CLNV, Plebiscito.eu, LIFE, Gandhi, disobbedienza fiscale

Re: CLNV, Plebiscito.eu, LIFE, Gandhi, disobbedienza fiscale

Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:39 am

Difetto assoluto di giurisdizione: ensemense venetiste
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 122&t=2478


Questi sono dementi

Legge 212 del 2010

Comitato Liberazione Nazionale Veneto

https://www.facebook.com/clnveneto/vide ... 4956353588

Alle autorità italiane
Non ci pieghiamo di fronte alle vostre intimidazioni, non abbiamo paura delle vostre denunce. Abbiamo la forza del diritto, siamo orgogliosi cittadini di uno Stato indipendente. Non riuscirete mai a farci riconoscere l’illegittima sovranità dello stato Italia sui Territori Veneti
Non ce la potete imporre perché non avete alcun diritto per farlo, e non potete più fermare la forza dei nostri diritti che è la forza del Diritto contro ogni arbitrio.
Non riuscirete mai a fermarci perché noi moriremo per la nostra causa ma non la abbandoneremo. Noi siamo cittadini dei Territori Serenissimi Veneti e voi siete solo ospiti nel nostro Stato. Ricordatevelo.




Diritto di autodeterminazione: il caso veneto
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2796
Il diritto dei popoli all'autodeterminazione e le demenzialità dei venezianisti
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 0393667038
Voi non siete il Popolo veneto e nemmeno i suoi rappresentati legittimi.
Questi presuntuosi, esaltati e ottenebrati venetisti non si rendono conto, non hanno la coscienza che loro non sono il Popolo Veneto ma solo una minima parte di questo Popolo e che il diritto all'autodeterminazione appartiene al Popolo Veneto e in democrazia alla sua maggioranza e non a una minoranza trascurabile o insignificante anche se molto presuntuosa.
La stragrande maggioranza dei veneti finora si è sempre manifestata per autodeterminarsi politicamente come veneta e italiano, nello stato italiano.




???

C’È CHI SOSTIENE CHE IL VENETO È LIBERO ED INDIPENDENTE
CENSIMENTO-VENETO di ENZO TRENTIN

Nell’effervescente panorama indipendentista ci sono persone che hanno depositato un atto di notifica presso il Comune di residenza disconoscendo la cittadinanza italiana, e dichiarandosi appartenenti al popolo veneto. Parallelamente è in avanzata fase di realizzazione il riconoscimento del popolo veneto, così come dall’iniziativa che vede il suo esponente più autorevole nelle vesti dell’attuale Sindaco di Resana (TV): Loris Mazzorato, che il 24 novembre 2015 – assieme ad una delegazione del Comitato per il Censimento ed il Riconoscimento internazionale del Popolo Veneto – ha presentato la questione veneta ai 200 Stati presenti all’8° Forum Internazionale sui problemi delle minoranze di Ginevra.
Si veda qui.

Quella di rifiutare la cittadinanza italiana, tutto il suo inferno fiscale e persecutorio sembra una boutade, ma contestualmente alcuni veneti hanno cominciato a non pagare tasse, balzelli, multe e quant’altro affine, e quando qualche gabelliere bussa alla loro porta ne disconoscono l’autorità, e gli segnalano che egli è un soggetto “occupante”, la cui giurisdizione è illegittima.

Nella “scacchiera” istituzionale italiana, per il momento a muoversi sono solo dei “pedoni”; persone di basso livello gerarchico, spesso ignare del diritto internazionale, e comprensibilmente timorose di compromettere la loro carriera o addirittura il posto di lavoro, per cui sinora hanno preferito ritirarsi con la coda tra le gambe. Anche la magistratura, sulla questione sopra indicata non ha ancora preso alcuna iniziativa, né siamo in grado di dire se e quando lo farà.

Tale magistratura è così prodiga di singolari interventi che è difficile farne l’elenco. Ci limitiamo alla citazione della recente richiesta di rinvio a giudizio per i Serenissimi del tanko n. 2. Ricordiamo, infatti, che la Procura di Brescia non ha mancato di chiedere il rinvio a giudizio per 48 secessionisti lombardo-veneti, accusati di terrorismo nell’inchiesta che nell’aprile 2014 portò all’arresto di 24 persone. Secondo la Procura lombarda i “Serenissimi” avrebbero dato vita all’associazione “Alleanza” con il proposito di compimento di atti di violenza quali l’occupazione militare di piazza San Marco a Venezia. Inutile elencare le perplessità che tale atto genera.

Di converso non c’è nessun “giudice a Berlino” che s’è accorto che dal dicembre 2013 per sentenza della Corte Costituzionale di fatto sarebbero decaduti i parlamentari, ma 148 deputati non sono mai stati convalidati dopo le ultime elezioni.
Si veda qui.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ato/801525
«Illegittimi anzi no. Del tutto abusivi. Se non fosse che per le questioni elettorali ci si basa sul principio di non retroattività (ma deve comunque essere un giudice a farlo valere) alla luce della sentenza della Consulta sul Porcellum, ora alla Camera ci sarebbero 148 deputati decaduti da un lato ma, di fatto, mai convalidati dall’altro. La storia affonda le sue radici nel regolamento di Montecitorio, in particolare in quello della Giunta per le elezioni. Che ha 18 mesi di tempo, dal momento delle elezioni stesse, per convalidare ciascuno dei 630 deputati eletti. […] Un dettaglio procedurale che non ha minimamente preoccupato né i deputati, né la Giunta, visto il precedente – clamoroso – della legislazione 2006-2008, quando nessuno (nessuno!) dei deputati e dei senatori fu convalidato fino alla scadenza della legislatura.» Intanto questi parlamentari hanno votato niente meno che la modifica della Costituzione. Tsz!

Ma tornando all’agire dei “ribelli” veneti c’è da sottolineare che: il 24 marzo 2010 il Ministro per la Semplificazione manda al rogo un muro composto di scatole con i 375mila tra leggi e regolamenti. Letteralmente. Armato d’ascia, piccone e fiamma ossidrica il Ministro Roberto Calderoli, ha dato fuoco ad un enorme muro di scatoloni costituito da tutte le norme abrogate dal lavoro del suo Ministero. Poi, siccome ci trovavamo a Roma, in una caserma dei vigili del fuoco, alla fine sono intervenuti i pompieri che hanno spento le fiamme.

Gli indipendentisti veneti che contestano la giurisdizione italiana sostengono questa interessante tesi: «I Veneti d’oggi sono gli eredi degli Eneti che qui risiedono da 3500 anni, e poi della Serenissima Repubblica Veneta»; come tali, si sentono i titolari della sovranità originaria che è degli individui, e dei popoli, e non degli Stati. Lo Stato italiano occupa illegalmente e illegittimamente il territorio dell’ex Serenissima da 150 anni con un’annessione truffa che viene ricordata come tale da tutti i manuali di storia. Da quel momento inizia un’assimilazione forzata e uno sfruttamento coloniale che tendono a disintegrare la cultura e l’economia veneta che costringerà (nel tempo) all’emigrazione milioni di Veneti: nei primi 20 anni del regno d’Italia emigrarono 1.280.000 su un totale di 2.800.000 abitanti. Pellagra, tassa sul macinato cioè sul pane, coscrizione militare obbligatoria dai 18 ai 55 anni, nella Serenissima mai esistita, queste alcune perle sabaudo-italiane che costrinsero i cittadini di una Repubblica prima ricca e felice a diventare sudditi di un regno da operetta, voluto dalla massoneria per gli interessi della Gran Bretagna e della Francia.

I veneti, quindi, non sono italiani e non lo sono mai stati. Essi si sentono titolari dei tre fondamentali diritti umani elencati dall’ONU:

Diritto all’esistenza
Diritto all’identità (VENETA)
Diritto all’autodeterminazione.

Tali diritti sono negati dall’occupante Stato Italiano che economicamente li sfrutta come una colonia, e politicamente impone una Costituzione [peraltro mai votata dal popolo com’è, invece, prassi negli altri paesi. Vedasi qui N.d.r.]»,
http://www.miglioverde.eu/costituzioni- ... o-il-mondo
che mantiene quasi integralmente in vigore il codice Rocco del 1930 (Codice considerato fascista), che trasforma le opinioni che non sono gradite al potere in reati da Codice penale.

Calderoli in fiammeCol decreto legislativo n. 212 del 13 dicembre 2010 (reggente il Ministero delle riforme il leghista Roberto Calderoli) il Parlamento Italiano ha abrogato il regio decreto n 3300 e la conseguente legge di annessione n. 3841 per cui l’Italia non ha più giurisdizione su tutti i territori appartenuti alla Serenissima Repubblica, Veneto compreso. Pertanto tutti gli atti miranti a disporre di tale proprietà per amministrarla o goderne i frutti non sono atti di disposizione di proprie sostanze, ma mere pretese di sostanze altrui. Lo Stato italiano è dunque un occupante abusivo.

L’avvenuta abrogazione del regio decreto n. 3300/1866 e della successiva legge n. 3841 che avevano lo scopo di sancire lo svolgimento del plebiscito e di decretarne l’esito, di fatto ne annullano l’esito a tutti gli effetti, ripristinando la situazione politica e giuridica della Venezia, allo Stato che aveva immediatamente prima del plebiscito. Come dalle dichiarazioni del generale Leboeuf agli altri tre commissari presenti: «A nome di sua maestà l’imperatore dei francesi dichiariamo di rimettere la VENEZIA a se stessa affinché le popolazioni, padrone del loro destino, possano esprimere liberamente, con suffragio universale, il loro volere riguardo l’annessione della Venethia al regno d’Italia.

Ogni cittadino del Popolo Veneto che è il titolare originario della sovranità, deve ricordare che, col disposto abrogativo del decreto n. 212/2010, viene meno, da parte dello Stato il titolo di possesso e di annessione della Venezia all’Italia: di conseguenza, ogni atto amministrativo, citazione, provvedimento, convocazione, tassa, mandati di comparizione emessi dallo Stato straniero italiano in qualsivoglia maniera e per qualsiasi motivo non generano obblighi né per Veneti, né per tutti i territori che facevano parte della Serenissima (Mantova, Udine, Pordenone).

Gli appartenenti al Popolo Veneto possono e hanno il dovere di dichiarare la loro nazionalità originaria che è quella veneta e che non ha nulla a che fare con l’imposizione forzata della cittadinanza Italiana. E per questa interpretazione si richiama l’Art. 15 della dichiarazione universale dei diritti umani: ”Ogni individuo ha diritto a una nazionalità. Nessuno può essere privato della sua nazionalità, né del diritto di cambiarla”. L’Italia è, in conclusione, in difetto assoluto di giurisdizione su tutti territori veneti come un qualsiasi stato straniero. E non pagare nessuna tassa allo stato italiano è un diritto dovere di ogni Veneto.»

Ci sono altre azioni nei progetti dell’indipendentismo veneto, e ne daremo conto via via che prenderanno forma e sostanza. Per il momento risulterà utile prendere nota di tutto ciò, affinché tutti i veneti che non sopportano l’inefficiente, depauperante e illegittimo Stato italiano (dove sembra che le istituzioni pubbliche non siano fatte per dare servizi al pubblico, ma sia il cittadino fatto per servire la burocrazia) venga presto buttato nella pattumiera della storia. E perché questo avvenga, nonché per un miglior futuro per il popolo veneto, è necessario un lavoro per convincere la maggioranza della popolazione che vive in questo territorio della necessità e dell’utilità dell’indipendenza.

Sarà quindi utile che gli indipendentisti veneti prefigurino un nuovo assetto istituzionale, nel quale tra gli impegni fondamentali dovranno essere inclusi: provvedimenti e disposizioni legislative per risollevare l’imprenditoria e soprattutto quel terzo di imprese economiche che la crisi ha fatto fallite. La creazione di un nuovo sistema pensionistico per rendere più equa la previdenza sociale. Un più equo sistema di tassazione, e tutta una serie di altri poteri chiave. Viceversa la domanda è: potrà mai un giudice italiano far funzionare un Veneto indipendente?

Quando ci saranno elementi e sostenute evidenze che l’indipendenza è giunta ad essere l’opzione preferita dalla maggioranza del popolo veneto, allora la secessione sarà un atto conseguentemente naturale e nessun politico avrà il diritto e la forza di opporsi ad essa.
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Re: CLNV, Plebiscito.eu, LIFE, Gandhi, disobbedienza fiscale

Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:40 am

Non pagano le multe Due immigrati difesi dai Venetisti
03.03.2018

http://www.larena.it/home/veneto/non-pa ... -1.6338877


Due immigrati marocchini di Vicenza hanno collezionati 26 atti impositivi, cioè rischiano i pignoramenti perché non hanno pagato multe, tasse, sanzioni o ticket.

Si sono rivolti al Comitato liberazione nazionale Veneto (Clnv) che ha deciso di tutelarli, ed ha scritto a tutti gli enti statali e pubblici che li stanno cercando per farsi pagare: «Sono iscritti al registro della Gente Veneta», hanno spiegato i venetisti, e pertanto non riconoscono lo Stato italiano.

Le tasse le hanno già pagate, dicono, all’Autorità nazionale veneta, come stabilito dalla Commissione tributaria del Clnv, e quindi non debbono più pagare niente altro. Del caso, assai singolare, si sta occupando la guardia di finanza.


http://247.libero.it/rfocus/34534532/1/ ... -venetisti
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Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:40 am

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Messaggioda Berto » ven mar 26, 2021 9:41 am

Istigazione a non pagare le tasse: inflitti 52 anni a 26 venetisti
26 marzo 2021

https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8554365

Ieri pomeriggio, dopo una lunga camera di consiglio, il tribunale ha condannato 26 venetisti, del Comitato per la liberazione nazionale del Veneto, a complessivi 52 anni di reclusione; la pena più pesante ha superato i 4 anni. Dovranno anche risarcire tre militari della guardia di finanza diffamati su internet. I venetisti - vicentini, padovani, veronesi e trevigiani - sono stati ritenuti colpevoli di aver formato un’associazione per delinquere finalizzata all’istigazione a non pagare le tasse.





Evasione fiscale 32 venetisti a Vicenza
19/06/2018


http://www.ilgiornaledivicenza.it/terri ... -1.6579948

VICENZA. La sensazione è che quella di giovedì sarà un'udienza preliminare piuttosto movimentata. In aula, infatti, davanti al gup Roberto Venditti, si discuterà sulla richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla procura, nei confronti di 32 persone legate a movimenti venetisti, e in particolare al Comitato liberazione nazionale del Veneto (diviso in due gruppi).

Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di avere costituito un'associazione per delinquere allo scopo di istigare i contribuenti a non pagare le tasse. Secondo gli inquirenti si tratta di una banda organizzata che pianificava riunioni offrendo assistenza per la disobbedienza fiscale. E a muovere il tutto sarebbe stato il disconoscimento dello Stato italiano. Dati i presupposti dell'udienza, quindi, si starebbe predisponendo, da parte del tribunale e delle forze dell'ordine, un dispositivo di sicurezza in grado di garantirne lo svolgimento senza problematiche.


Venetisti a processo per evasione: tribunale blindato
18 giugno 2018

http://www.vicenzatoday.it/cronaca/vice ... digos.html

La manifestazione dei Venetisti davanti al tribunale di Rovigo

Giovedì mattina alle 10:30 nizia l'udienza preliminare a porte chiuse per 32 venetisti accusati di aver evaso il fisco e di aver incitato all'evasione fiscale. La Digos di Vicenza è in stato di allerta per la prevista manifestazione dei supporter degli attivisti del "Comitato Liberazione Nazionale del Veneto" che, chiamati all'appello attraverso i social network, saranno presenti davanti al palazzo di giustizia berico.

Si preannuncia un processo "caldo" e affollato tra imputati, avvocati e - appunto - la rappresentanza degli indipendentisti che lo scorso sabato hanno manifestato davanti al tribunale di Rovigo per un processo analogo. Il tam tam per richiamare i sostenitori è partito da alcuni giorni attraverso i social network con la chiamata alle armi sui profili del Comitato Liberazione Nazionale e quello di Tutela Genti Venete.

"Siamo chiamati a difendere tutti noi autodeterminati ed in particolare chi lotta per la nostra autodeterminazione e quindi per la nostra libertà - si legge sulla pagina FB - Ci hanno chiamati a rispondere di associazione a delinquere ed istigazione a non pagare le tasse. Come voi sapete alle serate diciamo chiaramente che in questo momento di passaggio non paghiamo le tasse al governo occupante ed è nostro diritto non farlo, in quanto il governo è in difetto di giurisdizione sul nostro territorio e non ce le può chiedere. La partecipazione si potrebbe dire che è quasi obbligatoria per ciascuno di noi! Solo se saremo in tanti faremo capire che non possono calpestare i nostri diritti, né la nostra terra senza una chiara risposta da parte nostra".

I 32 Venetisti sono imputati per episodi accaduti tra marzo e settembre 2016 e gennaio 2017 per associazione a delinquere con lo scopo di istigazione alla disobbedienza fiscale


CLNV comitato liberazione nazionale veneto ???
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 126&t=2423


Mazzata sugli indipendentisti veneti del Clnv: condanne pesanti ai "disubbidienti"
Serenissima News By Alvise Fontanella
25 marzo 2021

https://www.serenissima.news/mazzata-su ... bbidienti/

Sentenza come una mazzata sugli indipendentisti veneti del Comitato di Liberazione Nazionale Veneto (Clnv).

Condanne molto pesanti quelle irrogate oggi 25 marzo 2021 dal Tribunale di Vicenza, per reati che in fondo sono, tutt’al più, di istigazione alla disubbidienza.


Le condanne: quattro anni e due mesi alla vicentina Erica Scandian, quattro anni tondi a Maurizio Tregnago, tre anni e nove mesi alla “leonessa” Patrizia Badii, tre anni e sette mesi a Maurizio Bedin, tre anni e sei mesi a Orazio Scavezzon. Tre anni e cinque mesi a Katia Sanson, Silvano Santini, Marco Caltran e Costantino Neresini. Pene tra sei mesi e due anni a Enrico Carraro, Teresina Zorzi, Flavio Resentera, a Silvia, Loris e Denis Spezzapria, Germano Addondi, Monica e Sabrina Pozzan, Franco Finozzi, Luca Gasparella e Andrea Matteazzi. Condannati a una multa da 800 a mille euro altri tre imputati.


Lo stesso metro usato con i Serenissimi

Il Tribunale di Vicenza ha usato lo stesso metro che anni fa la Giustizia italiana impiegò per i Serenissimi. Condanne che sono, non ne dubitiamo, fondate sulle leggi, ma che risultano enormi, spropositate, per chi le misuri col normale senso di giustizia del cittadino comune.


I reati di cui i membri del Cln veneto sono accusati sono di associazione per delinquere, allo scopo di istigare alla disobbedienza fiscale. Alcuni sono accusati anche di resistenza, oltraggio e diffamazione a pubblico ufficiale, per un episodio in cui nessuno di loro ha usato la violenza.
Ripescata una norma pre-costituzionale

Per punire così severamente l’istigazione alla disobbedienza fiscale, la Procura ha ripescato una norma, ben raramente applicata, che risale addiritttura a prima che la Costituzione italiana entrasse in vigore.

Nell’udienza di stamattina 25 marzo 2021 – 1600esimo anniversario della fondazione di Venezia secondo la tradizione – il pubblico ministero ha voluto replicare alle tesi esposte dalla difesa nelle udienze precedenti. Che erano, sostanzialmente, queste: gli imputati non sono evasori fiscali, sono indipendentisti veneti, si sono costituiti in Comitato di Liberazione Nazionale, come l’Olp di Arafat. E in questa veste, si proclamano cittadini della Veneta Repubblica e quindi non vogliono pagare le tasse allo Stato che ne occupa illegittimamente il territorio.

Insomma il non voler pagare le tasse all’Italia è una conseguenza necessaria del loro essere indipendentisti, e le loro ragioni di diritto internazionale non possono essere liquidate con una battuta, respinte con una risata. Vanno rispettate e valutate, soprattutto sotto il profilo soggettivo.


“Il popolo veneto non esiste”. Fogliata: è nello Statuto

Il pm, nella sua replica, ha sollevato una questione di legittimazione: il Cln veneto, ha osservato, non può rappresentare il popolo veneto perché non si è mai presentato a elezioni, a differenza degli indipendentisti scozzesi o catalani. E comunque, anche se si presentasse, cambierebbe poco perché per il pm il popolo veneto non esiste proprio: esiste solo il popolo italiano.

L’avvocato Renzo Fogliata, difensore di un gruppo di imputati, si è chiesto come si possa sostenere che non esiste il popolo veneto, quando l’esistenza del popolo veneto e persino il suo diritto ad autogovernarsi è scritto papale papale nello Statuto della Regione che è legge dello Stato.


Tapparo: processo politico

L’avvocato Cesare Tapparo, che difende un altro gruppo di imputati, ha ribadito che si tratta di un “processo politico“, perché la “disobbedienza fiscale” non è considerata un reato contro l’ordine pubblico, e poi perché era evidente che l’obiettivo del Cln veneto è lavorare per l’indipendenza, non per l’evasione fiscale. E ha citato un precedente, un leghista assolto per aver invitato a non pagare il canone Rai: diritto di opinione.

Gli imputati si attendevano una sentenza che vagliasse le loro ragioni di diritto internazionale, e che comunque tenesse conto di quelle loro convinzioni almeno sotto il profilo soggettivo, della totale assenza di dolo.


Fogliata: “Sentenza davero molto pesante”

E invece il Tribunale di Vicenza ha usato con il Clnv lo stesso metro che venne usato con i Serenissimi: l’applicazione del reato più grave che sia possibile configurare, a costo di invocare norme fasciste (nel caso dei fatti del Campanile), oppure norme precostituzionali, come nel caso del Clnv, per arrivare a punizioni esemplari.

“Attendiamo le motivazioni, è una sentenza davvero molto pesante – è il commento dell’avvocato Renzo Fogliata – contro persone che alla fine sono imputate soltanto di istigazione alla disobbedienza”.
Badii: ci rivolgeremo alla Corte dell’Aia

Gli imputati sono decisi a far valere le loro ragioni di diritto internazionale: “Ci rivolgeremo anche alla Corte dell’Aia – annuncia Patrizia Badii – perché questa sentenza confligge con il diritto all’autodeterminazione, riconosciuto a livello internazionale e anche dall’Italia. L’associazione a delinquere ci può essere per fatti di malavita, non può riguardare un Comitato di liberazione nazionale che agisce solo per affermare la sovranità della Nazione Veneta e per diffondere questa consapevolezza tra la gente del Veneto”.

Sei anni al crac di una banca, quattro al Clnv: è giusto?

Un brutto segnale, diciamo noi. In questo stesso Tribunale di Vicenza, pochi giorni fa, persone accusate di aver mal gestito una banca, di aver ingannato, danneggiato, rovinato decine di migliaia di risparmiatori, con danni sociali ed economici per miliardi di euro a famiglie e imprese, sono stati condannati ad un massimo di sei anni.

E’ la legge, naturalmente, non l’arbitrio dei giudici. Ma come può allora, al normale senso di giustizia, apparire equa una condanna a quattro anni a cittadini che in buona fede, senza violenza, hanno esposto le loro idee sull’indipendenza del Veneto e messo in campo azioni pacifiche, azioni di protesta, per arrivarci?

Disubbidienza tollerata per alcuni, punita per altri

Come può, al normale senso di giustizia, apparire giusto che la disubbidienza, quando sia esercitata per forzare norme e divieti e sbarcare migliaia di clandestini nei porti italiani sia tollerata se non premiata, mentre sia punita col carcere quando sia praticata per affermare l’indipendenza della propria Patria?
Italia e Spagna, l’arsenale normativo da non-democrazie

L’Italia e la Spagna sono ormai i soli Paesi, in Europa, a disporre di un arsenale normativo sostanzialmente da non-democrazie, che consente di fatto a Procure e Tribunali di punire con il carcere la disubbidienza. E anche questo non è davvero un bel segnale.

Una democrazia deve offrire una via lecita per parlare di indipendenza ma anche di lottare, senza atti violenti, per l’indipendenza. Se un referendum per l’indipendenza non si può fare, se un’azione di propaganda e di resistenza passiva e di disobbedienza fiscale non si può fare, se il minimo gesto politico incruento ti spedisce in galera, che senso ha la libertà di opinione e di associazione? Che senso ha, se non può in alcun modo incidere sulla realtà?



Cln Veneto, svolta storica: "Processo politico, è ora di riconoscere dignità ai loro argomenti"
Serenissima News By Alvise Fontanella
24 Dicembre 2020

https://www.serenissima.news/cln-veneto ... argomenti/

Processo di Vicenza contro gli indipendentisti veneti del Clnv, il Comitato di Liberazione Nazionale Veneto. L’udienza finale è stata rinviata al 29 gennaio 2021, per l’attesissima arringa dell’avvocato Renzo Fogliata, difensore di Patrizia Badii, la “leonessa” degli indipendentisti veneti, ed egli stesso Presidente dell’Assemblea Nazionale Veneta e stimatissimo studioso di storia della Serenissima. Ma già l’udienza di lunedì 21 dicembre è destinata ad essere ricordata come una pietra miliare nei processi contro l’indipendentismo veneto, che ormai cominciano ad essere molti, e troppo “monumentali”, in questa Italia sedicente democratica.

Le richieste dell’accusa: 60 anni di galera

In questo processo di Vicenza, il pubblico ministero ha chiesto ben 60 anni di galera per 23 dei 26 imputati accusati di associazione per delinquere a fini di istigazione a non pagare le tasse. Un reato, questo, l’incitamento all’obiezione fiscale, che non dovrebbe neppure esistere in un paese normale (come del resto il vilipendio al Tricolore ed altri reati consimili contro la presunta sacralità dello Stato), dopo che la Cassazione sin dal 1989 ha escluso che l’istigazione alla disobbedienza fiscale sia di per sè riconducibile alla generale disobbedienza alle norme di ordine pubblico, prevista e punita dal codice penale.


Infatti la pubblica accusa processa i due tronconi del Cln veneto, quello veronese capitanato da Patrizia Badii, e quello vicentino guidato da Ruggero Peretti, in base a un decreto – mai abrogato – che risale addirittura a prima che la Costituzione repubblicana esistesse: fu emanato infatti il 7 novembre 1947, oltre un mese prima che la Costituzione fosse approvata dall’Assemblea Costituente e poi promulgata dal Capo provvisorio dello Stato.

L’avvocato Tapparo in aula: “È un processo alle idee”

“Questo è un processo alle idee – ha detto in aula a Vicenza l’avvocato Cesare Tapparo, difensore di vari imputati -. Non hanno commesso reati: si sono comportati come un Comitato di Liberazione, ideologico, come un ente di diritto internazionale, come l’Olp di Arafat, in base al principio di autoderminazione dei popoli riconosciuto dall’Onu e dall’Italia”. La difesa del Cln Veneto non punta soltanto a negare responsabilità penali, ma chiede di discutere nel processo la piena legittimità delle azioni indipendentiste, alla luce del diritto internazionale.

I fatti, come è sempre accaduto nei processi agli indipendentisti veneti, sono non soltanto ammessi, ma rivendicati con orgoglio. Gli aderenti al Comitato di Liberazione Nazionale sottoscrivono un atto formale, nel quale, esercitando il loro diritto di autodeterminazione, dichiarano di essere cittadini della Veneta Repubblica, e di rifiutare obbedienza alle norme dello Stato Italiano, che illegittimamente occupa i territori veneti.


In questa veste, gli aderenti al Cln veneto rifiutano ovviamente anche di pagare le tasse allo Stato occupante, e attraverso i famosi “Gruppi di intervento rapido” guidati da Patrizia Badii, organizzano manifestazioni di solidarietà e resistenza fiscale, in soccorso di cittadini sottoposti a procedimenti esattivi, a sfratti o altri procedimenti simili da parte dello Stato italiano, dopo il loro rifiuto di pagare le tasse all’Italia. Nel corso di questi “soccorsi fiscali”, a parte qualche parola volata non si sa da chi, nessun episodio di violenza è mai stato contestato agli indipendentisti.

Le ragioni del Comitato di Liberazione Nazionale Veneto

Il Comitato di Liberazione Nazionale afferma di avere il pieno diritto di agire così, e allega documenti giuridicamente rilevanti: si comincia dal famoso Regio decreto numero 3300, del 4 novembre 1866, quello in base al quale, a seguito del plebiscito truffa, il Regno d’Italia si è annesso il Veneto. Quel decreto, e le norme successive, sono state abrogate nel 2010, con la celebre “legge Calderoli” che ripulì migliaia di norme obsolete. Creando così, secondo il Cln veneto, un vuoto normativo evidente. Il Cln ricorda poi la storica “sentenza Arafat” della Cassazione, che nel 1985 riconobbe al movimento di liberazione dei palestinesi la stessa dignità giuridica di uno Stato.

L’avvocato Fogliata: non sono evasori ma patrioti veneti

“Gli imputati si sono organizzati alla luce del sole in Comitato di Liberazione Nazionale Veneto, che affermano essere soggetto di diritto internazionale, in attuazione del principio di autodeterminazione dei popoli. Citano l’abrogazione del decreto di annessione del Veneto al Regno d’Italia. La pubblica accusa – osserva l’avvocato Renzo Fogliata, difensore di Patrizia Badii – sorvola tranquillamente su queste affermazioni, liquidandole come fossero baggianate indegne persino di una risposta, e limitandosi a inquadrare i fatti, le azioni concrete messe in campo dagli imputati, come se queste azioni fossero scollegate da quella cornice istituzionale, dalle idee e dagli obiettivi politici. Io penso che si debba riconoscere dignità ai loro argomenti. Il pubblico ministero avrebbe dovuto, eventualmente, contestare questi argomenti, spiegare perché non sarebbero validi. Ma non poteva semplicemente liquidarli come fossero favolette”.



“Insomma – continua l’avvocato Fogliata – qui non siamo di fronte a persone che si rifiutano di pagare le tasse. Siamo di fronte a patrioti veneti, a persone che formano un Comitato di Liberazione Nazionale Veneto invocando norme internazionali, che affermano che l’Italia è uno Stato occupante, e che quindi non vogliono pagare le tasse all’Italia, ma vogliono pagarle alla Veneta Repubblica. Perché – si chiede Fogliata – non dovremmo valutare questi argomenti nel merito? Perché non dovremmo valutarne l’importanza, anche sotto il profilo dell’elemento soggettivo del reato, visto che gli imputati sono certamente, profondamente convinti di agire con piena legittimità?”.

“Sproporzione tra fatti e pene, è processo politico”

“Sul decreto del 1947 in base al quale la pubblica accusa si muove – rileva Fogliata – ci sono dubbi di costituzionalità, e comunque è impossibile non vedere l’evidente sproporzione tra i fatti che si addebitano e la severità delle pene che si chiedono. Una sproporzione che si ripete costantemente in molti processi a indipendentisti veneti, ai quali per fatti obiettivamente minori vengono contestati reati enormi e invocate pene esagerate. In pratica si fa un processo politico, anche se si nega di volerlo fare”.

Impossibile non pensare al processo ai Serenissimi per l’impresa del Campanile, spettacolare certamente ma innocua per tutti e persino per i masegni della Piazza, oggetto di perizie e sopralluoghi preventivi da parte degli insorti, per essere ben certi che il Tanko non li danneggiasse. Per quell’impresa poetica e politica – se oggi possiamo liberamente parlare di indipendenza veneta, è grazie a loro – i Serenissimi vennero inizialmente accusati di terrorismo e sovversione, vennero imprigionati e uno di loro – Bepìn Segato – soffrì, fino a morirne, della detenzione avvertita come ingiusta.

Il caso della bandiera rubata da Albert Gardin

L’avvocato Fogliata ricorda un episodio: “Fu quando Albert Gardin rubò una bandiera italiana dalla Scuola Granda di San Giovanni Evangelista, a Venezia. La restituì integra, ordinatamente piegata. Per questo fatto, venne chiesta una pena di quattro anni di carcere. Come si fa a dire che questi non sono processi politici, che il giudizio sugli ideali indipendentisti che muovevano le persone non ha portato a valutare in modo sproporzionato la reale gravità dei fatti contestati?”.

E c’è un altro aspetto – osserva Fogliata – che è un classico dei processi politici. Tra le accuse i sono anche presunte offese a uomini della Finanza. Ma il bello è che la pubblica accusa non si è data il minimo daffare per provare, come avrebbe dovuto, che quegli insulti sono effettivamente stati proferiti personalmente dall’imputato al quale li si addebita. Era nel gruppo, gli insulti si sono sentiti, quindi il colpevole è lui. O lei. Eppure, nei mille processi per fatti assolutamente analoghi, svolti contro esponenti di centri sociali, si è avuta ben diversa attenzione a questo aspetto che è essenzialissimo, perché la reponsabilità penale è personale. E quindi se non è provato chi ha effettivamente insultato, l’accusa decade. Perché, quando il processo è contro indipendentisti veneti, si procede comunque?”.


Nel secolo appena trascorso, si sono celebrati processi importanti, processi che hanno fatto la storia, contro il terrorismo vero, quello che sparava e uccideva, quello delle Brigate Rosse. Eppure, in questi processi la Giustizia italiana riconobbe più volte l’attenuante del “particolare valore morale” degli ideali che muovevano la violenza dei gruppi armati. Ancor oggi, a pene scontate, esponenti di quei gruppi sono invitati a convegni e trasmissioni, persino in aule universitarie. Noi ci domandiamo questo: se quegli assassini non vennero e non sono trattati come criminali comuni, perché si pretende di trattare come “evasori comuni” gli indipendentisti veneti, come se lottare con mezzi pacifici per il diritto di autoderminazione del popolo veneto fosse meno nobile che sparare a persone innocenti in nome della rivoluzione comunista?




Processo al Clnv, l'audio integrale dell'avv. Fogliata: le tesi degli indipendentisti veneti non sono barzellette
Serenissima News By Alvise Fontanella
2 Marzo 2021

Processo contro gli indipendentisti veneti del Clnv (Comitato di Liberazione Nazionale Veneto), ecco l’audio integrale dell’attesissimo intervento dell’avvocato Renzo Fogliata.
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https://www.serenissima.news/processo-a ... rzellette/


Nel tribunale di Vicenza, nell’udienza del 26 febbraio 2021, l’avvocato Renzo Fogliata, difensore di un gruppo di imputati, ha parlato per un’ora e 39 minuti, chiedendo l’assoluzione per tutti dal reato di cui sono accusati, che è quello di “istigazione a non pagare le tasse“.

Ma chiedendo soprattutto ai giudici di non liquidare con un sorrisetto gli argomenti di diritto internazionale da sempre affermati dagli indipendentisti del Clnv. Sono argomenti, ha affermato Fogliata, che non sono campati per aria, hanno la loro dignità, possono essere discussi, contestati con argomenti, ma non sorvolati e liquidati con una battuta.

Indipendentisti veneti, non evasori fiscali

Secondo Fogliata, nessun reato è stato commesso dagli imputati. Sono indipendentisti veneti, non evasori fiscali. La loro azione non mira a non pagare le tasse, ma ad affermare l’indipendenza del Veneto. Il rifiuto di pagare le tasse ad uno Stato, l’Italia, giudicato e sentito come illegittimamente occupante i territori dello Stato Veneto, è una conseguenza di questa legittima convinzione ed azione politica.

Il processo si concluderà tra poche settimane, il 25 marzo 2021, quando è fissata l’udienza conclusiva, perché il pm ha chiesto di poter replicare alle argomentazioni della difesa.
Lo Stato Veneto non è Topolinia

“Cari giudici – ha detto l’avvocato Fogliata – per giudicare voi dovete comprendere qual è l’ambito in cui questa gente si muove. Non siamo di fronte a persone che si svegliano una mattina e proclamano l’indipendenza di Topolinia”.

“Lo Stato Veneto non è una fantasia, per oltre mille anni lo Stato Veneto è stato uno dei più rappresentativi Stati d’Europa, la Serenissima ha fondato un impero, ha posseduto Costantinopoli, la sua flotta ha dominato per secoli il Mediterraneo”.

Quando nel 1970 – ha ricordato Fogliata – sono state istituite in Italia le Regioni, lo Statuto del Veneto, che è legge dello Stato italiano, all’articolo 2 parla, caso unico in Italia, di “autogoverno del popolo veneto“, del diritto del popolo veneto a reggersi in autonomia secondo le sue tradizioni. Non si ritrova nulla di simile negli Statuti delle altre Regioni”.

“Se esiste, come esiste, una storia millenaria dello Stato Veneto, se esistono queste idee, ebbene devono essere rispettate – ha detto Fogliata -. il Pm in sostanza dice che ci sono quattro pellegrini che si rifanno alla legge Calderoli che ha abrogato la legge di annessione del Veneto all’Italia, risate generali da parte del Pm che si limita a ricordare che esiste la Costituzione e l’Italia unica e indivisibile”.

Una e indivisibile? Eppure all’Istria ha rinunciato

“Ma questi argomenti debbono essere discussi – continua Fogliata -. Non ci si può limitare ad una risata, se la norma che sanciva l’annessione del Veneto all’Italia è stata effettivamente abrogata, probabilmente anche per errore, con un provvedimento che abrogava tante leggi inutili”.

“Ma è stata abrogata, e non basta il richiamo alla Costituzione, all’Italia una e indivisibile. Perché queste norme costituzionali – ha osservato Fogliata – hanno ben permesso nel 1974 alla Repubblica Italiana di rinunciare formamente all’Istria, che era italiana, e nessuno ha detto che la rinuncia era illegittima perché l’Italia è una e indivisibile! Quindi siamo di fronte a tesi rispettabili, contro cui si può argomentare, ma che non possono essere liquidate con una risata”.

Il processo di Vicenza, nonosante ad ogni udienza si siano sempre radunate davanti al Tribunale decine e decine di persone con bandiere di San Marco, che chiedevano di poter assistere al dibattito, si è svolto scegliendo sale di dimensioni ridotte, che di fatto, anche per le norme anti-Covid, non permettevano la presenza di pubblico, e persino talvolta – come è avvenuto nell’udienza del 26 febbraio – non permettevano neppure la presenza di tutti gli imputati.

Per questo motivo, dato il rilevante interesse della discussione fatta nel processo dall’avvocato Renzo Fogliata, Serenissima News ha deciso di pubblicare l’audio integrale.


L’audio integrale dell’avvocato Fogliata al processo

Mettetetevi comodi. Non è certo usuale, per un sito web, pubblicare file multimediali di un’ora e 39 minuti. Ma la discussione dell’avvocato Renzo Fogliata al tribunale di Vicenza nel processo agli indipendentisti veneti del Clnv merita di essere ascoltata integralmente, perché dà dignità giuridica, dignità di argomenti rispettabili, alle tesi giuridiche degli indipendentisti veneti, finora sempre liquidate come fossero barzellette e idee senza fondamento.
Qui di seguito l’audio integrale:
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Berto
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Re: CLNV, Plebiscito.eu, LIFE, Gandhi, disobbedienza fiscale

Messaggioda Berto » mar gen 18, 2022 10:42 pm

Mazzata sugli indipendentisti veneti del Clnv: condanne pesanti ai "disubbidienti"
Alvise Fontanella
25 marzo 2021

https://www.serenissima.news/mazzata-su ... bbidienti/

Sentenza come una mazzata sugli indipendentisti veneti del Comitato di Liberazione Nazionale Veneto (Clnv).

Condanne molto pesanti quelle irrogate oggi 25 marzo 2021 dal Tribunale di Vicenza, per reati che in fondo sono, tutt’al più, di istigazione alla disubbidienza.

PER APPROFONDIRE Processo al Clnv, riconoscere dignità alle ragioni degli imputati

Le condanne: quattro anni e due mesi alla vicentina Erica Scandian, quattro anni tondi a Maurizio Tregnago, tre anni e nove mesi alla “leonessa” Patrizia Badii, tre anni e sette mesi a Maurizio Bedin, tre anni e sei mesi a Orazio Scavezzon. Tre anni e cinque mesi a Katia Sanson, Silvano Santini, Marco Caltran e Costantino Neresini. Pene tra sei mesi e due anni a Enrico Carraro, Teresina Zorzi, Flavio Resentera, a Silvia, Loris e Denis Spezzapria, Germano Addondi, Monica e Sabrina Pozzan, Franco Finozzi, Luca Gasparella e Andrea Matteazzi. Condannati a una multa da 800 a mille euro altri tre imputati.


Lo stesso metro usato con i Serenissimi

Il Tribunale di Vicenza ha usato lo stesso metro che anni fa la Giustizia italiana impiegò per i Serenissimi. Condanne che sono, non ne dubitiamo, fondate sulle leggi, ma che risultano enormi, spropositate, per chi le misuri col normale senso di giustizia del cittadino comune.

PER APPROFONDIRE L’audio integrale dell’avvocato Fogliata: le tesi indipendentiste non sono barzellette

I reati di cui i membri del Cln veneto sono accusati sono di associazione per delinquere, allo scopo di istigare alla disobbedienza fiscale. Alcuni sono accusati anche di resistenza, oltraggio e diffamazione a pubblico ufficiale, per un episodio in cui nessuno di loro ha usato la violenza.
Ripescata una norma pre-costituzionale

Per punire così severamente l’istigazione alla disobbedienza fiscale, la Procura ha ripescato una norma, ben raramente applicata, che risale addiritttura a prima che la Costituzione italiana entrasse in vigore.

Nell’udienza di stamattina 25 marzo 2021 – 1600esimo anniversario della fondazione di Venezia secondo la tradizione – il pubblico ministero ha voluto replicare alle tesi esposte dalla difesa nelle udienze precedenti. Che erano, sostanzialmente, queste: gli imputati non sono evasori fiscali, sono indipendentisti veneti, si sono costituiti in Comitato di Liberazione Nazionale, come l’Olp di Arafat. E in questa veste, si proclamano cittadini della Veneta Repubblica e quindi non vogliono pagare le tasse allo Stato che ne occupa illegittimamente il territorio.

Insomma il non voler pagare le tasse all’Italia è una conseguenza necessaria del loro essere indipendentisti, e le loro ragioni di diritto internazionale non possono essere liquidate con una battuta, respinte con una risata. Vanno rispettate e valutate, soprattutto sotto il profilo soggettivo.

“Il popolo veneto non esiste”. Fogliata: è nello Statuto

Il pm, nella sua replica, ha sollevato una questione di legittimazione: il Cln veneto, ha osservato, non può rappresentare il popolo veneto perché non si è mai presentato a elezioni, a differenza degli indipendentisti scozzesi o catalani. E comunque, anche se si presentasse, cambierebbe poco perché per il pm il popolo veneto non esiste proprio: esiste solo il popolo italiano.

L’avvocato Renzo Fogliata, difensore di un gruppo di imputati, si è chiesto come si possa sostenere che non esiste il popolo veneto, quando l’esistenza del popolo veneto e persino il suo diritto ad autogovernarsi è scritto papale papale nello Statuto della Regione che è legge dello Stato.

Tapparo: processo politico

L’avvocato Cesare Tapparo, che difende un altro gruppo di imputati, ha ribadito che si tratta di un “processo politico“, perché la “disobbedienza fiscale” non è considerata un reato contro l’ordine pubblico, e poi perché era evidente che l’obiettivo del Cln veneto è lavorare per l’indipendenza, non per l’evasione fiscale. E ha citato un precedente, un leghista assolto per aver invitato a non pagare il canone Rai: diritto di opinione.

Gli imputati si attendevano una sentenza che vagliasse le loro ragioni di diritto internazionale, e che comunque tenesse conto di quelle loro convinzioni almeno sotto il profilo soggettivo, della totale assenza di dolo.

Fogliata: “Sentenza davero molto pesante”

E invece il Tribunale di Vicenza ha usato con il Clnv lo stesso metro che venne usato con i Serenissimi: l’applicazione del reato più grave che sia possibile configurare, a costo di invocare norme fasciste (nel caso dei fatti del Campanile), oppure norme precostituzionali, come nel caso del Clnv, per arrivare a punizioni esemplari.

“Attendiamo le motivazioni, è una sentenza davvero molto pesante – è il commento dell’avvocato Renzo Fogliata – contro persone che alla fine sono imputate soltanto di istigazione alla disobbedienza”.

Badii: ci rivolgeremo alla Corte dell’Aia

Gli imputati sono decisi a far valere le loro ragioni di diritto internazionale: “Ci rivolgeremo anche alla Corte dell’Aia – annuncia Patrizia Badii – perché questa sentenza confligge con il diritto all’autodeterminazione, riconosciuto a livello internazionale e anche dall’Italia. L’associazione a delinquere ci può essere per fatti di malavita, non può riguardare un Comitato di liberazione nazionale che agisce solo per affermare la sovranità della Nazione Veneta e per diffondere questa consapevolezza tra la gente del Veneto”.

Sei anni al crac di una banca, quattro al Clnv: è giusto?

Un brutto segnale, diciamo noi. In questo stesso Tribunale di Vicenza, pochi giorni fa, persone accusate di aver mal gestito una banca, di aver ingannato, danneggiato, rovinato decine di migliaia di risparmiatori, con danni sociali ed economici per miliardi di euro a famiglie e imprese, sono stati condannati ad un massimo di sei anni.

E’ la legge, naturalmente, non l’arbitrio dei giudici. Ma come può allora, al normale senso di giustizia, apparire equa una condanna a quattro anni a cittadini che in buona fede, senza violenza, hanno esposto le loro idee sull’indipendenza del Veneto e messo in campo azioni pacifiche, azioni di protesta, per arrivarci?

Disubbidienza tollerata per alcuni, punita per altri

Come può, al normale senso di giustizia, apparire giusto che la disubbidienza, quando sia esercitata per forzare norme e divieti e sbarcare migliaia di clandestini nei porti italiani sia tollerata se non premiata, mentre sia punita col carcere quando sia praticata per affermare l’indipendenza della propria Patria?

Italia e Spagna, l’arsenale normativo da non-democrazie

L’Italia e la Spagna sono ormai i soli Paesi, in Europa, a disporre di un arsenale normativo sostanzialmente da non-democrazie, che consente di fatto a Procure e Tribunali di punire con il carcere la disubbidienza. E anche questo non è davvero un bel segnale.

Una democrazia deve offrire una via lecita per parlare di indipendenza ma anche di lottare, senza atti violenti, per l’indipendenza. Se un referendum per l’indipendenza non si può fare, se un’azione di propaganda e di resistenza passiva e di disobbedienza fiscale non si può fare, se il minimo gesto politico incruento ti spedisce in galera, che senso ha la libertà di opinione e di associazione? Che senso ha, se non può in alcun modo incidere sulla realtà?


«Quei venetisti agivano per lucro non per ideali»
La leader veronese tra i 26 condannati: pesanti le motivazioni dei giudici
Corriere di Verona 5 Nov 2021
Di Laura Tedesco

https://www.pressreader.com/italy/corri ... 7999120480

VERONA Secondo il Tribunale che li ha condannati, i «ribelli delle imposte» che incitavano i veneti allo sciopero fiscale «erano mossi da ragioni di tornaconto economico e personale, piuttosto che da un genuino sentimento autonomista». È uno dei passaggi-chiave tratti dalle 101 pagine di motivazione in base a cui, a fine marzo, i giudici hanno pronunciato 26 condanne.

VERONA La rivolta dei venetisti contro il Fisco di uno Stato in cui sostenevano di «non riconoscersi»? I due «comitati di liberazione» che predicavano e praticavano il rifiuto di pagare le tasse in nome del «diritto dei popoli alla autodeterminazione»? In realtà, secondo il Tribunale che li ha condannati, i «ribelli delle imposte» che incitavano i veneti allo sciopero fiscale «erano mossi da ragioni di tornaconto economico e personale, piuttosto che da un genuino sentimento autonomista».

È uno dei passaggi-chiave tratti dalle 101 pagine di motivazione in base a cui, a fine marzo, il Tribunale collegiale di Vicenza presieduto dalla giudice Antonella Crea ha pronunciato 26 condanne - a oltre 52 anni e 5 mesi di reclusione totali e 2600 euro di multe - nei confronti di altrettanti imputati per aver «costituito un’associazione a delinquere che istigava alla disobbedienza fiscale, attraverso il web e incontri di propaganda in varie località, raccogliendo anche contributi». Da ogni parte della regione gli imputati: sotto accusa in aula c’erano leader e militanti del «Comitato di liberazione nazionale del Veneto» (Clnv) vicentini, trevigiani, padovani e due veronesi tra cui la leader Patrizia Badii. Per lei, già assolta dal giudice di Rovigo per l’inchiesta Tanko, il processo per la ribellione all’Erario si è chiuso il 25 marzo scorso con la condanna a 3 anni e 9 mesi nelle vesti di responsabile della Difesa del Clnv e del Gruppo Intervento Rapido.

Nelle 101 pagine di motivazione, i magistrati berici stroncano in toto la presunta «spinta idealista» e «autonomista» invocata dal Clnv. Secondo il Tribunale, al contrario, «il principio di autodeterminazione» sarebbe stato «invocato del tutto a sproposito da parte del Clnv» e «le pretese autonomiste del Comitato, le quali si giustificano con l’affermazione che il popolo veneto sia sotto “dominazione coloniale”, appaiono del tutto infondate». Per i giudici, poi, «non può sottacersi che la base giuridica sulla quale il Clnv fonda la propria ragione d’essere, ovvero l’abrogazione da parte del Decreto Calderoli della legge di annessione del Veneto allo Stato italiano, si risolve in un mero sofisma». Alla luce di ciò, si legge ancora nei motivi della sentenza di condanna, «il principio di trattenimento delle risorse, affermato nei patti internazionali allo scopo di garantire la tutela delle minoranze, è dal Clnv solo sbandierato e mai applicato. Invero - per il Tribunale - le risorse sottratte allo Stato italiano da parte dei veneti “autodetermiziano nati” non sono realmente destinate a confluire nella cassa del comitato e a perseguire gli obiettivi autonomisti, quanto a rimanere nelle tasche del contribuente veneto autodeterminato e a soddisfare un mero tornaconto: ciò è dimostrato, del resto, dal fatto che il Comitato per foraggiarsi necessitava delle libere offerte delle persone partecipanti alle riunioni e di applicare, alla strega di un qualunque Caf, precise tariffe per il servizio di assistenza fiscale prestata».

A riguardo i giudici evidenche «non si rinviene da telefonate intercettate e documentazione sequestrata un piano programmatico ampio che superi il profilo, predominante se non unico, della questione fiscale. Il vittimismo ideologico dietro cui si nasconde il gruppo è subito svelato dal dato del tradimento della stessa normativa assunta dai venetisti alla base del loro statuto». Inoltre «il fine di profitto personale è di lapalissiana evidenza» e «lo scopo di lucro permea il movimento rappresentandone la spinta ideale». Riguardo a Badii, nella motivazione le viene attribuito dai giudici «un ruolo di capo e promotore»: in aula, la leader veronese (che ha origini toscane) pur confermando di essere «membro del Clnv» ha dichiarato di «non aver mai istigato nel corso delle pubbliche serate a omettere il pagamento delle imposte allo Stato Italiano». Contro la sua e le altre 25 condanne le difese stanno presentando in queste ore ricorso in appello: «Nessun testimone, neppure quelli della pubblica accusa afferma l’avvocato Stefano Marchesini, che rappresenta numerosi imputati tra cui Badii - ha mai sentito i venetisti chiedere somme di denaro per lo svolgimento dell’attività del Clnv che, quindi, mai è stato usato come mezzo per il tornaconto personale ma solo per il fine ideale di difendere il diritto del popolo Veneto all’autodeterminazione sulla base dei principi e delle leggi del diritto internazionale. La sentenza sul punto è palesemente erronea ed andrà rivista mandando assolti gli imputati per tutti i reati loro contestati ed ascritti».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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