Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven mag 24, 2019 9:24 pm

Milano, bimbo ucciso dal Rom islamico: prima gli ha bruciato i piedini con l’accendino
2019/05/24

https://voxnews.info/2019/05/24/milano- ... laccendino

Agghiacciante la confessione di Aljica Hrustic, cittadino croato di etnia Rom, zingaro islamico di 25 anni.
Come ha brutalmente ucciso suo figlio Mehmed di 2 anni e 5 mesi in zona San Siro, quartiere occupato dagli islamici:
“Quando sono tornato a casa ho provato a dormire, ma non riuscivo perché lui si lamentava continuamente, allora mi sono alzato e gli ho dato dei pugni, forse anche dei calci… Sì ho visto che rantolava, non respirava… poi sono uscito, ma non pensavo che stava morendo, sono uscito in macchina e poi dopo… ho chiamato i soccorsi”.

Secondo quanto emerso, il piccolo quella notte si lamentava perchè il padre gli aveva bruciato i piedini con l’accendino. Questo il motivo, e non ferite causate da vetri, per cui il suo cadavere è stato trovato con i piedi fasciati da garze.

A piazza Selinunte i milanesi vivono sotto minaccia, scrive il Giornale. “”Prima i poi mi ammazzano”, racconta una signora alla giornalista. E uno dei pochi italiani rimasti ammette: “Sono costretto a girare armato”

Milano “Prima o poi mi ammazzano. Lo so. Ma io non mi muovo. Qua, io ci voglio restare.

E piuttosto di andarmene mi faccio uccidere”. Elisabetta vive a piazzale Selinunte, a San Siro, dall’89. La sua vita in zona, come quella di tanti altri, è scandita da minacce, intimidazioni e offese gratuite lungo la strada. “Era un bel quartiere. Residenziale, non è periferia. Ma adesso non è più nulla”, racconta al Giornale.it. “Qualche giorno fa un signore rientrava dal lavoro e, senza nessuna ragione di fondo, l’hanno picchiato e poi gli hanno spaccato la testa. Ormai neanche al pomeriggio siamo più sicuri a uscire”.

La zona di San Siro a Milano come Molenbeek, il comune fuori Bruxelles che ha ospitato i terroristi Amedy Coulibaly e Salah Abdeslam. I palazzoni delle case popolari nelle vie intorno allo stadio Meazza raccolgono una concentrazione di immigrati arabi da fare invidia alle banlieue di Francia e Belgio. Alcuni caseggiati sono off-limits anche per la polizia.

Emblematico il caso di via Civitali 30, dove due scale sono totalmente in mano a 100 immigrati abusivi provenienti da Marocco, Egitto, Romania e Perù. Qui l’ Aler e le forze dell’ ordine non soltanto non riescono a effettuare lo sgombero, ma non possono neppure entrare.

Troppo pericoloso, ci spiega Alessandro, che lavora per il Gruppo tutela del patrimonio (Grtp) di Aler, cui spetta il compito di intervenire in questi casi. Nel caseggiato regnano degrado e cartelli in lingua araba, e gli abusivi hanno già fatto in tempo a rimpiazzare le porte divelte con infissi nuovi. La polizia ha paura a entrare in queste scale? Bisogna metterci una bomba, commenta esasperata Teresa, la custode del palazzo rimasta da sola a combattere in questo avamposto del Maghreb.

Via Tracia è divisa esattamente a metà: gli ultimi numeri sono in mano ai nordafricani, mentre nei primi coabitano rom, egiziani e marocchini. Al civico 2, schiacciato tra due enormi palazzoni, c’ è un piccolo centro diurno che ospita 14 malati di Alzheimer. Maria, una dipendente, constata: “Tra i giovani arabi che vivono qui molti sono estremisti. In questa zona gli unici italiani rimasti sono pochi anziani. Inoltre è facile osservare i giovani arabi che passano ore senza fare nulla. Quando non riesci ad avere un ruolo nella società grazie al lavoro è inevitabile cercarlo aderendo a organizzazioni radicali”. Mentre esco, Maria mormora preoccupata: Chiuda bene il cancello prima che entri qualcuno.

Antonio, 78 anni, disabile al 100%, è l’ unico italiano insieme alla moglie che vive in una scala di soli marocchini in via Preneste. Se c’ è qualche fondamentalista? Per me lo sono tutti, proprio come Anis Amri, il killer di Berlino. Dopo le sei di sera ho paura a mettere il naso fuori di casa e anche con il sole alto dico solo “buongiorno” e “buonasera” ma per il resto non parlo con nessuno.

Il degrado di queste vie è inimmaginabile per chi è abituato all’ ordine del centro di Milano. I cumuli di immondizia agli angoli delle strade comunicano un messaggio preciso: chi vive qui non rispetta le regole, non importa se si tratti della raccolta differenziata o del codice penale. Ormai è più facile entrare in Italia dal Nordafrica che allo stadio di San Siro, commenta ad alta voce il barista del Café People di piazzale Segesta, uno dei quattro punti cardinali della Molenbeek di Milano.

Pochi metri più in là in piazzale Selinunte si ergono le insegne in caratteri arabi del Minimarket El Rais. All’ interno un altoparlante trasmette la voce di un imam che recita il Corano. Non posso rispondere, si schermisce il cassiere. Il mio capo, marocchino, è in Germania fino alla settimana prossima. Torni quando c’ è lui.

Gli arabi della zona sono una presenza imponente e in queste vie si sente risuonare più spesso marhaban (ciao) che buonasera, ma parlare con loro è un’ impresa quasi impossibile. Da un portone esce Wael, egiziano, cui chiediamo se frequenti la moschea. Sono cristiano, replica secco. E secondo lei i musulmani in questa zona possono creare problemi? Nessun problema, taglia corto.

In via Stratico sorge la scuola araba bilingue Nagib Mahfuz, la cui didattica segue i programmi ministeriali sia dello Stato italiano sia di quello egiziano. I bambini maghrebini di San Siro così possono frequentare le lezioni nella loro lingua d’ origine senza uscire dal perimetro del ghetto.

La cartina di tornasole di una zona dove a fare la legge non è lo Stato bensì le bande di immigrati, sono le occupazioni abusive degli appartamenti. Come osserva sempre Alessandro del Grtp di Aler, da cinque o sei anni la situazione a Milano è totalmente fuori controllo. Le occupazioni sono triplicate, ogni 24 ore se ne contano tra 15 e 20 solo in città. E a peggiorare la situazione sono Comune, centri sociali e alcuni comitati di residenti che soffiano sul fuoco della polveriera di San Siro. Come spiega chi lavora all’ Aler, la giunta di Beppe Sala fa di tutto per ostacolare gli sgomberi delle case occupate.

I dipendenti di Aler intanto rischiano la pelle ogni volta che escono per fare un intervento. Come racconta Francesca, una ragazza del Grtp, pochi giorni fa durante uno sgombero sono arrivati due uomini arabi che hanno iniziato a lanciarci addosso oggetti di ogni tipo, dando fuoco all’ arredamento. Ci siamo trovati in trappola in un angolo all’ ultimo piano, finché un grosso posacenere in vetro mi ha colpita sulla spalla mandandomi al pronto soccorso.

Basta partecipare a uno sgombero per rendersi conto del clima da guerriglia urbana che si respira nella zona di San Siro. Al piano terra di via Civitali 2 si apre uno scorcio raccapricciante. L’ ingresso dell’ alloggio è stato sventrato, la lastra metallica che sigillava l’ entrata è divelta e i contatori del gas penzolano a mezz’ aria. Bastava che il piede di porco colpisse pochi centimetri più in là, dove ci sono i tubi, e il palazzo sarebbe saltato per aria. Nella furia di sfondare l’ acciaio gli occupanti si sono feriti da soli: sul posto è ancora pieno di sangue.

“Ogni volta che rincaso la sera dopo essere stata a visitare i miei nipoti mi viene l’ angoscia perché so che potrei trovare gli abusivi che hanno occupato il mio appartamento, confida Anna, un’ anziana signora.
“Abitare in questi caseggiati è terribile. Un tempo eravamo tutti milanesi mentre oggi dobbiamo subire l’ inimmaginabile.


Novara, bambino di 2 anni morto in casa: indagati la madre e il suo compagno per omicidio volontario
24 Maggio 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... io/5205185

“Venite, fate presto, mio figlio sta male”. Era iniziata così, giovedì mattina: con l’allarme di una mamma ai sanitari del 118 con voce allarmata. Ma dopo una notte di interrogatorio, durante il quale si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, la procura di Novara ha deciso di indagare la donna e il compagno per la morte del loro figlio, neanche 2 anni, dopo l’arrivo in ospedale. L’accusa è di omicidio volontario. Il procuratore capo di Novara, Marilinda Mineccia, invita alla prudenza: “Siamo alle fasi preliminari dell’indagine, è presto per avanzare accuse precise. Prima di ogni cosa dovremo attendere l’esame autoptico”.

La telefonata per chiedere l’intervento del 118 era arrivata attorno alle 11 di giovedì. I soccorsi sono stati immediati, ma per il bambino – due anni ancora da compiere – non c’è stato nulla da fare: è morto al suo arrivo all’ospedale Maggiore di Novara. Ed ora gli investigatori della polizia, coordinati dalla procura, vogliono vederci chiaro: hanno acquisito le cartelle cliniche, in attesa degli esiti dell’autopsia, per capire in quali condizioni fosse il piccolo quando sono stati chiamati i soccorsi.

In casa, con il piccolo, c’erano la madre e il suo compagno. Prima dell’interrogatorio formale, avrebbero parlato di una caduta accidentale dal lettino nella sua stanzetta in un appartamento nel popolare quartiere novarese di Sant’Agabio. I soccorritori, quando sono arrivati nell’abitazione, hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma le sue condizioni sono apparse da subito molto critiche. Quando è giunto in Rianimazione, era già morto.



Bimbo ucciso, il gip: "Il padre resti in cella, potrebbe farlo ancora"
Milano, 24 maggio 2019

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/ ... -1.4609549

Potrebbe uccidere ancora, nonché fuggire, e quindi deve restare in cella Aljica Hrustic, il 25enne croato arrestato mercoledì per l'omicidio di suo figlio Mehmed, di 2 anni e 5 mesi. Per questo il gip di Milano Valerio Natale questa mattina ha convalidato il fermo ed emesso la misura cautelare in carcere per l'uomo. Il giudice ha ritenuto infatti che vi siano sia "il concreto pericolo di reiterazione del reato" che il "pericolo di fuga".

L'autopsia sul corpo del piccolo è stata fissata per l'inizio della prossima settimana e servirà per chiarire se il bambino ha subito violenze anche nei giorni precedenti al delitto. Quando è stato ritrovato morto, due giorni fa, aveva i piedi fasciati, perché il padre glieli aveva bruciati con l’accendino. In un primo momento gli investigatori avevano pensato che i piedi fossero stati legati per non consentirgli di camminare, per tenerlo fermo, a letto, invece le garze le aveva messe la madre con l’intenzione, forse di medicare, o di coprire le scottature. E così, il piccolo si lamentava. Lamenti che hanno fatto innervosire il padre, al punto da scatenare la furia, lucida e bestiale. Il resto è dinamica contenuta nei freddi verbali della polizia. Nell' interrogatorio, che si è tenuto ieri davanti al pm Giovanna Cavalleri, il 25enne ha ammesso di avere preso a botte il piccolo ma che non avrebbe voluto ucciderlo.

"L'ho picchiato, poi l'ho visto morto, non credevo che l'avrei ucciso", sono state le parole dell'uomo che è stato interrogato ieri. L'inchiesta del pm, per omicidio volontario aggravato, si concentrerà adesso anche sul contesto familiare in cui viveva il bambino. La madre della vittima, Silvija Zahirovic, 23 anni, rom croata e incinta del quinto figlio, era sotto choc di fianco al cadavere del piccolo quando è arrivata la polizia. Ha indicato il marito come responsabile dell'omicidio e ha raccontato di essere stata anche lei, in passato, vittima delle aggressioni dell'uomo, anche se non lo ha mai denunciato. Come è stato ricostruito nelle indagini della Squadra mobile, Hrustic è fuggito poco dopo il delitto, avvenuto intorno alle 3 di due giorni fa nell' appartamento popolare, a Milano, in cui viveva con la moglie. È stato lo stesso 25enne a chiamare il 112 un paio d'ore dopo l'omicidio, intorno alle 5 del mattino. «In via Ricciarelli 22 - ha detto al telefono con la polizia - c'è un bambino che non respira più». È stato, poi, fermato intorno alle 12.30 in zona Giambellino. Aveva con sé le due figlie che hanno 3 anni e poco più di un anno, mentre un altro figlio, il maggiore, vive in Croazia. In Questura l'uomo ha anche ammesso di avere fatto uso di droga prima di colpire il bambino: "Non riuscivo ad addormentarmi, mi sono alzato e l'ho picchiato".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven mag 24, 2019 9:36 pm

Nomadi, campeggi abusivi e rifiuti abbandonati: un rapporto indissolubile
24 Maggio 2019

https://www.vicenzapiu.com/leggi/nomadi-marano-rifiuti

Da anni il territorio di Marano Vicentino – scrive in una nota il Comitato Marano Pulita – è frequentato da una carovana di nomadi, composta da diversi camper con auto a seguito. Di rado si spostano in altri paesi limitrofi, preferendo sostare principalmente in zone ben definite, all’interno dei confini comunali. Le lamentele portate avanti dai residenti, mescolate tra rabbia e preoccupazione, ormai non si contano più.

Gli sgomberi su segnalazione, previsti dal regolamento di polizia urbana in vigore, sono molto lenti, quasi a confermare una situazione di fatto, uno “status quo”, non modificabile. Sembra una prassi anche quella dell’amministrazione di Marano, che avrebbe chiesto di essere consultata, dalla polizia locale, prima di procedere agli sgomberi.

Ad aggravare la situazione, poi, rimangono immancabilmente i rifiuti a terra, quasi come fosse una firma. E’ anche questo il motivo di tanto malumore tra gli abitanti del paese, chi si applica tutti i giorni in raccolte differenziate, non sempre di facile attuazione. Basta osservare le immagini, dei luoghi appena lasciati dalla carovana, per rendersi conto dello scempio. Non esiste alcuna regola e ancor meno un pizzico di buonsenso.

Le tappe del tour nomade per Marano Vicentino sono quelle di via Milano (zona detta “boschetto dei rochi”), l’area esterna alla cava denominata “Brogiane” (via S.Fermo/via Molette), la zona tra via Braglio e via Timonchio (lungo le sponde dell’omonimo torrente), con qualche breve apparizione in via Zanella e via Trieste.

La possibilità, consentita a tutti i cittadini maranesi, di avvisare direttamente gli operatori di Polizia Locale, per velocizzare lo sgombero delle aree occupate abusivamente, rimane quindi apparentemente solo sulla carta. Riportiamo di seguito l’articolo 33 del regolamento comunale di polizia urbana in vigore a Marano Vicentino:
Art. 33 – Divieto di campeggio libero

1. E’ vietata qualsiasi specie di campeggio e/o attendamento in aree pubbliche e private, senza l’autorizzazione del Sindaco; è inoltre vietato ai possessori di veicoli attrezzati con serbatoi di recupero delle acque chiare e luride, in transito o durante la sosta nel territorio del Comune, di effettuare lo scarico di dette acque fuori delle aree appositamente attrezzate.
2. Gli operatori di Polizia Locale sono tenuti a dare immediata esecuzione alla presente disposizione con le modalità più opportune, compresa la rimozione dei veicoli, in modo da assicurare l’allontanamento delle persone e dei veicoli con la massima efficacia e rapidità.
3. Con apposito provvedimento possono essere attivati campi di sosta temporanei per motivate esigenze e per situazioni di emergenza.
4. Chiunque non ottemperi a quanto sopraindicato soggiace alla sanzione amministrativa pecuniaria e a questa consegue, di diritto, l’allontanamento immediato dal territorio comunale delle persone e dei veicoli comunque trasportati ed utilizzati ad abitazione ed ogni altro mezzo in loro possesso e/o la rimozione dei veicoli secondo le modalità dell’art. 159 del Codice della Strada, avvalendosi delle ditte private che hanno in concessione il servizio le quali provvederanno a tenere il veicolo in custodia. Le spese di intervento, di rimozione e custodia sono a carico dell’avente diritto.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom giu 02, 2019 8:27 pm

Ecco le mie notti feroci dentro i campi rom: "Reddito di cittadinanza? Ce l’hanno quasi tutti"
Marzio G. Mian - Sab, 25/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... gbb378PbyM

Più della metà delle famiglie rom ha già ottenuto il reddito minimo anche se guadagna migliaia di euro: "Non dichiarato"

È stato quando siamo usciti dal campo per andare in delegazione al summit sull'Ostiense che ho visto gli occhi della gente. Avrebbero potuto essere i miei occhi, ma io su quel bus - mentre si procedeva su via di Monte Cucco, via Monte delle Capre e attraverso il quartiere Trullo fino alla Magliana - stavo insieme a Ion, Fata, Edmund e Sori, si parlava tra di noi condividendo due tranci di pizza, e gli altri passeggeri ci squadravano, noi zingari, con quello sguardo che non avevo mai incrociato prima: non proprio ostile, ma schifato e diffidente.

D'altronde anch'io, nei giorni e soprattutto nelle notti trascorsi nel campo, più che con le pantegane ho convissuto col pregiudizio. Non solo il mio, ma anche quello, feroce, che regna tra tutti loro; proprio come accadeva nel popolo dell'abisso dell'East End nell'Ottocento, negli slums e le baraccopoli della periferia romana c'è sempre qualche miserabile di cui sentirsi migliore.

Già nelle prime ore, durante la lunga trattativa per essere accettato, il «zingar grande», il capo romeno, mi dice di fare attenzione a «quelli là, i bosniaci». Li chiama «nomadi», con disprezzo, anche se stanno nel campo da dieci anni. «Sono sporchi, hanno le infezioni. Di notte sniffano per fare le rapine, vanno nel bosco a nascondere roba. Questo era un giardino prima che Alemanno ce li portasse qui dal Casilino, sono falsi, gente diversa. Avremmo dovuto fare come gli italiani con noi, ribellarci».

Una spianata a «elle» fa da confine, divide le baracche e i container dei rom romeni, provenienti in gran parte da Craiova, dalle roulotte degli ex jugoslavi, soprattutto di Zenica e la Bosnia centrale. Io abito con Ghika e T., una coppia sulla sessantina, in un container che sta nella terra di mezzo. Infatti sono «mezzosangue», come si definiscono, ma originari anche loro da Craiova. Ghika suona la chitarra elettrica nella metro e per strada, mostra il permesso. «Sono in Italia da 15 anni e non ho mai visto un commissariato da dentro», ci tiene a dire. Fino a due anni fa guadagnava anche 50 euro al giorno, oggi mai più di 25: «C'era rispetto, la gente era più gentile. Quel poco arriva dai turisti, gli italiani sono sempre più poveri». M. ai primi tempi ha provato a chiedere la carità, «ma la vergogna era troppo grande», qualche volta segue Ghika e fa la «chetta» col bicchiere di carta.

La sera si parla fino a tardi, l'odore della plastica che brucia nei bidoni dei falò entra anche se è tutto chiuso con i nastri adesivi, le parole sono interrotte dal continuo tossire. «Siamo diventati zingari perché non c'era più niente», dice la signora. Racconta che in Romania gestiva una pasticceria, aveva cinque dipendenti. Poi il primo marito ha ucciso un ragazzo e lei per fargli ridurre la pena ha impegnato quel che aveva, poi tutto è precipitato, «le lacrime salavano la minestra, ma ho trovato Ghika». «Mia figlia - dice - abita a Bologna, non sa che siamo diventati zingari, quando vado a trovarla mi faccio bella». Spiega che loro sono gli emarginati del campo, perché non appartengono a nessun gruppo. Vivono della chitarra di Ghika, non hanno nemmeno il fornelletto da campo e per cucinare, possono contare solo sull'aiuto di T., la vicina «slava» che fa campare cinque figli e il marito con il suo stipendio di un grande punto vendita alimentare. Anche T. abita in un container nella terra di nessuno, si è emancipata da «quelli delle roulotte», ma non vuole stare tra i romeni perché «parlano male dei bosniaci e fanno la spia alla polizia, ma i loro figli per difendersi a scuola devono chiedere aiuto ai nostri». «Al lavoro non sanno che sono zingara sennò non mi assumevano, e li capisco», mi dice una mattina presto mentre prende il caffè con le testimoni di Geova, due ragazze sui vent'anni che passano ogni giorno, conoscono tutti ed entrano con il sorriso anche nelle roulotte dove non si avventura nessuno, nemmeno i poliziotti quando fanno il giro per l'appello dei 25 assegnati ai domiciliari (nell'ultimo blitz nei 120 nuclei abitativi l'anno scorso sono state sequestrate dieci pistole, 50 armi da taglio, attrezzi da scasso, 30mila euro in banconote e divise del personale Aeroporti di Roma). «Non possiamo vivere tra di noi nel campo, come puoi pensare di mettere una famiglia rom in un condominio d'italiani? Vuole dire cercare la guerra», dice T.

Per squarciare la coltre d'ipocrisia ideologica e di demagogia sovranista creatasi intorno al «fattore rom», bisogna entrare nella pancia del campo, condividerne l'intimità fetida delle notti, quando anche la luna sembra diversa dalla nostra. Con il buio tra le baracche si sciolgono le reticenze e la realtà appare ancor più spietata. Raccontano di come tutto è cambiato con il presidio h24 della polizia municipale che ha posto un checkpoint all'ingresso e controlla i documenti e fa aprire i cofani. «La situazione sta esplodendo, non ci fanno più entrare le cose che raccogliamo nella gunnaie, la spazzatura, non sappiamo più dove portare il ferro. Ovvio che poi aumentano le rapine e i furti, qui il 90 per cento di noi è fuorilegge. Non possiamo vivere in questo lager, ma nemmeno vicino agli italiani, e non possiamo tornare in Romania o in Bosnia», dice Narad, che ogni tanto fa l'interprete nelle questure del Lazio.

Spiega che oltre la metà dei nuclei del campo ha già ottenuto o otterrà il reddito di cittadinanza (il Caf me l'ha confermato) e che alcuni ne hanno diritto anche se guadagnano migliaia di euro al mese. Nicola ha 30 anni e 15 figli, è partita Iva, possiede due furgoni e confessa di ricavare circa ottomila euro al mese dalla raccolta e commercio del ferro, ma non fattura e non dichiara per mantenere l'Isee a zero e non perdere i vantaggi sociali, infatti tra bonus bebè, le maternità della moglie, il reddito di cittadinanza (e prima quello d'inclusione) incassa quasi 15mila euro l'anno, oltre l'esenzione ticket per i nullatenenti e il trasporto scolastico gratuito.

Una sera il «zingar grande» convoca tutti al centro della spianata, annuncia che il giorno dopo ci sarà un vertice tra i rappresentanti dei campi per «scrivere un documento unitario da spedire alla sindaca Raggi». «Dobbiamo essere tre romeni e tre jugoslavi», dice. Ma sull'autobus «gli altri» non ci sono e i romeni vanno all'attacco: «Per causa loro i campi sono diventati la maledizione di Roma, siamo diventati merce politica per i razzisti e per gli antirazzisti».

Il vertice presso la Comunità cristiana di base San Paolo sull'Ostiense è la prova perfetta di ciò che si muove intorno al «fattore Rom», infatti ai dodici rappresentanti riuniti in cerchio nella grande stanza viene letto un documento politico già preparato dallo staff del deputato e consigliere comunale Stefano Fassina - «noi Rom di Roma riuniti in assemblea vogliamo presentare il nostro punto di vista sulla situazione complessiva da noi vissuta...» e solo da firmare. I rom fanno la fila, si chinano sul tavolino ed eseguono.

«Torniamo a casa», ci ha detto a un certo punto il «zingar grande».
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom giu 02, 2019 8:28 pm

Roma: condannata a 25 anni di carcere “Madame furto”, la borseggiatrice rom sempre incinta
Venerdì 31 Maggio 2019

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/r ... v0LtlNR9fw

L'arresto della borseggiatrice bosniaca avvenuta due mesi fa in via Barberini

Questa volta per l'ormai famosa "Madame Furto", la cittadina bosniaca di 32 anni nota a Roma per la sua lunga carriera di borseggiatrice si sono aperte le porte del carcere. Come Sofia Loren nel film «Ieri, oggi e domani» è riuscita a evitare sistematicamente il carcere perché era sempre incinta. Da ieri non più. È diventata esecutiva nei suoi confronti la pena a più di 25 anni di carcere.

Madame furto fu arrestata a marzo scorso da una pattuglia di carabinieri della stazione Via Vittorio Veneto, che le notificarono un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti, emesso a suo carico dal Tribunale di Roma, per ben 42 furti.

Le relative pene non vennero mai scontate per le varie gravidanze e per i numerosi figli piccoli che doveva accudire. Anche a marzo fu trovata in dolce attesa e per questo motivo l'autorità giudiziaria decise di differire l'esecuzione alla data del parto. Nel frattempo la pena è diventata esecutiva. Così ieri i carabinieri della Stazione Quirinale l'hanno notata scorrazzare tra i passeggeri in transito alla stazione Termini in atteggiamento sospetto e l'hanno bloccata. In caserma le hanno notificato il provvedimento che l'ha spedita nel carcere di Rebibbia. Deve scontare, complessivamente, 25 anni, 7 mesi e 7 giorni di carcere.



Alberto Pento
22 furti sono quelli per cui è stata condannata, ma quelli perpretati saranno disicuro centinia se non migliaia.
Si pensi a quante persone sono state danneggiate da questa criminale e si pensi a quanto ingiusta è la legge che le ha consentito di continuare per tanti anni di poter continuare a far del male, a compiere crimini e a danneggiare la cominità umana.




Viene liberata perché è incinta: "madame furto" deruba un'invalida
Sergio Rame - Mar, 18/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/vien ... dUo-RLM0rU

Condannata a 25 anni dicarcere, la rom riesce a farla franca perché incinta. Torna subito a rubare e se la prende con un'anziana in sedia a rotelle
Era stata accompagnata dai carabinieri nel carcere di Rebibbia, il 30 maggio scorso, per scontare la pena definitiva di 25 anni di reclusione.
Ma dal momento che è incinta (per l'undicesima volta), la ormai celeberrima "madame furto" è riuscita a ottenere il beneficio del "differimento pena", cioè a scontare la condanna dopo il parto. Approfittando della sua libertà, Vasvija Husic, 33enne bosniaca e borseggiatrice seriale, è tornata subito al "lavoro" in compagnia di tre complici e, come riporta l'agenzia Adnkronos, è stata nuovamente arrestata dai carabinieri dopo aver derubato una disabile in sedia a rotelle.

Vasvija Husic è già stata arrestata più di quaranta volte. Eppure, in carcere, non ci è mai andata. Il motivo lo ha spiegato lei stessa a fine maggio mentre usciva dal tribunale di Roma dopo il processo per direttissima. "In galera - aveva detto - non ci vado, sono incinta...". A 33 anni la rom di origine bosniache ha imparato molto bene come aggirare la legge italiana e così, dopo aver partorito dieici figli, ha "usato" l'undicesima gravidanza per stare alla larga dalla galera e rimandare la condanna a dopo il parto. I giudici sono sempre stati molto accomodanti con lei. Anche, durante l'ultimo processo, sono state tenute in conto "le condizioni e la tenera età dei figli", alcuni dei quali hanno meno di tre anni. E così, sapendo di farla sempre franca, anche oggi è tornata a fare quello che le riesce meglio: derubare i passanti.

Questa mattina i miliari, che erano in servizio indossando abiti civili, hanno riconosciuto la Husic mentre si aggirava in compagnia di tre "colleghe", di 36, 22 e 14 anni, all'interno della metropolitana alla fermata Flaminio. Ad un certo punto il quartetto ha preso di mira una turista peruviana di 86 anni, disabile in sedia a rotelle, e dopo averla accerchiata le hanno rubato il borsello con il denaro, approfittando della calca. Fortunatamente i carabinieri sono intervenuti immediatamente bloccando le quattro donne e recuperando l'intera refurtiva. Dopo l'arresto "madame furto" e le altre due maggiorenni sono state sottoposte al rito direttissimo nel corso del quale il giudice ha convalidato l'arresto e ne ha disposto l'accompagnamento presso il carcere di Rebibbia femminile. Per la 14enne si sono, invece, aperte le porte del centro prima accoglienza di via Virginia Agnelli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab giu 15, 2019 7:59 am

Oro, gioielli e 28mila euro trovati in casa di una coppia rom
2019/06/13

https://www.telepavia.tv/2019/06/13/oro ... xH1CEkJmH8

I carabinieri scoprono il tesoro dei rom: era custodito in un armadio di una casa di viale Fulvio Testi a Milano. Refurtiva per decine di migliaia di euro, per molti gioielli si cercano i proprietari.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mer giu 19, 2019 5:35 am

Rom violenti e fuori controllo: a Firenze sono loro i padroni
Costanza Tosi - Mar, 18/06/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... l1PLgRT4SM

I rom fanno da padron nei parcheggi e qui ci vivono abusivamente. Un nomade ha perso il controllo del suo camper e per poco non finiva in tragedia

Rom violenti e fuori controllo. A Firenze come nel resto d’Italia, dove non mancano baraccopoli abusive e parcheggi comunali trasformati in veri e propri campi rom.

Parcheggi inviolabili, come quello dell’Isolotto di Firenze dove vivono a bordo di roulotte e camper decine di sinti. Un incubo per i residenti che da tempo denunciano. Inutilmente. Ieri sera l’ennesima tragedia sfiorata quando un rom, che vive accampato lì con la sua famiglia, forse in stato di ebrezza, ha perso il controllo del suo camper e, a tutta velocità, è andato a sbattare contro le auto parcheggiate, distruggendole. Dopo l’urto è fuggito con il camper distrutto. A bordo del mezzo anche un bambino visibilmente impaurito.

“Ha iniziato ad andare volutamente a zig-zag nel piazzale investendo tutte le auto in sosta. Per la forte velocità ha urtato e ribaltato pure una macchina. Abbiamo sentito un grande boato, sembrava fuori di testa - ci dice Davide, testimone oculare -. È ripartito non si sa come, con il camper tutto distrutto. Abbiamo provato a dirgli di fermarsi ma è fuggito, abbiamo rischiato di essere investiti. La situazione era surreale, sembrava di essere sul set di un film hollywoodiano. Il camper non si fermava. È un miracolo se non ci sono stati feriti. All’interno della macchina che ha investito per prima c’era un papà con una bambina, erano scesi un secondo prima del violente impatto. Ha distrutto tutto, forse ha litigato con la moglie.”

Questa non è la prima volta che le famiglie rom, che occupano abusivamente il parcheggio, creano problemi ai residenti. Solo qualche settimana fa gli abitanti avevano denunciato alla polizia locale l’occupazione dei parcheggi. I rom si sono impossessati della zona e hanno trasformato un’aiuola in una discarica. “Non si può vivere così – ci dice la signora Adele – da quando ci sono loro in giro abbiamo paura di essere derubati. Si vede, vanno in giro tutto il giorno. Come fanno a vivere? Come fanno ad andare avanti? Mi chiedo come mai il comune non accia nulla per mandarli via, non è normale che si accampino qui, in un parcheggio.”
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab giu 22, 2019 8:19 pm

Ha 166 auto intestate a suo nome. Ma il 63enne vive nel campo rom
Costanza Tosi
Ven, 21/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... jSR1Lctrgo

166 auto intestate a suo nome e smistate in tutta Italia illegalmente. Ecco come faceva soldi il 63enne rom di Castel Romano

C’è un nuovo business tra i rom: vendere auto "fantasma" per compiere reati di ogni tipo.

Un business redditizio, anche molto. Ne aveva intestate ben centosessantasei un rom sessantatreenne del campo nomade di Castel Romano. Un giro d’affari incontrollato e, chiaramente, a nero. Vendeva le auto a pregiudicati in tutta Italia. L’intestatario era sempre lui. Facile così evitare le multe e i controlli. Magari fuggire pure ai posto di blocco della polizia. Difficile sapere chi c'era alla guida.

Una truffa a tutti gli effetti, che ha permesso al cittadino serbo, residente in un campo rom poco fuori Roma, di prendersi gioco delle autorità italiane per ben 13 lunghi anni. Dal 2006, anno in cui è stata costituita la società di cui era amministratore delegato. Il rom copriva gli acquirenti che, proprio con quelle auto da lui vendute, mettevano in atto reati di ogni genere, tra cui una lunghissima fila di rapine.

Un sistema di compra-vendita del tutto illegale e pensato a puntino. Studiato a lungo, ecco come si guadagnava da vivere. Possibile che nessuno se ne sia mai accorto? Negli anni il truffatore rom utilizzava ben due codici fiscali e una partita Iva riconducibile alla società per portare avanti i suoi loschi affari.

A scoprire l’inganno e a smascherarlo sono stati i carabinieri del Nucleo radiomobile di Roma. Durante un normale controllo di routine lo hanno fermato a Roma sulla trafficatissima via Cristoforo Colombo dove viaggiava a bordo di un furgone.

Il serbo è stato subito portato in caserma dove, al termine di verifiche più approfondite, i Carabinieri hanno appurato che i veicoli sono risultati in uso ad altre persone, molte delle quali con diverse condanne alle spalle.

Il rom è accusato di “induzione in errore con inganno continuata e in concorso di pubblici ufficiali al fine di indurli a commettere falso ideologico e favoreggiamento reale”.

Al momento i carabinieri stanno verificando con precisione in quante occasioni, e per quali tipi di reati, siano state utilizzate le 166 auto intestate al rom romano. Intanto i carabinieri, per evitare che l’uomo possa compiere ancora delle truffe, hanno richiesto all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un decreto di blocco anagrafico sui due codici fiscali, oltre alla cancellazione alla Camera di Commercio di Roma della sua società.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » dom giu 23, 2019 8:00 pm

Rapina in casa in pieno giorno: accoltellato da banda di rom, grave 21enne
Domenica 23 Giugno 2019

https://www.leggo.it/italia/roma/ostia_ ... TjjU7Arp8M

Si sono introdotti in casa sua, lo hanno accoltellato al torace con un cacciavite e lo hanno mandato in osptedale in condizioni critiche. E' successo ad Ostia Antica, dove un ragazzo di 21 anni, come scrive Mirko Polisano sul Messaggero oggi in edicola, è stato aggredito in casa da una banda di Rom, che lo ha appunto ferito al torace mentre cercava di difendersi.

Il ragazzo, si legge sempre sul giornale romano, è ricoverato all'ospedale San Camillo in condizioni critiche. La banda di Rom, che era entrata nella casa del ragazzo per svaligiarla, è ora braccata nelle campagne del litorale romano. Il gruppo è composto da due uomini e una donna; i tre, poco prima di pranzo, sono entrati al primo piano di un palazzo in via Fratelli Palma, quartiere Saline a pochi metri dalla via del Mare.

LA DINAMICA

Secondo quanto stanno ricostruendo gli inquirenti i tre rom erano convinti che in casa non ci fosse nessuno, visto che le serrande dell'abitazione erano completamente abbassate.La banda ha così scavalcato il cancello riuscendo ad entrare in casa forzando la serratura grazie al cacciavite con il quale hanno poi ferito il ragazzo.

Il ventunenne, svegliato dal rumore, si è trovato i tre ladri nella stanza da letto: ne è nata una colluttazione. Il ragazzo cercava di difendere i suoi risparmi, ma uno dei tre rom lo ha colpito al torace con il punteruolo. Il giovane è subito crollato in terra dopo aver strappato un lembo della maglietta di uno dei tre ladri, che sono scappati dalla porta di ingresso della casa.

I TESTIMONI

La banda, però, mentre si allontanava, è stata vista da alcuni vicini che hanno fornito anche un identikit dei tre componenti alle forze dell'ordine intervenute sul posto. Altri condomini, si legge sempre nel pezzo di Mirko Polisano, hanno soccorso il giovane e chiamato un'ambulanza: ha un polmone perforato. Immediato il trasferimento in codice rosso all'ospedale San Camillo, dove è tutt'ora ricoverato.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » ven lug 05, 2019 8:30 am

Capotreno aggredita dopo aver chiesto i biglietti: denunciate tre passeggere
Claudio Martinelli
4 luglio 2019

http://www.torinotoday.it/cronaca/Capot ... DMHM1XURIA

L'hanno aggredita, spintonata e ingiuriata. Tutto perchè aveva chiesto loro il biglietto del treno.

È successo questa mattina, mercoledì 3 luglio 2019, sul treno regionale che da Torino Porta Nuova era diretto verso Susa.

A dare l'allarme un passeggero, che ha richiesto l'intervento degli agenti della polizia ferroviaria di Bussoleno attraverso il numero unico di emergenza.

Saliti a bordo del treno ad Avigliana hanno così fermato tre giovani viaggiatrici di nazionalità romena, denunciate: tutte e tre sono residenti nel campo nomadi di via Germagnano a Torino.

La capotreno, che si era messa al riparo dentro ad uno scompartimento, è stata poi portata in ospedale a scopo precauzionale.

I passeggeri, invece, sono stati trasbordati su altri convogli diretti a Susa.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » sab lug 06, 2019 8:40 pm

"Blitz" nel campo nomadi: aggredito deputato leghista
Diana Alfieri - Sab, 06/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/bl ... xFAeCMK3pE

Il capogruppo in Comune Morelli insultato e cacciato: "Questo per la sinistra è il miglior villaggio d'Europa"

Cinque anni fa, quando il campo nomadi di via Martirano era stato inaugurato, erano stati in molti a definirlo il centro più bello e meglio attrezzato d'Europa.

E così era con tutta probabilità. L'idea di un'accoglienza in strutture dignitose anche per chi ha scelto di vivere senza punti fissi di riferimento era senza dubbio un segno di civiltà, una eccellenza tutta italiana. Poi però la situazione è cambiata. Peggiorata di giorno in giorno fino a che l'incuria e l'abbandono hanno preso il sopravvento. Un segno di degrado che è rimasto anche nelle casse del comune di Milano visto che quattro abitanti su cinque da tempo qui non pagano più l'affitto. Ad ammetterlo, dopo un'interrogazione della consigliere leghista Silvia Sardone, era stato qualche tempo fa proprio Palazzo Marino, che aveva preso att di una situazione ormai degenerata e sfuggita di mano.

E ieri mattina, a confermare una emergenza che ormai è sotto gli occhi di tutti, c'è stata l'aggressione al capogruppo in Comune e deputato della Lega Alessandro Morelli della Lega che era arrivato in via Martirano per un sopralluogo: «Nel Villaggio rom migliore d'Europa così come definito dalla sinistra che lo ha voluto- racconta il deputato del Carroccio- abbiamo trovato roghi tossici, escrementi e degrado, in un posto dove vivono dei bimbi. Il progetto prevedeva una ventina di casette al costo di 400mila euro, messe a disposizione per l'integrazione delle famiglie rom, a patto che i bambini andassero a scuola e gli inquilini versassero un affitto di 90 euro al mese: utopia, visto che devono al Comune 20 mila euro di canoni non pagati. Non basta, perché a febbraio l'amministrazione ha stanziato circa 270 mila euro per la messa in sicurezza, ma quello che abbiamo trovato noi è molto lontano dal concetto di integrazione».

Il sopralluogo del capogruppo leghista però non è andato a buon fine: «Siamo entrati in una casetta che è stata bruciata perché gli inquilini non erano graditi ed è diventata un cimitero per auto e moto- spiega- Alcuni abitanti ci hanno aggredito e siamo andati via. Purtroppo Milano non è solo Expo, Garibaldi, CityLife, tutte cose che ha fatto il centrodestra, ma anche questo: periferie totalmente abbandonate», conclude Morelli.

Il campo di via martirano torna quindi all'onore delle cronache. Già nel luglio dello scorso anno c'era stato un maxi blitz dei carabinieri che aveva portato alla luce all'interno del campo un vero e proprio bazar del lusso con occhiali, borse e portafogli di marca, oltre ad arnesi per scassinare serrature, binocoli, scanner, imbracature, mentre nel 2016 in via Martirano una lite tra rom si è conclusa a colpi di pistola. Il comune dal canto suo sembra pronto a riscrivere la storia del campo trasformandolo da villaggio nomadi in luogo di accoglienza per nuclei famigliari in condizioni di disagio abitativo, con un modello organizzativo diverso e che risponda alle esigenze delle famiglie in situazione di fragilità con la presenza diurna e notturna di operatori sociali che svolgeranno sia compiti di custodia che compiti di accompagnamento sociale ed educativo
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