Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:46 am

3)
L'Ucraina paese libero e sovrano, con il sostegno dell'Occidente sta cacciando l'invasore nazifascista e imperialista russo



1991
Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza dalla URSS/Russia

e fu una votazione libera, democratica, senza violenze né brogli.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991
Il referendum riguardo all'indipendenza dell'Ucraina si è svolto il 1º dicembre 1991. L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
I cittadini ucraini espressero un sostegno schiacciante per l'indipendenza. Al referendum votarono 31.891.742 (l'84.18% dei residenti) e tra di essi 28.804.071 (il 90.32%) votarono "Sì".
Nello stesso giorno, si tennero anche le elezioni presidenziali, nella quale gli ucraini elessero Leonid Kravčuk (all'epoca Capo del Parlamento) Presidente dell'Ucraina.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991
L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
Vinsero i SI con una percentuale del 90,32%.
I SI vinsero in TUTTE le regioni del paese.
E quindi anche nella russofona Crimea e nel russofono Donbass vinsero gli indipendentisti a grande maggioranza:
In Crimea i SI ottennero il 54,19% dei suffragi.
Nel Donbass:
Donec'k- Oblast' di Donec'k 76,85%
Luhans'k - Oblast' di Luhans'k 83,86%
Charkiv- Oblast' di Charkiv 75,83%
Nel Donbass ci vivevano ucraini filo Ucraina e ucraini russi che avevano simpatie per la Russia e nel loro insieme al referendo per l'Indipendenza dell'Ucraina dall'URSS oltre il 70% di loro votò per il Sì. Quindi la sovranità statuale era dell'Ucraina e non della Russia e inoltre vi erano anche i diritti degli ucraini da salvaguardare che i separatisti filo russi hanno violentemente calpestato.

Alberto Pento
L'Ucraina è da secoli che cerca di liberarsi dall'opprimente dominio russo e dalla sudditanza alla Russia imperialista (prima degli zar, poi sovietica e oggi di Putin) e questo referendo pacifico del 1991 lo ha dimostrato chiaramente.
L'Ucraina poi ha scelto di preferire il mondo occidentale, la sua democrazia, le sue libertà e la sua economia per svilupparsi ed evolversi.


Ucraina e Russia, non sono una stessa grande famiglia

viewtopic.php?f=143&t=3002
Ucraina e Russia, non sono una stessa grande famiglia, una stessa grande nazione, uno stesso popolo anche se sono imparentate e questa criminale aggressione lo dimostra senza l'ombra di alcun dubbio e sopratutto dimostra che non vi è alcun amore, alcuna fraternità, alcun rispetto da parte della Russia e che l'Ucraina fa più che bene a difendersi, a rifiutare radicalmente, a combattere e a cacciare il russo stupratore e assassino e a non voler più condividire alcun destino storico comune con questa miserabile e demenziale umanità che sostiene la Russia del nazifascista, imperialista e falso cristiano Putin.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9003863100
Il caso della fratellanza tra Caino e Abele che non era certo una buona fratellanza, non va sicuramente invocato per l'Ucraina perché equivarrebbe alla sua morte.
Quello della Russia e dell'Ucraina era più un rapporto/relazione di fratellanza o di matrimonio forzati che naturali e d'amore, infatti non appena ha potuto l'Ucraina, alla dissoluzione dell'URSS, impero sovietico a egemonia russa, si è dichiarata a stragrande maggioranza per l'Indipendenza nel referendo del 1991.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:46 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:46 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:46 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:48 am

4)
Con il bene o con il male, con il meno peggio che equivale al bene



Confine FINLANDIA , la coda di auto con CIVILI IN FUGA dalla Russia raggiunge i 35 CHILOMETRI di lunghezza
Al CONFINE russo-finlandese l’immagine di una lunga colonna di veicoli con CIVILI RUSSI che in possesso di un visto per entrare nell’area Shengen scelgono di LASCIARE il paese dopo la decisione di Vladimir Putin di mobilitare 300mila riservisti per il fronte ucraino.
https://www.facebook.com/paolo.ligozzi/ ... K2EW2DZhYl


Andarsene oggi dalla Russia
Corriere della Sera
Leonard Berberi
21 settembre 2022

https://www.facebook.com/corrieredellas ... 2720467530

Chi è che, nelle ultime 24 ore, ha così fretta di andarsene da Mosca e da San Pietroburgo, da Kazan e da Vladivostok verso Istanbul, Dubai, Doha, Il Cairo, Tel Aviv insomma verso qualsiasi destinazione — ancora raggiungibile via aereo dall’invasione dell’Ucraina — purché fuori dalla sfera d’influenza geopolitica della Federazione russa? Chi ha accesso ai sistemi di prenotazione delle compagnie aeree — Turkish Airlines, Emirates, Qatar Airways, Egyptair, El Al, Azerbaijan Airlines — segnala al Corriere un picco di vendite a partire da martedì pomeriggio, 20 settembre, poche ore prima dell’annuncio della mobilitazione parziale dei 300 mila riservisti da parte di Vladimir Putin.

Le opzioni di spostamento all’estero per i russi si sono ristrette di molto dopo l’inizio delle ostilità in Ucraina da parte di Mosca e dopo che gran parte dell’Occidente ha chiuso il proprio spazio aereo ai velivoli della Federazione. Chi vive nel Paese ha così poche destinazioni dove andare come la Turchia, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, la Serbia, Israele. Ed è su queste direttrici che si registra l’impennata di ricerche di volo e di prenotazioni. Con l’incognita dei controlli alla frontiera che, in qualsiasi istante, potranno bloccare la prosecuzione del viaggio.

I prezzi dei biglietti sono triplicati, in alcuni casi rincarati di venti volte nella notte tra il 20 e il 21 settembre segnalano gli addetti ai lavori. I sedili in Economy per i voli fuori dalla Russia programmati nei prossimi giorni iniziano a scarseggiare, quelli in Business pure. Più di qualcuno, dalle compagnie aeree interessate, segnala anche maggiore difficoltà a concludere l’acquisto da parte di chi si trova in Russia non per problemi informatici, ma per presunti interventi delle autorità moscovite. Ci sono persone che stanno pagando anche diecimila euro per un viaggio di sola andata verso Dubai. Quando c’è ancora un sedile acquistabile.


I russi scendono in piazza contro la mobilitazione.
21 settembre 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9659877928
La polizia moscovita, ad esempio, è stata messa in allarme per una possibile manifestazione contro la guerra. Secondo Baza, i poliziotti di #mosca, compresi il 1° e il 2° reggimento speciale, devono indossare elmetti, scudi e manganelli.
Il movimento “Vesna” ha annunciato una protesta in tutta la #russia contro la mobilitazione (mica contro la guerra in #Ucraina). Gli attivisti hanno invitato i cittadini a riunirsi alle 19:00 del 21 settembre nei centri delle loro città.
Effettivamente, in tutti questi mesi di aggressione all’Ucraina, sapete cosa hanno fatto i poveri russi?
Niente. La maggioranza supportava la guerra, al resto “non interessava la politica”.
Sapete cosa direi loro? Idite nahui! Avete voluto la bicicletta? Bene, pedalare!
Video: Ekaterinburg, dove col fuso orario sono già le 19 passate.



All’Occidente non piacerà la prossima mossa della Russia in Ucraina – The National Interest
I leader della NATO e i media occidentali devono rendersi conto che potrebbero celebrare il preludio di una guerra prolungata ed estremamente sanguinosa o addirittura di un’imminente catastrofe nucleare
Tratto e tradotto da un articolo di Ted Galen Carpenter per The National Interest
21 settembre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -interest/

I funzionari della NATO e i media occidentali non hanno nascosto la loro gioia per il fatto che la controffensiva dell’Ucraina abbia costretto le truppe russe a ritirarsi precipitosamente da una notevole porzione di territorio vicino alla città di Kharkov. L’attacco sembra aver colto di sorpresa il Cremlino. I leader russi si aspettavano che la controffensiva principale arrivasse da sud, e la maggior parte degli sforzi di Kiev sembrava essere concentrata proprio su quella regione. Ciononostante, la sconfitta nella parte orientale del fronte rappresenta una significativa battuta d’arresto militare ed un imbarazzo ancora maggiore per il comando militare russo e per il governo di Vladimir Putin.

In Europa e negli Stati Uniti, figure entusiaste a favore dell’Ucraina stanno festeggiando e sostengono che il successo di Kiev sia il presagio di una sconfitta generale della Russia nella guerra. Secondo questa tesi, il presidente russo Vladimir Putin dovrà accettare un accordo di pace che non consegua alcuno degli obiettivi iniziali fissati dal Cremlino. Il massimo che potrà sperare sarà un accordo che ristabilisca lo “status quo ante“, il che significherebbe che Mosca non guadagnerebbe alcun territorio e che all’Ucraina non verrebbe più impedito di entrare nella NATO. I più ottimisti ipotizzano che un fallimento così spettacolare, che arriva dopo un massiccio dispendio di sangue e di denaro, potrebbe portare all’estromissione di Vladimir Putin.

Tali celebrazioni sono decisamente premature. La Russia ha ancora diverse opzioni militari ed alcuni scenari dovrebbero preoccupare profondamente gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO.

Opzione 1: Mosca potrebbe lanciare una controffensiva, concentrandosi sul porto di Odessa sul Mar Nero. Questa città è l’ultimo sbocco dell’Ucraina sul Mar Nero e la sua presa renderebbe di fatto l’Ucraina un Paese senza sbocco sul mare. Inoltre, darebbe alla Russia una morsa sulla principale ancora di salvezza economica dell’Ucraina, dal momento che la maggior parte delle esportazioni e delle importazioni di Kiev passano attraverso Odessa. La perdita di questa città sarebbe un colossale colpo economico e psicologico per l’Ucraina. Dato che la Russia aveva dislocato un numero considerevole di truppe e di armi dall’Ucraina orientale verso sud già prima dell’offensiva ad ovest di Kharkov, è molto probabile che Odessa sia ora il principale obiettivo di Mosca. Le forze ucraine a sud, già sovraccariche, avrebbero grosse difficoltà a respingere un attacco russo concentrato in quella zona.

Opzione 2: Anche se sarebbe straordinariamente ambiziosa, i russi potrebbero prendere in considerazione l’idea di avviare una grande “manovra a tenaglia“, inviando truppe a nord dalle roccaforti esistenti nell’Ucraina meridionale e lanciando una nuova offensiva dalla Russia verso il nord-est dell’Ucraina. L’obiettivo sarebbe quello di tagliare fuori le truppe ucraine, attualmente vittoriose, nei pressi di Kharkov. Una simile strategia ricorderebbe l’offensiva dell’Unione Sovietica nel 1942, che intrappolò un intera armata tedesca a Stalingrado. Un successo simile in questo caso potrebbe essere un colpo mortale per la resistenza militare dell’Ucraina. Tuttavia, la logistica per eseguire una manovra del genere su un territorio così vasto sarebbe scoraggiante e proprio la logistica è stata una debolezza evidente dell’esercito russo in Ucraina fino a questo momento. Questa limitazione rende probabilmente un’operazione così complessa l’opzione meno attraente per il Cremlino.

Opzione 3: Vladimir Putin potrebbe ordinare una mobilitazione nazionale generalizzata. Finora la Russia ha combattuto la guerra in Ucraina con mezzi limitati. Molto probabilmente, questa decisione è stata il riflesso di un eccessivo ottimismo sul fatto che l’esercito di Kiev sarebbe crollato, i filorussi negli oblast meridionali ed orientali dell’Ucraina si sarebbero uniti alla causa della Russia e che il governo del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy avrebbe rapidamente chiesto la pace. Nessuna di queste cose si è verificata. Inoltre, il Cremlino ha sottovalutato la determinazione della NATO e dei Paesi UE a riversare in Ucraina grandi quantità di armi, anche di ottima qualità.

Vladimir Putin potrebbe decidere di correggere il suo errore iniziale. La guerra stritolante ha già avuto un grande impatto sul personale militare ucraino. Poiché la popolazione russa è quasi tre volte quella dell’Ucraina, è improbabile che Kiev possa sopravvivere ad una lunga guerra di logoramento anche agli attuali livelli di dispiegamento delle truppe russe. La mobilitazione generale darebbe a Mosca un vantaggio insormontabile.

Opzione 4: La Russia, scossa dall’attuale umiliazione, potrebbe decidere di risolvere la questione in modo rapido e deciso ricorrendo alle armi nucleari tattiche. Un attacco di questo tipo, anche con poche testate, spazzerebbe via gran parte dell’esercito di Kiev e farebbe crollare ogni resistenza. Superare la soglia nucleare sarebbe una mossa monumentale ed estremamente pericolosa, e Vladimir Putin certamente lo capisce. Tuttavia, se conclude che l’unica alternativa sia accettare un umiliante accordo imposto dalla NATO che metterebbe a rischio il suo potere, sarebbe sciocco pensare che non correrebbe mai e in nessun caso a questo rischio.

In effetti, come ho già discusso altrove, l’élite dirigente russa considera l’Ucraina come un interesse vitale per la sua sicurezza nazionale. Le nazioni che si trovano ad affrontare una minaccia ai propri interessi vitali faranno quasi di tutto per respingerla. Nel caso della Russia, non si può dunque escludere il ricorso all’uso di armi nucleari tattiche per sconfiggere il proxy della NATO nella guerra in corso. Gli Stati Uniti ed i loro alleati europei hanno pericolosamente ignorato per anni i crescenti avvertimenti del Cremlino secondo cui Mosca non permetterà mai che l’Ucraina diventi una pedina politica e militare della NATO. Questo arrogante ed ottuso fallimento nel rispettare la “zona di sicurezza” della Russia è stato il principale fattore scatenante dell’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin.

L’uso di armi nucleari scatenerebbe un confronto tra Mosca e Washington pari a quello della crisi dei missili di Cuba. Ma le possibili risposte della NATO all’uso di armi nucleari tattiche da parte della Russia sono decisamente limitate, a meno che gli Stati Uniti non vogliano rischiare l’Armageddon.

I festeggiamenti per i recenti successi militari dell’Ucraina sono dunque prematuri e molto esagerati. In effetti, l’esultanza potrebbe rivelarsi del tutto fuori luogo ed inappropriata. I leader della NATO ed i media occidentali devono rendersi conto che potrebbero celebrare il preludio di una guerra prolungata ed estremamente sanguinosa od addirittura di un’imminente catastrofe nucleare.

Ted Galen Carpenter, senior fellow del Cato Institute e collaboratore dell’American Conservative e del National Interest, è autore di tredici libri e di oltre 1.100 articoli

The National Interest è una rivista bimestrale di relazioni internazionali in lingua inglese. Il periodico adotta la linea editoriale della scuola realista, senza per questo rinunciare a mettere in rilievo il contributo delle ideologie ed il modo in cui le differenze socio-culturali, le innovazioni tecnologiche, la storia e la religione possono influenzare il comportamento degli stati in politica estera. Si rivolge a un pubblico internazionale e vari dei suoi articoli sono stati citati dal The New York Times, dal Financial Times, dal The Australian, dall’International Herald Tribune, da Shin Dong-A, dal The Spectator, dall’austriaca Europäische Rundschau e da siti online come il russo InoSMI.ru.

Stefano Magni
Ted Galen Carpenter: una certezza, sempre, ad ogni guerra. Dove c’è disfattismo, c’è lui. Capisco perché i libertari russi e ucraini siano così incazzati con gli omologhi americani. Si sentono traditi e venduti, giustamente.

Alberto Pento
Un articolo demenzialmente e irresponsabilmente filo russo, assolutamente non condivisibile. L'Ucraina è un paese libero e sovrano e non un possedimento russo e vuole essere parte dell'Occidente liberale e democratico e non dell'Impero nazifascista russo. L'Ucraina va difesa ad ogni costo anche della vita. La NATO si prepari al massimo per ogni eventualità ed entri in forze a sostegno dell'Ucraina con tutte le armi disponibili anche nucleari da usare se necessario. Gli ucraini non sono schiavi o servi dei russi.




Putin, figli in piazza con i genitori: «Zar, in trincea vacci tu». Incidenti e oltre mille arresti
Cristiana Mangani
21 settembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/mondo/scont ... 42883.html

Saranno stati i tanti morti che questa guerra ha già causato, o forse la notizia che almeno 300 mila giovanissimi verranno richiamati alle armi, ma ieri, in ogni città della Russia sono scattate proteste e mobilitazioni. Gruppi spontanei sono apparsi un po' ovunque. Come di consueto per Mosca, il dissenso è vietato e sono scattate le manette. Negli ultimi mesi troppe famiglie hanno dovuto fare i conti con la perdita di un figlio, molto spesso proveniente dalle zone rurali del Paesi e, dunque, con meno possibilità di far sentire la propria voce. Troppe mamme stanno piangendo i loro figli. E ora il nuovo annuncio ha fatto riprecipitare la popolazione nella disperazione.
Ieri, subito dopo il discorso di Vladimir Putin, il presidente della commissione difesa della Duma, Andrey Kartapolov, ha chiarito che i riservisti non possono lasciare la loro residenza senza il permesso dei commissariati militari. Ed è scattata la protesta, contro la quale il governo russo ha schierato un massiccio dispositivo di sicurezza, che ha portato in poche ore a oltre 1000 persone arrestate in 38 città: genitori, ragazzi, gente comune. A riferirlo è Ovd-Info, una ong che registra le attività dell'opposizione e assiste legalmente i fermati.

Putin e le minacce, Biden: «Chiunque vinca, l'Italia non lascerà la coalizione». La Ue: in arrivo nuove sanzioni

Zelensky, standing ovation all'Onu: «Possiamo vincere la guerra ma abbiamo bisogno di tempo e armi». E Draghi saluta la moglie Zelenska


I VIDEO
Sui social circolano i video della protesta a Mosca, uno in particolare - sull'account Twitter di Nexta, il sito dell'opposizione bielorussa - in cui si vedono gli agenti che portano via di peso i dimostranti che scandiscono lo slogan «vita per i nostri figli», «Putin in trincea vacci tu». In un altro video c'è la polizia, in tenuta anti sommossa, che carica i dimostranti a San Pietroburgo, dove i manifestanti sono stati picchiati con i manganelli durante la detenzione.
Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha precisato che la mobilitazione per la cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina riguarderà per ora 300 mila riservisti e che non saranno chiamati studenti e soldati di leva. Ma, secondo il Moscow Times, gli avvocati specializzati in difesa dei diritti umani sottolineano che il decreto lascia spazio di manovra per richiamare più truppe di quanto dichiarato pubblicamente.
Un mese fa gli attivisti di Ovd avevano stimato in quasi 16.500 le persone fermate in Russia per aver protestato contro l'operazione in Ucraina. La maggior parte dei fermi si era però registrata nel primo mese del conflitto, prima della legge che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere ritenute «false» dalle autorità, che vieta di fatto di criticare l'operazione militare. Ora la gente è tornata in strada, e in meno di un giorno sono state raccolte oltre 280.000 firme in una petizione online contro la mobilitazione. Tutti numeri che sono destinati ad aumentare. A queste si aggiunge il giro di vite sugli spostamenti interni alla Russia e sui casi di disobbedienza alla chiamata alle armi: misura scattate immediatamente proprio per prevenire una fuga di massa dagli obblighi militari.


GLI ELENCHI
La prima chiamata riguarderebbe uomini tra i 18 e i 26 anni. Il servizio di leva in Russia è obbligatorio. Toccherà ai comandi militari regionali compilare gli elenchi di coloro che verranno chiamati al fronte. Ogni soldato riceve attualmente un compenso mensile di circa 30.000 rubli, pari a circa 460 euro: un guadagno sufficiente per chi vive nelle zone remote del Paese ma non per i giovani delle grandi città. E chi violerà gli obblighi miliari rischierà fino a 15 anni di carcere.


I suprematismi del Male: il suprematismo russo di Dugin e Putin, Eurasia
viewtopic.php?f=196&t=3017
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 8KagjhZobl
I suprematismi sociali, politici e religiosi nazifascisti con i loro imperialismi militari, portatori di inciviltà e di disumanità, di morte e distruzione, gli imperi del male, della sopraffazione e dell'ingiustizia, della depredazione e della miseria, degli assassini e degli stermini.
Dove imperano queste mostruosità sociali, politiche e religiose la buona umanità fugge, se può scappa da questi imperi del male del terrore e dell'orrore.



Occorrono sempre, per le guerre, motivazioni forti, e più sono forti, più agiscono sulla psiche.

MORIRE PER PUTIN?
Niram Ferretti
22 settembre 2022

https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 0889261686

In passato e anche oggi in modo specifico per l'Islam militante, la religione ha offerto un serbatoio motivazionale assai alto, e successivamente, quando calò in occidente l'ardore religioso e l'Islam iniziò a perdere pezzi consistenti del suo vasto impero, si passò a parole alate, libertà, fraternità, uguaglianza per motivare imperialismi, e quindi si arrivò in fretta ai messianismi laici novecenteschi.
In Vietnam i ragazzi americani obbligati ad andare a combattere a migliaia di miglia da casa si chiedevano, non pochi, "What are we doing here?", e la stessa domanda probabilmente se la sono posta le migliaia di ragazzi, tutti di fede buddista che dalla Buriazia, remota regione siberiana, sono stati mandati a morire in Ucraina allo scopo di "denazificare" il paese. Indicativo è che il varco verso la Mongolia che permette di lasciare la regione sia stato chiuso. Sono in trappola.
Intanto, dopo la boutade di larga presa su menti labili, quella del dominio nazista sull'Ucraina da sconfiggere, è caduta un'altra tessera del mosaico di menzogne costruito dal Cremlinio, quello dell'operazione speciale.
I trecentomila riservisti richiamati ora hanno un altro scopo, quello assai più vasto di combattere contro l'Occidente, non più il nazismo. "L'Occidente che vuole distruggerci" ha detto il capobastone.
Bisognerà vedere se quando si troveranno sul campo si sentiranno sufficientemente motivati per questa nuova fase della guerra, non più contro i nostalgici di Hitler ma contro l'Occidente o se anche loro, a un certo punto, come i marines in Vitenam, inizieranno a chiedersi quando inizieranno a morire come mosche, "Cosa ci facciamo qui?".



I "NAZISTI" LIBERATI

Niram Ferretti
22 settembre 2022
https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 2425910199
Ma non erano loro, i famigerati "nazisti" del Battaglione Azov, che tenevano in ostaggio il paese? Non erano loro i criminali da processare e condannare a morte? Non erano loro che per mesi qui su Facebook e altrove tanti utili idioti megafoni della più vieta propaganda sovietica...ops, russa, ci presentavano come gli eredi di Hitler contro cui il valoroso soldato sovietico...ops, russo era stato inviato a combattere?
Sì, erano loro e Putin che doveva distruggerli e gettarne i pezzi ai porci ne ha liberati centinaia.
La clamorosa notizia su Azov la dà a mezzanotte Suspline, la radio ufficiale ucraina. Il capostaff della presidenza, Andrii Yermak, parla d’un accordo raggiunto fra Mosca e Kiev per rilasciare 215 «pow« (prisoners of war) ucraini in cambio di 55 russi e specialmente dell’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk: l’amico fedelissimo di Putin, l’editore che Zelensky fece arrestare con l’accusa d’intelligenza col nemico e di propaganda pro-Cremlino sulle sue tv.
Ecco, un Medvedchuk vale un intero battaglione "nazista".


(CNN) Vladimir Putin può richiamare tutte le truppe che vuole, ma la Russia non ha modo di ottenere a quelle nuove truppe l'addestramento e le armi di cui hanno bisogno per combattere in Ucraina a breve.
Lana Grichtchenko
22 settembre 2022

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 1306571264

Con la sua invasione dell'Ucraina che vacilla fortemente, mercoledì il presidente russo ha annunciato l'immediata "mobilitazione parziale" dei cittadini russi. Il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha detto alla televisione russa che il paese chiamerà 300.000 riservisti.
Se finiscono per affrontare le pistole ucraine in prima linea, probabilmente diventeranno le ultime vittime dell'invasione che Putin ha iniziato più di sette mesi fa e che ha visto fallire l'esercito russo in quasi ogni aspetto della guerra moderna.
"L'esercito russo non è attualmente attrezzato per dispiegare rapidamente ed efficacemente 300.000 riservisti", ha detto Alex Lord, specialista in Europa ed Eurasia presso lo studio di analisi strategica Sibillina a Londra.
"La Russia sta già lottando per equipaggiare efficacemente le sue forze professionali in Ucraina, a seguito di significative perdite di equipaggiamento durante la guerra", ha detto il Signore.
La recente offensiva ucraina, che ha visto Kyiv riconquistare migliaia di metri quadrati di territorio, ha subito un pedaggio significativo.
L'Istituto per lo studio della guerra all'inizio di questa settimana ha affermato che le analisi degli esperti occidentali e dell'intelligence ucraina hanno rilevato che la Russia ha perso il 50%-90% della sua forza in alcune unità a causa di quell'offensiva e di una grande quantità
E questo si aggiunge alle sconcertanti perdite di attrezzature nel corso della guerra.




I genitori dei neo mobilitati russi si sono incontrati con i rappresentanti dell'ufficio militare di registrazione e arruolamento e hanno detto (urlato) che non avrebbero permesso ai loro figli di andare in guerra in Ucraina.
Durante una conversazione emotiva, i genitori hanno affermato che l'Ucraina non aveva fatto nulla di male a mandare lì i loro figli.
Tutto regolare e procede come da piano
https://www.facebook.com/10000615901543 ... 1056466377


Medvedev minaccia Kiev: “Pronti a usare l’atomica”. Cina: “No escalation. Non staremo a guardare, sosteniamo l’Ue nella mediazione”
22 settembre 2022

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... 1663835231

La Russia alza di nuovo il livello della tensione e lo fa, come già successo in passato, per bocca di uno dei più fedeli sostenitori di Vladimir Putin: il vicepresidenza del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev. L’ex presidente, dopo che il capo del Cremlino aveva fatto intendere nel suo discorso, seppur senza esplicitarlo, che l’opzione atomica era ancora sul tavolo, ha tolto ogni dubbio: la Russia userà “qualsiasi arma, comprese quelle nucleari” per difendere i territori che verranno annessi tramite i referendum. Sul suo canale Telegram ha garantito che “la protezione di tutti i territori annessi sarà aumentata notevolmente dalle forze armate russe”. Quindi “non solo le capacità di mobilitazione, ma anche qualsiasi arma russa, comprese le armi nucleari strategiche e le armi basate su nuovi principi potrebbero essere utilizzate per la protezione”. Nello scontro interviene però la Cina che, con il ministro degli Esteri Wang Yi, ha dichiarato che la situazione in Ucraina “mostra un trend in espansione e di lungo termine, con effetti di contagio negativi sempre più gravi che la parte cinese non vuole vedere. Le priorità sono il cessate il fuoco e la fine della guerra. La Cina non starà a guardare né aggiungerà benzina sul fuoco, continuando a svolgere il proprio ruolo a modo suo. Allo stesso tempo sosteniamo l’Ue e i principali Paesi europei a continuare a mediare e a fare ogni sforzo per la pace”.

Il giornale indipendente Novaya Gazeta cita fonti del Cremlino dicendo che le persone mobilitate dopo l’annuncio di Putin potrebbero essere addirittura 1 milione e non solo 300mila. Numeri però immediatamente smentite dalla presidenza. Intanto, Kiev e Mosca hanno annunciano uno scambio di prigionieri che, tra gli altri, ha portato alla liberazione dell’oligarca ucraino filorusso Viktor Medvedchuk in cambio di 215 “difensori delle acciaierie Azovstal“. Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, fa sapere che la consegna di cartoline per l’arruolamento nell’esercito a manifestanti che partecipano a proteste contro la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina “non è contro la legge”.

“1 MILIONE COINVOLTI NELLA MOBILITAZIONE” – Non 300mila, bensì 1 milione di persone potrebbero essere interessate dalla mobilitazione parziale ordinata da Vladimir Putin, secondo quanto scrive Novaya Gazeta Europe, citando una fonte del Cremlino. Il sito ricorda che l’articolo 7 del decreto, in cui si indica il numero delle persone arruolabili, è stato secretato. “La cifra è stata corretta più volte e alla fine si è deciso per 1 milione”, ha riferito la fonte. Immediata la smentita del portavoce della presidenza, Dmitry Peskov, che alla Tass ha definito la ricostruzione “una menzogna”. La Germania, intanto, lancia un messaggio ai critici del regime putiniano offrendo accoglienza ai disertori russi.

NUOVE SANZIONI DALL’UE – Intanto non si ferma la pressione economica dell’Unione europea sulla Russia. E Josep Borrell presenta la decisione adottata dal Consiglio degli Affari Esteri straordinario di introdurre “altre misure restrittive che verranno adottate al più presto in coordinazione con i nostri partner”. Il commissario spagnolo ha poi precisato che “continueremo ad aumentare il nostro supporto militare all’Ucraina e studieremo un nuovo pacchetto di sanzioni che prenda di mira settori dell’economia russa e una nuova lista di individui”. Ed è poi passato a commentare gli sviluppi sul campo, con la controffensiva ucraina che continua a guadagnare territori nelle zone occupate: “In linea con la Carta Onu, l’Ucraina sta esercitando il suo legittimo diritto contro l’aggressione russa a riprendere i suoi territori secondo i confini internazionali e continueremo a supportarla per tutto il tempo necessario”.

Chi fa resistenza, come già successo nei mesi scorsi, è il premier ungherese Viktor Orban chiedendo all’Ue di revocare le sanzioni contro la Russia entro la fine dell’anno. Secondo quanto rivela il giornale Magyar Nemzet, durante una riunione ieri del suo partito Fidesz il primo ministro ha fatto presente che “le sanzioni stanno causando problemi economici, una crisi energetica e l’inflazione“. E questa è tutta colpa dei “burocrati di Bruxelles” che avevano “promesso” che le misure avrebbero danneggiato solo Mosca. Invece, a suo dire, “causano più danni all’Europa che alla Russia”.

LIBERO L’OLIGARCA FILORUSSO MEDVECHUK – Intanto è stato ufficializzato uno scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia che ha riportato in libertà l’oligarca ucraino e filorusso Viktor Medvedchuk “che ha già fornito tutte le prove possibili all’inchiesta”, secondo quanto riferito da Kiev. Lo scambio, hanno aggiunto, “è il risultato di accordi personali tra il presidente Zelensky e il presidente Erdogan“. In cambio, la Russia ha liberato 215 combattenti ucraini tra quelli che si erano asserragliati all’interno delle acciaierie Azovstal durante l’assedio di Mariupol. “Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato un obiettivo chiaro, riportare i nostri eroi a casa. Il risultato, i nostri eroi sono liberi”, ha scritto su Facebook il capo dell’ufficio del presidente Andriy Yermak.

IL PIANO DI ZELENSKY – La “formula per la pace” presentata dal leader di Kiev consiste in cinque punti. Innanzitutto “punire la Russia per i suoi crimini” tramite un “tribunale speciale” e “privandola del diritto di veto al Consiglio di sicurezza” delle Nazioni Unite. Zelensky ha chiesto inoltre la protezione delle vite dei suoi cittadini, citando i recenti massacri di Bucha e Izyum. Il leader ucraino ha chiesto il ripristino dell’integrità territoriale, oltre alle necessarie garanzie di sicurezza, precisando che “la neutralità non è la nostra formula”. Infine, ha sottolineato la determinazione di Kiev a continuare a difendersi contro l’aggressione russa.

Zelensky ha comunque voluto ribadire che l’Ucraina è pronta a colloqui di pace, ma solo per una pace “vera, onesta e giusta”, stigmatizzato il comportamento di sette Paesi che si erano opposti alla possibilità di un suo collegamento virtuale, contro i 107 Paesi a favore. Quanto ai russi, ha detto, “parlano di colloqui ma annunciano la mobilitazione militare e annunciano referendum farsa” nel Donbass.

USA: “PUTIN STA GIOCANDO LA CARTA NUCLEARE” – Gli Stati Uniti tornano sul discorso di Vladimir Putin e lanciano un avvertimento: il leader russo “sta giocando ora la carta nucleare” e sta costruendo un altro “pretesto legale” con i referendum farsa nel Donbass, in modo che, se passano, ogni tentativo dell’Ucraina di riprendere quei territori sarà visto come un attacco alla Russia, consentendo di usare tutte le opzioni, ha detto un alto dirigente dell’amministrazione Usa in un briefing. “Stiamo mandando un messaggio molto chiaro alla Russia sulle conseguenze dell’escalation. Questo non significa che siamo ciechi di fronte alle dinamiche che potrebbero portare a una escalation“. La stessa fonte ha descritto il tentativo di Putin come una “sorta di bizzarra versione russa dell’articolo 5”, con riferimento all’articolo sulla mutua difesa della Nato. Ma secondo l’alto dirigente molti Paesi non abboccheranno agli “assurdi” argomenti di Putin e il suo tentativo “non avrà successo”. Una mossa, quella del capo del Cremlino, che a Washington leggono come manifestazione delle “difficoltà sul terreno di battaglia, l’impopolarità della guerra e la riluttanza dei russi a combatterla. Putin non sta operando da una posizione di forza, questo è un segno del fallimento della sua missione”.

LA POSIZIONE CINESE – Intanto la Cina mantiene la sua posizione di collaborazione, ma a distanza, con la Russia. Il ministro degli Esteri Wang Yi, parlando con l’omologo russo Serghej Lavrov a margine dell’Assemblea dell’Onu, ha assicurato che Pechino continuerà a mantenere una posizione “obiettiva ed equa” sulla questione dell’Ucraina e “a promuovere la pace e i colloqui” tra le parti. Il capo della diplomazia cinese ha rinnovato la speranza “che tutte le parti non rinuncino ai loro sforzi di dialogo e insistano nel risolvere i problemi di sicurezza con i colloqui di pace”. Lavrov ha chiarito che “la sicurezza è indivisibile” e che la Russia “è ancora disposta a risolvere il problema con il dialogo e la negoziazione”.



DA JULIAN RÖPCKE, ESPERTO MILITARE TEDESCO:
23 settembre 2022

https://www.facebook.com/tassilo.delfra ... mWXRNoTUVl

Putin ha annunciato la mobilitazione “parziale” di trecentomila riservisti, e ci si chiede con cosa combatteranno. Forse con i fucili, visto che hanno già mandato al fronte carri armati degli anni ‘50! Non hanno quasi più carri armati e hanno anche pochi mezzi di trasporto truppe, non hanno più nulla di nuovo ed efficiente!
Intanto c’è stata già una manifestazione contro la guerra di 2-3000 persone a San Pietroburgo. Visto che Putin minaccia i dimostranti con 25 anni di prigione, i 2-3000 ne rappresentano molti di più.
Erano soprattutto giovani che gridavano “No alla guerra” e “Putin al fronte”!
Sono state arrestate 1.400 persone.
La mobilitazione annunciata inizia in zone remote (Yakuzia, confini con la Mongolia e la Cina, Cecenia…). Questi uomini non hanno la più pallida idea di ciò che li aspetta, sono i più disinformati della federazione.
Avvistato un trasporto di bombe da 500 Kg a Krasnodar. Potrebbe darsi che i russi vogliano usare questi ordigni a costo di sacrificare i piloti degli aerei che dovranno sganciarli.
I referendum di Putin si terranno in tre regioni occupate dall’esercito russo: Mikolajiv (regione di Kherson), Donezk e Luhansk. Kharkiv e Zaporizja sono escluse, essendo sotto controllo ucraino.
Nessuna di esse però è occupata per intero, una lo è solo per metà.
Quale valore possono avere queste consultazioni popolari, anche al di là di come sono gestite?




Putin è alla frutta.
Davide Riccardo Romano
21 settembre 2022

https://www.facebook.com/davide.romano. ... hQQzPwZtzl

Ricordate l'uomo forte e deciso che non sbagliava una mossa? Non c'è più. Vediamo perché:
1) invade l'Ucraina dicendo di volere cacciare i nazisti da Kiev. Gli ucraini si difendono in maniera eroica, e Zelensky (un ex attore) è ancora al potere. La "invincibilità" dello zar viene per la prima volta messa in dubbio.
2) mostra i missili ipersonici per spaventare il mondo, ma viene fuori che ne aveva solo qualche unità. E peraltro neppure precisi. Un bluff che gli costerà molto. Sommato al fatto che il "secondo esercito del mondo" sta dimostrando di avere armi vecchie e inefficienti (stanno comprando i droni dall'Iran), immagino che ci saranno molti meno acquirenti delle armi russe, in futuro. Chi ha riformato l'esercito russo negli ultimi 20 anni? Sempre Lui, e i risultati si vedono.
3) dopo la sberla presa dagli ucraini, prima Putin nega la battaglia persa, poi richiama 300mila soldati. A dimostrazione che - nonostante vinca sempre, secondo la propaganda di Mosca - ha preso una sonora sconfitta e ha bisogno di rinforzi. Ormai non sa più che pesci pigliare. Dopo avere cercato ovunque (perfino nelle carceri) qualcuno da arruolare, non gli resta che obbligare 300mila russi a combattere. A questo punto rischia di inimicarsi anche la popolazione russa. In ogni caso, l'umiliazione subita da Putin per mano degli ucraini è ora più che mai davanti agli occhi di tutti.
4) il discorso alla nazione, viene rinviato da ieri sera al giorno successivo. Segno di incertezza, timori, e di una guida sempre meno sicura. Il Putin di una volta non avrebbe MAI cincischiato pubblicamente in questa maniera.
5) da ieri, sul google russo la ricerca più diffusa è "come si fa a uscire dalla Russia?". I biglietti per andare all'estero sono improvvisamente esauriti. La migliore risposta a chi crede davvero che Putin riuscirà a reclutare 300mila soldati. La gente russa non si fida più di lui.
6) dopo il suo annuncio di reclutamento forzato, la borsa di Mosca crolla. Dove non erano arrivate le sanzioni, ci pensa Putin: che con le sue parole fa crollare l'indice russo del 10%.
Concludendo: Putin è ormai impigliato in una ragnatela. Più si muove e più ne rimane impigliato. Ogni sua mossa sortisce l'effetto opposto a quello voluto. E per lui la credibilità e il mito dell'uomo forte era essenziale. Se perde questo, perde tutto. E sempre più persone si renderanno conto che il re è nudo.


Perché a Putin non conviene usare l'atomica.
Davide Riccardo Romano
22 settembre 2022

https://www.facebook.com/davide.romano. ... 4PYHrhrJml

1) Nella recente riunione a Samarcanda, Cina, Turchia, India e Kazakhistan hanno fatto capire a Putin che la guerra deve finire presto. Sta rovinando i loro interessi. Ed essendo questi Paesi indispensabili alla sopravvivenza della Russia, è chiaro che Putin non può usare l'atomica. Finirebbe isolato anche da loro.
2) C'è chi dice: se Putin si annettesse parti dell'Ucraina, eventuali attacchi fatti nei territori appena annessi sarebbero in territorio russo, e gli darebbero l'alibi per usare l'atomica. No, da mesi gli ucraini bombardano il territorio russo (Belgorod, dove ci sono depositi militari) e lui non dice nulla. Dunque dal punto di vista del diritto, non regge.
3) Putin guida una banda di ladri, non è un eroe senza macchia e senza paura. Anzi, invecchiando è diventato assai timoroso. Ricordate i tavoli lunghi 10 metri dietro i quali riceveva gli ospiti, per paura del Covid? Avete mai notato che è l'unico Capo di Stato a non essere andato in prima linea a sostenere i propri soldati? All'età di 69 anni non si sente più il toro di una volta. Ha paura per la propria salute, e tanta. Succede, quando "tieni famiglia" e tanti soldi che vuoi goderti.
4) Lui e i suoi complici hanno rubato a mani basse dal bilancio russo, basta vedere i miliardi di euro spesi per un esercito che si ritrova a combattere con i carri armati degli anni '60, con i risultati che vediamo. Come dimenticare quando a guerra iniziata si presentò in pubblico con una giacca a vento Loro Piana da 13 mila euro? Ricorderete anche la dacia lussuosissima arredata da un prestigioso architetto italiano....insomma, Putin fa parte di un'elìte viziata che non ha alcuna voglia di finire nei rifugi antiatomici. E sono pronto a scommettere che se anche desse l'ordine di usare l'atomica, i generali dell'esercito russo lo farebbero avvicinare a una delle tante finestre nei piani alti del Cremlino.......e finirebbe come uno dei dirigenti Gazprom.
Ricapitolando: Putin vuole spaventarci, e per farlo usa tutti i mezzi possibili. Promette sfracelli dall'inizio della guerra. È la sua tecnica. Sta a noi non prenderlo sul serio, ma per quello che è: il perno di un meccanismo criminale che sempre più dovrà occuparsi dell'opposizione interna, oltre che di quella esterna. L'atomica dunque, non è un'opzione. Non è un pazzo, è uno spietato ex(?) agente del KGB. E queste persone sono abituate a essere dei freddi calcolatori. E oggi usare l'atomica, non gli conviene: decreterebbe la sua fine.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:49 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:49 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:49 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:50 am

5)
Se ci fosse stato Trump al posto di Biden, come si sarebbe svolta la storia e la vicenda Ucraina?



???
DONALD TRUMP: Joe Biden e Vladimir Putin hanno portato il mondo sull'orlo di una guerra mondiale nucleare

(Newsmax)

https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 6855810647

L'ex presidente Donald Trump critica l'amministrazione Biden per non aver tenuto a bada il presidente russo Vladimir Putin, mettendo il mondo sull'orlo di una Terza Guerra Mondiale nucleare.
"Il presidente russo Putin sta ora minacciando l'uso di armi nucleari, dicendo 'non è un bluff'", ha scritto Donald Trump mercoledì su Truth Social. "Il conflitto ucraino non sarebbe mai dovuto scoppiare, e non sarebbe scoppiato se fossi stato presidente. Ma come ho chiarito da tempo, questa potrebbe diventare la terza guerra mondiale".
La dichiarazione di Donald Trump arriva dopo che Vladimir Putin ha chiesto la prima mobilitazione di riservisti in Russia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Putin, in un discorso televisivo di sette minuti alla nazione, ha anche avvertito l'Occidente che non sta bluffando sull'uso di tutto ciò che ha a disposizione per proteggere la Russia - un apparente riferimento al suo arsenale nucleare.
Vladimir Putin ha già detto all'Occidente di non mettere la Russia con le spalle al muro ed ha rimproverato i Paesi della NATO per aver fornito armi all'Ucraina.
Il discorso di Vladimir Putin ha coinciso con quello di Joe Biden all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di mercoledì, dove Biden ha affermato che la Russia ha "spudoratamente violato i principi fondamentali" della Carta delle Nazioni Unite con la sua "brutale ed inutile guerra" in Ucraina, condannando con forza l'invasione russa davanti all'organismo internazionale.



Alberto Pento

Caro Trump ma con chi stai adesso? Mi auguro tanto che tu stia con l'Ucraina e con l'Occidente che la sta aiutando, mi dispiacerebbe tanto se non fosse così. Ti prego di smetterla di dare la colpa a chi non ce l'ha, la colpa è solo di Putin, non so proprio cosa avresti potuto fare di diverso!
Mettere sullo stesso piano Biden e Putin è sbagliato, ingiusto, antiamericano, antieuropeo, antinato e antioccidentale e un modo demenziale di giustificare in parte Putin come ha fatto Bergoglio. No Trump, no non va bene!
O forse, se tu fossi stato Presidente al posto di Biden, avresti preventivamente mobilitato la NATO e le armate USA a difesa dell'Ucraina evitando così l'aggressione russa (e magari "provocando" il conflitto nucleare), se così fosse sarei con te al mille/%.


Due articoli sollevano la questione se la guerra russo-ucraina avrebbe potuto essere fermata fin dai primi giorni. Le proposte di cessate il fuoco e di risoluzione del conflitto, che furono abbandonate, sono ancora attuali?
22 settembre 2022
https://www.facebook.com/ossrepubblican ... 6482435351

La guerra in Ucraina poteva essere fermata? – The National Interest
di Matthew C. Mai

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -interest/

Due recenti articoli sollevano la questione se la guerra russo-ucraina avrebbe potuto essere fermata fin dai primi giorni. Le proposte per il cessate il fuoco e di risoluzione del conflitto, che furono abbandonate all’epoca, sono ancora attuali?

Tratto e tradotto da un articolo di Matthew C. Mai per The National Interest

Fin dall’inizio della guerra russo-ucraina, gli alti funzionari statunitensi hanno sostenuto che il presidente russo Vladimir Putin non fosse interessato a ritirare le sue forze o a porre fine alla guerra in tempi brevi. Le dichiarazioni di Putin negli ultimi mesi hanno certamente indicato che questa valutazione è stata in gran parte corretta, soprattutto perché è diventato evidente a Mosca che gli Stati Uniti e la NATO sono profondamente impegnati a condurre un conflitto per procura contro la Russia. Due recenti articoli, tuttavia, sollevano dubbi sul fatto che la guerra avrebbe potuto essere fermata fin dai primi giorni. Le proposte per il cessate il fuoco e di risoluzione della controversia, che sono state respinte all’epoca, sono ancora attuali? In caso affermativo, i politici statunitensi dovrebbero ricalibrare la loro strategia in Ucraina e lanciare un’iniziativa diplomatica per capitalizzare i vantaggi ottenuti da Kiev sul campo di battaglia?

Il primo rapporto che suggerisce che la guerra avrebbe potuto essere fermata durante la sua fase iniziale arriva per gentile concessione di un articolo scritto da Fiona Hill, ex esperta di Russia del Consiglio di Sicurezza Nazionale, e Angela Stent, senior fellow presso la Brookings Institution, nell’ultimo numero di Foreign Affairs. Hill e Stent hanno scritto questo:

Secondo diversi ex alti funzionari statunitensi con cui abbiamo parlato, nell’aprile del 2022 i negoziatori russi e ucraini sembravano aver raggiunto un accordo provvisorio sui contorni di una soluzione negoziata: La Russia si sarebbe ritirata alle sue posizioni del 23 febbraio, quando controllava parte della regione del Donbass e tutta la Crimea, ed in cambio l’Ucraina avrebbe promesso di non chiedere l’adesione alla NATO e di ricevere invece garanzie di sicurezza da una serie di Paesi.

Perché questo accordo è saltato? Una risposta potrebbe essere che l’ex primo ministro britannico Boris Johnson, dopo aver saputo di questo accordo provvisorio, sia volato a Kiev per dire al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy che l’Occidente non avrebbe appoggiato un simile accordo. Secondo quanto riportato il 5 maggio dal quotidiano ucraino online Ukrainska Pravda, “fonti vicine a Zelenskyy” hanno dichiarato che “la posizione di Boris Johnson era che l’Occidente collettivamente… sentisse che ora Putin non era così potente come avevano immaginato in precedenza, e che questa era un’occasione per “pressarlo””. L’articolo prosegue osservando che “tre giorni dopo la partenza di Boris Johnson per la Gran Bretagna, Vladimir Putin ha dichiarato pubblicamente che i colloqui con l’Ucraina “sono finiti in un vicolo cieco”.

È possibile però che gli sforzi di Boris Johnson nel dissuadere Zelenskyy dal perseguire un accordo siano stati trascurabili e che Vladimir Putin abbia deciso da solo di porre fine ai negoziati. Un nuovo rapporto esclusivo della Reuters sembra dare credibilità a questa teoria. Uno dei principali collaboratori di Putin, Dmitry Kozak, avrebbe redatto un accordo con l’Ucraina all’inizio della guerra, in cui Kiev accettava di non aderire alla NATO. Un’altra fonte ha affermato che l’accordo era stato negoziato poco prima dell’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio. Indipendentemente dalla tempistica, Putin avrebbe rifiutato l’accordo perché non includeva sufficienti concessioni e decise così di proseguire. (La Reuters non ha potuto verificare se alcuni funzionari ucraini si siano impegnati nella stesura dell’accordo).

Se quest’ultimo resoconto è vero, sembra che la Russia non fosse interessata alle opzioni diplomatiche fin dall’inizio. Ma ci sono ragioni per sospettare che non sia così. Ad aprile, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aveva criticato una proposta ucraina che conteneva disposizioni “inaccettabili” che si discostavano dalle misure precedentemente concordate dai negoziatori ucraini e russi. Secondo quanto riferito, le proposte in discussione includevano clausole secondo cui l’Ucraina non sarebbe entrata nella NATO, che sarebbe rimasta neutrale e “non nucleare” e che avrebbe ricevuto garanzie di sicurezza internazionali. Queste misure erano simili alle richieste principali avanzate dalla Russia nelle sue proposte pubbliche agli Stati Uniti e alla NATO mesi prima. Eppure questi colloqui sono crollati più di quattro settimane dopo l’invasione russa.

Se Vladimir Putin aveva deciso di abbandonare la diplomazia fin dall’inizio della guerra, allora perché questi negoziati a più riprese sono andati avanti così a lungo? Che senso avrebbe avuto? Le condizioni sul campo di battaglia allora erano ancora fluide ed incerte; un cambio di regime era sempre più improbabile in quella fase. Il tentativo della Russia di conquistare Kiev si era arenato all’inizio di marzo e meno di un mese dopo le forze russe si erano completamente ritirate dalle aree circostanti la capitale ucraina.

Vladimir Putin avrebbe potuto rifiutare l’accordo presentatogli dal suo aiutante, poiché voleva prima esercitare una pressione militare e vedere se riusciva a strappare un prezzo più alto agli ucraini al tavolo dei negoziati. Ma la scommessa di Putin si basava su ipotesi troppo ottimistiche, secondo le quali Kiev avrebbe subito lo “shock and awe” dell’invasione e la debilitante sovversione delle agenzie ucraine di sicurezza, difesa e di esecuzione della legge da parte degli agenti segreti. Entrambe le ipotesi non avevano chiaramente tenuto conto della reale integrità delle istituzioni statali ucraine.

I recenti progressi dell’Ucraina nell’oblast nord-orientale di Kharkov potrebbero sembrare una convalida delle argomentazioni di coloro che esortano Kiev a non sedersi al tavolo dei negoziati e a spingere invece tutte le forze russe fuori dal proprio territorio. Tuttavia, Vladimir Putin ha chiarito che non accetterà una sconfitta strategica in cui la Russia non abbia guadagnato nulla, il che ha dato modo agli Stati Uniti e alla NATO di continuare ad armare, addestrare ed equipaggiare l’Ucraina. Se questo lo porterà a dichiarare una mobilitazione generale è una questione aperta, ma Putin sta rapidamente esaurendo le opzioni per raggiungere gli obiettivi di guerra della Russia con le unità mobilitate disponibili. Anche i commenti sulla diminuzione della quantità e della qualità delle attrezzature russe sono inquietanti per Putin, soprattutto se si considera che la Russia ha acquistato droni e proiettili e razzi d’artiglieria rispettivamente dall’Iran e dalla Corea del Nord.

Ma anche se l’Ucraina ha mantenuto un certo riserbo sulle sue sfide in termini di manodopera, non c’è motivo di pensare che le sue forze siano immuni dagli stessi problemi che affliggono l’efficacia dei combattenti russi. La capacità dell’Ucraina di sostenere le offensive e di consolidare il controllo sul territorio riconquistato negli oblast di Kharkov e di Kherson sarà messa alla prova. Inoltre, la salute fiscale dell’Ucraina è in grave difficoltà e lo sfollamento di milioni di persone metterà a dura prova dei servizi statali sotto-finanziati quando le temperature scenderanno nei prossimi mesi.

L’amministrazione Biden dovrebbe muoversi rapidamente per capitalizzare lo slancio dell’Ucraina sul campo di battaglia. Una mobilitazione generale russa sarebbe rischiosa per Vladimir Putin, ma potrebbe anche annullare le conquiste dell’Ucraina. Presentare alla Russia una proposta diplomatica simile a quella che Zelenskyy aveva presentato all’inizio della guerra – neutralità, status “non nucleare” e garanzie di sicurezza internazionali, oltre alla promessa di indire referendum controllati a Donetsk e a Luhansk – potrebbe fornire a Putin una scappatoia diplomatica che gli consenta di rivendicare la “vittoria” evitando danni maggiori all’Ucraina.

Matthew C. Mai è redattore associato del The National Interest.

TheNationalInterest.org

Seguici sui Social

The National Interest è una rivista bimestrale di relazioni internazionali in lingua inglese. Il periodico adotta la linea editoriale della scuola realista, senza per questo rinunciare a mettere in rilievo il contributo delle ideologie ed il modo in cui le differenze socio-culturali, le innovazioni tecnologiche, la storia e la religione possono influenzare il comportamento degli stati in politica estera. Si rivolge a un pubblico internazionale e vari dei suoi articoli sono stati citati dal The New York Times, dal Financial Times, dal The Australian, dall’International Herald Tribune, da Shin Dong-A, dal The Spectator, dall’austriaca Europäische Rundschau e da siti online come il russo InoSMI.ru.


Gino Quarelo
Certo se l'Occidente con le armate della sua NATO fosse entrato in Ucraina a sua difesa prima dell'aggressione/invasione russa. Non certo constringendo/convincendo l'Ucraina a lasciarsi stuprare e smembrare dai russi del nazifascista Putin.



All’Occidente non piacerà la prossima mossa della Russia in Ucraina – The National Interest
I leader della NATO e i media occidentali devono rendersi conto che potrebbero celebrare il preludio di una guerra prolungata ed estremamente sanguinosa o addirittura di un’imminente catastrofe nucleare
Tratto e tradotto da un articolo di Ted Galen Carpenter per The National Interest
21 settembre 2022

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -interest/

I funzionari della NATO e i media occidentali non hanno nascosto la loro gioia per il fatto che la controffensiva dell’Ucraina abbia costretto le truppe russe a ritirarsi precipitosamente da una notevole porzione di territorio vicino alla città di Kharkov. L’attacco sembra aver colto di sorpresa il Cremlino. I leader russi si aspettavano che la controffensiva principale arrivasse da sud, e la maggior parte degli sforzi di Kiev sembrava essere concentrata proprio su quella regione. Ciononostante, la sconfitta nella parte orientale del fronte rappresenta una significativa battuta d’arresto militare ed un imbarazzo ancora maggiore per il comando militare russo e per il governo di Vladimir Putin.

In Europa e negli Stati Uniti, figure entusiaste a favore dell’Ucraina stanno festeggiando e sostengono che il successo di Kiev sia il presagio di una sconfitta generale della Russia nella guerra. Secondo questa tesi, il presidente russo Vladimir Putin dovrà accettare un accordo di pace che non consegua alcuno degli obiettivi iniziali fissati dal Cremlino. Il massimo che potrà sperare sarà un accordo che ristabilisca lo “status quo ante“, il che significherebbe che Mosca non guadagnerebbe alcun territorio e che all’Ucraina non verrebbe più impedito di entrare nella NATO. I più ottimisti ipotizzano che un fallimento così spettacolare, che arriva dopo un massiccio dispendio di sangue e di denaro, potrebbe portare all’estromissione di Vladimir Putin.

Tali celebrazioni sono decisamente premature. La Russia ha ancora diverse opzioni militari ed alcuni scenari dovrebbero preoccupare profondamente gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO.

Opzione 1: Mosca potrebbe lanciare una controffensiva, concentrandosi sul porto di Odessa sul Mar Nero. Questa città è l’ultimo sbocco dell’Ucraina sul Mar Nero e la sua presa renderebbe di fatto l’Ucraina un Paese senza sbocco sul mare. Inoltre, darebbe alla Russia una morsa sulla principale ancora di salvezza economica dell’Ucraina, dal momento che la maggior parte delle esportazioni e delle importazioni di Kiev passano attraverso Odessa. La perdita di questa città sarebbe un colossale colpo economico e psicologico per l’Ucraina. Dato che la Russia aveva dislocato un numero considerevole di truppe e di armi dall’Ucraina orientale verso sud già prima dell’offensiva ad ovest di Kharkov, è molto probabile che Odessa sia ora il principale obiettivo di Mosca. Le forze ucraine a sud, già sovraccariche, avrebbero grosse difficoltà a respingere un attacco russo concentrato in quella zona.

Opzione 2: Anche se sarebbe straordinariamente ambiziosa, i russi potrebbero prendere in considerazione l’idea di avviare una grande “manovra a tenaglia“, inviando truppe a nord dalle roccaforti esistenti nell’Ucraina meridionale e lanciando una nuova offensiva dalla Russia verso il nord-est dell’Ucraina. L’obiettivo sarebbe quello di tagliare fuori le truppe ucraine, attualmente vittoriose, nei pressi di Kharkov. Una simile strategia ricorderebbe l’offensiva dell’Unione Sovietica nel 1942, che intrappolò un intera armata tedesca a Stalingrado. Un successo simile in questo caso potrebbe essere un colpo mortale per la resistenza militare dell’Ucraina. Tuttavia, la logistica per eseguire una manovra del genere su un territorio così vasto sarebbe scoraggiante e proprio la logistica è stata una debolezza evidente dell’esercito russo in Ucraina fino a questo momento. Questa limitazione rende probabilmente un’operazione così complessa l’opzione meno attraente per il Cremlino.

Opzione 3: Vladimir Putin potrebbe ordinare una mobilitazione nazionale generalizzata. Finora la Russia ha combattuto la guerra in Ucraina con mezzi limitati. Molto probabilmente, questa decisione è stata il riflesso di un eccessivo ottimismo sul fatto che l’esercito di Kiev sarebbe crollato, i filorussi negli oblast meridionali ed orientali dell’Ucraina si sarebbero uniti alla causa della Russia e che il governo del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy avrebbe rapidamente chiesto la pace. Nessuna di queste cose si è verificata. Inoltre, il Cremlino ha sottovalutato la determinazione della NATO e dei Paesi UE a riversare in Ucraina grandi quantità di armi, anche di ottima qualità.

Vladimir Putin potrebbe decidere di correggere il suo errore iniziale. La guerra stritolante ha già avuto un grande impatto sul personale militare ucraino. Poiché la popolazione russa è quasi tre volte quella dell’Ucraina, è improbabile che Kiev possa sopravvivere ad una lunga guerra di logoramento anche agli attuali livelli di dispiegamento delle truppe russe. La mobilitazione generale darebbe a Mosca un vantaggio insormontabile.

Opzione 4: La Russia, scossa dall’attuale umiliazione, potrebbe decidere di risolvere la questione in modo rapido e deciso ricorrendo alle armi nucleari tattiche. Un attacco di questo tipo, anche con poche testate, spazzerebbe via gran parte dell’esercito di Kiev e farebbe crollare ogni resistenza. Superare la soglia nucleare sarebbe una mossa monumentale ed estremamente pericolosa, e Vladimir Putin certamente lo capisce. Tuttavia, se conclude che l’unica alternativa sia accettare un umiliante accordo imposto dalla NATO che metterebbe a rischio il suo potere, sarebbe sciocco pensare che non correrebbe mai e in nessun caso a questo rischio.

In effetti, come ho già discusso altrove, l’élite dirigente russa considera l’Ucraina come un interesse vitale per la sua sicurezza nazionale. Le nazioni che si trovano ad affrontare una minaccia ai propri interessi vitali faranno quasi di tutto per respingerla. Nel caso della Russia, non si può dunque escludere il ricorso all’uso di armi nucleari tattiche per sconfiggere il proxy della NATO nella guerra in corso. Gli Stati Uniti ed i loro alleati europei hanno pericolosamente ignorato per anni i crescenti avvertimenti del Cremlino secondo cui Mosca non permetterà mai che l’Ucraina diventi una pedina politica e militare della NATO. Questo arrogante ed ottuso fallimento nel rispettare la “zona di sicurezza” della Russia è stato il principale fattore scatenante dell’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin.

L’uso di armi nucleari scatenerebbe un confronto tra Mosca e Washington pari a quello della crisi dei missili di Cuba. Ma le possibili risposte della NATO all’uso di armi nucleari tattiche da parte della Russia sono decisamente limitate, a meno che gli Stati Uniti non vogliano rischiare l’Armageddon.

I festeggiamenti per i recenti successi militari dell’Ucraina sono dunque prematuri e molto esagerati. In effetti, l’esultanza potrebbe rivelarsi del tutto fuori luogo ed inappropriata. I leader della NATO ed i media occidentali devono rendersi conto che potrebbero celebrare il preludio di una guerra prolungata ed estremamente sanguinosa od addirittura di un’imminente catastrofe nucleare.

Ted Galen Carpenter, senior fellow del Cato Institute e collaboratore dell’American Conservative e del National Interest, è autore di tredici libri e di oltre 1.100 articoli

TheNationalInterest.org

Seguici sui Social

The National Interest è una rivista bimestrale di relazioni internazionali in lingua inglese. Il periodico adotta la linea editoriale della scuola realista, senza per questo rinunciare a mettere in rilievo il contributo delle ideologie ed il modo in cui le differenze socio-culturali, le innovazioni tecnologiche, la storia e la religione possono influenzare il comportamento degli stati in politica estera. Si rivolge a un pubblico internazionale e vari dei suoi articoli sono stati citati dal The New York Times, dal Financial Times, dal The Australian, dall’International Herald Tribune, da Shin Dong-A, dal The Spectator, dall’austriaca Europäische Rundschau e da siti online come il russo InoSMI.ru.


Alberto Pento
Questa è una minaccia al mondo intero, nessuno può sentirsi esente dalla minaccia poiché un conflitto nucleare sarebbe un disastro per tutti i paesi della terra.
L'ONU dovrebbe riunirsi al più presto in seduta plenaria e pronunciarsi in merito, espellendo la Russia dal consesso internazionale, condannandola, boicottandola e invitando il Mondo a coalizzarsi politicamente e militarmente per sconfiggere il male russo con ogni mezzo possibile.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Le minacce nucleari del criminale del Cremlino

Messaggioda Berto » dom set 25, 2022 8:51 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Guerre

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti