Gondoła, barca, arca, ...

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Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:51 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:52 am

1) Dal oxonaro/dixonaro etimołojego de ła łengoa tajana del Cortelàso

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gondola,
s. f. ‘barca lunga, piatta e sottile, tipica della laguna veneta, ornata di un pettine a prora e talvolta di felze al centro’ (1554, M. Bandello), ma gener. ‘imbarcazione’ (1314, F. Barberino; gondula nel lat. mediev. di Venezia, in un documento del 1094: Cortelazzo Infl. greco 105-106), ‘membratura di un aereo ben carenata per alloggiare un motore’ (1956, Diz. enc.).

Derivati:
gondolière,
s. m. ‘rematore della gondola’ (1553, in una testimonianza cui rinvia LN XLVI, 1985, 27).
Etim. molto discussa. Lo status quaestionis è stato esposto da Vidos St. 433-434: respinta la spiegaz. onomat. (dev. del venez. gondolàr ‘cullare, dondolare’ o dal lat. cunula(m) ‘piccola culla’), che potrebbe valere per l'imbarcazione veneziana, ma non per quelle più antiche a servizio dei grandi navigli, il Vidos (come anche A. Castellani: SLI XIV, 1988, 187-188) propende per il ritorno alla proposta del Diez, dal gr. kóndy ‘vaso da bere’, che semanticamente si appoggia su molti esempi paralleli. Al gr. sono ricorsi più recentemente anche H. e R. Kahane in RPh V (1951-52) 174-176, ricordando il gr. mediev. kondôura (sec. X, Costantino Porfirogenito), f. dell'agg. kóntouros ‘dalla coda (ourá) corta (kontós)’, che è ancora l'ipotesi più accettabile, se non si vuole ritornare a gandeia, n. “di un naviglio ‘africano’ che ricevuto dai Bizantini è stato trasformato nel nome [kondôura] secondo una etimologia popolare, e da Bisanzio è passato ai Veneziani. Forse il g- di gondola per il k- di kontóura risale direttamente al gandeia prebizantino?” (V. Pisani in RIL CIX, 1975, 299-300), soluzione complessa (V. anche G. Alessio in Etymologica 22-23). I promotori dell'Etymologicum Graeco-Slavo-Romanicum ritengono che si fosse già sostantivato in gr. un popolare *kóntoula (contrapposto al letterario kontoúra, attestato nella forma kóuntoula ‘battello’ (Congr. Filol. Rom. 20 IV 413)). Non più convincente, anche se suggestiva, la ricostruzione operata da O. Haas (“Die Sprache” VIII, 1962, 164-168) di una base *ghundela, corrispondente ad un lat. *fundula ‘piccolo innaffiatoio’ che congiungerebbe in Aquileia le due documentate immagini del ‘vaso’ e della ‘imbarcazione’; ma anche in questo caso resterebbe escluso il tipo di ‘barca’ piuttoto grande e veloce, che le concordi testimonianze dei primi secoli impongono.


2) Dalla versione web del Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani.
http://www.etimo.it/?pag=hom
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http://www.etimo.it/?term=gondola
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Una imbarcazione che ha origini remote. Nella Grecia antica una barca con questa sua aggraziata forma concava veniva chiamata "Kondis" , ma era già un termine preso dal vecchio indo-mesopotamico-persiano "Kondy che indicava sempre questo tipo di barca; poi nel greco classico fu chiamata "Kondura", infine in latino Menagio la chiama "Gondus", e D' Ovidio ce la propone in " Cunula", da cuna, culla; così l'insieme di Menagio-Ovidio fa nascere la" Gondula", italianizzato in "Gondola".


3) Da:
http://cronologia.leonardo.it/mondo36a.htm

Il termine GONDOLA (secondo il Pianigiani diminutivo di GONDA): affonda le radici protostoriche nelle lingue d'area indo-mesopotamica-persiana come KONDIS e altre varianti (KÒNDY in greco = vaso da bere, che si ritiene di origine persiana); poi lo ritroviamo nel greco classico come KONDÚRA e KONTÚRA (sorta di barca); nel basso latino come GÒNDUS = vaso da bere (attestata in Menagio) e nel latino classico CÒNTUS (greco KÒNTOS = stanga con cui si dirigono le barche al quale va connesso il basso greco KUNTELÀS = barca) e CÚNULA (dal d'Ovidio, come diminutivo di "cuna/culla" ) e secondo l'Huet anche GONDEIA (sorta di nave che non può separarsi da GÒNDUS tazza, bicchiere); nel veneto e in italiano come GONDOLA e anticamente in altra variante d'area italica come Gondula (?). Da La Gondola è l'imbarcazione tipica di Venezia, dal cui nome nella variante veneta si è poi diffuso in tutte le altre lingue del mondo, italiano compreso.


Una imbarcazione che ha origini remote. Nella Grecia antica una barca con questa sua aggraziata forma concava veniva chiamata "Kondis" , ma era già un termine preso dal vecchio indo-mesopotamico-persiano "Kondy che indicava sempre questo tipo di barca; poi nel greco classico fu chiamata "Kondura", infine in latino Menagio la chiama "Gondus", e D' Ovidio ce la propone in " Cunula", da cuna, culla; così l'insieme di Menagio-Ovidio fa nascere la" Gondula", italianizzato in "Gondola".


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... somexe.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... l-conp.jpg
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:55 am

http://www.italiadonna.it/public/percor ... gondol.htm


La "Traduzione" a Venezia nel 1921
IN CARCERE CON LA GONDOLA
di Andrea Castellano

Uno dei simboli di Venezia, come attestato anche in famosi dipinti, è la gondola, sebbene di essa si sappia veramente poco, sia per quanto riguarda origine che data di nascita. Sulla stessa etimologia del suo nome ancora non sono d'accordo tutti gli studiosi.
Sembra tuttavia che la gondola sia esisteva nell'809. Infatti in quell'anno, sulla base di un racconto popolare veneziano, Estella, figlia del Doge Agnello Partecipazio (quello che si batté contro i Franchi per l'indipendenza di Venezia) si recò su una bella gondola, da Pipino (il figlio di Carlo Magno divenuto re d'Italia a 5 anni) per pregarlo, invano, di non inseguire i veneziani che si erano rifugiati su alcune isole di Rialto. A prescindere dalla leggenda, un primo atto ufficiale dove si parla della gondola, è del 1094 e porta la firma del grande Doge Vitale Faliero.
Ma com'era in origine questa snella e nervosa imbarcazione composta da ben 280 pezzi? Per il giornalista e scrittore Gino Rocca, che sulle cose veneziane la sapeva lunga (è tra l'altro l'autore della commedia in dialetto veneziano "se no xe matti no li volemo"), la gondola è nata grezza, ma col tempo: "s'è fatta svelta, tagliente, agile, astuta e signorile". Ed evidentemente fu proprio il lusso a predominare nelle costruzioni delle gondole e le Autorità governative furono costrette ad emanare, sin dal 1562, una serie di leggi per porre dei limiti al colore (solo nero) ed all'ornamento di questo natante tutto veneziano.
Le pene per i trasgressori erano molto severe; ammende salatissime o addirittura la galera. Venne però tollerato (purché nero) il "felze" e cioè una specie di cabina (arredata con sofà, specchi e lumiere) posta nella parte centrale dell'imbarcazione, per proteggere i viaggiatori dalle intemperie; e forse sono solo!
Il nome "felze" deriva da felci che, in epoca remota, sistemate su apposite centine, riparavano i passeggerei dai raggi solari.
L'attuale forma della gondola risale all'incirca al 1600. A quell'epoca gli "squeraroli" (così si chiamano i maestri d'ascia costruttori di gondole) per ridurre la superficie d'attrito con l'acqua, senza incidere sulla lunghezza dell'imbarcazione (circa 11 m) le diedero una forma "a falce di luna" e cioè portarono gran parte dello scafo (prua e poppa) fuori dall'acqua.
Sempre allo scopo di ridurre la resistenza di quest'ultima spostarono anche l'asse della mediana della gondola lungo una linea obliqua. In tal modo l'imbarcazione, sotto la spinta della vogata (ottenuta con un remo solo issato sulla poppa ed a sinistra) sbanda verso destra e quindi sull'acqua non scivola tutto il fondo piatto della gondola ma solo una parte.

Per mantenere l'equilibrio in senso longitudinale è applicato , nella parte prodiera, un ferro (pesa circa 15 Kg) che una volta aveva solo questo scopo, ma oggi ha anche una funzione decorativa e, secondo i veneziani, rappresenta: nella parte alta, il "corno" dogale ed in quella bassa i "sestieri" della città lagunare e l'isola della Giudecca.
Oggi di gondole ne sono rimaste pochissime e quasi esclusivamente a disposizione dei turisti e di qualche romantica coppia di innamorati ancora desiderosa di scambiarsi "tenerezze" nei silenziosi e stretti canali cittadini illuminati, quando c'è, da una maliziosa e complice luna. Ormai la maggior parte dei veneziani usa la gondola, e non sempre, quasi esclusivamente per i matrimoni e i funerali. Il posto delle gondole, è stato preso da rumorose barche e motoscafi con motori anche di elevata potenza che inquinano e creano il famoso moto ondoso il quale oltre a mettere in pericolo la navigazione delle poche gondole rimaste, erode le fondamenta delle case poste sui canali.
In passato anche i Carabinieri avevano le loro gondole che vennero eliminate gradualmente nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Da un punto di vista operativo la gondola forse non era l'ideale ma vi lascio immaginare la suggestiva potenza pittorica di una pattuglia di Carabinieri in gondola, con i loro mantelli ed i purpurei pennacchi, nel paesaggio veneziano vivido, capriccioso ed attraente.

http://www.ombra.net/tradizione/barche/ ... ?hlangs=it
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:56 am

L'etimołoja de felze lè oscura
http://www.albertaspagnolo.net/venezia/felze.html
http://www.youtube.com/watch?v=lr0xo9bNMNg

http://www.dizionario.org/d/?pageurl=felze

http://www.fioretombolo.net/Felze.htm
Il felze era una cupola che veniva posta sulla gondola per proteggere il passeggero dalla pioggia e dalle intemperie. Una testimonianza, scritta del XII secolo, riporta ” platus cohopertus cum felce” .
All’inizio era una semplice tettoia ricurva come una mezza botte e ricoperta di frasche o di panno e in seguito di legno, il passeggero poteva stare anche in piedi.
La prima testimonianza iconografica risale al 1494 in un dipinto del Carpaccio.


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... elze-c.jpg

Forse pì ke co la felce, la voxe la se podaria ligar ste ki:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/198.jpg

???

http://www.lessicografia.it/FERZA%20e%20FERSA

Definiz: Strumento per dar delle percosse, fatto d'una, o più strisce di cuoio, o di funicelle, o minuge. Lat. verber. Gr. μάστιξ.
Esempio: Petr. cap. 7. Nè per ferza è però madre men pia.
Esempio: Dant. Inf. 18. Vidi dimon cornuti con gran ferze.
Esempio: E Dan. Purg. 13. E però sono Tratte da amor le corde della ferza.
Esempio: E Dan. Par. 18. E letizia era ferza del paléo.
Esempio: Libr. senza tit. Fece fare un molto bello paléo, e una ferza per farlo molto ben girar d'intorno.
Esempio: G. V. 6. 40. 3. Il secondo il campo bianco con una ferza nera.
Esempio: Dial. S. Greg. M. Proferse loro anche la ferza, e disse: tenete questa ferza.
Definiz: §. Ferza del sole, del caldo ec. per l'Ora del maggior caldo ne' giorni estivi.
Esempio: Dant. Inf. 25. Come il ramarro sotto la gran fersa De' dì canicular cangiando siepe, Folgore par, se la via attraversa.
Esempio: Ninf. Fies. 174. Aspettò tanto, che del sol la ferza Era sì calda già, che sofferire Non si potea.
Esempio: G. V. 8. 72. 9. Per lo disagio di stare insino dopo nona a schiera alla ferza del sole, ed al gran caldo, ch'era.
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:56 am

Somexe de barke, ente li moxaeghi de la Baxelega gotego-romanega de Akileja, del IV secolo d.C.; xe probabele ke ste figurasion le sipia ispirà da barke ke ghe jera ente la lagouna veneta de ke li ani:

- come ca se pol ociàr, la barca la xe parasta vanti da lomè on remo -

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... secolo.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eghi-2.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... xaeghi.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Voga_veneta
La voga veneta è una tecnica particolare di voga sviluppatasi nell'area della laguna di Venezia e in zone limitrofe, nella quale un solo rematore munito di uno o due remi può essere sufficiente per far avanzare l'imbarcazione.

Gli elementi che la caratterizzano sono vogata in piedi verso avanti, l'utilizzo di uno o due remi maneggiati dallo stesso conduttore, l'esigenza di muovere con libertà un remo perfettamente liscio, senza manicotti di fissaggio, su uno scalmo aperto (forcola) per facilitare le manovre e la conduzione data l'assenza di timone.
Alla nascita di questa vogata ha contribuito notevolmente l'urbanizzazione della laguna stessa, nei ristretti canali cittadini risulta spesso difficile vogare alla vallesana, e per facilitare questa vogata si rese necessario il fianco dell'imbarcazione asimmetrico che con l'evoluzione nei secoli portò a caratterizzare la gondola e altre imbarcazioni veneziane e l'utilizzo di uno scalmo aperto, da cui deriva l'odierna forcola, che potesse permettere di muovere con libertà il remo affinché non si impigliasse nei fondali o sui bordi dei canali, frenando la navigazione, o per poterlo sfilare all'incrocio con altri natanti. In posizione di pope, il rematore alterna una remata di spinta (prèmer) - ossia spingere con forza il remo e direzionare la prua verso sinistra - con il ritorno del remo con la pala immersa e adeguatamente inclinata in avanti direzionando la prua verso dritta (stalìr o stagàr).


http://www.youtube.com/watch?v=LgCaBqPg ... re=related

http://www.vogaveneta.it
http://www.ombra.net/tradizione/barche/ ... ?hlangs=it
http://www.youtube.com/watch?v=Ss7UR0F7PWg
http://www.youtube.com/watch?v=1_nsTkDW ... re=related

http://www.venetia.it/boats/voga_ita.htm
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:56 am

Muxeo de Comacio nave padan veneta de epoca romana
(no romana ma de epoca romana e de ara e tipo padan-veneta)
https://picasaweb.google.com/1001409263 ... DitiRomani

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... mouxeo.jpg

La “batela” catà a Spina de li ani diti romani
https://picasaweb.google.com/1001409263 ... DitiRomani

Tipołoja de ła “bateła” catà a Spina de łi ani diti romani

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/521.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 10/531.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/uploads/2013/10/54 .jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /10/55.jpg


Naveta da cargo de epoca bixantina:
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... antina.jpg


Muxeo de Ravena en Clàse:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -clase.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ravena.jpg


Ravena, Baxelega de Sant’Apolinar Novo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_d ... nare_Nuovo

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Vital.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ital-1.jpg


http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_d ... nare_Nuovo
La basilica fu fatta erigere dal re goto Teodorico nel 505 come chiesa di culto ariano con il nome di Domini Nostri Jesu Christi. Fu la chiesa palatina di Teodorico.
In seguito alla conquista della città da parte dell'Impero bizantino (540) l'imperatore Giustiniano passò in proprietà della Chiesa cattolica tutti i beni immobili già posseduti dagli ariani. Tutti gli edifici legati ai goti e all'arianesimo furono integrati al culto cattolico. La basilica ex teodoriciana venne riconsacrata a San Martino di Tours, difensore della fede cattolica e avversario di ogni eresia. Sant'Apollinare Nuovo porta i segni tangibili di quest'operazione: la fascia sopra gli archi che dividono le navate era corredata da un ciclo di mosaici con temi legati alla religione ariana. Su iniziativa del vescovo Agnello, il ciclo fu cancellato e la fascia ridecorata ex novo. Furono risparmiati solo gli ordini più alti (con le "Storie di Cristo" e con i santi e profeti), mentre nella fascia più bassa, quella più grande e più vicina all'osservatore, si procedette a una vera e propria ridecorazione, che salvò solo le ultime scene con le vedute del Porto di Classe e del Palatium di Teodorico, sebbene epurate per una damnatio memoriae di tutti i ritratti, che probabilmente appartenevano a Teodorico stesso e ai suoi dignitari.
La basilica assunse il suo nome attuale solo intorno al IX secolo dopo che vi furono portate le reliquie di sant'Apollinare, primo vescovo di Ravenna, dall'omonima basilica di Classe per sottrarle al pericolo delle scorrerie dei pirati.
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:56 am

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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:56 am

Glosaro de ła gondola de on çerto Jijo Xanon (Luigi Zanon)


LESSICO – GLOSSARIO DELLA GONDOLA

Acompagnamento da pope - Pezzo di legno che si aggiunge al soralai per allargare il posto riservato al Gondoliere.
È situato da banda opposta rispetto alla soranerva, alla stessa altezza tra il trasto da pope e il treso grando.
Ora viene chiamato peso davanti. Significa anche di seguito, prosecuzione in quanto completa l’insieme dei pezzi del soralai.

Albèo -Abete
Altesa - Altezza.
Altesa de caxa- Distanza tra il punto terminale inferiore dell’ asta (Calcagno de l’asta) e l’orlo superiore del çercio
Altesa de fianco- Distanza tra l’angolo e l’orlo superiore dei sanconi dalle maistre
Altesa de ramo- Distanza tra l’angolo e l’orlo superiore di un sancon
Àrese- Larice
Asa Ascia
Asa da rasar- Ascia per spianare
Asta -Asta, ruota, robusto pezzo terminale di poppa e di prova. Asta de pupa e asta de prova.

Balansa -Bilancia. Asse che permette di far scivolare in acqua una imbarcazione.
Balanson- Grande bilancia
Banda- Fianco della barca
Banca- Lungo cavalletto sul quale poggia la barca quando viene rovesciata.
Barbacan- Cuneo. Ma anche un contrafforte di legno per aumentare la superficie superiore.
Barca- Imbarcazione. Termine generico che indica anche la gondola.
Barcarisso -I due gradini di accesso alla gondola. Ma anche una passerella che va da terra alla barca.
Baticopo -La finestrella che è situata dietro al felze. Ma anche la lunga pezza di stoffa che dal felze copre il trasto.
Bava- sbavatura di una lama. Ma anche venticello leggero.
Bèsola o Sbèssola -Stecchetta di legno che viene posta tra una tavola e l’altra per la stagionatura. Ma anche sinonimo di bazzamento.
Bòca -Sezione maestra di una barca.
Bòla- Livella
Bòlson- Inarcamento trasversale del çercio di una gondola che bisogna eliminare
Broche -Borchie, termine col quale si indicano i denti del dolfin.
Piccolissimo chiodo in ferro zincato o in legno.

Ciodo -Chiodo. Il chiodo si divide in tre principali misure:
quatordese picoli = chiodi lunghi tre centimetri e mezzo
quatordese grandi = chiodi lunghi cinque centimetri
cànal = chiodi lunghi sette centimetri
caena -Elemento dello scafo di una gondola che forma il sostegno della coperta di poppa e di prua.
Caenela Trasto piegato a fuoco a formare uno spigolo vivo. Serve da base ai fiuboni
Calafatar -Impeciare la barca dopo aver ficcato a forza le stoppe
Calcagno- Punto terminale inferiore dell’ asta
Calcar -Inserire a forza la stoppa nelle fessure.
Campo -Distanza tra un çercio e l’altro
Cana da bruzo- I fasci di canne da paludo a cui si appicca il fuoco per piegare il legno
Canòn- Il vasetto in ottone posto sopra la prua per mettere i fiori.
Alla sera viene tolto e sostituito con il fanale di via.

cANTIER - Cantiere, base di legno varia che serve all’impostazione di tutte le imbarcazioni
Cao- Cima. Ma anche estremità, punta.
Cao da prova
Cao da popa
Cao da banda
Càpitelo -Copertetta di prua.
Càpolatura- Nicchia fatta apposta per inserire la testa del chiodo
Càponera- Ossatura in legno del felze. E’ detta così per la somiglianza con la stia dei polli
Càrabotin- Carabottino. Graticolato di listelli di legno, molto elegante, a coprire il fondo della barca. Pagliolato a graticcio.
Caxa de prova -Cassa di prua, copertetta di prua
Cassaciodi- Specie di tondino di ferro appuntito che serve per conficcare la testa del chiodo
Cassapuntine- Come sopra, ma per chiodi più piccoli.
Castagnola- Pezzo di legno fatto ad uso bietta di svariati usi. Nella gondola ne vanno posti 28.
Cavar el legno- Levigare con la pialla
Càvria - Strumento di legno di forma “A” maiscola alto quanto un uomo. Serve per appoggio
Çerci -Le due lunghe tavole che costituiscono i fianchi di una gondola.
Curvar el çercio
Inconcolar el çercio = piegare la tavola nel senso della lunghezza
Inconcolar el çercio = piegare la tavola nel senso della larghezza
Imberlar el çercio = far assumere alla tavola una leggera torsione
Molar el çercio = togliere la tavola dalla posizione già fissata
Setàr el çercio = dare la forma definitiva alla tavola
Chimento - Fessura tra le due tavole di una barca e nella quale vanno conficcate le stoppe.
Chisa- Strumento fatto a rampino che serve per stringere due legni fra di loro.
Schissar = schiacciare
Colomba- Ognuno dei due pezzi che formano le estremità di poppa e di prua del fondo dell’imbarcazione
Còmio- Gomito. Còmio del sancon = punto in cui il Sancon si piega ad angolo
Còpo- Lunga striscia di larice che collega il fondo della barca al fasciame ai lati
Còrba -L’insieme di una costolatura di una barca e cioè l’unione del sancon e della piana
Còrbame- L’assieme della ossatura, o costolatura, della barca
Corteo -Parte del remo. Metafora per somiglianza ad un coltello.
Còrbolo- Pezzo della gondola costituito da una tavola di legno, e posta “quattro once e un ongia” sotto la nèrva.
Costrai- Paglioli. Pajolato. Pezzi di tavole di legno poste sopra le piane a coprire le sentina.
Cùgno - Cuneo. Uno dei ventinove pezzi che vengono usati nella costruzione dello scafo di una gondola.

Dar a la banda- v. banda
Dar el seà -v. seà
Davanti nerva- Pezzo di legno per la costruzione della gondola. Se ne deduce il nome della posizione.
Dente (de la colomba)- Scanso ad angolo retto fra la parte a forme di triangolo e quella a forma di rettangolo della colomba
Dolfin -Il ferro da prua della gondola.

Fodra -Federa. Rivestitura. Nome dato a un pezzo di legno usato pe nascondere i cugni.
Felse- La cabina della gondola.
Feral -Fanale
Fero - Ferro. Equivale anche a:
Fero da calcar = specie di scalpello per infiggere la stoppa
Fero da piana = lama per la pialla
Fero da rasar = lama per spianare. v. anche rasar
Lamina di ferro che equivale al dolfin o al risso de popa.
Feta -Particella di tavola di legno
Fetòn- Lunga tavola di legno spessa e grezza
Fianco- Parte laterale della gondola
Ficcar- Infiggere, inchiodare
Filetto- Sottile striscia di legno che serve per adornare i fiuboni
Fiuboni- Elementi lignei dello scafo che permettono di coprire la prua e la poppa della gondola
Fondi- Fondo dell’ imbarcazione
Forcola- Scalmo. È una particolarissima scalmiera di noce, alta e curva, usata per spingere e governare la gondola.

Forcolaùra- Buco praticato nella nerva e nella contronerva per inserire la forcola.
Fusarola -Cordoncino di legno che abbellisce lo spigolo della poppa e della prua. V. anche sentolina.

Gàlon del sàncon- Punto in cui il sancon si piega ad angolo
Gàmba -Parte della forcola che va inserita nella nerva della gondola
Giro -Sinonimo di banda
Gìron- Punto del remo che va inserito nella forcola per far leva.
Gondolin- Piccola gondola, variamente dipinta, atta unicamente per le regate e lunga solo m.9,50
Gondolon- Grossa gondola lunga oltre 14 metri e a sei o più vogatori
Guàr -Arrotare

Imberlar -La torsione che prende il legno o naturalmente o artificialmente
Imberlaso - Strumento di legno a becco d’aquila spalancato con cui si cerca di dare la torsione voluta ai çerci.
Imboscaùra- Sistemazione delle corbe, o del corbame, nella prima fase di costruzione.
Impegolar- Impeciare
Impianto -Sistema di misurazione con cui si trova la posizione esatta dei trasti di prua e di poppa.
Ingropar corbame -Assemblaggi delle piane e dei sanconi
Kadùo -Curvatura propria di ogni sancone. Nedis Tramontin lo chiama: Spanto.

Lai -Lato, banda, parete.
Lansa- Slancio della ruota, misurato con il filo a piombo
Linea- Sottomultiplo dell’ oncia
Majo da calcar o figger- Maglio di legno che si usa per infiggere la stoppa con il fero
Maistra- Ognuna delle tre costola fondamentali dette di mezza barca, di prua e di poppa.
Mègola- Midollo. Parte centrale di un tronco
Metar la barca col culo par aria- Rovesciare l’imbarcazione
Metar i sanconi a brasada- Sovraporre la base di due sanconi senza inserire fra di loro la piana
Meza barca -Parte centrale dell’imbarcazione
Misura de metà fondo- Misura che indica la lunghezza di mezza piana
Mògano- Uno dei legni usati per la costruzione della gondola
Mòral -Specie di lunga lancia di legno atta a sostenere in determinate posizioni la gondola
Mòrso- Incavatura praticata sul legno-
Mòrso del la forcola = incavatura dove va inserito il remo
Mòrso dei pajoli = incastro che si pratica nel pajolato per incastrali nei sanconi
Mua- Ogni uno dei due gruppi di sanconi di prua e di poppa.
Ma anche “Muda”, ossia una flottiglia di barche

‘na squara manco ‘na ponta de deo- Una squadra meno la punta di un dito. Con questa misura si vuol indicare che l’altezza del çercio destro a livello della maistra di prua deve essere pari a quello del sinistro (a squadra) meno un centimetro circa (una punta de deo).
Bisogna considerare che le misure degli Squeraroli sono ancora in piedi veneti e loro sottomultipli
Nazo de l’asta- Scanso dell’asta
Nèrva- Trincarino. Tavola di legno larga cinque oncie che corre all’interno della fiancata dell’imbarcazione, quasi a livello del bordo superiore, dove essa forma com un banco stretto.
Noghera- Noce. Uno dei legni più duri usati per la gondola e per le forcole.
Nòca- Gibbosità, gobba
Nòmbolo- Lunga tavola che forma la parte inferiore del fianco della gondola.

Olmo -Uno dei legni usati per la costruzione della gondola.
Ongèa- Parte finale del sancon che viene ridotto di misura per potersi inserire nella piana
Onsa -Oncia, tipica misura veneziana, corrispondente a circa 3 centimetri.

Pajol – pajolato -Le tavole che coprono le piane e la sentina
Pala- La parte terminale piatta del remo
Panezelo de l’asta- Parte della ruota su cui viene avvitato il çercio
Parandar -Eliminare mediante la stoppa e la pace le screpolature naturali del legno dello scafo della gondola
Parècio -Le guarnizioni che ornano la gondola: cuscini, seggiolini, ecc.
Pàron- Padrone. In veneziano non è una parola servile, ma di rispetto.
Ma indica anche uno dei due sanconi ricavati dalla stessa tavola di legno.
Pasar le cane -Operazione secondo la quale, mediante una canna, si riporta da una parte all’altra della gondola la misura delle distanza tra il ponsèze e l’orlo superiore del çercio. Questa operazione permette di sistemare in posizione corretta le corbe in barca.
Passeto -Misura veneziana. E’ un metro diviso a oncie, avente come misura base il pìe veneto, l’onsa o ongia e la linea.
Pègola- Pece
Pezàr- Pesare. Nella terminologia marinaresca sta a significare il bilanciamento della barca.
Peso davanti -Elemento ligneo che permette di allargare il banco e costituisce il principio della pedana del soralai.
Piana -1) Pialla. Il ferro insìto nella pialla. 2) la parte piana posta tra i due sanconi o costole della corba.
Pìe veneto Piede veneto. Un piede corrisponde a poco più di 30 centimetri, ed è suddiviso in 12 once, oppure è suddiviso in sedici deda.
Pinso o risso de pope- Il ferro ornato e arcuato che si trova sopra l’estremità della poppa della gondola
Piròn- Forchetta. Nella barca è un perno o una cavicchia.
Pònga -Rigonfiamento del legno. Gozzo.
Ponsèze -Piccolo segno che lo squerarolo fa sul lato destro dei sanconi e che gli serve montare gli stessi in maniera corretta.
Pònta- Punta, puntello in legno.
Pontafossine- I due elementi lignei che ornano il trasto de prua, posti alla base dei fiuboni.
Pontàl -Pubtale. Profondità della stiva di una nave.
Pontapìe- Parte a cuneo rimovibile di una gondola, dove viene appoggiato il piede – destro o sinistro, a seconda se uno voga da prua o da puppa. Il nome è composto da: ponta = poggia e pìe = piede.
Pònte -Tavola di abete di 3 centimetri che viene messa provvisoriamente tra un fianco e l’altro.
Pòpe o pupa - Il Gondoliere, nel gergo. Ma è la parte poppiera della barca
Portelèta o portèla --La portelletta che chiude il trasto de mezo de la gondola
Premàr- Volgere la barca a dritta. Manovra che si fa con la pala del remo.
Pròva o prua- La prora, parte anteriore della barca.

Qulaton- Parte del cassetto del trasto de mezo de la gondola
Quartier -Ciascuno dei due gruppi (di prua e di puppa) in cui il costruttore ripartisce le corbe. In gergo marinaresco indica le tre parti in cui è suddivisa una nave; quartiere di poppa, quartiere di mezza e quartiere di prua.
Ramo- Indica l’altezza di un sancone: altesa de ramo.
Rasalin- Piccolo strumento che serve per arrotare
Razìna- Taglio naturale del legno
Rascar- Rasare. Eliminare lo sporco che si forma su una vecchia barca.
Raschìn -Lunga lama con filo tagliente con cui si raschia lo sporco.
Remo- Lunga asta, solitamente in faggio, mediante la quale – facendo opportunamente leva sulla forcola – si fa avanzare una barca.
Ròvare -Rovere. Uno dei legni impiegati nella costruzione della gondola.- Ce ne sono di sette tipi diversi.

Sàndolo- Imbarcazione a fondo piatto. Ma anche ogni uno dei quattro elementi lignei che costituiscono, assieme alle colombe, il fondo della gondola.
Sancon- La costola dell’imbarcazione. Nella gondola ce ne sono in tutto sessantasei e vengono in parte uniti fra di loro (poppa e prua) e in parte collegati con la piana.
Sàsara Residuo che si forma quando sci scava il legno col succhiello.
Scòra- Pezzo di legno qualsiasi sul quale si appoggia la gondola quando viene messa sul fianco.
Scontro -Piana
Scòrer del sesto -Operazione secondo la quale , spostandosi adeguatamente lungo le tacche segnate sul sesto, è possibile costruire con questo unico strumento le corbe della gondola.
Scovolo-Scopino, pennello grezzo.
Squero- Da squadra o angolo. Il cantiere per la costruzione di piccole barche, composto da terragno e tesa.
Scureta -Tavola di abete di 1,5 centimetri di spessore atta per sagomare.
Sgubìa- Specie di scalpello per legno fatto a cucchiaio
Segnar el corbame- I segni che si fanno nelle tavola per poi procedere al taglio delle piane e dei sanconi
Seà - dar el ... -Sagomatura che si dà a certi legni con canna e foco
Sentina Parte del fondo della barca su cui si raccolgono le acque piovane o le infiltrazioni.
Sentolina -Lista di legno a forma di cordoncino che corre lungo lo spigolo della poppa e della prua
Serezèr- Ciliegio. Uno dei legni usati per la costruzione della gondola.
Servidòr- Servitore, indica il secondo dei due sanconi ricavati da una tavola di legno
Sessola- Sassola. Specie di cucchiaio di legno con un corto manico per togliere dal fondo dell’imbarcazione l’acqua.
Sèsto- E’ uno strumento particolare di costruzione empirica, che permette di costruire le piane e i sanconi sfruttando in maniera diversa le misure in esso registrate. Il suo significato letterale è: bel modo, misura, ordine.
In italiano si chiama garbo.
Setàr -Assettare, sistemare
Siàr Sciare. E’ un modo per fermare la barca col remo accostanto a dritta o a sinistra.
Siega- Sega
Simonèla -Pezzetto di legno che serve a completare la larghezza del çercio.
Soralài- Complesso di quattro tavole di larice su cui il gondoliere poggia i piedi mentre voga.
Soranèrva -Elemento ligneo che va inserito tra il trasto de pope e il trèso o trasto grando e serve come ulteriore supporto al gambo della forcola
Sotocorvolo- Uno degli elementi lignei che costituiscono, assieme ai corvoli, ulteriori sostegni ai fianchi della gondola
Spacar- Fendere, spaccare o dividere in due parti
Spanto (da pope)- Angolatura maggiore che hanno i sanconi procedendo verso poppa
Spessor- Spessore. Spessorar = aggiungere spessori
Spia- Segno tracciato con un puntello conficcato verticalmente al suolo per determinare l’altezza da terra dell’orlo superiore della barca in quel punto
Staìr-Girare con un remo la barca verso sinistra
Stèla- Parte del remo – solitamente di faggio evaporato
Sucheto o socheto- Pezzo di legno pieno terminale che arriva fino agli scansi delle aste.

Taco- Qualsiasi pezzo di legno pieno.
Tapa ( de l’asta)- Punto terminale inferiore dell’asta
Testa (del legno)- Base del tronco, non della testa
Tìol -Tiglio. Uno dei legni impiegati nella costruzione della gondola
Tirar colo- Far aderire
Tirar le bande- Eliminare le imperfezioni dall’orlo superiore dei çerci
Tirar zò- Levigare
Toco pien -Nome dato al sesto volto de prua perchè non è formato da due sanconi, ma da un unico pezzo di legno fatto, grosso modo, a forma di cuore.
Tòla- Tavola
Torcòlo- Morsetto
Trasto- Elemento della struttura della gondola che unisce un fianco all’altro.
I trasti della gondola sono cinque:
il trasto di prua, è in noce
quelli di mezza e di puppa barca in ciliegio
Trastolin- Ogni una delle sette tavola che congiungono trasversalmente i fianchi della gondola
Trèso -Tavola di legno trasversale della gondola
Triziòla- Lunga corda sottile fatta divenire molto elestica avvolgendola su se stessa. Si usa impregnandola di gesso (o di carbone, in caso di superfici bianche) e facendone tenere i capi a due uomini che si dispongono vicino all’imbarcazione. Imprimendo alla triziòla una oscillazione verticale essa lascia sui fianchi una traccia che segue perfettamente la curvatura.

Varigola -Succhiello
Vòlto- Ogni corba al di là della maistra di poppa o di prua sono detti volti de massa e sono posti due a poppa e due a prua.
Vardalai o guardalai -Parabordo di corda o altro materiale

Zònta- Aggiunta. Può essere di diversi tipi e per diversi soggetti.


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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 6:57 am

Skede de lesego marinero militar medheval de Lorenso Tomaxin
http://www.storiadivenezia.net/sito/sag ... senale.pdf
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Re: Gondoła

Messaggioda Berto » gio set 04, 2014 1:08 pm

Barke de łi rii de ła tera veneta:

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Barke de łi venedi de Bretagna:

http://www.bananiele.it/bretagna/bretagna.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Veneti_(Celti)
La popolazione celtica dei Veneti abitava la zona del Morbihan, in Bretagna (all'epoca parte della Gallia). La loro città più famosa (probabilmente la loro capitale) era Darioritum (oggi nota come Vannes), menzionata nella Geografia di Tolomeo.
« I Veneti sono il popolo che, lungo tutta la costa marittima, gode di maggior prestigio in assoluto, sia perché possiedono molte navi, con le quali, di solito, fanno rotta verso la Britannia, sia in quanto nella scienza e pratica della navigazione superano tutti gli altri, sia ancora perché, in quel mare molto tempestoso e aperto, pochi sono i porti della costa e tutti sottoposti al loro controllo, per cui quasi tutti i naviganti abituali di quelle acque versano loro tributi.. »
(Giulio Cesare: de bello Gallico, III, 8)

Le città dei Veneti erano poste sull'estremità di piccole penisole di terra e promontori, in posizione tale da essere inaccessibili sia per via di terra, quando le maree sollevavano il livello delle acque, sia per mare, poiché quando la marea scendeva le navi nemiche si incagliavano nei bassifondi.


http://it.wikipedia.org/wiki/Conquista_della_Gallia
La battaglia tra Cesare ed i Veneti del 56 a.C. presso la Baia di Quiberon per questi motivi Cesare trovò grandi difficoltà nell'assediarle. Oltre a ciò Cesare racconta che:
« [ ... ] le loro navi erano costruite e armate in questo modo: le carene erano alquanto più piatte che quelle delle navi romane, per poter più facilmente affrontare i bassifondi, ed il riflusso della marea [ ... ] le prue e le poppe erano assai alte, adatte alla grandezza delle onde e delle tempeste. Le navi erano fatte di legno di quercia per resistere alla forza della natura [ ... ] al posto delle vele, cuoio e pelli sottili [ ... ] Con queste navi la flotta romana [ ... ] era superiore solo nella velocità e nella forza dei remi, in tutte le altre caratteristiche erano superiori i Veneti [ ... ] Le navi romane non potevano recare loro danno con il rostro, tanto era la loro solidità, e non era facile per l'altezza delle navi dei Veneti lanciarvi dei dardi e per lo stesso motivo non era facile ancorarle con gli arpioni [ ... ]. » (Cesare, De bello Gallico, III, 13.)


Barkete bretoni:
http://www.bretagna.com/spip.php?articl ... che=vivere
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