Anoticismo

Anoticismo

Messaggioda Berto » dom mar 05, 2017 8:23 pm

Anoticismo
viewtopic.php?f=146&t=2516


https://it.wikipedia.org/wiki/Anatocismo
L'anatocismo (dal greco ἀνατοκισμός anatokismós, composto di ανα- «sopra, di nuovo» e τοκισμός «usura») nel linguaggio bancario è la produzione di interessi (capitalizzazione) da altri interessi resi produttivi sebbene scaduti o non pagati, su un determinato capitale.
Nella prassi bancaria tali interessi vengono definiti composti. Esempi di anatocismo sono il calcolo dell'interesse attivo su un conto di deposito, o il calcolo dell'interesse passivo di un mutuo.
...
Anatocismo e usura sono illeciti radicalmente diversi dal punto di vista giuridico. L'anatocismo[5] è un illecito civile, privo di risvolti penali, invece l'usura è vietata dal codice penale.
Anatocismo e usura sono modi diversi di ottenere una remunerazione fuori mercato dei capitali "prestati", il primo con l'applicazione di interessi minori su una base più larga pari al debito residuo e alle quote interessi già pagate, la seconda con l'applicazione diretta di interessi esorbitanti. L'anatocismo è ammesso solo a determinate condizioni dal codice civile, mentre non riceve menzione in quello penale, per cui chi pratica l'anatocismo non pone in essere alcun illecito di rilevanza penale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Anoticismo

Messaggioda Berto » dom mar 05, 2017 8:25 pm

???

Anatocismo bancario: LIFE Padova vince e incassa
Pubblicato 24 novembre 2011 | Da daniele

http://www.life.it/1/anatocismo-bancari ... -e-incassa


Anatocismo bancario, ovvero interessi sugli interessi. Un’operazione che tutte le banche hanno sempre svolto nei nostri confronti da tempi immemorabili, ma è un’operazione illegittima e chi l’ha subìta ha diritto ad un giusto risarcimento.

È quello che ha fatto GianVittorio Costa, uno dei primi e più intraprendenti soci di LIFE Padova che con l’aiuto degli Avvocati LIFE ha sconfitto per ben due volte le banche e ora si appresta ad intentare causa ad una terza banca.

La sentenza che viene riportata sotto è stata depositata in cancelleria del tribunale di Padova il 28 settembre 2011 e si riferisce all’ultima vittoria che gli ha permesso di incassare 20.000 euro (spese incluse) che si aggiungono agli altri 24.000 “recuperati” nel 2010 da altra banca: in totale 44.000 euro e non è ancora finita.

La richiesta dei danni alla banca ha un senso se l’azienda interessata ha avuto conti correnti con fido, oltre a castelletti per sconti ed anticipi ed una posizione media di scoperto di almeno 8-10.000 euro . Se l’azienda intrattiene ancora rapporti con la banca interessata può chiedere l’indennizzo per 15-20 anni addietro previa presentazione degli estratti conto; se i rapporti con la banca sono cessati è importante che la cessazione sia avvenuta da non oltre 10 anni e la richiesta di indennizzo può essere fatta per 15 anni addietro a decorrere dall’anno in corso, sempre previa presentazione degli estratti conto; se la banca nel frattempo ha cambiato nome per fusioni o rilevazioni risponde la banca attuale.

Chi fosse interessato a intraprendere causa alle sue banche può prendere contatto con LIFE Treviso via mail, fax o telefono. Quale altra Associazione ha dato queste informazioni?
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Re: Anoticismo

Messaggioda Berto » dom mar 05, 2017 8:27 pm

Quello che era illegittimo
non è stato l'addebitare l'interesse su un precedente interesse non pagato e perciò messo a capitale;
quello che era illegittimo era il calcolo trimestrale anziché annuale degli interessi passivi a favore della banca (come era annuale quello degli interessi attivi a favore del cliente) che poi veniva messo a capitale ogni tre mesi e su cui poi il cliente era costretto a pagare gli interessi che perciò erano più alti di quelli che avrebbe dovuto pagare se il calcolo fosse stato fatto annualmente.
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Re: Anoticismo

Messaggioda Berto » dom mar 05, 2017 8:28 pm

ANATOCISMO E STUPIDITÀ DEI FINTI DIFENSORI DEI CONSUMATORI
di MATTEO CORSINI
05/03/2017

http://www.miglioverde.eu/anatocismo-e- ... onsumatori

Quando mi capita di occuparmi di questioni bancarie sostengo che di motivi per essere critici ce ne sono parecchi, ma spesso chi lancia strali e grida di allarme lo fa per i motivi sbagliati. Un esempio è il famigerato anatocismo, ossia la pratica di calcolare interessi su interessi.

Va detto che in passato, in effetti, le banche ne hanno fatte un po’ di tutti i colori, ovviamente con il benestare delle autorità di vigilanza.
In sostanza gli interessi attivi (passivi per i clienti) erano calcolati per lo più trimestralmente, mentre quelli passivi (attivi per i clienti) erano calcolati annualmente.
Le banche vennero poi (giustamente) obbligate a utilizzare la stessa periodicità per il calcolo e la liquidazione degli interessi sia attivi, sia passivi.
La pretesa, però, che non fossero calcolati interessi su interessi, che pure ha trovato consensi da parte di soggetti in parte finanziariamente ignoranti e in (larga) parte in malafede (è il caso delle associazioni di consumatori e di pseudo consulenti) non trova riscontro fuori dall’Italia.

Il punto è semplice. Supponiamo per facilità di esposizione che un cliente abbia un saldo a credito sul conto corrente costantemente pari a 100 euro per tutto l’anno, con un tasso pari all’1 per cento. A fine anno la banca accredita 1 euro di interessi (in realtà 0,74 euro, perché 26 centesimi se ne vanno allo Stato, ma per comodità facciamo finta di essere in un mondo privo di tasse). A partire dal 1° gennaio dell’anno successivo il saldo è pari a 101 euro e, se non cambia nulla, alla fine dell’anno successivo la banca accredita 1,01 euro (ossia calcola gli interessi al tasso dell’1 per cento su 101 euro), portando il saldo a 102,01.

Di questo nessuno si lamenta.
Poniamo il caso, al contrario, che il cliente abbia un saldo a debito, come accade tipicamente nel caso di un’apertura di credito in conto corrente. Supponiamo anche che il saldo a debito sia stato pari a 100 euro tutto l’anno, al tasso del 5 per cento. A fine anno la banca calcola gli interessi, pari a 5 euro. Se il cliente non versa quella somma, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo il saldo negativo dovrebbe essere pari a 105 euro, dato che la banca, di fatto, sta prestando al cliente altri 5 euro. Quindi alla fine dell’anno successivo gli interessi dovrebbero essere calcolati su 105 euro.

Di questo si lamenta chi è contrario all’anatocismo. Per esempio Elio Lannutti di Adusbef, che per l’occasione ha trovato ospitalità sul blog di Beppe Grillo. Scrive Lannutti: “La pratica di far pagare gli interessi sugli interessi, adottata dagli istituti di credito per oltre mezzo secolo, espressamente vietata dal legislatore dal 1 gennaio 2014, è diventata a tutti gli effetti consentita su base annua, da un emendamento del 7 aprile 2016, approvato al Senato dalla maggioranza di Governo con il decreto di riforma delle banche di credito cooperativo e dalla delibera 343 del Comitato interministeriale credito e risparmio“.

Ciò che il legislatore aveva fatto nel 2014 era semplicemente abominevole dal punto di vista finanziario, perché è pacifico che se si conviene che la periodicità di calcolo degli interessi sia annua, quando gli interessi sono dovuti ci sono solo due possibilità: o il debitore li paga, oppure aumenta il suo debito per l’importo degli interessi, ed è normale che il creditore esiga interessi anche su quella somma. Così come avviene nel caso in cui il cliente presenti un saldo a suo credito.
L’emendamento del 2016 non serviva a far altro che riportare l’Italia in linea con il resto del mondo civile. Peraltro, come spesso accade, la soluzione è raffazzonata e finisce con il regalare due mesi di interessi al debitore. Infatti, mentre gli interessi passivi (attivi per il cliente) sono accreditati al 31 dicembre e su di essi maturano altri interessi a partire dal 1° gennaio successivo, gli interessi attivi (passivi per il cliente) vengono calcolati, ma possono essere addebitati solo a partire dal 1° marzo successivo e se ciò è espressamente autorizzato dal cliente.
In pratica il debitore ha due mesi di tempo per pagare gli interessi o autorizzarne l’addebito a partire dal 1° marzo. Ovviamente le banche prevedono l’introduzione di clausole contrattuali che autorizzino tale addebito. L’alternativa non può che essere la revoca del fido a quel cliente che, non pagando gli interessi, di fatto diventerebbe insolvente, andando ad aumentare i famigerati crediti deteriorati che già pesano per oltre 300 miliardi lordi sui bilanci delle banche italiane.
È bene ricordare che le banche operano in minima parte (circa il 10 per cento) con denaro degli azionisti (ossia dei proprietari), utilizzando per lo più denaro di depositanti e obbligazionisti. Che sono sovente le stesse persone che i Lannutti di questo mondo avrebbero la pretesa di tutelare. Non aggiungo altro.
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