Venezuela

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mar gen 29, 2019 7:58 am

BERGOGLIO CONTRO I POPOLI
Lo Straniero
27 gennaio 2019

https://www.antoniosocci.com/bergoglio- ... yqbY4gRHEA


È sempre più chiaro che, per i popoli di oriente e di occidente, papa Bergoglio è ormai un grosso problema.

Il “caso Venezuela”lo ha reso evidente, come pure l’“alleanza” vaticana col regime comunista cinesee, ancora prima, l’esplosione dell’emergenza emigrazioneche ha destabilizzatol’Italia e l’Europa.

Tutti e tre questi “temi” vedonoconfliggere frontalmente Bergoglio con i popoli interessati e con la politica della Casa Bianca. Non a caso Trump fu attaccato dal papa argentino già durante la campagna presidenziale.

Il pontificato di Bergoglio è infatti un prodotto dell’epoca Obama/Clinton, di cui porta avanti l’agenda, senza più avere però quella sponda politica (e pure Macron ormai è un’anatra zoppa).

La prima destabilizzazione bergogliana ovviamente si abbatté sulla Chiesa che aveva rappresentato, fino a Benedetto XVI, l’istituzione più autorevole, più rappresentativa e più antica del mondo. E che ora, con Bergoglio, è precipitata nella crisi più grave della sua storia.

Bergoglio ha radicalmente stravoltoi connotati del papato: non più un messaggio spirituale, ma mondano, niente più soprannaturale, ma sempre politica. All’annuncio di Cristo unico salvatore, si è sostituita un’imitazione dell’Onu politically correct, con un forte timbro di sinistra radicale.

È la vecchia teologia della liberazione. Non a caso proprio in queste ore è stato “pensionato” il cardinale Cipriani, arcivescovo di Lima e capo della chiesa peruviana, sostituito da don Carlos Castillo, discepolo di Gustavo Gutiérrez, il fondatore della teologia della liberazione.

Il pontefice argentino è amichevole o dialogante con i regimi illiberali (islamici o socialisteggianti o comunisti), mentre è duro con i paesi liberi occidentali (in particolare con il presidente Trump e con Matteo Salvini).

In America latina infatti Bergoglio ha rapporti amichevoli con Cuba, con il Venezuela di Maduroe con il compagno presidente boliviano Evo Morales(quello che gli regalò la scultura del crocifisso con falce e martello).

Nei giorni scorsi c’è stata una clamorosa iniziativa di venti ex capi di Stato dell’America Latinache hanno contestatoa Bergoglio, con una lettera pubblica, il suo solenne messaggio di Natale in cui invitava alla concordia il popolo del Venezuela e anche quello del Nicaragua.

Gli ex capi di Stato hanno obiettato: “In questo modo non si mette affatto l’accento sul fatto che il primo Paese è vittima dell’oppressione di una narco-dittatura militarizzata, che non ha remore a violare sistematicamente i diritti alla vita, alla libertà e all’integrità personale e… lo sottopone a condizioni di carestia diffusa e mancanza di medicine. Il secondo Paese, a metà del 2018, è stato vittima di un’ondata di repressione che ha seminato quasi 300 morti e circa 2.500 feriti”

Le parole di Bergoglio, in quei termini, aggiungono i firmatari, “possono essere interpretate anche in modo negativo per la maggioranza dei venezuelani e nicaraguensi”, perché rischiano di essere sentite come “una richiesta ai popoli oppressi, che sono vittime ad accordarsi con i rispettivi aguzzini”, specialmente nel caso del Venezuela, dove “c’è un governo che ha causato 3 milioni di rifugiati”.

Ma per i profughi provocati da Maduro, Bergoglio non ha affatto l’interesse ossessivo che invece manifesta sempre per i migranti che vogliono venire in Italia.

Anzi, ha fatto clamore il fatto che il Vaticanoabbia voluto mandare un proprio rappresentantealla recente cerimonia di insediamento di Maduroche è stata disertata dalla maggior parte dei paesi europei e sudamericani.

Intanto il popolo venezuelano, in miseria, protesta, i vescovi denunciano i soprusi del regime di Maduro e, proprio in questi giorni, in Venezuela è esplosa la crisi istituzionale, perché il presidente dell’assemblea nazionale Guaidò(con l’appoggio del mondo libero) si è fatto avanti per liberare il paese dal successore di Chavez. Così adesso Bergoglio si trova in palese imbarazzoe, pur trovandosi a due passi (a Panama), non ha finora pronunciato parola.

Va detto che anche la clamorosa intervista papale sulla Cina, che aprì la strada all’accordo col regime comunista, stupì, scriveva Sandro Magister, “per le parole con cui il papa assolveva in blocco il passato e il presente della Cina, esortandola ad ‘accettare il proprio cammino per quel che è stato’, come ‘acqua che scorre’ e tutto purifica, anche quei milioni di vittime che il papa s’è guardato dal nominare, neppure velatamente”.

Così fu siglato l’accordo con cui il Vaticano ha sostanzialmente consegnato la Chiesa cinese al regime.

La stessa indifferenza verso i cristiani perseguitatimanifestata dal Segretario di Stato di Bergoglio, card. Parolin, quando, di recente, ha dichiarato che non c’è nessuna attività diplomatica del Vaticano a favore di Asia Bibie della sua famiglia e che la tragedia di quella povera donna cristiana “è una questione interna al Pakistan”.

All’Italia invece Bergoglio ritiene di dover prescrivere perfino la politica migratoria, che sarebbe prerogativa dello Stato laico.

Bergoglio ha giocato un ruolo importantedurante la formidabile ondata migratoriadegli ultimi sei anni. Non solo per i continui, quotidiani interventiad abbattere le frontiere.

Si è saputo di recente che fece pure un intervento direttosull’allora premier Enrico Letta, dopo la tragedia di Lampedusa. Telefonata dell’ottobre 2013dopo la quale fu varata l’operazione “Mare Nostrum”, che di fatto spalancò le porte agli arrivi.

Dunque un pontificato pernicioso non solo per la Chiesa, ma per i popoli.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mar gen 29, 2019 7:59 am

Il Venezuela aprirà una nuova ambasciata in Corea del Nord
Federico Giuliani
28 gennaio 2019

http://www.occhidellaguerra.it/unambasc ... pd2yRnTpLQ


La Corea del Nord tende una mano al Venezuela nel momento in cui il Paese latinoamericano è scosso da una grave crisi interna. L’asse tra Pyongyang e Caracas si rinforza con l’imminente apertura dell’ambasciata venezuelana a Pyongyang. Riguardo quanto sta accadendo in Venezuela si sono formati due schieramenti: c’è chi sostiene Maduro e chi ne vorrebbe la destituzione. Scegliere da che parte stare è utile per lanciare un messaggio a terze parti. E la Corea ha già scelto da un pezzo.

Pyongyang sostiene Maduro

In questo caso la Corea del Nord rientra in un club ristretto presieduto da Cina e Russia. Tutti e tre gli Stati sostengono il Presidente Maduro. Lanciano parole di incoraggiamento al Delfino di Chavez e lo incitano a non mollare sotto i colpi destabilizzanti degli Stati Uniti. Dall’altra parte gli americani si trovano a braccetto con buona parte dell’Unione Europea e dell’America Latina. Il Venezuela è allo sbando, la sua economia è in crisi ma allo stesso tempo ha molte risorse – petrolio in abbondanza – da utilizzare come merce di scambio. Nel loro piccolo, i nordcoreani si inseriscono nel solco tracciato da Cina e Russia.

Gli accordi bilaterali tra Corea del Nord e Venezuela

Lo scorso dicembre il Presidente dell’Assemblea Suprema della Corea del Nord, Kim Yong Nam è volato a Caracas per stringere la mano a Maduro. Sono stati firmati due accordi di intesa e cooperazione politica. Dal punto di vista diplomatico i nordcoreani hanno aperto la loro ambasciata in Venezuela nel 2015.

Nuova ambasciata in arrivo

A breve anche Caracas dovrebbe aprire la sua rappresentanza diplomatica a Pyongyang. Attualmente il Venezuela può contare su un ambasciatore in Corea del Nord, Ivan Zerpa, che si occupa anche di coprire le relazioni del suo Paese con la Cina. I preparativi per l’apertura di una sede a Pyongyang sono già iniziati e potrebbero concludersi molto presto. La nuova ambasciata sorgerà nel distretto diplomatico di Pyongyang, nella parte orientale della capitale, vicino alle ambasciate vietnamita e polacca.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mar gen 29, 2019 7:59 am

Venezuela, la grande fuga degli ebrei
13 agosto 2017
Yossy Raav

http://www.italiaisraeletoday.it/venezu ... lSF-Z9gdJI

Nei suoi 14 anni al potere in Venezuela Ugo Chavez, predecessore di Maduro, aveva rilasciato in più occasioni dichiarazioni ostili nei confronti degli ebrei, additandoli come “responsabili della profonda crisi economica e finanziaria e della corruzione vigenti nel Paese” sotto il suo regime. Ma non solo. Disse ancora di più. “Noi chavisti siamo i nuovi ebrei del XXI secolo che Hitler ha perseguitato. Non portiamo la stella di David, ma i cuori rossi pieni di desiderio di combattere per la dignità umana. E li sconfiggeremo, i nazisti di questo secolo».

Questa l’incredibile dichiarazione choc del presidente venezuelano Nicolás Maduro. Una dichiarazione che, naturalmente, scatenò la reazione della Caiv (Confederación de Asociaciones Israelitas).

Una posizione ferma, naturalmente di comprensibile totale rigetto. “Non accettiamo qualsiasi paragone o menzione inadeguata che stimoli una campagna di banalizzazione e negazione della Shoah, così come il processo di revisionismo che tanto danneggia la ricerca storica, offende la memoria delle vittime e di tutti coloro che hanno subito un lutto in questo tragico episodio dell’umanità. La Shoah, non bisogna dimenticarlo mai,spense la vita di sei milioni di ebrei, di cui un milione di bambini e che resta unico e incomparabile.”

Tutto questo per dire che la posizione degli ebrei in Venezuela negli ultimi venti anni non è certo stata facile. Tutt’altro. Basterebbe ricordare l’assalto che una ventina di vandali fece alla sinagoga di Caracas che venne oltraggiata, devastata, e sfregiata con frasi del tipo “fuori gli ebrei” e “non vogliamo gli assassini”.

Un’azione che Maduro commento così. “Rispettiamo il popolo ebraico ma chiediamo il rispetto per il popolo palestinese e per il suo diritto a vivere…”

In poche parole una situazione difficile che in questi ultimi tempi è diventata drammatica. Ed un reportage di Canale 2 ha documentato la difficile situazione che stanno vivendo gli ebrei del Venezuela che stanno abbandonando il Paese.

Haim ed Estella Sadna, hanno quattro bambini e sono appena arrivati a Gerusalemme. Ai microfoni della televisione hanno raccontato la loro storia e delle gravissime condizioni in cui versa il Venezuela e che li ha indotti a lasciare Caracas e trasferirsi a Israele.


“La maggior parte dei supermercati sono vuoti. Tutto è vuoto. Si può vedere che tutti gli scaffali sono completamente vuoti, non si trova niente…” ha detto Haim Sadna.

E sua moglie Estella ha riferito della difficoltà di acquistare prodotti di base come latte per i suoi bambini: “da quattro mesi non abbiamo mangiato un pezzo di pane. Era impossibile continuare a vivere a Caracas. Abbiamo lasciato la nostra casa, una bella casa di sette stanze. Abbiamo girato pagina, ci siamo lasciati tutto dietro. Abbiamo lasciato la casa, abbiamo lasciato i mobili, le auto. Siamo andati via a mani vuote, solo con i vestiti che abbiamo addosso e qualche ricambio… ”

Ospedali senza medicine, servizi pubblici bloccati, welfare ormai inesistente. E criminalità in spaventoso aumento, violenza ad ogni angolo, la vita che non ha più valore.

” Il crimine ha raggiunto picchi elevatissimi, è spaventoso uscire per strada. Uscivamo solo per lo stretto necessario e mai dopo le cinque di sera. Tutto era diventato impossibile. Nella maggior parte dei giorni i ragazzi non sono andati a scuola. Ci sentivamo come in prigione la nostra casa era una prigione. I bambini non hanno vita in Venezuela.”

La storia di Haim ed Estella è la storia di tanti. Di tanti ebrei che oggi si sentono franare la terra sotto i piedi.

Il Venezuela era una volta una delle più grandi comunità ebraiche del Sud America, nel 1999 erano più di 25.000. Ma poi molte cose sono cambiate. L’aria è cambiata per la comunità ebraica. Oggi, sono poco meno di 9.000. E’ in atto un vero esodo strisciante. Israele sta da tempo lavorando dietro le quinte per portare il maggior numero di ebrei a casa.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mer gen 30, 2019 9:05 am

Venezuela, il Tribunale supremo impone a Juan Guaidò il divieto di espatrio

30 gennaio 2019

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/v ... 902a.shtml

Il giudice ha accettato la richiesta della Procura: congelati anche i suoi conti. Washington si infuria: "Il neo presidente non si tocca"
Venezuela, il Tribunale supremo impone a Juan Guaidò il divieto di espatrio

Maikel Moreno, presidente del Tribunale supremo di giustizia del Venezuela, ha proibito di lasciare il Paese al leader dell'opposizione, autoproclamatosi presidente, Juan Guaidò. Il giudice ha inoltre predisposto il congelamento dei suoi conti, come richiesto dal procuratore Tarek William Saab, reputato vicino a Nicolas Maduro.

Secondo le accuse di Saab, Guaidó è alla guida delle proteste che "hanno comportato gravi danni per le famiglie venezuelane". Moreno, in una dichiarazione letta alla tv pubblica, ha detto che le misure restrittive si manterranno finché durerà l'inchiesta.

La rabbia degli Usa: "Non toccate Guaidò" - Dopo la decisione del Tribunale supremo venezuelano, l'America ha minacciato ritorsioni per chiunque tenti di colpire Juan Guaidò. Il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha infatti ribadito che ci saranno "conseguenze serie" per chiunque tenti di colpire il neo presidente, riconosciuto dagli Stati Uniti.



Venezuela, la procura generale vieta a Guaidó di lasciare il Paese
Mario Calabresi
2019/01/29

https://www.repubblica.it/esteri/2019/0 ... -217778368

CARACAS - Il procuratore generale del Venezuela, Tarek William Saab, ha chiesto oggi alla Corte Suprema del Paese di aprire un'indagine preliminare sul presidente dell'Assemblea Nazionale di Caracas, Juan Guaidó che la scorsa settimana si è autoproclamato presidente ad interim della Repubblica. La richiesta contiene anche misure restrittive tra cui il divieto di lasciare il Paese.

L'indagine richiesta dal procuratore Saab, molto vicino al presidente Nicolás Maduro, sarebbe legata ai disordini che hanno scosso il Venezuela negli ultimi giorni. Tra le altre misure cautelari c'è anche il congelamento dei conti correnti e il sequestro dei beni mobili e immobili di Guaidó.
"Non si tratta né di una nuova minaccia contro di me, né di una nuova minaccia contro questo Parlamento", ha risposto Guaidó parlando con i giornalisti davanti all'Assemblea Nazionale. "Non è che sottovaluto la possibilità di finire in prigione, ma disgraziatamente non c'è nulla di nuovo sotto il sole: l'unica risposta del regime è la repressione e la persecuzione".

Su Twitter Guaidó si è rivolto direttamente alla Corte Suprema: "Il regime di Maduro è al suo ultimo stadio. Non dovete sacrificarvi per l'usurpatore e la sua gang! Pensate a voi stessi, alla vostra carriera, al futuro dei vostri figli e nipoti".

La mossa della Procura generale arriva dopo la decisione degli Stati Uniti di dare il controllo dei conti bancari del Venezuela negli Stati Uniti al presidente ad interim. Venerdì il segretario di Stato Mike Pompeo ha sottoscritto un testo che affida a Guaidó il controllo dei conti del governo del Venezuela presso la Federal Reserve di New York e in ogni altra banca americana, per "aiutare il governo legittimo a preservare i beni a beneficio del popolo venezuelano".
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mer gen 30, 2019 8:44 pm

Venezuela, Maduro apre al dialogo con le opposizioni: "Sì a politiche anticipate"
30 gennaio 2019

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... af967.html

Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, si è detto favorevole a elezioni politiche anticipate per uscire dalla crisi politica che lacera il Paese. Lo ha detto nell'intervista concessa all'agenzia di stampa russa Ria Novosti. "Sarebbe molto bello organizzare elezioni politiche anticipate, sarebbe una buona forma di discussione politica, una buona soluzione per il voto popolare", ha affermato il presidente socialista.

Il presidente si è detto anche pronto a sedere ad un tavolo negoziale con l'opposizione ed aperto alla possibilità di una mediazione di paesi terzi. Lo riferisce l'agenzia russia Ria Novosti. "Sono pronto a sedere ad un tavolo negoziale con l'opposizione in modo da poter parlare a beneficio del Venezuela, la pace e il suo futuro", ha dichiarato all'agenzia. Alla domanda sulla possibilità di una mediazione, Maduro ha risposto: "Ci sono diversi governi, organizzazioni a livello globale, che stanno dimostrando la loro sincera preoccupazione su ciò che sta accadendo in Venezuela, hanno fatto appelli a favore del dialogo".

Nicolas Maduro ha rifiutato però la richiesta di elezioni presidenziali anticipate. "Le elezioni presidenziali in Venezuela si sono tenute e se gli imperialisti vogliono un nuovo voto lasciamoli aspettare fino al 2025", ha dichiarato, alludendo evidentemente a Washington. Nell'intervista in cui apre alla possibilità di colloqui con l'opposizione e la mediazione di terzi, Maduro lascia aperta la possibilità di elezioni parlamentari anticipate, ossia di un voto per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale, presieduta dal suo rivale politico e autoproclamato presidente ad interim, Juan Guaidò: "Sarebbe ottimo svolgere elezioni parlamentari anticipate, sarebbe una buona forma di discussione politica".
Maduro si è detto "pronto a discutere personalmente con Donald Trump, in pubblico, negli Stati Uniti, in Venezuela, o dove vorrà, qualunque sia il programma". Maduro ha però sottolineato che al momento gli sembra "complicato" in particolare perché a suo parere il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, John Bolton, "ha impedito a Trump di avviare il dialogo".

Nell'intervista a Ria, Maduro ha anche accusato Trump di avere ordinato al governo della Colombia di assassinarlo. "Se un giorno mi succederà qualcosa, allora Donald Trump e il presidente colombiano Ivan Duque saranno responsabili di qualunque cosa mi succede", ha detto, aggiungendo che comunque lui è in buone mani perché "è protetto". "Abbiamo un buon sistema di difesa e inoltre abbiamo una protezione più significativa, cioè la protezione di Dio, che mi darà una vita lunga", ha affermato.

Intanto Juan Guaidó chiede "più sanzioni" da parte dell'Unione europea contro il regime del presidente del Venezuela Nicolas Maduro. L'oppositore, auto-proclamatosi presidente ad interim, in un'intervista al giornale tedesco Bild ha detto: "Siamo in una dittatura e ci deve essere pressione" e ha denunciato un regime "assolutamente corrotto". "Abbiamo bisogno di più sanzioni da parte dell'UE, come deciso dagli Stati Uniti".

Guaidó: venezuelani in piazza
Guaidó ha convocato i cittadini a partecipare ad una "giornata di appoggio all'assemblea nazionale" in tutto il paese. In una serie di messaggi su Twitter, Guaidó ha chiesto ai venezuelani che, dovunque si trovino oggi dalle 12 alle 14 (dalle 17 alle 19 in Italia) escano per la strada con cartelli che esigano "la fine dell'usurpazione", cioé del governo di Nicolas Maduro, l'instaurazione di un "governo di transizione" ed "elezioni libere".

Guaidó ha quindi riferito di aver parlato al telefono con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Guaidó ha ringraziato Trump per il sostegno e il riconoscimento immediato da parte degli Stati Uniti. "Apprezzo l'appello del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha ribadito il pieno sostegno al nostro lavoro democratico, l'impegno per gli aiuti umanitari e il riconoscimento della sua amministrazione alla nostra presidenza", ha scritto Guaidó in un Tweet.

Maduro: Usa qui troveranno nuovo Vietnam
"Se gli Stati Uniti intendono invaderci, troveranno un Vietnam peggiore di quanto immaginano". È il messaggio che Nicolas Maduro invia agli Usa e a Donald Trump attraverso un video di circa 4 minuti pubblicato sui propri canali social. "Sono Nicolas Maduro, presidente della repubblica bolivariana del Venezuela, e voglio inviare un messaggio al popolo degli Stati Uniti", esordisce Maduro, aprendo la clip di circa 4 minuti.

"È stata preparata una campagna, per giustificare un colpo di stato in Venezuela, pianificata, finanziata e attivamente sostenuta dall'amministrazione di Donald Trump. Se gli Stati Uniti intendono invaderci, troveranno un Vietnam peggiore di quanto immaginano", prosegue.

"È stata creata una campagna basata su immagini false, non dovete credere ai media degli Stati Uniti. Non possono dire che Maduro e il Venezuela hanno armi di distruzione di massa, per questo inventano ogni giorno immagini e notizie per giustificare un intervento contro il nostro paese. Siamo un popolo di pace, non lasciamo che dilaghi la violenza. Siamo un popolo che merita rispetto", afferma ancora.

Aiuti umanitari da Colombia e Brasile
Guaidó ha detto di sperare che i presidenti di Brasile e Colombia, Jair Bolsonaro e Ivan Duque, lo aiutino a far giungere assistenza umanitaria per il Venezuela attraverso le loro frontiere con il suo paese. "Speriamo che nei prossimi giorni ci possano aiutare a fare entrare attraverso la nostra frontiera tutto quello che riusciremo a farci mandare come assistenza umanitaria", ha detto Guaidó in un'intervista telefonica con il quotidiano Folha de Sao Paulo.

Guaidó ha quindi precisato che l'assistenza umanitaria "è già stata richiesta e dovrebbe arrivare nei prossimi giorni", ed ha sottolineato che "dobbiamo essere vigilanti, per evitare che sia deviata dagli usurpatori" - cioè il governo Maduro - per cui "chiederemo l'assistenza di altri organismi, come per esempio la Caritas".

Opposizione: negoziamo solo uscita Maduro
L'opposizione venezuelana è disposta a un dialogo con il governo di Maduro "solo per negoziare l'uscita dalla dittatura", ha detto oggi Carlos Vecchio, l'incaricato d'affari nominato a Washington da Juan Guaidó. Interrogato sull'offerta di mediazione portata avanti da paesi come Messico e Uruguay, Vecchio ha detto che Maduro "ha manipolato la parola dialogo durante anni per dare ossigeno al suo regime" e per questo è necessario respingere "falsi dialoghi": "Si può trattare solo l'uscita dalla dittatura affinché avvenga in modo democratico e ordinata".

Moavero: Ue insiste per elezioni presidenziali
"L'Unione Europea ha sempre insistito sul pieno ripristino e rispetto dei poteri dell'assemblea legislativa, che fossero indette nuove elezioni presidenziali credibili, il rilascio di tutti i prigionieri politici, la piena garanzia dei diritti di espressione e l'apertura di corridoi umanitari per l'afflusso di aiuti. L'ulteriore sviluppo degli ultimi mesi è l'emergenza rifugiati, l'Italia è intervenuta con un finanziamento di 500mila euro per l'Unhcr". Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, nella sua informativa al Senato sul Venezuela.

Il ministro Moavero Milanesi ha anche dichiarato di seguire il caso dell'attivista italiana, Laura Beatriz Gallo, arrestata il 23 gennaio scorso nelle proteste contro il presidente Nicolas Maduro. "La nostra Ambasciata sta fornendo l'assistenza. Siamo in contatto con i familiari e con i legali", ha dichiarato. "Il giudice aveva disposto la libertà condizionata, ma c'è stata opposizione da parte della pubblica accusa e quindi si deve pronunciare il giudice di appello", ha spiegato.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 3:50 pm

Dove sono i "restiamo umani" per il Venezuela portato alla fame dal socialismo?
Max Del Papa
30 Gen 2019

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... AnSwQwRdMI

“Se mangiamo a colazione poi il pasto ce lo scordiamo”, dice la donna anziana con gli occhi pieni di vuoto e le rughe della rassegnazione. Ma la sinistra dei cuori aperti neanche una piega, quelli del Venezuela non migrano, non sono raggiungibili col gommone da passerella, stanno laggiù e si possono non vedere. Spinosa, imbarazzante faccenda: con lo chavismo e il madurismo hanno flirtato in tanti se non tutti fra quelli che vogliono assaltare a fin di Bene la ong per liberare i prigionieri: ricordate certe cronache di regime su l’Unità con l’inviata embedded, imbarcata sull’aereo personale col luminoso dittatore, a decantare la prosperità del pollo pro capite sotto Chavez?
Oggi con il successore, abusivo, nemmeno le ossa, per le strade si muore di fame o di rapina e i corpi restano in attesa di sepoltura perché non ci sono i soldi per inumarli. La cura socialista al suo meglio: prendere i sussidi dell’America, della comunità internazionale e affamare il popolo. Ma chi glielo fa fare, alla sinistra solidale, di agitarsi per un Paese latino oltre lo stremo?

Che vergogna però, che bassezza il cinismo tetragono del Manifesto, che desolazione l’ottusità scellerata dell’arcipelago compañero da Fico a Di Battista, dall’immancabile Saviano, più scontato dei suoi romanzi, ai nostalgici del post comunismo sempre abbastanza comunista. Che sconforto tutta questa bella gente che non vede il terrorismo di stato in Venezuela come non vede la mafia nigeriana in Italia, che non ha le palle per fare i conti con se stessa, con la sua storia, col proprio fanatismo, che, per non buttare l’acqua sporca dell’ideologia, lascia affogare bambini, vecchi, miseri, un popolo di derelitti. Meglio rossi ma morti!

E questi sarebbero i cuori sensibili, i restiamo umani? Quelli che non si piegano alle diseguaglianze e alle oppressioni? E va bene che già avevano cantato, senza imbarazzo, con supremo sprezzo del ridicolo, aberrazioni come “evviva il comunismo e la libertà”; ma erano se non altro altri tempi, di illusioni e di mortificazioni; ma che adesso, tra il detto e non detto ancora giochino al rimpiattino della Storia, che ancora pretendano un Paese sotto il tallone di un dittatore che ha finito di rovinarlo, nel nome della “non ingerenza” straniera, della libera autodeterminazione dei popoli, quanto a dire il sovranismo populista che qui combattono nel nome dell’ortodossia europeista e globalista, beh, è un boccone che fa davvero troppo schifo per mandarlo giù.

Tra i furbi, gli attendisti, i giocolieri della morale e delle parole non manca il caro Bergoglio che dopo aver paragonato la Madonna a una proto-influencer, una Chiara Ferragni cui non serve l’ecografia social, sul Venezuela se la cava dicendo “non fate la guerra, andate d’accordo”. Il successore di Pilato in Vaticano ha un debole per il democratrico autocrate, Maduro, questo si sapeva, ma non fino al limite di un tale cinismo. La morale a sinistra è sempre lineare, impeccabile: il vero tiranno è qui, è il ministro di polizia di turno, che vuole il nuovo genocidio dei migranti e stroncarci il giro milionario delle accoglienze; in Venezuela, invece, gli stanziali debbono farsene una ragione, non cedere alle sirene reazionarie e continuare a sopportare l’amorevole gioco del caudillo che ha molta cura di loro anche se, per causa dei gringos, di Trump, dei sovranisti, non gli riesce tanto bene.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 3:51 pm

Venezuela, Il Parlamento Ue riconosce Guaido presidente ad interim
31.01.2019 - 14:54

https://corrieredisiena.corr.it/video/v ... terim.html

(Agenzia Vista) Bruxelles, 31 gennaio 2019 Venezuela, Il Parlamento Ue riconosce Guaido presidente ad interim tramite una risoluzione non vincolante approvata con 439 voti a favore, 104 contrari e 88 astensioni.


Venezuela, il parlamento Ue riconosce Guaidò presidente, l'Italia no
Gli eurodeputati Pd, Lega e M5s si sono astenuti. Il sottosegretario Di Stefano: 'Non vogliamo un'altra Libia'. Ultimatum della Francia: 'Elezioni entro 8 giorni o riconosciamo Guaidò'
31 gennaio 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/a ... c272f.html

Via libera dalla miniplenaria del Parlamento europeo alla risoluzione che riconosce Juan Guaidò, presidente dell'Assemblea Nazionale di Caracas, come presidente legittimo ad interim del Venezuela. Gli eurodeputati del M5S e della Lega si sono astenuti sollevando molte polemiche. I deputati europei hanno esortato l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini e gli Stati membri a fare altrettanto fino a quando non saranno indette nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili per ripristinare la democrazia.

Dopo il voto dell'Europarlamento anche la Francia ha lanciato un ultimatum a Maduro: riconoscerà Juan Guaidò come "presidente ad interim" del Venezuela se non verranno annunciate elezioni entro domenica. Lo ha annunciato oggi il primo ministro Edouard Philippe in Parlamento, aggiungendo che il riconoscimento avverrà "in pieno coordinamento con i nostri partner europei, con la Germania, con la Spagna, con la Gran Bretagna".

Juan Guaidò, il presidente dell'Assemblea Nazionale venezuelana che ha assunto i poteri dell'esecutivo di Caracas, ha riferito oggi di aver avviato un processo di cooperazione con l'Europa per la protezione dei beni venezuelani all'estero e per gli aiuti umanitari richiesti dal suo paese. "Ho appena parlato con Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo (Pe), e oggi iniziamo i processi di cooperazione tra l'Europa e il Venezuela al fine di proteggere i beni e per gli aiuti umanitari", ha twittato Guaidò.

Acabo de conversar con @EP_President. Iniciamos hoy procesos de cooperación entre Europa y Venezuela, de cara a la protección de los activos y la ayuda humanitaria. A la espera de los paises de Europa.

Invece "L'Italia non riconosce Guaidò perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite": così il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano (M5s), in un'intervista nel Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il via libera del Parlamento europeo al riconoscimento di Juan Guaidò come presidente legittimo ad interim del Venezuela. "Oggi il più grande interesse che abbiamo è quello di evitare una nuova guerra in Venezuela. Stesso errore che è stato fatto in Libia oggi riconosciuto da tutti. Dobbiamo evitare che succeda lo stesso in Venezuela" ha detto Di Stefano.

Intanto i tre giornalisti dell'agenzia di stampa spagnola Efe arrestati a Caracas sono stati liberati oggi e saranno trasferiti in Colombia, ha reso noto la stessa Efe. Si tratta di un giornalista spagnolo, Gonzalo Dominguez e due colombiani, Mauren Barriga e Leonardo Muñoz. Non si sa ancora se l'autista venezuelano, José Salas, sia ancora detenuto.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 3:52 pm

REPUBBLICA VENETA – CONTRO LA FARSA GOLPISTA DEL "PARLAMENTO EUROPEO"

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... p_activity

II Parlamento dell'Unione Europea, un giocattolo di finta democrazia, ha votato oggi, 31.1.2019, a larga maggioranza una delibera con la quale riconosce come Presidente del Venezuela, al posto del Presidente legittimo, la marionetta nominata via twitter dal Presidente USA Donald Trump, Juan Guaido.
La Repubblica Veneta, che non riconosce l'Unione Europea, denuncia il grave tentativo di colpo di Stato messo in opera contro il Venezuela e riconosce come legittimo rappresentante delle istituzioni venezuelane, il Presidente in carica Nicolas Maduro, eletto dalla volontà popolare.
La Repubblica Veneta fa appello al Popolo venezuelano e alle sue istituzioni di respingere compatti le politiche golpiste orchestrate dai poteri mafiosi internazionali.
In Venezuela, i poteri mafiosi internazionali ripetono il copione golpista messo in atto in Ucraina e quello tentato contro la Siria.
La Repubblica Veneta crede che lo sviluppo umano vada ricercato nel pieno rispetto delle regole civili e pieno nel rispetto del diritto internazionale.
Venezia 31.1.2019
Albert Gardin – CXXI Doge

Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia
governoveneto@gmail.com – info 338 8167955

Alberto Pento
Non so proprio come si possa parteggiare per Maduro che porta alla rovina il Venezuela

Nicolás Maduro Moros (Caracas, 23 novembre 1962)
https://it.wikipedia.org/wiki/Nicol%C3%A1s_Maduro

è un politico e sindacalista venezuelano. È presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela dal 19 aprile 2013, dopo aver ricoperto il medesimo incarico dal 5 marzo 2013 al 19 aprile 2013 ad interim. È stato Ministro degli esteri dal 2006 al gennaio 2013 e vicepresidente del Venezuela dall'ottobre 2012 al 5 marzo 2013.

Maduro ha governato il Venezuela tramite decreto legge, dal 19 novembre 2013. La sua presidenza ha coinciso con un deterioramento di tutti i parametri macroeconomici. In particolare, negli ultimi anni, in seguito a diversi fattori tra i quali la diffusa corruzione, la politica economica governativa e la diminuzione del prezzo del petrolio, principale fonte di guadagno per l'economia venezuelana, lo status economico del Venezuela è notevolmente peggiorato con un aumento del crimine, dell'inflazione, della povertà e della penuria di generi alimentari e di largo consumo. A causa della conseguente diminuzione della qualità della vita, nel 2014 sono incominciate proteste di piazza che sono diventate vere e proprie sommosse quotidiane dal 2016.

Durante il suo governo l'opposizione democratica è stata repressa violentemente. Le organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani hanno segnalato diversi casi di uccisioni, tortura e altri maltrattamenti, inclusi episodi di violenza sessuale, ai danni di manifestanti. Il sistema giudiziario è stato impiegato per ridurre al silenzio i dissidenti, anche tramite il ricorso alla giurisdizione militare per perseguire i civili.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 3:53 pm

Venezuela: il tempo dei terzomondisti con il sedere degli altri
Franco Londei
Gennaio 28, 2019

https://www.rightsreporter.org/venezuel ... egli-altri

Inconcepibile come chi si dichiara difensore dei Diritti e votato allo sviluppo del terzo mondo possa difendere Maduro. Non sarà che a questa gente piacciono i regimi autoritari e corrotti?

Confesso che fatico parecchio a capire chi come Alessandro Di Battista, Manlio Di Stefano e altri sul Venezuela prendono le difese del regime di Maduro. Gente che si professa democratica e che sostiene lo sviluppo del terzo mondo, il che è un ossimoro se accostato alle politiche chaviste.

Mi è difficile capire come si possa sostenere un dittatore come Maduro pur vedendo con estrema chiarezza i danni fatti al popolo venezuelano. È come se questa gente gioisse di fronte a tanta miseria, come se ritenesse giusto che il popolo di uno dei paesi potenzialmente più ricchi del mondo debba soffrire la fame, la mancanza di medicine, la miseria più assoluta.

Eppure il risultato delle politiche di Ugo Chavez prima e di Nicolas Maduro poi, sono davanti agli occhi di tutti. Nemmeno un complotto degli Stati Uniti, come vanno blaterando questi signori, avrebbe fatto così tanti danni.

L’unica cosa che posso immaginare è che questi signori siano così amanti delle dittature e dell’autoritarismo da vedere la caduta di questi regimi come una cosa nefasta.

Certo che è facile fare il terzomondista in vacanza per sei mesi, facile fare il terzomondista spendendo in un mese quello che questi poveretti non riescono a guadagnare in un anno grazie alle politiche cosiddette “socialiste”. Che poi non è vero che le politiche socialiste non funzionano. Nei kibbutz israeliani hanno funzionato perfettamente.

Il problema del Venezuela non è la politica socialista ma la politica chavista che solo a parole si rifà al socialismo, ma nella pratica è intrisa di corruzione, di accordi con la malavita organizzata, addirittura con gruppi terroristici internazionali a discapito del bene del “popolo”. Già, popolo, una parola tanto cara a questi terzomondisti da strapazzo, una parola abusata quando è proprio il popolo a fare le spese di certe politiche.

Che poi ci sarebbe da capire dov’erano questi terzomondisti con il culo degli altri quando Nicolas Maduro nominava alla vice-presidenza del Venezuela una dei più importanti membri di Hezbollah, quel Tareck Zaidan El Aissami Maddah (per gli amici Tareck El Aissami), oggi Ministro delle industrie e della produzione nazionale dopo essere stato, tra le altre cose, anche Ministro dell’interno.

E cosa dire di colui che ha guidato la Costituente venezuelana fino a poco tempo fa, Diosdado Cabello, vicinissimo prima a Chavez e ora a Maduro, che secondo la DEA americana è il capo del potentissimo cartello di narcotrafficanti internazionali “Cartel de los Soles” una organizzazione criminale che vede tra le sue fila anche importanti generali venezuelani?

Ma il problema è l’America, il problema è il complotto occidentale contro il Venezuela, non questi personaggi, non Maduro con le sue politiche.

È un terzomondismo strano quello che adora le dittature che affamano i popoli, che ama i regimi che praticano il sottosviluppo in luogo dello sviluppo, quel terzomondismo che chiama golpisti chi protesta pacificamente e senza armi, anche a costo della propria vita.

Nel nome di cosa questa gente sostiene Nicolas Maduro? Nel nome della democrazia? Ma figuriamoci. Nel nome del potere al popolo? Ma per favore. Forse nel nome dello sviluppo? Ma se da quando ha preso il potere Ugo Chavez e poi Maduro lo sviluppo del Venezuela è letteralmente crollato.

Dovrebbero difendere i venezuelani che stanchi di anni e anni di miseria e di sopraffazione si stanno ribellando, non quel mafioso di Maduro. Se vogliono fare i terzomondisti almeno lo facciano seriamente, non con il culo degli altri.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 01, 2019 4:46 pm

La polizia a casa di Guaidò. Ma lui: "Un piano per il Paese"
Paolo Manzo - Ven, 01/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 37383.html

Gli squadroni della morte dal leader di opposizione, che era con la figlia di 20 mesi. "Volevano spaventarmi"

San Paolo Mentre ieri il Faes, gli squadroni della morte di Maduro, circondavano la casa in cui si trovava sua figlia di 20 mesi per minacciarlo, il presidente costituzionale del Venezuela Juan Guaidó presentava il «Plan país» per il riscatto del paese, con un messaggio ad hoc per Russia e Cina: «Anche a voi conviene un cambio di governo».

Della serie, i 100 miliardi di dollari che vi deve Maduro con me li avrete indietro di sicuro, con lui no vista la sua capacità conclamata a distruggere ogni forma di vita economica sostenibile. «Stiamo facendo di tutto perché questo piano venga eseguito e in esso le Forze armate hanno un ruolo importante». Tema evidenziato dallo stesso Guaidó ieri anche sul New York Times in un editoriale in cui ha rivelato di aver avuto incontri clandestini con i membri delle forze armate. «La fine del sostegno dei militari a Maduro ha scritto - è fondamentale per consentire un cambiamento di governo e la maggioranza di coloro che sono in servizio concordano che le difficoltà del paese sono insostenibili». Per poi ribadire che ha offerto un'amnistia generale a tutti i funzionari della dittatura, concetto sottolineato anche dal consigliere per la sicurezza di Trump John Bolton, con ironia, su Twitter: «Auguro a Maduro e ai suoi top advisors una lunga e tranquilla pensione su qualche bella spiaggia lontano dal Venezuela. Dovrebbero approfittare dell'amnistia concessa dal presidente Guaidó e prima lo fanno meglio è». Intanto mentre la dittatura ha liberato 7 giornalisti stranieri detenuti, nei paesi confinanti si comincia a negare l'accesso a tutti i venezuelani legati a Maduro, come stabilito dal Gruppo di Lima, ovvero da tutti i principali Stati latinoamericani meno il Messico. Solo la Colombia ieri ne ha bloccati 200.

Quanto alla possibilità di un dialogo tra Maduro e Guaidó, sono emersi negli ultimi giorni dettagli inquietanti che lo rendono sempre più simile a una farsa di pessimo gusto. Secondo un'inchiesta del settimanale uruguayo Búsqueda, il presidente Tabaré Vázquez sostiene Maduro solo per salvare gli interessi del figlio Javier che con le sue società fa da oltre 15 anni affari miliardari con la pubblica amministrazione chavista. Affari sporchi. I soldi sono stati nascosti in paradisi fiscali come Panama e in mezzo c'è stato anche il misterioso suicidio a Punta del Este di un commercialista uruguayo, Eduardo Gómez Canon, che sul caso sapeva troppo. Come ha confermato anche l'ex cancelliere messicano Jorge Castañeda: «Il figlio di Vázquez è dentro fino al collo, i chavisti lo sanno e se l'Uruguay si smarca gli danno una bella stretta».

Sono in tanti del resto ad avere fatto i soldi con la dittatura di Maduro e mentre gli italiani su spinta dei 5 Stelle hanno detto no a Guaidó, il quotidiano spagnolo Abc ha rivelato, in un'inchiesta esclusiva, ulteriori illegalità di un regime corrotto fino al midollo. Che include Interbanex, la piattaforma digitale inaugurata da Maduro lunedì scorso, salvavita all'asfissia economica e che ha come azionista con il 62,5% una fantomatica società spagnola, la Ampajesu registrata in un paese offshore, Granada, mentre il resto è in mano a Bull Equity management Ltd, con sede alle Barbados. Il proprietario di maggioranza, Sifontes Santos, appartiene all'entourage del vicepresidente per l'area economica di Maduro, Tareck El Aissami, sanzionato come grande narcotrafficante dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Insomma, Interbanex che ufficialmente nasce come strumento per contrastare il cambio nero illegale è in realtà l'ultima trovata di Maduro, per fare cassa. E per riciclare.
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