Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 1000%

Messaggioda Berto » mar nov 27, 2018 8:23 am

Rom e immigrati (clandestini) occupano. E la clinica non va agli anziani
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 26/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... B2gkmeLdVE

L'immobile deve diventare una casa di cura. Ma da 3 anni è occupato: la società ospedaliera ci ha perso 10 milioni

Immaginate di essere proprietari di un immobile in cui non potete entrare. Al vostro posto un gruppo di abusivi con divani, letti, giochi per bimbi. Stendono i panni, si son divisi le stanze coi lucchetti, hanno la parabola.

Un'occupazione in piena regola, insomma. A voi mantenere gli indesiderati inquilini costa oltre 10mila euro al giorno. Diecimila. Non proprio due spicci. Come reagireste?

Male, ovvio. L'Italia è piena di immobili a metà tra l'abbandono e l'illegalità, ricovero di sbandati, rom e immigrati. Firenze ne conta oltre trenta. Uno di questi è un caso-scuola che sta procurando danni milionari alla società entrata malauguratamente in possesso dello stabile alcuni anni fa.

La struttura da 90 posti letto si trova in via del Pergolino ed è un ex casa di cura di lunga degenza ferma ormai dal 2012. La proprietaria è "Il Pergolino srl" che l'ha concessa in affitto alla "Pergolino Hospital srl". Quest'ultima, nel 2008, è entrata a far parte di GVM Care & Research che (continuando a pagare l'affitto) ne aveva programmato la ristrutturazione per dedicarla all’assistenza geriatrica. Peccato che in attesa del progetto circa 70 persone abbiano occupato l'immobile, impedendo di iniziare i lavori di riqualificazione.

Direte: dopo tre anni lo Stato, il Comune o chi di dovere avrà sanato la situazione, cacciato gli abusivi e riconsegnato le mura, il giardino e tutto il resto ai legittimi locatari. E invece no. Mille e più giorni di occupazione abusiva non sono bastati per smuovere le autorità. Il motivo? Difficile dirlo. E pensare che nell'aprile del 2017 il Gip del Tribunale di Firenze ha pure disposto il sequestro preventivo dell'immobile. Un anno e mezzo dopo siamo punto e daccapo. Tutto fermo.

La battaglia giudiziaria per liberare l'edificio di tre piani inizia il giorno successivo al blitz degli occupanti ("di varie etnie", dicono le relazioni della Digos) coordinati dai militanti del Movimento Lotta per la Casa (già avvezzi ad iniziative simili). È il 20 settembre 2015. La polizia, "in considerazione del numero di persone da fronteggiare" (un centinaio) e per la "presenza di numerosi bambini", sul momento decide di non intervenire per interrompere "l'azione criminosa". Ai legittimi proprietari non resta che sporgere denuncia e dare disposizione alle imprese competenti di staccare luce, acqua e gas. Tutto inutile.

Tra una richiesta e l'altra degli avvocati di sequestrare l'immobile (sono 10 le persone indagate a vario titolo) si arriva al marzo del 2017, quando i Vigili del Fuoco entrano nell'edificio e trovano una situazione paradossale. "Numerose famiglie - si legge nel rapporto - vivono all'interno dei locali agibili alcuni a camere da letto altri a cucine". Non solo. "Il carico di incendio" è "elevato mentre nelle cucine vi è la presenza di fornelli per la cottura di cibi alimentati da bombole di Gpl" (non a norma). Non mancano poi cavi elettrici volanti attaccati a chissà quale fonte energetica (il giudice ipotizza il furto di energia) e la "presenza di impianti non certificati".

Alcune delle stanze sono chiuse da lucchetto, in altre sono state realizzate modifiche ai locali e - denuncia l'amministratore della Pergolino Srl - hanno pure "piazzato sul tetto parabole tv". Inoltre "alle ditte incaricate della manutenzione degli impianti elettrici ed antincendio" è stato più volte "impedito l'accesso dagli occupanti abusivi". Tanto che, scrive il Gip nell'ordine di sequestro preventivo, le numerose irregolarità espongono "gli stessi occupanti ad una situazione di pericolo per la loro incolumità". Figurarsi i danni arrecati all'immobile e ai mobili un tempo in buone condizioni.

Il fatto è che il sequestro preventivo, disposto dal giudice il 4 aprile del 2017, non è stato ancora reso esecutivo. Il motivo? Un mistero. I rappresentanti delle società interessate hanno più volte coinvolto la giunta di Nardella, ma alle rassicurazioni per ora non sono seguiti i fatti. E così la GVM Care & Research deve aspettare e pagare.

I conti sono presto fatti. "Dal 2015 ad oggi - spiega al Giornale.it la società - lo stato di occupazione abusiva, tuttora in corso, è costato a GVM il pagamento di locazione, utenze e spese accessorie per un totale di circa 1.100.000 euro". Inoltre, l’impossibilità di procedere con la riqualificazione della struttura ha altresì comportato mancati introiti sul nuovo progetto RSA stimati per circa 9 –10 milioni di euro e mancate assunzioni di nuovo personale sul territorio per circa 35 unità". Tradotto: lo Stato non fa il suo dovere e il privato ci rimette. Totò direbbe: "E io pago".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » mer nov 28, 2018 7:53 am

Parroco 73enne apre la chiesa ai Rom: vessato e minacciato

martedì, 27, novembre, 2018

http://www.imolaoggi.it/2018/11/27/parr ... zlekG5Uaxk

Minacce e vessazioni, don Ernesto ha deciso di denunciare il racket dell’elemosina che da mesi lo sta tartassando. Il parroco della comunità di Santa Maria Liberatrice, nel quartiere di Testaccio di Roma, ha aperto le porte della chiesa ai rom. Ma nel giro di poco tempo, nomadi da tutta la Capitale hanno raggiunto il suo oratorio per ottenere denaro. E don Ernesto ha iniziato a ricevere intimidazioni continue. Il sacrestano racconta a NewsMediaset: “Arrivano agli ingressi degli uffici parrocchiali e iniziano a gridare”. Don Ernesto li ha denunciati ai carabinieri dell’Aventino.

Come spiega il parroco, un anno fa una famiglia nomade ha chiesto aiuto bussando alla porta della sua chiesa. Don Ernesto ha inoltrato una lettera al Vaticano che regolarmente spediva un assegno di 200 euro. Progressivamente le famiglie rom che richiedono l’aiuto economico sono aumentate fino a diventare una trentina. Il prete si è trovato impossibilitato a far fronte a tutti. Le richieste si sono, allora, trasformate in minacce. “Arrivano all’ingresso degli uffici parrocchiali e cominciano a gridare – riferisce il sacrestano. – Ho capito anche io che sono ingestibili”.

I carabinieri dell’Aventino hanno tranquillizzato il sacerdote, dandogli un numero di telefono dedicato che, in caso di emergenza, farebbe entrare in azione gli uomini dell’Arma. “Seguiamo con attenzione la vicenda – fanno sapere i militari – e stiamo monitorando alcuni soggetti. Qualora si ravvisassero minacce più forti o violenze si potrebbe intervenire per estorsione; sicuramente l’aver denunciato i fatti agevola il nostro lavoro”. Al parroco è arrivato il sostegno del cardinale Giovanni Lajolo. tgcom24.mediaset.it
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » ven nov 30, 2018 7:21 am

Campo sinti di Mestre. Dieci anni dopo l’esperimento è fallito
Marta Artico
2018/11/28

https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia ... K0WKB6WXUU

Case abbandonate e rovinate, degrado e sporcizia: presto lo sgombero. Delle 150 persone trasferite ne rimangono oggi poche decine

MESTRE. Cumuli di macerie, rifiuti edili, spazzatura accatastata un po’ dappertutto, prefabbricati che perdono pezzi. Siamo in via del Granturco, ovvero nel villaggio Sinti di Mestre, inaugurato nove anni fa dall’allora sindaco Massimo Cacciari. Entrando e percorrendo la lunga strada che arriva al nucleo abitativo, è come essere teletrasportati in un’epoca che non c’è più.

DIECI ANNI DOPO

Neanche un decennio in cui il tempo è andato di fretta, ma non nel villaggio sinti. Oggi l’area dove il 25 novembre 2009 furono trasferiti una quarantina di nuclei famigliari -150 persone - che originariamente vivevano dall’altra parte della regionale 14, assomiglia a un set cinematografico abbandonato. La sensazione è quella di venire catapultati in un film di fantascienza ambientato in un futuro remoto, dove a causa di un cataclisma improvviso, le persone sono fuggite abbandonando tutto come stava.

L’aria che si respira è quella della smobilitazione. Molta parte delle unità abitative sfavillanti distribuite in 20 casette prefabbricate, sono semi distrutte. Le finestre rotte, i vetri in frantumi, segni di arma da fuoco di cui si è molto scritto, blitz dei carabinieri, operazioni di polizia che hanno portato ad arresti e che hanno costretto parecchi abitanti a vivere ai domiciliari in quello stesso campo.

Il primo prefabbricato sulla sinistra – ciò che ne rimane - è quello dove entrarono fior di politici per tagliare il nastro. Le casette in disuso sono diventate a loro volta ricettacolo di immondizie, segni evidenti di fuochi accesi e poi spenti.

CONDIZIONI FATISCENTI

Qualcuna è mezza diroccata. Altre sono solo vuote. In un paio si sono trasferiti i figli di alcune famiglie che da quel 2009 sono cresciuti, sono diventati ragazzi, si sono trovati la fidanzata nella comunità e hanno deciso di fare coppia e stabilirvisi. All’entrata quello che rimane delle cassette delle lettere, probabilmente in dieci anni quasi mai aperte. All’interno ci sono per lo più bollette intonse scolorite dall'acqua piovana, solleciti e ingiunzioni di Veritas. Sopra ogni bolletta il nome e il cognome della famiglia, i ceppi conosciuti di residenti del villaggio che oggi non ci sono più. Le famiglie rimaste sono in attesa di essere trasferite in appartamenti in città, aspettano, ma non sanno quando arriverà il loro momento di lasciare il campo. Nel frattempo continuano la loro vita: gli uomini raccolgono il ferro vecchio, vanno su e giù con i loro furgoncini. Vicino alle case qualche roulotte, che in principio non ci doveva stare, costruzioni abusive più volte abbattute e ricostruite, e poi statuine di santi, madonnine, Padre Pio. I più piccoli dovrebbero essere a scuola, ma molti sono al villaggio, a ciondolare. I genitori spiegano che sono convalescenti. Di tanto in tanto auto entrano ed escono, dalle case si sente la voce della tivù sparata a tutto volume. Per i vialetti si aggirano decine di gatti - forse più delle persone - di cui si occupa l’Enpa, che va a dargli da mangiare e assiste quelli malati.

CHI RESISTE

I residenti del Villaggio rimasti non vogliono foto, si voltano di schiena, mal digeriscono ospiti a casa loro. Poi quando capiscono che sei solo, senza scorta dei vigili, ti fissano da lontano prima di fare due parole. Spiegano che desiderano andarsene, che aspettano la casa, ma che la vogliono grande perché sono in tanti. Da una Uno bianca si affaccia Paolo, era lui dieci anni fa uno dei portavoce dei sinti. Adesso è più vecchio, abita in una casa ma si dice che al Villaggio tenga ancora un pied-a-terre. In auto la mamma anziana. «Devo andare a prendere il nipote» dice, e se ne va. I gatti rimarranno nel villaggio quando sarà tempo di mettervi il lucchetto. «Se vuoi te li regaliamo, prendili pure». Quando si trasferirono notte tempo dal vecchio campo, anni luce fa, i sinti lasciarono moltissimi galletti, che ancora oggi sono diventati inquilini fissi di qualche giardino di via San Donà.


Alberto Pento
Aspettano la casa?
Aspettano che noi gli si costruisca la casa!
Questi sono un cancro dell'umanità.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » dom dic 02, 2018 9:49 am

Clan degli zingari, bottino nascosto nel reggiseno poi pranzi di lusso
Petronilla Carillo
Domenica 2 Dicembre 2018

https://www.ilmattino.it/salerno/clan_z ... rfNHlu3PIo

Oggetti in oro nascosti nel reggiseno e «aragosta» a pranzo per festeggiare. Quando la trasferta andava bene i Marotta facevano subito rientro ad Agropoli. Il tempo di lasciare un cadeau a coloro che gli avevano offerto supporto logistico, quasi sempre gruppi familiari di etnia rom. In questo modo riuscivano a fare perdere le tracce di sé. Così pensavano. Ma non sapevano di essere intercettati dagli uomini del Ros di Salerno, agli ordini del tenente colonnello Giancarlo Santagata, e dai carabinieri della compagnia di Agropoli, agli ordini del capitano Francesco Manna. L’operazione Faro, conclusasi l’altro giorno con 25 provvedimenti restrittivi a carico del gruppo Marotta-Cesarulo, è stata difatti segnata da un certosino lavoro dei carabinieri sotto la guida della Dda di Salerno. Attraverso le celle telefoniche, difatti, i militari riuscivano a intercettare il percorso degli indagati e, quindi, ad incrociare quei dati con eventuali furti messi a segno in gioiellerie sparse su tutto il territorio nazionale. Il modus operandi del gruppo criminale era sempre lo stesso: in genere l’auto veniva noleggiata, e veniva anche «arruolato» un autista occasionale. Poi, subito dopo il colpo, pianificato con la collaborazione di alcuni gruppi rom che li ospitavano nelle loro comunità per qualche giorno, «gli zingari» - come vengono chiamati ad Agropoli - facevano ritorno subito ad Agropoli.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » gio dic 06, 2018 8:04 am

Restituito ai rom il tesoro da 2,5 milioni di euro
Emanuele Canepa - Mer, 05/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... JLFDQbWHbs

Secondo il tribunale di Prato, non sussiste una correlazione temporale tra le condotte delittuose contestate ai rom e i beni sequestrati nel corso dell'indagine.

Dovranno essere restituiti alle due famiglie rom di Prato coinvolte nell'inchiesta i beni sequestrati nel giugno dello scorso anno.

A deciderlo il tribunale di Prato, azzerando le misure di prevenzione patrimoniale adottate quando scattò l'operazione.

La decisione del sequesrto inziale era scattata "dopo aver valutato la perdurante pericolosità sociale di sette appartenenti allo stesso nucleo familiare di etnia Rom che nel tempo, servendosi anche di prestanome, sono riusciti a disporre di beni per un valore evidentemente sproporzionato rispetto ai redditi percepiti e dichiarati"

Per il tribunale non sussisterebbe però una correlazione temporale tra le condotte delittuose contestate e i beni sequestrati.

Gli Ahmetovic e gli Halilovic potranno così rientrare in possesso di un tesoretto valutato attorno ai due milioni e mezzo di euro. Il decreto di sequestro era giunto al termine delle indagini del nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle su proposta dai sostituti procuratori Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri, coordinati dal procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi.

Fra i beni restituiti ai rom figurano una villa, diverse polizze e conti correnti, nonchè un lungo elenco di gioielli. Nonostante l'esistenza di questo ingente patrimonio, ad una delle due famiglie era stato assegnato anche un alloggio temporaneo da parte del Comune. L'assegnazione dell'appartamento era stata poi revocata a seguito delle indagini delle Fiamme gialle.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » gio dic 06, 2018 8:04 am

Foggia: nomadi arrestati facevano prostituire minorenne incinta di 7 mesi
mercoledì, 5, dicembre, 2018

http://www.imolaoggi.it/2018/12/05/fogg ... 5ztc2ArpFk

Avrebbero fatto prostituire almeno tre ragazze di nazionalità romena di 16 e 17 anni, una delle quali incinta al settimo mese, i sei indagati dalla Dda di Bari e dalla Procura per i Minorenni, tutti romeni appartenenti allo stesso nucleo familiare, ora in carcere per i reati di riduzione in schiavitù, prostituzione minorile e sequestro di persona. I sei fermati – che vivono in un campo nomadi, in via San Severo, a Foggia – sono una coppia, i loro tre figli (due dei quali minorenni) e una 26enne compagna di uno dei ragazzi.

A quanto si è appreso, gli indagati volevano vendere per 28 mila euro il bambino che portava in grembo una delle minorenni romene ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi.

Una delle persone finite oggi in carcere avrebbe proposto agli altri “la possibilità di vendere il nascituro ad un soggetto da lei conosciuto per la somma di 28mila euro”. Le ragazze erano segregate in baracche e venivano picchiate: una è stata stata pestata con calci, pugni e persino cinghiat. ansa
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » gio dic 06, 2018 9:30 pm

Roma, l'odio viaggia anche in metro: rom pestata davanti alla figlia per un tentato furto
La giovane aggredita brutalmente alla presenza della piccola. Il drammatico racconto della giornalista insultata dalla folla per aver cercato di fermare il pestaggio
06 dicembre 2018

https://roma.repubblica.it/cronaca/2018 ... 6dxliX_vCc

Roma, l'odio viaggia anche in metro: rom pestata davanti alla figlia per un tentato furto
Roma sempre più cattiva e sempre più razzista. Capita così che alla fermata San Giovanni della Metro A una giovane rom tenti di rubare il portafoglio a un passeggero.

Con lei una bambina di 3-4 anni. Il furto viene sventato: come racconterà su Facebook Giorgia Rombolà, giornalista di Rai News 24, "ne nasce un parapiglia, la bambina cade a terra, sbatte sul vagone. Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero), ma a quest'uomo alto mezzo metro più di lei, robusto (la vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, anche in testa. Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli. Ha la meglio. La strattona fina a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte.

La bimba piange, lui la scaraventa a terra". Rombolà interviene prima urlando all'uomo di non picchiare la ragazza, poi cercando di fermarla. I vigilantes poi riescono a portare via la rom, l'uomo robusto se ne va, ma a bordo del treno la giornalista si ritrova circondata.

"Un tizio che mi insulta dandomi anche della puttana dice che l'uomo ha fatto bene, che così quella stronza impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla.
Argomento che c'erano già i vigilantes, che non sono per l'impunità, ma per il rispetto, soprattutto davanti a una bambina. Dicono che chissenefrega della bambina, tanto rubano anche loro, anzi ai piccoli menargli e ai grandi bruciarli".

Ancora Rombolà scrive: "Un ragazzetto dice se c'ero io quante mazzate. Dicono così. Io litigo, ma sono circondata. Mi urlano anche dai vagoni vicini. E mi chiamano comunista di merda, radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del cazzo. Intorno a me, nessuno che difenda non dico me, ma i miei argomenti. Mi guardo intorno, alla ricerca di uno sguardo che seppur in silenzio mi mostri vicinanza.
Niente. Chi non mi insulta, appare divertito dal fuori programma o ha lo sguardo a terra. Mi hanno lasciato il posto, mi siedo impietrita. C'è un tizio che continua a insultarmi. Dice che è fiero di essere volgare. E dice che forse ci rivedremo, chissà, magari scendiamo alla stessa fermata".

Il racconto sul social si conclude in modo amarissimo: "Cammino verso casa, mi accorgo di avere paura, mi guardo le spalle. E scoppio a piangere. Perché finora questa ferocia l'avevo letta, questa Italia l'avevo raccontata. E questo, invece, è successo a me".



Gino Quarelo
A questa nazizingara dovrebbe essere tolta la figlia.



Il passeggero in metro pesta la ladra rom: "Presa per i capelli e sbattuta a terra"
Claudio Cartaldo - Gio, 06/12/2018
http://www.ilgiornale.it/news/roma/pass ... Hkb6VVi_hg

Il racconto di una cronista a Roma, insultata dalla folla: "Chiamano comunista di m..., radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del c..."

Siamo alla fermata di San Giovanni della metro A di Roma. La vicenda è di quelle di cui le cronache sono piene zeppe: una ladra rom tenta di sottrarre un portafoglio ad un ignaro passeggero.

Normale? No, ma nella città eterna accade spesso. Solo cher stavolta la nomade ha rischiato davvero grosso, con la folla che per di linciarla l'ha pure sottratta ai vigilantes.

Secondo quanto racconta su Facebook la cronista di RaiNews24, Giorgia Rombolà, dopo il furto sventato sarebbe nato "un parapiglia" per picchiare la giovane nomade. "Una giovane, credo rom, tenta di rubare il portafoglio a qualcuno - scrive la cronista - La acciuffano e ne nasce un parapiglia, la strattonano, la bimba che tiene per mano (3/4 anni) cade sulla banchina, sbatte sul vagone. Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero), ma a quest'uomo alto mezzo metro più di lei, robusto (la vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla".

Ed ecco che dopo cerca di "strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli" e "la picchia violentemente, anche in testa". Una volta che la "libera" (per modo di dire) dalla stretta dei due agenti, "la strattona fina a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte. La bimba piange, lui la scaraventa a terra".

La Rombolà racconta di aver provato a fermare la furia dell'uomo e, solo una volta conclusosi il parapiglia, di essere rientrata nel vagone della metro. Qui sarebbe stata circondata dagli altri passeggeri. "Un tizio - racconta - che mi insulta dandomi anche della puttana dice che l'uomo ha fatto bene, che così quella stronza impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla". Lei prova a dire che gli unici preposti ad intervenire sarebbero i vigilantes, fa notare la bimba caduta a terra ma "dicono che chissenefrega della bambina, tanto rubano anche loro, anzi ai piccoli menargli e ai grandi bruciarli. Un ragazzetto dice se c'ero io quante mazzate". Insomma: i passeggeri sembrano non aver apprezzato l'intervento della cronista, additandola come "comunista di merda" e "radical chic".
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » dom dic 09, 2018 2:31 pm

Poliziotto di 28 anni preso a pugni e sputi da banda di romeni (rom)
Valentina Dardari - Dom, 09/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/milano/po ... L1YmCr8yoY

Si era solo lamentato del volume troppo alto della musica
Un poliziotto 28enne è stato aggredito a pugni e sputi da otto romeni.

L’agente abita in un alloggio Aler di via Ovada, in zona Barona. Giovedì sera è stato assalito dopo essersi lamentato del volume troppo alto della musica ascoltata dalla banda di romeni. Lo hanno accerchiato sul pianerottolo di casa e hanno dato inizio al pestaggio. L’uomo è riuscito a fare ritorno al suo appartamento e a chiamare i soccorsi. In poco tempo sono giunti nello stabile i Carabinieri e un’ambulanza del 118. L’agente, come riporta Il Giorno, ha raccontato che “una famiglia di rom ha invaso l’alloggio di fianco al mio lo scorso agosto. Un uomo, una donna e tre bambini. Era vuoto da circa sei mesi, dopo il decesso di un anziano. Allora è cominciato l’incubo”. Il 28enne ha poi raccontato di come ogni giorno debba affrontare rumori, persone estranee che entrano ed escono dal palazzo, porte d’ingresso perennemente aperte.

Finché giovedì sera il poliziotto ha osato lamentarsi dei troppi rumori molesti provenienti dall’appartamento dei romeni. Quella sera era infatti in corso una festa di compleanno nell’abitazione occupata abusivamente dalla famigliola. “Alle 21,30 ho incrociato alcuni degli occupanti sul pianerottolo e ho chiesto loro di abbassare un po’ il volume della musica e di urlare meno. Ne ho parlato con una donna, che si è mostrata disponibile, ma poco dopo sono usciti alcuni uomini ubriachi, uno in particolare era molto nervoso: senza nemmeno sapere cosa stessi chiedendo mi ha sferrato un pugno sulla spalla sinistra”. L’agente ha urlato e dopo il pugno sono arrivati gli sputi. Gli aggressori erano otto, tutti completamente ubriachi. Una brutta situazione da affrontare per un uomo da solo, che ha infatti preferito tornare in casa e chiamare i soccorsi.

I carabinieri del Nucleo Radiomobile sono subito giunti sul luogo. Purtroppo gli aggressori avevano fatto in tempo a guadagnare la fuga. La vittima è stata accompagnata all’ospedale San Paolo in codice verde. Poi dimesso con 5 giorni di prognosi. Il giovane è disperato, ha detto di aver informato più volte l’Aler della situazione insostenibile. Senza ottenere però risposta. Oltre ad avere occupato l’appartamento, i romeni si sono allacciati in modo irregolare al contatore elettrico. Nel palazzo ci sono molte famiglie regolari con bambini che ogni giorno rischiano soprusi da parte di questi romeni. Secondo l’agente nel quartiere vi sarebbero anche altri tre nuclei abusivi. Non è raro infatti leggere sui giornali di occupazioni irregolari proprio in via Ovada.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » mer dic 12, 2018 8:25 pm

Arrestata la superborseggiatrice bosniaca: è condannata a 14 anni
Martedì 11 Dicembre 2018

https://www.ilgazzettino.it/nordest/ven ... 3AamLRKNI8

VENEZIA - Lori Halilovic non tornerà libera tanto presto. Venerdì pomeriggio infatti una pattuglia di carabinieri in borghese l'ha riconosciuta in mezzo alla folla che si spostava tra Rialto e San Marco, e l'ha arrestata, mettendo fine a una latitanza da record. Perché la ventiseienne di origine bosniaca, pizzicata mentre cercava di borseggiare alcuni turisti, poteva vantare un curriculum da maestra dei furti: oltre cinquanta colpi messi a segno in giro per l'Italia e una collezione di condanne - piovute una dietro l'altra - fino ad arrivare alla vetta di quattordici anni di carcere.

Pene che la ventiseienne non aveva mai scontato, riuscendo a sfuggire a qualsiasi tipo di cattura. Una corsa arrivata al capolinea venerdì pomeriggio, in uno dei posti più frequentati al mondo e che lei (assieme ad una complice, denunciata dai carabinieri per tentato furto) aveva scelto come teatro per il prossimo furto.
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Re: Zingari: vittime o carnefici? Carnefici al 100%

Messaggioda Berto » ven dic 14, 2018 8:03 am

Casamonica, donna del clan viola sigilli e rioccupa la casa confiscata a Roma
giovedì 13 dicembre 2018

https://www.ilmessaggero.it/roma/cronac ... 70086.html

La fidanzata di uno dei membri della famiglia Casamonica ha violato i sigilli, rioccupando una delle case abusive confiscate al Tuscolano. Ha divelto i sigilli, danneggiato la serratura della porta d'ingresso e si è sistemata all'interno della casa abitata da Giuseppe Casamonica, già confiscata e liberata lo scorso 17 luglio dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, nel corso dell'operazione 'Gramigna'. La donna di 19 anni, anche lei una Casamonica, è stata così denunciata per occupazione abusiva di stabile confiscato. Si tratterebbe della fidanzata del figlio di Giuseppe Casamonica.

L'abitazione era stata affidata all'Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. A scoprire quanto accaduto nella casa di vicolo di Porta Furba, 55, sono stati i carabinieri della Stazione Roma Tuscolana in collaborazione ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante, durante un'attività investigativa in zona.

Sul posto è giunto anche il personale dell'Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati, ente assegnatario dell'immobile che, con i Carabinieri presenti, ha liberato l'immobile, ripristinato la serratura e apposto nuovamente i sigilli.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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