Re: Censimento dei nomadi o seminomadi (rom, sinti e altri)

Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » mar apr 11, 2023 3:31 pm

Borseggiatrici 4


12)
L'Italia è l'unico paese al mondo che difende i ladri e i delinquenti anziché le loro vittime


Ladro morto schiacciato a Rimini, chiesto il processo per l'amministratore del supermercato
Cattolica (Rimini), 17 marzo 2023
https://www.msn.com/it-it/notizie/itali ... 421f&ei=17

La Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio per l'amministratore della società che si occupa della gestione del Conad Superstore del centro commerciale Diamante di Cattolica. L'uomo, difeso dall'avvocato Gian Paolo Colosimo, è accusato di cooperazione in omicidio colposo per la vicenda che aveva portato alla morte di Umberto Sorrentino, 47 anni, rimasto schiacciato sotto un pallet da cento confezioni d'acqua (dal peso complessivo di 900 chili) che gli erano cadute addosso la sera del lunedì di Pasquetta, nell'aprile del 2022, nel piazzale che si trova alle spalle del centro commerciale.

Pur riconoscendo al 47enne una parte della responsabilità, le indagini disposte dagli inquirenti (coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli) avrebbero comunque evidenziato dei profili di negligenza e imprudenza da parte dell'amministratore della società nel compiere valutazioni riguardanti il potenziale pericolo rappresentato dall'accatastamento dei bancali d'acqua in quel determinato punto. L'amministratore, attraverso il suo legale, ha presentato una memoria difensiva, chiarendo che per quanto riguarda l'accatastamento dei bancali d'acqua l'azienda avrebbe seguito protocolli estremamente rigorosi.



Il ladro morì durante il furto, chiesto il processo per il responsabile del supermercato

17 marzo 2023

https://www.riminitoday.it/cronaca/ladr ... rcato.html

È stato chiesto il rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio colposo, per il responsabile del supermercato Conad all'interno del centro commerciale "Diamante" di via Ravel a Cattolica per la morte del ladro che nel tentativo di rubare delle bottiglie d'acqua era stato schiacciato dal crollo dei bancali. L'uomo, un 64enne difeso dall'avvocato Gian Paolo Colosimo, per quel decesso adesso rischia un processo in quanto secondo la Procura ci sarebbero state delle omissioni sotto il profilo della sicurezza sul lavoro con il carico di acqua che sarebbe stato sistemato in un luogo accessibile a tutti e senza cartelli che segnalavano il pericolo. Il responsabile del punto vendita, già interrogato, ha però precisato che i bancali di acqua si trovavano in una pertinenza del supermercato e che erano correttamente pallettizati con ulteriori sistemi rispetto a quelli standard con cui uscivano dal magazzino del produttore.

La vicenda risale alla mattinata del 19 aprile del 2022 quando il cadavere di un 47enne, già noto alle forze dell'ordine, venne ritrovato dagli addetti al magazzino del supermercato cattolichino. Come ricostruito dalle indagini dei carabinieri, che si sono avvalsi dei video delle telecamere a circuito chiuso che sorvegliano la zona, il ladro era entrato in azione la notte precedente approfittando di alcuni bancali carichi di bottiglie di acqua lasciati all'esterno del magazzino. Il malvivente aveva rubato tre confezioni da 6 bottiglie prendendole dalla fila più bassa del pallet e, una volta caricate sulla bicicletta, si era allontanato. Dopo un paio di ore il 47enne era tornato sul posto per ripetere l'operazione partendo sempre dal basso ma questa seconda volta aveva squilibrato la pila delle confezioni che era collassata travolgendolo e uccidendolo sul colpo per il peso stimato in circa 900 chili. Una morte orribile che, però, era stata scoperta solo molte ore dopo quando, a metà giornata, gli addetti del Conad avevano notato le casse d'acqua fuori posto e quando si erano avvicinati per capire cosa era successo avevano visto tra le bottiglie il corpo senza vita.


Tolte le firme del Pd sul disegno di legge che avrebbe attuato una stretta sulle borseggiatrici. Salvini: "Ripresenteremo subito il testo"
Blitz del Pd: così libera le borseggiatrici incinte

Francesca Galici
23 Marzo 2023

https://www.ilgiornale.it/news/governo/ ... 30139.html

Il tema delle borseggiatrici, particolarmente sentito a Milano ma comune a tutte le città, soprattutto grandi, del nostro Paese necessita di un forte intervento per porvi un rimedio. Negli ultimi tempi gli episodi si sono moltiplicati anche a causa dell'indifferenza di amministrazioni come quella di Palazzo Marino. Qui addirittura ci sono consiglieri che si battono per la tutela della privacy delle malviventi, solitamente di etnia rom, molto spesso in stato interessante o con bambini piccoli, perché consapevoli delle tutele che offre loro la legge italiana. Sembrava fatta per una riforma dell'articolo 146 ma il Pd ha deciso di ritirare le firme sul disegno di legge.

"Eravamo a un passo dall'introdurre nel nostro sistema una legge di civiltà per fare in modo di non vedere mai più bambine e bambini dietro le sbarre. Con la forzatura della destra di oggi il testo è stato stravolto e purtroppo con queste norme l'obiettivo della nostra proposta è stato cancellato. Se vogliono norme per più bambine e bambini in carcere si facciano da soli la legge. La destra ancora una volta mostra la sua totale insensibilità, una vergogna", hanno dichiarato i componenti dem della commissione Giustizia.

L'assurda crociata Pd nella Milano degli scippi. Difendere la privacy delle borseggiatrici

Poco prima, quando il testo era pronto ad andare in Aula, il sottosegretario di Stato alla Giustizia, il senatore leghista Andrea Ostellari, aveva dichiarato: "In commissione Giustizia alla Camera è stata accolta la nostra richiesta, sostenuta da tutto il centrodestra, di riforma dell'articolo 146 del codice penale sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte. Finalmente si cambia e la gravidanza non sarà una scusa: chi commette reati verrà sanzionato, pur nel rispetto dei diritti di tutti, nascituro compreso", ha sottolineato l'esponente leghista.

Quindi, aveva aggiunto: "Così le borseggiatrici in stato di gravidanza non resteranno impunite e, secondo la valutazione del magistrato, sconteranno la pena presso una casa famiglia o in un apposito carcere per detenute madri". L'attuale impostazione dell'articolo 146 del codice penale prevede il differimento della pena per le donne incinta, per le madri con un figlio inferiore a un anno di età, per chi è affetto da Aids o da altra malattia grave. Ma secondo il comune agire delle borseggiatrici, il differimento rischia di non avere mai fine, in quanto prima che il bambino più piccolo compia un anno, cercano una nuova gravidanza per evitare il carcere.

L'intervento aveva ricevuto il plauso del ministro Matteo Salvini: "È passato il nostro emendamento che ferma il vergognoso sfruttamento della gravidanza da parte di borseggiatrici e delinquenti: chi verrà sorpresa a rubare non sarà più rilasciata ma sconterà la pena nelle case famiglia, in carceri adeguati o ai domiciliari, nel pieno rispetto della salute sua, dei figli e del nascituro. Una norma di buonsenso, realismo e giustizia". Il ministro ha poi aggiunto: "Ora ci auguriamo che il testo venga portato al più presto in aula, con il voto di tutti".

Successivamente, avuta notizia del ritiro delle firme, Salvini ha commentato: "Il Pd libera le borseggiatrici rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere. Vergognatevi. La Lega aveva fatto passare la norma in commissione Giustizia e ripresenterà subito il testo: è una questione di salute, giustizia e buon senso"


Dai campi rom agli scippi alle fermate. "In carcere non ci è andata mai"

La "carriera" di Vasvija, 12 figli e 43 fermi. Nelle stazioni di Roma dà lezioni di furto
Stefano Vladovich
24 Marzo 2023

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 30374.html

«Rubare è mio lavoro, in carcere no vado, io incinta». Arrestata più di 40 volte, oltre 25 anni da scontare, Vasvija Husic, 36 anni e dodici figli, è stata persino bloccata mentre faceva «lezione di borseggio» sulla metropolitana di Roma. Ai campi rom del litorale romano i suoi ragazzi li chiamano con i nomi delle fermate della linea A: Vittorio, Cornelia, Furio Camillo, Ottaviano, Lucio Sestio, Spagna. Mai Rebibbia. Si perché Madame Furto, origini bosniache, in carcere non c'è stata mai. Giusto qualche notte, il tempo per fare istanza di scarcerazione, e poi di nuovo in libertà. Alla stazione Termini i carabinieri l'hanno arrestata un'infinità di volte, riconosciuta a vista e bloccata molto spesso assieme alle sue allieve, quattro nomadi tutte pregiudicate per furto con destrezza, una con 13 figli. A lezione di borseggio: le vittime preferite sono straniere, magari americane o giapponesi che girano con il cash in borsa o nelle tasche. Nel 2019, al 36esimo o 37esimo arresto, il giudice stabilisce che sarebbe finita in cella in via definitiva solo dopo aver partorito. Chiara la sentenza del Tribunale di Roma: il cumulo di pena diventerà esecutivo dopo che avrà messo al mondo il bambino e lo avrà allattato per i primi giorni. Messo al mondo il nono figlio, però, la donna è di nuovo in dolce attesa e in cella non ci va. Viene «beccata» ancora una volta in azione, davanti la fermata Barberini, in pieno centro. I militari, fuori servizio, la riconoscono e la portano in caserma per accertamenti. Soprattutto per notificarle la sentenza precedente, visto che al campo rom non si trova mai. Rilasciata, torna al lavoro immediatamente. Incontra altre nomadi, punta altre potenziali vittime. Quando nei sottopassaggi della metro «piove», ovvero quando polizia e carabinieri fanno controlli a tappeto, c'è sempre il 64, l'autobus Atac che dalla stazione Termini porta a San Pietro, zeppo all'inverosimile di pellegrini. Oltre un quarto di secolo da passare, almeno in teoria, dietro le sbarre per la Loren, si fa per dire, del borseggio. Come in un episodio del film «Ieri, Oggi, Domani» ambientato a Forcella, Napoli, dove una venditrice di sigarette di contrabbando, Adelina Sbaratti interpretata appunto da Sofia Loren, mette al mondo figli a ripetizione per non essere arrestata, la Husic non ha nessuna intenzione di fermarsi al 12esimo poppante. «Sa bene che avere figli da allattare o essere in gravidanza - spiegano le forze dell'ordine - sono elementi incompatibili con il regime carcerario». Non serve nemmeno confinarla lontano dalla capitale. Ogni mattina la donna fugge dalla Banditaccia, mai nome tanto azzeccato, nel comune di Ardea, per andare a «lavorare» in città. Una maestra del furto e dell'accerchiamento: «Punta soprattutto a collanine, braccialetti, portafogli, borse e cellulari - spiegano gli inquirenti - tablet, pc portatili e contanti». Come i 1300 yen sottratti a una 60enne giapponese, prodezza che le fa conquistare il 43simo arresto.


L'eterna impunità delle borseggiatrici del metrò: "Non ci arrestano nemmeno più"
Stefano Zurlo
24 marzo 2023

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 30373.html

C'è la gogna, non c'è la pena. Forse, in un paese normale si dovrebbe capovolgere il meccanismo, ma la gente che affolla la Stazione Centrale filma le borseggiatrici cariche di banconote e di figli. Quei bambini sono l'assicurazione contro il carcere e i video sono la risposta esasperata dell'opinione pubblica che rivede le stesse ladre di portafogli in azione sugli stessi marciapiedi dove erano state fermate magari qualche ora prima. La consigliera comunale di Milano Monica Romano, del Pd, è scesa in campo per difendere la privacy delle «ladre» ed è scoppiato il finimondo.

«Quelle immagini dovrebbero essere consegnate alle forze dell'ordine - spiega al Giornale Valerio de Gioia, magistrato al tribunale di Roma e autore di molti libri - perché spesso offrono dettagli utili all'identificazione di chi ha commesso quello scippo. Se invece servono solo per alimentare la rabbia dei cittadini in rete, allora è giusto bloccarne la circolazione».

Meno gogna, ma pena certa. E invece giornali e programmi tv, come Striscia la notizia, raccontano ogni giorno lo scacco, anzi l'umiliazione dello Stato, delle istituzioni, della comunità che subiscono la piaga dei borseggi quasi sotto l'occhio dei militari e delle telecamere che riprendono il degrado a due passi dei grattacieli scintillanti. A Milano, ma naturalmente anche in altre città.

È sconvolgente la risposta che dà una «professionista» del settore, nata in Bosnia 29 anni fa e con uno scudo di 9 figli contro gli arresti: «Con un bimbo appena nato? Non corro nessun rischio. Non mi portano nemmeno più nemmeno in caserma».

Nessun problema, quindi, ma una sorta di impunità guadagnata mettendo al mondo uno squadrone di bambini. «Prima - prosegue lei - ci finivo anche più volte al giorno, sempre rilasciata perché incinta o in quanto madre di neonati».

Come prescrive il codice che mette la donna al riparo della legge se in gravidanza o madre di un minore fino a sei anni di età.

Così, Ana, nome di fantasia di una ragazza, descrive l'evoluzione del suo rapporto con la legge sotto il cielo della capitale morale italiana: nessuno la disturba più e lei porta a casa anche 500 o addirittura 1000 euro al giorno, tutti frutto del suo disonesto lavoro fra i binari e i sotterranei della metropolitana.

Possibile che non si possa fare nulla davanti a un tale scempio della legge? In sostanza, siamo davanti all'abdicazione della giustizia nei confronti di un'industria seriale del crimine. «Ma le cose - spiega de Gioia - non stanno esattamente così. Il codice dice che queste signore possono essere arrestate e tenute in carcere se sussistono ragioni di eccezionale rilevanza. E mi pare che questa sia proprio una situazione di eccezionale rilevanza».

Torna in mente il film «Ieri, oggi e domani» del 1963 con Sophia Loren, contrabbandiera incinta per schivare la cella. «Tutti abbiamo visto quella pellicola - aggiunge de Gioia - certo il tema è suggestivo, va affrontato con umanità ma anche senza rinunciare a tutelare chi cammina per le strade delle nostre metropoli. Dunque, in certi contesti io ritengo che ci siano le condizioni per mandare in cella chi ha colpito decine di volte. Aggiungo che se il soggetto in questione vive in un campo, in una roulotte, il carcere per quanto doloroso diventa l'unica soluzione, perché gli arresti domiciliari non sono praticabili».

Qualche rara volta il giudice sposa la linea dura e utilizza l'eccezione. Ma le cronache descrivono invece lo stillicidio quotidiano delle borseggiatrici che si muovono come se fossero in fabbrica. Con una routine criminale che sconcerta e disorienta. E come se non bastasse, alle ladre madri si aggiungono quelle minorenni, pure tutelate dalla norma, e il gioco delle identità, degli alias, che aggiungono difficoltà e altri ostacoli sul cammino già arduo degli investigatori frustrati.



"Ci piace rubare". Ecco perché le borseggiatrici rom non vogliono cambiare vita
Federico Garau
7 aprile 2023

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 36023.html

Si torna a parlare di borseggiatrici rom, un tema oramai da tempo al centro del dibattito. Ad occuparsene, effettuando delle interviste in alcuni campi che sorgono nel milanese, è la trasmissione televisiva "Dritto e Rovescio", nella quale ci si interroga sul fatto che esista o meno la volontà delle dirette interessate di cambiare vita.

"Se qualcuno ci dà il lavoro noi lavoriamo, però non ho i documenti. Come faccio?", aveva dichiarato tempo fa a Paolo Del Debbio una delle donne, invitata a contattare la consigliera comunale Diana Alessandra De Marchi per trovare eventualmente una soluzione al problema. Ma la questione principale, su cui indaga il programma di Rete 4, resta quella del dubbio che ci possa essere davvero la volontà di effettuare un cambiamento radicale delle proprie abitudini.


Il servizio

"Come vive la maggior parte delle persone?", domanda l'inviata. "Andiamo da Esselunga e rubiamo da mangiare per i nostri figli, rubiamo i vestiti, è normale", replica una donna. È a questo punto che viene mostrato all'intervistata il video della puntata di "Dritto e Rovescio" in cui la consigliera De Marchi si mette a disposizione delle rom per risolvere gli aspetti burocratici che possano permettere di ottenere un lavoro regolare. "Proviamo a chiamare insieme la consigliera?", propone l'inviata. "Ci parla e ci parla, ma poi non fa niente", risponde la donna, "sono nata ladra e continuerò a essere ladra, finché il Governo non darà alla gente la possibilità di vivere povera".

"Io vivo qui dentro", dice un'altra rom all'inviata, che entra nel prefabbricato per dare un'occhiata alle condizioni di vita della famiglia della donna. "Ma a voi non andrebbe di avere una vita migliore in una casa?", chiede. "No, a noi piace rubare"...replica qualcuno fuori campo. "Tu cosa fai nella vita?", domanda ancora l'intervistatrice. "Ma fatti i ca**i tuoi", sbotta l'uomo.

"Vivi in uno spazio piccolissimo, come si fa a vivere così?", considera l'inviata in un'altra abitazione. "Siamo abituati noi", risponde una rom, "ci arrangiamo". "Ma lei non vorrebbe una vita migliore?", incalza l'intervistatrice."Se tu sei in condominio devi stare in silenzio, non puoi gridare, non puoi fare nulla, non so se mi capisce. Vivere in una casa non è facile, almeno per i rom diciamo. No?"

Dal campo di Baranzate, le telecamere della troupe si spostano a Segrate. "Cosa fate per vivere?", prova a domandare l'inviata."L'ombrellaio, l'arrotino", risponde qualcuno. "Su Internet ci sono tantissime offerte di lavoro, tra addetto alle pulizie e di cantiere...". "Ci andiamo, ci chiamano e dopo non ce lo danno", risponde l'intervistata, "ci vuole la scuola e noi non ce l'abbiamo la scuola, io ho la seconda media", considera una donna. "Non siamo neanche residenti qua, loro chiedono la residenza, vogliono tante cose, capito?". "A noi non ci aiutano", prosegue la rom, "quelli che vanno a rubare, poverini, hanno ragione signora, devono campare".

In metro a Milano stessa situazione. "Non vorresti trovare un lavoro?", chiede l'inviata a una borseggiatrice, "c'è qualcuno che può aiutarti". "Non mi serve a niente. E basta, non voglio più parlare con te, chi sei tu per parlare con me?", sbotta la donna.. Il messaggio è abbastanza chiaro



13)
I cittadini si organizzino per difendersi sia preventivamente sia durante la predazione sia dopo per recuperare il maltolto e assicurare alla giustizia il delinquente



A MILANO CITTADINI ESASPERATI DAGLI SCIPPI: NASCONO LE “RONDE ANTI-BORSEGGIATRICI”
https://www.facebook.com/lalla62/posts/ ... bpkhFbG6hl
Roma, 20 mar – Le ronde anti-borseggiatrici sono l’ultimo segnale di una società stremata e stanca dei continui furti e soprusi. Avviene a Milano, ma potrebbe essere qualsiasi grossa città italiana, sebbene il capoluogo lombardo detenga dei ben poco invidiabili “record” sotto questo profilo. Che la tensione sia ormai massima lo raccontano anche storie ben poco decorose che emergono dall’universo dei “lavoratori degli scippi” come quello della nomade Anna la quale, pochi giorni fa, aveva apertamente confessato di guadagnare anche mille euro al giorno grazie ai furti in metro.

RONDE ANTI-BORSEGGIATRICI, L’ULTIMA DISPERATA TROVATA
Il presidente del comitato sicurezza per Milano Mattia Pezzoni racconta della trovata che farà discutere certamente i soliti noti ma che non può essere ignorata nelle sue profonde cause sociali: le “ronde anti-borseggiatrici”. Lo fa nel corso della trasmissione Zona Bianca, su Rete 4, senza girarci troppo intorno: “Ho visto che nessuno interveniva, le forze dell’ordine avevano le mani legate e ho deciso di mettermi in prima linea a segnalare queste persone che rubano tutti i giorni”. Pezzoni “avvisa” usando vari strumenti, soprattutto quello dei social, dai video agli avvisi, qualsiasi cosa fa brodo per combattere i furti che avvengono quotidianamente sui mezzi pubblici del capoluogo lombardo.

IL RACCONTO DI UNA PENDOLARE INCINTA
Se le testimonianze delle borseggiatrici “di professione” lasciano sbigottiti, profondo rammarico provocano quelle delle vittime o di chi, con molto impegno, riesce a sventare i furti. Così fa una pendolare incinta, che racconta come è sfuggita al tentativo di borseggio: “Ho girato la borsa al contrario e gli anelli, non mi fido”, dice la donna, favorevole senza mezzi termini all’iniziativa delle ronde anti-borseggiatrici, anticipando anche le future polemiche. “Pensare che questi video siano una violazione della privacy delle persone lo trovo ridicolo”, aggiunge. Rappresentando con poche parole quella che attualmente è, a tutti gli effetti, un’esasperazione sociale.




Mettete dei fiori nei vostri cannoni e mettete delle trappole per topi nelle vostre borse e borsette affinchè le dita delle ladre restino intrappolate
26 marzo 2023
https://www.facebook.com/ely.bennini/po ... &ref=notif

Ripeto, mettete nelle borse le trappole per i topi, vedrete che prima o poi le dita della mano finiscono.

Formare gruppi sicuri e fare testuggine colpendo gli aggressori con durezza
Minirsi di fischietti
Reagire alla violenza dell'aggressione con adeguata violenza per legittuma difesa



Nel campo rom, la base delle borseggiatrici
6 aprile 2023
https://mediasetinfinity.mediaset.it/vi ... 6101013C06



"Italia paradiso degli zingari". Gli audio choc dei nomadi
Claudio Cartaldo
Mar, 17/12/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/it ... s6HH4GaP9c

Sgominata una banda di bosniaci. "Mia moglie è brava a rubare". Business da 2mila euro al giorno. Le intercettazioni: "Italia paese di handicappati"

Rubavano, tanto. E in molte città d’Italia. Venezia, Genova, ma soprattutto Milano. In Piazza Duomo o in metropolitana, ogni donna riusciva a incamerare anche 2.500 euro al giorno.“Professioniste” del furto, con anni di attività alle spalle (“a 12 anni già faceva questo lavoro”), coordinate dai mariti che si godevano i proventi delle ruberie.

“È proprio un Paese di handicappati l’Italia - dicono nelle intercettazioni - però è il paradiso degli zingari”.

La scorsa settimana la squadra mobile di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto cittadini di origine bosniaca. L’indagine, denominata “Ieri, oggi e domani” ha permesso di smantellare, una “associazione a delinquere” finalizzata ai borseggi. I soggetti, tra cui cinque donne e due uomini, fanno tutti parte della stessa famiglia nomade. Altri tre minorenni risultano inoltre indagati.

Il lavoro degli investigatori nasce nel 2017 dalla denuncia per estorsione di una donna di origine bosniache. Agli agenti racconta di essere costretta a delinquere dai suoi connazionali che le chiedevano denaro in cambio della “autorizzazione” a vivere e rubare a Milano. L’indagine permette di ricostruire il castello criminale messo in piedi dagli Omerovic. Gli uomini si occupavano dell’organizzazione logistica dei colpi (individuare gli appartamenti dove risiedere, contattare gli avvocati in caso di arresto, ecc.), mentre alle donne spettava il compito di “alleggerire” milanesi e turisti. Un business florido, sia in inverno che in estate, che permetteva di raggiungere migliaia di euro al mese.

I particolari emergono chiaramente dalle intercettazioni realizzate dalla polizia. Negli audio uno dei componenti si vanta delle capacità “professionali” della moglie. “Ce l’aveva già dodici anni, già faceva questo lavoro - dice - È una professionista. Se va da sola è una che sa molto, molto bene, perché sennò non tenevo la Panamera e la Porsche…”. In una sola giornata di furti, le donne erano in grado di rubare cifre da capogiro. “Quasi nessuno ha fatto d’inverno 30mila euro - continua l'uomo nell’intercettazione - perché d’inverno non c’è gente, non ci sono turisti”. D’estate, invece, è tutto più facile. “D’estate fa soldi, solo che io spendo molto… Ogni giorno fa 1000/1500… 2000/2500 (euro)”.

"Il capo del gruppo era il 38enne Muharem Omerovic - spiega a Tgcom24 il capo della Mobile milanese, Marco Calì - Mentre le donne 'lavoravano' per 10 ore al giorno concentrando i furti soprattutto nelle metropolitane e nella zona del centro, gli uomini si godevano la vita a bordo di auto di lusso (Maserati, Porsche, ndr), facendo shopping e partecipando a eventi come Gran Premi in giro per l’Europa". Un sodalizio che sfruttava le leggi sul deferimento di pena per le donne in stato di gravidanza. “Tutti conoscevano perfettamente i meccanismi giudiziari e l'uso dei bambini era uno strumento molto efficace”, dice Calì. Secondo quanto ricostruito dalla Mobile, gli Omerovic avrebbero affidato i minori a delle babysitter sudamericane pagate circa 800 euro al mese. In caso di arresto di una delle ladre, dovevano portare immediatamente il piccolo dalla madre, in modo da impedirne l’arresto in carcere. Nel luglio del 2018, per esempio, una bimba di 5 mesi venne abbandonata in un ufficio della questura meneghina per favorire il rilascio di una 22enne, madre di sei figli e già condannata (in via definitiva) a 11 anni di carcere.

La base logistica della banda si trovava a Milano, in due appartamenti popolari occupati abusivamente in via Famagosta e via Bolla. “È proprio un paese di handicappati, l’Italia. Però è un paradiso per gli zingari. Il Paese del divertimento per gli zingari”.


Il caso romano della casa data agli Omerovic zingari bosniaci e non cittadini italiani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 150&t=2856



Ragazzini sfruttati dai parenti per borseggiare turisti a Roma: 29 arresti e 64 indagati
10 marzo 2021

https://www.romatoday.it/cronaca/borseg ... resti.html

Sfruttati dai parenti e mandati a Roma a borseggiare turisti e cittadini in metro, sui treni e per le strade della Capitale. Manodopera minorenne, ragazzini non imputabili che dalla provincia partivano in batterie rubando portafogli, borse e telefoni cellulari. A sgominare il gruppo criminale i Carabineiri di Roma al termine dell'operazione Lost Children.

Sono 64 le persone indagate, 29 arrestate in flagranza di reato per furto, 54 minori fermati, tra gli 11 e i 17 anni, non imputabili e portati nelle case famiglie, 6 minori denunciati per falsa attestazione sull’identità personale è il bilancio di un’accurata attività repressiva svolta dai Carabinieri della Compagnia Roma Centro nelle zone centrali della Capitale sul fronte dei borseggi ai danni di turisti e cittadini.


Operazione Lost Children

Il tutto è sfociato in un’indagine, denominata “Lost Children" coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma - Gruppo reati contro il patrimonio- e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, avviata già dal 2017, che ha visto le fasi conclusive nelle ultime ore con l’arresto di ulteriori 4 persone colpite da un’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Roma.

I reati contestati agli indagati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, determinazione al reato di persona non imputabile, ricettazione, utilizzo fraudolento di carte di pagamento, false attestazioni sull’identità personale.


Borseggiatori minorenni sui mezzi pubblici

Le attività investigative, condotte dai Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina con l’ausilio della Polizia Romena, giunta in Italia su richiesta del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, SIRENE, sono scaturite dall’analisi dei numerosi furti, soprattutto di portafogli e cellulari nelle boutique del Centro o a bordo della metropolitana, messi a segno da vere e proprie bande di ragazzini, di nazionalità romena, in prevalenza minorenni al di sotto dei 14 anni, quindi non imputabili dei reati commessi.

La professionalità con cui venivano rubati gli oggetti di valore alle ignare vittime (anche turisti stranieri) e il consolidato metodo di fornire false generalità per cercare di spacciarsi per minori degli anni 14 ha indotto i Carabinieri a concentrarsi sulla rete degli sfruttatori, che dietro questi giovani e raffinati borseggiatori maturava ingenti guadagni sostenendo economicamente intere famiglie, sulla carta nullatenenti.


Le indagini dei carabinieri

Le indagini, con intercettazioni telefoniche e lunghi servizi di pedinamento nel centro storico di Roma, nelle piazze e i monumenti più rappresentativi, hanno permesso di accertare che erano proprio i genitori e i parenti più prossimi delle giovanissime “mano leste” a sfruttarli, inviandoli tutti i giorni tra piazza di Spagna, piazza del Popolo e al Colosseo a ripulire le tasche delle numerose vittime, sottraendoli anche alla frequenza scolastica.

I Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina hanno individuato i ruoli dei diversi indagati, dai reclutatori a chi riscuoteva il denaro, scoperto un canale di ricettazione degli oggetti rubati e le modalità di spartizione dei proventi. Nel corso dell’attività sono state recuperate ingenti somme di denaro in contante, anche in valuta straniera.

È stata fatta luce su un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie di nazionalità romena di etnia rom, tutte legate da vincolo di parentela, stanziali sul litorale romano, principalmente nel Comune di Anzio località Lavinio, da dove, ogni mattina, partivano le varie “batterie” di borseggiatori che invadevano il centro capitolino.

I soggetti rintracciati in Italia sono stati associati in carcere e sottoposti alle misure cautelari degli arresti domiciliari, dell’obbligo di dimora e di presentazione presso gli uffici della polizia giudiziaria. Alcuni componenti del sodalizio, nel frattempo spostatisi in Romania, sono in fase di cattura da parte della Polizia Romena e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, SIRENE.


Roma, i rom all'assalto della metro a Cinecittà. E si vantano: «Siamo borseggiatori professionisti»
Edoardo Valci
domenica 14 Marzo 2021

https://www.secoloditalia.it/2021/03/ro ... ssionisti/

Nella metro di Roma per puntare alla vittima e infilare la mano alla ricerca di portafogli oppure oggetti. L’attacco ai passeggeri dei mezzi pubblici della Capitale è quotidiano,, soprattutto si tratta di romeni o nomadi. Ma ora rispondono ai carabinieri con tono di sfida: «Siamo dei borseggiatori professionisti». È accaduto nella zona di Cinecittà. Per la precisione, alla stazione metropolitana “Giulio Agricola”.

Cinecittà, i tre romeni in azione

I militari hanno bloccato i tre immigrati al secondo tentativo di borseggio. La vittima era una donna che stava attraversando i tornelli della metro. A finire in manette tre cittadini romeni di 42, 29 e 30 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno notato il 42enne e il 29enne che si erano posizionati ai lati della viaggiatrice, in modo da fare da scudo al complice 30enne, mentre infilava la mano nella borsa della passeggera.

L’intervento dei carabinieri

I carabinieri sono prontamente intervenuti e hanno bloccato i tre. E loro, alla domanda “qual è il vostro lavoro?”, hanno incredibilmente risposto: «Siamo borseggiatori professionisti». Gli uomini in divisa hanno arrestato i ladri.



"Io circondato e massacrato dalle borseggiatrici rom a Milano"
Valentina Dardari
23 aprile 2023

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 41646.html

Nella serata di ieri Matthia Pezzoni, uno dei ragazzi impegnati quotidianamente nella lotta contro le borseggiatrici che imperversano nelle metropolitane milanesi, è stato aggredito brutalmente da alcune di loro. Alla fine è stato portato in ambulanza al pronto soccorso con un occhio tumefatto e tanta rabbia in corpo.

Cosa è successo ieri sera?

"Ero da solo in metropolitana e alcune borseggiatrici hanno approfittato per farmi la 'festa', come si dice. Purtroppo succede sempre quando non si è in gruppo. Perché quando vedono che siamo in tanti non fanno così, restano in silenzio e pensano solo a coprirsi i volti. Ieri sera invece ne hanno approfittato".

Erano sempre le stesse? Quelle che ormai conosci bene?

"Sì, erano sempre loro. Insieme c'era anche un ragazzino che non avevo mai visto e che indossava un giubbotto rosso. Avrà avuto 13-14 anni ma era tutto coperto e non sono riuscito a vederlo benissimo. Proprio lui è stato quello che mi ha tirato un forte pugno sull'occhio procurandomi quello che ho adesso".

Anche le altre ti hanno aggredito?

"Certo, ovviamente anche le donne che erano con lui mi hanno tirato sberle e pugni. Mi hanno aggredito tutti insieme, uniti. Tutti contro uno solo. In quel momento c'era solo una persona in banchina, una ragazza che parlava inglese. L'avevo vista poco prima, era insieme al suo ragazzo e mi avevano ringraziato per averli avvertiti della presenza di borseggiatrici".

Esattamente perché sei stato aggredito?

"Ero da solo nella metropolitana di Duomo, stavo tornando a casa dal lavoro, e ho notato che c'erano delle borseggiatrici all'interno della metropolitana. Come faccio sempre, anche ieri sera ho preso il telefono per fotografarle e intanto ho avvisato gli altri passeggeri della loro presenza. A quel punto un gruppo di borseggiatrici si è allontanato in direzione Rho Fiera e io sono invece restato sulla banchina per Comasina".

E poi cosa è successo?

"Una borseggiatrice è tornata indietro e io ho iniziato a disturbarla ancora. La donna si è allontana ma io ho continuato a filmarla con il cellulare. Improvvisamente mi è venuta contro e mi ha sferrato un colpo sulla fotocamera del telefono dicendomi di finirla di fare video. Io però ho continuato e lei a un certo punto ha telefonato alle sue "colleghe", Tanja e Patrizia, che poco dopo sono arrivate insieme a un ragazzino. Tutti insieme hanno iniziato a prendermi a sberle e a tirarmi pugni. Il più violento è stato il minorenne che non avevo mai visto prima di ieri. Lui mi ha causato la contusione all'occhio".

Poi sono andati via e tu sei andato in ospedale?

"Non esattamente. Il gruppetto è scappato sulla banchina per Rho-Fiera e io ho iniziato a cercarle sul vagone. Alcuni passeggeri mi hanno però detto che i miei aggressori erano scesi dal convoglio. A quel punto sono andato dall'agente di stazione che ha chiamato sia i soccorsi che la polizia. Sono arrivato al pronto soccorso del Policlinico in ambulanza. Ho rifiutato i punti perché ho un brutto rapporto con gli aghi".

Dopo quanto sei uscito dall'ospedale?

"Tante ore, sono entrato alle 22,30 e sono uscito verso le 4 del mattino perché c'era una lunga attesa. Adesso spero solo che riescano a prendere i responsabili, anche perché c'era una telecamera di sicurezza che dovrebbe aver ripreso tutto. Ma certo non mi fermo, non è la prima volta che vengo aggredito solo perché cerco di rendere più sicura la mia città"



Sinistra difende borseggiatrici Rom: “Giusto picchiare chi le filma

Aprile 28, 2023
https://voxnews.info/2023/04/28/sinistr ... lma-video/
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:57 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:57 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:58 am

2/8) raccoglitori e commercianti di rame tramite il furto dei cavi elettrici e dei manufatti nei cimiteri


Il rame usato ha un mercato nero e per rubarlo si fanno danni enormi. Ecco un esempio
Ruben Rotundo
19 marzo 2021

https://bariseranews.it/2021/03/19/il-r ... n-esempio/

Il rame, chiamato anche oro rosso, è un metallo fondamentale per la nostra quotidianità: è duttile, malleabile, leggero e ha un’altissima conducibilità sia elettrica che termica. Inoltre, non è magnetico e resiste alla corrosione. Infine, può legarsi con altri metalli formando almeno 400 leghe metalliche diverse. L’uomo lo utilizza da almeno 10mila anni.

Dunque un metallo importante. Al mercato, la sua quotazione oscilla tra i 5 e i 7 euro al kg. Ma anche di più, visto che si tratta di una materia prima, sempre richiesta dal mercato internazionale per svariate applicazioni.

Per queste ragioni esiste il mercato nero, molto interessato al rame ovviamente rubato. Costa meno e si può avere rapidamente. I grossisti possono acquistarlo dai rottamai o direttamente dai ladri di rame a circa 4 o 5 euro al kg, rimandarlo in fonderia e rimetterlo in circolazione senza alcuna difficoltà, venduto come nuovo.

Un business internazionale miliardario che è sempre in divenire e che non perde mai valore di mercato, anche perché il prezzo tra rame nuovo e usato è molto simile.

Ecco perché fa gola a molti e non mancano i furti. I luoghi deputati all’ approvvigionamento di rame usato sono le linee ferroviarie, perché è facile ottenerlo dai cavi elettrici senza eccessivi sforzi. Quasi periodicamente avvengono furti lungo la ferrovia o nelle zone remote, dove vengono estratte grandi matasse di rame che vengono vendute facilmente ai rigattieri e ai rottamai, rientrando così nel circuito economico. Ciò, ovviamente comporta gravi conseguenze.

Ma è questo evidentemente che voleva fare un anziano barese che, in zona Picone, in Strada Santa Caterina, è stato sorpreso mentre stava trafugando un certo quantitativo di cavi di rame nei pressi dei binari delle Ferrovie Appulo Lucane. I poliziotti hanno fermato l’uomo, pregiudicato per reati specifici, che ha cercato invano di nascondere una tronchese che aveva con sé. Colto sul fatto, è stato arrestato per furto aggravato.

Per capire l’entità del danno, sono stati interpellati immediatamente i tecnici dell’impianto. Se non fossero intervenuti tempestivamente gli agenti, i cavi rubati avrebbero provocato il malfunzionamento del vicino passaggio a livello, causando gravi problemi al traffico ferroviario e veicolare.


A proposito di furti di rame
di Cesare Biscozzi
Tecnica Assicurativa
2016 Nov 17 |
https://www.osservatorioonline.com/arti ... i-di-rame/

Le cronache di questi giorni raccontano di una intensificazione dei furti di materie prime, soprattutto di rame che tra i vari materiali è quello di maggiore interesse per i ladri. I motivi di questi furti sono abbastanza ovvi, la crisi del mercato, la facilità di reperimento di metalli in una città con sistemi di trasporto ferroviari estesi e cavi elettrici pressoché dovunque, ed infine la richiesta continua di materia prima da parte dell’industria produttiva, che per sopperire alle proprie necessità si avvantaggia dei prezzi concorrenziali del cosiddetto “mercato nero”. Ad esempio il prezzo ufficiale del rame oscilla tra i 5/6 € al kg, a confronto dei circa 3/3,50 € al kg del mercato nero. Certo questo comportamento porta alla distruzione di tratti della Ferrovia dello Stato o a incidenti dei ladri con i cavi dell’alta tensione, ma come si dice il gioco vale la candela, per capirci con una canalina si riescono a recuperare almeno € 100,00 e oggetti come canaline, scossaline o cavi in generale non è difficile essendo questi posti all’aperto. Ne conseguono le notizie relative a furti nei cimiteri, nei palazzi e nelle chiese.

Se vi è una copertura assicurativa come sempre tocca al Perito verificare l’accaduto e condurre il sinistro entro gli usuali assetti liquidativi. Non tutte le Compagnie hanno la consuetudine di concedere coperture di enti all’aperto, mentre per i danni in questione ci si trova nella maggior parte dei casi ad analizzare sinistri di “cose all’aperto”. Tenendo altresì conto che il concetto basilare del furto si basa sullo scasso di mezzi di chiusura, quindi il furto di materiale posto in locali chiusi e solitamente ben riparati, nei furti di rame ci troviamo con “enti all’aperto” e perlopiù senza alcuna protezione di sorta. Ma come sempre accade è la richiesta del mercato che determina l’assunzione di rischi. Quindi l’aumento di richiesta con probabilità di un eventuale guadagno, toglie ogni inibizione al comparto assicurativo.


Furti di rame, 175mila chili rubati e 23 giorni di ritardo sui treni dall’inizio dell’anno
giulia merlo
5 giugno 2015

https://www.lastampa.it/cronaca/2015/06 ... .35248348/

«Ritardo a causa di un furto di rame». L’annuncio è sempre più frequente sui treni italiani e continua a rovinare i viaggi dei pendolari. Ultimo in ordine di tempo, quello sulla linea Bari-Taranto: è il secondo furto in una settimana sulla tratta, per un danno di circa 2mila euro e ben 7 treni coinvolti, con ritardi compresi tra i 20 e i 90 minuti.

La corsa dei ladri al cosiddetto «oro rosso» ha assunto negli ultimi anni numeri preoccupanti e colpisce soprattutto le infrastrutture, vale a dire ferrovie e cavi della luce e del telefono. In Italia, le aziende più danneggiate dalle razzie di vere e proprie bande organizzate sono, infatti, Ferrovie dello Stato, Enel e Telecom Italia.

Prezzo di mercato: 6,45 euro al chilo

La ragione dell’exploit dei furti di rame è semplice: il prezzo del metallo è passato da 4,65 euro al chilo nel 2012 ai 6,82 euro nel 2013. Oggi il rame si vende a 6,45euro al chilo e i furti di cavi sono diventati una costante su tutto il territorio. L’«oro rosso», infatti, ha un’area di esportazione molto vasta che va dall’Est Europa a India e Cina: la filiera clandestina prevede che il metallo venga rubato, comprato e immediatamente fuso dai grossisti e poi trasformato in barre per essere rivenduto.

10 chili di rame rubati equivalgono a 2 minuti di ritardo

Il furto di rame - come continuano a testare i pendolari di tutta Italia - blocca completamente la circolazione dei treni sulla tratta ed è necessario aspettare che i cavi elettrici vengano ripristinati.

Stando ai dati forniti da Trenitalia, in questo primo quadrimestre del 2015 sono stati rubati 175.700 chili di rame, che hanno comportato un ritardo complessivo di 23,1 giorni ai 1619 treni fermati a causa del furto. In pratica, ogni 10 chilogrammi di rame rubato i treni rimangono bloccati in media 2 minuti.

Le regioni più colpite dai furti sono la Campania e la Sicilia, ma le razzie sono all’ordine del giorno anche in Lazio e Puglia.

Ogni chilo rubato costa a Trenitalia 10,95 euro

Non solo il danno del rallentamento della circolazione, i furti di rame sono una voce di costo sempre maggiore per l’azienda che li subisce. Se ai ladri ogni chilo di cavi di Rame di Trenitalia - qualitativamente più puro rispetto a quelli di Enel e Telecom - frutta 6,45 euro, per l’azienda il danno diretto e i costi di manutenzione ammontano quasi al doppio: 10,95 euro.

La lotta ai furti

Vista l’escalation del fenomeno, le aziende e il Ministero dell’Interno hanno costituito l’Osservatorio nazionale sui furti di rame, che sta lavorando per creare un consorzio per la tracciabilità, per monitorare le transazioni della filiera di questo metallo.

I cavi di rame, però, sono esposti lungo tutte le linee ferroviarie e i furti sono difficilmente evitabili. Per questo sia Trenitalia che Telecom hanno iniziato a sostituire - almeno nelle aree più colpite dai furti - l’«oro rosso» con metalli e leghe alternativi meno pregiati, come l’alluminio.






Furti di rame, restano in carcere i cinque romeni arrestati dalla polizia a Pila
20 ottobre 2014

https://www.lastampa.it/aosta/2014/10/2 ... 1.35604166


I cinque romeni arrestati dalla polizia dopo un rocambolesco inseguimento sabato notte a Gressan restano in carcere. Hanno rubato cavi di rame dal cantiere del trenino di Cogne, a Pila, ma hanno trovato venti agenti ad aspettarli. Il gip del Tribunale ha convalidato gli arresti. I cinque hanno dato tutti la stessa versione dei fatti: “Ci hanno portati qui, abbiamo agito su commissione”, senza però fare i nomi di altre persone.

I cinque sono Ioan Calderas, di 33 anni, Ion Bordean (51), Dumitru Varga (42), Nicolaes Apostol (41) e Christen Costantin (26). Un sesto componente della banda era fuggito tra i boschi dopo il blitz della Squadra mobile, e di lui si sono perse le tracce.

Il fenomeno dei furti di rame non si placa. I carabinieri hanno denunciato un trentatreenne residente in Bassa Valle per furto. Secondo i militari della caserma di Gressoney-St-Jean l’uomo qualche giorno fa ha rubato in un alpeggio di Fontainemore, in località Pré, grondaie e tubi di rame per un valore di diecimila euro. Le indagini dei carabinieri hanno consentito di ritrovare, in una strada vicino ai pascoli dell’alpeggio, il furgone Fiat Doblò bianco con a bordo tutta la refurtiva, restituita poi al legittimo proprietario.



Roma, furti e saccheggi in via Ramazzini dopo l'arrivo dei rom
Martedì 28 Agosto 2018

https://www.ilmessaggero.it/roma/cronac ... 38257.html

Furti e saccheggi nel centro di assistenza della Croce Rossa di via Ramazzini, dove da circa un mese sono ospitati una quarantina di nomadi sgomberati dal Camping River. A questo si aggiungono i danneggiamenti delle strutture con lo scopo di recuperare rame e materiale ferroso.
Gli episodi avrebbero portato i responsabili del centro a presentare una regolare denuncia, anche al fine di poter allontanare gli "assistiti" dalla struttura.

«Che la gestione dei campi nomadi romani sia consistita di fatto nella creazione di terre di nessuno, dove la cultura dell'illegalità abbia prosperato e messo radici, è qualcosa che andiamo denunciando da anni», dichiara
il coordinatore romano della UGL Polizia Locale Marco Milani.

«Ora, ad accorgersi della difficoltà di gestire queste persone è la Croce Rossa Italiana, un ente che merita la gratitudine ed il rispetto, di tutto il popolo italiano. Purtroppo negli anni passati, a cattive politiche che hanno portato alla realizzazione di "zone franche" dove tutto è permesso, si aggiunge il fatto che nel tentare di far fronte al problema la polizia locale di Roma Capitale, sia stata lasciata sola. Un Corpo con paurose carenze di organico, con necessità di una regolamentazione adeguata ai nuovi contesti di sicurezza urbana, cui è stato chiesto di fatto, di fronteggiare da solo anche questioni di ordine pubblico».



Roma, incendio al Collatino: «Vendetta dei rom». Ama sotto inchiesta: bonifiche mai fatte
26 aprile 2019

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/c ... 54072.html

Una ritorsione contro i vigili urbani, che due mesi fa avevano sequestrato tutta la zona, comodo terreno di affari per le gang di Roma Est che trafficano coi rifiuti e i metalli estratti dagli scarti. Per il rogo della discarica abusiva al Collatino, bruciata nella notte tra giovedì e venerdì, prende corpo la pista dolosa. È lo stesso comandante del vigili urbani, Antonio Di Maggio, a ipotizzarlo: «I motivi? Non escludo che possa essere una ritorsione per il lavoro che da mesi stiamo portando avanti nella zona con i controlli sul campo di via Salviati e lo sgombero delle baracche in via del Flauto».

La sindaca Virginia Raggi parla di «attacco di una criminalità che continua ad agire contro i cittadini». Il caso è arrivato in Procura dove già a inizio anno la Dda aveva aperto un fascicolo per traffico e riversamento illecito di rifiuti dal quale poi era scattato il sequestro dell'area, messo a punto dai caschi bianchi. Allora l'ipotesi era che la discarica abusiva fosse utilizzata non solo per il riversamento dei rifiuti, compresi gli ingombranti, ma che fosse teatro di un vero e proprio traffico illecito di materiali tra cui le batterie al litio o il più banale, ma sempre redditizio, rame. Il procuratore aggiunto Michele Prestipino e la pm Desirée Digeronimo, che indagano sul caso, stanno aspettando l'informativa dei vigili per procedere poi anche con l'ipotesi di rogo doloso. Sul posto non sono stati rinvenuti inneschi e probabilmente non se ne arriverà a capo neanche in futuro dato che potrebbe essere bastata una sola tanica di benzina per far partire il rogo.

L'incendio è divampato da due cumuli di rifiuti vicini e in un istante si è propagato in tutta l'area, facendo alzare un'imponente nuvola di fumo tossico. La Municipale ha prelevato le immagini dalle videocamere di sorveglianza della stazione ferroviaria Palmiro Togliatti per esaminare se giovedì sera intorno alle 21.30 è stato ripreso qualcuno diretto alla discarica. Più probabile l'ipotesi che il presunto o i presunti responsabili abbiano percorso via Grotta di Gregna o via Collatina per arrivare all'area. Che sia una vendetta dei nomadi a cui i vigili hanno vietato l'ingresso dei camion al campo di via Salviati e sequestrato la discarica? La magistratura sta indagando.

L'ACCUSA
A finire sotto accusa, però, è anche l'Ama per non avere rimosso la spazzatura abbandonata, nonostante il Comune chiedesse l'intervento dallo scorso febbraio. Cioè da quando la discarica è stata sequestrata. È il Campidoglio stesso ad aprire un'inchiesta contro la sua municipalizzata: Ama, da ieri, è oggetto di un'indagine interna che dovrà accertare come mai nessuno avesse portato via l'immondizia dall'area del Collatino, nonostante le richieste reiterate dell'amministrazione. Sia a inizio febbraio e poi ancora il 5 marzo scorso. Il sospetto del Campidoglio è che non sia l'unico intervento chiesto ma non realizzato dalla municipalizzata. L'accusa, quindi, è inadempienza contrattuale, perché si tratta di operazioni di bonifica per cui il Comune ha stanziato soldi dei contribuenti. Con un atto del 1 febbraio 2019, firmato dalla direttrice dell'Ufficio Rifiuti, Laura D'Aprile, il Comune ha chiesto all'Ama di occuparsi della «rimozione, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani deposti abusivamente su aree pubbliche». Allegato alla determina, c'era un elenco di 14 indirizzi, compresa via Collatina vecchia, la zona incendiata l'altra notte. I fondi erano stati impegnati sul bilancio comunale due mesi fa.

Quanto? Quasi mezzo milione di euro, 451 mila a essere precisi e di questi più di 172 mila erano destinati alla discarica abusiva andata a fuoco. Perché l'Ama, dopo avere ricevuto l'ordine, non ha provveduto a portar via gli scarti abbandonati? Soprattutto, esistono altri interventi disposti da Palazzo Senatorio che la sua controllata non ha portato a termine? Su questi interrogativi si concentrerà l'inchiesta interna avviata ieri. All'Ama è stato chiesto un «rapporto informativo», con cui dovrà fare chiarezza su quelle che in Comune definiscono «lacune evidenti». C'è anche il rischio di un danno erariale. Nelle carte del Campidoglio, è scritto chiaramente: «Nel Bilancio 2019 sono stati assegnati i fondi per gli interventi di rimozione dei rifiuti urbani per far fronte alle esigenze scaturite dal fenomeno di abbandono dei rifiuti». E vengono citati «preventivi presentati dalla stessa Società (cioè l'Ama, ndr) a seguito della nostra richiesta inoltrata dall'ufficio preposto». In teoria, l'Ama aveva tutti i titoli per procedere, quindi. Si legge ancora nell'ordine del Comune: «I servizi decorreranno non appena il presente provvedimento sarà esecutivo e sarà notificato alla società affidataria» e «gli interventi di cui all'oggetto saranno resi entro il 31.12.2019».


Pubblicano su Tik Tok il video in cui sfilano del rame rubato: denunciati madre e tre figli

Tre dei denunciati impegnati a «spellare» i tubi di plastica
23 aprile 2021

https://www.ilgiornaledivicenza.it/oltr ... -1.8600241

Hanno pubblicato su TikTok il video girato mentre spellavano, sulle note di una canzone arabeggiante, centinaia di tubi di plastica per estrarre chili e chili di rame accatastati poi su due furgoni parcheggiati alle loro spalle. Ma si sono incastrati con le loro mani, ritenendo forse che le forze dell’ordine non «fiutassero» pure tra i filmati postati nella App di videosharing sempre più in voga tra i giovanissimi, ma non solo, smaniosi di dare sfogo alla propria creatività.

La «performance», della durata di una decina di secondi, non è passata infatti inosservata ai carabinieri della stazione di Minerbe, che stavano indagando su un giro di furti di «oro rosso», molto redditizio e facilmente smerciabile sul mercato nero. E così, come riporta L'Arena.it, quattro persone tra i 27 e i 54 anni residenti nel campo nomadi di Menà (in provincia di Verona) - tre uomini e la madre di uno di loro - sono state denunciate a piede libero per ricettazione. Le cataste di fili del ricercato metallo recuperate dall’Arma - oltre 25 quintali per un valore superiore ai 10mila euro - sono state trasferite in un deposito giudiziario sulla scorta del sequestro convalidato dal pm Maria Beatrice Zanotti della Procura di Verona. Ed ora per i militari si apre un complesso lavoro per cercare di risalire alla provenienza del rame, che con tutta probabilità è di provenienza illecita visto che le quattro persone «pizzicate» in flagrante non sono riuscite a giustificarne il possesso. Le bobine da «sbucciare» potrebbero essere state sottratte nei depositi di aziende, così come in cantieri edili, in qualche impianto fotovoltaici e persino nelle reti dell’illuminazione pubblica. A dirlo saranno i codici impressi nei tubi accatastati nel campo di via Valle Menà ed altri elementi raccolti ed ora al vaglio dei carabinieri.




Sciacalli sulle macerie del tornado, presi due rom

Stavano rovistando a Dolo in mezzo alle case abbattute dal maltempo, si erano già impossessati di pezzi di rame
10 luglio 2015

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/ ... 1.11754180

http://mattinopadova.gelocal.it/polopol ... /image.jpg

Marito e moglie, di origine rom, sono stati arrestati dai carabinieri nella tarda serata di giovedì 9 mentre stavano aspontando del materiale dalle macerie lasciate dal passaggio del tornado di mercoledì 8.

In particolare, la coppia si stava impossessando di pezzi di grondaie in rame. Un materiale, questo, che fa molta gola ai predoni poiché viene rivenduto sul mercato nero dei metalli. Per evitare episodi di sciacallaggio, purtroppo frequenti nei giorni successivi ai disastri, già nelle ore successive
alla tromba d'aria le forze dell'ordine e i volontari avevano organizzato un servizio di controllo e monitoraggio delle vie flagellate.

Sedici squadre avevano monitorato le zone per cercare di scongiurare furti che vanno uteriormente a ferire chi è già molto provato dagli eventi.



Marito e moglie rom di origine bosniaca sono stati arrestati dai carabinieri. Nel furgone, avevano materiale trafugato nelle case. Aumentano i controlli
Tromba d’aria, fermati due sciacalli partiti da Torino per rubare grondaie di rame

10 luglio 2015

https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 2912.shtml
Marito e moglie rom di origine bosniaca sono stati arrestati dai carabinieri. Nel furgone, avevano materiale trafugato nelle case. Aumentano i controlli
VENEZIA Non hanno perso tempo. Pensavano, forse, che in questo momento nessuno avrebbe badato a loro. Gli sciacalli, tanto temuti dai sindaci e dalla prefettura, hanno cominciato a uscire allo scoperto sulla Riviera del Brenta. Arrivati da Torino, da dove risiedono, li hanno fermati i carabinieri di Dolo, giovedì sera a Cazzago, mentre stavano cercando di rubare grondaie ed altri materiali in rame e in ferro dai cumuli di macerie lasciati da parte dai volontari che da giorni lavorano senza tregua per rimettere in sesto il territorio. Tra il materiale rubato, anche una bicicletta, che i due, marito e moglie rom di origine bosniaca ma appunto residenti in Piemonte, avevano posizionato all’interno di un furgone. Furgone in cui sono state ritrovati materiali e suppellettili trafugati dalle case abbandonate.
I due, entrambi 30enni, sono stati arrestati e portati in camera di sicurezza in caserma in attesa del processo per direttissima con l’accusa di furto aggravato. La prefettura, per evitare il fenomeno, fin dalla prima notte aveva messo a disposizione il battaglione di Mestre e 16 pattuglie di rinforzo (14 dei carabinieri, una della Polizia di Stato e una della guardia di Finanza) per servizi anti sciacallaggio. Non solo: anche i cittadini si sono organizzati in servizi volontari notturni per sorvegliare le case abbandonate o danneggiate gravemente dal tornado. Il sindaco di Mira Alvise Maniero e i suoi assessori sono scesi in strada in prima persona, insieme a un gruppo di cittadini, per monitorare la situazione a Porto Menai e nell’area artigianale Pip di Mira.



Sequestrati auto e rame nel campo nomadi di Giugliano raccontato da Striscia
Striscia la notizia
Le autorità hanno sequestrato 53 automobili e centinaia di metri di rame nella località campana. Per rimuovere i rifiuti occorrerà la bonifica. Luca Abete ha documentato il degrado in cui vivono gli abitanti.
27/03/2023

https://www.striscialanotizia.mediaset. ... me_370700/

Dopo i servizi di Striscia la notizia che hanno documentato la situazione di degrado, povertà e di scarsa igiene nel campo rom di Giugliano in Campania (Napoli), la mattina del 24 marzo è scattato un blitz delle autorità. L’operazione, condotta dai carabinieri, dall’Esercito Italiano e dalla polizia metropolitana ha portato al sequestro di 53 auto (rimosse con i carroattrezzi), dieci carcasse e centinaia di metri di rame, metallo che si vende fino a dieci euro al chilogrammo. Non si è potuto fare nulla per quanto riguarda le tonnellate di rifiuti, accatastati intorno al campo di via Carrafiello, per la cui rimozione serve la bonifica. Luca Abete ha raccontato la vita degli abitanti del campo, mostrando nei suoi servizi le precarie condizioni in cui crescono e giocano i bambini, molti dei quali non vanno neanche a scuola.


La vita difficile dei bambini senza scuola nel campo di Giugliano in Campania (Napoli)

Tutte le automobili sequestrate sono senza assicurazione e qualche vettura è addirittura provento di furto. Inoltre, un uomo è stato sorpreso mentre tentava di allontanarsi a bordo di un piccolo furgone ed è stato denunciato perché non possedeva la patente di guida. Sul posto sono giunti anche i servizi sociali che hanno controllato le condizioni di chi vive nel campo e soprattutto quelle dei bambini, per assicurarsi che tornino a scuola.


Animali legati alle roulotte del campo nomadi

Oltre alle montagne di rifiuti e alle carcasse di veicoli, nel campo nomadi ci sono diversi animali, in particolare galli, montoni e agnelli, che vivono legati alle roulotte. L’ASL veterinaria si occuperà di loro. Infine, tutt’intorno scorrazzano topi, inseguiti dai gatti che gli danno la caccia. Nel servizio dell’8 giugno 2020, l’inviato Luca Abete ha mostrato le immagini dei terreni coltivati che si trovano nei pressi del campo e ha raccolto le testimonianze degli abitanti della zona, che denunciano da tempo la situazione.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:58 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:58 am

3/8) raccoglitori di ferro vecchio tramite il furto presso rottamatori regolari con partita iva


Raffica di furti: donne sole in auto le vittime preferite. Arrestati in due
23 aprile 2021

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8600651
Continui furti sulle auto in sosta e nelle abitazioni. Un colpo dietro l'altro tra Marano, Zanè, San Vito di Leguzzano e Giavenale fino all'arresto da parte dei carabinieri.

In manette sono finiti Giosuè Innocenti e Blu Helt, di 23 e 41 anni, di origine sinti. Almeno dieci i furti messi a segno tra aprile e ottobre dello scorso anno.

I militari avevano notato la segnalazione apparsa sulla pagina Facebook "Sei di Marano Vicentino se..." dove alcuni cittadini mettevano in guardia i residenti da una coppia sospetta che si spostava a bordo di un furgone bianco.

I due andavano in giro soprattutto di pomeriggio per individuare le loro vittime, pedinarle e compiere, in modo fulminea, razzie di ogni genere.

Sono scattate le indagini ed è stato individuato il Doblò bianco, intestato ad una “testa di legno”. Il veicolo era stato nascosto tra altre auto nella zona industriale, ben lontano dal campo nomadi vicino al Leogra dove i due abitano.

Sono quindi iniziati i pedinamenti. La coppia percorreva le varie zone, parcheggi di supermercati, centri abitati e, una volta adocchiata un’auto, quasi sempre guidata da donne, la seguivano, in attesa che si fermasse e la signora scendesse. Uno rimaneva alla guida mentre l'altro, rapidissimo, apriva l'auto della vittima e rubava la borsa.

In aprile era stata derubata una giovane che, durante il lockdown, stava facendo consegne a domicilio a per la pizzeria “Cuore Napoletano” di Marano. Le era stato sottratto l’incasso di circa un migliaio di euro custodito nella cassettina appoggiata sul sedile dell’auto.

Dopo circa un mese i carabinieri, dopo un difficile pedinamento avevano notato che il furgone si era allontanato da una zona boschiva nella zona di Monte Magrè. Nel bosco, nascosta tra la folta vegetazione, c'era Fiat Abarth 500 nuova che era stata rubata pochi minuti prima vicino alla chiesa di Magrè. Il proprietario era sceso dall'auto ed era andato al bar lasciando le chiavi all'interno.

Il 30 ottobre era stata presa di mira una cinquantenne di Malo. Era andata al centro diurno per anziani “Brolatti” di Marano Vicentino per dare un passaggio alla suocera che l’attendeva all’ingresso in carrozzina. Aveva notato la sagoma di un giovane che, veloce, si stava allontanando a bordo di un’utilitaria di colore nero della quale riusciva a notare alcune sigle della targa.

Subito dopo ha scoperto che era sparita la sua borsa, con un bel bottino: ha spiegato infatti che per paura di subire furti in casa quando si spostava portava con sé i gioielli. Nella borsa, oltre ai monili, c'erano anche sedicimila mila euro in contanti. Un bel bottino per il ladro che questa volta pare abbia agito da solo.

I due, dopo l'arresto, sono attualmente sottoposti agli arresti domiciliari in un campo nomadi di Fratta Polesine e in un'abitazione a Torrebelvicino. Entrambi già noti alle forze dell'ordine devono rispondere di concorso in furto aggravato e continuato per un danno patrimoniale complessivo di circa 35 mila euro.


Uno dei due arrestati è quello che andò a rubare a casa di Ermes Mattielli.
https://www.facebook.com/franco.leonard ... 8911069438
Per chi non lo sapesse,Ermes era un uomo semplice,lavorava il suoi ferri vecchi e stanco di venir derubato,l'ultima volta prese il fucile e sparò ai due tizi intenti a rubare a casa sua.. ne colpì uno di striscio (quello di questo articolo) che gli fece causa e qualche giudice di gli diede pure ragione condannando Ermes alla morte.. si cari perché Ermes morì di crepacuore per il male che gli è stato fatto!! E rileggere il nome di quello,ancora e ancora in giro a rubare e far del male.. mah! Perché nessuno prende coraggio e comincia a far causa allo stato o ai giudici per tutto questo?! Li tutelano? Bene,che si assumano anche le responsabilità del male che causano!


Io sto con Ermes Mattielli e con quelli che si difendono
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1909

https://www.facebook.com/Nessuno-tocchi ... 0546415416

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -5-ani.jpg



IO STO CON ERMES!
Ermes Mattielli, l'uomo che nel 2006 sparò a due nomadi che si erano introdotti nella sua attività, è stato condannato a 5 anni di reclusione, in più dovrà risarcire i due nomadi con 135 mila euro, VERGOGNA! SE ANCHE TU SEI DALLA PARTE DI ERMES, CONDIVIDI IL VIDEO!
https://www.facebook.com/34373749240074 ... nref=story

Arsiero, sparò ai ladri: non è legittima difesa

http://www.bufale.net/home/disinformazi ... bufale-net

ARSIERO. Il giudice ha depositato i motivi sul discusso episodio del giugno 2006 nel quale il rottamaio Ermes Mattielli ferì gravemente a colpi di pistola due nomadi. «Non agì per difendere la propria incolumità e non c’era pericolo che fosse aggredito. I feriti avevano già lasciato la refurtiva»

Arsiero. Non spara per difendere la propria incolumità. Perciò non è una legittima difesa, nemmeno con l’attenuante putativa come ipotizzava la procura di Vicenza. Non lo è perché i due ladruncoli hanno già abbandonato la refurtiva e stanno fuggendo, pertanto da parte loro «c’è desistenza» e non c’è pericolo per il rottamaio Ermes Mattielli di essere aggredito. Anche perché lui è armato di una pistola Tanfoglio, mentre Blu Helt e Cris Caris sono disarmati. Dunque, quando l’invalido di 59 anni spara 14 colpi di pistola la sera del 13 giugno 2006, ferendo gravemente i due ragazzi nomadi che gli stanno rubando nel deposito di Scalini di Arsiero, viola la legge poiché mette in atto una reazione sproporzionata rispetto all’offesa che sta subendo. A scriverlo è il giudice Cristina Bertotti nelle motivazioni della sentenza che ha suscitato polemiche e scalpore, con seguito di fiaccolata di solidarietà leghista, perché il derubato è stato condannato a 1 anno di reclusione per lesioni e a una provvisionale subito esecutiva di 120 mila euro. Il giudice conviene che da parte di Mattielli ci «possa essere stata l’erronea supposizione di trovarsi in una situazione di pericolo, tuttavia questo errore non è scusabile, cioè incolpevole, e dunque con efficacia esimente, ma è stato determinato da colpa». La dott. Bertotti ha depositato gli attesi motivi ancora una settimana fa e sono già all’attenzione del procuratore generale di Venezia Pietro Calogero, per valutare l’eventuale impugnazione. Che presenterà comunque l’avvocato difensore Maurizio Zuccollo. In una trentina di pagine il tribunale di Schio sviscera tutte le problematiche della controversa vicenda, rispondendo indirettamente anche a chi ha sostenuto che la sentenza del 5 luglio è un lasciapassare per i delinquenti. «La dinamica del fatto evidenzia l’insussistenza non solo dell’ordinario requisito di proporzione tra offesa e difesa – continua il giudice -, ma anche della reazione legittima, cioè necessaria e non sostituibile con altra reazione meno dannosa». Mattielli, insomma, aveva «un’altra possibilità perché poteva ritornare a casa e chiamare le forze dell’ordine, cosa che invece ha fatto solo dopo avere esploso tutti i colpi del caricatore». Questi argomenti, del resto, sono stati sottolineati anche dall’avv. Andrea Massalin per conto dei propri assistiti in sede di requisitoria privata al processo. Il tribunale, tra l’altro, osserva che le versioni dei fatti offerte in aula dalle parti divergono solo su alcuni aspetti marginali. È pacifico che i due nomadi, muniti di pile e un tronchese, sono entrati per rubare. Mattielli ha sentito suonare l’allarme e si è precipitato al deposito, dove in passato erano già avvenuti altri furti. Egli ha visto due ombre che spegnevano le pile. Quindi ha sparato subito due colpi, e quando è stato a 4-5 metri ha esploso gli altri 12, «all’impazzata». Lo stesso rottamaio in aula ha spiegato che i due individui non si erano avvicinati a lui e gli avevano solo detto: «Stai zitto». Dunque, nessuna minaccia. Tutti i proiettili hanno raggiunto i due bersagli. Blu Helt è rimasto invalido e per questo gli è stata riconosciuta una provvisionale di 100 mila euro. L’avv. Zuccollo ha invocato le modifiche di legge introdotte dalla legge 59 del 2006 in materia di legittima difesa. Il giudice sul punto osserva che è stata introdotta una presunzione legale «destinata a incidere su un solo requisito, cioè la proporzione tra difesa e offesa» in presenza sì della violazione di domicilio da parte dell’aggressore come in questo caso, ma combinata all’uso di un’arma legalmente detenuta per difendere la proprietà quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione. Ma in questo caso «la sparatoria di Mattielli non era certamente finalizzata a difendere la sua incolumità». I nomadi erano disarmati, non lo hanno minacciato e avevano desistito perché stavano scappando. «È evidente – conclude il giudice – che in entrambe le fasi della sparatoria non vi è mai stato un pericolo di aggressione». E la nostra legge «non consente il sacrificio della vita o della incolumità dell’aggressore al solo fine di tutelare il patrimonio». Come insegnano la Costituzione e la Carta europea dei diritti fondamentali dell’uomo. Ai giudici dell’appello la verifica.


Oklahoma, entrano i ladri in casa e li ammazza tutti e tre a colpi di fucile: non sarà nemmeno indagato
Zachary Peters
05 Aprile 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... agato.html

Negli Stati Uniti la legittima difesa è un concetto assoluto, inviolabile. E lo dimostra una vicenda che arriva dall'Oklahoma, dove un ragazzo ha ucciso tre rapinatori, uno alla volta, tre giovani malviventi che si erano introdotti nel cuore della notte all'interno della casa dei suoi genitori forzando la porta della cucina. Li ha ammazzati, tutti e tre, con un fucile semiautomatico AR-15. A sparare è stato Zacarhy Peters, 23 anni, senza alcun precedente e, come rivela Il Giornale, studente modello al Tulsa Community College. E per quelle tre vittime, per i tre ladri che ha ucciso all'interno di casa sua, non riceverà né un avviso di garanzia né men che meno dovrà andare a processo. Il procuratore capo della contea di Wagoner, nell'Oklahoma, mister Brian Kuester, di comune accordo con lo sceriffo locale ha deciso di scagionare il diretto interessato da ogni accusa poiché ha agito per legittima difesa e poiché Zachary ha regolare porto d'armi. L'unica indagata della vicenda è tal Elisabeth Marie Rodriguez, 21enne, la quale ha organizzato la rapina facendo poi da "palo" ai tre amici.


La legittima difesa non solo è pienamente umana ma è anche pienamente cristiana e rientrante nei valori, diritti e doveri umani naturali, universali e civili
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2540
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1356950777
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:59 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:59 am

4/8) furti nelle abitazioni anche con l'uso dei minori


Torino: ecco come degli zingari rubano nelle ville della collina
http://www.youtube.com/watch?v=jzzic0hTd2Q


Ecco il trucco di tre sinti per svaligiare le abitazioni
Emanuela Carucci - Mar, 26/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 52802.html

In manette moglie, marito e genero. I carabinieri sospettano la partecipazione a centinaia di furti

Moglie, marito e genero di origine sinti sono finiti in manette a Torino per furti in appartamento e ricettazione.

Mentre le tre figlie della coppia di coniugi (di cui una è la moglie del terzo arrestato) sono state denunciate dai carabinieri. Gli indagati sono sospettati di aver preso parte a centinaia di furti commessi a Torino e provincia.

I carabinieri hanno ricostruito il modus operandi della banda: il genero e il suocero rubavano le chiavi di casa lasciate nelle auto in sosta nei parcheggi dei supermercati. Dopo aver copiato l'indirizzo dal libretto circolazione, consegnavano le informazioni e le chiavi ad altri complici che svaligiavano gli appartamenti, mentre il proprietario faceva la spesa. Due dei tre ladri (marito e genero) sono stati arrestati, in flagranza di reato, proprio mentre rovistavano all'interno di una macchina. I militari dell'Arma hanno sequestrato duecentoventi mazzi di chiavi di appartamenti, probabilmente svaligiati, telecomandi elettrici di cancelli, disturbatori di frequenze, chiavi passe-partout per aprire le porte, targhe false e una refurtiva di oltre 40mila euro.



Furto nella villa di Walter Novellino, rom condannati dopo 12 anni
Giovanni Fiorentino
13 Aprile 2023

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca- ... 37676.html

A ben dodici anni di distanza dai fatti, tre uomini di etnia rom accusati di aver rubato contanti e preziosi dalla villa di Walter Novellino (per un bottino di 300mila euro) sono stati condannati a tre anni di reclusione e ad un maxi-risarcimento a favore dell'allenatore

Accusati di essersi introdotti in una villa di Perugia di proprietà di Walter Novellino, facendo man bassa di contanti e preziosi per un bottino di centinaia di migliaia di euro. Dopo dodici anni è arrivata la sentenza: tre uomini di etnia rom, di età compresa fra i 41 e i 47, anni sono stati condannati nelle scorse ore a tre anni di reclusione e a corrispondere un maxi-risarcimento pari a circa 320mila euro all'allenatore campano che vanta numerose stagioni in Serie A, prima da giocatore e poi da allenatore.


I fatti del 4 agosto 2011

Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori erano finiti in un primo momento altre due persone, sempre di etnia rom, poi uscite tuttavia dal procedimento nel corso degli anni. Era il 4 agosto del 2011 quando Novellino, che all'epoca allenava il Livorno in Serie B, si trovava allo stadio "Renato Curi" del capoluogo umbro per un torneo estivo. In Umbria, l'attuale mister della Juve Stabia è sempre stato di casa: da calciatore militò nel Perugia dal 1975 al 1978 e dal 1984 al 1986, prima di allenare il club nel 1992/93 e nel 1995.

E anche in virtù dei suoi trascorsi, aveva acquistato un immobile di pregio in una zona collinare della città. Secondo quanto emerso, i tre uomini erano al corrente degli spostamenti di Novellino e dopo averlo seguito, hanno colpito proprio nella certezza che quest'ultimo fosse assente in quanto impegnato presso l'impianto sportivo. I rom sono innanzitutto entrati nell'edificio dopo aver forzato una finestra ed aver disattivato l'antifurto. Hanno a quel punto scassinato la cassaforte e sradicato (trascinandolo via) anche un armadio a muro, mettendo poi le mani su gioielli, orologi e medaglie sportive in oro per un valore complessivo di 300mila euro.


Incastrati dalle tracce di vernice

Ad incastrarli sono però state in primis alcune tracce di vernice: le indagini dei carabinieri hanno preso spunto dai rilievi sul posto, partendo da materiale repertato quali frammenti di vernice verde “da trascinamento” della cassaforte asportata. Indizi rivelatesi fondamentali, al pari delle dichiarazioni dei testimoni che ricordavano parte della targa dell'autovettura sospetta. I successivi accertamenti hanno perciò permesso di risalire al mezzo utilizzato per l'azione, una Citroen Picasso di colore grigio noleggiata in Toscana. L’autovettura, successivamente venduta, è stata rintracciata in un secondo momento e sul paraurti posteriore della stessa sono stati rilevati profondi graffi e scalfitture (insieme a tracce della vernice sopracitata). A completare il quadro accusatorio, ulteriori approfondimenti svolti in una struttura ricettiva sul Lago Trasimeno nella quale il gruppo ha soggiornato, fornendo tra l’altro false generalità. Una storia sulla quale sembra quindi esser stata posta la parola "fine", per quanto nel frattempo sia trascorso ben più di un decennio.



Al campo rom: 'La merce? È tutta rubata, nelle case e nei negozi

25 novembre 2014
https://www.youtube.com/watch?v=gKvrKwX ... ture=share
"Ringraziate Dio che non prendono i bastoni e vi menano qua" avverte un ragazzo rom. La giornalista di Piazzapulita Francesca Mannocchi al campo nomadi di via di Salone a Roma documenta la situazione, tra merce rubata, spaccio, sfruttamento della prostituzione e traffico di armi


7 ladri seriali arrestati a Cuneo, nomadi sinti piemontesi autori di 22 furti in appartamento
venerdì, 8, marzo, 2019

http://www.imolaoggi.it/2019/03/08/22-f ... ti-a-cuneo

La Polizia di Stato e l´Arma dei Carabinieri di Cuneo, con il supporto della Questura e dell´Arma di Modena, nel corso di un´operazione congiunta che ha visto impiegati sul campo un centinaio di uomini, ha arrestato 7 uomini, tutti nomadi Sinti piemontesi, pregiudicati, ritenuti gli autori di una rapina e di 22 furti in abitazione consumati nelle province di Cuneo, Cremona, Reggio Emilia, Piacenza e Mantova, nel periodo compreso tra i mesi di settembre 2018 e gennaio 2019.
Il livello criminale dei 7 soggetti arrestati era tale da fare configurare per 4 di loro l´Associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei gravi reati documentati.
In particolare le risultanze investigative condotte dal personale della Squadra Mobile di Cuneo e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno permesso di fare emergere la totale spregiudicatezza con cui gli indagati mettevano in atto i furti e l´accurata azione di pianificazione che precedeva e seguiva ognuno di questi.
È stato così possibile appurare che i 7 si erano procurati una sicura sistemazione logistica in un appartamento della città di Modena, dove si rifugiavano dopo la commissione dei reati predatori nelle province limitrofe. Inoltre per garantirsi la buona riuscita dei colpi, in diversi di questi si presentavano presso gli obiettivi prescelti utilizzando segni distintivi in uso alle Forze dell´Ordine (Carabinieri e Guardia di Finanza), quali pettorine, cappelli e tesserini di riconoscimento falsificati artigianalmente, così da carpire in prima battuta la fiducia delle vittime e assicurarsi infine una fuga indisturbata.
Il sodalizio si avvaleva altresì dell´utilizzo di strumenti tecnologici avanzati nonché di attrezzature e materiali idonei al taglio di casseforti e di veicoli di grossa cilindrata per i frequenti spostamenti tra le varie province. fonte Polizia-Carabinieri


Banda della grondaia in azione a Torino, arrestate 'ladre acrobate'
07 aprile 2019

https://tg24.sky.it/torino/2019/04/07/t ... _link_null

In manette sono finite due ragazze di 14 e 18 anni, che avevano messo a segno un colpo in un appartamento di un palazzo in via Medici
Si sono arrampicate lungo le grondaie di un condominio, a Torino, per rubare in casa di una 50enne, ma sono state notate da una vicina e arrestate dai carabinieri. In manette sono finite due ragazze di 14 e 18 anni, residenti al campo nomadi di strada dell'Aeroporto e soprannominate dagli investigatori 'ladre acrobate' per l'abilità di arrampicarsi sugli edifici.

Ladre fermate dai carabinieri
Le due giovani hanno forzato la porta del balcone, al secondo piano di un palazzo in via Medici, poi hanno preso i gioielli e sono scappate. I militari del Nucleo radiomobile hanno fermato la minorenne mentre fuggiva per le scale. La 18enne è stata invece intercettata dopo essere salita sul cornicione. Un militare l'ha convinta a scendere.


Con ogni probabilità è zingara perché solo costoro incominciano da bambini e poi delinquono per tutta la vita con la complicità dei politicamente corretti che demenzialmente e ingiustamente li difendono


Ruba da quando era bambina, ora arriva la maxi condanna: 28enne dovrà scontare 13 anni di carcere

Venerdì 3 Maggio 2019

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/l ... 67232.html

Dovrà scontare 13 anni e 4 mesi in carcere per una lunga scia di furti in abitazione commessi dal 2001 ad oggi. Una 28enne, senza occupazione è stata arrestata dai carabinieri della stazione Tor Bella Monaca in esecuzione di un ordine per la carcerazione, emesso in data 30 aprile 2019 dal Tribunale di Ancona.

La donna, ladra specializzata in furti in abitazione consumati in tutt'Italia, si trovava ai domiciliari, nella sua casa in via Bagaladi, quando sono arrivati i carabinieri ha dato un altro nome, ma i militari sono riusciti ad identificarla e arrestarla nuovamente. La donna è stata portata nel carcere di Rebibbia con il figlio di un anno, come disposto dall'autorità giudiziaria.


I carabinieri sparano e fermano i rom e le loro figlie ladre
Franco Grande - Lun, 09/10/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 50804.html

Dopo un inseguimento è stata arrestata ad Eraclea una coppia di rom che costringeva a rubare persino le proprie figlie

È stata arrestata ad Eraclea una coppia di rom che costringeva a rubare persino le proprie figlie.

Giancarlo Lovacovic 54 anni e Nicla Hudorovich di 45, residenti in un campo di Padova, sabato scorso hanno messo a segno vari colpi tra Lignano e Caorle ma due carabinieri della Compagni di Portogruaro sono riusciti a fermarli.

Quando i genitori sono stati intercettati si trovavano in auto e il papà ha cercato di investire un carabiniere che, fortunatamente, è riuscito a salvarsi, mentre il collega ha sparato e centrato una gomma, mettendo fine alla fuga dei ladri. I coniugi rom, entrambi pregiudicati per reati, avevano deciso di fare razzie tra i veicoli parcheggiati in riva al mare e, così, a Lignano hanno rubato una giacca griffata del valore di mille euro a una triestina che l'aveva lasciato sul sedile. Dopo il furto i due rom si sono subito allontanati sulla loro Jeep Renegade bianca ma l'intervento dei due militari ha fermato la loro corsa. Le figlie di 9 e 14 anni, si legge sul Gazzettino, sono state affidate a una zia residente anch'essa a Padova.


L'adulto fa il palo, i bimbi rubano: così i rom saccheggiano i negozi
sabato 5 ottobre 2019

https://www.secoloditalia.it/2019/10/la ... m=facebook

Il video che pubblichiamo è stato realizzato in un negozio della periferia Nord di Roma. All’opera ci sono due bambini e un adulto. Tipica tecnica delle bande rom. L’uomo fa da palo, mentre i due minorenni depredano lo scaffale del negozio. Nel video, che dura pochi secondi, si vede l’operazione rapida e combinata. L’uomo controlla che nessuno li guardi, mentre i piccoli agiscono con perizia consumata.

Il commerciante romano condivide il video del furto

Nel video sono registrate delle imprecazioni del commerciante, che ha messo sui Social l’impresa degli anonimi ladri, perché anche altri commercianti facciano attenzione. Il modus operandi è una tecnica tipica delle bande rom, che agiscono impunemente in tutta Italia. Nel caso specifico, la città di Roma è ostaggio di ladri minorenni che godono di una impunità assoluta.

«Donne incinte e minorenni non finiscono in carcere neanche quando sono ladri conclamati – ha spiegato a Repubblica un alto magistrato di Cassazione – anche nei casi di recidiva, non è così scontato che si vada in cella: perché a un imputato di furto si possa contestare la recidiva che aumenta la pena, infatti, bisogna che ci sia stata una sentenza definitiva per l’altro reato e spesso ci si mette anni».

Su 10 bimbi rom, 9 non vanno a scuola

Secondo l’Associazione 21 luglio, solo il dieci per cento dei minori rom della Capitale frequentano la scuola. Una percentuale irrisoria. A questo si aggiunga che il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha firmato un anno fa un bando per l’integrazione scolastica dei bimbi rom. Il Comune ha stanziato 196.875 euro oltre all’IVA per mandare a scuola i bambini. Il risultato? Un numero pari al 9,7%. Un vero e proprio fallimento. L’ennesimo della giunta Raggi. Gli altri minori, quelli che non vanno a scuola dove sono? Chi abita a Roma lo sa bene. Sono in giro a fare accattonaggio, a prostituirsi o a rubare. Infanzia rubata per la quale nessun esponente di sinistra s’indigna. Nessuno manifesta o scende in piazza per chiedere che questi minori siano sottratti a un circuito criminale aberrante. La solita doppia morale della sinistra.

Alberto Pento
Perché questi bambini non vengono tolti ai loro genitori criminali?



Sgominata la banda dei furti in villa: arrestati sette nomadi
03 marzo 2020

http://www.parmatoday.it/cronaca/furti- ... sxYP3z4iZs

Una vera e propria banda di nomadi, organizzata e con modalità d'azione riconoscibili, che avrebbe agito tra le province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Mantova e Bologna, effettuanto furti e rapine - anche violente - per svaligiare ville e abitazioni di lusso. Sette persone, tutte appartenenti alla comunità nomade, sono state arrestate dai poliziotti della Squadra Mobili di Parma e di Reggio Emilia, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, alla fine di complesse indagiin, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma.

Gli agenti hanno organizzato un blitz all'interno di due campi nomadi in provincia di Reggio Emilia, quello di Poviglio e quello di Castelnovo Sotto, con più di cinquanta poliziotti, per arrestare cinque persone, che vivevano all'interno delle strutture. Gli altri sono stati raggiunti e bloccati all'interno delle proprie abitazioni: si tratta del 29enne B.T., del 35enne T.M., del 34enne B.C, del 41enne T.E, del 40enne H.M, del 53enne B.S. e del 32enne T.G. Alcuni di loro sono accusati

Le indagini sono partite dalla rapina effettuata nel marzo del 2019 all'interno dell'abitazione di una donna 80enne che vive a Viarolo. Cinque uomini, con il volto coperto dal passamontagna, dopo averla bloccata mentre stava rientrando nella casa dalla vicina foresteria, l’avrebbero costretta ad entrare e le avrebbero intimato di non muoversi. I rapinatori, nel frattempo, dopo essere entrati in due dei tre appartamenti di cui era composto l’immobile, dopo aver aperto con un flessibile due casseforti presenti in entrambe le abitazioni, avrebbero rubato diversi monili in oro e due orologi rolex dal valore di circa 10 mila euro. I rapinatori, dopo circa mezz'ora, erano scappati a bordo di un'auto nera.

I poliziotti della Squadra Mobile di Parma erano riusciti ad intecettare l’auto descritta dalla donna vittima della rapina e a segnare il numero di targa. Il mezzo è stato poi individuato, grazie ad una complessa indagine, tra la consultazione delle banche dati, l'esame delle registrazioni dei sistemi di videosorvegliazna e l'analisi del traffico telefonico. L'auto era all'interno del campo nomadi di Poviglio: seguendo il percorso a ritroso e grazie all'analisi comparata delle utenze in uso alla persona che stava usando il veicolo gli investigatori sono riusciti ad individuare i responsabili della violenta rapina.

Dopo aver analizzato i tabulati telefonici della persona che usava l'auto, infatti, i poliziotti sono riusciti a scoprire che quell'uomo era in contatto con altre persone, già note alle forze di polizia: alcune utenze, spesso in contatto tra loro, avevano agganciato le celle che fanno riferimento alla zona del campo nomadi di Poviglio. Le indagini successive, sempre coordinate dal Sostituto Procuratore Paola Dal Monte, hanno consentito di ricostruire altri episodi di furti e rapine.

Le vittime erano tutte diverse: l’espositore proveniente da una fiera, la titolare di un esercizio commerciale dopo la chiusura della propria attività, il cassiere di una fiera di paese o, semplicemente, il proprietario di una macchina che aveva lasciato il proprio zaino all'interno. La banda si muoveva in gruppo a bordo di più auto, individuava la vittima e la pedinava. Alcuni malviventi effettuavano le rapine mentre altri facevano da 'palo'.

Gli episodi contestati sono: il furto aggravato di monili per 300 mila euro, commesso ai danni di un espositore alla fiera “mercante in fiera” commesso il 10 marzo del 2019 a Ladispoli; il furto di una borsa all'interno di un'auto, commesso a Brescello il 2 giugno del 2019, il frto di una borsa all'interno di un'auto, commesso a Dosolo il 2 giugno del 2019, il furto di 9 mila euro d'incasso della manifestazione “Golese a tutta Birra”, avvenuto il 9 giugno del 2019 a Parma, il furto di una borsa commesso a Castelvetro Piacentino il 24 giugno del 2019, il furto della borsa all'interno di un'auto con 3 mila euro, avvenuto presso l’area di servizio “Sillaro ovest” in Castel San Pietro il 20 luglio del 2019, il furto di una borsa con mille euro, commesso presso l’area di servizio “San Martino” il 5 agosto del 2019, il furto dell’incasso di 9 mila euro di un negozio, commesso a Reggio Emilia il 6 agosto del 2019, il furto del campionario di profumi di un agente vendita, commesso l'8 agosto del 2019 a Parma.


Ladra sinti, oltre 100 furti impuniti/ Oggi riceve reddito di cittadinanza e una casa
Claudio Franceschini
15.05.2020

https://www.ilsussidiario.net/news/ladr ... a/2022826/

Bruna Hodorovich è un nome noto in Veneto: si parla di una donna di etnia sinti che oggi ha 44 anni, e secondo la Procura di Venezia è accusata di aver messo a segno oltre 100 furti in varie zone del Paese. Principalmente nella regione del Nord-Est (Venezia, Padova, Rovigo, Verona) ma anche Lombardia (Mantova) ed Emilia Romagna (Ferrara): il bottino complessivo ammonterebbe a circa mezzo milione di euro, la notizia che oggi si legge su Il Gazzettino però riguarda il fatto che la Hodorovich, che si dice sia a capo di una gang che comprende anche qualche familiare, è riuscita a farsi concedere una casa popolare a Cavarzere, in provincia di Venezia. Così avrebbe segnalato il Comune, e i giornali hanno immediatamente rilanciato: l’Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) le avrebbe infatti assegnato un’intera palazzina che sarà utilizzata dalla famiglia.

Bruna Hodorovich infatti è in galera: con lei ci sono anche il marito Diego Fulle, che ha 45 anni, e altri quattro componenti della famiglia mentre due sono agli arresti domiciliari. La denuncia sarebbe arrivata dalla nuora: la quale ventenne, sposata a Patrick Hodorovich (27 anni), avrebbe deciso di parlare non sopportando più (lo riporta sempre Il Gazzettino) le botte subite “dalla mattina alla sera”, essendo contraria ai furti della suocera. La notizia che Bruna abbia ottenuto una casa popolare è ancora più sorprendente se pensiamo che la donna era riuscita in passato a ottenere il reddito di cittadinanza, per la cifra di oltre 900 euro al mese; insieme a lei anche una delle figlie riceveva l’aiuto statale. Adesso però Bruna e la famiglia dovranno rispondere dei furti di cui sono accusati, vedremo allora come si concluderà questa vicenda che ha sicuramente del paradossale.


Presi i ladri da “trasferta”
26 Ott 2014

https://www.corriereromagna.it/news-for ... erta-html/
FORLÌ. Con un blitz nel Lazio, gli uomini della Squadra Mobile di Forlì, in collaborazione con i colleghi di Roma e del commissariato di Cisterna, hanno arrestato i presunti responsabili di diversi furti compiuti tra la fine di luglio e l’inizio di agosto a Forlì e nel Forlivese. Ricettazione e furti aggravato le ipotesi di accusa formulate dal procuratore Sergio Sottani e dal sostituto procuratore Michela Guidi a carico di Mario Pattusi, 35 anni, Paolo Bastante, 36 anni e Gianni Caldaras, 42 anni. A loro gli investigatori sono arrivati grazie a un controllo eseguito dalla Polizia municipale di Forlì proprio in quelle giornate di fine luglio. La Fiat Punto sulla quale si trovavano, in zona via Mattei, aveva commesso un’infrazione stradale e così la pattuglia li aveva fermati. Nell’auto i poliziotti avevano trovato diverso materiale di provenienza “sospetta”: affettatrice, macchina da caffè, computer portatile, alcune penne d’oro, una macchina fotografica e altro ancora. Tutti oggetti dei quali il trio non ha saputo indicare provenienza. Per questo erano stati denunciati per ricettazione. Ma l’intervento della Polizia municipale si era intrecciato con quello della Squadra Mobile che indagando su alcuni furti di quei giorni aveva notato quella stessa Fiat Punto e quei tre personaggi localizzati nell’area di alcuni colpi tra Predappio, Magliano, Villafranca e Castrocaro. Furti nei quali i ladri non solo rubavano, ma danneggiavano suppellettili, imbrattavano muri. In un’occasione lasciando anche un’impronta che ha permesso di collegare i tre al furto.

Ieri mattina con gli ordini di custodia cautelare firmati dal Gip Camillo Poillucci, i poliziotti della Mobile di Forlì, di Roma, di Latina e quelli del Commissariato di Cisterna, sono entrati in azione isolando alcuni campi nomadi ad Aprilia e a sud di Roma, dove sono stati trovati i tre. Uomini che viaggiavano tutta la Penisola per mettere a segno colpi e poi tornare nelle loro residenze nel Lazio. Ora si trovano tra Regina Coeli e il carcere di Latina.



Maxi-furto in villa «Ero sorvegliata dai ladri da mesi»
6.9.2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8233792

«Quei banditi sono entrati nella mia proprietà almeno un’ora prima di mettere a segno il colpo, quando mia figlia e mio nipote erano ancora dentro la villa. Dalle telecamere si vede». Ha il tono fermo e soddisfatto di chi ha trovato giustizia Carmen Toffanello, 60 anni, vittima del furto in villa avvenuto nell’ottobre del 2018, quando una banda di nomadi si era introdotta nella sua villa di quartiere San Lazzaro, asportando decine di scatole di gioielli, per un bottino di circa 30 mila euro.

L’imprenditrice bassanese, titolare dell'industria “A.M.F” Spa, non nasconde la soddisfazione per recente chiusura delle indagini condotte dagli agenti del commissariato cittadino, dopo la denuncia per furto aggravato in concorso di tre nomadi, residenti in un campo del Bergamasco.

«Di solito si pensa che dopo aver subito un furto, compresa le oggettive difficoltà per individuare i responsabili, le forze dell’ordine lascino perdere - spiega l’imprenditrice - Invece devo dire che la nostra polizia bassanese ha fatto un lavoro immenso. Gli sono davvero grata».



Ecco i tre nomadi arrestati a Marostica per furti in abitazione.
22 novembre 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7099575708
I tre potrebbero essere gli autori di molti altri colpi in abitazione, messi a segno in Veneto. Hanno alle spalle pagine e paginedi precedenti specifici.
La banda probabilmente ha messo a segno furti in tutto il Veneto con la tecnica di suonare ai campanelli per accettare la presenza dei residenti. I carabinieri chiedono a chiunque abbia avuto a che fare con i nomadi arrestati di darne notizia alla caserma dell'Arma del proprio territorio.



Furti nelle case e nelle auto: presi in tre dopo l'inseguimento

21 novembre 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8350713

Specializzati in furti nelle case e all'interno delle auto. Si muovevano tra le province di Vicenza e di Treviso ma ieri, al termine delle indagini (iniziate dopo colpi tentati e riusciti in alcune abitazioni di Marostica) i carabinieri li hanno arrestati in flagranza di reato. Si tratta di Michele Cari, 26enne; Mario Cari, 37enne e Teresa Helt, 33 anni, tutti residenti a Solagna.

Ieri mattina i militari hanno pedinato i tre che erano a bordo di una Clio. Dal Bassanese hanno raggiunto la provincia di Treviso e a Loria si sono fermati a bordo di un'Audi Q3, hanno rotto il vetro del finestrino, rubato una borsa che conteneva medicinali molto costosi, documenti ed effetti personali per poi darsi alla fuga con gran velocità.

I carabinieri hanno continuato a seguirli, chiedendo l'appoggio di altre pattuglie. A Castelcucco, percorse alcune strade in mezzo alle colline, la Clio si è fermata su una strada bianca molto dissestata, vicino a due abitazioni. A una delle due hanno suonato insistentemente il campanello, quindi tentato di forzare una finestra senza riuscirvi, per poi avere la meglio sulla porta d’ingresso ed entrare in casa. Qui però si sono trovati di fronte la proprietaria che sentito lo scampanellio e dei rumori strani, stava per aprire la porta.

L'uomo entrato in casa è scappato mentre la residente si è chiusa dentro. Dopo un inseguimento di circa due chilometri, i carabinieri sono riusciti a bloccarli. Trovati numerosi oggetti da scasso, nonché uno spray al peperoncino ed una pinza per avvicinamento.

I tre sono stati arrestati e portati in carcere.



Tamara Ecclestone, svolta nelle indagini sul “furto del secolo”: “I suoi gioielli in oro fusi nel campo rom di Milano”

15 aprile 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... o/6166563/

Sul furto in casa Ecclestone "la Bbc ci farà un documentario. Sono stato contattato da un giornalista pronto a venire a Milano" per scoprire i segreti di un moderno Lupin

“Ha ammesso le sue responsabilità per due furti, ma lo ha fatto quando l’accusa ha derubricato il capo di imputazione riconoscendolo come semplice partecipe invece che di promotore”. A parlare è Angelo Pariani, il difensore di Alessandro Donati, 43 anni, milanese di nascita, famoso a Londra per essere l’autore di alcuni dei furti nelle case più ricche della capitale. Davanti all’Isleworth Crown Court ha ammesso di avere derubato valori, gioielli e denaro per un totale di “circa 25 milioni di euro“, dalle abitazioni di Tamara Ecclestone, figlia dell’ex-patron miliardario della Formula uno, e Vichai Srivaddhanaprabha, il proprietario del Leicester football club, successivamente scomparso in un incidente in elicottero. Arrestato in Italia su un mandato di cattura europeo nell’ottobre scorso ed estradato un mese dopo, davanti alla corte – con l’aiuto di un interprete “perché non parla inglese” – , l’uomo ha ammesso di essere lui il colpevole del furti del 10 e del 13 dicembre 2019. Oltre a lui è imputato anche il 44enne Alessandro Maltese e il processo sul “furto del secolo” a casa Ecclestone si avvia verso una conclusione: la sentenza è prevista a inizio giugno.

Intanto il bottino, valutato tra i 20 e i 50 milioni di euro (Tamara Ecclestone non ha infatti mai fornito l’elenco esatto dei gioielli e del denaro rubati) non è stato trovato. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, è probabile che i pezzi in oro siano stati “fusi in una delle ‘fabbriche’ esistenti nei campi rom del Nord Italia – si legge sul quotidiano -. Quello milanese di via Monte Bisbino, sul quale sia Donati sia Maltese hanno gravitato a lungo, come la prima persona arrestata da Scotland Yard, la 47enne romena Maria Mester, poi rilasciata perché la corte ha creduto alla sua difesa: quel gioiello che aveva addosso al momento della cattura, e appartenente a Tamara, era il regalo di un uomo (quale di preciso lei non l’aveva detto) incontrato come cliente, in quanto la donna sarebbe una escort a pagamento”.

Secondo quanto ricostruito durante le indagini, Donati, forzando una finestra, era riuscito – insieme a dei complici – a entrare nella residenza del proprietario del Leicester e ad aprire più cassaforti contenenti denaro (45mila sterline) e sette preziosi orologi Patek-Philippe. Tre giorni dopo il colpo nella villa di Tamara Ecclestone e del marito Jay Rutland. Qui la banda è riuscita ad aprire una sola cassaforte delle quattro presenti e a portar via gioielli, orologi e denaro contante per diversi milioni di sterline. “Il mio assistito ha ammesso le sue responsabilità, ma non di essere il capo della banda. La pena massima prevista è di otto anni che sconterà, in caso di eventuale condanna, in Italia: la corte d’appello di Milano nel concedere l’estradizione ha deciso che la condanna va scontata qui”. Sul furto in casa Ecclestone “la Bbc ci farà un documentario. Sono stato contattato da un giornalista pronto a venire a Milano” per scoprire i segreti di un moderno Lupin.




Raffica di furti: donne sole in auto le vittime preferite. Arrestati in due
23 aprile 2021

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8600651
Continui furti sulle auto in sosta e nelle abitazioni. Un colpo dietro l'altro tra Marano, Zanè, San Vito di Leguzzano e Giavenale fino all'arresto da parte dei carabinieri.

In manette sono finiti Giosuè Innocenti e Blu Helt, di 23 e 41 anni, di origine sinti. Almeno dieci i furti messi a segno tra aprile e ottobre dello scorso anno.

I militari avevano notato la segnalazione apparsa sulla pagina Facebook "Sei di Marano Vicentino se..." dove alcuni cittadini mettevano in guardia i residenti da una coppia sospetta che si spostava a bordo di un furgone bianco.

I due andavano in giro soprattutto di pomeriggio per individuare le loro vittime, pedinarle e compiere, in modo fulminea, razzie di ogni genere.

Sono scattate le indagini ed è stato individuato il Doblò bianco, intestato ad una “testa di legno”. Il veicolo era stato nascosto tra altre auto nella zona industriale, ben lontano dal campo nomadi vicino al Leogra dove i due abitano.

Sono quindi iniziati i pedinamenti. La coppia percorreva le varie zone, parcheggi di supermercati, centri abitati e, una volta adocchiata un’auto, quasi sempre guidata da donne, la seguivano, in attesa che si fermasse e la signora scendesse. Uno rimaneva alla guida mentre l'altro, rapidissimo, apriva l'auto della vittima e rubava la borsa.

In aprile era stata derubata una giovane che, durante il lockdown, stava facendo consegne a domicilio a per la pizzeria “Cuore Napoletano” di Marano. Le era stato sottratto l’incasso di circa un migliaio di euro custodito nella cassettina appoggiata sul sedile dell’auto.

Dopo circa un mese i carabinieri, dopo un difficile pedinamento avevano notato che il furgone si era allontanato da una zona boschiva nella zona di Monte Magrè. Nel bosco, nascosta tra la folta vegetazione, c'era Fiat Abarth 500 nuova che era stata rubata pochi minuti prima vicino alla chiesa di Magrè. Il proprietario era sceso dall'auto ed era andato al bar lasciando le chiavi all'interno.

Il 30 ottobre era stata presa di mira una cinquantenne di Malo. Era andata al centro diurno per anziani “Brolatti” di Marano Vicentino per dare un passaggio alla suocera che l’attendeva all’ingresso in carrozzina. Aveva notato la sagoma di un giovane che, veloce, si stava allontanando a bordo di un’utilitaria di colore nero della quale riusciva a notare alcune sigle della targa.

Subito dopo ha scoperto che era sparita la sua borsa, con un bel bottino: ha spiegato infatti che per paura di subire furti in casa quando si spostava portava con sé i gioielli. Nella borsa, oltre ai monili, c'erano anche sedicimila mila euro in contanti. Un bel bottino per il ladro che questa volta pare abbia agito da solo.

I due, dopo l'arresto, sono attualmente sottoposti agli arresti domiciliari in un campo nomadi di Fratta Polesine e in un'abitazione a Torrebelvicino. Entrambi già noti alle forze dell'ordine devono rispondere di concorso in furto aggravato e continuato per un danno patrimoniale complessivo di circa 35 mila euro.


Uno dei due arrestati è quello che andò a rubare a casa di Ermes Mattielli.
https://www.facebook.com/franco.leonard ... 8911069438
Per chi non lo sapesse,Ermes era un uomo semplice,lavorava il suoi ferri vecchi e stanco di venir derubato,l'ultima volta prese il fucile e sparò ai due tizi intenti a rubare a casa sua.. ne colpì uno di striscio (quello di questo articolo) che gli fece causa e qualche giudice di gli diede pure ragione condannando Ermes alla morte.. si cari perché Ermes morì di crepacuore per il male che gli è stato fatto!! E rileggere il nome di quello,ancora e ancora in giro a rubare e far del male.. mah! Perché nessuno prende coraggio e comincia a far causa allo stato o ai giudici per tutto questo?! Li tutelano? Bene,che si assumano anche le responsabilità del male che causano!


Smantellata una banda responsabile di centinaia di furti: 8 arresti
Una parte del materiale sequestrato
12 maggio 2020

https://www.veneziatoday.it/cronaca/arr ... -2020.html

Dall’alba di oggi è in corso l'esecuzione di 8 misure di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettante persone italiane di etnia Sinti, più un marocchino, ritenuti responsabili di associazione per delinquere, furto aggravato, ricettazione, utilizzo indebito di carte di credito, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e commercio di armi. Sono in corso, inoltre, perquisizioni a domicilio sia degli arrestati che di altre 15 persone (di cui 4 minorenni), tutte italiane e indagate per gli stessi reati. L'operazione vede impiegati un centinaio di carabinieri dei comandi provinciali di Venezia, Verona, Piacenza e Rovigo, con l’ausilio del 4° battaglione “Veneto”, del 14° nucleo elicotteri di Belluno e del nucleo cinofili di Torreglia.

Le indagini, effettuate tra settembre 2018 e ottobre 2019 sulle comunità sinti residenti a Cavarzere, Mestre e Verona, hanno accertato la responsabilità degli arrestati in una lunga serie di furti in abitazione e su automezzi in sosta, specie nei pressi di supermercati e cimiteri, per un totale di un centinaio di episodi, in varie aree del Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. È stato calcolato che la refurtiva ammonta a mezzo milione di euro. I carabinieri sono riusciti, inoltre, a risalire al canale di ricettazione, individuando un marocchino, residente a Noventa Padovana, che faceva arrivare il materiale rubato al suo Paese di oririgine. È stato accertato l’indebito utilizzo delle carte di pagamento rubate con prelievi per oltre 50mila euro. Durante le indagini è stata individuata e sequestrata refurtiva per un valore di circa 100mila euro, oltre ad una pistola semiautomatica.



Tra il bottino dei sinti che per scappare si sono sbarazzati dell’oro rubato anche sette fedi nuziali

irene famà
7 marzo 2020

https://www.lastampa.it/torino/2020/03/ ... 1.38562890

TORINO. Sette fedi nuziali rubate, con incisi nomi e date dei matrimoni, sono state ritrovate dalla polizia. Gli agenti delle Volanti hanno fermato in strada del Villaretto due uomini a bordo di un'auto con indosso cappellino e giacca blu, auricolari e mascherine. Un travestimento per riuscire a raggirare le vittime, per lo più anziani.
Tra il bottino dei sinti che per scappare si sono sbarazzati dell’oro rubato anche sette fedi nuziali

La fuga

Per sfuggire al controllo hanno lanciato fuori dal finestrino un sacchetto di plastica con dentro oro e gioielli: sette fedi, due orologi, due gemelli, quattro spille, cinque bracciali, tredici collane, quattordici orecchini, sedici anelli, venti pendenti. I due uomini, sinti piemontesi 44 e 45 anni già noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati con l'accusa di ricettazione. Durante la perquisizione, i poliziotti hanno sequestrato due spray al peperoncino e 2640 euro in contanti. Le indagini proseguono per risalire alle date dei furti e per rintracciare i proprietari delle fedi e dei gioielli.



Il pugno di ferro del Questore, cacciate 4 famiglie di nomadi: "Dal loro arrivo boom di furti in tutta l'area"
Il Questore di Perugia Francesco Messina ha emesso il foglio di via obbligatorio ad un gruppo di rom che da alcune settimane aveva deciso di stabilirsi nel piazzale dell'ospedale

13 novembre 2016 13:11

http://www.perugiatoday.it/cronaca/peru ... furti.html

Non ci ha pensato due volte il Questore di Perugia Francesco Messina ad emettere il foglio di via obbligatorio da Perugia a quattro capofamiglia rom che, insieme a mogli e figli, da alcune settimane avevano deciso di stabilirsi nel piazzale dell’ospedale. La loro presenza non era passata inosservata: totale degrado per l’area occupata, imbrattata di rifiuti organici ed escrementi, con conseguente estremo disagio per gli utenti e gli automobilisti in cerca di postesso.

Inoltre, come scritto dalla Questura, "la loro presenza in quell’area coincideva con un incremento di casi di furti riscontrati sia nell’ospedale, in danno di pazienti e utenti, sia nella zona". A bordo dei tre camper, tutti con targa italiana, sono state ritracciate 12 persone tre dei quali con numerosi precedenti per furto. Da qui la decisione del Questore di emettere il Foglio di via obbligatorio (per tre anni) a carico dei 4 soggetti considerati pericolosi.



La «maestra» dei ladruncoli: 11 anni di carcere alla 31enne dai mille nomi
Federico Berni
Milano, 5 luglio 2017

http://milano.corriere.it/notizie/crona ... F020103COR

Insegnava l’«arte» del borseggio ai ragazzini nei luoghi turistici e nelle stazioni ferroviarie e del metrò di Milano e Roma. Negli anni ha fornito 36 diversi alias ed è stata arrestata innumerevoli volte, ma ora è scattato il cumulo delle pene
Mensura Hrustic, la 31enne bosniaca con 36 alias Mensura Hrustic, la 31enne bosniaca con 36 alias

Nel suo campo era un’autorità, una vera e propria «maestra» dei borseggi, che eseguiva personalmente o che faceva eseguire dai suoi giovanissimi «allievi» portando con sé bande di 7-8 ragazzini nei luoghi turistici e nelle stazioni ferroviarie e del metrò di Milano e Roma. Dopo un continuo «dentro e fuori» dal carcere durato anni, ora per Mensura Hrustic, 31 anni, bosniaca di etnia rom, il conto da saldare con la giustizia è ben più pesante. Grazie alle indagini dei carabinieri della Squadra catturandi, comandati dal capitano Marco Prosperi, in collaborazione con l’ufficio esecuzioni del pm Adriana Blasco, alla donna è stato notificato un ordine di carcerazione per un cumulo pene pari a 11 anni e 9 mesi.

L’equivalente di ben 12 anni di furti, scippi e rapine, ai danni soprattutto di comitive di turisti orientali e sudamericani, ma anche di anziani e persone con disabilità. La donna agiva tra Milano e Roma, dove faceva base nei campi nomadi di Baranzate e di Tor de’ Cenci. Spesso portava in strada bande di minorenni - non imputabili perché sotto i 14 anni - che instradava nella «professione».

A suo carico risultano 36 diverse generalità che la donna ha fornito alla polizia, in pratica cambiando nome ogni volta che rientrava in Italia dopo i periodi trascorsi in Francia o in Bosnia. I bersagli preferiti erano i turisti orientali, perché di solito viaggiano con costose apparecchiature fotografiche, e quelli sudamericani, spesso provvisti di grandi quantità di contanti. A Milano, i suoi territori di «caccia» preferiti erano la stazione Centrale, quella di Lambrate e le stazioni della metropolitana più affollate come San Babila o Duomo.



Roma, tentava di rubare in appartamenti: preso 12enne del campo rom di via Salone
10/11/2017

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca ... 58378.html


"Topo" d'appartamento ad appena 12anni. Niente scuola ma in spedizione per portare a casa (se casa si può chiamare una baracca) qualche bottino. Nella giornata di ieri, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno sventato dei tentativi di furto messi in atto in due distinte zone: il primo a Guidonia Montecelio, dove i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno fermato un ragazzino di soli 12 anni che stava tentando di forzare le porte di alcuni appartamenti di via delle Margherite.

Si tratta di un ladruncolo proveniente dal campo nomadi di via di Salone che, in considerazione della sua età, per la Legge italiana non è imputabile ed è stato, quindi, riaffidato ai genitori dopo essere stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma. Non solo. I militari, che stanno eseguendo una serie di servizi di prevenzione finalizzati al contrasto dei reati predatori, con particolare attenzione ai furti in appartamento, hanno bloccato ieri un secondo «topo d'appartamento», arrestato dai colleghi della Stazione Roma Prenestina in via Luigi Roux, zona Tiburtina.

A finire in manette è stato un romano di 56 anni, con precedenti, sorpreso mentre stava tentando di introdursi in un appartamento ubicato in un condominio. In suo possesso i militari hanno trovato numerose chiavi di varie dimensioni e modelli e attrezzi per lo scasso. Il ladro è stato portato in caserma dove rimarrà a disposizione dell'Autorità Giudiziaria e in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo.


La realtà registrata dalle strutture giudiziarie bolognesi
(annno ? mi mancano i dati della fonte)

Conducendo un'indagine sul campo che è durata diversi mesi, e che ha avuto ad oggetto tutti i dati riguardanti i minori zingari in possesso della Procura e del Tribunale dei Minori di Bologna, ho potuto verificare la conferma di tali assunti.

Innanzitutto è interessante notare come fin dal 1986 la magistratura bolognese abbia fatto un utilizzo strumentale della categoria della non imputabilità, che per i minori fra i 14 e i 18 anni implica la non punibilità: il 70 % dei minori Rom denunciati veniva dichiarato non imputabile, mentre per i minori Italiani la percentuale superava appena il 10 %; tale prassi veniva seguita per "smaltire" i minori che venivano fermati, nel timore che la presa in carico del fenomeno paralizzasse le strutture giudiziarie.

La risposta fornita era quindi di sostanziale disinteresse nei confronti del problema.

Fu solo negli anni successivi, a causa dell'aumentato allarme sociale causato dallo scandalo degli argati e dal picco di reati registrati nel 1990, che gli uffici giudiziari limitarono le dichiarazioni di non punibilità per garantire così l'esercizio dell'azione penale in un più alto numero di casi.

Entrambe le politiche furono determinate però più dalle pressioni dell'opinione pubblica che da volontà di tutela del minore.

Come abbiamo detto gli anni '87/'90 vedono un aumento costante e progressivo dei furti ad opera di minori Rom, che subisce una diminuzione solo nel 1991.

Per ciò che riguarda Bologna, questo calo può essere dovuto all'effetto intimidatorio degli attentati del dicembre 1990, ma sicuramente a livello nazionale questo è l'effetto dell'entrata in vigore del D. lvo 12/'91: tale misura abbatte il limite minimo per l'applicazione dell'arresto in flagranza e della custodia cautelare a nove anni, facendovi quindi rientrare tutti i furti aggravati, anche se solo tentati.

Se però questo provvedimento veniva preso in relazione al rilevante pericolo della sempre maggior utilizzazione dei minori da parte della delinquenza organizzata, appare assai strano che un ordinamento civile faccia pagare alla vittima (il minore strumentalizzato dalla criminalità organizzata) la responsabilità per una condotta criminosa altrui, quando poi tale condotta sarebbe più efficacemente perseguibile attraverso strumenti già acquisiti al nostro ordinamento.

L'irrigidimento della normativa ha avuto nell'immediato un notevole effetto deterrente, con una diminuzione notevole degli ingressi nel Centro di Prima Accoglienza (che accoglie i minori arrestati o fermati fino all'udienza di convalida) e nel Istituto del Pratello. Già il 1993 registra però una lieve ripresa dei casi: se la tendenza venisse confermata risulterebbero veritiere quelle teorie secondo le quali una normativa che punta sulla costrizione, nella gran parte dei casi non incide nè sull'evoluzione del fenomeno, nè sulla prevenzione della recidiva, mentre soprattutto nel campo della giustizia minorile, viola i fondamentali principi di eccezionalità e residualità della carcerazione a fini processuali.

Per quanto riguarda il Pratello, dal 1991 è stata chiusa la sezione femminile, e visto che le minori slave vengono convalidate di più di quelle italiane, si aggiunge per esse l'ulteriore disagio di dover trascorrere il periodo di custodia cautelare a Torino o Roma, subendo lunghi e dannosi allontanamenti dal proprio nucleo famigliare.

Per ciò che riguarda i reati compiuti da minori slavi, questi sono quasi essenzialmente reati contro il patrimonio (95-97%), e questo testimonia la sostanziale estraneità della cultura Rom ad azioni delittuose rivolte direttamente contro la persona.

Il 1990 è stato l'anno in cui il 90% di tali reati è stato compiuto da slavi, mentre nel 1992 la percentuale scende al 40%. Mentre la percentuale di utilizzo dei ragazzi è sostanzialmente costante, è quella che riguarda le femmine che fa la differenza negli anni di forte allarme.

Per ciò che riguarda gli esiti degli ingressi dei minori slavi in Centro di Prima Accoglienza, risulta evidente che la remissione in libertà a seguito di dichiarazione di non imputabilità è stata la modalità di uscita predominante in periodi in cui alta è stata la criminalità zingara.
Quando così non è stato, l'unica alternativa per un minore slavo è stata la custodia cautelare, assestata su percentuali di esecuzione del 50-55%.
La misura del collocamento in comunità, pure usata normalmente per i minori italiani, per i minori zingari è stata abbandonata, dopo un iniziale minimo utilizzo. Sostanzialmente inapplicate sono state inoltre la permanenza in casa e la prescrizioni. Parrebbe dunque che, anche prima dell'entrata in vigore del D.L. 12/1991, l'applicazione della custodia cautelare agli stranieri coinvolti in azioni delittuose, fosse una prassi costante; se è aumentato il numero assoluto delle custodie cautelari infatti, la percentuale sostanzialmente invariata di stranieri presenti in I.P.M. in esecuzione di tale misura, testimonia come da sempre questi minori abbiano ricevuto un trattamento più rigido e restrittivo di quello che la nostra giustizia riserva ai minori italiani.

https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_5_5.page



I Dori a Vicenza

Banda di nomadi arrestata 17 minuti dopo il furto in villa
05 dicembre 2015
https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.4489431
VICENZA. Mettono a segno un furto in villa nel veronese ma vengono arrestati 17 minuti dopo dai carabinieri a Montebello. In manette sono finiti tre nomadi italiani: i cugini Kevin Di Rocco, 21 anni, e Manolo Di Rocco, 23 anni, residenti in un campo nomadi a Montecchio Maggiore, e Luca Dori, 31 anni, residente nel campo nomadi di strada Biron di Sopra, a Vicenza.
I tre sono stati trovati ancora in possesso dei gioielli rubati, che avevano nascosto a bordo della loro auto.



Vicenza, funerale in pompa magna per il capo rom: traffico in tilt

09 luglio 2017
https://www.vicenzatoday.it/cronaca/vic ... i-rom.html
Era considerato il patriarca della comunità vicentina e gli hanno dedicato un funerale in pompa magna, come solo un capo può averlo. La cerimonia funebre di Roberto Dori, pensionato 74enne che viveva nel campo di Biron di Sopra, si è svolta sabato nella chiesa di San Carlo a Villaggio del Sole e ha visto la partecipazione di circa 200 nomadi.
Ben 42 corone di fiori erano disposte sul sagrato e il viaggio del feretro è stato accompagnato dalla musica della banda "La Noce" e circa 200 persone. Tra un lancio di carte gioco e la foto del morto ingrandita con la dedica dei figli, il corteo è andato fino al cimitero di Settecà, dove il capo rom è stato sepolto. Circolazione in tilt per tutta la durata della cerimonia, sopratutto nei pressi del centro commerciale Palladio.


Vicenza: il campo nomadi abusivo? Per Comune è ‘regolare’

Giugno 29, 2014
https://voxnews.info/2014/06/29/vicenza ... -regolare/

Lungo la strada Biron di Sopra, da diversi anni, si trova un insediamento privato – abusivo – che ospita diversi caravan: provate a farlo voi, vediamo quante agenzie comunali, provinciali, regionali e statali arrivano.
Ma per il Comune, è «tutto regolare». E annusato il clima di impunità, da qualche giorno gli abitanti abusivi sono aumentati.
I residenti vicini hanno inviato segnalazioni, il sindaco tace.
E si che nell’insediamento non vivono persone tranquille – sempre che possano esistere ‘zingari tranquilli’. Il campo, il l 19 ottobre 2012, fu protagonista di un maxi-blitz condotto dai carabinieri all’interno dei campi nomadi: molti degli arrestati e dei denunciati vivevano proprio lì, dove il Comune ritiene sia ‘tutto regolare’.
I cittadini non li vogliono, i politici li proteggono.



Vicenza, controlli e sequestri sui beni dei nomadi
13 novembre 2015
https://www.vicenzareport.it/2015/11/13 ... ei-nomadi/

Nomadi di Vicenza nel mirino delle forze dell’ordine. Ieri infatti si è conclusa la seconda fase di una lunga attività investigativa che ha visto impegnati i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Vicenza, anche nel tentativo di dare pratica applicazione alle norme del codice antimafia, in particolare nella parte relativa all’applicazione vera e propria delle misure di prevenzione patrimoniali. È questo, di fatto, uno dei primi tentativi di aggressione all’impenetrabile mondo dei nomadi e ai loro tesori nascosti.
L’indagine si è basata “sull’evidenza di un tenore di vita spropositato – spiega una nota dell’Arma – con automobili quali Porche, Mercedes, Bentley, e abitazioni mobili di gran lusso rispetto al reddito dichiarato, spesso pari allo zero negli ultimi 15 anni, nonché su un profilo di pericolosità sociale deducibile dalle denunce, arresti, condanne per reati contro il patrimonio”. L’attività investigativa dei carabinieri è durata un anno, incentrata sulla raccolta degli elementi utili a sostenere la richiesta di applicazione di misura patrimoniale, ed ha incontrato, l’approvazione del Procuratore della Repubblica e successivamente ha retto anche il vaglio del giudice.
Quindi ieri trenta militari della Compagnia di Vicenza e di quella di Legnago, hanno eseguito il provvedimento emesso dal Tribunale di Vicenza sequestrando quattro autovetture, una casa mobile, un semirimorchio, due roulotte e conti correnti, la cui proprietà era ed è riconducibile a nomadi italiani. Alcuni degli obiettivi del sequestro sono mancati all’appello, nel campo vicentino di Biron di Sopra, vale a dire una Porche modello Panamera, semirimorchio ed una roulotte, entrambi lussuosi.
Sequestrato anche un conto corrente, che però nel frattempo era stato prosciugato e chiuso, mentre sono state sequestrate due autovetture Yaris, una Mercedes classe “B” e una roulotte. Quattro i nomadi al centro dell’indagine patrimoniale, tre dei quali normalmente domiciliati nel capoluogo berico. Sono Roberto Dori Roberto, 43 anni, Derry Dori, 27 anni, Massimo Dori, 47 anni, e Massimiliano Vivian, 40 anni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:59 am

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Re: Censimento dei nomadi o seminomadi ( rom, sinti e altri)

Messaggioda Berto » gio apr 13, 2023 7:59 am

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