Roma, disabile giù dalla finestra mentre la polizia è in casa: ombre sulla perquisizione. In coma un rom sordomuto di 36 anniMichela Allegri e Alessia Marani
12 settembre 2022
https://www.ilmessaggero.it/roma/news/d ... 23502.htmlÈ caduto dalla finestra della sua camera, un volo di 9 metri da una casa popolare nel quartiere di Primavalle, a Roma. Quattro agenti di polizia in borghese avevano appena suonato alla porta chiedendogli i documenti. Quel giorno, il 25 luglio, Hasib Omerovic, 36 anni, sordomuto di etnia rom, era da solo con la sorella, pure lei disabile. Le sue condizioni sono gravissime - è in stato di coma vigile al policlinico Gemelli - e la denuncia fatta dai familiari è agghiacciante: la madre Fatima, il padre e la sorella sedicenne, sostengono che Hasib sia stato picchiato dai poliziotti (tra i quali c’era una donna) e poi sia stato buttato di sotto.
L’ESPOSTO
È tutto scritto in un esposto presentato in procura, dove il pm Stefano Luciani ha aperto un fascicolo per concorso in tentato omicidio delegando le indagini alla Squadra mobile. Nel documento viene ipotizzato anche un motivo per quel controllo a sorpresa, fatto a casa Omerovic e su cui ora la Procura indaga per capire se l’accesso sia stato concordato con dei superiori e registrato. Nei giorni precedenti, infatti, era comparso su Facebook un post in cui una donna sosteneva che Hasib avesse fatto delle avances a delle ragazzine: «Fate attenzione a questa specie di essere perché importuna tutte le ragazze, bisogna prendere provvedimenti». Il post era stato rimosso, ma gli Omerovic, assistiti dall’avvocato Arturo Salerni e dell’associazione 21 Luglio, hanno fatto in tempo a fotografarlo e a depositarlo agli inquirenti. Poco tempo dopo, una delle sorelle di Hasib sarebbe stata contattata dal proprietario di un bar di zona: «Hasib ha importunato alcune delle ragazze, qualcuno lo vuole mandare all’ospedale», le avrebbe detto. Il giorno successivo, il controllo dei poliziotti. Sul caso, il deputato di +Europa Riccardo Magi ha presentato un’interrogazione parlamentare, raccontando la storia durante una conferenza stampa alla Camera.
In casa sono state trovate tracce di sangue: gli inquirenti, il 12 agosto, hanno sequestrato una coperta macchiata e il manico di una scopa, spezzato a metà. È stata una vicina ad avvisare i genitori di Hasib. «Al telefono mi ha passato un poliziotto, che mi ha detto che mio figlio era caduto e si era rotto un braccio - ha raccontato Fatima - Non posso dimenticare quel 25 luglio: quando siamo arrivati al pronto soccorso ci hanno detto di aspettare 48 ore per sapere se Hasib sarebbe sopravvissuto». La sorella del giovane, Sonita, sotto choc, ha raccontato alla famiglia che gli agenti avevano prima picchiato il fratello con un bastone, per poi afferrarlo per i piedi e buttarlo giù. I poliziotti avrebbero suonato alla porta mentre i genitori e un’altra sorella erano dal meccanico. Nella sala c’è un termosifone divelto dal muro, al quale, secondo il racconto dell’unica testimone, Hasib si sarebbe aggrappato. Il giovane si sarebbe poi rifugiato in camera sua. La famiglia Omerovic ha cambiato casa: «Eravamo lì da tre anni, ma ora abbiamo paura, non ci sentiamo sicuri nemmeno ad andare in ospedale, ci sentiamo seguiti e minacciati».
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LE IPOTESI
In questi giorni gli investigatori hanno sentito alcuni testimoni, compresa una vicina che ha chiamato i soccorsi. Gli aspetti da sciogliere sono diversi. Uno su tutti: non è chiaro a che titolo gli agenti abbiano agito e se l’intervento sia stato registrato. In una relazione alla Procura hanno ripercorso quei minuti. Al vaglio anche le dichiarazioni dei vicini, che hanno detto di avere sentito quasi ogni sera i lamenti di Hasib provenire da quella casa, e di avere visto più volte i familiari malmenarlo. La finestra della camera del giovane, inoltre, aveva i vetri rotti: erano stati distrutti una ventina di giorni prima, durante una lite. Di quanto accaduto l’unica testimone è la sorella di Hasib, che avrebbe, però, un ritardo cognitivo elevato. Un’altra ipotesi è che il ragazzo, non capendo cosa volessero gli agenti in borghese, davanti a dei modi bruschi, possa essere stato colto da una crisi di panico fino a sporgersi dalla finestra che, pur essendo l’appartamento al piano rialzato, su quel lato ha un affaccio molto alto. In questo caso sugli agenti potrebbe paventarsi una culpa in vigilando. Il Capo della Polizia Lamberto Giannini, intanto, sta seguendo in prima persona gli accertamenti che la Questura di Roma sta effettuando garantendo «trasparenza e collaborazione ai pm».
Gino QuareloIo non credo minimamente a questa denuncia. Saranno stati dei rom o dei sinti travestiti da poliziotti in borghese, non sarebbe la prima volta.
Alberto Pento
Gino Quarelo Una guerra tra bande di zingari!
Disabile rom precipita dalla finestra a Roma, la donna importunata e il post su Fb: «Quest'uomo ha seguito me e mia figlia, state attenti»Alessia Marani
13 settembre 2022
https://www.ilmessaggero.it/roma/news/r ... 24428.html«Quella domenica pomeriggio stavo parcheggiando la macchina in via Pietro Gasparri e c'era quel giovane rom che frugava nei cassonetti. Quando mia figlia di 22 anni è scesa dall'auto lui le ha fatto una foto e ce l'ha mostrata. E allora io ne ho scattata una a lui: Ora abbiamo anche noi una tua foto, che ci vuoi fare? Gli ho chiesto e per tutta risposta ha fatto il gesto di toccarsi vistosamente le parti basse». A parlare è Paola C.. è lei che il 24 luglio, il giorno prima dell'arrivo della polizia a casa di Hasib Omerovic ha pubblicato sul gruppo Sei di Primavalle se... il post della discordia: «Fate attenzione - scriveva - a questa specie di essere, perché importuna tutte le ragazze bisogna prendere provvedimenti».
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Signora davvero la condotta del 36enne rom è stata così grave da spingerla ad allertare l'intero quartiere?
«Quel ragazzo non si era limitato a rubarci una foto, ma dopo che avevamo chiuso la macchina per dirigerci verso casa, ci ha seguito fino al portone in modo inquietante».
Avete avuto paura?
«Sì, tantissima. Perché il portone di casa è all'interno dei lotti. Quindi bisogna percorrere un bel pezzo di strada e passare alle spalle dei palazzi per arrivare all'androne. Lui ci ha tallonate. Siamo salite su casa con il cuore in gola. Anche una vicina se n'è accorta».
È a quel punto che ha deciso di scrivere il post?
«Esatto, perché ho pensato che come è successo a noi due, in particolare a mia figlia, potesse succedere ad altre donne, adulte o ragazzine».
E quali reazioni ci sono state?
«Sono stata attaccata. Qualcuno mi ha detto che ero razzista, che ho esagerato. Ma diverse persone mi hanno anche difeso e hanno confermato le mie paure».
Ossia?
«Una vicina, appunto, ha testimoniato di avere assistito alla scena, non mi stavo inventando nulla. Poi altre ragazze hanno raccontato le loro esperienze, dicendo di essere state importunate. Allora la discussione si è scaldata».
La polizia l'ha mai contattata?
«No, né allora né dopo. Neppure l'amministratore della pagina ma il post è stato rimosso. Per questo mi sembra strano che i poliziotti siano andati da Hasib per questo motivo. Ma come sta? A me era stato detto addirittura che fosse morto...».
Hasib Omerovich, il disabile precipitato, parla la testimone oculare: «Ero lì, ho visto i poliziotti nel cortile»di Fabrizio Caccia
13 settembre 2022
https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... 77bf.shtmlUna vicina di casa brasiliana ha assistito alla caduta del ragazzo rom: «Prima non ho sentito né urla né parolacce. Gli agenti hanno soccorso l’uomo a terra»
Nel palazzo di Hasib, i condomini parlano con i giornalisti, Primavalle è così, non si nasconde. Al quarto piano, l’ultimo, abita una signora brasiliana, mediatrice culturale, che quel 25 luglio ha visto qualcosa. È lei la testimone oculare: «Stavo innaffiando le piante - racconta chiedendo l’anonimato - guardavo in basso e ho visto quel corpo cadere nel vuoto». Era Hasib, il ragazzo rom sordomuto che aveva appena ricevuto in casa al pianterreno la visita degli agenti in borghese del commissariato Primavalle.
«Prima del fatto non ho sentito gridare, né urla né parolacce, insomma nessuna lite - continua la donna - Poi ho visto i poliziotti nel cortile avvicinarsi all’uomo caduto, tentavano di aiutarlo. Ho già raccontato tutto agli investigatori, non so altro, mio figlio era a casa con me ma dormiva. La mamma di Hasib mi aveva raccontato che lui e la sorella anche lei disabile sono seguiti da un assistente sociale, ma io qua non l’ho mai visto. Persone così dovrebbero essere aiutate veramente, non abbandonate in una casa popolare a Primavalle».
Nel palazzo i condomini dicono tutti di non aver mai avuto problemi con Hasib. La signora Antonietta Somma, 50 anni, 4 figli e già nonna di una splendida ragazzina che tiene per mano, dice di aver sentito che molestava in giro le donne e filmava col telefonino le ragazzine, ma a lei non è mai capitato. Altri aggiungono: «Era sempre gentile, ci chiedeva a gesti una sigaretta, qualche volte lo aiutavamo chiedendogli di aiutarci a svuotare le cantine e gli davamo qualche soldino. Faceva il robivecchi e andava a vendere quello che trovava al mercato».
Fuori dal “Barone” di piazza Capecelatro, bar ritrovo del quartiere, c’è chi difende a spada tratta gli agenti intervenuti: «Come si dice? Male non fare paura non avere. Se fosse stato davvero uno senza macchia, secondo voi si sarebbe buttato di sotto all’arrivo della polizia?» si domanda un omone tatuato. Ma adesso si deve scoprire come è andata davvero e sia la Procura sia i vertici della polizia hanno già avviato due indagini parallele.
Caso Omerovic, quello che non torna sulla vicenda: i punti da chiarireQuotidiano Nazionale
Roma, 13 settembre 2022
https://www.quotidiano.net/roma/caso-om ... -1.8073379Ci sono troppi punti oscuri nel“ caso Hasib Omerovic”, il 36enne rom precipitato dalla finestra della sua camera durante una perquisizione senza mandato della polizia. L’uomo, sordomuto di origine rom e con un ritardo cognitivo, si è schiantato al suolo dopo un volo di nove metri dal palazzo in cui abitava. In casa, in quel maledetto giorno dello scorso 25 luglio, c’era solo la sorella 16enne di Hasib, anche lei disabile.
Hasib è ricoverato al Policlinico Gemelli in condizioni gravissime: l’uomo è in coma vigile, sta lottando tra la vita e la morte da settimane e la famiglia teme di perderlo da un momento all’altro. Secondo la denuncia presentata dalla madre Fatima Sejdovic, l’uomo sarebbe stato picchiato da quattro poliziotti– tre uomini e una donna– e poi gettato dalla finestra. Intanto la Procura di Roma ha aperto le indagini per tentato omicidio.
Il caso Omerovic, cosa sappiamo:
La famiglia:“Spostateci, abbiamo paura”
Dopo che il caso è arrivato in Parlamento, la situazione è precipitata. La famiglia Omerovic ha chiesto di essere spostata dalla zona di Primavalle perché“ ha paura”.È quanto annuncia l'avvocato Arturo Salerni, legale dei genitori e della sorella dell'uomo.“Alla luce di quanto emerso, per ragioni di sicurezza– afferma il penalista– la famiglia ha chiesto di essere allontanata da quella zona”. E questo anche perché la perquisizione, secondo quanto si apprende, era scaturita da alcune segnalazioni– riportate anche in un post sulla pagina Facebook del quartiere, poi cancellato– in cui Omerovic era accusato di avere molestato alcune ragazze.
La famiglia Omerovic abita a Primavalle solo da tre anni.“Ora abbiamo paura, non ci sentiamo sicuri nemmeno ad andare in ospedale, ci sentiamo seguiti e minacciati”, dicono i familiari.
I punti da chiarire
Sono tante le zone d’ombra sulle quali la Procura dovrà fare luce. L’unica certezza emersa finora è che quella perquisizione effettuata nell’abitazione del 36enne non era autorizzata da nessun mandato della Procura. Non è chiaro se l’iniziativa sia stata presa direttamente dai quattro agenti, che avrebbero deciso di bussare alla porta del disabile dopo avere intercettato il post sui social con le minacce:“ Importuna le ragazze, dobbiamo intervenire”. Oppure se sia stata decisa da un funzionario della Questura o della Squadra Mobile di Roma.
Un altro nodo da sciogliere è la caduta in condizioni misteriose. Secondo la famiglia, l’uomo sarebbe stato buttato giù dalla finestra dagli agenti. Ma una delle ipotesi al vaglio è che l’uomo, che avrebbe un ritardo cognitivo, potrebbe avere dato in escandescenza alla vista delle divise. E, a quel punto, potrebbe essere successo di tutto, anche una caduta volontaria in preda al terrore o a una crisi di panico, oppure una colluttazione finita in tragedia.
Il racconto della sorella: unica testimone
“Un poliziotto mi ha detto al telefono che mio figlio era caduto e si era rotto un braccio. Ma quando siamo arrivati al pronto soccorso, ci hanno detto di aspettare 48 ore per sapere se Hasib sarebbe sopravvissuto”, racconta la madre Fatima. Le ore sono diventate giorni e poi settimane: il 36enne è ancora in coma vigile al Policlinico Gemelli.
È stato il racconto della sorella minore– la 16enne Sonita, anche lei disabile– a fare scattare le indagini. La ragazza ha raccontato alla famiglia che gli agenti avrebbero picchiato il fratello con un bastone, per poi afferrarlo per i piedi e buttarlo giù dalla finestra della sua camera da letto. I poliziotti hanno suonato alla porta di casa mentre i genitori e un’altra sorella erano dal meccanico. Secondo la versione della sorella, la colluttazione sarebbe iniziata già in salotto, dove il 36enne si sarebbe aggrappato ad un termosifone per evitare la caduta. E quel calorifero sarebbe stato divelto dal muro. Dopodiché Hasab si sarebbe rifugiato in camera sua, la stanza da cui poi è precipitato al suolo dopo un volo di nove metri.
Le tracce di sangue, il bastone spezzato e i lamenti
Con l’avvio delle indagini, gli inquirenti hanno trovato tracce di sangue in casa, un lenzuolo macchiato e un bastone della scopa spezzato. Elementi sospetti che sono stati trovato il 12 agosto dagli inquirenti e posti sotto sequestro dalla Procura. Elementi determinanti per fare luce sul misterioso caso Omerovic. Alcuni vicini di casa avrebbero raccontato di aver sentito diverse volte i lamenti di Hasib, ma secondo loro a malmenarlo erano gli stessi familiari.
La finestra della camera aveva i vetri rotti: sarebbero stati infranti durante scoppiata in famiglia tre settimane prima della terribile caduta.
Il post su facebook
Il giorno prima della morte dell’uomo, su Facebook era comparso un post– poi cancellato– con la foto di Omerovic e l'avvertimento di fare attenzione a“ questa specie di essere che importuna le ragazze”. Seguito da una minaccia:“Bisogna prendere provvedimenti”. Un post, secondo quanto si apprende, che non è sfuggito ai poliziotti del commissariato Primavalle. E, infatti, il giorno dopo si sono presentati in quattro, tre uomini e una donna, a casa di Omerovic e hanno bussato alla porta.
Il Ministero:“Far luce con la massima trasparenza”
Stamattina, il Ministero dell'Interno è intervenuto sul caso con una nota ufficiale."In relazione all’intervento effettuato a fine luglio in zona Primavalle, dagli agenti del locale distretto di polizia, presso l'abitazione della famiglia Omerovic, il Dipartimento della pubblica sicurezza comunica che il capo della polizia, Lamberto Giannini, segue in prima persona gli accertamenti che la Questura di Roma sta effettuando, per far luce su quanto accaduto con la massima trasparenza, garantendo una costante collaborazione alla Procura della Repubblica". Hasib si trova in coma da 50 giorni.
Ilaria Cucchi:“Attendiamo risposte”
Sul caso è intervenuta anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto dopo un pestaggio dei carabinieri che lo avevano arrestato."Mi auguro che venga fatta chiarezza a 360 gradi senza fare sconti a nessuno. Terrò gli occhi aperti su questa vicenda e attendiamo le risposte a tutti gli interrogativi ancora aperti", dice Ilaria.
“ Non mi stancherò mai di denunciare tutte le storie dove c' è una violazione dei diritti umani", sottolinea Ilaria Cucchi, ora candidata al Senato con l'alleanza Sinistra Italiana- Verdi, che ha condotto una lunga battaglia per dare giustizia a suo fratello Stefano."Su questo caso attendiamo risposte".
Commenti in facebook sullo zingaro (disabile sordomuto ma malvagio criminale e non incapace di intendere e di volere)Il molestatore sordomuto che viveva di sussidi e «andava raccattando cibo e vestiti dai cassonetti». E che «picchiava pure la sorella, e veniva picchiato a sua volta. A sentire le urla che arrivavano da quell’appartamento».
«Vada in piazza, senta che dicono di questo. Che se annava a rubà di tutto e importunava ogni passante purché donna».
«Vedi tu se non è andato a dà fastidio alla femmina sbagliata», si chiede un condomino interpellato da un quotidiano romano.
«Io non ci credo che l’hanno buttato di sotto, ma poi perché?».
Alberto Pento
Io credo che alla vista dei poliziotti, magari dopo le contestazioni si è buttato per cercare di fuggire, scendendo dal pluviale della grondaia o saltando da un pergolo all'altro.
Hasib Omerovic lo zingaro è un delinquente abituale come lo era Giorge Floyd e nessuno di loro è vittima di razzismo e di abusi, questi sono carnefici degli altri e di se stessi.I famigliari con gli avvocati e Ilaria Cucchi stanno cercando di demonizzare la polizia come è stato fatto negli USA nel caso Floyd, (la falsa versione politicamente corretta: vittime innocenti della cattiva polizia).
La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzistahttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2951 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3230758840 La condanna di Derek Chauvin è una sentenza criminale e razzista, nel comportamento del poliziotto bianco non vi è alcun razzismo anti uomo nero.