19)
Quelli che sostengono la cultura russa e la Russia, fraintendendo il concetto di cultura
La cultura umana o di un popolo o di una nazione o di uno stato non riguarda solo l'arte e non è costituita solo dalle opere musicali, teatrali, letterarie, scultoree, danzanti e pittoriche dei suoi artisti.
La cultura umana di un popolo o di una nazione o di uno stato è l'insieme dei suoi usi e costumi, delle sue tradizioni, della sua esperienza sviluppo ed evoluzione storica, della sua arte, del suo pensiero, della sua filosofia e scienza, della sua tecnologia, della sua religiosità e spiritualità, della sua civiltà sociale e politica, sia nel bene che nel male.
Questa è la "cultura" che non può essere ridotta o ristretta o limitata a quella della sfera artistica e/o a quella che caratterizza un solo periodo storico o che è propria di una sola classe sociale elittaria come la nobiltà, l'aristocrazia e la borghesia dominante.
Le cose buone di popolo o di un paese non servono, non debbono e non possono giustificare, sminuire e nascondere quelle malvage, i delitti, i crimini, le colpe e le responsabilità.
COSA VUOL DIRE LA “CULTURA RUSSA” PER VOI?
Di Tetyana Bezruchenko
9 dicembre 2022
https://www.facebook.com/forzaucraina.i ... 7nSiqrFF2l
È la cultura cecena o quella buryata? O quella di Mosca e San Pietroburgo, o... di Tver’?
La cultura ucraina può essere considerata “russa” come quella cecena o moscovita, ovvero una di quelle che sono state inglobate all’interno di un impero?
Dovremmo capire che questa nostra abitudine è soltanto un brutto vizio a cui siamo stati abituati costantemente, come una droga, e oggi non riusciamo a farne a meno.
Sì, e dove c’è una droga c’è anche uno spacciatore che deve sempre mantenere alti i suoi guadagni e il suo potere.
È molto “fico” mostrarsi conoscitori della “cultura russa”, tirare fuori i nomi di Tolstoy e Dostoevsky, Chaykovsky, Pushkin, Gogol e Bulgakov. E ancora più “fico” è mettersi uno smoking e andare al teatro dell’élite.
Confesso, da poche settimane ho scoperto un piccolo dettaglio che mi fa sorridere ancora, perché è un “campione” esemplare della manipolazione a favore della “cultura russa”, ovvero quanto sia facile trarre in inganno, qualcosa che solo gli studiosi o i conoscitori delle lingue slave, incluse il russo e l’ucraino, potrebbero notare.
Uno scrittore “russo” si chiama “Gogol”. In russo. In ucraino il suo nome si pronuncia “Hohol”. “Hohol” è il nome dispregiativo, un nomignolo, che usavano e usano ancora sul territorio dell’ex impero russo per chiamare gli ucraini. Infatti Hohol era ucraino.
La politica di appropriazione della cultura e della storia ucraine è cominciata secoli fa e lavora in tutti le direzioni.
Inglobando l’Ucraina, lo stato moscovita ha preso il nome di Rus’ di Kyiv, non Kiev. (Sapete perché è così importante a la lettera “Y”? Perché Kyiv deriva dal nome del suo fondatore Kyi. Dietro il nome della capitale Kyiv c’è storia, dietro la versione russificata che è diventata ufficiale e diventata regola c’è cancellazione dell’identità e della storia ucraine. Qualcuno lo nota?) per chiamarsi all’estero “Russia” e avere “continuità storica” con la Rus’ di Kyiv.
All’interno, nei suoi confini la Russia si chiamava e si chiama ancora la “ROSSIYA”, nome che non ha niente a che fare con Rus’.
Saranno gli studiosi a spiegare se quel nome derivi da qualche fiume Ros’ o si chiami così per qualche altro motivo.
La politica, e vorrei sottolineare questa parola, della Rossiya, dell’impero che ha cambiato i nomi ma non i vizi, è sempre stata quella di esportare le guerre per acquisire nuovi territori e la “cultura” per mantenere la maschera da salotto, coprendosi il volto macchiato di sangue.
Come mai si presta così tanta attenzione alla fantomatica “cancel culture russa” senza capire che con questo si favorisce apertamente non solo la cancellazione della cultura stessa, che è sempre stata sfruttata ed ha nutrito la cosiddetta “cultura russa”, ma non si parla della “cancel culture” dei russi, la cancellazione intera delle nazioni. Davanti agli occhi di tutti.
Mi scuso per questa lunga premessa, perché in realtà volevo condividere con voi un altro dettaglio.
Sapevate che a Milano, oltre al famosissimo teatro “Alla Scala” e la sua scuola del balletto molto selettiva che venera la scuola “russa” del balletto, esiste una scuola di balletto ucraina?
Non è uno scherzo.
Una scuola che lavora da tanti anni (precisamente dal 2005) portando il suo nome senza fare “politica”. Si chiama accademia ucraina di balletto, AUB.
Gli allievi arrivano a Milano per studiare da tutto il mondo, per studiare la danza e semplicemente per studiare all’AUB.
Gli allievi fanno i loro spettacoli nei migliori teatri milanesi. Dall’inizio della guerra la scuola ha accolto gli studenti ucraini che scappavano dalla guerra.
La Guerra che voleva cancellare niente altro che l’identità storica e culturale di un Paese, che da trent’anni ha cominciato a costruire la sua indipendenza e raccogliere il suo enorme patrimonio storico, artistico e culturale frantumato dall’impero Rossiya.
I macigni dell’impero che ha inglobato l’Ucraina hanno cercato di polverizzare tutto ciò che crea una nazione e la sua identità, per mescolarlo con la sua.
L’impero ha risucchiato tutti gli elementi che nutrono una nazione, la storia, la cultura, la lingua, come un vampiro che risucchia il sangue per mantenersi in “vita”, perché senza quei prelievi non gli rimane nulla, muore.
Una volta tolti i paraocchi, che la propaganda imperialista della Rossiya, ha messo al mondo, dovranno costruire tutto da zero, e capire cosa vuol dire “russo” e magari rivedere cosa vuol dire “cultura” in generale.
Non si tratta di non apprezzare gli scrittori (poeti, musicisti, pittori), che a mio parere appartengono, più che a qualche cultura nazionale, all’Umanità.
Per apprezzarli davvero bisogna toglierli dal contesto di propaganda dell’aggressore e capire che tutti loro sono stati così importanti per l’Umanità proprio perché raccontavano la verità, facevano vedere il volto dell’impero assassino.
Ritorno al mio obiettivo principale.
Guardatevi intorno e scoprite che esiste solo una cultura vera che crea il bene, che favorisce la crescita del bene.
Però attenzione, se copre il volto dell’assassino, non è una “cultura”, è una droga che permette di tenervi sotto controllo e di manipolarvi facilmente.
Lo spettacolo dell’AUB si potrà vedere al teatro Arcimboldi, il 17 ed il 18 dicembre. È bellissimo.
Insegnare ai bambini la CULTURA è importante.
Di Tetyana Bezruchenko
I primati negativi della incivile e malvagia Russia di Putin
La incivile e malvagia Russia nazifascista di Putin, i suoi primati negativi e le sue azioni criminali
viewtopic.php?f=143&t=3010
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4000746683
La Russia di Putin non è un faro di civiltà per il mondo, non è certo un paradiso per i cristiani e non è nemmeno una patria felice e ideale per i russi e per le altre etnie di questa federazione imperiale a egemonia suprematista russa.
Tutti i grandi musicisti e letterati della Russia non giustificano minimamente e non sminuiscono le malvagità, i crimini e l'inciviltà della Russia imperialista e suprematista degli Zar, dell'URSS e di Putin.
La cultura quella buona perché quella cattiva non è cultura ma incultura.
La cultura produce civiltà, buona umanità e libertà; l'incultura invece produce inciviltà, disumanità, totalitarismo e dittatura violenta e assassina.
La buona cultura poi non la si trova solo nelle università o nei libri o nei grandi media che fanno opinione o nelle grandi città metropolitane ma ovunque presso la buona gente delle piccole comunità dei piccoli paesi come delle grandi città, presso la buona gente della montagna o che sta in riva al mare o in campagna, tra gli alfabetizzati e gli analfabeti;
la buona cultura non è concentrata in qualche posto privilegiato o in qualche minoranza di persone ma la puoi trovare ovunque in molti luoghi e in molte persone, ovunque vi sia esperienza umana propria del buon vivere e dell'uomo di buona volontà:
sia nel nomade cacciatore sia nel nomade allevatore che seguono le mandrie;
sia nel contadino agricoltore che lavora la terra e nell'allevatore di animali che producono alimenti necessari alla vita umana;
nell'artigiano e nell'industriale che producono manufatti e tenologie utili alla vita umana e che le assistono con la manutenzione;
sia nel commerciante che raccoglie, conserva e distribuisce prodotti e merci utili alla vita umana;
sia negli studiosi che fanno ricerca terorica che nei laboratori;
sia nelle università come nelle piccole botteghe o laboratori artigianali;
sia nei professionisti che per esperienza e studi hanno accumulato grande sapere specialistico utile;
la buona cultura la si trova nel buon esempio non verbale delle persone a cominciare dai gentitori a dai maestri del lavoro; nella buona parola parlata e in quella scritta nei testi dei libri utili;
...
Cultura significa avere, imparare, trasmettere, coltivare e conservare innanzitutto il senso o il criterio del bene e del male, del vero e del falso, del bello e del brutto, del giusto e dell'ingiusto, il rispetto di se stessi e del prossimo, il senso della responsabilità e del dovere.
Cultura non è leggere tanti libri inutili e magri pieni di menzogne, di assurdità e confusione che tui fanno perdere tempo e denearo ma pochi libri essenziali, ricchi di sapere vero in tutti i campi delle'esperienza e della conoscenza umana, buoni e giusti che aiutano a vivere bene e meglio, a curare il male, a difenderci dal male e che trasmettono valori veri e speranza non ingannevole e/o illusoria.