Ła LIFE e ła boła de conpagnamento de łe mercansie

Ła LIFE e ła boła de conpagnamento de łe mercansie

Messaggioda Berto » mer mar 26, 2014 11:33 am

La LIFE e la bola de conpagnamento

http://www.regione.sicilia.it/Industria ... 992_CE.pdf
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/Lex ... 49:IT:HTML


Il documento di trasporto (D.D.T.)
http://www.studiocominottocantoni.it/IV ... d-d-t.html

Nell'agosto del 1996 in attuazione delle disposizioni contenute nell'art.3, comma 147, lettera d, della Legge 28/12/95 n. 549, è stato emanato il D.P.R. 14/8/96 n. 472 (G.U. 12/9/96 n. 214) è stata soppressa la "vecchia" bolla di accomagnamento o trasporto delle merci viaggianti, obbligo previsto dal D.P.R. 6/10/78 n. 627, ed è stato introdotto nel nostro ordinamento al suo posto il d.d.t. (documento di trasporto). Di seguito approfondiremo le principali caratteristiche e i risvolti civilistici e fiscali dell'utilizzo di tale documento.

Il documento di trasporto (in breve d.d.t.) è stato introdotto a seguito dell'abolizione della bolla di accompagnamento come previsto dall'entrata in vigore della normativa comunitaria (sesta direttiva "IVA" - Direttiva 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sul fatturato - Sistema comune di imposta sul valore aggiunto: base imponibile uniforme) che aveva di fatto esonerato dall'obbligo di emissione della bolla i trasporti tra gli Stati membri dell'Unione Europea.

Con la soppressione della bolla di accompagnamento il nostro legislatore però ha lasciato un vuoto normativo in quanto l'art. 21 del D.P.R. 633/72 (Fatturazione delle operazioni), prevede al comma 4 "Per le cessioni di beni la cui consegna o spedizione risulti da documento di trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali è effettuata l'operazione ed avente le caratteristiche determinate con decreto del Ministero delle Finanze, la fattura può essere emessa entro il mese successivo a quello della consegna o spedizione e deve contenere anche l'indicazione della data e del numero dei documenti stessi ." A tal fine il d.d.t. viene in supporto dell'abrogazione della bolla di accompagnamento permettendo al contribuente di emettere, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell'operazione, la fattura differita, che senza la bolla di trasporto giustificativa della consegna delle merci, non sarebbe più potuta essere emessa ed al cui posto si sarebbero dovute emettere singole fatture per ogni consegna.

Si ricorda che, prima la bolla di accompagnamento, ora il d.d.t., permette di vincere la presunzione secondo cui in base all'art. 53 del D.P.R. 633/72 (Presunzioni di cessione e di acquisto) secondo cui "si presumono ceduti i beni acquistati, importati o prodotti che non si trovano nei luoghi in cui il contribuente esercita la sua attivita', comprese le sedi secondarie, filiali, succursali, dipendenze, stabilimenti, negozi o depositi dell'impresa, ne' presso i suoi rappresentanti, salvo che sia dimostrato che i beni stessi: a) sono stati utilizzati per la produzione, perduti o distrutti; b) sono stati consegnati a terzi in lavorazione, deposito o comodato o in dipendenza di contratti estimatori o contratti di opera, appalto, trasporto, mandato, commissione o altro titolo non traslativo della proprieta'."

Al comma 3 dell'art. 1 del Decreto del Presidente della Repubblica del 14 agosto 1996 n. 472 si stabilisce che "Il documento previsto dall'art. 21, quarto comma, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, contiene l'indicazione della data, delle generalita' del cedente, del cessionario e dell'eventuale incaricato del trasporto, nonche' la descrizione della natura, della qualita' e della quantita' dei beni ceduti. Per la conservazione di tale documento si applicano le disposizioni di cui all'art. 39, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Lo stesso documento e' idoneo a superare le presunzioni stabilite dall'art. 53 del citato decreto." Tale documento è il d.d.t.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... zione.html

BOLLA D' ACCOMPAGNO VERSO L' ABOLIZIONE

ROMA - ' La bolla di accompagnamento dovrà sparire nel giro di qualche settimana' . A dare questo ordine perentorio è stato ieri il ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, che con questa mossa tenta di dare una prima risposta concreta al vento di rivolta fiscale che si sta alzando nel Nord Est del Paese.

L' abolizione della ' bolla' - è il caso di ricordarlo - è tra i primi obiettivi perseguiti dalla Life, il movimento di piccoli imprenditori e artigiani del Nord Est che sta animando, anche con iniziative clamorose, la protesta contro l' ' oppressione' in materia tributaria cui sarebbero soggetti i lavoratori autonomi.

ANCHE perché la bolla di accompagnamento formalmente è già "stata uccisa". Esattamente dalla Legge finanziaria di quest' anno.

Ma, per tradurre l' abrogazione decisa nella Finanziaria sono necessari alcuni regolamenti che la burocrazia ministeriale delle Finanze si è guardata bene dal predisporre. Almeno sino ad oggi. I regolamenti dovevano essere pronti entro il 30 aprile. Ma, quella data è passata già da diverse settimane e di questi regolamenti non si è vista nemmeno l' ombra. "Ci sono dentro l' amministrazione - accusa il tributarista Raffaello Lupi - incomprensibili ostilità. Vischiosità che nascono dentro la burocrazia che preferisce l' esistente al cambiare norme e procedure spesso assurde. La bolla di accompagnamento - prosegue Lupi - è ancora in piedi solo per questo e non perché ci siano ragioni tecniche plausibili". Quando, a questo punto, concretamente sparirà la bolla di accompagnamento?

Il documento ha praticamente i giorni contati. Per spingere sull' acceleratore e vincere le inerzie e le resistenze esistenti nell' amministrazione finanziaria il ministro ha convocato i suoi esperti che avranno il compito di scrivere in tempi brevissimi questi regolamenti. Formalmente il ministro delle Finanze ha istituito una commissione con l' obiettivo di far sparire davvero la bolla di accompagnamento. E' evidente che il ministro delle Finanze spera con questa mossa di riprendere il controllo della partita che si sta giocando sul fisco. Per far capire che non vuol solo far promesse ha deciso di vedere fino in fondo se le lamentele provenienti dagli imprenditori e dagli artigiani del Nord Est hanno per caso qualche fondamento. I lavoratori autonomi di queste regioni lamentano di essere "vessati" dall' attività di controllo e dalle verifiche eseguite dagli ispettori del fisco.

Per controllare che non ci siano persecuzioni, Visco ha convocato ieri nel suo ufficio al ministero i dirigenti degli uffici del Veneto (Federico Abatino) e il capo delle fiamme gialle della regione (colonnello Mauro Petrassi).

Alla fine dell' incontro il messaggio che il ministro delle Finanze ha voluto dare è chiarissimo: non ci sarà nessun arretramento nella lotta al' evasione. Come a dire che gli uffici tributari del Nord Est non saranno lasciati soli. Naturalmente questo non significa che tutto vada bene.
I controlli - dice ancora Visco - dovranno andare avanti ma bisognerà che il fisco in qualche modo stia attento a non trasformare l' attività di accertamento in una sorta di accanimento contro i contribuenti.
"Ci sono problemi - afferma la nota ministeriale - che riguardano non solo il Veneto ma tutte le Regioni italiane a cui il ministero già sta provvedendo".
Gli imprenditori del Nord Est si lamentano certamente con qualche ragione. L' attività di controllo però continua a far saltare fuori contribuenti non in regola.
E' il caso dell' evasione scoperta dalla Guardia di finanza di Belluno che ha arrestato sei persone per un traffico di bestiame.
di GENNARO SCHETTINO
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Re: Ła LIFE e ła boła de conpagnamento de łe mercansie

Messaggioda Berto » mer mar 26, 2014 11:33 am

Colonnello Mauro Petrassi

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... zette.html

IL COLONNELLO DELLE MAZZETTE

ROMA - "Qui hanno fatto man bassa. Oltre me si sono fatti tanti altri industriali. Questa è un' associazione a delinquere". Ettore Setten ha il sangue agli occhi. Lui, noto mobiliere veneto, ex sponsor del calcio Napoli, ha pagato due miliardi e trecento milioni ai militari della Gdf e a un gruppetto di mediatori. Vuole vendetta. Non è il solo imprenditore che ci è cascato. Perché "l' associazione a delinquere" ha funzionato perfettamente finché l' ingordigia di uno non ha rovinato tutti. Quell' uno è il colonnello Mauro Petrassi, dal '93 al '96 comandante del nucleo regionale di polizia tributaria del Veneto, in servizio a Bari quando, martedì notte, è stato arrestato.
Con lui sono finiti in manette altri tre finanzieri. Tutti accusati di corruzione. L' ennesimo scandalo che coinvolge le Fiamme gialle ha dei retroscena di una crudezza e di una sistematicità inaudite. Se ne sono accorti i carabinieri del reparto operativo di Venezia che, da agosto, non hanno lasciato per un attimo le promettenti microspie.
Pian piano è venuta emergendo la figura di Petrassi. Con il sostituto Carlo Nordio aveva condotto l' inchiesta sulle cooperative rosse ed era buon amico dell' ex senatore di Forza Italia Carlo Archiuti.
Petrassi riusciva perfino a parlare direttamente con Silvio Berlusconi. Al comando generale della Gdf, era in ottimi rapporti con l' ex capo di stato maggiore, Nicolò Pollari, oggi numero due del Cesis. Il colonnello andava spesso in Austria e in Svizzera: i Cc stanno cercando di capire se quelle trasferte erano finalizzate a disperdere mazzette. E' una brutta storia. Eccone i retroscena. Otto agosto. I Cc arrestano Pietro Giulio Martini, direttore finanziario della Cogef, finanziaria del gruppo De Longhi, l' industria del Pinguino. Martini, sospettato di usura e riciclaggio, è un duro, non parla. Ma parla quasi subito la sua compagna, Annalisa Zara, un' impiegata di banca che racconta: "Nel '90-91 la Gdf fece una verifica alla Cogef. Nacque così il rapporto tra Martini e il comandante del gruppo di verifica, Pier Emilio Guaragna. La Gdf aveva scoperto che la Cogef era la vacca da mungere del gruppo De Longhi perché gli utili della finanziaria venivano travasati illecitamente nelle altre aziende". La Gdf minaccia un' ulteriore verifica a tutto il gruppo.
Scatta una mazzetta. Un avvocato, Giovanni Gasperini, cerca coperture anche alla Gdf di Roma. I Cc stanno cercando i referenti. A comandare il gruppo di polizia tributaria arriva Petrassi che diventa il capo di Guaragna e di fatto si associa con lui. Racconta Annalisa Zara: "Viene fondata una società di mediazione per le tangenti. L' idea viene a Walter Schnabl, ex capo area dell' Ambroveneto a Treviso. Il consulente lancia l' idea di mettere in piedi un discorso sistematico". Il gioco è fatto. Petrassi e Guaragna danno l' imbeccata, avvisano Martini o Schnabl. I due avvicinano gli imprenditori, trattano una somma di denaro per ammorbidire o per evitare l' accertamento. La verifica a Setten, per esempio, andò così. Con rate mensili, il mobiliere paga 1,850 milioni. Intasca a Schnabl che divide con Martini, il quale paga Petrassi. Ma il colonnello non è contento. Aggancia Setten, gli chiede qualcosa solo per lui: 450 milioni. Lo fa anche con altri. Il gruppo si spacca.
Petrassi resta isolato, gli altri cercano di spingere Setten a utilizzare un investigatore privato, Vittorio Barbiero, che si rivela superzelante. Videoregistra gli incontri e va dalla Finanza. Il messaggio arriva a Petrassi che si precipita dall' investigatore il quale, ovviamente, registra tutto l' incontro. Petrassi recita la parte del finanziere inflessibile (vedi articolo qui sotto). Ad agosto i carabinieri, tra le tante perquisizioni, mettono le mani anche su quelle cassette. C' è, in diretta, l' autoconfessione di Petrassi.
Liana Milella
19 dicembre 1997 19 sez. ATTUALITA'
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