditte tessili per rubare decine di macchine da cucire destinate ad essere vendute al mercato nero. Le indagini sono state portate avanti grazie all’analisi di immagini di videosorveglianza ed intercetttazioni telefoniche, ma anche con metodi “classici”: pedinamenti e riconoscimenti fotografici delle vittime.
Tranne il cittadino cinese, i soggetti sono tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio e proprio la loro condotta nei crimini contestati ha fatto emergere una spiccata pericolosità sociale che ha convinto il gip Pallini ad emettere le misure cautelari. In totale gli episodi contestati sono 12 e, assieme ai sei arrestati, risultano indagati altre sette persone che avrebbero partecipato a vario titolo agli episodi criminosi.
Tra i fatti contestati a due indagati (ma i gravi indizi di colpevolezza sono stati respinti dal gip per la mancata certezza del riconoscimento fotografico) c’è anche la violenta rapina subita nell’aprile 2015 dall’imprenditore della Beste Marco Santi e dalla fidanzata, la modella russa Yulia Sadchikova, che furono pedinati e costretti ad uscire dall’automobile sotto la minaccia di una pistola. I due banditi colpirono alla testa l’imprenditore con il calcio dell’arma e presero a pugni la donna per farsi consegnare i due orologi Rolex indossati dalla coppia.
Durante l’operazione di stamani, i militari hanno trovato e sequestrato nell’abitazione di uno degli arrestati una pistola ad aria compressa, priva del tappo rosso e del tutto identica ad un’arma vera. L’arma (nella foto sopra) era nascosta in un armadio e non si esclude possa essere servita a scopo intimidatorio per commettere dei reati. Durante l’indagine, i carabinieri in alcuni casi sono riusciti a recuperare della refurtiva per poi restituirla ai legittimi proprietari, come le macchine da cucire, un orologio prezioso e alcuni strumenti elettronici di valore (smartphone e tablet).


Madre e figlia di Najo Adzovic rapinate e ferite al mercatino dell'usato
Mauro Cifelli

http://www.romatoday.it/cronaca/rapina- ... gnina.html

Accerchiate, rapinate e costrette alle cure dell'ospedale dopo essere state ferite con i coltelli ed i cacciaviti con i quali la banda le ha minacciate e derubate di una collana d'oro. Vittime della rapina madre e figlia di 46 e 16 anni. Le due, residenti nel campo di Salone, sono la moglie e la figlia di Najo Adzovic, ex delegato ai rapporti con i rom durante la Giunta del sindaco Gianni Alemanno.

Contattato da Romatoday è lo stesso Najo Adzovic a raccontare lo choc che hanno vissuto la moglie e la figlia: "Sono state rapinate domenica scorsa mentre erano ad un mercatino dell'usato vicino al Terminal Anagnina". Ad aggredirle e rapinarle "un gruppo di rom del campo de La Barbuta - spiega ancora il 46enne bosniaco -. Mia moglie e mia figlia sono ancora provate da quanto accaduto, una brutta esperienza che difficilmente dimenticheranno".

Una aggressione brutale. Oltre ad essere state rapinate della collana d'oro, "sono state anche ferite con i coltelli ed i cacciaviti con i quali questi delinquenti le hanno aggredite". Ferite all'addome, al braccio ed al polpaccio madre e figlia sono infatti state costrette alle cure del Policlinico Casilino, la madre dimessa con 15 giorni di prognosi, mentre per la 16enne la prognosi è di 20 giorni, con la minorenne ancora in osservazione al nosocomio di via Belon di Torre Maura.

A rendere ancora più amara l'aggressione anche altri fattori: "Si è trattato - denuncia Najo Adzovic - di una aggressione vile di fronte a decine di italiani che non hanno mosso un dito per aiutarle e soccorrerle". A mettere in atto la rapina: "un gruppo di delinquenti che vivono nel campo della Barbuta". Proprio nella baraccopoli posta ai confini tra i Comuni di Roma e Ciampino è stato poi individuato uno degli aggressori. "E' stata mia moglie a riconoscerlo dopo essere andata con le forze dell'ordine nel campo Barbuta". "Alla vista della mia signora uno dei quattro aggressori ha provato a fuggire ma è stato poi fermato dagli agenti".

Oltre al danno anche la beffa rappresenta dal "mancato arresto di uno dei colpevoli dell'aggressione - rincara la dose Najo Adzovic -. Sappiamo bene chi è, ma stupisce il fatto che sia stato solamente denunciato a piede libero e non arrestato, una assurdità". L'ex delegato ai rapporti con i rom della giunta Alemanno poi aggiunge: "Mi auguro che venga fatta giustizia al di la del colore della pelle sui complici dell'uomo riconosciuto da mia moglie quale autore della rapina e dell'aggressione".

Un lungo sfogo quello del 46enne residente nella baraccopoli di via di Salone con la propria famiglia: "Vorrei che il Comune di Roma si costituisse parte civile per tutelare mia moglie e mia figlia, entrambe cittadine italiane e romane, per punire severamente chi commette questi crimini". "Queste persone - conclude Najo Adzovic - sono un gruppo di criminali che tutti conoscono che con le loro attività gettano fango sugli altri rom onesti ed integrati nella città di Roma".


Roma, rapinato all'ospedale da due rom: il paziente camminava in vestaglia

Marco De Risi
Martedì 31 Ottobre 2017

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca ... 35529.html

Dal letto d’ospedale, un sessantenne, ha deciso di recarsi nel giardino per riposare su una panchina, vicino ad un pò di verde, con indosso il pigiama e la vestaglia. Pensava di essere al sicuro all’interno della struttura alla Magliana ma invece è stato aggredito da due giovanissimi che gli hanno strappato dal collo la catenina. È accaduto ad un sessantenne al San Giovanni Battista di via Luigi Ercole Morselli.

Gli aggressori, così come sono stati descritti da vittima e testimoni, sarebbero due nomadi probabilmente minorenni. Forse non a caso, secondo gli investigatori, la coppia di scippatori è fuggita a piedi verso il campo nomadi di via Candoni che è molto vicino rispetto all’ospedale. Non è la prima aggressione a scopo di rapina che si verifica nel nosocomio.

«Questi malviventi - commenta un paziente - hanno il coraggio di entrare nell’ospedale dove prendono di mira i pazienti anziani che molto spesso non possono reagire proprio a causa dell’età e dei problemi di salute. Sono degli sciacalli».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:03 am

Rapinavano distributori, arrestati rom - Sgominata gang con base nel campo nomadi via Negrotto, a Milano

15 dicembre 2014

http://www.ansa.it/lombardia/notizie/20 ... ce8cf.html

(ANSA) - MILANO, 15 DIC - Per assaltare le colonnine dei distributori di carburante non esitavano a servirsi di armi, persino da guerra: i Carabinieri di Varese hanno sgominato una banda costituita da otto rom da anni stanziali nel campo nomadi di via Negrotto, a Milano, ritenuti autori di numerosi furti aggravati. Per abbattere le colonnine si servivano di trattori, autocarri o ruspe rubati nelle vicinanze, poi le caricavano su auto di grossa cilindrata anch'esse rubate o con targhe clonate.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:03 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:03 am

11/8) furti d'auto dei pezzi di ricambio e nelle auto, nei camion e nei furgoni degli artigiani


Lascia l'auto accesa con il figlio a bordo, rom sale e la ruba: poi si schianta. Caccia all'uomo
7 dicembre 2019

https://www.ilmessaggero.it/italia/furt ... e6WYrOblts

CANDIANA (Padova) - È andato con il figlio di 8 anni a prendere un amichetto a fine allenamento ai campi sportivi di Candiana. Ha lasciato l'auto, un'utilitaria, con il motore acceso e il piccolo a bordo. Tre ladri hanno visto la vettura e hanno pensato bene di rubarla. Uno di loro è uscito dall'abitacolo di una seconda vettura, sempre un'utilitaria e si è messo al volante della macchina del padre di famiglia. Quest'ultimo, un quarantenne, si è aggrappato alla portiera ma non è riuscito a bloccare il malvivente.

Il bandito nella fuga è andato a collidere con l'auto dei complici. Il bambino, impietrito nel posto posteriore dell'abitacolo, è rimasto illeso. I tre ladri, tutti di etnia rom sono fuggiti a piedi, ma in una vera caccia all'uomo durata fino a tarda notte sono stati arrestati dai Carabinieri e trasportati al carcere Due Palazzi. Devono rispondere in concorso di resistenza a pubblico ufficiale e furto.


Roma, arrestati sei rom: così depredavano le auto
Michele Di Lollo - Mer, 02/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/ferm ... 0XvUQ9ps_s

I sei nomadi, arrestati dai carabinieri, avevano commesso 13 colpi nel giro di un mese. Aprivano lo sportello di una vettura in sosta e in pochi secondi portavano via tutti i bagagli

Una banda di nomadi è stata sgominata dai carabinieri di Roma.

Erano in sei e sono stati tutti arrestati. Sono accusati di furti su auto avvenuti negli ultimi mesi. Tra le vittime anche una coppia di inglesi a cui erano state rubate le valigie con all’interno le fedi nuziali.

I carabinieri del gruppo di Ostia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei sei indagati, ritenuti responsabili di aver commesso 13 colpi su autovetture in sosta in poco più di un mese. Gli arresti sono arrivati dopo una complessa attività investigativa che ha preso spunto nel marzo scorso nell’ambito del contrasto al fenomeno dei furti all’interno di autovetture e autobus parcheggiati sulle strade. Nel mirino dei ladri: auto prese a noleggio da turisti. A questi venivano sistematicamente trafugati i bagagli da parte di nomadi residenti nel campo di via della Monachina.

Il modus operandi era sistematico e particolarmente rapido nel suo svolgimento. Con estrema semplicità aprivano lo sportello dell’auto in sosta rompendo uno dei deflettori e in pochi secondi portavano via tutti i bagagli presenti, caricandoli sulla propria autovettura pronta per la fuga. I furti avvenivano spesso in pieno giorno.

Sia in zone frequentate da molti turisti come tratti dei Lungotevere e Trastevere, sia all’interno dei grandi parcheggi dei centri commerciali. L’inchiesta ha portato a un totale di 21 arresti di cui nove in flagranza di reato, consentendo la restituzione di bagagli ed effetti personali sottratti, per diverse decine di migliaia di euro come valore complessivo.

I carabinieri hanno evitato anche che venisse rovinato il viaggio di nozze a due sposini inglesi, recuperando tutti i bagagli appena sottratti dalla loro auto, compreso i regali di nozze, anello di fidanzamento e le due fedi. I criminali sono ora nei carceri di Regina Coeli e Rebibbia.


Operazione dei Carabinieri: arrestati 21 Rom. Trovati Kg d’oro, un milione di euro e pezzi di auto smontate.
Curiosity-Online.
26 Gennaio 2020

https://curiosity-online.com/2020/01/26 ... -smontate/

Il campo rom di via Bonfadini a Milano è stato “preso d’assalto” da un centinaio di uomini dei Carabinieri che hanno rinvenuto chili di oro e auto smontate per rivenderne i pezzi

Sono scattate 21 custodie cautelari, tra cui una indirizzata ad un uomo di 67 anni di etnia rom conosciuto come “lo zio”. L’uomo è alto un metro e 65 ma nonostante la sua statura è uno dei capi, se non il capo, del campo rom di Bonfadini. Infatti, sotto la mano di Angelo Guarnieri agivano moltissimi altri ragazzi della stessa etnia con reati come ricettazione di preziosi (oltre un milione di euro ritrovati), traffico di cocaina e razzia di auto che venivano successivamente smontate e rivendute nel mercato nero dei pezzi.


Ricettavano auto di lusso. Arrestati in 29, sono tutti rom
Paola Fucilieri
Ven, 22/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/milano/ri ... 43744.html


La banda di ladri ha messo a segno circa 40 colpi. I componenti uniti proprio dall'appartenenza all'etnia

Ventinove giovani uomini, imparentati l'uno con l'altro, tutti rom nati in Romania, se si eccettua un ceco.

Prendevano di mira concessionarie e rivenditori di auto, ditte e negozi di telefonia, ma eccellevano soprattutto nel riciclare la merce rubata. Questa, in breve, la banda di ladri e ricettatori di vetture di lusso sgominata dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile del gruppo di Monza. L'unico arrestato fisicamente l'altra notte (6 erano già in carcere) è il più anziano del gruppo, un 61enne specializzato nella ricettazione. Tutti comunque hanno diversi precedenti. Anche il loro capo, un 21enne, definito «piuttosto carismatico» dagli investigatori dell'Arma. Era lui a guidare bande di 6-8 persone, con un'organizzazione quasi militare specializzata nei furti di auto e di oggetti di tecnologia in tutto il nord Italia (Veneto Lombardia e Piemonte). L'organizzazione - tutta formata da giovanissimi, di cui uno anche minorenne all'epoca dei fatti - era strutturata e molto rodata: in 5 minuti i rom riuscivano infatti a rubare una macchina di grossa cilindrata. E si trattava quasi sempre di vetture ancora non immatricolate e che poi venivano rivendute all'estero. Dal luglio 2016 la banda ha messo a segno almeno una quarantina di colpi.

A tenere insieme i componenti di quella che i magistrati della Procura di Monza hanno bollato come associazione per delinquere era, fatto curioso e di grande attualità, proprio la loro appartenenza all'etnia rom.

Parlare di rom come l'«argomento del giorno» è quasi un eufemismo. Come sappiamo il neo ministro dell'Interno Matteo Salvini insiste per censirli e questa sua decisione ha creato parecchie polemiche. Va detto, però, per correttezza, che i censimenti dei campi nomadi sono sempre stati fatti dalle amministrazioni pubbliche, per quantificare il fenomeno e per aiutare a predisporre interventi di aiuto e, insieme, di ripristino della legalità. A Milano, ad esempio, aveva iniziato Riccardo De Corato quando sindaco della città era Letizia Moratti, nel 1998.

Due giorni fa, sull'onda della proposta di Salvini proprio De Corato, ora assessore alla Sicurezza per la Regione Lombardia, facendo riferimento all'articolo 6 dal Decreto legislativo del 6 febbraio 2007 ha voluto precisare che un cittadino dell'Unione europea può rimanere in uno qualsiasi degli Stati membri fino ad un massimo di tre mesi purché abbia con sé un documento identificativo e, oltre quel periodo, solo in base a determinati requisiti, altrimenti scatta il rimpatrio.

Ieri l'assessore regionale, saputo dell'operazione dei carabinieri monzesi, ha ribadito la necessità di un censimento dei rom per «una questione di sicurezza del territorio».

Del resto proprio il fatto che i componenti della banda non avessero una dimora fissa ha reso più difficili le indagini dei militari: i ladri, infatti, si muovevano molto rapidamente sul territorio nazionale ed era difficile che rimanessero nello stesso posto per più di una settimana. Anche ora 22 degli accusati si trovano fuori dall'Italia, tra Romania, Francia e Spagna.


Roma, trovate 100 auto rubate nel campo nomadi di Castel Romano
I vigili hanno rimosso già 76 veicoli dalla riserva protetta di Decima Malafede su cui sorge il campo
05 giugno 2017

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/ ... -167327693

Oltre cento veicoli rubati da cui sarebbero state 'smontate' le parti di pregio e rivendute come pezzi di ricambio nel mercato parallelo. A scoprirlo a Roma nel campo nomadi di Castel Romano, sulla via Pontina, gli agenti del Gruppo Sicurezza pubblica emergenziale della polizia locale.

I vigili, coordinati dal vice comandante del Corpo Lorenzo Botta, sono intervenuti dalla giornata di ieri riuscendo a rimuovere già 76 auto dalla riserva protetta di Decima Malafede su cui sorge il campo. In contemporanea, con l'ausilio dell' Arpa Lazio, la polizia locale ha provveduto al campionamento delle acque delle falde e dei terreni circostanti.

"Il sospetto - spiegano dalla polizia municipale è che le attività connesse allo smaltimento illecito dei rifiuti e dei quotidiani roghi connessi, possano avere irreversibilmente inquinato l'ambiente".


Operazione Carabinieri: arrestati due ladri udinesi, specializzati in furti d'auto

Redazione 08 giugno 2013
https://www.udinetoday.it/cronaca/arres ... -auto.html
Due uomini di Udine, Matteo e Cristian Braidich, di 55 e 23 anni, sono stati arrestati al termine di un'operazione dei Carabinieri di Gorizia e Gradisca d'Isonzo su otto di furti in autovetture, avvenute tra gennaio e marzo scorsi nelle province di Gorizia, Udine, Pordenone e Venezia. Durante uno di questi episodi, il 6 febbraio a Cussignacco, Cristian Braidich ha trascinato per alcuni metri una ragazzina dodicenne che si era aggrappata alla sua auto per salvare la borsa della madre.

Sul clan sinto slavo Braidich vedasi capitoli:
7/8) truffe con la lettura delle carte e delle mani, truffe dello specchietto, truffe/furto del controllo contatori acqua e gas
13/8) spaccio di banconote false


L'autoricambi illegale del campo rom di Milano sud
anno 2018
https://www.youtube.com/watch?v=vxaiCuvehx8
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:03 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:04 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:04 am

12/8) furti nei negozi, nei supermercati e nei bar e in altri luoghi pubblici, nei cantieri e nelle aziende


Ecco degli zingari che rubano nel supermercato alcuni dei loro trucchi
http://www.youtube.com/watch?v=KqgiyASSHYg

Zingari in tabaccheria.wmv
http://www.youtube.com/watch?v=SSwk1P-GuTU



Agropoli, il clan degli zingari si difende

La versione degli indagati al gip: «Nessuna regia dietro ai furti»
04 dicembre 2018
(m. l.)

https://www.lacittadisalerno.it/cronaca ... -1.2096199

AGROPOLI - Nessuna regia dietro ai furti nelle gioiellerie. Alcuni indagati nell’ambito del blitz al clan “Cesarulo- Marotta”, i cosiddetti “cavallari” di Agropoli, hanno fornito la loro versione al gip Gennaro Mastrangelo del tribunale di Salerno. Tendono, in buona sostanza, a negare l’esistenza di un’associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso. Più genericamente gli indagati hanno preferito mantenere la linea del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. È cominciato nel carcere di Fuorni la sequenza degli undici interrogatori di garanza degli indagati colpiti da misura restrittiva nell’ambito dell’operazione Faro ed è finita all’ospedale Ruggi dove, nel reparto detenuti, si trova da venerdì mattina Carmine Dolce , difeso dall’avvocato Giovanni Oricchio . Quest’ultimo ha raccontato al giudice solo di aver partecipato a qualche furto. Anche Vito Marotta , alias Corleone, difeso dall’avvocato Leopoldo Catena , ha ridimensionato gli episodi delle minacce al sindaco Adamo Coppola , anche lui negando la presenza di un disegno criminoso comune. Chi, invece, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice, ed è una delle figure di spicco del clan, è Fiore Marotta , difeso dall’avvocato Pierluigi Spadafora . Completa il collegio difensivo l’avvocato Mario Pastorino . Gli altri interrogatori degli indagati colpiti dalla misura degli arresti domiciliari sono stati calendarizzati per giovedì. Le difese, intanto, sono a lavoro per presentare istanza ai giudici del tribunale del Riesame. Secondo la procura distrettuale antimafia, pm Marco Colamonac i, la comunità rom di Agropoli si era associata e organizzata per compiere furti con destrezza nelle gioiellerie di mezza Italia. Tale lucrosa attività andava avanti almeno da una decina di anni. A parlare di un gruppo legato ai Marotta è un pentito, ritenuto attendibile dai magistrati, che fa riferimento alla ricchezza straordinaria accumulata nel tempo. Parla di oro nascosto nelle intercapedini delle abitazioni, nei cassonetti e dietro ai battiscopa. Lo stesso fa un secondo collaboratore, una donna legata in passato ad uno degli indagati. C’è poi il filone di usura, estorsioni e


Agropoli, confermato metodo mafioso: restano in cella i capi degli zingari
29 dicembre 2018

http://www.stiletv.it/news/56400/agropo ... li-zingari

AGROPOLI. Restano in carcere gli esponenti di spicco del clan degli zingari di Agropoli: al termine di un’udienza durata oltre 4 ore presso il Tribunale del Riesame di Salerno, infatti, è stata confermata la sussistenza dell’aggravante mafiosa all’accusa di associazione per delinquere, principale capo d’imputazione a carico degli indagati nell’ambito dell’operazione ‘Faro’ condotta dai carabinieri della Compagnia di Agropoli, coordinati dal cap. Francesco Manna, culminata con il blitz del 30 novembre scorso che ha portato all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, tra cui i capi storici del sodalizio criminale rom, 7 ai domiciliari e 4 obblighi di dimora. Un’operazione complessa, durata diversi mesi, coordinata dalla DDA della Procura della Repubblica di Salerno e condotta dagli uomini del NORM, guidati dal m.llo Carmine Perillo. Gli avvocati degli indagati hanno contestato l’esistenza del metodo mafioso, chiedendo che il reato principale fosse derubricato in associazione per delinquere semplice. Ipotesi, però, respinta dai giudici del Riesame, circostanza che fa restare in cella gli esponenti del clan Dolce-Marotta-Cesarulo.







I computer rubati alla scuola media trovati nel campo rom

Federico Garau - Ven, 09/08/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... cYzi7MyTYA

Grazie alle indagini dei carabinieri i ragazzi dell'istituto Gasperini di Novi di Modena potranno riavere i loro dispositivi. Trovati anche altri computer di cui ancora non si conoscono i legittimi proprietari. La frecciata di Salvini: "Anche questi fanno parte dei 'sacrifici' per costruirsi una casa?"

Il blitz dei carabinieri all'interno del campo nomadi di Mirandola (Modena) ha portato al recupero ed al sequestro di alcuni dispositivi elettronici di elevato costo risultati rubati.

Si tratta di un I-Pad e quattro Pc delle marche Samsung, Hp, Asus e Sony. Delle macchine di pregio, alcune di esse sottratte addirittura ad una scuola media, la Gasperini di Novi di Modena.

Indagando su alcuni casi di furto, i militari della compagnia di Mirandola e di San Felice sono infine arrivati al campo rom, e giovedì scorso hanno effettuato dei controlli nella zona sita nei pressi della Statale Nord. I quattro computer portatili ed il tablet erano accuratamente occultati nel camper di una 37enne di etnia sinti.

Due di questi dispositivi, risultati essere di proprietà dell'istituto Gasperini, saranno restituiti alla scuola. Per quanto riguarda gli altri, sono ancora in corso le verifiche per risalire ai legittimi proprietari. Secondo quanto stimato dagli inquirenti, il valore del materiale recuperato si aggira intorno ai 10mila euro.

Complimentandosi con le forze dell'ordine, il vicepremier Matteo Salvini ha voluto ricordare anche un'altra donna rom, residente nel campo irregolare di Monte Bisbino (Milano). Si tratta, ovviamente, della straniera che aveva augurato al ministro di ricevere un proiettile in testa. "Furto di computer alle scuole medie di Mirandola, trovati nel campo Rom" esordisce il leader della Lega sulla propria pagina "Facebook". "Anche questi fanno parte dei "sacrifici" per costruirsi una casa? Roba da matti. E poi il “cattivo” sarei io... Serve tolleranza zero, indietro non si torna! Ruspa!".

Le indagini per risalire ai responsabili del furto dei computer sono ancora in corso. La 37enne sinti, che non è stata colta nell'atto di rubare i dispositivi ma non ha comunque saputo spiegare la loro provenienza, è stata per ora denunciata per il reato di ricettazione.


Statale Telesina, si schiantano contro un tir durante l’inseguimento con la polizia: morti 4 rom
SULLA BENEVENTO-CAIANelLO
Mezzogiorno, 17 gennaio 2019

https://corrieredelmezzogiorno.corriere ... resh_ce-cp

L’incidente sulla Telesina nel tratto del comune di Alvignano. Un’auto non si ferma all’alt e inizia la fuga che termina dopo venti chilometri contro il mezzo pesante

Un terribile impatto contro un tir dopo un inseguimento tra un’auto che non si era fermata all’alt e una pattuglia della polizia. Il bilancio dello schianto, sulla statale Telesina, la Benevento-Caianello, è di quattro morti. Un a quinta persona è rimasta ferita. L’incidente si sarebbe verificato quando la pattuglia della polizia ha tentato di intercettare una Skoda che non si era fermata. Dopo venti chilometri di inseguimento a velocità elevata, un gran numero di manovre spericolate e sorpassi azzardati, l’auto dei fuggitivi è finita fuori strada e si è ribaltata.

Immediati i soccorsi del 118, ma per le quattro vittime non c’è stato nulla da fare. Due degli uomini sono stati estratti dalle lamiere contorte della Skoda, gli altri due recuperati dai Vigili del Fuoco in una scarpata. Il ferito è stato trasportato nell’ospedale Rummo di Benevento e ricoverato in codice rosso. L’uomo è stato sottoposto a intervento chirurgico: è ricoverato con prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita. Attualmente è sotto sedazione, gli investigatori della questura sannita lo ascolteranno appena possibile.
I quattro uomini erano tutti di origine serba e domiciliati in un campo nomadi nel Napoletano.

Trovati gioielli e arnesi da scasso

Arnesi da scasso e alcuni monili sono stati trovati sul luogo dell’incidente. L’auto su cui viaggiavano i cinque rom, una Skoda, è stata sottoposta a sequestro per far esaminare dalla Scientifica il contenuto delle lamiere contorte. La Skoda era stata notata ieri pomeriggio per via della targa, già segnalata: la questura di Benevento aveva disposto posti di blocco, e ad uno di questi una volante del commissariato di Telese Terme ha intercettato la vettura. . Da tempo le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli in provincia di Benevento contro il dilagare di furti e rapine in abitazioni isolate.


Caserta, sgominata banda di rom dedita a furti in banche e negozi
Federica Grippo - Sab, 09/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 59578.html

Gli agenti della Polizia di Caserta hanno sgominato una banda di rom dediti a furti in negozi, banche e gioiellerie del casertano: 7 persone provenienti dal campo nomadi di Giugliano sono finite in manette

La Polizia di Caserta, dopo diverse indagini, è riuscita a sgominare definitivamente una banda di rom dediti a furti in banche, negozi e gioiellerie della zona.

La banda era composta da 7 persone di etnia rom, tutti provenienti dal campo nomadi di Giugliano, in provincia di Napoli. Dal mese di settembre dello scorso anno, la banda era attiva sul territorio e tra furti effettuati e tentati aveva messo a segno già 17 colpi, utilizzando la cosiddetta tecnica della "spaccata". Ad essere prese di mira erano soprattutto le banche, ma anche negozi di telefonia e gioiellerie, tutti situati a Caserta e nelle aree della provincia.

A novembre i poliziotti erano riusciti a bloccare alcuni membri del gruppo criminale, che erano stati scoperti a rapinare un negozio di telefonia di Caserta. Sempre durante la stessa notte si erano introdotti in una banca di Succivo per compiere un altro colpo.

Il gruppo di rom agiva seguendo sempre lo stesso schema: per prima cosa venivano individuate le attività da derubare durante le ore diurne. Poi, di notte, si recavano sul luogo stabilito a bordo di auto di grossa cilindrata e sfondavano le vetrine dei negozi, utilizzando quasi sempre un ariete in ferro. Una volta dentro rubavano tutto quello che trovavano, dai gioielli ai tablet. Alle macchine che usavano venivano apposte delle targhe rubate, inoltre, veniva applicato un motore truccato, per riuscire a fuggire più velocemente in caso di inseguimento con le forze dell'ordine.

Dopo aver arrestato la banda di rom, gli uomini della Polizia di Caserta hanno effettuato anche delle perquisizioni nel campo rom di Giugliano, in particolare nelle baracche dove vivono gli indagati. Qui sono stati trovati e sequestrati telefoni, televisioni, scarpe e vestiti, tutti risultati rubati. Sono stati, poi, rinvenuti alcuni gioielli preziosi, di cui non si conosce ancora la provenienza e l'ariete utilizzato dai ladri per entrare nei negozi.


Rom fermate da carabinieri, almeno 16 furti e 30mila euro di bottino
Federico Garau - Mar, 12/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 61320.html

Le due malviventi si aggiravano per i parcheggi dei centri commerciali approfittando della distrazione dei clienti che caricavano in auto le buste della spesa. Tra denaro in contanti e prelevamenti hanno accumulato un bottino di oltre 30mila euro

Si sono rese protagoniste di almeno 16 furti, commessi in vari centri commerciali, che le hanno portate ad accumulare oltre 30mila euro di bottino, per questo motivo sono finite in manette quest’oggi due donne di etnia rom.

Residenti nel campo nomadi di Senago (Milano), le due ladre operavano prevalentemente nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, anche se gli inquirenti hanno accertato delle sortite anche nei comuni di Rimini e Pesaro. Si tratta di M.P., di 36 anni, e della 32enne K.J., arrestate finalmente questa mattina grazie all’operato dei carabinieri di Gravellona Toce.

Da tempo i militari si trovavano sulle tracce delle due malviventi, che avevano preso di mira in particolar modo la Esselunga di Verbania, l’Ipercoop di Gravellona ed il Cash and Carry di Baveno. Grazie alle indagini condotte nei loro confronti, gli uomini dell’arma sono riusciti ad accertare almeno 16 furti, commessi sempre con le medesime modalità.

Le due rom giravano per i parcheggi dei centri commerciali, puntando quei clienti che, intenti a caricare in auto le buste della spesa, mostravano qualche segnale di distrazione. Approfittando di quell’attimo, le donne riuscivano a sottrarre borse e borselli lasciati incustoditi nelle vetture ed a impossessarsi di denaro contante e carte di credito. Una volta fatto ciò si affrettavano ad utilizzare soldi e carte per fare acquisti o prelievi, spesso e volentieri con cifre a tre zeri.

Si parla di introiti che superano i 30mila euro complessivi, e per i quali le due rom sono finite in manette. Per loro l’accusa è quella di furto aggravato ed indebito utilizzo di carte di credito e di debito.


La rom che ruba i soldi delle offerte in chiesa con un metro di metallo
Pina Francone - Ven, 03/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/rom- ... 88268.html

La ladra bosniaca, residente nel campo nomadi di Castel Romano, si era inventata lo stratagemma metallico per prendere i soldi dalla cassetta delle offerte

Una rom rubava i soldi delle offerte in chiesa servendosi di un ingegnoso stratagemma.

La ladra, infatti, utilizzava furbescamente un metro metallico per attirare le monete nelle cassette chiuse a chiave.

Inoltre, la furfante aveva attaccato del nostro adesivo sulla punta del metro allungabile e di metallo, così da intrufolarsi nella fessura per tirare su, oltre agli spiccioli, anche le banconote lasciate dai fedeli, dopo l'accensione di una candela.

Il fatto a Roma, dove la protagonista della vicenda è una 31enne bosniaca residente del campo nomadi di Castel Romano, peraltro con precedenti penali e già nota quindi alle forze dell'ordine capitoline, che l'hanno arrestata.

Gli agenti di polizia, infatti, hanno sorpreso la donna sul sagrato della chiesa di Santa Maria Maddalena, in pieno centro città, a un tiro di schioppo dal Pantheon. I poliziotti l'hanno perquisita trovandole addosso e sottraendole la refurtiva appena rubata anche dalla chiesa di San Salvatore alle Coppelle, nella vicinissima piazza delle Coppelle.

La ladra è stata dunque ammanettata e portata in caserma con l'accusa di furto aggravato: trattenuta è n attesa del rito per direttissima.



"Spaccate" in Brianza. Presa la banda dei rom nel campo di Bonfadini
Diana Alfieri - Ven, 17/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/milano/s ... 77811.html

Erano riusciti a fuggire dopo l'inseguimento. De Corato: "Lì speso un milione del Comune"

Scappando dopo una «spaccata» e al termine di un inseguimento di 20 chilometri, erano riusciti a far perdere le loro tracce sparendo all'interno del campo nomadi di via Bonfadini.

Ma ieri sono stati sei i fermi eseguiti dai carabinieri che hanno individuato una banda rom ritenuta responsabile, secondo i provvedimenti emessi dalla Procura di Monza, di una serie di furti compiuti nelle aziende della Brianza. I fermati sono tutti provenienti dalla Bosnia Erzegovina e ritenuti, a vario titolo, responsabili di concorso nei furti e resistenza a pubblico ufficiale. Un'indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Vimercate dopo i quattro colpi del primo luglio in aziende di Nova Milanese, Seveso e Cesano Maderno impegnate nel settore della meccanica di precisione ed arredamento. «I furti - si legge in un comunicato dei carabinieri - tutti commessi con la tecnica della spaccata, sono stati compiuti utilizzando auto in uso alla banda o muletti presi nelle ditte e utilizzati per abbattere le porte dei capannoni». In un'occasione l'intervento delle pattuglie dei carabinieri e della polizia stradale di Arcore aveva messo in fuga i membri della banda che erano stati inseguiti per oltre 20 chilometri sulle Tangenziali Nord ed Est di Milano fino al campo rom di via Bonfadini, dove avevano fatto perdere le proprie tracce, allontanandosi a piedi e abbandonando la refurtiva e l'auto utilizzata per la fuga. Ma l'acquisizione e l'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza all'interno delle ditte derubate ha consentito di identificare dapprima alcuni componenti della banda, già noti ai carabinieri per precedenti specifici e, successivamente, di riconoscere altri complici e stabilire la comune matrice dei furti.

Nell'operazione che ha portato ai fermi, sono stati impegnati 80 militari impegnati su due obiettivi: il parcheggio di fronte al centro sportivo Saini e quello vicino ortomercato dove sono parcheggiati diversi camper utilizzati dai diversi nuclei familiari. Spostandosi però spesso, come hanno ricostruito le indagini, in aree pubbliche e principalmente nei pressi dei parcheggio di grosse aree commerciali o industriali. Uno dei fermati è anche risultato essere destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Bergamo dovendo espiare una pena detentiva di 2 anni 2 mesi e 6 giorni per due furti avvenuti nel dicembre 2016 a Milano e nel luglio 2017 a Chignolo d'Isola.

«Tanto per capire di cosa stiamo parlando - attacca l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato - quello di via Bonfadini è un campo costato al Comune quasi un milione di euro, quello in cui quasi nessuno paga le utenze e dove quasi nessun adulto ha mai trovato una sistemazione lavorativa. Una fucina di delinquenti. I sei malviventi bosniaci sono stati arrestati all'interno dei loro camper nei quali vivevano nei pressi dell'Ortomercato e uno di loro aveva anche un mandato di arresto per una pena da scontare. Questa situazione non è più tollerabile».



Furti in aziende in Brianza e inseguimento: dal furgone lanciano trapani in strada per fuggire
Redazione MonzaToday
16 luglio 2020

https://www.monzatoday.it/video/furti-i ... resti.html

Quattro furti in meno di quattro ore e poi la disperata - tanto inutile - fuga lungo la tangenziale Est fino a Milano, lanciando dal furgone trapani e arnesi contro le auto delle forze dell'ordine per guadagnare qualche prezioso istante di vantaggio. Sono sei le persone fermate in seguito a un'operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Monza e Brianza, accusate a vario titolo di concorso in furti aggravati in danno di aziende e resistenza a pubblico ufficiale.

Quattro furti in poche ore

Tra le ventuno e mezzanotte e mezza della serata di mercoledì 1 luglio sono stati quattro i furti che la banda - composta da uomini originari dell'Est Europa residenti in campi nomadi milanesi - avrebbe commesso tra Cesano Maderno, Seveso e Nova Milanese ai danni di aziende attive nel settore della meccanica di precisione e nell'arredamento. Sempre la stessa la tacnica: la banda arrivava a bordo di un furgoncino bianco con targa coperta e utilizzando un muletto o mezzi presenti nei depositi si apriva un varco nel capannone riuscendo a portare via arnesi, attrezzi e computer per una refurtiva del valore di circa 30mila euro.

Subito dopo i quattro colpi sulle tracce della banda si sono messi i carabinieri del comando provinciale di Monza e gli uomini della compagnia di Vimercate che hanno intercettato il mezzo in fuga lungo la tangenziale Nord e poi sulla Est dove è scattato un inseguimento che è proseguito fino a Milano, a ridosso del campo nomadi di via Bonfardini.

L'inseguimento sulla tangenziale e i trapani in strada

Il tempestivo intervento di pattuglie in servizio di controllo del territorio dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Stradale di Arcore ha permesso di mettere in fuga i memebri della banda - padre e due figli e altri tre complici, tutti connazionali - che sono stati inseguiti per oltre venti chilometri. Durante la corsa i sei, per tentare di distanziare le forze dell'ordine, hanno lanciato dal furgoncino in corsa arnesi e trapani che sono finiti in strada, rendendo difficoltosa la guida anche ai numerosi automobilisti in transito.

L'inseguimento poi è terminato a ridosso del campo rom di via Bonfadini a Milano dove la banda ha fatto perdere le proprie tracce allontanandosi a piedi e abbandonando la refurtiva e il furgone utilizzato. Grazie alle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza delle aziende è stato possibile identificare alcuni componenti della banda, già noti ai militari operanti per precedenti specifici e, successivamente, di riconoscerne altri e stabilire la comune matrice dei quattro furti del 1 luglio. I sei sono stati colpiti da fermo di indiziato di delitto e la misura è stata recentemente convalidata.

Maxi intervento con 80 carabinieri

Sono stati ottanta i carabinieri impiegati in contemporanea per l'esecuzione dei fermi: il blitz è scattato nel parcheggio davanti al centro sportivo “Saini” e nei pressi dell’ortomercato meneghino in diversi camper dove i membri della banda sono soliti vivere con i propri nuclei familiari spostandosi frequentemente. All’atto della notifica dei provvedimenti restrittivi uno dei soggetti destinatari del fermo è risultato destinatario anche di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Bergamo dovendo espiare una pena detentiva di 2 anni 2 mesi e 6 giorni per due furti avvenuti nel dicembre 2016 a Milano e nel luglio 2017 a Chignolo d’Isola, in provincia di Bergamo.



Centinaia di borse rubate ritrovate nel campo nomadi abusivo
Firenze, 29 novembre 2020

https://www.lanazione.it/firenze/cronac ... -1.5764344

È stato il furto di alcuni teloni di plastica a portare i carabinieri della Stazione di Peretola alla scoperta di un vero e proprio deposito di merce rubata in un campo nomadi abusivo in via del Fossetto. Infatti è stata la telefonata al 112 da parte del titolare di una società, per segnalare il furto di alcuni teloni in pvc dal suo magazzino, a indurre i militari a controllare le baracche del campo Rom abusivo.

La vittima del furto era già andato da solo al campo nomadi per chiedere il maltolto, ma le persone che vi aveva trovato erano state molto elusive. "Non ne sappiamo nulla", gli avevano detto.

I carabimieri hanno trovato nel campo diverse persone di nazionalità rumena, che hanno mostrato le baracche vuote ai militari. Sul tetto di una delle baracche sono però spuntati i teli in pvc rubati.

Ma la miniera d'oro era invece in una delle baracche chiuse: due televisori, utensili elettrici per l’edilizia e attrezzi da lavoro, rotoli di pellame, decine di sacchi in plastica chiusi con nastro da imballaggio contenenti centinaia di borse in pelle già confezionate. Anche in questo caso la risposta è stata "non ne sappiamo niente" ma questo non basterà a evitare loro la denuncia per ricettazione e invasione di terreni ed edifici.

È bastato spargere la voce nella comunità cinese dell'Osmannoro per individuare le vittime dei furti, in particolare 21 titolari di altrettante ditte hanno riconosciuto gran parte del materiale sequestrato come articoli e pellame di loro proprietà, provenienti da un furto messo a segno giovedì scorso in un capannone all'Osmannoro, in via Ponte a Giogoli, che era sotto sequestro dopo l’incendio scoppiato lo scorso giugno in alcuni capannoni adiacenti.

Inoltre il titolare di una ditta di pelletteria a Firenze ha riconosciuto cinque capi dei 15 che erano stati asportati nell’aprile 2020 da un container all’interno del parcheggio della propria attività.


Arrestati 7 pregiudicati a Ravenna
Cronaca Emilia Romagna
19 Gennaio 2009

https://www.altarimini.it/arrestati_7_p ... _10845.php


Sette arresti di altrettanti pregiudicati per furto da parte dei carabinieri di Rimini. Le manette sono scattate ieri sera ad Alfonsine, comune del Ravennate, a conclusione delle indagini condotte dai militari del nucleo operativo di Riccione in collaborazione con quelli della compagnia di Ravenna. Gli arrestati sono: Muharem Halilovic, 33 anni di Prato, residente a Lido Adriano (Ravenna); Sartana Halilovic, 30 anni di Castelfranco Emilia (Modena) residente a Faenza (Ravenna); Rasim Hametovic, croato di 47 anni residente in Olanda; Renato Hametovic, bolognese di 35 anni residente a Riccione; Oliver Milacevic, trentenne croato; Marco Seferovic, 23 anni di Prato e residente a Fermo (Ascoli Piceno); Sibo Suljevic, serbo di 30 anni residente a Rimini. In particolare, ieri pomeriggio i carabinieri, che indagavano su alcuni furti commessi da nomadi, hanno pedinato gli indagati che da Riccione avevano raggiunto la zona industriale di Argenta, nel Ferrarese. Qui i pregiudicati sono entrati in un'officina di assistenza Renault tentando di rubare, ma sono stati interrotti dall'allarme. Inseguiti subito dopo dai carabinieri, sono stati bloccati ad Alfonsine, in una stazione di servizio lungo la statale Adriatica. Nelle auto dei malviventi c'erano un navigatore satellitare e un lettore dvd rubati nell'officina, arnesi da scasso, guanti, passamontagna e numerose apparecchiature elettroniche del valore di circa 4.000 euro, probabile provento di altri furti.




Ecco cosa capita alla LIDL

quella che ha licenziato i dipendenti italiani che hanno fatto il loro dovere per prendere le difese degli zingari che molestavano i clienti e che rubavano dai cassoni del supermercato:

Milano, agevolavano gli affari dei clan mafiosi: commissariati i supermercati Lidl e i vigilantes del tribunale
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano hanno arrestato 15 persone accusate a vario titolo di far parte di un'associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei «Laudani» o «Mussi i ficurinia».
Lunedì 15 Maggio 2017

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 40832.html


Sono in corso di esecuzione inoltre oltre 60 perquisizioni locali tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia, sequestri preventivi di beni immobili, quote sociali, disponibilità finanziarie e ordinanze di amministrazione giudiziaria nei confronti di società operanti nel settore della grande distribuzione, della vigilanza e sicurezza privata. Sempre in mattinata, la Polizia e la Finanza stanno eseguendo, in provincia di Catania, un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di quella sede, nei confronti di 2 indagati accusati di far parte dell'associazione di tipo mafioso riconducibile sempre alla famiglia dei «Laudani».

In particolare, secondo quanto si è appreso, sono state poste in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della società di grande distribuzione Lidl, cui afferiscono circa 200 punti vendita. Ci sarebbero anche alcune società del consorzio che ha in appalto la vigilanza privata del Tribunale di Milano tra le attività commerciali destinatarie delle misure emesse dalla Dda di Milano. Secondo quanto si è appreso si tratterebbe di società che forniscono i vigilantes del Palagiustizia.

Nell'operazione che ha coinvolto il consorzio di società di vigilanza che ha in appalto la sicurezza del Tribunale di Milano, secondo quanto si è appreso, sarebbero emersi dunque stretti rapporti tra alcuni dirigenti delle società coinvolte e messe in amministrazione giudiziaria e alcuni personaggi ritenuti appartenenti alla famiglia dei Laudani. Nel corso dell'operazione, il gip del tribunale di Milano, su richiesta della Dda, ha emesso 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti a vario titolo accusati di far parte di un'associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei Laudani. Altri due fermi di indiziato di delitto sono stati eseguiti a Catania.

La presunta associazione per delinquere smantellata oggi dalla Dda di Milano avrebbe ottenuto «commesse e appalti di servizi in Sicilia» da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso «dazioni di denaro a esponenti della famiglia Laudani», clan mafioso «in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la cogestione dei lavori in Sicilia». Gli arrestati, inoltre, avrebbero ottenuto lavori da Lidl Italia «in Piemonte» attraverso «dazioni corruttive». Lo si legge nell'ordinanza cautelare.

Stando all'ordinanza del gip di Milano Giulio Fanales, emessa su richiesta del pm della Dda Paolo Storari, la presunta associazione per delinquere, composta da 16 persone, avrebbe commesso «una pluralità di delitti di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione Iva, omesso versamento IVA, appropriazione indebita, ricettazione, traffico di influenze, intestazione fittizia di beni, corruzione tra privati». In particolare, Luigi Alecci, Giacomo Politi e Emanuele Micelotta, tutti «con il ruolo di capi e promotori», nel 2008 avrebbero costituito «dapprima la Sigi Facilities e poi, nel 2015, la Sigilog, società consortile a cui fanno capo una serie di imprese, che si occupano di logistica e servizi alle imprese, intestate a prestanome al fine di permettere agli indagati una totale mimetizzazione». Queste imprese, poi, come si legge sempre nell'ordinanza, avrebbero versato somme di denaro a Simone Suriano «dipendente Lidl Italia srl, con il ruolo di associato» e finito oggi agli arresti domiciliari. Suriano sarebbe stato «stabilmente a libro paga al fine di far ottenere appalti a favore di imprese facenti parte dei consorzi Sigi Facilitis e Sigilog».

La società Lidl Italia, invece, non è indagata. Soldi sarebbero stati versati, poi, anche a Salvatore Orazio Di Mauro, «fino al suo arresto intervenuto in data 10.2.2016». Di Mauro sarebbe un «esponente di spicco della famiglia Laudani, uomo di fiducia di Laudani Sebastiano classe '69, detto Iano il grande». Le imprese della presunta associazione, tra l'altro, avrebbero versato denaro anche a «Enrico Borzì», anche lui presunto esponente dell'associazione. I rapporti tra gli indagati e la famiglia Laudani, si legge negli atti, «risalgono a tempo addietro» e tra le finalità dei versamenti c'era anche quella «di provvedere al sostegno dei detenuti della famiglia mafiosa dei Laudani».


Follonica, il caso delle rom chiuse nel gabbiotto dei rifiuti: licenziati i due dipendenti della Lidl
29 Aprile 2017

http://tv.liberoquotidiano.it/video/ita ... video.html

I due dipendenti della Lidl che lo scorso febbraio, stanchi dei continui furti, avevano rinchiuso delle rom in un gabbiotto dei rifiuti, filmando la scena e postando il video in rete, sono stati licenziati. Il caso era accaduto su un piazzale davanti a un supermercato di Follonica, in provincia di Grosseto, e la notizia aveva suscitato non poche polemiche. Per i lavoratori, assistiti dall'avvocato Roberto Cerboni, era inizialmente stato emesso un provvedimento disciplinare, con la sospensione temporanea dal servizio, ma adesso la decisione è ufficiale: il 35enne assunto a tempo indeterminato è stato licenziato, mentre al 25enne l'azienda non ha rinnovato il contratto. Nei loro confronti anche una denuncia con l'accusa di sequestro di persona.


Lo sfogo dei dipendenti Lidl licenziati: "Le ladre rom rubavano ogni giorno e importunavano i clienti, ma nessuno ha fatto nulla..."

http://www.norazzismoversoitaliani.it/2 ... suno-nulla

Adesso parla uno dei dipendendi della Lidl di Follonica.Dopo il caso delle due rom “rinchiuse” nella gabbia dei rifiuti del noto supermercato, i due dipendendi che hanno realizzato il video diventato virale in rete sono stati licenziati dall’azienda. Loro non ci stanno e ora Ramon Zurita, uno dei due ragazzi, ha deciso di fare chiarezza con un messaggio su Facebook.

“Per rispetto dell’azienda e per la speranza di rientrare non ho mai voluto (potuto) parlare in questi due mesi – scrive – ma chi meglio di me può sapere le cose?”. Poi elenca la sua verità: “La merce che buttiamo è roba buona e vi garantisco che ne buttiamo molta ma molta! E non va a nessuna associazione per i poveri, va dritta alla discarica del Coseca!” Secondo: “Chiunque butti le cosiddette rotture in presenza di estranei viene licenziato secco e duro, questo è quello che ci è sempre stato detto da capi-area, responsabili e capi-filiale”. Terzo: “Margherita, la Popova, due rumene, due uomini italiani, un anziano zoppo in macchina e un signore che veniva con il furgone a caricare per poi rivendere la roba buona a gente più povera di loro: queste sono le persone che realmente dalle 6 del mattino (perchè noi entriamo alle 6 del mattino) sono già li ad aspettare”. Quarto: “I lucchetti credo di aver perso il conto di quanti venivano rotti due minuti dopo essere stati messi”. E ancora: “Appena io e Andrea uscivamo a buttare la roba (le colleghe femmine avevano paura con quella gente attorno e si rifiutavano sempre), partivano le spinte, i colpi, le minacce e la roba da mangiare spariva nemmeno fatti due passi dall’uscita del negozio. Per darvi un idea? Buttate una bistecca a due leoni affamati…ma poi scappate però…”

Le accuse di Zurita sono rivolte anche alla Lidl: “I capi-area lo sapevano da anni, Lidl lo sa da anni: i Carabinieri venivano spesso e quando arrivavano avevano già finito di fare quello che stavano facendo, li allontanavano e dopo 10 minuti erano di nuovo lì ad importunare i clienti”. Secondo quanto racconta l’ex dipendente, la Lidl gli avrebbe proposto di fare lui la denuncia contro le nomadi. “Scusa, come io?” – si chiede l’ex dipendente – disturbano i clienti, rubano in negozio più volte al giorno, e te azienda te ne lavi le mani e lasci fare la denuncia a un tuo dipendente da privato cittadino?”

Infine la verità sul filmato. “Il video era uno scherzo, nonostante Margherita mi ha rigato tutta la fiancata della mia macchina sul posto di lavoro. Andrea gli fa il verso di urlare e di toccarsi la mano. Stupido certo, ma pur sempre uno scherzo. La porta si apriva, sono due porte non una. La sua amica rideva e continuava a prendere la roba: passati 49 secondi vi dovreste far dare i video del negozio che erano dentro a scherzare con noi e a chiedere se era uscita bene nel video”. Peraltro, Zurita non era nemmeno di servzio perché in quel momento era in pausa. “Il video – continua – è stato messo da me nella chat di whatsapp composta dai soli 24 dipendenti Lidl Follonica e il video non l’ha fatto uscire Andrea come detto all’inizio, ma da qualche altro collega (per questo è in corso una denuncia presso la Polizia Postale)”. L’ex dipendente conclude respingendo ogni accusa di razzismo: “Sono per metà sardo e metà peruviano per di più nero anzi mulatto come direbbero i miei amici, quindi figuriamoci se sono razzista, però vi dico: non confondiamo la tolleranza col razzismo”.



Follonica, chiesta l'archiviazione per i dipendenti Lidl che chiusero in gabbia una rom. "Non fu sequestro di persona"
Gabriele Bertocchi
Mar, 12/09/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 40731.html


Il sostituto procuratore ha ritenuto non fondata la denuncia, chiedendo l’archiviazione, presentata dai carabinieri contro i due dipendenti Lidl che ingabbiarono le rom

Il video della due rom rinchiuse nel gabbiotto dei rifiuti di un noto supermercato fece il giro del web e dei tg.

Il filmato costò il posto e una denuncia per sequestro di persona ai due dipendenti Lidl che prima le avevano ingabbiate e poi filmate. Ora il sostituto procuratore ha infatti ritenuto non fondata la denuncia, chiedendo l’archiviazione.

Accusa infondata

I due dipendenti erano stati denunciati per sequestro di persone dopo l'intevento dei carabinieri. I militari dopo aver identificato una delle due rom e i dipendenti della Lids, di 26 e 36 anni, avevano presentato denuncia proprio contro questi ultimi.

Una denuncia che poi si arrichì con il rigido provvedimento della Lidl che prima commentò con "Lidl Italia - scriveva l'azienda in post su Facebook - si dissocia e condanna fermamente comportamenti di questo tipo. L'azienda sta verificando le circostanze legate al video e si avvarrà di tutti gli strumenti a disposizione, al fine di adottare i provvedimenti". E poi decise di non rinnovare il contratto a tempo determinato a uno dei dipendenti e licenziò il secondo.

Dal canto loro, i due finiti sotto accusa hanno sempre affermato che il video era solo uno scherzo. Ora il pm pare darli ragione: infondata la denuncia nei confronti dei due ragazzi riguardo all’accusa di sequestro di persona.


Spaccate e furti nelle sale slot, blitz all'alba: in manette 5 nomadi
04/10/2017

http://www.ilgazzettino.it/nordest/trev ... 79885.html

TREVISO - Blitz dei Carabinieri del Comando provinciale di Treviso contro una banda ritenuta specializzata in furti e rapine in tutto il Veneto e il Friuli. Sono cinque gli arresti in corso di esecuzione, tra le province di Treviso e Vicenza, da parte dei militari dell'Arma territoriale, con la collaborazione del nucleo cinofili di Torreglia (Padova) e dei velivoli del 14/o 'Nec' di Belluno.

In manette sono finiti, al termine delle indagini coordinate dalla procura di Treviso, cinque soggetti di etnia sinti ritenuti i componenti di un gruppo criminale dedito alle rapine in abitazioni, ai furti d'auto e alle 'spaccate' ai danni soprattutto di sale slot.

Almeno sei gli episodi contestati: rapine e furti commessi nelle province di Treviso, Venezia e Pordenone.



Roma, due arresti al campo rom e i nomadi circondano i poliziotti
Alessandra Benignetti - Gio, 23/11/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 66709.html

È successo stamane al camping River dove, per protesta contro l'arresto di due rom colti in flagrante mentre svuotavano un container di merce rubata, alcuni agenti di polizia sono stati accerchiati da circa 150 nomadi. Necessario l'intervento di ulteriori volanti

Sono stati colti in flagrante mentre cercavano di svuotare il più in fretta possibile un container che conteneva merce rubata. Così stamattina due nomadi sono finiti in manette al camping River, l’accampamento di via Tenuta Piccirilli, nella zona nord di Roma, che doveva essere sgomberato all’inizio di ottobre, secondo il piano di superamento dei campi rom della giunta Raggi.

Durante uno dei controlli degli agenti della Polizia di Stato del commissariato Flaminio Nuovo all’interno della baraccopoli, gli uomini delle forze dell’ordine sono incappati in una vera e propria “catena umana” di persone intenta a trasferire velocemente nel campo nomadi una serie di oggetti trafugati che si trovavano all’interno di un container. Alla vista degli agenti di polizia i rom impegnati nell’operazione di trasbordo si sono immediatamente dati alla fuga. I poliziotti, tuttavia, sono riusciti ad assicurare alla giustizia due uomini: un romano di 35 anni e un torinese di 42, entrambi identificati con le iniziali H.G.

Al momento dell’arresto, però, i nomadi hanno messo in atto una vera e propria protesta contro gli agenti. I circa 150 occupanti del campo, tra cui decine di donne e bambini, hanno iniziato ad inveire contro i poliziotti e li hanno circondati per tentare di impedire il fermo dei due. La cattura dei responsabili del furto è stata possibile solo dopo l’intervento di ulteriori volanti delle forze dell’ordine. Solo a quel punto gli animi all'interno dell'accampamento si sono placati e gli agenti hanno potuto portare via i due fermati.

Dalla fine di settembre centinaia di nomadi occupano abusivamente i moduli abitativi del camping River, dopo che il Comune di Roma aveva deciso di non concedere ulteriori proroghe alla cooperativa Isola Verde, che negli ultimi 12 anni si era aggiudicata per affidamento diretto la gestione dell’insediamento. Secondo il cronoprogramma del Campidoglio, infatti, doveva essere questa la prima delle baraccopoli capitoline ad essere smantellata nel quadro del piano di superamento dei campi nomadi messo nero su bianco dalla giunta pentastellata. Ma nonostante le proposte del Comune, che aveva offerto alle famiglie un contributo economico per trovare una sistemazione alternativa, la stragrande maggioranza dei rom non ha ancora lasciato l'insediamento e continua ad occupare le roulotte del campo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:04 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:04 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 8:04 am

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