Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » sab mag 14, 2022 11:14 am

Il caso Libia


Sarah Abed
21 aprile 2017

https://www.facebook.com/norberto.fratt ... 3546000333

1. In Libia non c'era la bolletta dell'elettricità; l'elettricita' era gratuita per tutti
2. Non c'erano interessi sui prestiti, le banche in Libia erano di proprietà statale e prestiti erogati a tutti i suoi cittadini a zero per cento di interessi per legge.
3. Avere una casa era considerato un diritto umano in Libia.
4. Tutti gli sposi in Libia ricevevano 60.000 dinari (34.470 sterline) dal governo per acquistare il loro primo appartamento, per aiutare a mettere su famiglia.
5. Istruzione e trattamenti medici erano gratuiti in Libia. Prima di Gheddafi solo il 25% dei libici era alfabetizzato. Oggi la cifra è dell'83%.
6. Se i libici avessero voluto intraprendere una carriera agricola, avrebbero ricevuto terreni agricoli, una casa agricola, attrezzature, semi e bestiame per dare inizio alle loro fattorie... tutto gratis.
7. Se i libici non riuscivano a trovare l'istruzione o le strutture mediche di cui avevano bisogno, il governo li finanziava per andare all'estero. Perché non solo è stato pagato, ma hanno ottenuto 1585 sterline al mese per alloggio e indennità auto.
8. Se un libico comprava una macchina, il governo sovvenzionava il 50 per cento del prezzo.
9. Il prezzo della benzina in Libia era di 0.09 sterline al litro. NOVE PENCE!!!!!
10. La Libia non aveva debito estero e le sue riserve ammontavano a 103 miliardi di sterline - che ora sono congelate a livello globale.
11. Se un libico non fosse in grado di ottenere un impiego dopo la laurea, lo stato pagherebbe lo stipendio medio della professione, come se fosse stato impiegato, fino a quando non si trovasse un impiego.
12. Una parte di ogni vendita di petrolio libica è stata accreditata direttamente sui conti correnti di tutti i cittadini libici.
13. Una madre che ha dato alla luce un figlio ha ricevuto 3447 sterline.
14. 40 pagnotte di pane in Libia costavano 0.10 sterline. DIECI PENCE!!!
15. Il 25 per cento dei libici ora ha una laurea universitaria.
16. Gheddafi ha realizzato il più grande progetto di irrigazione del mondo, noto come progetto Great Manmade River, per rendere l'acqua facilmente disponibile in tutto il paese deserto.
Gheddafi ha scritto: "Vogliono fare alla Libia quello che hanno fatto all'Iraq e quello che vogliono fare all'Iran. Vogliono riprendersi il petrolio, nazionalizzato dalle rivoluzioni di questi paesi. Vogliono ristabilire basi militari chiuse dalle rivoluzioni e installare regimi clientelari che subordineranno la ricchezza e il lavoro del paese agli interessi aziendali imperialisti. Tutto il resto sono bugie e inganno. ”
http://www.mintpressnews.com/sex-slaver ... ../227478/
http://ireport.cnn.com/docs/DOC-884508
http://www.globalresearch.ca/hillary-cl ... ../5502444
https://sarahabed.com/.../21/the-us-cru ... democracy/


Quante menzogne che scrivete:
https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_gue ... e_in_Libia
https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_g ... e_in_Libia



Il terrorismo libico e la risposta di Reagan
L'attentato alla discoteca di Berlino e il bombardamento americano sul suolo libico nel 1986
11 giugno 2009

https://www.corriere.it/politica/09_giu ... aabc.shtml

MILANO - «Qual è la differenza tra le azioni di Bin Laden e l'attacco contro la Libia di Reagan nel 1986? Non era terrorismo quello?», ha dichiarato il leader libico Muammar Gheddafi nel suo discorso a Palazzo Giustiniani. Ma cosa successe nel 1986? Perché gli Usa cercarono di uccidere Gheddafi?

LA STORIA - Per capire la catena di eventi che portò l'allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan ad ordinare un attacco contro il leader libico, bisogna partire dal 5 aprile 1986, quando agenti dei servizi segreti libici realizzarono un attentato alla discoteca «La Belle» di Berlino, piena zeppa di militari americani in libera uscita. Morirono 3 persone ed altre 250 rimasero ferite.
Gli Stati Uniti da quel momento individuarono lo Stato libico come uno stato terrorista. La risposta americana non si fece attendere. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1986, aerei americani bombardarono la Libia, provocando la morte di una ventina di persone tra cui anche quella di una bambina, la figlia adottiva di Gheddafi. Quest'ultimo, probabile bersaglio del raid, rimase miracolosamente illeso. Per ritorsione il Colonnello ordinò il lancio di due missili Scud contro una stazione radio Usa a Lampedusa. I missili non colpirono il bersaglio. Ma questo fatto aumento la tensione tra l'Occidente e la Libia.
L'attacco americano non frenò però la politica «terrorista» della Libia. Il 21 dicembre 1988 il volo PanAm da Londra a New York esplode, a causa di una bomba, sulla cittadina scozzese di Lockerbie. Nell'attentato morirono tutte le 259 persone a bordo oltre a 11 cittadini di Lockerbie. Due uomini, accusati di appartenere ai servizi segreti libici, furono individuati come i presunti responsabili. Abdelbaset ali Mohamed al-Megrahi fu condannato all'ergastolo nel gennaio 2001 dopo un processo di 84 giorni presso una corte scozzese, mentre Al Amin Khalifa Fhimah fu assolto. La Libia fu accusata anche per aver compiuto un attentato il 19 settembre 1989 al volo della compagnia francese «Uta» partito da Parigi per Brazzaville, esploso per una bomba a bordo, in cui morirono 170 persone, tra cui 9 italiani.
La possibilità di tenere il processo di Lockerbie fu dovuta alla decisione della Libia di cambiare atteggiamento nei confronti della comunità internazionale. Nel 1999 Tripoli consegna infatti i sospettati di Lockerbie e l'Onu sospende le sanzioni che colpivano il Paese. Le sanzioni furono definitivamente revocate nel luglio 2003 in seguito ad un accordo fra Usa, Gran Bretagna e Libia. Quest'ultima accetta di pagare 2,7 miliardi di dollari alle famiglie delle vittime di Lockerbie e rinuncia al terrorismo come strumento di lotta politica. Nello stesso anno Tripoli risarcirà anche le vittime della discoteca «la Belle» di Berlino, rinunciando anche al tentativo di costruire armi nucleari.



Ricorda 2011: Primavera araba libica e caduta di Gheddafi
Lo Spiegone
Enrico La Forgia
24 agosto 2021

https://lospiegone.com/2021/08/24/ricor ... -gheddafi/

Nel febbraio 2011, durante le prime fasi delle proteste, poi evolutesi in insurrezioni, che coinvolsero diversi Paesi della regione e furono soprannominate “Primavere arabe”, il popolo libico diede voce al proprio malcontento. Quelle che iniziarono a Bengasi come proteste contro il sistema corrotto, inefficiente e repressivo orchestrato da Mu’ammar Gheddafi, sfociarono ben presto in una guerra civile.

Le conseguenze del conflitto, durato fino a ottobre 2011, caratterizzano lo scenario libico ancora oggi ed è per questo che è importante ricordare quella che fu accolta da molti come la possibilità di una democratizzazione del Paese, ma che si rivelò la prima fase di un conflitto durato dieci anni.


Le prime proteste a Bengasi e la repressione di Gheddafi

Il 16 febbraio, a poco più di un mese dall’immolazione di Mohamed Bouazizi (il pescatore tunisino che si diede fuoco in segno di protesta per le condizioni socio-economiche del Paese), alcune famiglie di Bengasi scesero in piazza chiedendo il rilascio di Fetih Tarbel. Quest’ultimo, avvocato e attivista, era coordinatore di un movimento che chiedeva verità e giustizia per delle esecuzioni avvenute in un carcere libico nel 1996, il “massacro di Abu Selim”.

Al rifiuto di disperdersi dei manifestanti, le forze di polizia intervennero in maniera violenta, causando trentotto feriti. Tuttavia, il risultato ottenuto fu totalmente l’opposto di quello sperato e le strade della città cirenaica si riempirono di manifestanti intenzionati a mostrare la loro rabbia nei confronti del regime del raìs.

Così, il 17 febbraio, grazie anche all’uso di Internet e social network, venne indetta la “Giornata della collera” e numerose manifestazioni furono organizzate in diverse città della Libia orientale, soprattutto a Bengasi e Beida. Preoccupato dalle possibili conseguenze delle proteste, che nei Paesi confinanti, Tunisia ed Egitto, avevano già portato al rovesciamento dei regimi al potere, Gheddafi decise di dispiegare le forze armate nelle città coinvolte. Il bilancio fu di quindici morti, ma le proteste non accennarono a fermarsi e, anzi, dilagarono nel resto della regione. Nonostante l’utilizzo delle forze armate, Beida, Bengasi, Derna e altri centri abitati caddero rapidamente sotto il controllo degli insorti, mentre membri dell’esercito e della politica iniziarono a disertare dalle fila del regime, sostenendo l’inutilità di tale violenza contro il loro stesso popolo.


L’insurrezione a Tripoli e l’inizio della prima guerra civile libica

Dopo cinque giorni di proteste e scontri in Cirenaica, l’insurrezione raggiunse anche Tripoli, capitale della Libia e storicamente centro del potere di Gheddafi. Ebbe inizio così la prima guerra civile libica. Infatti, la spaccatura in seno alle istituzioni politiche e militari del Paese pareva ormai insanabile. Parte delle forze armate disertanti l’esercito del regime si schierò al fianco dei rivoltosi, dando inizio a violenti scontri a fuoco con le forze fedeli al dittatore libico, in quel momento ancora in controllo della città.

Constatato l’inizio dell’insurrezione anche nella capitale e preoccupato dalla perdita di elementi preziosi nei propri ranghi, Gheddafi ricorse all’aviazione militare pur di reprimere la rivolta. Nella sola Tripoli, i jet militari causarono all’incirca duecentocinquanta vittime. La brutalità di tale azione costò al raìs il sostegno dei suoi stessi rappresentanti alle Nazioni Unite, che accusarono il dittatore di genocidio e invocarono l’intervento della comunità internazionale. Tra il 22 e il 24 febbraio caddero in mano agli insorti anche diverse città del Fezzan e della Tripolitania. Misurata, città a pochi chilometri da Tripoli e snodo fondamentale per le infrastrutture del Paese, venne messa sotto assedio dalle forze ribelli, ormai dotate di armi e mezzi militari, ottenuti grazie al sostegno di parte delle forze armate, ma anche dei servizi segreti delle maggiori potenze occidentali (Stati Uniti, Regno Unito e Francia in primis).

La caduta in mano ribelle di importanti città e l’allargamento dell’insurrezione a tutta la nazione rappresentarono un punto di svolta nella storia del conflitto. Il 24 febbraio, infatti, nella città di Beida, ex ufficiali e politici del regime si riunirono per la prima volta fondando il Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), autorità a capo delle forze rivoltose. Pochi giorni dopo la fondazione del CNT, Gheddafi apparì in pubblico per la prima volta dall’inizio della guerra civile, con un discorso che preannunciava un intervento ancora più deciso e violento:

«Chi attacca la costituzione merita la pena di morte. La meritano tutti coloro che cercano attraverso la forza o attraverso qualsiasi mezzo illegale di cambiare la forma di governo. Non ho dato l’ordine di sparare sulla gente, ma se sarà necessario lo farò e bruceremo tutto».

Successivamente, nel tentativo di riguadagnare supporto, Gheddafi diede la colpa della rivolta ai servizi segreti delle potenze occidentali e ad al-Qaeda nel Maghreb. Tali accuse, usate per “inaugurare” la feroce controffensiva del regime, che per alcune settimane respinse le forze ribelli fino alla Cirenaica, rappresentarono un punto di non ritorno nelle relazioni tra i libici e Gheddafi. Quest’ultimo, infatti, declinò l’offerta di abbandonare il Paese e di non venir processato in cambio della fine del regime, pervenutagli proprio dagli insorti l’8 marzo. Pochi giorni dopo, la comunità internazionale ruppe il silenzio e Gheddafi parve avere i giorni contati, pur non rassegnandosi.


L’intervento delle Nazioni Unite e l’inizio della fine

Il 17 marzo, a fronte della sempre più brutale controffensiva gheddafiana, le Nazioni Unite dichiararono una no-fly zone sui cieli della Libia (risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite). Due giorni dopo, alcuni Paesi favorevoli all’intervento iniziarono, separatamente, le operazioni militari atte a far rispettare la no-fly zone (bombardamento di obiettivi strategici militari e abbattimento dei velivoli da guerra del regime). Il 25 marzo, le operazioni militari delle potenze occidentali verrano unite in “Unified Protector”, missione sotto egida NATO.

Nei mesi successivi, le operazioni militari dei Paesi occidentali impedirono l’entrata in Libia di armi (embargo implementato da navi da guerra nei maggiori porti libici) e mercenari, soprattutto sudanesi e malesi, largamente utilizzati da Gheddafi. Tali operazioni favorirono le truppe ribelli, che durante l’estate riuscirono a respingere una seconda controffensiva dei lealisti e a conquistare Tripoli, forzando Gheddafi a nascondersi a Sirte, sua città natale.

Ad agosto, le forze ribelli erano ormai in controllo di tutta la Libia, fatta eccezione per alcune aree di Sirte e Bani Walid, storicamente leali a Gheddafi. Il 16 settembre, la bandiera del CNT sventolava sul palazzo del governo di Sirte, mentre Bani Walid cadde a ottobre. La conquista delle ultime città lealiste comportò, però, un’ondata di violenze generalizzate e diffuse: i ribelli, memori delle brutalità perpetrate dai mercenari sudanesi e subsahariani ingaggiati da Gheddafi nella prima parte del conflitto, giustiziarono tutti gli stranieri accusati di essere al soldo del regime, mentre le donne di origine subsahariana furono stuprate e torturate.
La morte di Gheddafi e la fine di quarantadue anni di regime

Il 21 ottobre, le ultime sacche di resistenza nella città di Sirte furono sconfitte. Gheddafi, che si era rifugiato nella città ad agosto, dopo la caduta di Tripoli, tentò di guadagnare il deserto con la sua scorta, nella speranza di continuare la lotta. Sbaragliati i posti di blocco dei ribelli, il convoglio fu intercettato e attaccato dall’aeronautica francese. Pochi minuti dopo, miliziani del CNT giunsero sul posto, catturando Gheddafi e uccidendolo brutalmente.

Il corpo, prima di venire seppellito in una località ignota, fu esposto in pubblico. Le violenze e le brutalità commesse dai miliziani ribelli, facenti parte di tribù con interessi diversi e spesso in competizione tra loro, preannunciarono le violenze degli anni seguenti: il CNT non fu mai in grado di evitare la formazione di nuove milizie a base tribale, pronte a combattersi tra di loro per terreni e risorse. L’Occidente, temendo una situazione simile a quella in Iraq, maturata dopo l’intervento del 2003, rifiutò di esercitare il ruolo del “gendarme” schierando forze di terra sul territorio. Come risultato di un processo di democratizzazione lasciato in balia degli interessi di clan e milizie, nel 2014 scoppiò la seconda guerra civile libica, che vide lo scontro tra le forze di Serraj e quelle di Haftar per ben sei anni. Ancora oggi, il futuro della Libia appare poco chiaro, nuove tensioni potrebbero sfociare in conflitto da un momento all’altro.
Fonti e approfondimenti

Beaumont, Peter, “‘War weary’ Libya reflects ten years on from Gaddafi and Arab spring”, The Guardian, 26/4/2021.

Boduszyński, Mieczystaw, e Duncan Pickard. 2013. “Tracking the ‘Arab Spring’: Libya Starts from Scratch”. Journal of Democracy. 24(4): 86-96.

Erdag, Ramazan. 2017. “Libya in the Arab Spring. From Revolution to Insecurity”. Palgrave Macmillan.

Editing a cura di Niki Figus


L’estremismo islamico in Libia ai tempi di Gheddafi
Mauro Indelicato
22 Maggio 2020

https://it.insideover.com/terrorismo/l- ... ddafi.html

L’estremismo islamico in Libia è ancora oggi un fenomeno molto presente e che incide in diverse regioni. Ma le sue radici affondano tra gli anni Ottanta e Novanta, quando i gruppi jihadisti hanno iniziato a radicarsi bene sul territorio sopratutto nell’est del Paese nordafricano. Ben presto i gruppi islamisti sono diventati i principali avversari del rais Muammar Gheddafi, il quale poi a metà degli anni Novanta ha lanciato una dura repressione.

Il fondamentalismo islamico in Cirenaica

L’ascesa del fondamentalismo islamico in Libia è possibile riscontrarla soprattutto in Cirenaica. Qui diversi gruppi sono riusciti a fare breccia, sulla scia della diffusione delle idee più radicali che a fine anni Ottanta imperversava in tutto il mondo islamico. Sono due le principali ragioni per le quali il fondamentalismo ha messo radici in Cirenaica. La prima è di natura geografica: la regione dell’est della Libia ha subito le influenze dal vicino Sudan, lì dove i gruppi jihadisti iniziavano ad operare e ad essere molto attivi. In secondo luogo, la Cirenaica ha sempre rappresentato una spina nel fianco per Gheddafi, al potere dal 1969 ed accusato dalle tribù di questo territorio di privilegiare la Tripolitania.

Il sistema sociale libico è infatti molto caratterizzato dall’importanza delle tribù, al cui interno l’interesse familiare ha sempre prevalso su quello nazionale. Secondo diversi gruppi tribali della Cirenaica, Gheddafi ha distribuito le ricchezze prevalentemente in Tripolitania, tralasciando invece l’altra storica regione libica. Nell’est del Paese si viveva dunque con un forte senso di insofferenza nei confronti del potere gheddafiano. L’estremismo islamico in tal senso ha quindi rappresentato un appoggio per andare contro il rais. E le idee radicali hanno quindi iniziato a diffondersi, soprattutto negli ambienti più ostili a Gheddafi.

Per avere un’idea del dilagare dal fondamentalismo islamico in Cirenaica, basti pensare che tra gli anni Novanta e il 2000 un miliziano di Al Qaeda su cinque operante in Iraq era di origine libica e, in particolare, proveniente dall’est del Paese. La città di Derna è quella che storicamente in assoluto ha sempre fornito un gran numero di foreign fighter alla causa islamica. Le scuole terroristiche in Cirenaica sono divenute tra le più importanti ed al contempo pericolose di tutto il medio oriente.

La posizione di Gheddafi contro il fondamentalismo

Gheddafi è salito al potere nel 1969 portando avanti ideali nasseriani, figli del panarabismo socialista che in quegli anni ha instaurato diverse nuove repubbliche in nord Africa ed in medio oriente. L’idea di società del rais, illustrata nel suo Libro Verde del 1977, appare laica e con diversi richiami alla “democrazia delle masse”. Ma in questa visione, c’è anche spazio per un importante ruolo dell’Islam. Gheddafi non ha mai nascosto la portata centrale della religione musulmana nel suo progetto di unificazione del mondo arabo. Tanto è vero che nel 1992 lo stesso rais ha rivelato di un’offerta da parte di alcuni gruppi fondamentalisti volta a consegnargli il titolo di “califfo”.

Una richiesta da lui rifiutata, ma che fa ben intuire come alcuni tratti della sua ideologia politica, quali l’anticolonialismo ed il ruolo della religione nella società, possano a prima vista sembrare in comune con l’ideale islamista. Tuttavia, la formazione nasseriana di Gheddafi gli ha sempre fatto condannare la linea dei Fratelli Musulmani. Inoltre, in più occasioni ha definito come “folli” coloro che hanno compiuto atti terroristici in nome dell’Islam, come disse in un’intervista a metà degli anni Novanta:

Per loro dovrebbero aprirsi i manicomi e non le galere

Inoltre poi, Gheddafi ha condannato l’idea di portare la jihad in Europa: “Se noi oggi rivendichiamo il diritto di invadere l’Europa – ha dichiarato ancora in un’intervista ad Angelo Del Boca – Allora dobbiamo giustificare i Paesi europei che in passato ci hanno invaso”.

L’integralismo islamico dunque, viene visto da Gheddafi come una minaccia sia per il suo Paese che, più in generale, per l’interpretazione e l’immagine dell’Islam. Di conseguenza, il rais nei gruppi fondamentalisti vede un nemico da combattere.

La repressione di Gheddafi

Nell’ottica del colonnello, però, ad emergere è soprattutto il fatto che in quel frangente storico i movimenti islamisti costituiscono la vera unica opposizione al suo potere. Dunque, l’obiettivo a quel punto diventa quello di stanare quanto prima ogni recrudescenza del fenomeno. Per questo vengono inviati in Cirenaica reparti speciali e forze di sicurezza, il cui intento è quello di individuare e sgominare le varie cellule terroristiche insediate nell’est del Paese.

Si è scatenata a tutti gli effetti una guerra a bassa intensità, in cui settimana dopo settimana decine di terroristi sono stati arrestati oppure uccisi dai blitz delle forze di sicurezza. Epicentro delle operazioni era ovviamente la Cirenaica: qui ad operare erano anche alte sfere del gruppo terroristico Al Qaeda, il cui fondatore Osama Bin Laden ha operato dal vicino Sudan. Molti prigionieri sono stati trasferiti all’interno delle carceri di massima sicurezza, tra cui quello tripolino di Abu Salim. Qui il 29 giugno del 1996 almeno 1.270 prigionieri sono stati uccisi, forse a causa di una rivolta sedata dalle forze di sicurezza oppure, come hanno in seguito accusato alcune associazioni internazionali, per via di un’azione di forza del governo. Molte di quelle vittime provenivano da Bengasi, tra di loro anche gente che aveva combattuto in Afghanistan tra le fila degli islamisti. La vicenda del carcere di Abu Salim è spesso stata vista come un conto in sospeso tra i gruppi radicali ed il potere gheddafiano.

Le azioni di repressione a danno degli islamisti sono andate avanti soprattutto tra il 1993 ed il 1998. Agli inizi degli anni 2000 l’integralismo islamico, secondo le autorità tripoline di allora, non era più considerabile una minaccia per il Paese.

Il mandato di cattura contro Bin Laden del 1998

A conferma della forte azione repressiva contro i gruppi jihadisti, vi è anche l’episodio del 16 marzo 1998: quel giorno il governo di Tripoli ha infatti emesso un mandato di cattura internazionale per Osama Bin Laden. Nonostante il fondatore di Al Qaeda fosse già ben noto alle cronache e conosciuto quale personaggio più pericoloso del fondamentalismo islamico, il mandato di cattura emanato dalla Libia di Gheddafi è stato il primo trasmesso all’interpol. Bin Laden in Libia era ricercato già dal 1996 per l’uccisione di Silvan Becker, agente dei servizi segreti interni tedeschi, e della moglie. I due erano stati uccisi da una mano islamista nel marzo del 1994 proprio nel Paese nordafricano.

Il rais è stato quindi il primo a rendere esplicita la minaccia internazionale rappresentata da Al Qaeda e da Bin Laden. Pochi mesi dopo l’emanazione del mandato di cattura, l’organizzazione terroristica si renderà protagonista dell’attentato contro le ambasciate Usa di Nairobi e Dar Es Salam, avvenuto il 7 agosto 1998. Ed il 20 agosto successivo, l’amministrazione Clinton avvierà un raid contro Bin Laden in Sudan ed Afghanistan. Tripoli e Washington si sono dunque clamorosamente ritrovate, dopo anni di scontri politici, sulla stessa posizione. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, organizzati proprio da Bin Laden ed Al Qaeda, la Libia ha espresso la sua solidarietà agli Usa ed ha dichiarato di avere tra i propri obiettivi la lotta al terrorismo. Circostanza quest’ultima che ha contribuito nel 2004 alla fine delle sanzioni economiche contro Tripoli, inflitte sul finire degli anni ’80.

La situazione negli anni successivi allo contro

L’estremismo islamico in Cirenaica ha perso forza dopo la repressione di Gheddafi, ma non è mai sparito del tutto. A testimoniarlo è l’episodio del gennaio del 2006, quando un gruppo di manifestanti ha assaltato il consolato italiano di Bengasi a seguito dell’esposizione, da parte dell’allora ministro Roberto Calderoli, di alcune vignette ritenute blasfeme contro l’Islam. Il fatto che l’episodio sia accaduto nel capoluogo della Cirenaica è emblematico di come le idee islamiste in questa parte del Paese erano ancora ben radicate.

Non è un caso che le prime rivolte anti Gheddafi del 2011, che hanno portato poi al rovesciamento del potere del rais, siano scoppiate proprio nella parte orientale della Libia. E fazioni islamiste si sono subito inserite nei disordini, radicandosi ulteriormente in tutta la Cirenaica. A Bengasi sono sorte formazioni quali ad esempio Ansar Al Sharia, responsabile dell’uccisione dell’ambasciatore Usa in Libia l’11 settembre 2012. La stessa Bengasi, così come Derna, sono state per diversi anni occupate da estremisti il cui intento era quello di instaurare degli emirati islamici.

Oggi la regione è quasi interamente controllata dalle truppe del generale Haftar, ma gruppi terroristici sia legati ad Al Qaeda che all’Isis sono segnalati ancora molto attivi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » sab mag 14, 2022 11:14 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » ven mag 20, 2022 2:15 pm

Il caso Yemen


Demenzialità contro gli USA: la guerra nello Yemen

Pietro Marinelli
7 settembre 2022
https://www.facebook.com/pietro.marinel ... qHoimpoZ1l

Diana Pashova
13 agosto 2022

Questa è una foto dei bombardamenti USA e Arabia Saudita nello Yemen
Ma siccome le bombe americane non sono brutte come quelle russe, non importa a nessuno.
Perché non ho sentito nessun media condannare l'aggressore USA?
Dove sono i democratici dell'UE?
C'è anche gente qui che scappa dalle bombe! E qui muoiono civili, donne, bambini....
Molto ipocrita, vero?
Se condanni Putin, dovresti condannare anche Biden.
Tutto il resto è una grave forma di schizofrenia!


Pietro Fanelli
Basta intendersi su chi è il nemico

Francesco Bertoldi
Bisogna vedere il motivo: non è che lo strumento militare sia in sé stesso da evitare in assoluto. E, pur avendo fatto molti errori (Iraq e Balcani); gli USA non mi risulta abbiano mai fatto guerre, come invece fa la Russia oggi, per annettersi pezzi di un altro Stato.

Pietro Marinelli
Francesco Bertoldi, catto, gli Stati Uniti d'America hanno fatto (e fanno) centinaia di interventi militari per "portare la democrazia", e quindi le guerre statunitensi sono "buone"!!!

Gino Quarelo
Pietro Marinelli E lei è un professore, un insegnante di diritto! Spaventoso!

Pietro Marinelli
Gino Quarelo, perché, gli insegnanti di diritto devono necessariamente essere dalla parte di chi ha il potere?

Valter Eros Manfrin
Francesco Bertoldi
Per sragionare così c’è solo una spiegazione: hai fatto 3 dosi di siero sperimentale. Non siete più esseri umani in grado di ragionare. Questo che affermo ,me lo dicono persone che a volte trovò occasionalmente non vaccinate senza c… Altro...

Francesco Bertoldi
Io ho portato degli argomenti: mi si risponda nel merito.
Sì, Pietro, gli Stati Uniti hanno fatto delle guerre per portare la democrazia. In alcuni casi sbagliando (ho già detto: Iraq, Balcani), in altri rivelandosi provvidenziali: mi riferisco al loro decisivo intervento per rovesciare i totalitarismi nazista e fascista nella 2a guerra mondiale. Per me aver rovesciato (con la guerra) chi ha mandato nelle camere a gas 6 milioni di ebrei è un merito.


Francesco Bertoldi
Con questo non sto, lo ripeto, "santificando" tutto quello che gli americani fanno. Ci mancherebbe.
Dico solo che i loro errori, come quelli dell'Occidente in generale, sono meno gravi di quelli dei totalitarismi, che oggi si saldano nel nuovo asse anti-democratico russo-cinese (qualcuno non se n'è accorto, e ride).


Gino Quarelo
Pietro Marinelli No, debbono stare dalla parte del diritto e non di chi viola il diritto come il ratto criminale del Cremlino.


Gino Quarelo
Francesco Bertoldi Le guerre in Iraq e nei Balcani hanno le loro ragioni.
Quelle nei Balcani contro il suprematismo serbo genocidario verso i bosniaci e i kosovari segue le risoluzioni ONU.
Anche quella contro Saddam Hussein ha il suo buon diritto.


Gino Quarelo
I diritti umani, civili e politici ucraini violati dai russi
I diritti umani, civili e politici degli ucraini violati dai russi
I diritti umani, civili e politici degli ucraini violati dai nazifascisti russi
I diritti umani, civili e politici degli ucraini violati dai filorussi e dalla Russia suprematista e imperialista di Putin in Ucraina e nelle sue regioni del Donbass e della Crimea
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 2734682162
Non sono i russi dell'Ucraina l'etnia maltrattata, oppressa e oggetto di pulizia etnica genocidaria come racconta la propaganda nazifascista russa amplificata dai suoi demenziali sostenitori in Occidente, ma sono gli ucraini dell'Ucraina e dei suoi territori del Donbass e della Crimea.
Sono in molti che si sono fatti ingannare: pochi in demenziale buona fede e molti in malvagia malafede l'hanno fatta propria.


Gino Quarelo
I primati negativi della incivile e malvagia Russia di Putin
La incivile e malvagia Russia nazifascista di Putin, i suoi primati negativi e le sue azioni criminali
viewtopic.php?f=143&t=3010
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4000746683
La Russia di Putin non è un faro di civiltà per il mondo, non è certo un paradiso per i cristiani e non è nemmeno una patria felice e ideale per i russi e per le altre etnie di questa federazione imperiale a egemonia suprematista russa.

Francesco Bertoldi
Bisogna peraltro distinguere, secondo me, tra Putin e Russia/russi. Io stimo molto la cultura della vera Russia, la Russia cristiana, quella di Dostoevskij e di Berdiaev.


Pietro Marinelli
Gino Quarelo, forse non conosci il diritto naturale e dai per scontato che l'insegnante di diritto sia automaticamente positivista


Pietro Marinelli
Gino Quarelo, forse dovresti informarti su quanto accaduto in Ucraina dal 2014 al 24 febbraio 2022

Pietro Marinelli
Francesco Bertoldi, il punto è un altro: che c'è un condizionamento fortissimo dei mezzi di informazione a favore di Joe Biden, il quale si può permettere di bombardare lo Yemen senza che venga data neanche la notizia

Fabrizia Poggi
Pietro Marinelli alcune sbagliate come il secondo intervento in IRAQ e alcune giustificabili contro terrorismo cmq sempre avallata da alleati e maggioranza paesi dell'Onu e mai con annessione territoriali

Gino Quarelo
Pietro Marinelli
Ucraina, dalla guerra civile nel 2013/14, causata dal nazifascista russo Putin a oggi, dalle stragi di Euromaidan del 2013 a quella di Odessa del 2014
viewtopic.php?f=143&t=3006
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9099264249
Guerra civile in Ucraina nel 2013/2014 con repressione violenta del governo filorusso dei manifestanti filoeuropei e feroci scontri tra i filo russi e i filo europei, con centinaia di morti e migliaia di feriti.
Con interventi di cecchini, mercenari, infiltrati e squadre speciali russe contro gli ucraini antigovernativi e filoeuropei.
Fu in questo contesto di guerra civile, di repressioni poliziesche e militari, di scontri e violenze generalizzate, tra cui l'invasione russa della Crimea e l'inizio dei moti separatisti terroristici nel Donbass che avvenne anche la Strage di Odessa in cui morirono una quarantina di persone a causa di un incendio di cui non si conosce con certezza l'origine.
La guerra civile in Donbass istigata, finanziata e rifornita d'armi dal nazifascista Putin e condotta dai separatisti terroristi russofili con l'ausilio non ufficiale di soldati russi, secondo l'ONU ha generato circa 14 mila morti tra civili e militari di ambo le parti dal 2014 fino al 24 febbraio del 2022 giorno dell'invasione miliatre dell'Ucraina da parte dell'esercito russo.

Gino Quarelo
I suprematismi del Male: il suprematismo russo di Dugin e Putin, Eurasia
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 8KagjhZobl
I suprematismi sociali, politici e religiosi nazifascisti con i loro imperialismi militari, portatori di inciviltà e di disumanità, di morte e distruzione, gli imperi del male, della sopraffazione e dell'ingiustizia, della depredazione e della miseria, degli assassini e degli stermini.
Dove imperano queste mostruosità sociali, politiche e religiose la buona umanità fugge, se può scappa da questi imperi del male del terrore e dell'orrore.
9)
La Russia nazi fascista di Putin non merita alcun rispetto e alcun riguardo, l'Ucraina sì.
L'Ucraina di Zelensky è un paese democratico e sovrano molto più civile della malvagia Russia di Putin.
Essa merita rispetto, considerazione, riguardo, solidarietà e aiuto.
L'Ucraina
non è un territorio russo;
non è un paese satellite subordinato o soggetto alla Russia;
gli ucraini non sono russi e nemmeno servi o schiavi dei russi;
l'Ucraina non è un paese cuscinetto tra la Russia e l'Europa;
l'Ucraina è un paese libero, indipendente e sovrano che alla Russia non deve nulla, anzi ... ;
l'Ucraina può allearsi con chi vuole e orientarsi economicamente, culturalmente, politicamente e militarmente con chi ritiene più congeniale al suo benessere, al suo sviluppo e alla sua sicurezza;
alla Russia non va alcuna considerazione o riguardo speciale rispetto all'Ucraina, non ha nulla di speciale, non ha alcunché di superiore, non ha meriti particolari, anzi ha molti demeriti per malvagità, disumanità. incultura inciviltà ...;
la Russia deve rispettare il prossimo e i vicini come tutti gli altri e non ha alcun diritto speciale rispetto agli altri;
...
La Russia dovrebbe essere espulsa dall'ONU o come minimo perdere il seggio al Consiglio ristretto e il potere di veto sulle decisioni dell'assemblea generale.

Michela Notarangelo
Tutto tace

Gino Quarelo
Nello Yemen vi è una guerra civile iniziata dai criminali nazimaomettani sciiti appoggiati dall'Iran contro i sunniti appoggiati dall'Arabia (alleata degli USA). Gli USA stanno solo aiutando il loro alleati sauditi a difendersi dall'aggressione criminale iraniana, la stessa dittatura che aggredisce Israele e che vuole sterminare gli ebrei.
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_ci ... emen_(2015)

Gino Quarelo
I combattimenti in Yemen sono iniziati nel 2014 quando il movimento ribelle musulmano sciita Houthi ha preso il controllo della provincia settentrionale di Saada e delle aree limitrofe. Gli Houthi hanno continuato ad attaccare arrivando a prendere la capitale Sanaa, costringendo Hadi all'esilio all'estero. Il conflitto si è intensificato drammaticamente nel marzo 2015, quando l'Arabia Saudita e altri otto stati - per lo più arabi sunniti - sostenuti dalla comunità internazionale - hanno lanciato attacchi aerei contro gli Houthi, con l'obiettivo dichiarato di ripristinare il governo di Hadi.
L'Arabia Saudita ha giustificato il proprio intervento in Yemen affermando che l'Iran sostiene gli Houthi con armi e supporto logistico - un'accusa che l'Iran nega. Il conflitto è entrato così a far parte di una serie di tensioni regionali e culturali nel Medio Oriente tra sciiti e sunniti.
https://www.savethechildren.it/blog-not ... ra-da-anni

Francesco Bertoldi
Vorrei chiedere a Flavio Marangoni, a Daniela Samele e a Giuseppe Tetta che cosa trovano da ridere.
Prego, argomentate. Non ne siete capaci?
Non è forse vero che gli USA nelle loro guerre (diciamo novecentesche) non si sono annessi pezzi di stati stranieri? Si sono annessi pezzi di Germania? Pezzi di Italia? Pezzi di Serbia? Pezzi di Iraq? A meno che intendiate basi militari, di estensione molto ridotta. Putin invece vuole annettersi pezzi (se va bene) di uno Stato indipendente e sovrano, cioè l'Ucraina. Non vi risulta che l'Ucraina sia uno Stato sovrano? Non vi risulta che Putin voglia annettersene un pezzo, neanche tanto piccolo?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » ven mag 20, 2022 2:15 pm

IL POTERE CHE TIENE A BADA
(Il buon potere che tiene a bada il male reinterpreto io)
Niram Ferretti
7 febbraio 2023

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Su "Foreign Affairs", Robert Kagan scrive un articolo capolavoro da incorniciare relativamente alla necessità degli Stati Uniti di sostenere l'Ucraina in questo conflitto e, la conseguente necessità di sconfiggere la Russia. Mette in luce con chiarezza come tutte le guerre a cui gli Stati Uniti hanno paretcipato a partire dalla Prima guerra mondiale, nessuna esclusa, sono state guerre intraprese non perchè gli Stati Uniti si sentivano direttamente minacciati ma perchè era sotto minaccia l'ordine liberale che gli Stati Uniti garantivano e di cui, per il loro stesso interesse, volevano che perseverasse e prosperasse.

A proposito dell'intervento americano in Europa durante la Seconda guerra mondiale:
"Allora come oggi, gli americani non agirono perché si trovavano di fronte a una minaccia immediata alla loro sicurezza, ma per difendere il mondo liberale al di là delle loro coste. La Germania imperiale non aveva né la capacità né l'intenzione di attaccare gli Stati Uniti. Anche l'intervento degli americani nella Seconda guerra mondiale non fu una risposta a una minaccia diretta alla patria. Alla fine degli anni '30 e fino all'attacco giapponese a Pearl Harbor, esperti militari, pensatori strategici e sedicenti "realisti" concordavano sul fatto che gli Stati Uniti erano invulnerabili all'invasione straniera, qualunque cosa accadesse in Europa e in Asia. Prima dello scioccante crollo della Francia nel giugno 1940, nessuno credeva che l'esercito tedesco fosse in grado di sconfiggere i francesi, tanto meno gli inglesi con la loro potente marina, e la sconfitta di entrambi era necessaria prima che si potesse anche solo immaginare un attacco agli Stati Uniti. Come sosteneva il politologo realista Nicholas Spykman, con l'Europa "a tremila miglia di distanza" e l'Oceano Atlantico "rassicurante" nel mezzo, le "frontiere" degli Stati Uniti erano sicure. Queste valutazioni sono ridicolizzate oggi, ma l'evidenza storica suggerisce che tedeschi e giapponesi non intendessero invadere gli Stati Uniti, né nel 1941 né molto probabilmente mai. L'attacco giapponese a Pearl Harbor fu uno sforzo preventivo per prevenire o ritardare un attacco americano al Giappone; non era un preludio a un'invasione degli Stati Uniti, per la quale i giapponesi non avevano le capacità. Adolf Hitler rifletteva su un eventuale confronto tedesco con gli Stati Uniti, ma tali pensieri furono accantonati una volta che si impantanò nella guerra con l'Unione Sovietica dopo il giugno 1941. Anche se la Germania e il Giappone alla fine trionfarono nelle rispettive regioni, c'è motivo di dubitare, come fecero all'epoca gli anti-interventisti, che uno dei due sarebbe stato in grado di consolidare presto il controllo su vaste nuove conquiste, dando agli americani il tempo di costruire le forze e le difese necessarie per scoraggiare una futura invasione. Perfino Henry Luce, uno dei principali interventisti, ammise che "come pura questione di difesa, della nostra patria", gli Stati Uniti "potrebbero diventare un osso così duro da spezzare che tutti i tiranni del mondo messi insieme non oserebbe attaccarci."
Il motivo per cui gli USA stanno dando appoggio all'Ucraina nella sua difesa contro la Russia, è, come vede lucidamente Kagan, lo stesso del 1917, mantenere saldo l'ordine egemonico occidentale di cui essi sono i garanti da allora. Chi non ha capito questo non ha capito nulla della posta in gioco.

"Le politiche interventiste del presidente Franklin Roosevelt dal 1937 in poi non furono una risposta a una crescente minaccia alla sicurezza americana. Ciò che preoccupava Roosevelt era la potenziale distruzione del più ampio mondo liberale oltre le coste americane. Molto prima che i tedeschi o i giapponesi fossero in grado di danneggiare gli Stati Uniti, Roosevelt iniziò ad armare i loro oppositori e a dichiarare solidarietà ideologica con le democrazie contro le "nazioni bandite". Procalmò gli Stati Uniti "l'arsenale della democrazia", schierò la Marina degli Stati Uniti contro la Germania nell'Atlantico mentre nel Pacifico interruppe gradualmente l'accesso del Giappone al petrolio e ad altre necessità militari. Nel gennaio 1939, mesi prima che la Germania invadesse la Polonia, Roosevelt avvertì gli americani che "Arriva un momento negli affari degli uomini in cui devono prepararsi a difendere non solo le loro case, ma i principi di fede e umanità su cui le loro chiese, i loro governi , e la loro stessa civiltà è fondata. Nell'estate del 1940, mise in guardia non solo dall'invasione ma dal rischio che gli Stati Uniti diventassero una "isola solitaria" in un mondo dominato dalla "filosofia della forza", "un popolo rinchiuso in prigione, ammanettato, affamato e nutrito attraverso le sbarre di giorno in giorno dai padroni sprezzanti e spietati degli altri continenti”. Furono queste preoccupazioni, il desiderio di difendere un mondo liberale, che portarono gli Stati Uniti a scontrarsi con le due grandi potenze autocratiche ben prima che entrambe rappresentassero una minaccia per quelli che gli americani avevano tradizionalmente inteso come i loro interessi. Gli Stati Uniti, in breve, non si facevano solo gli affari propri quando il Giappone decise di attaccare la flotta del Pacifico degli Stati Uniti e Hitler decise di dichiarare guerra nel 1941. Come disse all'epoca Herbert Hoover, se gli Stati Uniti avessero insistito "nell'infilare spilli nei serpenti a sonagli”, avrebbero dovuto aspettarsi di essere morsi.

E veniamo all'oggi.
"Come sosteneva il pensatore realista britannico E. H. Carr alla fine degli anni '30, se potenze insoddisfatte come la Germania erano intenzionate a cambiare un sistema che le svantaggiava, allora “la responsabilità di fare in modo che questi cambiamenti avvenissero . . . in modo ordinato” poggiava sui sostenitori dell'ordine esistente. Il crescente potere delle nazioni insoddisfatte dovrebbe essere accolto, non contrastato. E ciò significava che la sovranità e l'indipendenza di alcuni piccoli paesi dovevano essere sacrificate. La crescita del potere tedesco, sosteneva Carr, rendeva "inevitabile che la Cecoslovacchia perdesse parte del suo territorio e alla fine la sua indipendenza". George Kennan, che allora prestava servizio come alto diplomatico statunitense a Praga, concordò sul fatto che la Cecoslovacchia era "dopotutto uno stato dell'Europa centrale" e che le sue "fortune a lungo andare devono essere con - e non contro - le forze dominanti in quest'area. " Gli anti-interventisti avvertirono che "l'imperialismo tedesco" veniva semplicemente sostituito dall'"imperialismo anglo-americano". I critici del sostegno americano all'Ucraina hanno avanzato le stesse argomentazioni. Obama ha spesso sottolineato che l'Ucraina è più importante per la Russia che per gli Stati Uniti, e lo stesso si può certamente dire di Taiwan e della Cina. I critici di sinistra e di destra hanno accusato gli Stati Uniti di impegnarsi nell'imperialismo per aver rifiutato di escludere la possibile futura adesione dell'Ucraina alla NATO e incoraggiato gli ucraini nel loro desiderio di unirsi al mondo liberale.

C'è molta verità in queste accuse. Indipendentemente dal fatto che le azioni degli Stati Uniti meritino o meno di essere chiamate "imperialismo", durante la Prima guerra mondiale e poi negli otto decenni dalla Seconda guerra mondiale fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno usato il loro potere e la loro influenza per difendere e sostenere l'egemonia del liberalismo. La difesa dell'Ucraina è una difesa dell'egemonia liberale. Quando il senatore repubblicano Mitch McConnell e altri affermano che gli Stati Uniti hanno un interesse vitale in Ucraina, non intendono dire che gli Stati Uniti saranno direttamente minacciati se l'Ucraina cade. Significano che l'ordine mondiale liberale sarà minacciato se l'Ucraina cade".
Ed è esattamente questo il punto fondamentale che Kagan mette in luce mirabilmente. Non un altro. "This is the question". A dargli ragione non è un altro collega con le sue stesse idee, ma Sergey Karaganov, ex consigliere di Putin e oggi a capo del Centre for Foreign and Defense Policy di Mosca, il quale, nell'aprile dell'anno scorso, affermava, "Ci sentiamo tutti parte di un grande evento nella storia, e non si tratta solo della guerra in Ucraina; si tratta del crollo finale del sistema internazionale che si è creato dopo la Seconda guerra mondiale e poi, in modo diverso, è stato ricostruito dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Quindi, stiamo assistendo al crollo di un sistema economico – del sistema economico mondiale – la globalizzazione in questa forma è finita". Parole echeggiate da Alexander Dugin, "L'operazione speciale in Ucraina è diretta soprattutto contro il liberalismo e il globalismo".

E ora veniamo di nuovo a Kagan.
"Tutte le guerre degli Stati Uniti sono state guerre di scelta, le guerre "buone" e le guerre "cattive", le guerre vinte e le guerre perse. Nessuno è stata una guerra necessaria a difendere la sicurezza diretta degli Stati Uniti; tutte in un modo o nell'altro riguardavano la struttura dello scenario internazionale. La Guerra del Golfo nel 1990-91 e gli interventi nei Balcani negli anni '90 e in Libia nel 2011 riguardavano la gestione e la difesa del mondo liberale e il rispetto delle sue regole".

La difesa dell'Ucraina non fa alcuna eccezione.
"Gli americani si sono spesso convinti che altri stati avrebbero seguito volontariamente le loro regole preferite: negli anni '20, quando gli americani inneggiarono al Patto Kellogg-Briand che "metteva al bando" la guerra; nell'immediato dopoguerra, quando molti americani speravano che le Nazioni Unite si assumessero l'onere di preservare la pace; e ancora nei decenni successivi alla Guerra Fredda, quando si presumeva che il mondo si stesse muovendo ineluttabilmente sia verso la cooperazione pacifica sia verso il trionfo del liberalismo. L'ulteriore vantaggio, forse anche il motivo, di tali convinzioni era che, se fossero state vere, gli Stati Uniti avrebbero potuto cessare di svolgere il ruolo di garanti liberali del mondo ed essere sollevati da tutti i costi materiali e morali che ciò comportava".
Il problema è che non è così. Il problema era l'idealismo e l'ingenuità di questa prospettiva. "L'inferno" diceva Hobbes, "è la verità vista troppo tardi".
"Questa immagine confortante del mondo è stata periodicamente fatta esplodere dalle brutali realtà dell'esistenza internazionale. Putin è stato trattato come uno statista astuto, un realista, che cercava solo di riparare all'ingiustizia fatta alla Russia dall'accordo post Guerra Fredda e con alcuni argomenti ragionevoli dalla sua parte, fino a quando non ha lanciato l'invasione dell'Ucraina, che ha dimostrato non solo la sua disponibilità usare la forza contro un vicino più debole ma, nel corso della guerra, a utilizzare tutti i metodi a sua disposizione per devastare la popolazione civile ucraina senza il minimo scrupolo. Come alla fine degli anni '30, gli eventi hanno costretto gli americani a vedere il mondo per quello che è, e non è il posto ordinato e razionale che i teorici hanno postulato.
Nessuna delle grandi potenze si comporta come suggeriscono i realisti, guidate da giudizi razionali sulla massimizzazione della sicurezza. Come le grandi potenze del passato, agiscono in base a convinzioni e passioni, rabbia e risentimento. Non ci sono interessi "statali" separati, solo gli interessi e le credenze delle persone che abitano e governano gli stati.
...
Le invasioni seriali di Putin negli stati vicini non sono state guidate dal desiderio di massimizzare la sicurezza della Russia. La Russia non ha mai goduto di maggiore sicurezza sulla sua frontiera occidentale come durante i tre decenni successivi dala fine della Guerra Fredda. La Russia è stata invasa da ovest tre volte nel diciannovesimo e ventesimo secolo, una dalla Francia e due dalla Germania, e ha dovuto prepararsi alla possibilità di un'invasione occidentale durante la Guerra Fredda. Ma in nessun momento dalla caduta del Muro di Berlino nessuno a Mosca ha avuto motivo di credere che la Russia si trovasse di fronte alla possibilità di un attacco da parte dell'Occidente.
Il fatto che le nazioni dell'Europa orientale desiderassero cercare la sicurezza e la prosperità entrando a fare parte dell'Occidente dopo la Guerra Fredda potrebbe essere stato un duro colpo per l'orgoglio di Mosca e un segno della debolezza della Russia post Guerra Fredda, ma non ha aumentato il rischio per la sicurezza russa. Putin si è opposto all'espansione della NATO non perché temesse un attacco alla Russia, ma perché quell'espansione gli avrebbe reso sempre più difficile ripristinare il controllo russo nell'Europa orientale. Oggi come ieri gli Stati Uniti sono un ostacolo all'egemonia russa e cinese. Non una minaccia per l'esistenza della Russia e della Cina".
L'egemonia, la lotta per l'egemonia. Siamo ancora a Hobbes? Sì, siamo ancora a Hobbes, non ne siamo mai usciti. L'egemonia del liberalismo contro quella dell'autoritarismo, l'egemonia della democrazia contro quella dell'autoritarismo.
L'ostacolo maggiore per i Putin di questo mondo, per gli Xi Jinping, per i Khamenei, sono sempre gli Stati Uniti, come lo erano un secolo fa per i despoti e i tiranni europei. L'antiamericanismo è la malattia rabbiosa di chi vorrebbe che l'uomo venisse schiacciato sotto il tallone delle dittature o dei regimi autoritari.
"Nonostante le frequenti affermazioni contrarie, persistono le circostanze che hanno reso gli Stati Uniti il fattore determinante negli affari mondiali un secolo fa. Proprio come due guerre mondiali e la guerra fredda hanno confermato che gli aspiranti autocrati egemoni non erano in grado di realizzare le loro ambizioni fintanto che gli Stati Uniti erano un giocatore della partita, così Putin ha scoperto la difficoltà di raggiungere i suoi obiettivi fintanto che i suoi vicini più deboli possono cercare un supporto virtualmente illimitato da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Potrebbe esserci motivo di sperare che anche Xi ritenga che non sia il momento giusto per sfidare l'ordine liberale direttamente e militarmente.
...
"Il primo passo, tuttavia, è riconoscere la posta in gioco. La traiettoria naturale della storia in assenza della leadership americana è stata perfettamente evidente: non è andata verso una pace liberale, uno stabile equilibrio di potere o lo sviluppo di leggi e istituzioni internazionali. Porta invece alla diffusione della dittatura e al continuo conflitto tra grandi potenze.
Ecco dove si stava dirigendo il mondo nel 1917 e nel 1941. Se gli Stati Uniti dovessero ridurre il loro coinvolgimento nel mondo oggi, le conseguenze per l'Europa e l'Asia non sono difficili da prevedere. Il conflitto tra grandi potenze e la dittatura sono stati la norma nel corso della storia umana, la pace liberale una breve aberrazione. Solo la potenza americana può tenere a bada le forze naturali (e malvage aggiungo io) della storia".
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Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » ven mag 20, 2022 2:16 pm

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Messaggioda Berto » ven mag 20, 2022 2:16 pm

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Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » ven mag 20, 2022 2:17 pm

9)
Le menzogne e le calunnie russe



Le bufale sui laboratori di ricerca biologica USA in Ucraina per la guerra batteriologica contro la Russia


Ucraina, Science: "La propaganda russa diffonde fake sulla ricerca sceintifica"
20 marzo 2022

https://www.rainews.it/articoli/2022/03 ... 82742.html

"I russi devono sapere che è una bugia". Èil grido di alcuni ricercatori internazionali di fronte alla propaganda russa che sta diffondendo fake news scientifiche. A raccoglierle e denunciarle, è la rivista Science.

Una ricerca sui pipistrelli ucraini, ad esempio, si è trasformata in una falsa storia di armi biologiche, ad uso propagandistico contro l'Ucraina e gli USA. Nel 2020, i ricercatori tedeschi hanno iniziato a collaborare con i colleghi ucraini per esaminare i parassiti dei pipistrelli, per lo più sanguisughe come zecche e pulci. Volevano sapere che tipo di batteri ospitavano i pipistrelli in Ucraina, si legge su Science, un primo passo per identificare qualsiasi potenziale minaccia per la salute umana. I ricercatori dell'Istituto di Medicina Veterinaria Sperimentale e Clinica di Kharkiv hanno raccolto 140 pulci, zecche e mosche, strappate ai pipistrelli catturati nell'Ucraina orientale. Hanno annegato i parassiti nell'etanolo e li hanno spediti al Friedrich Loeffler Institute (FLI) vicino a Greifswald, in Germania. Il DNA dei parassiti ha rivelato l'identità di agenti patogeni come Ricksettia, un comune batterio trasmesso dalle zecche. I risultati sono stati presentati a una conferenza della Società veterinaria tedesca nel 2021. "Era una ricerca epidemiologica molto semplice", afferma Cornelia Silaghi, parassitologo veterinario FLI, a capo della collaborazione. È rimasta scioccata e sconcertata quando, il 10 marzo, un funzionario del Ministero della difesa russo ha affermato che la ricerca faceva parte di uno sforzo segreto per armi biologiche finanziato dall'Occidente. La TV di stato russa e i siti di notizie hanno citato il rapporto del ministero della Difesa e hanno affermato che il lavoro era un complotto ucraino, aiutato dagli Stati Uniti, per inviare uccelli, pipistrelli e rettili colpiti da malattie oltre il confine per infettare i russi.

Questa settimana, lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha parlato di "dozzine di laboratori in Ucraina"che sperimentano su coronavirus, antrace e colera "sotto la direzione e il sostegno finanziario del Pentagono".

La semplice collaborazione di Silaghi è diventata rapidamente al centro di una tempesta di disinformazione: alcuni fatti sono stati trasformati in false accuse che sono state rapidamente amplificate e diffuse tramite i social media, ripetute su Fox News e discusse nei forum. Come presunta prova, le autorità russe hanno pubblicato un'immagine sgranata dell'accordo di trasferimento del campione tra il laboratorio di Silaghi e l'istituto veterinario di Kharkiv. "Questo è ciò che fa funzionare la disinformazione: devi avere questi piccoli noccioli di verità", afferma l'esperta di biosicurezza del King's College LondonFilippa Lentzos. "Se sei in grado di piantare abbastanza dubbi, la gente inizia a fare domande".

Ma non è tutto. La Russia ha continuato i suoi sforzi per diffondere allusioni sulla ricerca di base. L'11 marzo, in una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite convocata dai rappresentanti russi per discutere della presunta ricerca ucraina sulla "guerra biologica", il diplomatico Vassily Nebenzia ha affermato che "i pipistrelli erano considerati portatori di potenziali agenti di armi biologiche" e ha offerto l'accordo di trasferimento del campione come prova. "Non sappiamo nulla del destino di quei pericolosi biomateriali e delle conseguenze che potrebbero verificarsi una volta che si 'dissipano'", ha detto Nebenzia al Consiglio di sicurezza. "Il rischio è alto che possano essere rubati per scopi terroristici o per essere venduti al mercato nero". Spiega Silaghi "Non ci sono agenti patogeni che potrebbero essere diffusi. L'etanolo utilizzato per uccidere e preservare i parassiti distrugge anche i patogeni, lasciando intatto solo il materiale genetico per il sequenziamento. Il progetto non ha ricevuto finanziamenti dagli Stati Uniti. "Si', abbiamo lavorato sugli ectoparassiti e abbiamo ricevuto campioni", afferma Silaghi. "Ma quello che ne è stato fatto - questa roba sulle armi biologiche - è completamente assurda". Silaghi ancora non sa come il ministero della Difesa russo abbia ottenuto l'ordinario accordo di cessione. Anton Vlaschenko, un biologo con sede a Kharkiv e collaboratore del progetto, sospetta che uno degli account di posta elettronica del team sia stato violato dai russi.

“Aggrapparsi ai pipistrelli, inoltre, potrebbe essere un modo per attingere a paure confuse sulle origini del Covid-19”, afferma Lentzos.

"La gente inizia a pensare, 'cos'altro non so?'". Altri ricercatori ucraini sono stati travolti nella campagna di disinformazione. L'istituto veterinario di Kharkiv fa parte di una più ampia rete di istituti di ricerca che riceve finanziamenti dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DOD) attraverso il suo programma di riduzione delle minacce biologiche (BTRP). Quello sforzo decennale mirava a proteggere i resti della ricerca sulle armi biologiche, chimiche e nucleari dell'era sovietica smantellando i laboratori e trovando un lavoro alternativo per gli scienziati delle armi sovietiche. Successivamente, il programma, che includeva laboratori russi fino al 2014, si è trasformato in uno sforzo di monitoraggio della salute pubblica e delle malattie in tutta l'ex Unione Sovietica, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. "Questo è stato trasformato in una narrazione dalla Russia su un anello di laboratori finanziati dagli americani al confine con la Russia", afferma Lentzos.

Inoltre i rapporti russi descrivono la ricerca sul microbioma intestinale delle vipere di Oleksandr Zinenko, un erpetologo della VN Karazin Kharkiv National University che ha collaborato in passato con l'istituto veterinario di Kharkiv, come "ricerca sulle armi biologiche", anche se lo studio sulla vipera era un progetto autonomo. "Nessuno dei microrganismi nell'intestino di una vipera è particolarmente pericoloso", afferma Zinenko. Aggiunge che nessuno dei suoi lavori sulle malattie dei rettili e degli anfibi è segreto. "Sono tutte informazioni pubbliche", afferma, con rapporti annuali e poster di conferenze "completamente disponibili" online. Per Vlaschenko, che gestisce il Centro di riabilitazione dei pipistrelli ucraini a Kharkiv, gli sforzi per trasformare il loro lavoro di indagine in qualcosa di minaccioso sembrano ridicoli, fintanto che Kharkiv rimane nelle mani dell'Ucraina. "Non disponiamo di laboratori genetici necessari per le armi biologiche", afferma. "E' molto divertente sentire dai russi che stiamo facendo questo tipo di ricerca".

Per Silaghi, che riceve email inquietanti da account anonimi, l'esperienza è stata profondamente inquietante. Un'e-mail insinuava che si stesse comportando come una scienziata nazista. "E' molto strano essere accusati di una cosa quasi assurda", dice Silaghi. "I russi devono sapere che è una bugia".



Alberto Pento
Ogni ospedale, ogni università, ogni centro di ricerca industriale farmaceutico, ogni istituto zootecnico e agricolo, in ogni paese hanno laboratori di analisi biologica.




Le quattro grandi bufale sulla guerra in Ucraina, smontate
La Bbc ha smontato le principale fake news costruite sui social per sminuire il conflitto tra Russia e Ucraina. Dal sangue finto ai cadaveri che si muovono passando per la presenza, smentita, di Steven Seagal tra le truppe russe
https://www.agi.it/estero/news/2022-03- ... -15914645/


Consuelo Rottoli
Monica Baruchello ci metto anche la firma se serve. Io non ho mai richiesto ed usato il greenpass nazista e mai percepito un euro di aiuto da questa splendida democrazia Italiana che costringe la gente a farsi inoculare ripetutamente un pericoloso farmaco sperimentale e sospende i medici che seguono il metodo scientifico. La mia dignità è a postissimo non si preoccupi.

Consuelo Rottoli
Monica Baruchello la logica e il senno di poi suggerirebbero che un lasciapassare ha più a che fare con la guerra che con la salute pubblica.
Ma voi preferite seguire gli ordini come soldatini per ottenere il biscottino del padrone piuttosto che ascoltare di più i vostri concittadini che dall'inizio vi mettono in guardia e vi fanno notare la miriade di volgari menzogne e la totale mancanza di trasparenza su questi farmaci autorizzati in via condizionata.
Sarà perché ci siete cascati e piuttosto che riconoscere di essere stati ingannati preferireste vederci morire di fame.
Chi ha accettato di buon grado il vile ricatto del vaccino dovrebbe solo vergognarsi e andarsi a studiare il significato della parola dignità.

Monica Baruchello
Consuelo Rottoli Staremmo a vedere se sotto Azovstal ci sono i laboratori di Soros dove fabbricano i microchip che mettono nei vaccini che i rettiliani usano per farci diventare tutti gay in modo da poter attuare il piano Kalergi . Poi ne riparliamo

Consuelo Rottoli
Monica Baruchello che cosa ha a che fare il segreto militare con i vaccini contro un virus "scappato per caso" da un laboratorio dove eseguono esperimenti gain of function che in occidente sarebbero illegali?
https://www.primapaginanews.it/.../covi ... corbelli...
Continui pure a sghignazzare facendo quella intelligente perché dalla parte del governo dei migliori.
I milioni di cittadini vessati che si sono fatti inoculare solo per non perdere il lavoro sono solo poveri dementi eh? Dementi complottisti da lasciar crepare di fame invece di dar loro un letto in ospedale. La dignitahhh
https://www.primapaginanews.it/articoli ... are-511142

Consuelo Rottoli
Vito Montanaro direi di no: costringere la gente a farsi inoculare un farmaco sperimentale autorizzato in via condizionata nella totale mancanza di trasparenza su dati di ogni tipo pena la perdita del lavoro significa essere nazisti. Porre ai margini della società i cittadini che rifiutano il TSO e ridurli alla fame significa essere nazisti.
Tranquillo so che piuttosto che ammetterlo sarebbe disposto a vedermi fucilata in piazza ma... è proprio così!
Milioni di italiani lo dicono e/o lo pensano. Infatti c'è un clima da guerra civile ma voi siete impegnati a pensare alle vacanze e all'ennesima dose che vi aspetta per proteggersi contro gli untori no-vax che vi rubano il letto in ospedale.
Non mi metto ad elencare le affermazioni raccapriccianti da parte di giornalisti, politici e presunti intellettuali altrimenti vi intaso la bacheca che poi puzza di cacca per almeno un mese.


Altre demenzialità delal propaganda russa sui fantomatici laboratori in Ucraina

Biolab, Il governo ucraino a Kiev tentò di infettare i residenti della regione di Luhansk con un ceppo altamente patogeno di tubercolosi
20 maggio 2022

https://www.facebook.com/david.damico33 ... 6673917335

https://www.databaseitalia.it/biolab-il ... bercolosi/

Funzionari russi affermano che i laboratori di ricerca sulle armi biologiche in Ucraina hanno condotto esperimenti illegali sui fiumi del paese e hanno deliberatamente infettato bambini con la tubercolosi. Il governo russo ha affermato che i bambini infettati dalla tubercolosi erano nativi russi che vivevano nell’Ucraina orientale .

Secondo il generale Igor Kirillov, comandante delle truppe russe di protezione nucleare, biologica e chimica, l’indagine del ministero della Difesa sui laboratori di armi biologiche finanziati dagli americani ha fornito al governo russo prove sostanziali che dimostrano che il governo ucraino a Kiev ha tentato di infettare i residenti della regione di Luhansk con un ceppo altamente patogeno di tubercolosi nel 2020.

“Volantini realizzati sotto forma di banconote contraffatte sono stati infettati dall’agente eziologico della tubercolosi e distribuiti tra i minori nel villaggio di Stepove”, ha affermato Kirillov. Dal 2014 questo villaggio è occupato dai separatisti filo-russi a Luhansk.

Kirillov ha aggiunto che gli organizzatori di questi esperimenti hanno preso di mira deliberatamente i bambini meno sani, compresi i bambini che avevano maggiori probabilità di mettersi in bocca cose casuali e maneggiare il cibo senza lavarsi le mani.

Approfondimenti:
– L’elenco degli americani che coordinano la ricerca sulle armi biologiche presso i Biolabs del Pentagono in Ucraina
– UKRAINE BIOLABS – 4. ARMI BATTERIOLOGICHE, NWO & ANTI-CRISTO. Intervista di Jeff Brown per China Rising a Fabio Carisio direttore di Gospa News
– LA RUSSIA RIVELA ALL’ONU LE PROVE DEL TENTATIVO DI GENOCIDIO DA PARTE DELL’ASSE USA-UCRAINA

Il generale ha aggiunto che gli studi batteriologici tra i bambini di Stepove hanno confermato che le ricerche sui batteri isolati trovati sui volantini erano resistenti ai farmaci antitubercolari di prima e seconda linea.

“L’infezione delle banconote era molto probabilmente artificiale poiché il materiale contiene ceppi estremamente pericolosi dell’agente patogeno in una concentrazione che può garantire l’infezione e lo sviluppo del processo di tubercolosi”, ha osservato Kirillov.

Approfondimenti:
– Mongolia, un campo di prova per la guerra biologica contro Russia e Cina
– I LABORATORI SEGRETI DELLA NATO A MARIUPOL
– UCRAINA – USA FINANZIARONO RICERCA SU COVID-19 GIÀ TRE MESI PRIMA CHE SI SAPESSE DELLA SUA ESISTENZA. NUOVI DOCUMENTI ESPLOSIVI LO DIMOSTRANO
– LA CASA BIANCA INVIA IN UCRAINA SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO ATTACCHI CON ARMI BIOLOGICHE. Il disperato bisogno del Deep State USA di un’escalation nel conflitto

Kirillov ha aggiunto che la diffusione della tubercolosi nella regione di Luhansk ha mostrato segni di “contaminazione intenzionale provocata dall’uomo usando volantini con biomateriali ad alta patogenicità”.

Il governo russo ha inoltre affermato che gli esperimenti sui bambini sono stati condotti da specialisti stranieri di nazionalità incerta che sono entrati in Ucraina attraverso nazioni terze per nascondere il coinvolgimento dell’America negli esperimenti.

Questi specialisti sono stati rapidamente evacuati dai biolab nelle parti orientali dell’Ucraina a ovest del paese poco prima che la Russia lanciasse la sua invasione. Kirillov ha detto che hanno portato con loro tutta la loro attrezzatura e i farmaci che hanno usato.
Specialisti sotto la supervisione americana hanno condotto esperimenti sui fiumi ucraini

In una recente riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, ambasciatore russo alle Nazioni Unite, ha affermato che gli Stati Uniti stanno usando la loro sperimentazione in Ucraina per sviluppare armi biologiche. Questi esperimenti includono lo studio di come si diffondono gli agenti patogeni presenti nell’acqua .


Vasily Nebenzya

“Gli specialisti ucraini, sotto la supervisione di colleghi americani, hanno regolarmente effettuato una raccolta di campioni d’acqua dai fiumi che scorrono attraverso l’Ucraina”, ha affermato Nebenzya. “Lo scopo qui è di stabilire la presenza in esse di specifici patogeni pericolosi, tra cui colera, tifo, epatite A ed E e di valutare il modo in cui si diffondono nell’acqua al fine di trarre conclusioni sulla capacità di questi agenti patogeni di inabilitare .”

Approfondimenti:
– Il Ministero della Difesa russo: “Abbiamo le prove su laboratori di ricerca su armi biologiche” finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina. VIDEO
– Gli Stati Uniti hanno finanziato attraverso le fondazioni di George Soros lo sviluppo di armi biologiche in Ucraina, proprio accanto al confine russo
– INCHIESTA | documenti espongono esperimenti biologici statunitensi sui soldati alleati in Ucraina e Georgia

“Poi la raccolta di questi campioni è stata inviata negli Stati Uniti”, ha continuato Nebenzya. “Abbiamo una domanda logica: perché? Perché una raccolta di agenti patogeni pericolosi viene raccolta dagli Stati Uniti , che potrebbero poi diffondersi attraverso le acque di questa regione?

Nebenzya ha avvertito che i risultati della sperimentazione americana sui patogeni fluviali potrebbero essere utilizzati “per creare una catastrofe biologica, non solo in Russia, ma nell’intera regione attraverso le acque dell’Azov e del Mar Nero e nell’Europa orientale”.

Durante la stessa riunione del Consiglio di sicurezza, Nebenzya ha anche accusato gli Stati Uniti di rifiutarsi deliberatamente di rafforzare la Convenzione sulle armi biologiche, un trattato globale che vieta l’uso e lo sviluppo di armi biologiche.

Nebenzya ha accusato gli Stati Uniti di aver fornito dichiarazioni incoerenti riguardo alle attività di ricerca biologica americana e di aver affermato che tutte le attività “sono per definizione pacifiche e ‘benefiche’ per la comunità internazionale”.

I diplomatici statunitensi si rifiutano anche di parlare con i giornalisti che chiedono risposte sulla cooperazione americana con le attività di ricerca biologica ucraina, comprese quelle attività che contraddicono le dichiarazioni di importanti funzionari americani.

Inoltre, Nebenzya ha accusato i rappresentanti americani di rifiutare un’iniziativa per aumentare la Convenzione sulle armi biologiche che richiederebbe ai paesi di segnalare le attività biologiche militari condotte al di fuori dei loro territori.

“Ciò significa che gli Stati Uniti bloccano intenzionalmente i tentativi di rafforzare il regime della Convenzione sulle armi biologiche, che mira a consentire di rilevare in modo efficiente le violazioni della Convenzione”, ha affermato Nebenzya.



Negare tutto, mentire sempre. La disinformatija di guerra di Putin

Luciano Capone
20 mag 2022

https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/05/ ... n-4021952/

Dalle "provocazioni" di Bucha e del teatro di Mariupol ai soldati ucraini che uccidono civili ucraini "travestiti" da russi, passando per i “biolab” segreti. Negazione della realtà, manipolazioni preventive, balle fantascientifiche. Per il Cremlino la menzogna di stato è un metodo

Massimo D’Alema ha raccontato che, durante il viaggio a Mosca per i funerali di Andropov, Enrico Berlinguer gli confidò la prima legge del socialismo reale: “I dirigenti mentono, sempre, anche quando non sarebbe necessario”. Ora le cose in Russia sembrano cambiate, ma in peggio. Nel senso che le autorità continuano a mentire, sempre, ma la qualità delle menzogne è notevolmente più scadente.

Da prima dell’invasione dell’Ucraina il regime di Putin non ha fatto altro che diffondere bugie e disinformazione, attraverso ricostruzioni talmente false e incredibili da risultare grottesche. L’ultimo caso è l’allarme lanciato dal ministero della Difesa russo secondo cui l’Ucraina starebbe preparando una “provocazione” seguendo “lo scenario di Bucha”: a Konstantinovka, nell’oblast di Donetsk, “i militari ucraini vestiti nell’uniforme delle Forze armate russe devono sparare ai civili davanti alla telecamera. La provocazione sarà filmata dai videoregistratori di presunte auto casuali e il filmato sarà diffuso dai media occidentali”. Soldati ucraini, travestiti da russi, che uccidono civili ucraini per far ricadere la colpa sui russi, quindi. A Mosca parlano di “scenario di Bucha” perché, a dispetto della montagna di prove e testimonianze accumulate, la versione russa è che quell’eccidio sia “una messa in scena del regime di Kiev per i media occidentali”. Ma se nel caso di Bucha per le autorità russe si trattava di negare la realtà, in questo di Konstantinovka le menzogne sono preventive. Il Cremlino fa produrre disinformazione anche su ciò che potrebbe accadere, per avere una scusa già pronta. E questo è il lato più inquietante: è come se il ministero della Difesa e degli Esteri stessero disseminando alibi sui crimini di guerra russi in arrivo.

Ci sono ormai numerosi esempi di entrambi i tipi di menzogne. Nella prima casistica rientra, ovviamente, Bucha: il massacro simbolo di questa guerra. Per le autorità russe “tutte le foto e i video pubblicati dal regime di Kiev che testimonierebbero certi ‘crimini’ dei militari russi a Bucha, nella regione di Kiev, sono solo un’altra provocazione”. Dicono “un’altra” perché anche il precedente bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol secondo i russi è stato una “messa in scena” del battaglione Azov volta a “suscitare emozioni e ignorare i fatti”: la donna incinta che compariva nelle immagini era una modella che recitava una parte. Successivamente hanno cambiato versione, perché la donna è poi stata usata come strumento di propaganda dagli stessi russi: non recitava, era davvero lì, ma l’esplosione è comunque colpa degli ucraini. Allo stesso modo, sarebbe stata un’altra “provocazione”, del solito e onnipresente battaglione Azov, anche il bombardamento del teatro di Mariupol del 16 marzo, che ha fatto 600 morti: “L’aviazione russa non ha colpito nessun obiettivo – diceva il ministero della Difesa –. Secondo i dati del Ministero i militanti del battaglione nazionalista ucraino ‘Azov’ hanno fatto un’altra provocazione facendo saltare in aria il teatro che avevano minato”. Uguale per il missile precipitato sulla stazione di Kramatorsk che ha fatto oltre 50 morti e 100 feriti: tutto falso, sono stati sempre gli ucraini a bombardarsi.

Al secondo filone, quello delle menzogne preventive, appartiene l’ultimo allarme sull’eccidio di civili che dovrebbe verificarsi a Konstantinovka con militari ucraini travestiti da russi. La stessa identica accusa era stata lanciata un mese fa, ma con location Odessa: i servizi segreti ucraini stanno “preparando un’altra mostruosa provocazione per accusare il personale militare della Federazione russa dei cosiddetti crimini di guerra con la distruzione di massa di civili nella regione di Odessa”, scrivevano i russi a metà aprile, denunciando un travestimento “con l’uniforme del personale militare russo” per “giustiziare in modo dimostrativo i residenti locali”. Non sono mancati allarmi su “una provocazione su impianti di energia nucleare presso la centrale di Zaporizhzhia” o su un attacco ucraino al “deposito di scorie radioattive” di Kamenskoe. C’è poi, come sottogruppo, la versione fantascientifica delle balle, con la storia dei biolaboratori segreti finanziati da “Clinton, Rockefeller, Soros e Biden” in accordo con Big Pharma per fare esperimenti su uomini e uccelli e produrre “armi biologiche”.

Menzogne continue, come nel periodo sovietico, ma di fattura più scadente. Eppure efficaci su una parte dell’opinione pubblica occidentale, che non necessariamente le crede vere ma inizia a dubitare di “quello che ci dicono” i media. In fondo è questo l’obiettivo della disinformazione: pervertire così tanto la verità per rendere le persone talmente confuse da non sapere più a chi e cosa credere. È per questo che ora come allora mentono, sempre, anche quando non ce n’è bisogno.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Demenzialità, menzogne e calunnie contro gli USA e la NATO

Messaggioda Berto » ven mag 20, 2022 2:18 pm

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Messaggioda Berto » ven mag 27, 2022 8:05 pm

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