Venezuela

Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 08, 2019 10:21 am

Propaganda pro Maduro

VIDEO VIRALI. Un ragazzo argentino gira per il Venezuela e smonta le fake news dei media che alimentano il golpe

https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... bL0m7KGi6Q

Un giovane argentino si trova in Venezuela e con una serie di video virali sulla rete sta smentendo tutte le fake news create ad arte da quei media mondiali che stanno tirando la volata al colpo di stato degli Stati Uniti e alla prossima "guerra umanitaria".

Lui si chiama Diego, e tramite l'utente Twitter @DiegoEnLaLucha, questo giovane argentino gira il paese con le riserve petrolifere più grandi al mondo e vittima, proprio per questo, del quarto tentativo di colpo di stato da parte degli Stati Uniti.

Al momento sono 24 video. E ve li pubblichiamo tutti senza ulteriori commenti è importante che la vostra curiosità faccia il resto.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom feb 10, 2019 8:15 am

Venezuela, ecco perché Cina e Russia non vogliono la caduta di Maduro
9 febbraio 2019

http://www.affaritaliani.it/politica/ge ... 85236.html

Ma perchè Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping difendono con tanta veemenza il regime dittatoriale di Maduro, contro tutto e tutti? Sicuramente c'è una questione di geopolitica, volendo porre un freno al dilagare della destra nel continente sudamericano, che rischia di ricadere pesantemente sotto l'influenza degli Stati Uniti.

Dal 2005 a oggi,infatti, la Cina ha fornito ai paesi dell’America Latina prestiti per 150 miliardi di dollari e ha consolidato i rapporti politici ed economici anche con Brasile, Argentina, Cile, Cuba, Ecuador, Bolivia. Pechino ha inoltre esteso al subcontinente i progetti infrastrutturali delle nuove vie della seta, iniziativa a guida cinese che originariamente riguardava solo l’Eurasia. Uruguay, Panama, Costa Rica e Trinidad e Tobago hanno già preso accordi con la Repubblica Popolare per diventare snodi della rotta marittima e il Venezuela ha espresso più volte la volontà di partecipare all’iniziativa.

Chiaro che questi progetti non possono che infastidire Trump e l'America che da sempre considera il Sudamerica un po' come il “cortile di casa” Ma quello che davvero spinge Cina e Russia a difendere Maduro sono certamente interessi di natura meramente economica. I due paesi, infatti, insieme a Cuba sono i maggiori finanziatori del regime e quindi i principali creditori dello stesso. In America Latina cercano da tempo di assicurarsi parte delle risorse -soprattutto energetiche e alimentari – indispensabili ai loro progetti di sviluppo. Approfittando delle periodiche neutralità degli Stati Uniti e dell’incapacità europea di agire coerentemente in favore delle non trascurabili e possibili sinergie con l’America Latina, che funzionerebbero anche come fattore di rafforzamento degli istituti democratici.

Il Venezuela con le sua immense riserve petrolifere è sempre stato un paese cardine di tutta l'area. Stati Uniti e i due giganti dell'est da tempo stanno combattendo una guerra sotterranea sul paese, e la politica estera piuttosto morbida, a tratti quasi al limite del disinteresse, da parte di Obama, ha permesso a russi e cinesi di allargare molto la loro sfera di influenza sul regime chavista. Il petrolio e le ricche riserve di materie prime come il gas, oltre alla possibilità di ottenere il diritto alla ricerca e sfruttamento di nuovi potenziali giacimenti, rimangono quindi gli elementi determinanti della vicenda. Ecco perchè sia Russia che Cina si sono immediatamente schierati con Maduro, difendendo il suo diritto di governare essendo stato “democraticamente” eletto ed hanno duramente condannato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Reuters, Lavrov ha detto che le sanzioni equivalgono a un tentativo da parte degli Stati Uniti di confiscare i beni dello stato venezuelano, secondo quanto riferito da agenzie di stampa russe. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha aggiunto che le restrizioni sono di fatto “interferenze non mascherate negli affari interni (del Venezuela)”, e quindi “illegali”.

La Cina ha espresso la sua opposizione alle sanzioni, sostenendo che gli Stati Uniti dovrebbe assumersi la responsabilità delle loro azioni. Il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang ha sottolineato che l’esperienza storica ha dimostrato che le interferenze straniere “rendono solo le situazioni più complicate”. Ma tutte queste prese di posizione in realtà nasconderebbero solo dei meri interessi economici, Secondo Bloomberg, infatti, solo negli ultimi 20 anni la Russia avrebbe prestato al Venezuela 17 miliardi di dollari, gran parte dei quali canalizzati tramite il colosso petrolifero di Stato Rosfnet. La Cina, che ha investito negli ultimi 12 anni circa 70 miliardi di dollari, dopo Usa ed India, è il terzo maggior importatore di petrolio venezuelano. Se si aggiunge che il Venezuela con il 73% del totale è il maggior importatore di armi russe dell'intero Sudamerica, ecco che sia Putin che Xi Jinping hanno tutto l'interesse che il loro referente rimanga al proprio posto il più a lungo possibile, o almeno fino a che non vengano rassicurati dal potenziale successore sul rispetto dei loro diritti nel paese e sopratutto sulla rassicurazione che i grandi crediti accumulati vengano comunque ripagati. Fino ad ora Gaudio sembra non avere affatto queste caratteristiche per russi e cinesi. Ecco allora che Maduro appare, ai loro occhi, come il male minore.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom feb 10, 2019 8:16 am

Venezuela, Guaidó chiama Trump: «Possibile intervento militare Usa»
9 febbraio 2019

https://www.ilmattino.it/primopiano/est ... 88517.html

La resa dei conti e un intervento militare, quello americano, che diventa di colpo possibile.

Il Venezuela, del resto, è già in guerra: contro se stesso, tra due schieramenti interni, tra due visioni opposte e incompatibili del destino di un intero popolo.

Juan Guaidó, presidente del parlamento e capo di Stato ad interim, parla all’agenzia France Press e alza il tiro nei confronti di chi non esita a definire un dittatore. Quel Nicolás Maduro che rifiuta nuove elezioni nonché qualsiasi aiuto umanitario («Non siamo mendicanti») e che continua a strillare contro il demone statunitense.

Demone statunitense che presto potrebbe ritrovarsi sulla porta di casa.

Alla domanda: «Userà i suoi poteri di presidente per autorizzare un eventuale intervento militare degli Stati Uniti?», Guaidó risponde senza pensarci su due volte: «Faremo tutto ciò che è necessario. Nel rispetto della nostra sovranità, certo. Ma faremo tutto ciò che è necessario».

Non esclude nulla, insomma. Neanche la possibilità che l’esercito di Trump liberi finalmente un Paese tenuto sotto scacco dal delfino di Hugo Chávez e da un’orda di generali collusi, ma ogni giorno un po’ meno convinti.

Pare infatti che siano in corso delle trattative proprio tra l’intelligence di Washington e quella di Caracas. Un autentico negoziato che potrebbe sfociare in una resa formale del regime.

Maduro, dunque, sembra essere appeso a un filo. Ciononostante, non ha nessuna intenzione di mollare la presa e promette letteralmente battaglia.

In attesa di eventuali sviluppi, Guaidó fa la cosa che gli riesce meglio: agita la sua piazza. Convocata una mobilitazione generale per martedì, che qualcuno immagina già come la “spallata” definitiva al socialismo, e lanciati mille e più segnali nell’aere della diplomazia mondiale, schierata oramai quasi tutta dalla sua parte (il “quasi” ha tanto a che vedere proprio con l’Italia che viceversa ha preferito rimanere con il piede fermo sulla soglia di una neutralità per molti incomprensibile).

«È l’Obama venezuelano», scrive più di qualcuno in America mentre il trentacinquenne originario de La Guaira grida assieme alla folla «Sí, se puede!». Ovvero l’equivalente di quel «Yes, we can!» già entrato nella Storia.

Una Storia che Guaidó si è messo in testa di voler cambiare.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mer feb 13, 2019 6:59 am

Altro che “neutralità”, Di Battista organizzava convegni a favore di Maduro
Luciano Capone
2019/02/12

https://www.ilfoglio.it/politica/2019/0 ... s.facebook

Dice adesso Alessandro Di Battista che sul Venezuela il Movimento 5 stelle è neutrale. “Maduro ha una parte di popolazione che lo avversa e contrasta, ma c’è un’altra parte di popolazione che lo sostiene, l’esercito sostiene Maduro”, ha detto a “In mezz’ora” intervistato da Lucia Annunziata. “Avere una posizione neutrale è una posizione di buon senso, che non significa stare con Maduro, non l’ho mai detto in vita mia, sono fake news raccontate dai giornali”. È la posizione ufficiale del M5s, la stessa espressa dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che ha costretto l’Italia in un isolamento europeo e internazionale rispetto alla stragrande maggioranza di democrazie occidentali e americane che hanno riconosciuto Juan Guaidò, il presidente dell’Assemblea nazionale, come presidente ad interim del Venezuela in modo da indire nuove elezioni democratiche. Ma questa neutralità sottintende, come tutti hanno notato, una forte vicinanza al regime di Nicolás Maduro.

Per capire quanto questa vicinanza politica e ideologica sia profonda bisogna ritornare indietro di qualche anno, quando Di Battista e Di Stefano si spellavano le mani durante un applauso in solidarietà del dittatore venezuelano: “L’Alba subisce attacchi violentissimi dal capitalismo e dell’impero. Voglio fare un grande applauso al governo Maduro, al popolo bolivariano, ai compagni venezuelani che stanno subendo un attacco senza precedenti di guerra militare, terroristica. Siamo tutti Chávez, dobbiamo esserlo tutti i giorni”. E giù applausi degli esponenti del M5s. L’invito a battere le mani è di Luciano Vasapollo, docente alla Sapienza, comunista con molti legami a Cuba e voce de “L’Antidiplomatico”, il sito di estrema sinistra filo putiniano e filo chavista fondato da Alessandro Bianchi, già collaboratore di Di Battista e del M5s. È il 13 marzo 2015, il contesto è quello di un convegno alla Camera dei deputati organizzato dal M5s e “fortemente voluto” da Di Battista, dal titolo “L’alba di una nuova Europa”. Dove “Alba” sta per “Alleanza bolivariana per le Americhe” l’organizzazione fondata nel 2004 da Hugo Chávez e Fidel Castro, su cui si è fondata l’egemonia del Venezuela in America latina.

Gli invitati al convegno sono intellettuali e rappresentanti istituzionali del fronte politico-ideologico che appoggiava il regime di Maduro e che ancora oggi lo sostiene. I relatori sono Gianni Minà (amico dei dittatori comunisti latinoamericani); Vasapollo (che ancora adesso lancia appelli “desde Catanzaro” in favore del “presidente Maduro y la heroica resistencia del pueblo venezolano contra el nuevo golpe de Estado estadounidense”); Bernardo Álvarez, segretario dell’Alba (uomo fidato di Chávez e confermato da Maduro); Veronica Rojas Berrios, viceministra degli Esteri del Nicaragua (governata dal dittatore Daniel Ortega, alleato del regime venezuelano); Roger López Garcia dell’ambasciata di Cuba; Luis Arce Catacora dell’ambasciata della Bolivia (governata da Evo Morales, ultimo alleato di Maduro nel Cono Sur). Tra i presenti in sala ci sono l’ambasciatore venezuelano Isaías Rodríguez (con cui il M5s si è incontrato ripetutamente) e i “maduristi hard” Giulietto Chiesa e Fabio Marcelli, di cui Di Battista invita a leggere i blog sul Fatto quotidiano. Il giorno prima del convegno, Di Battista aveva detto al manifesto che il regime di Maduro era un “governo democraticamente eletto” contro cui era in corso “un tentativo di colpo di stato” per “fermare il cambiamento”. Dibba apprezzava talmente il Venezuela chavista da ritenere l’Alba un modello a cui ispirarsi, da contrapporre all’euro “nazista” dominato dalla Germania, da cui era necessario uscire per stampare una “moneta sovrana”.

Altro che neutralità, durante il convegno gli unici attacchi di Dibba sono rivolti all’Europa e a Obama, che aveva osato criticare il governo venezuelano. In sala era presente anche Luigi Di Maio, che nel 2017, due anni dopo, ha proposto una conferenza di pace sulla Libia in cui affidare il ruolo di mediatore tra le varie tribù proprio all’Alba degli autocrati Maduro e Castro.


Alberto Pento
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mer feb 13, 2019 9:07 pm

Giudici Usa: "Maduro possiede immobili di lusso a Manhattan"
Gerry Freda - Mer, 13/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/giu ... 44655.html

Le accuse avanzate dai giudici statunitensi a carico del capo dello Stato bolivariano hanno di fatto contribuito a esasperare il già avvelenato clima politico venezuelano

I magistrati americani hanno di recente individuato, nel territorio federale, un “ingente patrimonio immobiliare” riconducibile al presidente venezuelano Nicolás Maduro.

Alcune Corti distrettuali della Florida e dello Stato di New York hanno infatti accertato, a detta dei media statunitensi, la presenza nella “Grande mela” di diverse unità abitative “di lusso” di proprietà del politico chavista. In base agli accertamenti condotti dai tribunali in questione, il leader di Caracas avrebbe acquistato con i “soldi del bilancio venezuelano” ben “sette appartamenti” a Manhattan. Il valore complessivo di questi ultimi sarebbe “superiore a 40 milioni di dollari”.

Maduro, attualmente alla guida di un Paese stremato da una forte crisi economica, avrebbe incaricato un “prestanome” di sottoscrivere i contratti di acquisto delle sette unità abitative newyorchesi. La persona inviata nella “Grande mela” dal leader di Caracas sarebbe Raul Gorrin, imprenditore venezuelano nel settore delle telecomunicazioni nonché “strenuo sostenitore” della leadership bolivariana.

I magistrati Usa sostengono che gli appartamenti a Manhattan, acquistati grazie a “denaro stornato dalle casse del Paese sudamericano”, verrebbero utilizzati sia dai “familiari di Maduro” sia da “alti funzionari della nomenklatura chavista”. I media americani hanno quindi ventilato un “imminente sequestro” dei sette immobili da parte degli inquirenti federali.

Le accuse avanzate dai giudici statunitensi a carico del capo dello Stato bolivariano hanno di fatto contribuito a esasperare il già avvelenato clima politico venezuelano. Lo scandalo degli appartamenti di lusso ha infatti indotto diversi membri del partito socialdemocratico Voluntad Popular, del quale è esponente Juan Guaidó, ad accusare la leadership chavista di “indegnità morale”. Ad esempio, il deputato Armando Armas ha preso spunto dalle indagini condotte negli Usa circa il “patrimonio immobiliare segreto” di Maduro per accusare quest’ultimo di “togliere risorse al popolo per fare la bella vita a New York”.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » gio feb 14, 2019 6:27 pm

Venezuela, si sveglia anche Papa Francesco?
2019/02/13

http://www.opinione.it/esteri/2019/02/1 ... -francesco

Sul Venezuela si è svegliato perfino Papa Francesco? Il punto interrogativo è d'obbligo, visti i precedenti, ma in una lettera indirizzata al “signor” (e non Presidente) Nicolas Maduro, il cui contenuto è stato svelato oggi dal Corriere della Sera, Bergoglio ha finalmente risposto alla richiesta di mediazione che gli era arrivata nei giorni scorsi dallo stesso dittatore venezuelano. Dalla lettera emerge la delusione di Bergoglio dal momento che i tentativi “per tentare di trovare un'uscita dalla crisi venezuelana”. “Purtroppo - scrive il Papa - tutti si sono interrotti perché quanto era stato concordato nelle riunioni non è stato seguito da gesti concreti per realizzare gli accordi. E le parole sembravano delegittimare i buoni propositi che erano stati messi per iscritto”.

Il Papa ricorda che è sempre stato a favore del dialogo. “Non di qualunque dialogo, però - precisa - ma di quello che si intavola quando le differenti parti in conflitto mettono il bene comune al di sopra di qualunque altro interesse e lavorano per l'unità e la pace”. Francesco ripercorre il ruolo svolto dalla Santa Sede e dai vescovi del Venezuela “come garante e su richiesta delle parti”, in una fase iniziata alla fine del 2016. Era uno sforzo per riemergere dalla crisi “in modo pacifico e istituzionale” indicando concretamente “i presupposti perché il dialogo fosse possibile”.

La Santa Sede allora avanzò delle richieste a Nicolas Maduro e il Papa considera quelle richieste tuttora necessarie, come “quella espressa nella lettera che le indirizzai sull'Assemblea nazionale costituente”. Bergoglio torna a chiedere di evitare “qualunque forma di spargimento di sangue”. I toni restano prudenti, con la volontà di mantenere una posizione mediana tra Stati Uniti e Europa, favorevoli al riconoscimento del capo dell'Assemblea legislativa, Juan Guaidó, come presidente ad interim; e Cina, Russia, Turchia e Iran che invece sostengono ancora la Maduro. Ma la lettera è piaciuta all’opposizione venezuelana.

Antonio Ledezma, l’ex sindaco di Caracas in esilio dal 2017, ha detto che i venezuelani “sono compiaciuti” ed approvano la posizione assunta da Papa Francesco nella lettera che ha inviato “al narcotiranno Maduro”. “Niente dialoghi né mediazione, solo il fine dell'usurpazione", ha scritto Ledezma su Twitter. E anche il direttore d'orchestra venezuelano Gustavo Dudamel ha pubblicato un appello alle Forze Armate del suo paese perché lascino entrare l’assistenza umanitaria inviata dall'estero, per permettere che “gli aiuti arrivino al più presto a chi più ne ha bisogno”. Dudamel - che è direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica Simon Bolivar in Venezuela e della Filarmonica di Los Angeles - ha detto che “bisogna aprire le porte perché l'assistenza umanitaria arrivi imperiosamente ai venezuelani”. “Salvare vite e alleviare la sofferenza della popolazione deve essere la priorità, non può esservene un’altra”, ha scritto il direttore d'orchestra, avvertendo che se l'aiuto umanitario fosse bloccato alla frontiera “si starebbe condannando gli innocenti e si starebbe dicendo al mondo che la politica è più importante della vita dei cittadini”.

All’appello manca solo una vera presa di posizione del governo italiano, insomma. Tanto che l’ambasciatore del regime a Roma, Julian Isaias Rodriguez Diaz, ascoltato ieri dalla comissione Esteri del Senato, ha espresso la sua soddisfazione per la “dichiarazione espressa ieri dal Parlamento italiano”. “Il Parlamento non ha preso partito – ha detto Rodriguez Diaz - ha mantenuto una posizione di equilibrio”. L’equilibrio della dittatura.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » ven feb 15, 2019 4:56 am

Venezuela, Moavero: "Maduro illegittimo, l'Italia chiede elezioni"
Renato Zuccheri - Mar, 12/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... l06h1qAGGk

Il ministro degli Esteri, riferendo alla Camera, parla della crisi in Venezuela e afferma che la posizione italiana è coerente a quella europea e del Gruppo di Montevideo

Enzo Moavero Milanesi, riferendo alla Camera sul Venezuela, traccia la linea del governo sulla crisi a Caracas.

"Gli elettori venezuelani devono tornare padroni di scegliere chi li rappresenta e governa", dice il ministro degli Esteri. "Il governo italiano considera inaccettabile e condanna ogni tipo di violenza e violazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani". E partendo da queste premesse, il giudizio di Palazzo Chigi sul governo venezuelano è chiarissimo: "Il governo italiano ritiene che le elezioni presidenziali dello scorso maggio in Venezuela non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro". E per questo, Moavero ha affermato che l'esecutivo "chiede al più presto nuove elezioni presidenziali democratiche".

Nel Paese sudamericano, continua il ministro, bisogna "prevenire scontri che potrebbero sfociare in una guerra civile". Riferendo ai deputati, Moavero ha ribadito che la situazione è "complessa e piena di incertezze". E per questo occorre favorire una "riconciliazione nazionale che permetta di restituire rapidamente la scelta al popolo venezuelano".

Una posizione che "è coerente con le conclusioni, con il comunicato del Gruppo di Montevideo e con la dichiarazione del 26 gennaio dei Paesi europei". E per questo l'Italia si è già attivata "per far affluire gli aiuti umanitari" e "ha proceduto a un primo stanziamento di emergenza del valore di due milioni di euro a favore del popolo, da erogarsi nel più assoluto rispetto del diritto internazionale". "Il governo si sta attivando per tutelare la sicurezza e gli interessi dei nostri connazionali residenti in Venezuela e delle aziende italiane", ha assicurato poi il ministro alla Camera.

Per il governo si tratta di un cambiamento di rotta che implica una retromarcia da parte soprattutto del Movimento 5 Stelle. Mentre Matteo Salvini ha da subito proposto una linea fermamente contraria a Maduro e in favore di Juan Guaidò, i pentastellati hanno mostrato sempre una certa titubanza, come dimostrato anche dalle frasi di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Ma dopo le frasi di Moavero alla Camera, sembra che il governo giallo-verde abbia intrapreso una via molto più occidentale, diversa da quanto promosso dai pentastellati. Esulta l'opposizione. Come confermato dai deputati di Fratelli d'Italia, in Aula con le spille a favore del cambio di governo.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » sab feb 16, 2019 7:54 am

PARTITA PERSA CON LA REALTA'
Niram Ferretti
15 febbiato 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Indovinate cosa ha detto in una recentente intervista l'ex conducente di autobus nonchè dittatore venezuelano, Nicolas Maduro.
Ha detto che Juan Guaido è un agente della Cia che serve gli interessi degli Stati Uniti e dei sionisti.
Originale, vero?

Loro vivono così, dentro il perenne fumetto in cui da una parte c'è l'economia pianificata, la nazionalizzazione di tutto e la distruzione di ogni prospettiva di sviluppo, decoro, potenzialità umana, e ciò è bene anche se appunto produce degrado, fallimento, miseria, violenza, e dall'altra c'è l'impero del male rappresentato dall'economia di mercato, dalla libera concorrenza, dall'iniziativa privata.

Però, quando le cose vanno a rotoli, non è mai colpa loro. No. Non è a causa di una visione del mondo copletamente falsa e che la realtà si incarica di mostrare che è falsa, la colpa è della CIA, degli imperialisti, dei sionisti, soprattutto dei sionisti.

È dei nemici esterni, certo. Sono sempre i nemici esterni i responsabili, ci mancherebbe. Se il comunismo è fallito ovunque è colpa dei nemici esterni, mica del fatto che esso fosse una aberrazione, se la rivoluzione non porta a nessun affrancamento ma a violenza, terrore, mancanza di libertà, è colpa dei nemici esterni. Sono loro che hanno impedito realizzasse in pieno le sue potenzialità.

Ecco dunque che mentre il Venezuela sprofonda in una crisi spaventosa in virtù delle mirabili ricette economiche che vennero applicate da Chavez e poi dal suo successore, i colpevoli sono altrove, la CIA, sì, gli USA.

Non c'è niente da fare. La realtà è da sempre il nemico più tenace degli illusionisti, dei mistagoghi, dei truffatori, dei paranoici, dei complottisti. La realtà, che non riescono mai a fare scomparire completamente dalla scena perché è molto più forte di loro e alla fine gli dà sempre scacco matto.
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » dom feb 17, 2019 6:55 am

???

No, Mattarella stavolta sul Venezuela è in errore
di Luciana Castellina (da Il Manifesto del 7 febbraio 2019)

https://cambiailmondo.org/2019/02/07/no ... -in-errore


“No presidente Mattarella, davvero no. Io sono fra quelli che hanno sempre avuto per lei massima stima, ma credo che questa volta lei sia davvero in errore.

Dare legittimità a Guaidò è contro ogni regola democratica, significa opporsi alla posizione assunta dalle Nazioni unite che, con tutte le sue debolezze, è però tutt’ora una delle poche istituzioni che ci garantiscono il rispetto, almeno formale, di qualche diritto internazionale.

Significa rifiutare la ragionevole proposta di dialogo avanzata da papa Francesco che è uno che l’America latina la conosce molto bene.

Temo ci sia, sul Venezuela e la sua crisi, una grande disinformazione.

Bisognerebbe forse ricordare che quelli che oggi sostengono questo signore autoproclamatosi presidente (fra cui la notoriamente pessima rappresentanza della comunità italiana) sono stati coloro che un golpe l’hanno fatto nel 2002 contro il presidente democraticamente eletto del Venezuela, Hugo Chavez. Lo arrestarono, addirittura, e c’è un bel documentario trasmesso allora dalla Bbc, che consiglierei di proiettare al Parlamento europeo a Bruxelles, in cui si vedevano i golpisti su un palchetto, un insieme che sembrava tratto dal famoso affresco di Diego Rivera nel Palazzo del governo di Città del Messico: l’oligarchia del paese, le signore in cappellino, il vescovo, gli alti gradi dell’esercito, l’ambasciatore americano, a sigillare un’altra delle consuete operazioni «nel cortile di casa» (guarda caso, affidata in questo caso proprio allo stesso uomo cui adesso è stato rinnovato l’incarico da Trump, Abrams.). In strada una immensa folla scesa dalle poverissime favelas di Caracas a difesa del loro presidente, il primo in questo disgraziato paese che avesse collocato al primo posto del suo programma la lotta alla miseria. E che così riuscirono a liberarlo. Mentre tutte le emittenti tv del paese, da sempre in mano ai golpisti, proiettavano, per occultare l’accaduto, Tom e Jerry. Già allora l’ambasciatore spagnolo, per conto dell’Ue, si era precipitato a riconoscerli.

Da allora tutte le elezioni del Venezuela sono state monitorate da commissioni internazionali, ma sui muri dei quartieri eleganti della capitale, ho avuto modo di vedere coi miei occhi le scritte insultanti contro un ex presidente degli Stati Uniti che aveva diretto una di queste missioni per conto dell’Onu e le aveva giudicate corrette: «Carter uguale Chavez, e, peggio, «Carter Kgb».

LO SCONTRO di classe in America latina è asprissimo, la sfacciataggine con cui le sue élites operano dipende dalla secolare convinzione che esse nutrono di essere padrone del continente, per discendenza imperiale. Esser stati sfidati da un povero indio, figlio di maestri elementari dell’estrema Amazonia, che ha osato bloccare la privatizzazione della Pdvsa, l’azienda petrolifera, avviare la riforma agraria e distribuire i dividendi della più importante ricchezza del paese nelle favelas (dotate anche di emittenti radio gestite localmente) è stato considerato inammissibile.

NESSUNO di chi oggi si schiera in favore di un decente dialogo fra le parti sottovaluta gli errori commessi da Maduro, un personaggio che non ha certo la statura di Chavez, purtroppo strappato alla vita ancora giovane da un maledetto cancro. Questo stesso giornale li aveva segnalati in dettaglio pubblicando un articolo (giugno 2017 ), scritto, l’indomani di una sua visita a Caracas, dal compianto Francois Houtar, lo straordinario sacerdote belga purtroppo ora defunto che da anni viveva in Amerca latina. Il quale, pur denunciando con forza le illegalità della opposizione e la sua violenza, rimproverava giustamente il presidente di aver sottovalutato il rischio di varare una nuova Costituzione, pur legittimata da un regolare voto popolare, e però senza la partecipazione dell’opposizione che aveva boicottato il voto astenendosi; la marginalizzazione dei critici della stessa propria parte; di rivolgersi solo ai propri sostenitori come un agitatore anziché parlare a tutto il paese, come è d’obbligo per un presidente, che deve cercare di interpretare le ragioni dei suoi pur ristretti ceti intermedi. E, soprattutto, di aver redistribuito la ricchezza petrolifera (l’80% della valuta straniera che entra nel paese) ma di non aver saputo impostare un diverso modello di sviluppo economico, meno dipendente dalle fluttuanti sorti dei barili di oro nero. Ma questo è, purtroppo, un problema generale di tutti i governi di sinistra che hanno tentato in questi anni di operare una svolta in America latina. Perché uscire dalle rigide regole imposte dai potenti al sistema mondo è difficilissimo.

PROPRIO Chavez ci aveva provato avviando l’Alleanza bolivariana, il tentativo di unire i paesi che stavano cercando di spezzare le catene – l’Argentina di Kirschner, la Bolivia di Morales, l’Uruguay di Vasquez, il Brasile di Lula – per acquisire la forza necessaria a resistere. Purtroppo il sistema oppressivo si è dimostrato più forte, e quei governi di sinistra sono caduti uno a uno. Salvo in Bolivia e nell’Uruguay, dove non a caso si tiene la riunione che tenta la via della mediazione nello scontro venezuelano, impegnando nel negoziato il suo leggendario ex presidente, Pepe Mujica, ex guerrigliero e anche il solo politico invitato dal papa all’ultimo raduno dei movimenti popolari, a Roma, nel 2016. Su questa vicenda la si può naturalmente pensare come si crede, ma sarebbe d’obbligo interrogarsi su quale sarebbe l’alternativa ove vincesse Guaidó. Sono davvero sicuri i parlamentari europei che, da Bruxelles, l’hanno nominato presidente del Venezuela, che nelle favelas si vivrebbe meglio se a vincere fosse lui? Basta andare addietro nella storia per sapere cosa è stato fatto, in passato, dai governi venezuelani. Persino quelli pur ipermoderati che avevano cercato di avviare qualche misura popolare sono stati travolti; oggi i partiti che li avevano incarnati sono stati spazzati via: non sono loro dietro all’opposizione attuale.

CERTO CHE c’è miseria oggi in Venezuela e che per questo parte della popolazione anche povera protesta (ma non sarebbe male se la tv italiana mostrasse anche le immagini di coloro, tutt’ora tantissimi, che manifestano a Caracas in favore di Maduro ). All’origine della crisi drammatica del paese ci sono infatti certamente gli errori di Maduro,la rozzezza della sua leadership, e anche la corruzione di troppi funzionari statali, ma il primo responsabile della crisi è proprio il boicottaggio internazionale.

HO LETTO poco fa un tweet di infervorato sostegno a chi ha adottato verso il Venezuela la posizione di Trump : di Matteo Renzi. È la posizione ufficiale del Pd? Davvero non avrei mai pensato che arrivasse ad opporsi all’attuale governo da posizioni di destra.”


Alberto Pento
I nazi comunisti non si smentiscono mai

Luciana Castellina (Roma, 9 agosto 1929)
https://it.wikipedia.org/wiki/Luciana_Castellina
è una politica, giornalista e scrittrice italiana, parlamentare comunista, più volte eurodeputata, autrice di numerose pubblicazioni, presidente onoraria dell'ARCI dal 2014.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Re: Venezuela

Messaggioda Berto » mar feb 19, 2019 9:00 am

Venezuela, video di Guaidò al comizio di Trump: "Grazie Usa"
Il tycoon: "Il socialismo muore, la democrazia nasce" - Tgcom24
19 febbraio 2019

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/v ... 902a.shtml

"Grazie al presidente americano Donald Trump per la sua determinazione e il supporto della democrazia in risposta a quello che sta succedendo in Venezuela". Lo ha detto l'autoproclamato presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidò in un video messaggio al comizio del tycoon a Miami. Il numero uno della Casa Bianca, da parte sua, ha dichiarato: "In Venezuela e in tutto l'Occidente il socialismo sta morendo e la democrazia sta nascendo".

"Ora c'è un dibattito tra democrazia e dittatura, un dibattito tra la vita e la morte. Oggi questa battaglia è esistenziale", ha detto ancora Guaidó. "La coalizione internazionale e il sostegno deciso della comunità internazionale sono stati fondamentali per il progresso democratico e per consentire l'ingresso dell'assistenza umanitaria che salverà vite umane".

Trump agli ufficiali venezuelani: "Amnistia o perderete tutto" - Proprio per quanto riguarda gli aiuti umanitari, Trump ha invitato gli ufficiali dell'esercito di Caracas a non bloccare la consegna degli aiuti umanitari, fermi in Colombia al confine col Venezuela. Il tycoon ha poi invitato gli ufficiali dell'esercito venezuelano anche ad accettare l'offerta di amnistia di Juan Guaidò, ammonendoli che chi sostiene ancora il presidente Nicolas Maduro rischia di perdere tutto. "Gli occhi del mondo sono sugli ufficiali che stanno ancora mantenendo Maduro al potere", ha affermato.

Usa per soluzione pacifica, ma aperti a tutto - Di fronte agli esuli venezuelani accorsi alla Florida International University di Miami, il presidente americano ha dunque ribadito che gli Stati Uniti cercano una transizione pacifica in Venezuela, ma tutte le opzioni sono sul tavolo. "Oggi siamo pieni di speranza grazie alla determinazione di milioni di venezuelani, al loro patriottismo e al coraggio incredibile del presidente ad interim Juan Guaidò", ha dichiarato Trump.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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