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La buona umanità civile e politica contro la malvagità russaGrazie America, grazie USA, grazie NATO, grazie UEhttps://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3266258465 Gli USA fondati dagli europei migranti nelle Americhe (a partire dal sedicesimo secolo) e resisi indipendenti dal dominio degli imperi europei e fattisi democratici prima ancora che i paesi Europei nel diciottesimo secolo, sono nostri degnissimi fratelli e cugini.
Eterna riconoscenza agli USA
per avere accolto i nostri migranti europei affamati e in cerca di fortuna lungo i secoli
e per averci hanno liberato dal nazi fascismo,
aiutato nella ricostruzione post bellica,
difesi e salvato per 40 anni dall'internazi comunismo dell'URSS grazie alla NATO,
per aver mantenuto in pace l'Europa promuovendone prima la democratizzazione in ogni paese e poi l'unione politica UE che spero diventi un po' come gli USA e un po' come la Svizzera.
per aversi fatto carico dell'ordine civile mondiale e per aver aiutato il progresso dell'umanità.
Grazie all'America USA nostra alleata per sempre nonostante Biden e il suo Politicamente Corretto che sono un prodotto demenziale del sinistrismo europeo.
Non vi è paragone tra la civile e democratica America USA e l'incivilissima e infernale dittatura della Russia di Putin.
Essa è uno dei pilastri dell'Occidente a cui guardano gli uomini da ogni parte del Mondo, come luogo dell'umanità e della dignità, della speranza e della libertà, della civiltà del progresso e della giustizia da cui si sentono naturalmente e comprensibilmente attratti anche gli ucraini.
Perché io veneto, italiano ed europeo sto con l'Ucraina contro la Russiahttps://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 68x327.jpg perché mi hanno insegnato fin da bambino a stare con il bene e non con il male,
con Abele più che con Caino,
con il piccolo Davide e contro il gigante prepotente e sanguinario Golia,
con le umili vittime veramente innocenti piuttosto che con gli arroganti carnefici sopraffattori,
con i veri buoni e non con i malvagi che si danno arie da buoni,
con i derubati e non con i ladri, gli estorsori, i rapinatori, i truffatori, i mafiosi,
con chi vive del suo onesto lavoro e non con i parassiti che campano alla grande depredando il lavoro degli altri anche con le tasse,
con gli schiavi che si vogliono liberare dopo aver pagato abbondantemente i loro debiti e contro gli schiavisti che non lo vogliono lasciarli liberi,
con chi pratica la giustizia sempre contro chi preferisce l'ingiustizia,
perché mi hanno insegnato che il lavoro nobilita l'uomo, migliora la sua vita e quello dell'intera umanità e quindi sto con i lavoratori impenditori e sono contro chi li demonizza perché datori di lavoro, capitalisti e industriali, per poterli depredare,
perché preferisco stare con chi dice il vero che sembra falso a molti e di cui mi posso fidare contro il bugiardo che pare dica il vero ai più e di cui non ci si deve fidare mai,
e sto con chi si difende dalle aggressioni contro il delinquente che aggredisce,
sto con chi entra piano nelle rotatorie, mantiene le distanze di sicurezza e lascia passare gli altri che stanno lì prima di lui,
preferisco stare con chi dà il buon esempio a costo della sua vita,
per questo io veneto sto con l'Ucraina contro la Russia,
e ci sto
perché mi hanno insegnato a disprezzare i bugiardi, i delinquenti, i prepotenti, gli stupratori, gli assassini, i mafiosi, i ladri, i truffatori, gli ingannatori, ...
perché proverei grande vergogna a tare dalla parte del male,
perché gli errori e il male che ho fatto e subito mi hanno insegnato a fare meglio e a preferire il bene,
perché la Russia sta da tanto tempo con il male della terra, con i paesi canaglia che opprimono, uccidono, sterminano, aggrediscono, ... come la Corea del Nord, la Cina, l'Iran dei nazi maomettani ceh vogliono distruggere Israele e sterminare gli ebrei, come il Venezuela di Maduro e la Cuba degli eredi di Castro.
Dopo sei mesi riappare in pubblico l'ex cancelliera tedesca, Angela Merkel, che non risparmia parole pesanti a Putin per la sua "barbara invasione" all'Ucraina: ecco cosa ha detto"Barbara guerra di aggressione della Russia": Merkel dura contro Putin
Alessandro Ferro
2 Giugno 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ba ... 1654184366Torna a parlare dopo tanto tempo e lo fa nel suo stile: l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel ha condannato la "barbara guerra di aggressione" che il presidente russo Vladimir Putin sta conducendo sull'Ucraina dal 24 febbraio scorso. Lo ha dichiarato nel suo primo discorso pubblico a sei mesi dalla fine del suo incarico a Berlino nel corso di un evento della Dgb (Confederazione dei Sindacati tedeschi). La Merkel ha definito il conflitto come "un punto di svolta dalle vaste implicazioni".
"Profonda cesura"
L'intervista è poi proseguita al settimanale Die Zeit, dove l'ex cancelliera ha considerato l'attacco di Putin come "una profonda cesura", un taglio netto con il passato soprattutto nei rapporti tra Mosca e il mondo occidentale che, chissà quando e se, potranno essere ricuciti. Certamente non a breve vista l'approvazione del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. La Merkel ha espresso chiaramente la propria solidarietà a Kiev "che è stata attaccata e invasa dalla Russia, e al sostegno del loro diritto all'autodifesa", sostentendo anche tutti gli sforzi che il governo tedesco, l'Ue, gli Stati Uniti e la Nato stanno facendo pur di provare a fermare Putin e riportare la situazione alla normalità pre-invasione.
"Bucha rappresenta l'orrore"
Ad oggi, nessuno può sapere quando e come finirà il conflitto, quando e come ci si siederà ai negoziati e quali territori ucraini diventeranno definitivamente russi. Le conseguenze, però, sono già sotto gli occhi di tutti a iniziare dalle migliaia di morti civili. Ecco che la Merkel a questo punto ricorda come la città Bucha sia il simbolo "di questo orrore" ma anche parlato di una lumino di speranza "in questa infinita tristezza" che deriva dall'enorme sostegno al popolo ucraino di molti Paesi vicini quali Polonia e Moldova. "Non dovremmo mai dare per scontate la pace e la libertà", ha aggiunto, chiedendo al popolo tedesco di essere parte integrante per l'unità dell'Europa in una situazione, come quella attuale, in cui "è vitale che l'Europa sia coesa".
"Violazione del diritto internazionale"
Parla poco ma quando lo fa ci va giù pesante. La Merkel ha poi definito il conflitto voluto dalla Russia come la "violazione più evidente del diritto internazionale" nella storia dell'Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La storica cancelliera, che ha governato per 16 annni dal 2005 al 2021, il prossimo 7 giugno parteciperà a un altro evento di discussione politica a Berlino. Rumors dicono che la prossima volta potrebbe prendere di mira maggiormente Vladimir Putin e i suoi rapporti con la Germania prima dell'inizio del conflitto.
Biden scrive al Nyt: “Ecco cosa faremo e non faremo in Ucraina”Paolo Mauri
2 giugno 2022
https://it.insideover.com/guerra/biden- ... 1654243727 Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden martedì 31 maggio ha scritto una lettera aperta al New York Times in cui, spiegando le ragioni per le quali Washington si sta impegnando, e si impegnerà, per sostenere Kiev, ha affermato quello che gli Usa faranno in Ucraina ma soprattutto ha chiarito una volta di più quello che non faranno.
Biden ha detto a chiare lettere che “l’obiettivo dell’America è semplice: vogliamo vedere un’Ucraina democratica, indipendente, sovrana e prospera con i mezzi per scoraggiare e difendersi da ulteriori aggressioni”. Ha ricordato anche che queste guerra finirà definitivamente “solo attraverso la diplomazia”, citando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e anche che gli Stati Uniti si sono adoperati rapidamente per “inviare all’Ucraina una quantità significativa di armi e munizioni in modo che possa combattere sul campo di battaglia ed essere nella posizione più forte possibile al tavolo dei negoziati”.
Proprio da quest’ultimo punto di vista nella giornata di mercoledì primo giugno la Casa Bianca, contestualmente all’undicesimo pacchetto di armamenti per Kiev del valore di 700 milioni di dollari, ha espresso l’intenzione di fornire per la prima volta anche i droni MQ-1C Gray Eagle che, grazie alla loro suite di sensori più che al carico bellico, potranno fornire all’esercito ucraino quella capacità di situational awareness che li metterà in grado di colpire autonomamente obiettivi posti, potenzialmente, anche in territorio russo. Riteniamo proprio per questo, e in considerazione dell’invio di alcune batterie di Mlrs (Multiple Launch Rocket System) tipo Himars, che la tenuta della diplomazia come strumento per raggiungere una tregua verrà messa a dura prova.
Questo ultimo invio di armi più sofisticate ed efficaci è stato indirettamente citato dal presidente Biden quando ha detto di aver deciso di fornire agli ucraini “sistemi missilistici e munizioni più avanzate che consentiranno loro di colpire con maggiore precisione obiettivi chiave sul campo di battaglia in Ucraina” pur ricordando, nel corso della lettera, che gli Stati Uniti non stanno “incoraggiando o consentendo all’Ucraina di colpire oltre i suoi confini. Non vogliamo prolungare la guerra solo per infliggere dolore alla Russia”. Un passaggio che invece, al Cremlino, stanno propagandando per rafforzare il consenso interno (già alto) e giustificare le ristrettezze determinate dalle sanzioni internazionali, che sono state ricordate da Biden quando ha affermato che si tratta di quelle “più dure mai imposte a una grande economia”.
Il presidente statunitense ha anche affermato che, per via del conflitto, gli Usa continueranno a rafforzare il fianco orientale della Nato e ha anche colto l’occasione di citare la recente domanda di adesione all’Alleanza di Svezia e Finlandia, accolta “con favore” dall’amministrazione americana in quanto “rafforzerà la sicurezza generale degli Stati Uniti e transatlantica aggiungendo due partner militari democratici e altamente capaci”.
Biden è quindi passato a sottolineare quello che gli Usa non vogliono da questo conflitto, ovvero una guerra tra Nato e Russia e un cambio di regime a Mosca quando ha affermato che “gli Stati Uniti non cercheranno di portare a termine la cacciata (di Putin n.d.r.) a Mosca. Finché gli Stati Uniti o i nostri alleati non saranno attaccati, non saremo direttamente coinvolti in questo conflitto, né inviando truppe americane a combattere in Ucraina né attaccando le forze russe”. Biden però ha anche affermato a chiare lettere che non farà pressioni su Kiev “in privato e in pubblico” affinché faccia concessioni territoriali in quanto una tale mossa giustificherebbe l’uso della forza militare per ottenere conquiste territoriali e “soggiogare altri Paesi” pertanto la Russia dovrà pagare “un prezzo pesante per le sue azioni”, ovvero diventare il simbolo dell’impegno statunitense in difesa delle democrazie ma soprattutto dell’ordine internazionale, che è proprio quello che Mosca vuole cercare di cambiare con questo conflitto: qualcosa che, secondo la Casa Bianca, avrebbe “conseguenze catastrofiche in tutto il mondo”. Un riferimento, nemmeno troppo velato, a un’altra potenza con velleità globali che sta agendo, in modo diverso, per lo stesso fine della Russia: la Cina. Sappiamo infatti che da anni sta cercando di riscrivere le regole del diritto internazionale in un altro scacchiere, quello dell’Indo-Pacifico.
Il presidente ha anche affermato che i colloqui tra Ucraina e Russia non sono bloccati perché Kiev “ha voltato le spalle alla diplomazia” bensì perché Mosca continua a condurre una guerra “per prendere il controllo di quanta più Ucraina possibile” pertanto gli Stati Uniti continueranno a lavorare per rafforzare l’Ucraina e sostenere i suoi sforzi per raggiungere una fine del conflitto attraverso i negoziati, ma da una posizione di forza, come abbiamo potuto vedere.
Biden ha voluto anche rassicurare in merito alla possibile escalation nucleare quando ha affermato che “molte persone in tutto il mondo sono preoccupate per l’uso delle armi nucleari” precisando che “al momento non vediamo alcuna indicazione che la Russia abbia intenzione di usare armi nucleari in Ucraina, anche se la retorica occasionale della Russia che agita la sciabola nucleare è di per sé pericolosa ed estremamente irresponsabile” ma abbiamo già avuto modo di spiegare come questo espediente sia funzionale a un’attività di propaganda volta a condizionare l’opinione pubblica occidentale, sempre molto sensibile su certi argomenti, che viene ritenuta, a buon diritto, in grado di influenzare la politica governativa. Biden però ha tenuto a sottolineare, in merito al possibile utilizzo di armi atomiche, che “qualsiasi uso di armi nucleari in questo conflitto su qualsiasi scala sarebbe del tutto inaccettabile per noi e il resto del mondo e comporterebbe gravi conseguenze”.
Conseguenze che, come vi abbiamo già detto da queste colonne, potrebbero comportare un intervento diretto della Nato nel conflitto nella peggiore delle ipotesi. Il presidente Usa ha concluso la sua lettera lanciando un monito al suo omologo russo quando ha affermato che “Vladimir Putin non si aspettava questo grado di unità o la forza della nostra risposta. Si sbagliava. Se si aspetta che vacilleremo o ci frattureremo nei mesi a venire, si sbaglia ugualmente”.
COME CAMBIA LA GUERRA SECONDO MILLEYPubblichiamo ampi stralci del commencement speech del generale dell’esercito americano Mark Milley all’Accademia militare di West Point.
di Mark Milley, Il Foglio
2 giugno 2022
https://www.facebook.com/niram.ferretti ... 8684254574I diplomati dell’Accademia militare americana del 2022 sono la risorsa più preziosa degli Stati Uniti: rappresentano ciò che è insito nell’esercito americano”, ha detto il generale dell’esercito Mark A. Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, alla classe dell’Accademia di West Point, a New York. Milley ha detto ai ragazzi diplomandi che sono fondamentali per l’esercito. “Siete diventati una squadra”, ha detto. “E farete affidamento l’uno sull’altro per il resto della vostra vita”.
Milley ha detto ai diplomandi – che sono stati nominati sottotenenti – che rappresentano la qualità che dà all’America la sua forza unica: “Voi siete ciò che rende gli Stati Uniti imperterriti di fronte alle difficoltà e motivati di fronte alle sfide impossibili”.
Alla fine della Seconda guerra mondiale i leader hanno progettato l’ordine internazionale basato sulle regole dell’esercito americano, una struttura che oggi è sottoposta a forti pressioni, “sarà la vostra generazione a portare il fardello e la responsabilità di mantenere la pace, contenere e prevenire lo scoppio di una guerra tra grandi potenze”.
Proprio in questo periodo sta avvenendo un cambiamento fondamentale nel carattere stesso della guerra.
“Ci troviamo di fronte, in questo momento, a due potenze globali: Cina e Russia, ciascuna dotata di notevoli capacità militari, ed entrambe pienamente intenzionate a sconvolgere questo attuale ordine basato sulle regole”. E in Ucraina, stiamo imparando la lezione che “l’aggressione lasciata senza risposta non fa altro che incoraggiare l’aggressore”, ha detto Milley. “Non dimenticheremo mai il massacro a cui abbiamo appena assistito a Bucha, in Ucraina. Conosciamo il massacro avvenuto a Mariupol. E il modo migliore per onorare il loro sacrificio è sostenere la loro lotta per la libertà e opporsi alla tirannia”.
Mentre gli Stati Uniti stanno entrando in un mondo sempre più instabile, c’è la possibilità di un significativo conflitto internazionale tra grandi potenze. “E questa possibilità sta aumentando, non diminuendo”, ha aggiunto. “Siamo anche sul punto di cambiare il carattere fondamentale della guerra. La natura della guerra non cambierà. E’ ancora un atto politico. E’ una decisione degli uomini imporre la propria volontà politica all’avversario con l’uso della violenza”.
Ma il carattere della guerra, come si combatte, dove si combatte e con quali armi, tecnologie, organizzazioni e dottrine – in breve, i modi e i mezzi della guerra – sta subendo un cambiamento fondamentale, profondo e significativo, ha sottolineato il generale. “State entrando in un mondo diverso, gli Stati Uniti stanno affrontando sfide significative in Europa, Asia, medio oriente. Vediamo una Russia revanscista, come abbiamo appena visto con un’altra invasione in Ucraina. In Asia, siamo nel terzo decennio del più grande cambiamento economico globale degli ultimi 500 anni, che ha portato a una Cina in rapida ascesa come grande potenza con una politica estera revisionista sostenuta da un esercito sempre più capace”. Inoltre, in Asia, gli Stati Uniti devono affrontare la Corea del nord, che sta rapidamente aumentando i suoi missili e le sue armi nucleari “mobili”, ha detto, aggiungendo che in medio oriente e in alcune parti dell’Africa continuiamo a vedere in molti luoghi l’instabilità dovuta al terrorismo.
“La maturità delle varie tecnologie che oggi già esistono o sono in fase avanzata di sviluppo, se combinate, cambieranno probabilmente il carattere della guerra. Si combatterà con carri armati, navi e aerei robotizzati”, ha detto. “Abbiamo assistito a una rivoluzione nella letalità e nelle munizioni di precisione. Ciò che un tempo era di esclusiva competenza delle Forze armate statunitensi, ora è a disposizione della maggior parte degli stati che hanno il denaro e la volontà di acquistarle”.
C’è un’ampia varietà di tecnologie in via di sviluppo, come i combustibili sintetici, la fabbricazione in 3D, la medicina, l’ingegneria umana, il cui potenziamento avrà implicazioni militari significative. “E infine, c’è la madre di tutte le tecnologie – l’intelligenza artificiale – con cui le macchine stanno effettivamente sviluppando la capacità di apprendere e ragionare”, ha detto Milley. “Questi sviluppi rapidamente convergenti nel tempo e nello spazio stanno portando a un cambiamento profondo, il più profondo mai avvenuto nella storia dell’umanità. E qualunque sia la superiorità militare di cui godiamo noi Stati Uniti”. Gli Stati Uniti sono “sfidati in ogni ambito della guerra: spazio, cyber, marittimo, aereo e terrestre”.
In futuro, ha detto il generale, potremo, attraverso un’analisi rigorosa, determinare come sarà il mondo. Ci saranno molte sorprese nello sviluppo di forze e armi, ma la struttura e l’organizzazione delle nostre forze congiunte dovranno cambiare drasticamente. Tutti noi dobbiamo avere una mentalità aperta. Non possiamo più aggrapparci a concetti, organizzazioni e armi del passato. “Nel vostro mondo, dovrete diventare più efficienti per il combattimento urbano, non per quello rurale”, ha detto Milley. “Questo avrà enormi implicazioni per la raccolta di informazioni, i veicoli, la progettazione delle armi, lo sviluppo, la logistica, la mimetica e tutti gli altri aspetti del nostro progresso”.
L’esercito americano “deve cambiare i suoi metodi di pensiero, addestramento e combattimento”, ha aggiunto. I concetti di combattimento congiunto in fase di sviluppo aiuteranno a guidare le Forze armate come una tabella di marcia verso il futuro, e l’esercito deve tracciare questa rotta molto rapidamente. “Dobbiamo formare leader che abbiano un carattere incredibile sotto l’intensa pressione dei combattimenti di terra, e non c’è niente di più grande dei leader di combattimento di terra che faranno le migliori scelte morali ed etiche, insieme alle migliori scelte tattiche nell’ambiente più emotivamente carico che avrete mai affrontato”, ha detto ai diplomandi, aggiungendo: “Ognuno di voi è quel leader”. Le sfide che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare e il carattere mutevole della guerra sono diversi da qualsiasi cosa la nazione abbia mai affrontato prima.
“A livello globale, si assiste a un aumento del nazionalismo e dei governi autoritari, alle corse agli armamenti regionali e a rivendicazioni territoriali irrisolte, a dispute etniche e settarie e al tentativo da parte di alcuni paesi di ritornare a un concetto settecentesco di equilibrio tra politica di potere e sfere di influenza”, ha detto. “Mentre camminate verso il vostro futuro, abbiate la lungimiranza di cambiare e di evitare che la guerra, in primo luogo, si verifichi”, ha detto. “Mantenere la pace attraverso le Forze armate statunitensi e l’esempio dei nostri valori è il vostro compito, oggi”, ha aggiunto. “Siamo orgogliosi di voi. Avete una strada difficile e pericolosa davanti a voi, e nessuno dovrebbe sottovalutarla”, ha detto il presidente. “Ma avete anche l’opportunità di percorrere queste strade pericolose e di guidare la risorsa più preziosa della nostra nazione: i giovani uomini e donne che vestono i panni di questa nazione, il soldato americano”.
Ucraina, anche il rabbino capo di Mosca scappa dalla Russia: "Pressioni per sostenere il conflitto"Mauro Indelicato
8 giugno 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/uc ... 1654666933La notizia più eclatante sulla guerra in Ucraina nella notte è arrivata da Mosca. Il rabbino capo della capitale russa, Pinchas Goldschmidt, ha lasciato il Paese. Il motivo risiederebbe nel fatto che il massimo rappresentante della comunità ebraica avrebbe ricevuto pressioni da parte delle autorità per prendere pubblicamente posizione a favore della guerra in Ucraina. Una presa di posizione però che non è mai arrivata.
A rivelarlo è stata su Twitter la nuora del rabbino, Avital Chizhik-Goldschmidt, giornalista residente negli Stati Uniti. In un post, la cronista ha spiegato che il rabbino capo di Mosca ha ricevuto forti pressioni e ha preferito lasciare il Paese. Un gesto che, in seno alla comunità ebraica russa e non solo, potrebbe avere importanti ripercussioni.
La situazione a Severodonetsk
Sul fronte militare, l'attenzione si è spostata da Severodonetsk a Lysychansk. La distanza tra le due città è breve e anche il loro destino potrebbe essere comune. Quello cioè di diventare il fronte più caldo della guerra in Ucraina. Nella notte e nelle ultime ore sono arrivate nuove notizie dall'oblast di Lugansk, quello dove sono situate le due cittadine nel mirino di Mosca.
In particolare, secondo il governatore di Lugansk Sergj Hayday, i russi starebbero bombardando sistematicamente Lysychansk. “Stanno attuando – ha dichiarato nella serata di ieri – la strategia della terra bruciata, stanno devastando la città”. I soldati del Cremlino, aiutati dai separatisti dell'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, stanno colpendo Lysychansk in quanto situata su una piccola altura.
Questo determina, per chi ha in mano il suo territorio, il controllo del fuoco sulla zona circostante, compresa Severodonestk. Le recenti difficoltà russe in quest'ultima città, vero attuale obiettivo strategico per il Cremlino, sono in gran parte dipese proprio dal mancato controllo di Lysychansk. È verosimile quindi che anche i futuri report dalla regione di Lugansk arriveranno soprattutto da qui. Intanto all'interno di Severodonetsk preoccupa la situazione nell'impianto chimico Azot, lì dove sarebbero bloccati almeno 800 civili che avevano qui trovato rifugio dai combattimenti.
Nella notte, a livello di avanzamenti territoriali da parte dei due schieramenti, non sono emerse comunque grandi novità. L'avanzata russa appare rallentata ma sempre attiva, con gli ucraini hanno da un lato rivendicato la possibilità di arginare le forze di Mosca, dall'altro ammesso che al momento la situazione è molto variabile e potrebbe mutare ora dopo ora, in un verso o nell'altro.
Le novità dal resto del Donbass
Battaglie in corso anche su altri fronti del Donbass. A partire da Popasna, dove ucraini e russi si fronteggiano dopo l'avanzata delle truppe del Cremlino nelle scorse settimane in quest'area situata nell'oblast di Donetsk. Una regione, quest'ultima, che secondo il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu sarebbe “al 70% controllata da Mosca”.
Da Lyman invece nella notte sono arrivate notizie di scambi di colpi di artiglieria tra le due parti, senza però significative novità. È probabile che i russi stiano solidificando le posizioni conquistate a nord del fiume Seversky Donetsk nei giorni scorsi. Da qui poi potrebbero puntare verso Slovjansk, altra città importante del Donbass.
Nella notte poi non sono mancati nuovi allarmi aerei in varie regioni del Paese, anche nelle regioni occidentali e nella stessa capitale Kiev. Nuovi raid poi sono stati segnalati nella regione di Kharkiv, l'unica dove la controffensiva ucraina ha permesso un allontanamento dei russi, al di fuori ovviamente della regione di Kiev. Le truppe di Mosca sono più lontane dal cuore della seconda città del Paese, ma si continuano a bombardare villaggi e località limitrofe.