Ucraina e Crimea

Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » lun mag 05, 2014 8:43 pm

Ucraina: la situazione precipita, Usa ed Fmi responsabili delle azioni di Kiev

http://www.lindipendenza.com/ron-paul-u ... a-fmi-kiev

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Ron Responds to Ukrainian Assault Launched on Pro-Russian Forces, tratto dal Ron Paul Channel, da parte di Ron Paul, ex deputato del Congresso statunitense per lo Stato del Texas con il Partito Repubblicano, ex candidato alla presidenza statunitense nel 1988, 2008 e 2012 quale promotore di una visione libertaria dell’America, saggista e opinionista è autore di vari libri tra i quali La terza America. Un manifesto ed End the Fed. Abolire la banca centrale. (Traduzione di Luca Fusari)

Sembra che la guerra civile in Ucraina stia sempre più peggiorando. L’Ucraina occidentale incitata dai suoi sostenitori Occidentali, cioè dalla Nato, dall’Unione europea, dagli Stati Uniti e dal Fmi (Fondo Monetario Internazionale), sta agendo per riprendere il controllo delle città dell’Ucraina orientale che sono state prese in consegna dai sostenitori della Russia.

Naturalmente sui media principali si afferma che sia stata la Russia ad aver iniziato tutta questa faccenda, e dunque tutto ciò deve essere fatto. La verità è che il colpo di Stato di alcune settimane fa, rovesciante il leader eletto Viktor Yanukovich, è stato fomentato dallo stesso gruppo: dalla Nato, dall’Unione europea, dagli Stati Uniti, e dal Fmi.

Da quando è iniziato tutto questo pasticcio gli Stati Uniti sono molto coinvolti, a tal punto da spendere più di 5 miliardi di dollari per controllare l’Ucraina, e questo intervento sta proseguendo. Ma i combattimenti in corso si presentano come una grave escalation che può andare fuori controllo, anche se ciò non è nell’interesse dell’Occidente e della Russia.

Ci sono stati un sacco di minacce ed intimidazioni sulle sanzioni e le restrizioni economiche, che potrebbero mandare tale situazione fuori controllo. Si aggiunga poi la recente promessa da parte del Fmi di 17 miliardi di dollari all’Ucraina in cambio di una condizione specifica: sbarazzarsi del controllo attuato dai sostenitori della Russia nelle città orientali.

Questa è una condizione che è stata posta a loro, quindi non è una sorpresa che, apparentemente tutto ad un tratto, stiamo assistendo ad attività più aggressive da parte degli ucraini occidentali al fine di cercare di conquistare queste città. Ironia della sorte, il Fmi non sembra avere molto buon senso nel cercare di aiutare il popolo ucraino, perché, al fine di ottenere questi 17 miliardi di dollari, essi devono non solo combattere e controllare l’Est ma dovranno anche aumentare le tasse e i prezzi del petrolio, il che non aiuterà la popolazione.

Questo è generalmente ciò che succede quando ci sono delle sanzioni imposte su un Paese o quando scoppia una guerra: la gente soffre e gli interessi particolari sembrano prosperare. Inoltre, penso che vi sia certamente una divergenza rispetto alle false dichiarazioni che gli ucraini occidentali sarebbero sulla difensiva, perché ora hanno istituito la coscrizione militare.

In tutta serietà, se un Paese deve difendersi da solo allora la popolazione si raduna spontaneamente senza dover usare la coscrizione militare per avere combattenti a disposizione. Io ritengo che questo pasticcio stia peggiorando.

Gli Stati Uniti stanno contribuendo a tali problemi. Sarebbe molto meglio per gli ucraini, per gli europei, per i russi, e per gli americani, che questi ultimi ne stessero fuori, seguendo i principi di una politica estera di non-intervento.

Non inviando soldi e non inviando a loro armi. Non venendo coinvolti e non prendendone le parti. Ritengo che il popolo ucraino potrebbe essere in grado di risolvere tutto questo da solo, e in miglior modo, rispetto a tale interferenza esterna.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mar mag 06, 2014 8:31 pm

Arrivati a Treviso i feriti ucraini
Sono otto e saranno curati negli ospedali veneti: Venezia, Mestre, Negrar, Abano, Peschiera, Treviso, Padova

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http://mattinopadova.gelocal.it/regione ... -1.9171076

TREVISO. E’ atterrato di buon mattino all’aeroporto Canova di Treviso il volo che ha portato in Veneto 8 pazienti ucraini, la maggior parte dei quali feriti negli scontri in corso nel loro Paese, che saranno curati negli ospedali veneti, dopo che il Presidente della Regione del Veneto ha accolto la richiesta fattagli dal Console Generale di Ucraina a Milano nel corso dell’incontro bilaterale del 21 marzo scorso.
Appena sbarcati i feriti sono stati presi in carico dagli equipaggi messi a disposizione dal Suem 118 della Regione e trasportati negli ospedali che si prenderanno cura di loro. Ad accoglierli c’era il Console Onorario di Ucraina per il Triveneto Marco Toson.
Si tratta dell’Ircss San Camillo di Venezia; della Casa di Cura Villa Salus di Mestre; dell’Ospedale di Negrar (Verona); della Casa di Cura di Abano (Padova); della Casa di Cura Pederzoli di Peschiera (Verona); dell’Ospedale Cà Foncello di Treviso; dell’Ospedale all’Angelo di Mestre; e dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
“Quando nel mondo viene chiesto aiuto alla sua sanità – ha detto il presidente della Regione – il Veneto risponde sempre ‘presente’ e lo è stato anche in questo caso. Abbiamo dato immediata disponibilità al Console Generale di Ucraina e in poche settimane è stato possibile portare a termine l’operazione. Diamo il benvenuto a questi feriti nella certezza che i nostri sanitari sapranno curarli al meglio e restituirli guariti alle loro famiglie e alla loro vita, con l’augurio che nel frattempo siano risolte le tensioni in atto”.
Gli otto pazienti arrivati oggi presentano tutti patologie che non sarebbe stato possibile curare al meglio in patria, e quasi tutti portano sul loro corpo esiti degli scontri avvenuti in Ucraina.
Si tratta in particolare di ferite d’arma da fuoco che hanno gravemente lesionato organi interni e articolazioni; di traumi cranici e oculari; di fratture ossee multiple. C’è anche una caso di intossicazione da sostanze chimiche, da gas di provenienza sconosciuta e da ammoniaca, che è stato inviato all’Azienda Ospedaliera di Padova.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » lun mag 12, 2014 6:48 pm

Donetsk indipendente: no a presidenziali e no all’annessione alla Russia

http://www.lindipendenza.com/donetsk-in ... lla-russia

L’autoproclamato governatore della regione orientale e russofona di Donetsk ha annunciato che il 25 maggio non si terranno le presidenziali ucraine, dopo l’esito plebiscitario del referendum di ieri (bollato come una farsa da l’Occidente) che ha visto stravincere i si’ alla secessione da Kiev. Denis Pushilin leader della cosiddetta “Repubblica Popolare di Donetsk” ha anche ribadito che non ci sara’ un voto per chiedere l’annessione alla Russia, come quello del 16 marzo in Crimea.

Sarebbero stati almeno l’89% i si’ al referendum separatista da Kiev nella regione orientale e russofona ucraina di Donetsk, dove, insieme a quella di Lugansk, si e’ votato ieri. Lo riferiscono fonti dei ribelli filo-russi senza possibilita’ alcuna di conferma indipendente, anche se l’esito, a prescindere dai numeri, era del tutto scontato. I voti a favore sarebbero stati l’89% mentre il 10% avrebbe votato contro la separazione da Kiev. Queste le cifre fornite da Roman Lyagin, capo della cosiddetta commissione elettorale di Donetsk. Lagavin, ha anche preannunciatio che “questi possono essere condierati i risultati finali”. L’affluenza a Donetsk secondo l’agenzia Ria Novosti sarebbe stata del 74,87%.

Piu’ alta a Lugansk – di cui non si hanno ancora i risultati, neanche quelli ufficiosi - dove avrebbe raggiunto l’80%. Le accuse degli Stati Uniti e dell’Unione europea alla Russia circa il referendum separatista condotto ieri nelle regioni dell’est ucraino sono “sciocchezze assolute”. Lo ha dichiarato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, intervistato dal quotidiano Kommersant. Le critiche dell’Occidente, secondo il quale la consultazione popolare e’ “illegale” e il Cremlino non ha fatto nulla di concreto per evitarla, sono respinte con forza da Peskov: “Perche’, l’Occidente non poteva impedire l’uso dei Btr (veicoli di trasporto truppe) a Slaviansk e Kramatorsk ed evitare la fucilazione di civili? Non hanno usato la loro influenza, e per loro va bene cosi’, mentre la Russia ha tutte le colpe”. Sulla possibilita’ di nuove sanzioni che potrebbero arrivare gia’ oggi, sulla base della posizione che assumera’ il Cremlino, il portavoce attacca: “A loro non importa come applicare gli accordi, se vi sia un dialogo, se si smette di sparare. Per loro e’ importante tenere le elezioni (presidenziali del 25 maggio) e chiudere la questione giuridica della legittimita’ del colpo di stato da loro organizzato”.

Putin, comunque, formulera’ una posizione “sulla base dei risultati” del referendum, ha spiegato il portavoce. “E’ difficile fare previsioni”, ha ammesso Peskov, senza argomentare se il destino della regione del Donbass seguira’ quello della Crimea: vale a dire l’annessione alla Russia. La settimana scorsa, Putin aveva fatto un appello, guardai con sospetto da Kiev, affinche’ i separatisti dell’est ucraino rimandassero il voto dell’11 maggio sullo status delle regioni orientali russofone. Dontesk e Lugansk, pero’, hanno deciso di andare avanti, ascoltando quella che a loro dire era la “volonta’ del popolo”. Iniziativa comunque che non trova la condanna del Cremlino: Putin era stato quello di Putin, ha sottolineato Peskov, era solo un “consiglio” e non una richiesta. Consiglio, che comunque, “anche tenendo conto della credibilita’ del presidente della Federazione russa, era difficile da ascoltare”. “In considerazione di combattimenti reali, i residenti sono costretti ad agire sul suo piano e sulla base della situazione reale”, ha poi aggiunto, lasciando intendere di fatto l’appoggio di Mosca alla consultazione popolare.

Secondo politologi russi, sentiti dall’agenzia Rbc, davanti al plebiscito registratosi alle urne “e’ impossibile non tener conto dei risultati di ieri”. Come sostiene Aleksei Chesnakov, direttore del Centro di congiuntura politica, ora Kiev e i leader delle cosiddette repubbliche popolari saranno costretti ad aprire negoziati “o sulla loro separazione o sul formato della loro futura convivenza”.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » dom mag 25, 2014 7:25 pm

E’ nata la “Nuova Russia”, Donetsk e Lugansk insieme

http://www.lindipendenza.com/e-nata-la- ... sk-insieme

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Da oggi, c’è uno Stato in più. Le autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk si sono unite in un ‘nuovo Stato’: lo ha annunciato il presidente della Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, citato dalle agenzie russe. La denominazione scelta è quella di Novorossiya (Nuova Russia).

I “premier” di Donetsk, Alexander Borodai e quello di Lugansk, Alexei Karyakin hanno affermato che «non riconosciamo il presidente e il parlamento dell’Ucraina: le Repubbliche di Donetsk e Lugansk sono Stati indipendenti. Riconosceremo il governo del nuovo presidente che sarà eletto (a Kiev, ndr) se loro riconosceranno la nostra indipendenza» e «ritireranno immediatamente le truppe dal nostro territorio».
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » dom mag 25, 2014 7:33 pm

Russia all’Occidente: rispettate il diritto dei popoli di decidere il futuro

http://www.lindipendenza.com/russia-all ... i-decidere


Inizialmente l’agenda della conferenza di Mosca prevedeva una discussione sulle prospettive di regolamento dei conflitti nel Vicino e Medio Oriente e nell’Asia meridionale. Da un po’ di mesi questi importanti problemi restavano all’ombra della crisi ucraina. Ciò era dovuto in gran parte alla posizione dei paesi occidentali che alla reale cooperazione hanno preferito una politica di contenimento della Russia, ha rilevato Sergej Lavrov parlando alla conferenza.

Il continente europeo, dove nel secolo scorso scoppiarono due catastrofi internazionali di portata globale, invece di dare a tutto il mondo un esempio del pacifico sviluppo e della cooperazione su ampia scala, sta nuovamente attirando su di se la maggior parte dell’attenzione della comunità internazionale. Questa situazione non può non preoccupare, tanto più che non si tratta di una coincidenza, ma piuttosto di una logica conseguenza dell’evoluzione della situazione in Europa negli ultimi 25 anni.

I nostri partner occidentali non hanno saputo approfittare della possibilità, veramente storica, di costruire una Grande Europa senza linee di divisione e hanno preferito l’usuale logica di allargamento verso l’Est dello spazio geopolitico da loro controllato. In sostanza ciò ha significato, anche se in forma attenuata, la continuazione della politica di contenimento della Russia.

Invece di armonizzare i progetti integrativi in Europa e Eurasia, sono stati compiuti dei tentativi di mettere rigidamente gli Stati postsovietici di fronte alla scelta tra l’Est e l’Ovest. Nelle condizioni della fragile situazione politica interna in Ucraina questa pressione è risultata sufficiente per provocare una grave crisi dello Stato ucraino. Sergej Lavrov ha rilevato: Se tutti noi vogliamo sinceramente aiutare il popolo ucraino a superare questa crisi, dobbiamo rinunciare in maniera risoluta ai famigerati giochi con risultato zero, all’incitazione degli umori xenofobi e neonazisti, all’intenzione di lasciarci guidare dal pericoloso complesso di superiorità che, alludendo alla politica UE nei confronti dell’Ucraina, Helmut Schmidt recentemente ha definito “megalomania”.

Il ministro degli Esteri della Russia ha esortato a trarre dagli eventi ucraini una lezione corretta, ad avviare quanto prima l’attuazione dei principi della sicurezza equa e indivisibile nello spazio euro-atlantico e alla formazione di un unico spazio economico e umanitario da Lisbona a Vladivostok.

Purtroppo gli schemi basati sulla propria esclusività, sull’uso dei doppi standard, sulla voglia di trarre dei vantaggi geopolitici unilaterali dalle situazioni di crisi, vengono applicati non solo in Europa, ma anche in altre regioni. Ciò compromette l’efficacia degli sforzi intrapresi per il superamento delle crisi. Nelle situazioni analoghe si usano approcci totalmente diversi. In sostanza, alle stesse forze in alcuni casi si dà il sostegno (come è stato in Libia, quando i nostri colleghi della NATO hanno attivamene sostenuto gli oppositori del regime) e in altri casi si oppone una resistenza armata, le forze si proclamano terrorististiche (come è successo in Mali, dove le persone che hanno rovesciato Gheddafi contrastavano i contingenti internazionali). Di conseguenza le parti dei conflitti interni sono tentate a ispirare un’ingerenza armata dall’esterno per raggiungere i propri scopi. Questi scopi spesso non hanno nulla a che vedere con la lotta per la democrazia e i diritti dell’uomo.

Le operazioni di cambio dei regimi negli Stati sovrani ledono la stabilità internaionale. Le “rivoluzioni colorate” di ogni sorta, i tentativi di imporre ai popoli delle proprie ricette dei cambiamnti che non tengono conto delle tradizioni e delle specificità nazionli, la cosiddetta “esportazione della democrazia”, tutto ciò incide in maniera distruttiva sulle relazioni internazionali, crede il ministro russo.

Un modello delle relazioni interstatali potrebbe essere l’interazione russo-cinese basata sul reciproco rispetto degli interessi e sull’efficiente lavoro per il bene dei propri paesi e di tutta la comunità internazionale. Proprio su queste basi deve essere creato un nuovo sistema internazionale delle relazioni policentriche in tutti i suoi componenti, compresa la cooperazione internazionale per il rafforzamento della sicurezza regionale. Un ruolo positivo potrebbe essere svolto dai principi comuni, da concordare, per il regolamento delle crisi, che escludano il doppio standard. Alla base degli sforzi per favorire il regolamento delle situazioni di crisi ci deve essere il rispetto per il diritto dei popoli a decidere autonomamente, senza ingerenza esterna, il proprio destino, ha rilevato il capo della diplomazia russa.

DI SERGHEI DUZ – TRATTO DA http://italian.ruvr.ru
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer set 03, 2014 5:30 pm

4mila soldati Nato schierati contro la Russia. Dove si va a sbattere?

http://www.lindipendenzanuova.com/4mila ... a-sbattere

La Russia non è più un partner strategico per l’Europa e la responsabilità di questo ricade tutta sulla leadership russa, anche se bisogna costantemente cercare di creare le condizioni affinché ci sia un riavvicinamento tra Unione europea e Mosca, perché la soluzione della situazione in Ucraina non può essere militare ma deve necessariamente arrivare dalla politica. È questa la posizione del ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, illustrata durante la presentazione al Parlamento europeo delle priorità del semestre italiano di presidenza del Consiglio Ue. “Non esiste più un partenariato strategico fra Ue e Russia per scelta di Mosca” ha detto Mogherini citando le dichiarazioni del presidente tedesco Joachim Gauck pronunciate ieri a Danzica. Parole che dette dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue in pectore assumono tuttavia un significato più ampio, sintomo di una tensione altissima fra Ue, Nato e Russia per la crisi in Ucraina alla vigilia del summit del Patto Atlantico in programma giovedì in Galles al quale parteciperà anche il presidente ucraino Petro Poroshenko (al vertice la Nato darà vita a una forza di reazione rapida di 4 mila uomini, pronta ad essere schierata entro 48 ore in qualsiasi Stato membro dell’Alleanza). E anche se le dichiarazioni di Gauck in realtà sono solo “un’istantanea del momento” e la soluzione al conflitto ucraino non può arrivare dalle armi, il ministro italiano ha sottolineato tuttavia che “occorre garantire che i membri della Nato dell’Europa dell’Est, quelli che hanno una frontiera comune con la Russia, siano sicuri che l’articolo 5 dell’Alleanza non sia lettera morta e che la Nato possa intervenire per garantirne la sicurezza”. Anche perché, ha denunciato, “la situazione sul terreno sta diventando sempre più drammatica, parliamo di un’aggressione” ed è “necessario reagire nel modo più forte possibile in modo da mettere pressione per trovare una soluzione politica”.
Un concetto che tradotto sul campo, in attesa dell’annunciata task force, vuol dire quattromila soldati di Paesi della Nato, impegnati da oggi per circa un mese in esercitazioni sul fronte orientale con il supporto di blindati e aerei. Manovre che, precisa l’Alleanza, avrebbero dovuto essere a guida Usa ma visto l’evolversi della situazione in Ucraina sono passate direttamente sotto il comando della Nato. Quella cominciata oggi, tuttavia, è solo la prima di una serie di esercitazioni che si terranno nei prossimi giorni in quell’area, tutte comunque programmate prima dell’invasione russa in Crimea. Movimenti che tuttavia fanno dire a Mosca che Nato e Stati Uniti stanno “facendo di tutto per esacerbare le tensioni” e preso atto del rafforzamento delle forze Nato alle frontiere russe il Cremlino adatterà la sua dottrina militare a questa nuova strategia (a dirlo è Mikhail Popov, segretario aggiunto del Consiglio di Sicurezza russo). Nel frattempo l’Ue prosegue nel cammino tracciato per le sanzioni contro la Russia (da domani a venerdì gli ambasciatori degli Stati presso la Ue discuteranno le nuove misure da adottare), che saranno decise se non ci saranno azioni concrete di allentamento delle tensioni in Ucraina, ha chiarito il ministro Mogherini sottolineando comunque che il pacchetto di misure allo studio fa “parte di una strategia che assieme alla pressione cerca anche una via diplomatica”. La responsabile della Farnesina ha invitato quindi il governo russo, che continua comunque a far pervenire voci di apertura al dialogo, “da una parte a far seguire fatti positivi e non negativi alle parole” e dall’altra a prendere in considerazione le conseguenze negative che le sanzioni stanno già avendo sull’economia, “prima che arrivino ad incidere in modo molto pesante sulla vita quotidiana dei cittadini russi”.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mar set 09, 2014 8:21 pm

???

Ucraina, "Basta con gli abusi e i crimini di guerra da parte dei battaglioni di volontari pro Kiev"

http://www.repubblica.it/solidarieta/di ... ef=HREC1-1

Lo chiede Amnesty International alle autorità ucraine che "non devono replicare l'assenza di legge nelle aree precedentemente controllate dai separatisti". Si tratta di uno degli oltre 30 battaglioni di volontari apparsi durante il conflitto, parzialmente integrati nelle strutture di sicurezza ucraine impegnate a riconquistare le aree controllate dai separatisti

ROMA - In un incontro avuto oggi col primo ministro Arseniy Yatsenyuk, il segretario generale di Amnesty International Salil Shetty ha sollecitato il governo ucraino a porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni volontari che operano accanto alle forze armate di Kiev. "Le autorità ucraine non devono replicare l'assenza di legge e gli abusi ricorrenti nelle aree precedentemente controllate dai separatisti" - ha dichiarato Shetty da Kiev. "Non fermare gli abusi e i possibili crimini di guerra dei battaglioni volontari rischia di aggravare significativamente la tensione nell'est del paese e di vanificare il proclamato intento delle nuove autorità ucraine di rafforzare e proteggere lo stato di diritto in modo più ampio" - ha aggiunto Shetty.

Il battaglione Aidar. La richiesta di Amnesty International arriva il giorno dopo la pubblicazione dei risultati delle ricerche svolte dall'organizzazione per i diritti umani nella regione di Luhansk, secondo i quali il Battaglione Aidar ha commesso una numerosa serie di abusi. Si tratta di uno degli oltre 30 battaglioni di volontari apparsi durante il conflitto, parzialmente integrati nelle strutture di sicurezza ucraine impegnate a riconquistare le aree controllate dai separatisti. Amnesty International ha documentato un crescendo di abusi, tra cui sequestri di persona, detenzioni illegali, maltrattamenti, rapine, estorsioni e forse anche esecuzioni, commessi dal Battaglione Aidar. In alcuni casi si tratta di crimini di guerra.

La richiesta alle autorità ucraine. L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto alle autorità ucraine di riportare tutti i battaglioni volontari, compreso Aidar, sotto un'effettiva linea di comando e di controllo, indagare immediatamente su tutte le denunce di abusi e consegnare alla giustizia i responsabili. Il primo ministro ucraino ha dichiarato ad Amnesty International l'impegno del governo a chiamare tutti i responsabili degli abusi commessi nel corso del conflitto a rispondere del loro operato. "Amnesty International apprezza l'impegno del governo ucraino a riportare e ad assicurare giustizia nelle zone colpite dal conflitto. Verificheremo che questo impegno sia mantenuto" - ha concluso Shetty
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer set 10, 2014 8:53 pm

Etnicità 35.
Il Caso Ucraina: E’ Sempre Per L’energia – Il (Parte 4)


http://www.veneto.antrocom.org/blog/?p=1819

Posted on settembre 8, 2014 flavia

Per capire meglio la questione ucraina, soprattutto per capire come mai un presidente inetto come Obama (pensate alla Libia post-Gheddafi, o alla Siria) mostri la faccia feroce nei confronti della Russia a proposito della questione ucraina, bisogna come al solito guardare all’energia. Uno infatti si potrebbe chiedere perché non solo non si permetta l’autodeterminazione di regioni che sono sempre state russe dal 1400 circa, ma fin dal golpe di Piazza Indipendenza (Maidan) non si sia preso in considerazione da parte dei nuovi “principi” dell’Ucraina la possibilità di una larga autonomia (tipo quella che ha l’Alto Adige/SudTirol in Italia, o la Catalogna, o la Scozia, o il Quebec). Va bene essere nazionalisti, ma siamo nel terzo millennio e l’Occidente, cui l’Ucraina arancione aspira, si dichiara civilizzato.
Ora come l’Italia mostrò i muscoli negli anni Cinquanta e Sessanta in Alto Adige/Sud Tirol per via del cosiddetto “oro azzurro”, ovvero l’acqua per le centrali idroelettriche che dovevano far marciare le fabbriche del nord (dighe idroelettriche che la popolazione non voleva), anche il governo di Kiev non ha intenzione di lasciare la minima autonomia al Donbass perché la regione non solo è ricca di shale gas (gas da scisto), ma anche perché si è già venduta lo sfruttamento dei i giacimenti gassiferi.

Stime di shale gas nell'Europa orientale
...

Multinazionali partecipanti alle gare per lo shale gas in Ucraina
...



Si è scoperto infatti che il bacino del Dniepr-Donets è uno delle regioni più ricche di petrolio e gas dell’Ucraina per un valore pari al 92% della produzione ucraina e, secondo l’EIA (US Energy Information Administration), può possedere 42 tcf (trilioni di piedi cubici, unità di misura dell’industria del petrolio e del gas) di risorse di shale gas tecnicamente convertibili da 197 tcf di shale gas stimato sul posto. Secondo la EIA lo sfruttamento di queste risorse non solo renderebbe l’Ucraina indipendente energeticamente, ma se sfruttato da “industrie amiche” renderebbe “inutile” il petrolio mediorientale, una materia prima troppo politicamente costosa per gli USA il che giustificherebbe anche lo strano disinteresse dell’amministrazione Obama per il Medio Oriente. Un Medio Oriente in preda alle convulsioni dell’Islam fanatico renderebbe difficile l’approvvigionamento di petrolio da parte della Cina, sempre assetata di energia, o dell’India e in genere da parte dei BRICS (Russia esclusa), ma non creerebbe gravi problemi energetici agli USA che, col 2015, grazie allo shale gas, raggiungeranno l’indipendenza energetica e che possono sempre contare sulla buona vecchia politica “copertura militare vs energia” nei confronti dei paesi dell’est europeo. Un ulteriore bonus sarebbe che le nuove fonti energetiche dello shale gas, che potrebbero rifornire l’industria europea, rimarrebbero in mano americana.

Shale gas in Ucraina
...


Questo scenario politico-energetico acquista spessore quando scopriamo che la Burisma Holdings, il più grande produttore di gas dell’Ucraina ha appena “assunto” come assistente legale R. Hunter Biden, presidente del Board of the World Food Programme U.S.A., insieme con la più grande organizzazione umanitaria del mondo, the United Nations World Food Programme, ma soprattutto figlio di Joe Biden, attuale vicepresidente degli USA.
In poche parole l’Ucraina (o meglio coloro che hanno spinto per il colpo di Stato di Piazza Indipendenza/Maidan) ha deciso di non permettere che una crisi (inscenata o no) o guerra civile vada sprecata, e mentre la lotta infuria tutt’intorno, i residenti locali raccontano come soldati ucraini stiano aiutando a installare impianti per produzione di shale gas nel Donbass in particolare presso la città di Slavyansk, che è stata bombardata e presa a cannonate negli ultimi tre mesi precedenti, (http://en.itar-tass.com/world/742366). Qual è ragione per questa fretta? In tempo di pace, il processo potrebbe durare molti anni, durante i quali l’Europa sarebbe sotto la dittatura energetica di Putin. Ma, metteteci di mezzo una guerra civile, e pochi noteranno e ancor meno si preoccuperanno del fatto che un processo che avrebbe dovuto durare quasi un decennio, se non di più, dovendo negoziare con le obiezioni popolari al fracking, può invece essere completato in mesi!
“I civili protetti dall’esercito ucraino si stanno preparando per installare impianti di perforazione. Altre attrezzature vengono portate in loco”, ha annunciato la Burisma, aggiungendo che i militari stanno accerchiando la futura area di estrazione. La Burisma infatti ha i diritti per sfruttare i campi di shale gas della bacino del Dniepr-Donetsk dell’est Ucraina.

Le regioni insorte in Ucraina
...


La gente di Slavyansk, che si trova nel cuore del giacimento di shale gas di Yzovka, aveva organizzato numerose azioni di protesta in passato contro il progetto. Essi avrebbero anche voluto chiedere un referendum su questo tema. Gli ambientalisti erano particolarmente preoccupati delle conseguenze dell’hydrofraking, un metodo utilizzato per l’estrazione del gas di scisto, che implica l’uso di agenti chimici. Poiché Repubblica Ceca, Olanda, Francia e Germania hanno proclamato una moratoria sullo sfruttamento dello shale gas, si può dire che l’Ucraina è potenzialmente l’ultimo posto rimasto in Europa con una notevole quantità di gas di scisto e nessun divieto di perforazione, un fatto molto prezioso per coloro che vogliono sviluppare una delle principali fonti di shale gas, una fonte che ridurrebbe la dipendenza dell’Europa dal gas russo. Non è un caso forse che Olanda e Gran Bretagna, i paesi più assatanati nel puntare l’indice contro gli indipendentisti nel dramma dell’abbattimento dell’aereo malaysiano, siano anche la base della Shell che nel maggio 2012 vinse la gara per l’appalto dello sfruttamento dei giacimenti di Yuzovka.
Che la partita sullo shale gas sia di primaria importanza per gli USA, si può vedere sia dalla rabbia per il tentennamento europeo sia dai progetti per un nuovo mini colpo di stato come è stato smascherato dal Financial Times (alcuni estratti sono qui: http://www.zerohedge.com/news/2014-02-0 ... nd-ukraine ). Dalla telefonata si evince non solo che l’uomo degli Usa è Yatsenyuk, ma che la loro punta di diamante sono Vitali Klitschko, leader dell’UDAR, un partito liberale di centrodestra, e Oleh Tyahnybo, il leader del gruppo ultranazionalista Svoboda, nato come Partito Social-Nazionale dell’Ucraina il cui simbolo è la Wolfsangel Rune, su cui torneremo.
La guerra per l’energia fa luce anche sulla singolare inflessibilità di USA ed UE rispetto al ritorno della Crimea alla madrepatria russa. Alcuni pensavano che fosse soprattutto una questione militare viste le basi della marina russa a Sevastopoli, ma anche i giacimenti del Mar Nero giocano un fattore decisivo.

I giacimenti nel Mar Nero
...


Un consorzio guidato da compagnie petrolifere internazionali (IOC), ExxonMobil e Shell, con il contributo di OMV Petrom (OMV) provenienti dalla Romania e l’Ucraina National Oil Company Nadra Ukrainy è stato selezionato dal governo ucraino per sfruttare il giacimento di gas naturale Skifska nella piattaforma continentale ucraina del Mar Nero.
Nel maggio 2012, il governo ucraino aveva già scelto due importanti aziende, la Shell in collaborazione con la Chevron Corporation (Chevron) per esplorare e sviluppare due grandi prospezioni onshore di giacimenti di gas di scisto.
Nel giugno 2012, Kiev emise bandi di gara per le compagnie petrolifere internazionali per l’esplorazione e lo sviluppo dei due giacimenti offshore di gas naturale Skifska e Foroska situati in piattaforma continentale ucraina. Nel settembre 2012, la Shell e la locale Ukrgazvydobuvannia prevedevano di iniziare la perforazione del primo pozzo di saggio nel quadrante Pervomaysky della regione di Kharkiv con l’accordo che salute, sicurezza e condizioni ambientali del sito dovessero soddisfare i requisiti della Shell. Tutte queste iniziative sono parte della politica dell’Ucraina di diversificare il proprio portafoglio di approvvigionamento di energia al di fuori della Russia, una dipendenza che regolarmente provoca tensioni politiche tra i due paesi e alcuni danni collaterali in Europa occidentale.

Qualche nota sulla destra nazionalista ucraina

Settore Destro
...
(pravý / Pravyy Sektor) è un partito politico nazionalista ucraino che ha avuto origine nel novembre 2013 come una confederazione paramilitare durante le proteste Euromaidan a Kiev, dove ha fornito supporto logistico e di leadership tattica. Gruppi fondatori sono Trident (Tryzub), guidato da Dmytro Yarosh e Andriy Tarasenko e Assemblea Nazionale Ucraina o National Self-Defense (UNA-UNSO), una formazione politica paramilitare. Altri gruppi fondatori sono i Patrioti dell’Ucraina, il Partito Social-Nazionale, il Martello Bianco, e il Carpazi Sich.
Martello Bianco fu espulso marzo 2014.

Scontri a Piazza Indipendenza (Euromaidan)
...

Il gruppo è stato caratterizzato dai media internazionali come destra, di estrema destra, nazionalista, o ultranazionalista, da alcuni come nazionalista radicale, neofascista, o neo-nazista. Settore Destro si costituì a fine novembre 2013 come una confederazione di ultras tifosi di calcio e gruppi della destra nazionalista o neofascisti: Patrioti dell’Ucraina (Andriy Belitsky), l’Assemblea sociale-nazionale, Trident (Dmytro Yarosh), UNA-UNSO (Yuriy Shukhevych), Martello Bianco, e Carpazi Sich. L’organizzazione si considera all’interno della tradizione di partigiani ucraini, come l’Esercito Insurrezionale Ucraino, che combatté nella seconda guerra mondiale contro l’Unione Sovietica e sia a favore che contro l’Asse. Dmitro Yarosh, il leader di Settore Destro, ha addestrato nazionalisti armati in esercitazioni militari fin dal crollo dell’Unione Sovietica. Il co-fondatore, Andriy Tarasenko, disse in un’intervista all’agenzia di stampa LIGA, nel gennaio 2014, che la maggior parte dei partecipanti erano “cittadini comuni non collegati a nessun organizzazione“.
Settore Destro riceve alcuni finanziamenti dalla diaspora ucraina. Il New York Times ha scritto che Settore Destro, (‘una coalizione di ultranazionalista e in alcuni casi con organizzazioni neo-naziste al suo interno,’) ha tentato di prendere le distanze dall’antisemitismo, citando l’impegno di Yarosh di combattere il razzismo in Ucraina. Secondo il tedesco Spiegel online, Dmytro Yarosh ha dichiarato che l’antisemitismo non è una parte dell’ideologia di Settore Destro, anche se lui stesso ha scritto un libro in cui si chiede,

mi chiedo come avviene che la maggior parte dei miliardari in Ucraina siano ebrei?

Tuttavia Il gruppo ha partecipato a manifestazioni in sostegno di Israele, nella città di Dnipropetrovsk il 28 luglio 2014, dicendo:

Noi, come Israele, impariamo l’unità; imparare ad amare e difendere il loro paese, in guerra con il nemico più atroce e vile – il terrorismo.

Settore Destro è l’unico gruppo attivista ucraino che si oppone l’adesione all’Unione Europea. Esso vede l’UE come un “oppressore” delle nazioni europee. Fonti accademiche e dei media hanno descritto due dei gruppi costituenti di Settore Destro come neofascisti e neonazisti. A proposito vale la pena di guardare il seguente reportage della BC: Neo-Nazi threat in new Ukraine: NEWSNIGHT
I gruppi componenti di Settore Destro sono:

La
Assemblea Social-Nazionale Ucraina
(SNA),
Membri della Assemblea Social-Nazionale Ucraina SNA
fondata nel 2008, è un insieme di organizzazioni e di gruppi radicali ultra-nazionalisti e neo-nazisti, che condividono l’ideologia social-nazionale e concordano per la costruzione di uno stato sociale-nazionale in Ucraina. Si trova all’estrema destra della scena politica ucraina e si è costruita attorno ai “Patrioti dell’Ucraina“. Alla fine di novembre del 2013 sia del S.N.A. e i “Patrioti dell’Ucraina” entrarono in un’associazione con diversi altri gruppi di estrema destra ucraini che portò alla formazione di Settore Destro. La S.N.A. è anche segnalata per essere vicino a Svoboda, e a Yuriy Zbitnyev, il leader del partito politico nazionalista “Nova Syla” (Forza Nuova). Nel corso del 2014 la rivoluzione ucraina, i militanti della SNA e dei “Patrioti di Ucraina” furono in prima linea degli scontri di piazza a Kiev. Secondo Igor Krivoruchko, il leader del SNA di Kiev, i suoi membri iniziarono gli scontri con la polizia vicino al Presidential Administration Building (Kiev) e avviarono le rivolte di Hrushevskoho Street. Il 18 febbraio 2014 sequestrato e bruciarono l’ufficio centrale del partito di governo – il Partito delle Regioni – a Kiev. Nel mese di marzo 2014 la Assemblea Social-Nazionale creò un gruppo di volontari armati il Battaglione Azov. Nel maggio 2014, Kiev concesse al Battaglione Azov status ufficiale e cominciò a rifornirlo di armi.

Il Partito Social-Nazionale di Ucraina

(SNPU)
la WolfsAngel Runa
La WolfsAngel Runa e gli emblemi di SNPD e di Svoboda

è un gruppo politico di estrema destra fondato nel 1991 a Lviv, ma registrato solo nel 1995. Il nome faceva esplicito riferimento al Partito nazionalsocialista di Hitler (spesso evocato col segno 88 che letto dà HH ovvero Heil Hitler) e aveva come simbolo le lettere N e I intrecciate da “Idea Natsii” (Idea di Nazione). L’intreccio tuttavia riprendeva esattamente la Wolfsangel runa che era l’emblema della divisione SS Das Reich del Terzo Reich.

Panzer della 2a divisione SS Das Reich con l''insegna della runa WolfsAngel

Il SNPU creò un braccio paramilitare chiamato Patrioti dell’Ucraina nel 1999 come associazione di sostegno per le Forze Armate Ucraine. L’associazione paramilitare fu sciolta nel 2004 durante la ristrutturazione del SNPU e ricomparve nel 2005 a sua volta ristrutturata. Nel 2004 il partito si riaggregò sotto il nome di Svoboda, di cui tre membri oggi hanno posizioni di prestigio nel governo ucraino. Svoboda tagliò ufficialmente l’associazione col SNPU nel 2007, ma le due organizzazioni rimangono informalmente legate. Il presidente di Svoboda, Oleh Tjahnybok, dichiarò nel 2004 in occasione dell’anniversario del OUN che questa organizzazione era gloriosa per aver combattuto “
Moscoviti, tedeschi, ebrei e altra feccia che volevano prendersi il nostro stato ucraino” (cfr: Rudling, Per Anders, Ruth Wodak and John E. Richardson, ed. The Return of the Ukrainian Far Right: The Case of VO Svoboda. New York: Routledge. pp.229–247).

Il SNPU è una organizzazione neonazista, con teorie razziste, nazionaliste, militariste e autoritarie. Esso è strettamente associata con i Patrioti dell’Ucraina.
I Patrioti dell’Ucraina è un’organizzazione nazionalista ucraina con convinzioni politiche razziste e neo-naziste, attiva principalmente in Ucraina orientale, dove ha organizzato attacchi contro gli stranieri e gli studenti internazionali. Essa costituisce un’ala paramilitare dell’Assemblea Social-Nazionale Ucraina (SNA), un insieme di organizzazioni e gruppi neonazisti fondato nel 2008, che condividono l’ideologia social-nazionale e concordano per la costruzione di uno stato social-nazionale in Ucraina. Sia i Patrioti dell’Ucraina che lo SNA si impegnano nella violenza politica contro le minoranze e gli oppositori politici. Il leader di Patrioti dell’Ucraina e dell’Assemblea Social-Nationale è Andriy Belitsky.


L’Assemblea Nazionale Ucraina – Ucrainian National Self-Defense

(UNA-UNSO)

Euromaidan con le bandiere dell'UNA-UNSO

è un’organizzazione politica ucraina percepita come di estrema destra in Ucraina e all’estero. Fu fondata da veterani della guerra sovietica in Afganistan come reazione alla creazione del Comitato Statale sullo Stato di Emergenza sorto a Mosca (noto anche la Gang degli Otto che tentò il colpo di stato contro Gorbaciov nel 1991). Essa ha agito come ala (partito) politico legale dell’organizzazione, e il 22 maggio 2014 si è fusa all’interno di Settore Destro, ma l’UNA-UNSO continua a operare in modo indipendente. UNA-UNSO è anche segnalato per avere stretti legami con il Partito nazional-democratico tedesco (NDP). Fin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 i membri para-militari di attacco UNA-UNSO sono stati dietro ogni rivolta contro l’influenza russa. L’unico filo di collegamento nelle loro campagne violente è sempre anti-Russia. L’organizzazione, secondo fonti di veterani dell’intelligence USA, fa parte di una organizzazione segreta NATO “GLADIO“, e non è un gruppo nazionalista Ucraino come ritratto nei media.

emblema dell'UNA-UNSO

Secondo queste fonti, i membri dell’UNA-UNSO sono stati coinvolti (notizia confermata ufficialmente) negli eventi lituani nel inverno del 1991, nel colpo di stato sovietico dell’estate 1991, nella guerra per la Repubblica Pridnister del 1992, nella Guerra anti-Mosca in Abkhazia nel 1993, nella guerra cecena, nella campagna in Kosovo contro i serbi, e l’8 agosto 2008 nella guerra in Georgia. Secondo questi rapporti, para-militari UNA-UNSO sono stati coinvolti in ogni guerra “sporca” della NATO nel periodo post-guerra fredda, sempre nel campo pro NATO.
Queste persone sono i mercenari utilizzati in tutto il mondo per combattere la sporca guerra della NATO, e per inquadrare la Russia, perché questo gruppo finge di essere parte delle forze speciali russe. Questi sono i “cattivi ragazzi”, dimenticate i nazionalisti da vetrina, questi sono gli uomini dietro i fucili da cecchino [di Piazza Indipendenza, ndr].

sottolineano le stesse fonti di veterani dell’intelligence USA.


Tryzub

(Tridente)

Dmytro Yarosh leader di Tryzub e attuale leader di Settore Destro.


Emblema di Tryzub

è una organizzazione paramilitare ucraina di estrema destra fondata nel 1993 dal Congresso dei Nazionalisti Ucraini. Il nome “Tryzub” (“Тризуб”) è il nome dello stemma dell’Ucraina, dove la forma anteriore assomiglia a un tridente. Mentre in Ucraina vi è il termine speciale “тризубець” per un tridente di per sé, la forma sullo stemma è specificatamente chiamato con un termine derivato “тризуб”. La differenza tra “тризубець” e “тризуб” non è completamente traducibile, tuttavia assomiglia a una forma intermedia tra un tridente e una Trishula. Mentre il primo è più profano, la seconda è più intrinsecamente collegata con il simbolismo. Il logo organizzazione è composto dalla descrizione ufficiale di “spada di Cristo e la trysub, come quella dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini”.
Il suo nome completo è Organizzazione Completamente Ucraina (All-Ukrainian) Stepan Bandera “Tryzub” e afferma che il suo obiettivo principale è quello di creare lo Stato Unito Ucraino Indipendente. Secondo Tryzub, i nemici per raggiungere questo obiettivo sono
L’imperialismo e lo sciovinismo, il fascismo e il comunismo, il cosmopolitismo e lo pseudo-nazionalismo, il totalitarismo e l’anarchia, il male che cerca di parassitare il sudore e il sangue di ucraini

Tryzub divenne la base per la formazione di Settore Destro.


Sich

(Carpathian Sich, Карпатська Січ)

Manifesto per il reclutamento del Sich

è un gruppo cosacco di estrema destra della Transcarpazia che si ricollega allo storico Carpathian Sich.

Formazioni del Sich nel 1939

Il Carpathian Sich venne costituito nel novembre 1938 sotto Avgustyn Voloshyn, il primo ministro moderato nazionalista ucraino della Regione Autonoma della Pre-Carpazia all’interno Cecoslovacchia. Anche se i leader del Sich erano nazionalisti ucraini locali della Trans-Carpazia, la maggior parte delle sue forze consisteva di attivisti ucraini che avevano attraversato le montagne della Galizia. In opposizione al governo cecoslovacco, il Sich cominciò a terrorizzare i filo-Russi locali ed gli ebrei. Nel settembre del 1939, 600 veterani del Sich furono autorizzati dai servizi segreti tedeschi (l’Abwehr) a formare una unità di combattimento della forza di un battaglione che partecipò all’invasione tedesca della Polonia.
L’

Organizzazione Nazionale Ucraina

(OUN),

Manifestanti con bandiere del OUM e di Svoboda

come si è visto, nacque nel 1929 nell’Ucraina occidentale. Dopo il 1945 l’OUN continuò a combattere i sovietici unendosi alle organizzazioni anticomuniste polacche, cubane e vietnamite. Con la caduta del comunismo l’OUN riprese l’attività in Ucraina.
Considerando che i gruppi di estrema destra facenti parte di Euromaidan erano piuttosto espliciti come si evince dalle numerose foto scattate in quei giorni, la minimizzazione fatta dai media e dai governi occidentali che presentavano gli elementi di estrema destra come minoritari e agenti provocatori è particolarmente grave.

Dimostranti a Euromaidan

I gruppi paramilitari e i battaglioni internazionali nell’esercito ucraino: il caso del Battaglione Azov.



Quando le elezioni portarono al potere Poroshenko e diedero un risultato sfavorevole ai gruppi dell’estrema destra ucraina la UE tirò un sospiro di sollievo, ma era giustificato quel sospiro? La destra neonazista Ucraina aveva davvero intenzione di avere un successo politico in elezioni democratiche o aveva più ambiziose intenzioni ovvero di prendere possesso delle effettive chiavi del potere? Analizzando la guerra in Ucraina contro le regioni di Donesk e Lughansk possiamo vedere come l’esercito regolare ucraino faccia sempre più ricorso a gruppi di miliziani, un fatto sconcertante per un esercito regolare.

Formazione del Battaglione Azov

I gruppi paramilitari inquadrati nell’esercito ucraino sono designati come Battaglioni di Difesa Territoriale e, in generale, derivano il loro nome dalla zona da cui proviene la maggior parte delle loro reclute. La maggior parte delle unità rientrano sotto il comando del Ministero dell’Interno e del Ministero della Difesa, tuttavia la maggior parte dei battaglioni è ampiamente autonoma, finanziata con fondi provenienti da vari donatori, e sono uniti dal principio di voler conservare una Ucraina unita e scacciare gli insorti russi. Questi battaglioni non vanno confusi con le unità “Omega“, “Jaguar” o “Bars“, che sono nomi di unità delle forze speciali ucraine. Mentre le unità delle forze speciali sono tutte le forze regolari del Ministero dell’Interno dell’Ucraina, i battaglioni di difesa territoriali sono formati da vari volontari che non sono tenuti ad avere una formazione militare prima di aderire. Più di 5.600 volontari hanno aderito in tutta l’Ucraina al fine di combattere i separatisti russi.
Tra i Battaglioni di Difesa Territoriale i più famosi sono il battaglione Dnipro, il Battaglione Donbas (il primo battaglione a formarsi e dipende dal Ministero dell’Interno), il battaglione Donetsk e il battaglione Azov (una lista dei battaglioni si può trovare qui (http://en.wikipedia.org/wiki/Territoria ... n_(Ukraine)).
Il battaglione Azov (Батальйон «Азов») è una battaglione paramilitare parte dei Battaglioni di Difesa Territoriale ucraini, unità di volontari della Guardia Nazionale, gestita dal Ministero degli Affari Interni dell’Ucraina. Il battaglione ha sede a Mariupol nella regione costiera del Mar d’Azov. Il comandante di battaglione è Andriy Biletsky, leader dei gruppi politici social-nazionalisti Partito Social-Nazionale (SNPU) e Patrioti dell’Ucraina. Bisogna sottolineare che la compagnia di polizia speciale del Ministero degli Affari Interni è guidata da Volodymyr Shpara, leader sia dei Patrioti dell’Ucraina di Vasylkiv sia del gruppo di Settore Destro di Vasylkiv nella regione di Kiev.

Membro del Battaglione Azov

Gli uomini del battaglione Azov usano il neo-nazista Wolfsangel (Hook del Lupo) come simbolo sul loro stendardo e membri del battaglione sono apertamente suprematisti bianchi e anti-semiti; molti giornalisti li definiscono apertamente neo-nazisti, un fatto negato dal governo ucraino.

l'emblema del battaglione Azov

“Personalmente, io sono un nazista“, ha detto ‘Phantom’, 23, e ha aggiunto “Abbiamo un’idea: per liberare la nostra terra dai terroristi.” Il governo Ucraino è impenitente sull’uso dei neonazisti. “La cosa più importante è il loro spirito e il loro desiderio di fare l’Ucraina libera e indipendente”, ha dichiarato Anton Gerashchenko, consigliere di Arsen Avakov, il ministro degli interni. “Una persona che prende un’arma nelle sue mani e va a difendere la sua patria è un eroe. E le sue opinioni politiche sono affar suo. ” (http://www.crashonline.com/ukraine-neo- ... paratists/). Essi vengono anche chiamati “Uomini in Nero” per via delle loro divise.

Uomini del Battaglione Azov

A luglio 2014 un rapporto stimava la forza del battaglione Azov a 300 unità. Una precedente relazione affermava che il 23 giugno quasi 600 volontari, tra cui donne, aveva prestato giuramenti di fedeltà nei battaglioni “Donbass” e “Azov”. Le reclute ricevono uno stipendio di $ 360. Nel luglio 2014 la BBC riferiva che il battaglione aveva reclutato il tiratore scelto svedese Mikael Skillt. Nella polemica che seguì circa la presenza di stranieri tra le fila del battaglione, Anton Gerashchenko, consigliere del Ministero dell’Interno, in un’intervista alla televisione svedese affermò che era proibito dalla legge per i cittadini stranieri per combattere e chiese per la comprensione per il fatto che doveva avere le labbra sigillate al riguardo. Secondo il Telegraph, la politica estremista del Battaglione Azov e le pagine professionali nei social media inglesi hanno attirato combattenti stranieri. Biletsky, il comandante del Battaglione Azov ha dichiarato di aver ricevuto reclute da Irlanda, Italia, Grecia e Scandinavia.
Secondo i volontari francesi che combattono per gli insorti filorussi, il Battaglione Azov ha un istruttore francese di che aveva cercato di reclutarli su internet. Ma quello che desta più inquietudine è la presenza all’interno (o a fianco?) del battaglione Azov di elementi della US Golden Hawk Brigade che sono riconoscibili dall’insegna sulla manica in foto e filmati presi quando il Battaglione azov assaltò le barricate a Mariupol e conquistò il controllo del centro della città.

L'emblema della US Gloden Hawk Brigade in una controversa immagine

Conclusioni


Bene dopo questo lunghissimo excursus sulla Storia ucraina e russa (ma anche polacca e lituana), possiamo stabilire senza ombra di dubbio che l’Ucraina “filo-occidentale” e quella dei ribelli filorussi sono state due entità separate politicamente dai tempi della fine della Rus’ di Kiev ovvero dal 1200 circa. In seguito l’Ucraina occidentale e centrale sono state sotto la dominazione polacco-lituana o ( nella zona centrale) hanno costituito entità statali semplici di stampo feudale ucraine o cosacche (più simili all’isola della Tortuga covo di pirati caraibici che a stati nazionali moderni veri e propri) sempre sotto controllo polacco, lituano o russo. La parte orientale invece (quella dei ribelli filorussi) è stata prima sotto l’Orda d’Oro e poi, dal 1450 circa, sotto la Russia. L’Ucraina geografica (i cui confini sono più labili di quelli Italiani con le Alpi) si riunì solo nel 1940 quando nazisti e bolscevichi si spartirono la Polonia. Questa costante divisione in due zone dell’Ucraina geografica si riscontra anche nella lingua e nella religione. Da un punto di vista politico sono molto importanti le scelte che le due metà Ucraine si trovarono a fare durante la rivoluzione Bolscevica e poi nella II Guerra mondiale non fosse altro perché le prime hanno coinvolto i nostri nonni (i bisnonni/trisavoli della gioventù del Millennio, ovvero gli attuali diciottenni) e le seconde quelle dei nostri padri (ovvero i nonni dei giovani di piazza Insurrezione [Maidan]). Nel caso della Rivoluzione Russa l’est ucraino (quello parlante russo) fu con le armate rosse, l’ovest (quello parlante ucraino) appoggiò i bianchi o addirittura i tentativi di conquista della Polonia di Pilsudski. Nella II guerra mondiale la parte occidentale del paese si mostrò disponibile ad un’alleanza con i nazisti (capisco che Stalin e la kholkosizzazione avevano fatto strage, ma con i nazisti!). Queste scelte malaugurate, anche se Kruscev e Bresnev cercarono di nasconderle sotto il tappeto della retorica ufficiale, non furono né sono state dimenticate da chi ha avuto i nonni macellati dalle SS cosacche, dalla divisione Vlasov o semplicemente dai nazisti in prima persona anche perché vantate e celebrate da molti settori della destra ucraina dalla dissoluzione dell’URSS in poi. Non bisogna dimenticare che molte delle guardie dei campi di sterminio, quelle che facevano i “lavori sporchi” che le SS tedesche non avevano voglia di fare erano ucraine, come le schede del Centro Wiesenthal mostrano chiaramente.
Secondo il principio dell’autodeterminazione dei popoli che è una norma di diritto internazionale e in specifico uno ius cogens ( cfr: “Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa” (CSCE) nell’Atto Finale di Helsinki del 1975,) le parti orientali dell’Ucraina ovvero le parti filorusse (Donbass) hanno diritto all’autodeterminazione ed dovrebbero essere lasciate libere di decidere se costituire uno stato indipendente o di tornare con la madre Russia di cui hanno fatto parte fin dal 1200. Infatti cosa determina un gruppo etnico o una nazione (termine ottocentesco che non amo per i suoi risvolti politici, ma che qui forse è valido): la geografia o la storia (intesa come insieme di lingua, usi, costumi, religione e fatti avvenuti e riscontrabili)? Sicuramente non la geografia per quel che mi riguarda, anche se la geografia come insieme di luoghi che posseggono ricchezze minerarie, terre fertili, corsi d’acqua etc. è sicuramente un buon incentivo a “piegare” la storia verso un interesse politico o un altro.
Ma è ovvio dalla dissoluzione dell’URSS l’Occidente aveva e ha tutti gli interessi a vedere il territorio della Russia rimpicciolire a spese degli altri stati della Federazione delle repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). L’Ucraina è stata da almeno un secolo nel mirino della Germania (imperiale, nazista e poi democratica) come terreno di espansione, ovvero come parte di quella secolare espansione a oriente che ha provocato anche la crisi della ex Yugoslavia, con le secessioni di Slovenia e Croazia. Il tandem Vaticano e Germania è di fatto la causa prima delle sanguinose crisi dell’est Europa. La scoperta di vasti giacimenti di shale gas nel Donbass ha scatenato anche gli appetiti energetici delle multinazionali dell’energia e del governo USA che sta spostando il suo cono di interesse dal Medio Oriente ad altri lidi più sicuri politicamente. L’Ucraina non è più solo una pedina nel ridimensionamento/contenimento della Russia di Putin ma anche un bel boccone nella guerra dell’energia.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer gen 07, 2015 9:45 pm

In Ucraina il cecchino più ricercato dai russi: «Combatto insieme a soldati italiani»

http://reportage.corriere.it/esteri/201 ... se-ucraina

In Ucraina lo conoscono tutti. Soprattutto nelle regioni dell’est controllate dai filorussi. Mike Skillt, svedese, 47enne, di professione cecchino. Dice di aver ucciso almeno 150 persone «per lavoro». E’ un mercenario, anche se lui preferisce la parola «contractor». Ha una taglia di un milione di dollari sulla testa e al momento è uno degli uomini più ricercati dall’esercito russo. Ma non si nasconde, non usa la balaclava, il passamontagna: ci incontriamo a bere il tè in un bar a piazza Maidan a Kiev e mostra senza problemi la sua pagina Facebook e Twitter con foto e commenti. Tutto allo scoperto, tanto che viene il dubbio che la complessa macchina della propaganda che regola la guerra tra Ucraina e Russia si stia servendo del cecchino per mostrare i denti.
Parliamo per un paio d’ore in un pomeriggio di settembre. E’ fermo, immobile, ma i suoi occhi si muovono e non perdono nulla. Controllano chi entra e chi esce dal locale; la porta che conduce al piano inferiore dove ci sono i bagni, la grande finestra che si apre su Maidan affollata di turisti, curiosi di vedere la piazza sgombra da tende e soldati. Mike dice di non avere paura di chi lo sta cercando («sono più veloce io a sparare”), di essere in Ucraina perché votato a una causa superiore («non è la mia guerra ma questa è la mia Europa e sono per un’Europa unita contro l’Imperialismo”) tanto che al momento ha rimandato a data da destinarsi il prossimo campo di battaglia, la Siria, perché prima deve finire il suo lavoro nell’Est («ho qualche altro russo da uccidere”). In Svezia era un soldato, poi ha iniziato a viaggiare per prestare il suo sniper a guerre straniere. Il governo svedese ha smentito la sua presenza in Ucraina: «Siamo interessati solo ai nostri concittadini che partecipano alle attività legate al terrorismo, come ad esempio nei gruppi di al-Qaeda ispirati in Siria”, aveva spiegato a febbraio. Ma la faccia e il nome di Mike non sono così difficili da trovare in rete.
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Re: Ucraina e Crimea

Messaggioda Berto » mer gen 07, 2015 9:49 pm

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