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Corrispondenza sulla guerra di aggressione della Russia al'Ucraina, tra da Silvana de Mari pro Russia e Roberto de Mattei pro Ucraina.Su alcune questioni di attualità mi trovo d'accordo con la De Mari:
no invasione dei clandestini,
no suprematismo nazismo maomettano (demonizzazione del cristianismo e santificazione dell'Islam),
no suprematismo razzista dei neri,
no suprematismo del politicamente corretto LGBT,
ma non sono assolutamente d'accordo sul
no vax/no greenpass,
sullo schierarsi con il "supposto santo" carnefice Putin contro la "supposta demoniaca" Ucraina innocente vittima del criminale suprematismo russo,
sulla demenziale teoria complottista del Gran Reset alla monsignor Viganò e alla Alexandr Dugin (il filosofo di Putin).
La De Mari sulle questioni che mi trovano totalmente in disaccordo dimostra un'ignoranza spaventosa e una irragionevolezza terrificante resa ancor più drammatica e desolante dal fatto che la De Mari è una persona intellettualmente sviluppata.
Lettera a de Matteidi Silvana de Mari
marzo 2022
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4453 ... attei.htmlLo storico Roberto de Mattei è intervenuto sul dramma della guerra Russia-Ucraina.
Ha spiegato che occorre sempre combattere sempre fino alla morte, e che le spiegazioni sulle ragioni della Russia non sono accettabili, altrimenti si è collaborazionisti.
Afferma che se vogliamo rimuovere la guerra, dobbiamo rimuovere le sue cause. La causa della guerra, della pandemia, della crisi economica che va delineandosi sono i peccati dell’umanità che ha voltato le spalle a Dio e alla Sua Legge, e questo è assolutamente condivisibile.
Nelle apparizioni di Fatima nel 1917, la Madonna aveva detto che l’allontanamento da Dio dei popoli europei conduce al castigo divino della guerra. Per impedirla chiese la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Così facendo la Russia si salverà, altrimenti spargerà i suoi errori per il mondo. Questa consacrazione non è ancora stata fatta nei termini in cui è stata chiesta.
La dissoluzione del regime sovietico, è sembrata un risultato parziale di quella consacrazione, ma la Russia non si è convertita e il comunismo non è morto. Putin non ha rinnegato gli errori del Comunismo. La Cina, una nazione comunista, ha dichiarato ufficialmente che la sua amicizia con la Russia è solida come la roccia, aggiunge de Mattei.
Il suo intervento è qui La Guerra russa e il Messaggio di Fatima
[si veda anche l'articolo pubblicato con lo stesso titolo su Corrispondenza Romana - NdR]
Al riguardo vorrei porgli alcune domande:
Citando i fatti, parte dal riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk a Febbraio 2022 da parte della Russia.
Non sarebbe opportuno risalire almeno al 2014, quando un colpo di stato eterodiretto e finanziato, a quanto affermato da Victoria Nuland, con oltre 5 miliardi di dollari ha instaurato un regime fantoccio in Ucraina ed è cominciata contro quelle due repubbliche una guerra che ha causato oltre 14.000 morti fra i civili?
E non sarebbe stato opportuno citare il mancato rispetto da parte Ucraina, col silenzio/assenso dei paesi occidentali, degli accordi di Minsk?
Nella prima categoria di coloro che definisce ‘collaborazionisti’ figurano quelli che preferiscono rinunciare alla libertà piuttosto che rischiare la vita.
Non trova strano che nella ‘pandemia’ del coronavirus gli stessi paesi occidentali ed in particolare l’Italia si siano pronunciati al contrario, negando la libertà col pretesto della salute?
E non trova strano che in Italia, ad epidemia finita, non si voglia abolire il greenpass che ha fallito sul piano sanitario ed è con tutta evidenza uno strumento di controllo e condizionamento sociale, cioè il contrario della decantata libertà?
Nella seconda categoria di collaborazionisti pone chi ammette che Putin, pur avendo sbagliato, possa tuttavia avere qualche ragione.
Ma se la NATO è una organizzazione puramente difensiva, istituita per contrapporsi al patto di Varsavia, per quale motivo quando esso si è dissolto non è stata sciolta ed anzi è stata ampliata, curiosamente, proprio a molti paesi che facevano parte del Patto di Varsavia portando gli arsenali bellici NATO alle porte della Russia?
Nella terza categoria di collaborazionisti pone coloro che danno ragione a Putin.
Non le sembra che attribuire alla Russia ed a Putin gli errori dell’URSS, come per esempio la dissoluzione della famiglia e l’aborto, sia fuorviante?
Putin si è ritrovato quella situazione, non le sembra che abbia cercato di arginarla incoraggiando la famiglia e cercando di limitare l’aborto, ed inserendo nella costituzione il riconoscimento esplicito che il matrimonio è solo fra uomo e donna?
Non le sembra che proprio l’Occidente abbia cercato di esportare in Russia le organizzazioni LGBTQ e di promuovere le teorie gender a cui Putin si è opposto suscitando le strilla dei libertaristi da salotto?
Non le sembra che invece proprio l’Ucraina sia stata incoraggiata dall’Occidente a diventare esportatrice di bimbi partoriti su commissione e che lo stesso Zelensky, come si vede dai suoi filmati quando facevo l’uomo (si fa per dire…. ) di spettacolo, sia contiguo agli ambienti omosessualisti?
Non le sembra grottesco identificare l’Occidente attuale col cristianesimo, quando in realtà tutti i governi occidentali sdoganano le più turpi perversioni e col pretesto del covid negano le libertà naturali sancite dalle costituzioni?
Di quali valori occidentali stiamo parlando, di quali libertà, di quale democrazia se lo stesso giudice Palamara ci conferma che stiamo in colpo di stato permanente effettivo dal 2011 e che i governi da allora in carica sono eterodiretti?
Pensa che in particolare Monti e Draghi siano espressione della volontà popolare degli italiani o siano stati scelti da altri ed imposti all’Italia con la compiacenza del Presidente della Repubblica?
Non si è accorto che Putin è cristiano ed ha chiesto già anni fa a Bergoglio la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria?
Ha ascoltato il discorso di Valdai fatto da Putin, se non ricordo male, nel 2017, in cui riafferma i valori tradizionale e cristiani come fondamento dello stato?
Che senso ha paragonare l’attuale Russia, dove il risveglio religioso è evidentissimo, alle antiche popolazioni barbariche pagane che invasero l’impero romano?
Si è accorto che sono proprio i princìpi cristiani quelli che l’Occidente rinnega con la cultura della sostituzione?
Se è indubbiamente vero che il peccato è all’origine del male, ed in particolare delle malattie e delle guerre,
non si chiede però chi e perché abbia ingegnerizzato il coronavirus, abbia creato laboratori biologici in tutto il mondo e più di una decina in Ucraina ed abbia soffiato sul fuoco della guerra circondando di basi militari la Russia?
Chi vuole avventarsi sul pingue Occidente e minacciarlo?
Al contrario, chi ha orchestrato le primavere arabe?
Chi ha devastato Serbia, Iraq, Siria, Libia ecc. con pretesti poi rivelatisi infondati come quello delle armi di distruzione di massa?
Ritiene che, se è vero che la pace è la tranquillità dell’ordine, sia un buon approccio demonizzare l’avversario squalificandolo moralmente in modo che abbia torto a priori?
O al contrario, se effettivamente si vogliono creare le giuste premesse per la pace, non sarebbe bene trattarlo da essere umano, capirne le ragioni, ed usare lo stesso metro di giudizio che si applica alla controparte?
Crede che verità, equità, giustizia siano irrilevanti per perseguire la pace e che basti schierarsi da una sola parte, quella ‘buona’ a prescindere, limitandosi a demonizzare l’altra?
Infine, vorrei porle la domanda a mio avviso più importante: lei definisce collaborazionista chiunque osi porre domande anziché limitarsi a condannare a prescindere Putin e la Russia.
Ora, tecnicamente si definisce collaborazionista il cittadino che in stato di guerra coopera con il nemico che ha invaso il proprio paese:
è questa la nostra situazione?
Siamo stati invasi dalla Russia?
O non è piuttosto l’Italia che armando l’Ucraina – che non fa parte né della UE né della NATO – ha compiuto un atto bellico nei confronti della Russia esponendosi a ritorsioni?
Le sembra che siamo in mano a gente saggia e competente visto che il nostro ministro degli esteri dà dell’animale ad un capo di stato, il nostro ministro della difesa (che era un notorio obiettore di coscienza ma ora si è convertito al bellicismo) arma paesi terzi, il ministro della difesa Inglese, una garbata signora di cui non ricordo il nome, è contraria all’annessione di Rostov alla Russia (in effetti è impossibile annettere ad una nazione una regione che già ne fa parte) ed il presidente della massima potenza mondiale confonde l’Iran con l’Ucraina?
Lei si sente rassicurato nel sapersi in così buone mani, visto che siffatto presidente dispone oltre mille basi militari in tutto il mondo, di cui più di 115 solo in Italia?
Può essere la Russia un aggressore se le sue basi all’estero, comunque vicine al suo territorio, non arrivano alle dita di una mano?
Ecco, se l’Italia è invasa e colonizzata, non pensa che i colonizzatori siano altri, ed i collaborazionisti quelli che con essi cooperano?
La ringrazio per l’attenzione e, in attesa di una sua cortese risposta, la saluto cordialmente.
Risposta del prof. Roberto de Mattei alla dott.ssa Silvana De Mari Corrispondenza romana
5 Aprile 2022
https://www.corrispondenzaromana.it/not ... %ef%bf%bc/ Gentile dott.ssa Silvana De Mari
non posso esimermi dal rispondere alle domande che cortesemente mi pone nella sua lettera (qui) dopo il mio intervento sulla guerra russa e il messaggio di Fatima: (CR, La guerra russa e il messaggio di Fatima).
Ho numerato le sue domande, per rendere più chiare le mie risposte.
N. 1: “Citando i fatti, parte dal riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Lugansk a Febbraio 2022 da parte della Russia. Non sarebbe opportuno risalire almeno al 2014, quando un colpo di stato eterodiretto e finanziato, a quanto affermato da Victoria Nuland, con oltre 5 miliardi di dollari ha instaurato un regime fantoccio in Ucraina ed è cominciata contro quelle due repubbliche una guerra che ha causato oltre 14.000 morti fra i civili?”
Mi sembra che a proposito di questi eventi Lei ripeta la narrazione del Cremlino, dimenticando che il reale colpo di Stato fu quello che tentò il presidente filo-russo dell’Ucraina Viktor Yanukovich (2010-2014), quando, tra il 2013 e il 2014, diede ordine di stroncare con la violenza le manifestazioni dette di Euromaidan dal nome della piazza di Kiev dove si radunarono i manifestanti. Le proteste traevano origine dal rifiuto del presidente Yanukovich di firmare un accordo di associazione e libero scambio tra l’Ucraina e l’Unione Europea. Quando il 18 e il 20 febbraio 2014, i dimostranti marciarono verso il parlamento di Kiev, la polizia e le forze speciali aprirono il fuoco uccidendo quasi 100 persone. Yanukovich fu costretto a fuggire in Russia, da dove chiese l’intervento armato di Mosca. Le truppe russe, che non indossavano uniformi regolari, invasero la penisola di Crimea e la regione del Donbass prendendone il controllo. Fu l’inizio di una guerra civile scatenata dalla Russia, e non dall’Ucraina. Lei sembra attribuire ai separatisti russi le 14.000 vittime del conflitto, ma secondo il documento ufficiale dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani questa cifra, riguarda, tra il 14 aprile 2014 e il 31 dicembre 2021, tutte le perdite, civili e militari, subite da entrambe le parti: il governo di Kiev e i separatisti filorussi (
https://ukraine.un.org/sites/default/fi ... 20EN_0.pdf ).
L’intervento propagandistico e militare di Mosca nella crisi è ben superiore a quello che Lei attribuisce alla diplomatica Victoria Nuland, inviata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama per risolvere la crisi, con scarso successo. Per inquadrare questi eventi nella complessa storia dell’Ucraina, Le consiglio la lettura di un equilibrato studio del dott. Giorgio Cella, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore: Storia e geopolitica della crisi ucraina, Carocci, Roma 2021.
N. 2: “Non sarebbe stato opportuno citare il mancato rispetto da parte Ucraina, col silenzio/assenso dei paesi occidentali, degli accordi di Minsk?”
Gli accordi di Minsk, in Bielorussia, furono sottoscritti il 6 settembre 2014, dopo l’invasione della Crimea da parte della Russia e gli scontri nel Donbass e vennero ribaditi da un secondo armistizio, firmato a Minsk l’11 febbraio 2015. Il primo punto era il cessate il fuoco, ma l’accordo è stato ripetutamente violato da entrambe le parti, come dimostra il numero, prima citato, di 14.000 vittime nel Donbass, sia russe che ucraine. Inoltre Lei dimentica che venti anni prima, il 5 dicembre 1994, era stato sottoscritto a Budapest un memorandum da Russia, Ucraina, Usa e Regno Unito: la Russia, in cambio del disarmo nucleare di Kiev, si impegnava a non invadere l’Ucraina e a rispettarne i confini e l’integrità territoriale. Gli accordi vennero violati una prima volta nel 2014, con l’annessione russa della Crimea, e una seconda volta il 24 febbraio scorso, con l’invasione dell’Ucraina. Può trovare una buona sintesi a questo link:
https://lanuovabq.it/it/otto-anni-di-co ... invisibile NN. 3-4: “Non trova strano che nella ‘pandemia’ del coronavirus gli stessi paesi occidentali ed in particolare l’Italia si siano pronunciati al contrario, negando la libertà col pretesto della salute?”
“E non trova strano che in Italia, ad epidemia finita, non si voglia abolire il greenpass che ha fallito sul piano sanitario ed è con tutta evidenza uno strumento di controllo e condizionamento sociale, cioè il contrario della decantata libertà?”
Queste domande mi sembrano una forzatura che poco ha a che vedere con il tema di cui stiamo discutendo. L’uso di misure illiberali caratterizza i regimi democratici, fin dal loro nascere, ma non mi sembra che questo giustifichi la violenza dei regimi totalitari o autocratici che a queste democrazie si oppongono. Piuttosto mi sembra inquietante il tentativo di stabilire una continuità ideologica tra pandemia e guerra in Ucraina, quasi insinuando che facciano parte di un medesimo “complotto”. La tentazione del cospirazionismo rischia di ridicolizzare qualsiasi tentativo di seria analisi delle vicende. Questo articolo non ha perso di attualità:
https://www.corrispondenzaromana.it/not ... plottismo/ N. 5: “Se la NATO è una organizzazione puramente difensiva, istituita per contrapporsi al patto di Varsavia, per quale motivo quando esso si è dissolto non è stata sciolta ed anzi è stata ampliata, curiosamente, proprio a molti paesi che facevano parte del Patto di Varsavia portando gli arsenali bellici NATO alle porte della Russia?”
L’allargamento della Nato ai Paesi dell’ex Patto di Varsavia che Lei contesta è stato voluto da quei paesi proprio per difendersi dal revanscismo imperiale post-sovietico. Le suggerisco di leggere questo documentato articolo di Stefano Magni:
https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... -trattati/ Inoltre, la Russia di oggi è un soggetto giuridico diverso dall’URSS, che si è auto-dissolta nel 1991. Come ha osservato il prof. Pietro De Marco: “Niente dei territori-popoli perduti da Mosca, per loro volontaria separazione, non per conquista altrui, spetta in principio allo stato russo quale esso è oggi. Alla Russia post-sovietica appartiene solo un residuo materiale, o strumentale, di potenza, la deterrenza nucleare. La rivendicazione di un recuperato controllo della Russia su ‘suoi’ territori ex imperiali si avvale di un argomento, quello della storia e dei bisogni storici, infondato, che non ha corso nel diritto internazionale né di una morale internazionale pubblica (
https://www.corrispondenzaromana.it/pot ... nazionale/ ).
N. 6-7: “Non le sembra che attribuire alla Russia ed a Putin gli errori dell’URSS, come per esempio la dissoluzione della famiglia e l’aborto, sia fuorviante?”
“Putin si è ritrovato quella situazione, non le sembra che abbia cercato di arginarla incoraggiando la famiglia e cercando di limitare l’aborto, ed inserendo nella costituzione il riconoscimento esplicito che il matrimonio è solo fra uomo e donna?”
Putin sta cercando di limitare l’aborto in Russia non per considerazioni di ordine morale, ma perché è preoccupato dalla crisi demografica del Paese. La sua posizione su questo punto è analoga a quella di Stalin che rendendosi conto delle catastrofiche conseguenze delle misure antifamiliari dell’URSS, introdotte da Lenin e Trotzki, nel 1936 fece un’inversione di rotta, che gli permise di affrontare con maggior forza la guerra. Se Putin fosse un autentico difensore della famiglia comincerebbe a limitare il tasso dei divorzi, di cui la Russia ha il record nel mondo. In realtà Putin, da buon comunista, si ispira alla “filosofia della prassi” ed è il pragmatismo, non certo i princìpi morali, che lo spinge, ad esempio, ad appoggiarsi al Patriarcato di Mosca, che a sua volta beneficia del sostegno politico ed economico di Putin.
N. 8: “Non le sembra che proprio l’Occidente abbia cercato di esportare in Russia le organizzazioni LGBTQ e di promuovere le teorie gender a cui Putin si è opposto suscitando le strilla dei libertaristi da salotto?”
L’affermazione secondo cui l’“Occidente” avrebbe esportato in Russia le organizzazioni LGBTQ e la teoria del gender è assolutamente impropria perché identifica l’Occidente con gruppi e movimenti che costituiscono il cancro dell’Occidente. Del resto né la Polonia né l’Ungheria, che appoggiano apertamente l’Ucraina condividono l’aborto e il gender, mentre si sono schierati a favore di Putin, votando contro la risoluzione ONU di condanna dell’attacco all’Ucraina, Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea e Siria, con l’astensione della Cina. Come osserva don Angelo Citati, “questa lettura ideologica è esattamente speculare – e quindi funzionale – a quella liberal che in questo conflitto vede, di nuovo, non un conflitto tra due paesi ma una battaglia di civiltà, nella quale stavolta però i buoni starebbero a sinistra, in difesa dei «valori» dell’Occidente di oggi: le teorie gender, i diritti LGBT, la cancel culture, il multiculti. (…) Senza rendersene conto, quindi, chi appoggia, o comunque manifesta una certa ambiguità nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina in nome di presunti valori conservatori incarnati dalla Russia di Putin, porta detrimento proprio a questi valori, perché avalla così una lettura ideologica condivisa dai progressisti: questa reazione, cioè, li radica ulteriormente nella convinzione di trovarsi ingaggiati in una lotta che trascende la geopolitica e avrebbe invece – proprio come sostiene il loro «nemico» Kirill – un significato metafisico” (
https://www.corrispondenzaromana.it/not ... %ef%bf%bc/ )
N. 9: “Non le sembra che invece proprio l’Ucraina sia stata incoraggiata dall’Occidente a diventare esportatrice di bimbi partoriti su commissione e che lo stesso Zelensky, come si vede dai suoi filmati quando facevo l’uomo (si fa per dire…. ) di spettacolo, sia contiguo agli ambienti omosessualisti?”
Il presidente Putin non è meno corrotto e globalista del presidente Zelensky (
https://www.lifesitenews.com/opinion/ar ... lobalists/ ). Ma soprattutto: cosa intende per “Occidente”? Questo è un punto cruciale. Mentre in Russia esiste un regime autocratico, a senso unico, negli Stati Uniti, e negli altri Paesi occidentali l’opinione pubblica è divisa tra chi sostiene l’aborto e le organizzazioni LGBTQ, e chi combatte questa degradazione morale, come dimostrano le grandi Marce per la Vita. La tesi secondo cui l’Occidente è in sé stesso ontologicamente depravato è quella di Putin e del presidente cinese Xi Jinping. Essi non combattono la corruzione dell’Occidente, ma l’Occidente in sé stesso. Io, invece, ad extra, difendo ad oltranza l’Occidente, combattendo, ad intra, la sua degenerazione.
NN. 10-11: “Non le sembra grottesco identificare l’Occidente attuale col cristianesimo, quando in realtà tutti i governi occidentali sdoganano le più turpi perversioni e col pretesto del Covid negano le libertà naturali sancite dalle costituzioni?”
“Di quali valori occidentali stiamo parlando, di quali libertà, di quale democrazia se lo stesso giudice Palamara ci conferma che stiamo in colpo di stato permanente effettivo dal 2011 e che i governi da allora in carica sono eterodiretti?”
Per me Occidente è il nome di una civiltà, la cui anima è il Cristianesimo. Lo storico inglese Christopher Dawson lo esprime bene: “La civiltà occidentale è l’atmosfera nella quale respiriamo e la vita che viviamo. E’ il modo proprio di vita nostra e dei nostri antenati, e perciò la conosciamo non soltanto dai documenti e dai monumenti, ma anche attraverso la nostra esperienza personale” (Il Cristianesimo e la Formazione della Civiltà Occidentale, BUR, Milano 1997, p. 15). Non deve commettere l’errore di confondere l’Occidente con la sua secolarizzazione. Le caratteristiche peculiari dell’Occidente, secondo il politologo americano Huntington, sono ben antecedenti al processo di secolarizzazione della modernità: “L’Occidente era Occidente molto prima di essere moderno” (Lo scontro delle civiltà, Garzanti, Milano 2000, p. 90). Gli ucraini, come scrive John Lamont, non stanno combattendo per George Soros e il Nuovo Ordine Mondiale. Stanno combattendo per le loro case, le loro famiglie e il loro paese (
https://www.corrispondenzaromana.it/not ... llucraina/ ).
N. 12: “Pensa che in particolare Monti e Draghi siano espressione della volontà popolare degli italiani o siano stati scelti da altri ed imposti all’Italia con la compiacenza del Presidente della Repubblica?”
L’affermazione secondo cui l’Italia si trova in un colpo di Stato permanente effettivo dal 2011 è iperbolica e non ha nulla a che fare con la guerra in corso, così come nulla ha a che fare con il problema della guerra il fatto che Monti e Draghi siano stati espressione dei “poteri forti” della società. Su questi temi la rimando ai miei articoli su 6 dicembre 2011 su Corrispondenza Romana del 6 dicembre 2011 (
https://www.corrispondenzaromana.it/pol ... nazionale/) e del 22 febbraio 2022 (
https://www.corrispondenzaromana.it/la- ... ei-peones/ ). Ciò però ha poco o nulla a che fare con la guerra in corso e le sue domande mi sembrano fuorvianti.
N. 13: “Non si è accorto che Putin è cristiano ed ha chiesto già anni fa a Bergoglio la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria?”
Le posso assicurare che la notizia secondo cui Putin ha chiesto già anni fa a papa Francesco la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, è falsa. Ho seguito personalmente la questione attraverso amici sacerdoti in Vaticano
N. 14: “Ha ascoltato il discorso di Valdai fatto da Putin, se non ricordo male, nel 2017, in cui riafferma i valori tradizionale e cristiani come fondamento dello stato)?”
Sì, ho letto questo ed altri discorsi di Putin, in particolare quello di Valdai del 12 luglio 2021 On the Historical Unity of Russian and Ukrainians, (
https://www.prlib.ru/en/article-vladimi ... ukrainians), in cui il presidente della Federazione Russa ribadisce la sua tesi di fondo: l’Ucraina indipendente non esiste, perché Russia ed Ucraini sono un unico popolo, legato da una sola lingua, una sola cultura e una sola fede, quella della chiesa Ortodossa.
L’opposizione che Putin manifesta all’ideologia gender e LGBT non mi sembra dimostri nulla. Il fatto che Hitler mettesse in campo di concentramento gli omosessuali non costituisce certo una buona ragione per presentarlo come un campione dei valori tradizionali e cristiani. Putin viola ogni giorno il diritto alla vita degli innocenti con i bombardamenti di obiettivi civili in Ucraina, compresi gli ospedali. Le accuse che gli vengono rivolte di crimini di guerra sono basate su fatti documentati, non su opinioni. Piuttosto nei discorsi a cui Lei si riferisce Putin espone con chiarezza il suo progetto panrusso, autocratico e rigorosamente ortodosso.
N. 16: “Si è accorto che sono proprio i princìpi cristiani quelli che l’Occidente rinnega con la cultura della sostituzione?”
Ancora una volta Lei ricorre impropriamente alla parola Occidente, mentre la cultura della sostituzione a cui Lei si riferisce è un progetto anti-occidentale, promosso dall’ONU, come ha dimostrato il prof. Renato Cristin nel suo libro I padroni delcaos (LiberLibri, Macerata 2017) a cui la rimando.
N. 17: “Se è indubbiamente vero che il peccato è all’origine del male, ed in particolare delle malattie e delle guerre, si chiede però chi e perché abbia ingegnerizzato il coronavirus, abbia creato laboratori biologici in tutto il mondo e più di una decina in Ucraina ed abbia soffiato sul fuoco della guerra circondando di basi militari la Russia?”
Il coronavirus è stato ingegnerizzato con tutta probabilità dai laboratori militari cinesi di Wuhan (veda il mio studio su Le misteriose origini del Coronavirus, Edizioni Fiducia, Roma 2021); i laboratori ucraini non lavorano sulla guerra biologica (cfr.
https://www.open.online/2022/03/14/labo ... ormazione/ ); le basi militari costituite in alcuni Paesi dell’ex-Patto di Varsavia sono state liberamente installate da questi Paesi per difendersi da una possibile aggressione della Russia, non certo per attaccarla. I fatti hanno dimostrato che era giusto farlo.
N. 18: “Chi vuole avventarsi sul pingue Occidente e minacciarlo”?
Non ho dubbi a questo proposito: la Russia, la Cina e il mondo islamico vogliono avventarsi sul “pingue Occidente”, che considerano, “un malato terminale”.
N. 19: “Chi ha orchestrato le primavere arabe?”
La rinvio su questo punto a un articolo di Corrispondenza Romana del 3 marzo 2011.
https://www.corrispondenzaromana.it/edi ... -del-2011/ N. 20: “Chi ha devastato Serbia, Iraq, Siria, Libia ecc. con pretesti poi rivelatisi infondati come quello delle armi di distruzione di massa?”
Lei sta ripetendo le tesi di mons. Carlo Maria Viganò, alle quali il prof. Luciano Pranzetti ha risposto in questi termini: “La guerra, divampata in Jugoslavia (1991-1995), fu l’effetto delle tensioni nazionaliste all’indomani della morte di Tito e la Serbia di Milosevič non fu quella che dette il via alla “pulizia etnica” con ciò facendo scattare l’intervento degli eserciti alleati NATO? O, secondo, la visione etica di monsignore, bisognava lasciar fare? E che dire della guerra nel Kosovo (1998-1999)? Anche questo conflitto, uno dei tanti scoppiato nella guerra dei Balcani, è da addebitare alla aggressività NATO? Cecenia (2000): la prova di Putin con le atrocità che, oggi, semina in Ucraina. Anche questa, un’intrusione NATO? Afghanistan (2003): non è forse, questo conflitto, l’eredità del precedente condotto dalla Russia? Georgia (2008), Crimea (2014), Siria (2015), sono guerre della Nato o, non la smania di dominio di un Putin che non si arresta nemmeno davanti alla santità della sofferenza?” (
https://www.corrispondenzaromana.it/not ... ande-html/ NN. 21-22: “Ritiene che, se è vero che la pace è la tranquillità dell’ordine, sia un buon approccio demonizzare l’avversario squalificandolo moralmente in modo che abbia torto a priori?”
“O al contrario, se effettivamente si vogliono creare le giuste premesse per la pace, non sarebbe bene trattarlo da essere umano, capirne le ragioni, ed usare lo stesso metro di giudizio che si applica alla controparte”?
Queste domande possono essere facilmente ritorte contro coloro – e sono tanti – che demonizzano l’Occidente, l’Ucraina e il suo presidente, trattato da clown, drogato e omosessuale. Lo stesso fanno coloro che su certi “social” trattano coloro che difendono l’Occidente da “marionette”, “imbecilli” o addirittura “nazisti”. Chi enfatizza la presenza di “nazisti” tra i combattenti ucraini, dimentica che il numero di nazicomunisti nelle fila dei separatisti russi è ancora maggiore. Massimo Introvigne ha approfondito questo tema con una serie di interessanti articoli che Le segnalo:
https://bitterwinter.org/tag/ukraine/ N. 23: “Crede che verità, equità, giustizia siano irrilevanti per perseguire la pace e che basti schierarsi da una sola parte, quella ‘buona’ a prescindere, limitandosi a demonizzare l’altra?”
Proprio perché la pace si fonda su verità e giustizia, dobbiamo respingere ogni menzogna e disinformazione. Inoltre, dobbiamo operare certamente, per la pace, ma dobbiamo anche essere preparati ad altre ipotesi, indipendenti dai nostri desideri. “Pace”, come spiega il prof. Renato Cristin, non è necessariamente pacificazione: “Le tossine che una certa Russia nostalgica dell’Unione Sovietica ha così pesantemente e diffusamente sparso, ben oltre i confini ucraini, non potranno essere smaltite così facilmente; e il risentimento che i governanti russi provano e mostrano verso l’Occidente non potrà essere rapidamente cancellato” (
https://www.corrispondenzaromana.it/not ... ni-limite/NN. 24-25: “Infine, vorrei porle la domanda a mio avviso più importante: lei definisce collaborazionista chiunque osi porre domande anziché limitarsi a condannare a prescindere Putin e la Russia. Ora, tecnicamente si definisce collaborazionista il cittadino che in stato di guerra coopera con il nemico che ha invaso il proprio paese: è questa la nostra situazione?”
“Siamo stati invasi dalla Russia?”
Non siamo ancora stati invasi militarmente, ma i nemici dell’Occidente, Russia, Cina e mondo islamico, ci hanno già invaso con la loro “soft war” propagandistica, economica, informatica e nel caso della Cina, forse biologica. Le relazioni ufficiali della nostra Intelligence al Parlamento italiano documentano l’azione di disinformazione russa e cinese di Russia e Cina (
https://www.sicurezzanazionale.gov.it/s ... E-2020.pdf ). La guerra che si combatte dunque è in questo momento all’interno dei nostri confini e considero “collaborazionista” chiunque si proponga di spegnere o indebolire lo spirito di resistenza dell’Occidente. In questo senso, se la fuga da Kabul è stato un episodio vergognoso, la resistenza del popolo ucraino all’invasore russo è una lezione per un Occidente codardo che rinnega la sua storia.
N. 26: “O non è piuttosto l’Italia che armando l’Ucraina – che non fa parte né della UE né della NATO – ha compiuto un atto bellico nei confronti della Russia esponendosi a ritorsioni?”
L’Italia, e altre nazioni occidentali, stanno aiutando un Paese ingiustamente aggredito. Se guerra è, si tratta di legittima difesa. La Chiesa, e il buon senso, condannano gli atti di aggressione, ma insegnano che è legittimo sia difendersi che aiutare chi è aggredito. Non vedo il problema.
NN. 27-28: “Le sembra che siamo in mano a gente saggia e competente visto che il nostro ministro degli esteri dà dell’animale ad un capo di stato, il nostro ministro della difesa (che era un notorio obiettore di coscienza ma ora si è convertito al bellicismo) arma paesi terzi, il ministro della difesa Inglese, una garbata signora di cui non ricordo il nome, è contraria all’annessione di Rostov alla Russia (in effetti è impossibile annettere ad una nazione una regione che già ne fa parte) ed il presidente della massima potenza mondiale confonde l’Iran con l’Ucraina?”
“Lei si sente rassicurato nel sapersi in così buone mani, visto che siffatto presidente dispone oltre mille basi militari in tutto il mondo, di cui più di 115 solo in Italia?”
Non credo che né l’Italia né gli altri Paesi occidentali siano governati da gente particolarmente “saggia e competente” e in particolare giudico Joe Biden un pessimo presidente americano. Non mi sento quindi molto sicuro nelle mani di chi ci governa. Tuttavia mi sentirei molto meno sicuro se fossi nelle mani di Vladimir Putin e i fatti confermano la mia preoccupazione.
N. 29: “Può essere la Russia un aggressore se le sue basi all’estero, comunque vicine al suo territorio, non arrivano alle dita di una mano?”
Il pericolo di subire un’aggressione non nasce tanto dalla forza del nemico, quanto dalla sua volontà di colpirci. E su questo punto ci sono pochi dubbi. La Russia ha dimostrato, il 24 febbraio, di avere un progetto di aggressione non solo contro l’Ucraina, ma contro l’intero Occidente. La minaccia non riguarda solo i territori adiacenti alla Russia, come oggi l’Ucraina e domani i Paesi Baltici, ma tutto l’Occidente, se la situazione dovesse degenerare. Non bisogna dimenticare che la Russia ha 6.255 testate nucleari (gli Usa ne hanno 5.550) e ne ha già minacciato l’uso. I suoi missili balistici intercontinentali possono arrivare oltre 15.000 chilometri dal punto di lancio. Non c’è territorio” dell’Occidente che possa sfuggire a questa minaccia. E Putin ha dimostrato di essere capace di realizzare ciò che annuncia.
N. 30: “Ecco, se l’Italia è invasa e colonizzata, non pensa che i colonizzatori siano altri, ed i collaborazionisti quelli che con essi cooperano?”
Il collaborazionismo, prima di essere militare, è culturale e morale e oggi caratterizza tutti coloro che contribuiscono a distruggere, o a squalificare l’Occidente. Nel suo ultimo libro, Federico Rampini scrive: “L’ideologia dominante, quella che le élite diffondono nelle università, nei media, nella cultura di massa e nello spettacolo, ci impone di demolire ogni autostima, colpevolizzarci, flagellarsi. Secondo questa dittatura ideologica, non abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove generazioni, abbiamo solo crimini da espiare. Questo è il suicidio occidentale” (Suicidio occidentale, Mondadori, Milano 2021, p 3). Rampini si riferisce alla Cancel Culture e al Politically correct, ma le stesse pulsioni autodistruttive le riscontriamo in un certo pensiero tradizionalista e conservatore che invece di cercare la salvezza nella cultura occidentale e cristiana, la cerca nell’Eurasia e nella religione ortodossa. L’allora cardinale Joseph Ratzinger parlava di “un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l’Occidente tenta sì in maniera lodevole di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più sé stesso; della sua storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è in grado più di percepire ciò che è grande e puro” (Europa. I suoi fondamenti spirituali, in Marcello Pera, Joseph Ratzinger, Senza Radici, Mondadori, Milano 2004, pp. 70-71).
Mi permetta infine di osservare che le sue trenta domande sono di natura soprattutto geopolitica e mi sembrano prive di quella dimensione soprannaturale che dovrebbe caratterizzare la nostra fede. Manca soprattutto la speranza cristiana che invece ha ricevuto nuovo alimento dall’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria compiuto da Papa Francesco il 25 marzo (
https://www.corrispondenzaromana.it/il- ... -25-marzo/ ). Quest’evento illumina l’oscurità del nostro futuro. Mi auguro che sia per tutti noi occasione di nuove grazie per comprendere i drammatici eventi del nostro tempo. (Roberto de Mattei)
La guerra russa e il Messaggio di Fatima Corrispondenza romana
di Roberto de Mattei
16 Marzo 2022
https://www.corrispondenzaromana.it/la- ... -fatima-2/Il messaggio di Fatima chiave di lettura del nostro tempo
Il messaggio di Fatima è la chiave di interpretazione dei drammatici eventi degli ultimi due anni, e in particolare di quanto sta accadendo in Ucraina.
Si può comprendere che questa prospettiva sia estranea all’uomo contemporaneo immerso nel relativismo, ma ciò che più colpisce è l’accecamento di tanti cattolici, incapaci di elevarsi a quelle altezze che sono le sole a permetterci di comprendere gli eventi nelle ore drammatiche della storia. E noi, dopo la pandemia di Covid, stiamo vivendo l’ora drammatica della guerra.
Il fronte collaborazionista
I fatti sono questi: il 21 febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin, in un discorso alla nazione, ha annunziato il riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, per poi ordinare l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo di “assicurare la pace”. Il 24 febbraio, in un nuovo discorso, Putin ha dichiarato di avere autorizzato “un’operazione militare speciale” non solo nel Donbass ma anche nell’est dell’Ucraina. L’invasione russa dell’Ucraina si è presto rivelata ben più ampia e tragica del previsto provocando in tutto il mondo un clima di profonda apprensione.
Qual è stata la reazione dell’Italia e dell’Occidente davanti all’aggressione della Russia all’Ucraina? Da una parte sono esplosi sentimenti di indignazione e di solidarietà per il popolo ucraino. D’altra parte però si è sviluppato un sentimento di simpatia per l’iniziativa di Putin, che ha portato alla creazione di un fronte che definisco “collaborazionista”.
Il termine collaborazionismo indica, nel linguaggio politico, il sostegno ideologico a uno Stato straniero invasore. Questo termine è nato nella Seconda guerra mondiale per indicare la collaborazione con i nazisti nei territori da loro occupati[1]. Il collaborazionismo non è solo un atto di collaborazione: è un’ideologia, esplicita o implicita, che nel caso dell’invasione russa dell’Ucraina merita di essere analizzata in tre diverse espressioni che ha finora assunto.
Meglio sconfitti che morti?
La prima posizione è quella di chi dice, o pensa, che Putin ha assolutamente torto, ma sta vincendo e resistergli porta l’Ucraina e l’Europa a mali maggiori dell’invasione. Secondo il giornalista italiano, Vittorio Feltri, ad esempio “Zelensky è peggio di Putin a cui ha consegnato il suo popolo impreparato affinché ne facesse una carneficina”[2]; il leader ucraino doveva arrendersi e non resistere. Infatti: “Meglio sconfitti che morti”[3].
Dietro lo slogan “Meglio sconfitti che morti” c’è una filosofia di vita, che è quella di chi antepone il proprio interesse particolare ad ogni altra considerazione di ordine superiore. Non esistono valori o beni, per quanto alti, per i quali valga la pena di sacrificarsi e morire. Se bisogna preferire l’invasione russa alla resistenza contro di essa, vuol dire che la vita, una vita materiale, il più possibile tranquilla e lunga è il bene supremo ed essenziale.
E’ questa la filosofia di vita dei pacifisti che negli anni Ottanta, quando i sovietici installavano i loro missili SS.20 contro l’Europa, si opponevano ai missili della Nato, con lo slogan “Meglio rossi che morti”. E’ la filosofia di vita di chi, nel 1939 si chiedeva se fosse giusto “Morire per Danzica”, secondo uno slogan lanciato dal deputato socialista francese Marcel Déat (1894-1955) per sostenere che non valeva la pena rischiare la guerra per difendere la città di Danzica la cui conquista avrebbe esaurito le ambizioni di Hitler[4]. Il socialista Déat fonderà poi un partito di ispirazione nazionalsocialista e rappresenterà un tipico esempio di collaborazionismo.
Se questa è la posizione che bisogna assumere, di fronte ad un aggressore, bisognerebbe cedere alle richieste di Putin, per evitare la morte e le sofferenze di un popolo, anche se dopo l’Ucraina, invadesse i Paesi Baltici e, sotto il ricatto nucleare, una parte dell’Europa occidentale. La logica è questa.
Gli uomini ucraini che non lasciano il loro paese, o vi ritornano per combattere, dopo aver messo al sicuro la propria famiglia in Occidente, esprimono con la loro scelta un’opposta filosofia di vita, abbandonata dall’Europa relativista e senza radici. La filosofia di chi è disposto a sacrificare la vita per amore della propria fede, per amore della libertà e dell’indipendenza della propria patria, per amore al proprio onore e alla propria dignità personale. Il vero progresso, il vero sviluppo nella vita dei popoli è intimamente legato a questo spirito di sacrificio. Da qui nascono i vertici della santità e dell’eroismo.
Putin ha le sue ragioni?
La seconda posizione collaborazionista si può formulare in questi termini: Putin ha sbagliato, ma i torti non sono solo i suoi. Oppure, il che è lo stesso: anche Putin ha le sue ragioni. Quali sono queste ragioni? Per esempio il fatto che, dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Occidente avrebbe umiliato la Russia, circondando il suo territorio con le truppe della Nato.
Sembra un discorso ragionevole, ma se vogliamo essere ragionevoli fino in fondo dobbiamo ricordare che la Nato è nata come un sistema difensivo contro le truppe di Varsavia; che la Russia non ha vinto, ma ha perso, la guerra fredda e che la guerra fredda tra le due superpotenze nasce dalla sciagurata pace di Yalta, del febbraio 1945, quando, con il consenso dei governi occidentali, venne sancita la spartizione dell’Europa in due zone di influenza e il comunismo sovietico divenne padrone assoluto dell’Europa orientale.
La pace di Yalta, che ridefinì i confini dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale, fu a sua volta frutto del Trattato di Versailles che addossava alla Germania la responsabilità della Prima guerra mondiale, le imponeva pesanti sanzioni economiche e consegnava alla Polonia il corridoio di Danzica. Dovremmo dire che Hitler aveva le sue ragioni per invadere la Polonia, perché la città di Danzica, non era meno tedesca di quanto non sia russo il Donbass?
Quali che fossero le sue ragioni, Hitler aveva un progetto altrettanto espansionistico che quello di Putin e lo storico di oggi, come l’uomo politico di ieri, non dà ragione a Neville Chamberlain che il 30 settembre 1938 tornò trionfante da Monaco, con in mano una fragile pace, ma a Winston Churchill che disse: “potevate scegliere fra il disonore e la guerra. Avete scelto il disonore e avrete la guerra”.
Putin combatte una guerra giusta?
E’ forse per evitare questa facile obiezione che il collaborazionismo cade in una terza formulazione, più coerente, ma allo stesso tempo più aberrante delle prime due. Molto semplicemente: la guerra di Putin è una guerra giusta. E se è una guerra giusta è ingiusta la resistenza del popolo ucraino e sono ingiuste le sanzioni dell’Occidente alla Russia, perché le sanzioni si applicano a chi ha torto, non a chi ha ragione.
Perché Putin avrebbe ragione? Perché la sua sarebbe una guerra giusta? Non solo perché egli difende l’interesse nazionale del suo Paese, mortificato dall’Occidente, ma perché la sua guerra ha una dimensione etica, come ci assicura la chiesa ortodossa russa, per bocca del Patriarca di Mosca Kiril, il quale ha detto che Putin combatte contro un Occidente depravato che autorizza i Gay Pride. Lo stesso Putin, del resto, si è spesso presentato come difensore della famiglia e dei valori tradizionali abbandonati dall’Occidente. Però, nel discorso al Valdai Club del 22 ottobre 2021, in cui ha attaccato la teoria del gender e la cancel culture, Putin ha ammesso che la Russia ha conosciuto, ben prima dell’Occidente, la degradazione morale che egli ora denuncia. Il 7 dicembre 1917, poche settimane dopo la conquista del potere da parte dei bolscevichi, venne introdotto in Russia il divorzio; l’aborto fu legalizzato nel 1920; era la prima volta nel mondo che ciò avveniva senza alcuna restrizione. Ed è in Russia che venne attuato il passaggio dalla Rivoluzione politica alla Rivoluzione sessuale[5], con l’asilo sperimentale di Vera Schmidt (1889-1937), creato nel 1921 nel centro di Mosca, dove i bambini venivano iniziati alla sessualità precoce[6].
A frenare il divorzio, l’aborto, la Rivoluzione sessuale, non è stato Putin, ma Stalin, nel 1936, quando si rese conto che la sua politica di potenza sarebbe stata pregiudicata dal crollo della moralità in Russia. Putin è su questa linea. Oggi la Russia è un Paese abortista e divorzista, con il più alto tasso di divorzi al mondo, anche se proibisce i Gay Pride. E quali sono i valori tradizionali a cui Putin si ispira? Sono quelli del Patriarcato di Mosca che si appoggia oggi a Putin come ieri si appoggiava a Stalin. Putin, come Stalin, si appoggia a sua volta, al Patriarcato di Mosca. Il Patriarcato di Mosca utilizza la potenza politica per difendere il primato dell’Ortodossia; lo Stato si avvale della Chiesa per consolidare il senso di identità e di patriottismo del popolo russo.
La “missione imperiale” della Russia non corrisponde solo alle ambizioni geopolitiche di Putin, ma anche alla richiesta del Patriarca Kiril, che ha affidato a Putin la missione di realizzare la “Terza Roma” euroasiatica, sulle rovine della seconda Roma cattolica, destinata a sparire come tutto l’Occidente. Può un cattolico accettare questa prospettiva?
Dispiace profondamente che un eminente arcivescovo cattolico, come mons. Carlo Maria Viganò, presenti la guerra di Putin come una guerra giusta per sconfiggere l’Occidente. L’Occidente è il figlio primogenito della Chiesa, oggi sempre più sfigurato dalla Rivoluzione, ma pur sempre primogenito. Un europeo che lo rinnega, con il pretesto di combattere il Nuovo Ordine Mondiale, è come un figlio che ripudia la propria madre[7].
Del resto il Nuovo Ordine Mondiale è una vecchia utopia che è stata sostituita da quella del Nuovo Disordine Mondiale[8]. Vladimir Putin è, come George Soros, un agente del disordine mondiale. Putin come osserva l’analista internazionale Bruno Maçaes, è convinto che il caos sia la fondamentale energia di potere e,” a giusta ragione, egli può essere considerato come il Yaldabaoth, il demiurgo gnostico, Figlio del Caos e capo degli spiriti inferi”[9].
La Chiesa e la caduta dell’Impero romano d’Occidente
Il Nuovo Disordine Mondiale ci ricorda quello vissuto dall’Impero romano d’Occidente sotto l’urto delle invasioni barbariche. Tra le date che sono entrate nella storia, vi è il 31 dicembre 406, quando una massa di popoli germanici attraversò il fiume Reno ghiacciato, e irruppe dentro i confini dell’Impero.
Uno di questi popoli, i Vandali dilagò in Gallia, superò i Pirenei, attraverso lo stretto di Gibilterra, devastò le province dell’Africa romana.
L’Impero romano era immerso nel relativismo e nell’edonismo, come lo è oggi l’Occidente. Uno dei centri di maggior corruzione era Cartagine, la capitale dell’Africa romana, che godeva della reputazione di essere il “paradiso” degli omosessuali. Un autore cristiano coevo, Salviano di Marsiglia (400-451), scrive che “mentre le armi dei barbari sferragliavano attorno alle mura di Cartagine, la comunità cristiana di Cartagine si dava alla pazza gioia nei circhi e si smidollava nei teatri! Fuori delle mura c’era chi veniva sgozzato, all’interno chi fornicava”[10]. I Vandali, invece, come i popoli germanici descritti da Tacito, vivevano “in riservata pudicizia, non corrotti da seduzioni di spettacoli o da eccitamenti conviviali (…). Perché là i vizi non fanno sorridere e il corrompere e l’essere corrotti non si chiama moda”[11].
Che cosa avrebbero dovuto fare i cristiani? Aprire le porte ai Vandali?
A pochi chilometri da Cartagine era la città di Ippona, di cui era vescovo sant’Agostino, che proprio meditando sull’invasione dei barbari compose il suo capolavoro, La Città di Dio. Governatore dell’Africa romana era il conte Bonifacio, un fedele amico di sant’Agostino, definito da Procopio di Cesarea, assieme a Ezio, “l’ultimo vero romano”[12]. Il vescovo di Ippona non incitò alla resa, ma alla resistenza contro i barbari, scrivendo a Bonifacio: “Non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace. Sii dunque ispirato dalla pace in modo che, vincendo, tu possa condurre al bene della pace coloro che tu sconfiggi”[13].
Bonifacio si trincerò nella cittadella di Ippona assediata dai Vandali. Durante l’assedio, che si protrasse per 14 mesi, sant’Agostino morì, nell’agosto del 430, a settantasei anni. Fu solo quando la sua voce tacque che i Vandali conquistarono la città. La resistenza di Bonifacio permise alle truppe orientali di sbarcare in Africa e di riunire le loro forze a quelle di Bonifacio.
Negli stessi anni altri vescovi incitarono alla resistenza contro i barbari. San Nicasio si fece uccidere nella cattedrale di Reims, sant’Esuperio, vescovo di Tolosa, resisté ai Vandali fino alla sua deportazione, san Lupo difese Troyes di cui era vescovo; sant’Aniano, vescovo di Orléans, organizzò la difesa della sua città contro gli Unni permettendo alle legioni romane di Ezio di raggiungere Attila e sconfiggerlo.
I vescovi cattolici non dissero “Meglio barbari che morti”.
La causa della guerra secondo il messaggio di Fatima
Se vogliamo rimuovere la guerra dobbiamo rimuovere le cause della guerra. E la causa vera e profonda della guerra, della pandemia e della crisi economica che si delinea all’orizzonte, sono i peccati dell’umanità che ha voltato le spalle a Dio e alla sua legge.
Nelle apparizioni di Fatima del 1917 la Madonna aveva detto che l’allontanamento da Dio dei popoli europei conduce al castigo divino della guerra.
“Dio sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”[14].
Il messaggio di Fatima non è un generico invito alla preghiera e alla penitenza, è innanzitutto l’annuncio di un castigo e del trionfo finale nella storia della misericordia divina.
Giovanni Paolo II ha consacrato la Russia?
C’è chi pensa che la consacrazione alla Russia sia stata già fatta da Giovanni Paolo II quando il 25 marzo 1984, in piazza San Pietro, consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, con un riferimento “ai popoli di cui tu ti aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento”.
Suor Lucia si disse in un primo tempo insoddisfatta di questa consacrazione in cui non era stata esplicitamente nominata la Russia, ma cambiò successivamente opinione, considerando valido l’atto di Giovanni Paolo II.
L’opinione di suor Lucia è certamente autorevole, ma è in contrasto con le più autorevoli parole della Madonna che ella stessa ci riferisce.
Il 29 agosto 1931, infatti, suor Lucia trasmise al vescovo di Leiria una terribile profezia di Nostro Signore: Essa aveva ricevuto una intima comunicazione secondo cui: “Non hanno voluto accogliere la mia richiesta. Come il re di Francia si pentiranno e lo faranno, ma sarà troppo tardi. La Russia avrà sparso i suoi errori nel mondo provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”[15].
Sono passati 38 anni dal 25 marzo 1984. La spettacolare autodissoluzione del regime sovietico senza insurrezioni o rivolte, nel 1991, è sembrata essere, e forse è stata, un risultato parziale di quella consacrazione. Ma la Russia non si è convertita e il comunismo non è morto. Vladimir Putin è un nazional-bolscevico che non ha rinnegato gli errori del comunismo e la Cina è una nazione ufficialmente comunista che il 7 marzo 2022, ha dichiarato che la sua amicizia con la Russia è “solida come una roccia”.
Eppure, anche tra i cattolici, c’è chi considera Putin un Kathéchon, un ostacolo alla realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale, uno scudo contro l’anticristo che è l’Occidente, che è la Roma di Pietro. La guerra, si dice, ha prorogato lo stato di emergenza della pandemia e questo non può essere un caso.
Rispondiamo che è vero: il susseguirsi della guerra alla pandemia, con il conseguente regime di emergenza, non può essere un caso, perché il caso non esiste, ma chi regge i fili dell’universo non è il Grande Fratello di Orwell, un dio onnisciente e onnipotente come il dio cattivo degli gnostici. Chi regge l’universo e tutto ordina alla gloria di Dio, è la Divina Provvidenza. Da essa provengono i castighi che oggi flagellano l’umanità impenitente: le epidemie, le guerre e domani, una crisi economica planetaria. Tutto ciò non è propedeutico all’avvento dell’anticristo, ma è la realizzazione della profezia inascoltata di Fatima.
I vescovi ucraini hanno chiesto a papa Francesco di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Ci uniamo con ardore a questo appello che viene da Kiev sotto le bombe.
La nostra speranza
Nessuna luce di speranza viene da Mosca. Può una luce di speranza venire da Kiev?
A Fatima la Madonna profetizzò la conversione della Russia, ma la conversione è un ritorno alle origini e le origini della Russia risalgono alla conversione di san Vladimiro, principe di Kiev. La Russia di Kiev fu una delle prime nazioni ad entrare nella Cristianità medioevale, prima di passare sotto la dominazione dei mongoli e poi dei principi moscoviti che raccolsero l’eredità antiromana di Bisanzio. Una parte del popolo ucraino mantenne la fede cattolica e nei concili di Firenze (1439) e di Brest (1595) ritrovò la strada di Roma. Pio XII, nell’enciclica Orientales omnes Ecclesias del 23 dicembre 1945, esorta gli ucraini ad essere perseveranti nella loro fedeltà a Roma: “Smascherate gli astuti procedimenti di coloro che promettono agli uomini vantaggi terreni e una maggiore felicità in questa vita, mentre poi perdono le loro anime”, perché “Chi tiene conto della sua vita, la perderà, e chi avrà perduto la vita per amor mio, la troverà” (Mt 10, 37ss).
Nel V secolo i Goti, i Vandali gli Unni invasero l’Impero romano per spartirsene le spoglie. Oggi la Russia, la Cina, la Turchia e il mondo arabo vogliono impadronirsi della pingue eredità dell’Occidente, che considerano, come è stato detto, un “malato terminale”[16].
Qualcuno dirà: dove sei Stilicone che hai resistito ai Goti, dove sei Bonifacio che hai difeso l’Africa dai Vandali, dove sei Ezio che hai sconfitto gli Unni? Dove siete guerrieri cristiani che prendeste le armi per difendere un mondo che moriva?
Rispondiamo che contro il nemico che attacca abbiamo delle armi potenti. Contro la bomba nucleare del peccato, la Madonna ha messo in mano al Papa la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria e ha messo nelle nostre mani il rosario e la devozione ai primi sabati del mese.
Ma soprattutto ha messo nel nostro cuore il desiderio del trionfo del Cuore Immacolato sulle macerie del regime di Putin, del regime comunista cinese, dei regimi islamici e di quelli dell’Occidente corrotto. Solo Lei può farlo; a noi chiede un’incrollabile fiducia che ciò accadrà, perché Lei l’ha infallibilmente promesso. Per questo la nostra resistenza continua.
NOTE:
Cfr. Luigi Cajani, Brunello Mantelli, Una certa Europa: il collaborazionismo con le potenze dell’Asse 1939-1945, Annali della Fondazione Luigi Micheletti, Brescia 1994.
“Libero”, 8 marzo 2021.
“Libero”, 2 marzo 2021.
“L’Œuvre”, 4 maggio 1939.
Cfr. Gregory Carleton, The Sexual Revolution in Russia, University of Pittsburgh Press, Pittsburgh 2005.
Vera Schmidt, Rapporto sull’asilo sperimentale di Mosca, Androeda, Roma 2016.
Julio Loredo La conversione della Russia, in TFP Newsletter, Speciale Ucraina, 3 marzo 2022.
Roberto de Mattei, 1900-2000. Due sogni si succedono: la costruzione, la distruzione, Edizioni Fiducia, Roma 1990.
Bruno Maçães, Is Vladimir Putin preparing for war?, in “New Statesman”, 21 novembre 2021.
Salviano di Marsiglia, De Gubernatione Dei, VI, 67-68.
Tacito, De origine et situ Germanorum (Germania), 18-19.
Procopio di Cesarea, III, 3.14-15.
S. Agostino, Lettera 189 al conte Bonifacio, cit. da Jakub Grygiel, in La Chiesa insegna che la guerra può essere giusta e necessaria, in “Il Foglio”, 18 maggio 2016.
Documentos de Fatima, a cura del padre Antonio Maria Martins S.J., Porto 1976, pp. 218-220.
Documentos, cit., p. 464. Il riferimento è a Luigi XIV che nel 1689 non raccolse la richiesta di Gesù, trasmessagli da santa Margherita Maria Alacoque, di intronizzare solennemente e pubblicamente il Sacro Cuore, consacrando ad esso il suo regno.
Federico Rampini, “Corriere della Sera”, 21 novembre 2021.