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Quelli che il male è l'America USA e la Russia il beneLa demonizzazione dei bianchi, dei cristiani e dell'Occidente euroamericano non viene solo dal sinistrato Politicamente Corretto (con il suo suprematismo utopico comunista, con la sua Cancel culture e l'esaltazione LGBT, con i suoi suprematismi nero e nazi maomettano), ma anche dal Politicamente Corretto cristiano di Bergoglio e dal Politicamente Corretto dell'estrema destra nazi fascista antiamericana, anticapitalista e schierata con la Russia violenta imperialista, autoritaria e totalitaria di Putin e generalmente questa destra nazi fascista un po' cristiana, un po' pagana e un po' atea è anche immancabilmente e profondamente antisemita e antisraeliana e demenzialmente filo nazi maomettana in funzione antiamericana.
Se così fosse, se il male è l'America USA e la Russia il bene,
bisognerebbe però chiedersi e spiegarsi come mai da tutto il Mondo, gli uomini preferiscono migrare negli USA piuttosto che in Russia e perché dalla Federazione russa stessa preferiscono andarsene e in Europa e negli USA, lo stesso capita nei paesi nazi maomettani dove la popolazione preferisce andarsene nell'Occidente euroamericano cristiano, laico e ateo come mai non restano nei loro santi paesi dove vige la legge coranica.
Anche i paesi e i popoli europei dell'ex impero zarista e dell'ex impero sovietico dell'URSS preferiscono il male europeo e americano al bene e al paradiso della Russia imperiale degli zar, dell'URSS e di Putin, ma come mai?
NON CAPISCO IL NUOVO CHE AVANZA... INVECCHIO...Giovanni Bernardini
23 febbraio 2022
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 4999985033Circolano in rete, anche su pagine di miei (EX) contatti, alcuni elenchi degli interventi militari americani qua e là per il mondo.
Un elenco davvero impressionante. Lo leggi e ti convinci subito che questi americani sono davvero cattivoni.
È vero, c’è qualche anomalia in quegli elenchi.
Ad esempio manca la Normandia nel 1944 e la Sicilia nel 1943… inezie.
In compenso figura la Corea nel 1950, in cui, a voler essere precisi, gli americani combatterono sotto la bandiera delle nazioni unite. Però… erano davvero cattivissimi! Intervenire in un piccolo paese asiatico, che orrore!
A dire il vero quel paese era stato aggredito da un altro; in poco tempo i nord coreani avevano quasi interamente conquistato la Corea del sud, ma queste sono bazzecole!
Lasciamo perdere le bazzecole e facciamo un piccolo esperimento mentale di tipo storico.
Siamo in Italia, nel 1945. Nel PCI prevale l’ala più dura capitanata da Pietro Secchia. Ed il buon Pietro vuole che il PCI tenti il colpaccio.
Altro che costituzione, “democrazia progressiva”, "avanzata democratica verso il socialismo". Sono tutte illusioni piccolo borghesi. Da Mosca baffone fa un cenno d’assenso; ecco, questa è la cosa che conta davvero! Il PCI tenta il gran colpo.
Scioperi, manifestazioni, poi i primi colpi di fucile insomma, è guerra, guerra civile. Se il popolo non vuole il comunismo, meno che mai vuole il comunismo staliniano, tanto peggio per il popolo. Quel comunismo è stato imposto ai popoli ungherese, polacco, rumeno, cecoslovacco… lo si può imporre anche a quello italiano.
Però in Italia non c’è l’armata rossa. Ci sono i marines made in USA.
Qualcuno crede davvero che in una simile situazione non si sarebbero mossi? Se nel PCI avesse prevalso Secchia e se Stalin avesse dato il suo assenso anche l’Italia farebbe parte degli interventi americani.
Sarebbe stato qualcosa di “arrogante”, “imperialista”, “anti democratico”?
Ho i miei dubbi. A me sembra, per restare ai giudizi storici, molto più arrogante il colpo di stato di Praga del 1948, quando i comunisti, con alla spalle l’armata rossa, costrinsero alle dimissioni Edvard Benes.
Ma io ho un gran difetto: non capisco il nuovo che avanza. Figuratevi che non riesco a capire chi confonde la sacrosanta avversione nei confronti di ciò che mina la civiltà occidentale con l’odio nei confronti di questa civiltà.
E riesco a stupirmi quando persone vicine al centro destra usano argomenti degni dei militanti dei centri sociali.
Sono davvero vecchio...
Idiozie antiamericane. A noi veneti gli USA non hanno mai fatto del male anzi ci hanno difesi dai nazismi fascista, nazista, comunista. Poi hanno accolto tanti veneti di buona volontà costretti a migrare dalla miseria provocata dallo Stato italiano.
Grazie America, grazie USA presidio di libertà e di democrazia per il mondo intero.
Io sto con Trump e gli USA - contro l'antiamericanismohttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =25&t=2771Io sto con chi mi è più simile, con chi condivide i miei stessi valori, umani, civili, culturali, economici, politici, con chi è per la democrazia laica e per il libero mercato, con chi rispetta i diritti umani universali, con chi avversa e combatte tutti i totalitarismi, gli assolutismi, i dogmatismi, nazismi siano essi fascista, ariano, comunista, maomettista.
Meglio essere appartenuti al blocco democratico occidentale filo americano che a quello comunista dittatoriale orientale filo sovietico e russo. Abbiamo avuto decenni di democrazia, sviluppo e benessere; con l'altro blocco saremmo finiti in miseria nera che perdura ancora nonostante l'URSS sia scomparsa da decenni.
Le responsabilità di chi è la massima democrazia, economia e potenza militare del Mondo sono grandi e tutti confidano nel suo aiuto se necessario. Gli USA hanno aiutato molti paesi specialmente contro le dittature socialiste: fasciste, naziste, comuniste e contro quelle nazi maomettiste.
Avranno anche fatto qualche errore, qualche abuso ma nel complesso hanno fatto più del bene.
È un fatto che nell'Europa liberata dagli USA si sono avuti decenni di sviluppo, democrazia e benessere, mentre nell'Europa liberata dai comunisti rossi o sovietici o URSS si sono avuti decenni di dittature, di sottosviluppo, di miseria, di fame, di ingiustizia e di morte che ancora stanno pagando.
Tutto quello che ha fatto l'America dopo aver aiutato l'Europa e il Mondo a liberarsi dalle dittature socialiste fascista e nazista che avevano scatenato la seconda guerra mondiale, è stato fatto principalmente in funzione anticomunista, anti imperialismo sovietico dell'URSS, tutte le scelte interventiste dalla Corea del Nord al conflitto vietnamita durante gli anni di tensione detti guerra fredd,a si sono avute e verificate sulla linea del fronte della contrapposizione con i nazicomunisti dell'URSS e dei loro satelliti che fomentavano in ogni parte del Mondo la deriva comunista.
Come abbiamo tutti sperimentato e riscontrato, tutti i paesi a regime comunista sono falliti compresa l'URSS lasciando centinaia di milioni di persone in miseria e nella disperazione.
Gli USA sono stati costretti a volte per necessità e realismo politico a scegliere il male minore, come il dittatore che pareva il meno peggio, non potendo fare altro e a volte le cose non sono andate sempre bene e per il verso giusto e a volte hanno prodotto conseguenze negative come in Afganistan dove in funzione antisovietica era stato promosso l'integralismo maomettano latente dei talebani come pure in Irak contro Saddam Hussein con le varie formazioni integraliste nazi maomettane da cui poi è uscito l'ISIS.
L'integralismo maomettano esisteva già in tutti i paesi islamici sunniti e sciiti come maomettismo ordinario eppoi nel novecento aveva subito una spinta ulteriore/rinascita con i Fratelli Mussulmani.
Comunque nel complesso delle vicende storiche, gli USA come maggiore potenza democratica civile economica e politica mondiale, è stat investita suo malgrado di enormi responsabilità e a conti fatti, nonostante gli errori, le approssimazioni, gli azzardi, le contraddizioni, le disfunzioni, ... hanno contribuito a generare più bene che male.
Trump ora rompe il silenzio: "Vi dico perché Putin è un genio"Alessandro Imperiali
23 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ge ... 1645616260L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito un genio il presidente russo Vladimir Putin per come si sta comportando in Ucraina. Inoltre, ha affermato che con lui tutto ciò non sarebbe accaduto
Trump ora rompe il silenzio: "Vi dico perché Putin è un genio"
È intervenuto in merito a quanto sta accadendo in Ucraina anche l'ex presidente degli Stati Uniti d'America Donal Trump e l'ha fatto nel suo stile: senza mezzi termini. Se ci fosse stato lui alla Casa Bianca, spiega il tycoon, Vladimir Putin non si sarebbe mai comportato in questo modo.
"Conosco molto bene Vladimir Putin e con l'amministrazione Trump non avrebbe mai fatto quello che sta facendo ora, assolutamente no!". Forse, ricordando come sono andati i precedenti incontri tra i due, tutti i torti potrebbe non averli. Era il 2019 e per trovare una soluzione in merito alla complicata situazione diplomatica presente in Iran si svolse a margine del G20 di Osaka un incontro bilaterale tra i due. In quell'occasione il clima dell'incontro fu molto disteso già dai giorni precedenti. Anche per questo Trump è molto duro con il suo successore, Joe Biden. Oltre a criticarlo per come sta gestendo la crisi in Ucraina e accusarlo di non avere idea di cosa stia accadendo, rilancia: "Se la crisi fosse stata gestita correttamente, non c'era assolutamente motivo per cui si verificasse la situazione in atto".
Il magnate americano ha le idee molto chiare anche in merito all'azione di Putin in Ucraina. Così, mentre l'attuale amministrazione Biden annuncia pesanti sanzioni contro Mosca, Trump, in un'intervista rilasciata al programma radiofonico "The Clay Travis & Buck Sexton Show", afferma che ciò che sta facendo il presidente russo è incredibile. "Questo è un genio. Putin dichiara che una grande porzione dell'Ucraina indipendente. Mi sono detto: "Quanto è intelligente?". Ma non finisce qua - continua il tycoon - entrerà e farà il peacekeeper. È la forza di pace più forte che abbia mai visto. C'erano più carri armati di quanti ne abbia mai visti e sai qual è stata la risposta di Biden? Non c'è stata risposta e tutto ciò è molto triste". Trump è intervenuto in maniera decisa anche riguardo cosa sta accadendo sul fronte economico. Ha spiegato, infatti, che Putin non solo "sta ottenendo ciò che ha sempre voluto", ma sta diventando grazie dell'impennata dei prezzi del petrolio e del gas "sempre più ricco".
L'ex presidente americano, inoltre, sempre durante la stessa intervista non ha perso occasione per tornare sulla questione dei presunti brogli durante le ultime elezioni che lo hanno visto candidato. "Ciò che è andato storto è stata un'elezione truccata e se sta succedendo questo è perché è presente un uomo che non dovrebbe essere lì".
Alberto Pento
Trump ha perfettamente ragione ed è chiaramente sottointeso che si tratta di un genio del male che va affrontato a muso duro e con la forza che il molliccio Biden e la sua amministrazione LGBT non hanno.
Caso Ucraina-Russia di Putin
Per orientarmi nel valutare e nel giudicare i torti e le ragioni nel caso Ucraina-Russia di Putin, non avendo esperienza diretta, non potendo verificare sul posto, potendo solo informarmi qua e là valutando le varie testimonianze indirette attraverso il confronto e la loro intima coerenza, uso il criterio elementare di considerare tra le forze in campo chi è il più forte e quale sia stata e sia la sua etica e pratica politico militare in altri contesti e lungo la storia, esaminando i precedenti storici dei contendenti nel loro rapporto, eppoi considero l'etica e la civiltà dei loro alleati.
In questo modo mi si schiarisce l'orizzonte e riesco ad intravvedere un filo della luce del bene, là dove proviene e sta, così prendo posizione e mi schiero.
Nel caso Ucraina-Russia di Putin sono obbligato a schierarmi dalla parte dell'Ucraina e non per pregiudizi russofobici ma esclusivamente perché la Russia di Putin si è sempre comportata male e si è sempre schierata con le forze del male presenti e operanti sul pianeta e che anche in questo caso è l'aggressore.
"Difenderemo la nostra meravigliosa patria": il discorso di Zelensky all'UcrainaVolodymir Zelensky
23 Febbraio 2022
https://it.insideover.com/politica/la-v ... raina.htmlIl 19 febbraio scorso il presidente ucraino Volodymir Zelensky è intervenuto alla 58esima Conferenza sulla Sicurezza di Monaco con un discorso incisivo in cui ha mostrato le ragioni del suo Paese. Abbiamo voluto tradurlo per capire quali sono gli obiettivi e le visioni politiche di Kiev nell’attuale crisi ucraina. Il testo originale è disponibile sul sito ufficiale della presidenza ucraina.
Clicca QUI per il discorso di Vladimir Putin
L’Ucraina vuole la pace. L’Europa vuole la pace. Il mondo dice che non vuole combattere e la Russia dice che non vuole attaccare. Qualcuno sta mentendo. Questo non è un assioma, ma non è più un’ipotesi.
Signore e signori! Due giorni fa ero in Donbass, sulla linea di confine. Legalmente tra l’Ucraina e i territori temporaneamente occupati. Di fatto, la delimitazione tra la guerra e la pace. Dove da un lato c’è un asilo e dall’altro un proiettile che lo ha colpito. Da un lato c’è una scuola, dall’altro un proiettile caduto sul suo cortile.
E vicino ci sono trenta bambini che vanno…no, non nella Nato, ma a scuola. Qualcuno impara la fisica. Imparando le sue leggi fondamentari, anche i bambini imparano quanto siano assurde le affermazioni che i bombardamenti avvengano dal lato ucraino.
Qualcun altro studia matematica. I bambini possono calcolare la differenza tra i casi di bombardamento negli ultimi tre giorni e le menzioni dell’Ucraina nel Rapporto sulla Sicurezza di Monaco senza una calcolatrice.
E qualcuno impara la storia. E quando nel cortile della scuola appare un cratere di una bomba, i bambini si chiedono una cosa: il mondo ha dimenticato gli errori del XX secolo?
A cosa portano i tentativi di appeasment? A trasformare la domanda “Perché morire per Danzica?” nella necessità di morire per Dunkerque e altre dozzine di città in Europa e nel mondo. Al costo di decine di milioni di vite.
Queste sono terribili lezioni della storia. Voglio solo essere sicuro che io e voi abbiamo letto gli stessi libri. Dunque, abbiamo la stessa comprensione della risposta alla principale domanda: come possa accadere nel XXI secolo che l’Europa sia di nuovo in guerra e le persone stiano morendo? Perché [la guerra in Donbass, ndt] è durata più della seconda guerra mondiale? Come siamo precipitati nella più grande crisi securitaria dalla Guerra Fredda? Come presidente di una nazione che ha perso parte del territorio e migliaia di persone e sui cui confini sono appostate 150mile truppe russe e armamenti pesanti, la risposta è ovvia.
L’architettura securitaria globale è fragile e va aggiornata. Le regole a cui il mondo si è adeguato decenni fa non funzionano più. Non riescono a gestire nuove minacce. Non sono efficaci per superarle. Sono come uno sciroppo della tosse quando servirebbe un vaccino per il Covid. Il sistema securitario è lento. Si è schiantato di nuovo. Le cause sono diverse: autoreferenzialità, eccessi di confidenza, irresponsabilità di Stati al livello globale. Come risultato, abbiamo i crimini di qualcuno e l’indifferenza degli altri. E l’indifferenza rende complici. Ed è simbolico che io ve ne stia parlando qui. Qui quindici anni fa la Russia ha annunciato la sua intenzione di sfidare la sicurezza globale. Cosa ha detto il mondo? Appeasment. Il risultato? Come minimo, l’annessione della Crimea e l’aggressione al mio Paese.
Le Nazioni Unite, che dovrebbero difendere la pace e la sicurezza globali, non sanno difendersi quando la loro Carta è violata. Quando un membro del Consiglio di Sicurezza annette il territorio di uno dei fondatori dell’One. E l’Onu stesso ignora la Piattaforma Crimea, la cui meta è la fine pacifica dell’occupazione della Crimea e la tutela dei diritti dei suoi abitanti.
Tre anni fa, qui Angela Merkel ha detto: “Chi gestirà il naufragio dell’ordine globale? Solo tutti noi assieme!”. L’uditorio rispose con un’ovazione. Ma l’applauso collettivo, sfortunatamente, non è sfociato in un’azione collettiva. E adesso, quando il mondo parla della minaccia di una grande guerra, una domanda emerge: c’è ancora qualcosa da salvare? L’architettura securitaria nel mondo e in Europa è quasi del tutto distrutta. Ed è troppo tardi per pensare ad aggiustarla, va costruito un nuovo sistema. L’umanità lo ha già fatto due volte, pagando un prezzo troppo alto: due guerre mondiali.
Possiamo rompere questa tendenza prima che diventi un percorso tracciato. E costruire un nuovo sistema prima di dover piangere milioni di vittime. Con la lezione delle due guerre mondiali non possiamo sperimentarne una terza. Dio ce ne scampi.
Ne ho parlato qui ieri, e di fronte all’Onu. Nel XXI secolo nessuna guerra è straniera. L’annessione della Crimea e la guerra in Donbass riguardano il mondo interno. E questa non è una guerra in Ucraina ma una guerra in Europa. L’ho detto a summit e forum. Nel 2019, 2020, 2021. Il mondo mi ascolterà nel 2022?
Questo non è più un’ipotesi, ma non ancora un assioma. Perché? Servono delle prove. Più importanti dei tweet o delle dichiarazioni ai media. Servono azioni. Le chiede il mondo, non noi.
Da soli o col supporto dei partner, difenderemo la nostra terra. Sia che ci siano date migliaia di armi moderne che cinquemila elmetti. Appreziamo ogni aiuto, ma chiunque deve capire che questi non sono contributi di carità che l’Ucraina deve chiedere o di cui ricordarsi
Questi non sono gesti nobili per cui l’Ucraina dovrebbe inchinarsi. Questo è il vostro contributo alla sicurezza dell’Europa e del mondo. Di cui l’Ucraina è stato uno scudo affidabile per otto anni. E per otto anni ha contenuto uno degli eserciti più grandi del mondo. Schierato ai nostri confini, non a quelli dell’Ue.
I missili Grad colpiscono Mariupol, non le città europee. E dopo quasi sei mesi di combattimento, a essere distrutto è stato l’aeroporto di Donetsk, non quello di Francoforte. Ed è sempre calda la situazione della zona industriale di Avdiivka, non quella di Montmartre. Nessuna nazione europea sa che cosa significa la celebrazione di funerali militari ogni giorno in ogni regione [dell’Ucraina]. Nessun leader europeo sa cosa voglia dire incontrare regolarmente le famiglie dei caduti.
Difenderemo la nostra meravigliosa patria, non importa se avremo 50, 150mila o un milione di soldati di qualsiasi esercito al confine. Per aiutare davvero l’Ucraina, non è necessario dire quanti uomini e quanti materiali ci siano al confine. Diteci che numeri abbiamo noi.
Per aiutare davvero l’Ucraina non è necessario parlare solo delle date della possibile invasione. Difenderemo la nostra terra il 16 febbraio, l’1 marzo, il 31 dicembre. Diamo maggior valore ad altre date. Ed ognuno capisce bene quali.
Domani [il 20 febbraio, ndt] in Ucraina è il Giorno dei Cento Eroi Celesti. Otto anni fa, gli ucraini hanno fatto la loro scelta e molti sono morti per essa. Otto anni dopo, perché l’Ucraina deve continuamente chiedere il riconoscimento di una prospettiva europea? Dal 2014 la Russia ha diffuso l’idea che abbiamo scelto il percorso sbagliato, che nessuno in Europa ci stesse aspettando. Non dovrebbe forse l’Europa dire e dimostrare con i fatti che questo è falso? Non dovrebbe l’Ue dire che i suoi cittadini sono favorevoli all’ingresso di Kiev nell’Unione? Perché evitiamo la domanda? Non meritiamo forse risposte dirette e oneste?
Ciò riguarda anche la Nato. CI è stato detto: la porta è aperta! Ma per ora solo a chi ha l’accesso autorizzato. Se non tutti i membri dell’Alleanza ci vogliono dentro o se tutti non ci vogliono ammettere, siate onesti. Le porte aperte sono buona cosa, ma a noi servono risposte chiare, non domande che restano aperte per anni. Non è forse il diritto alla verità una delle nostre grandi opportunità? Il momento della verità sarà il prossimo summit di Madrid.
La Russia afferma che l’Ucraina vuole unirsi alla Nato per ottenere con la forza il ritorno della Crimea. Risulta gratificante che il concetto di “ritorno della Crimea” appaia in questa retorica. Ma non hanno letto con attenzione l’Articolo 5 della Carta Nato: l’azione collettiva è protettiva, non offensiva. La Crimea e il Donbass torneranno certamente all’Ucraina, ma pacificamente.
L’Ucraina ha applicato con consistenza gli accordi di Minsk e quelli del Formato Normandia. La loro base sta nell’innegabile riconoscimento dell’integrità territoriale e dell’indipendenza del nostro Stato. Cerchiamo una soluzione diplomatica al conflitto armato. Solamente sulla base del diritto internazionale.
Come va per davvero il processo di pace? Due anni fa, abbiamo concordato con i leader di Russia, Francia e Germania un cessate il fuoco completo. A cui l’Ucraina aderisce scrupolosamente. Ci siamo trattenuti il più possibile in un contesto di continue provocazioni. Abbiamo continuamente fatto proposte nel contesto del Quartetto Formato Normandia e del Gruppo Trilaterale di Contatto. E che riceviamo? Granate e proiettili dall’altro fronte. Soldati e civili uccisi e feriti, infrastrutture distrutte.
Gli ultimi giorni sono stati specialmente istruttivi. Centinaia di bombardamenti, spesso con armi proibite dagli Accordi di Minsk. Inoltre è importante che si finisca di restringere l’ammissione di osservatori Ocse in Ucraina. Loro sono minacciati e intimiditi. Ogni azione umanitaria è bloccata.
Due anni fa ho firmato una legge sull’ammissione incondizionata di rappresentanti di organizzazioni umanitarie per il sostegno ai detenuti. Essi non sono ammessi nei territori temporaneamente occupati. Dopo due scambi di prigionieri, il processo è stato bloccato, sebbene l’Ucraina abbia fornito elenchi concordati. Sono diventate un simbolo di violazioni dei diritti umani le torture compiute nella prigione di Donetsk.
I due nuovi checkpoint che abbiamo aperto nel novembre 2020 nella regione di Lugansk non funzionano ancora – e qui avvieneun’ostruzione totale con pretesti forzati.
L’Ucraina sta facendo tutto il possibile per raggiungere progressi nel confronto sulle questioni politiche. Nel GCC, nel processo di Minsk, attraverso disegni di legge abbiamo avanzato le nostre proposte, ma tutto appare bloccato e nessuno ne parla. L’Ucraina chiede da tempo di sbloccare immediatamente il processo negoziale. Ma questo non significa che la ricerca della pace si limiti ad solamente ad esso.
Siamo pronti a trovare la chiave per terminare la guerra in ogni possibile formato: Parigi, Berlino, Minsk, Istanbul, Ginevra, Bruxelles, Pechino, New York, non ha importanza dove il mondo negozia la pace in Ucraina.
Non importa se parteciperanno quattro paesi, sette o cento, la cosa che conta è che Ucraina e Russia siano tra questi. Ciò che è veramente importante è comprendere che la pace è necessaria non solo per noi, il mondo intero ha bisogno della pace in Ucraina. Pace e ripristino dell’integrità territoriale entro i confini internazionalmente riconosciuti. Questa è l’unica strada per risolvere il conflitto. E spero che nessuno pensi all’Ucraina come a una comoda e permanente zona cuscinetto tra l’Occidente e la Russia. Questo non accadrà mai. Nessuno lo permetterà.
Altrimenti – chi sarà il prossimo? I paesi della NATO dovranno difendersi a vicenda? Voglio credere che il Trattato del Nord Atlantico e l’Articolo 5 saranno più efficaci del Memorandum di Budapest. In ogni caso, abbiamo qualcosa. Il diritto di domandare il passaggio oltre una politica di appeasment per garantire sicurezza e pace.
Per tre volte dal 2014 l’Ucraina ha provato a organizzare consultazioni con i garanti del Memorandum di Budapest per ben tre volte. Tutte senza successo. Oggi l’Ucraina lo fa per la quarta volta. Io per la prima volta da Presidente. Ma sia io che l’Ucraina lo facciamo per l’ultima volta.
Sto avviando consultazioni nel quadro del Memorandum di Budapest. Il Ministro degli Affari Esteri è stato incaricato di convocarli. Se i loro risultati non garantiranno la sicurezza per il nostro paese, l’Ucraina avrà tutto il diritto di credere che il Memorandum di Budapest non funzioni e che tutte le decisioni del pacchetto del 1994 sono in dubbio.
Propongo inoltre di convocare un vertice dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nelle prossime settimane con la partecipazione di Ucraina, Germania e Turchia per affrontare le sfide in atto alla sicurezza in Europa. Ed elaborare di conseguenza nuove ed efficaci garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Paese che si trova oggi, fintanto che non siamo membri dell’Alleanza e di fatto ci troviamo in una zona grigia – in un vuoto securitario.
Cosa possiamo fare adesso? Sostenere con efficacia l’Ucraina e le sue capacità di difesa. Garantire all’Ucraina una prospettiva europea chiara, gli strumenti disponibili per le nazioni candidate, e chiari e precisi termini temporali per entrare nella Nato.
Servirà sostenere la trasformazione della nazione. Stabilire un Fondo per la Stabilità e la Ricostruzione dell’Ucraina, un programma affitti e prestiti, la fornitura di armi, macchinari e equipaggiamento di ultima generazione per il nostro esercito, che protegge l’intera Europa.
Servirà sviluppare un pacchetto di sanzioni preventive per fungere da deterrente all’aggressione. Garantire la sicurezza energetica ucraina, garantire la sua integrazione dentro il mercato energetico dell’Unione Europea in cui Nord Stream 2 è usato come un’arma.
Tutte queste domande meritano risposta.
Per ora siamo stati in silenzio. E finché c’è silenzio qui, ci sarà silenzio nell’Est del nostro Paese. Questo vale per l’Europa. Questo vale per il mondo. Spero che il mondo finalmente lo capisca, e che lo faccia anche l’Europa.
Signore e signori,
Ringrazio tutti gli Stati che oggi sostengono l’Ucraina.
Con le parole, con le dichiarazioni, con l’aiuto concreto. Tutti coloro che sono oggi dalla nostra parte. Dalla parte della verità e del diritto internazionale. Non vi chiamo per nome, non voglio far vergognare altre nazioni. Ma un conto è il business, un altro il loro karma. E ciò riguarda la loro coscienza. Comunque, non credo che saprebbero spiegare le loro azioni ai due soldati uccisi e ai tre feriti in Ucraina oggi.
E, cosa più importante, a tre ragazze di Kiev. Una di dieci anni, una di sei e la più piccola di solo un anno. Rimaste oggi senza un padre. Alle sei del mattino, ora dell’Europa centrale. Quando il Capitano Anton Sydorov, ufficiale dell’intelligence ucraina, è stato ucciso da un attacco di artiglieria vietato dagli Accordi di Minsk. Non so cosa ha pensato nell’ultimo momento della sua vita. Non ha certamente saputo che agenda qualcuno deve rispettare per porre fine alla guerra.
Ma sapeva certamente la risposta alla domanda che ho posto all’inizio. Sa benissimo chi di noi sta mentendo.
Possa la sua memoria vivere in eterno. Possa la memoria di coloro che sono morti oggi e nella guerra all’Est del nostro Paese vivere per sempre.
Grazie mille.
SENZA INCERTEZZA
Niram Ferretti
23 febbraio 2022
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Un uomo totalmente privo di scrupoli, paranoide e altamente pericoloso ha deciso di aggredire uno Stato sovrano per piegarlo alla sua volontà. Già nel 2014 ha iniziato a creare le condizioni che hanno portato alla situazione attuale in Ucraina.
Nel suo allucinato discorso alla nazione, circondato da un gruppo di solerti funzionari, niente più che controfigure, sovrastato dalla cupola del Cremlino, Putin ha riscritto la storia dell'Ucraina negandole qualsiasi legittimità, riducedola a una non entità. Il suo disprezzo è quello di chi, sentendosi padrone della storia e del destino della Russia, il paese di cui si è progressivamente impadronito, ha deciso che un paese sovrano e indipendente che guarda a Occidente per il suo futuro, non possa avere alcun diritto in questo senso.
Il nemico alla frontiera è il vento, seppure moderato, di riforme in senso democratico che ha spirato in Ucraina, quel vento che Putin non può permettere si faccia più forte così vicino a casa, dove, nel corso del ventennio del suo dominio ha costruito un impero fondato sulla corruzione, la cleptocrazia, la menzogna e l'omicidio.
Il rischio è troppo grande. Dunque, da qui il ritorno della vecchia narrazione russa che risale ai tempi dell'impero zarista, secondo cui ogni accenno di liberalismo e di riforma che si insinuava in Russia era frutto di un complotto straniero, del tentativo di sovvertire l'ordine costituito.
Sotto questo aspetto, l'Ucraina sarebbe una sorta di potentato straniero, una specie di burattino nelle mani dei tessitori del caos, o megli degli agenti della "sodomia globale", icastica formula per indentificare l'Occidente decadente e privo di morale (e che queste accuse rivolte all'Occidente vengano da un personaggio della caratura di Putin ha un che di sinistramente comico).
Perché una cosa non può essere ammessa da ogni autocrate o dittatore, che la democrazia, il suo desiderio, possa nascere spontaneamente, possa essere una legittima aspirazione del popolo che tiene sotto controllo o di un popolo che ritene debba essergli vassallo, perchè ammetterlo significherebbe mettere in discussione l'efficacia del proprio modello politico autocratico. E forse la Russia, che nella sua lunga storia, non ha mai conosciuto la democrazia, non la vuole, non è pronta. È possibile. Ma l'Ucraina non è la Russia, nonostante Putin non ammetta, e non può farlo, questa distinzione. Così come non sono Russia, gli ex paesi del Patto di Varsavia, che dopo il crollo del monolite sovietico, hanno chiesto di potere fare parte della NATO.
La NATO, presentata come sobillatrice, perché ha ammesso la possibilità che l'Ucraina possa un giorno farne parte. E come si può accettare che una istituzione che rappresenta una alleanza fondata su valori e interessi opposti ai propri, possa fare diventare un suo membro un paese che si ritiene non abbia nessuna dignità, che sia uno scarto, una sorta di protesi abortiva dell'estensione russa?
Non si può, appunto. I nemici diventano dunque, due, tre quattro. Si frazionano in una molteplicità cone Legione.
Il Nemico è perennemente l'ombra paranoica che il dittatore proietta alle proprie spalle, necessaria per la sua stessa consistenza, il Nemico che deve costantemente essere ingigantito, trasformato in entità metafisica.
È assai lontano il Putin attuale da quello che, all'esordio della sua parabola politica, guardava agli Stati Uniti e all'Europa per un possibile dialogo culminato nell'accordo di cooperazione Nato-Russia facendo balenare all'orizzonte l'eventualità di un futuro ingresso della Russia nella NATO.
Oggi c'è, al suo posto, un torvo e plumbeo ultranazionalista con ambizioni imperialiste, che ha fatto della demonizzazione dell'Occidente il suo vessillo.
Quanto sarà ancora lungo il suo passo, non si può dirlo, l'unica cosa certa è che stare dalla parte dell'Ucraina e della sua autonomia, del suo diritto a scegliersi il proprio futuro come meglio crede, è inevitabile per chiunque abbia a cuore la democrazia.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Alessandro Bertonelli
Concordo su ciò che vuole Putin: ripristinare i confini dell’impero zarista e non ho dubbi sul fatto che preferisco gli americani a Tallin che i russi alle porte di Trieste. Sono anche convinto che se l’influenza americana diminuisce aumenta quella russo cinese e viceversa .
Premesso questo non penso Putin sia cambiato o sia paranoico.
Io continuo a vederlo estremamente pragmatico : ha iniziato dalla Cecenia per “stabilizzare “ il paese e poi ha progressivamente cercato di riespandere la propria influenza, ma era troppo debole rispetto agli US .
Nel contempo però è riuscito a legare alla Russia il Paese che determina l’UE la Germania.
Sinceramente se fossi al suo posto e avessi le sue intenzioni anch’io avrei aspettato questo momento: quando mai gli ricapita un America con una presidenza così debole , un UE che ha paura per le risorse energetiche mentre si è “impantanata” con le energie rinnovabili , l’intero Occidente che non si è ripreso dalla crisi economica causata dal COVID ?
Il linguaggio usato secondo me è studiato per i russi e per la loro storia, nonché per auto giustificarsi dal punto di vista del diritto internazionale . Un Presidente americano o un Premier inglese, ad esempio,parleranno inevitabilmente in modo totalmente diverso , incentrando l’attenzione su altri valori e principi, però lo scopo sarebbe lo stesso : esaltare lo spirito nazionale e giustificare agli occhi della propria popolazione i possibili sacrifici e le perdite .
Ovviamente i paesi dell’Europa dell’est cercano di legarsi il più possibile a NATO e UE, chi non lo farebbe dopo aver provato per secoli il dominio russo ?
Secondo me i paesi dell’Europa occidentale ci farebbero anche un pensierino a sacrificarli, mentre non penso che indipendentemente dal Presidente lo faranno gli US : quando hai ottenuto un vantaggio strategico sul rivale storico non ci rinunci.
Niram Ferretti
Alessandro Bertonelli la paranoia di Putin per me è legata in modo specifico alla sindrome del nemico e a quella dell'assedio. Non credo sia solo retorica, è tipico della psicologia dei dittatori e degli autocrati di sentirsi circondati da nemici perchè temono fondamentalmente la perdita del potere. Quando dico che Putin è cambiato mi riferisco a come era all'inizio del suo percorso politico in cui c'era un'apertura nei confronti degli USA e dell'Occidente in generale, con addirittura ventilata la possibilità di un ingresso della Russia nella NATO. Oggi abbiamo un leader ultranazionalista con mire imperiali, circondato da un gruppo ristretto di fedelissimi, sempre più convinto di agire per vendicare degli errori storici. Il paragone con Hitler mi viene spontaneo. Quanto alla percepita debolezza USA, sono d'accordo, ma al momento mi sembra che gli USA stiano gestendo la situazione in modo molto professionale.
Tassilo Francovig
Niram Ferretti
Anche a me è piaciuto l’approccio di Tony Blinken al problema posto da Putin. L’Ucraina non è un paese della NATO, ma ha diritto a conservare la sua indipendenza. Blinken, se confrontato con altri personaggi dell’amministrazione Biden, ne esce benissimo.
Alessandro Bertonelli
Niram Ferretti non so .Riguardo a Putin spero di aver ragione io, Niram, e non tu perché altrimenti si rischia una guerra su larga scala con noi europei al centro del campo di battaglia.
Sugli US parlo di presidenza debole perché l’America sta affrontando una situazione di crescita dell’inflazione, una crisi nei rifornimenti dei beni di prima necessità , crisi dei migranti , aumento dei tassi di criminalità , da far ricordare gli USA della fine degli anni 70. Debolezza presidenziale confermata dai sondaggi CNN di Gennaio. Infatti al di là della questione del Volk a me la mossa si Putin ha ricordato invece la scelta di Khomeini di far occupare l’ambasciata americana.
Sulla gestione della crisi, concordo: Biden si è mosso per tenere unito il fronte occidentale consapevole degli interessi d’Italia ( come ha detto la Harris)e soprattutto Germania , adottando una politica di containment.
Abkhazia, Transnistria e Ossezia del Sud: le altre repubbliche fantoccio dell'(ex) impero
Osvaldo Spadaro
23 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1645595677Riconosciute e armate solo da Mosca, che alimenta l'instabilità controllata
Abkhazia, Transnistria e Ossezia del Sud: le altre repubbliche fantoccio dell'(ex) impero
A Tiraspol, davanti al massiccio palazzo brutalista che ospita il Consiglio supremo della Transnistria c'è una grande statua di Lenin in granito rosa che indica con il braccio il sol dell'avvenire. Accanto sventolano i variopinti vessilli delle repubblichette autonome nate dallo sfarinamento dell'Unione Sovietica. Abkhazia, Ossezia del Sud, Repubblica Popolare di Donetsk e di Lugansk. Nell'enciclopedia della storia occupano tutte la stessa pagina, alla voce invero assai controversa di Paesi che vantano una sovranità territoriale, hanno dichiarato l'indipendenza, battono moneta ed emettono passaporti che valgono meno di un green pass scaduto, e soprattutto non hanno nessun riconoscimento internazionale. Se non quello di Mosca. Pur con le specificità locali le loro storie sono simili.
All'indomani della creazione delle 15 Repubbliche autonome, scoppiano conflitti più o meno spontanei in cui minoranze russofone si ribellano ai governi centrali.
Conflitti con diversi gradi di intensità, dove potentati locali imbracciano le armi e autoproclamano l'indipendenza garantita da Mosca e dai suoi soldati travestiti da forze di pace. Successe nel 1992 quando l'Abkhazia, una piccola striscia di terra sul Mar Nero, famosa per gli imponenti resort e le coltivazioni di mandarini, si staccò dalla Georgia con una guerra piuttosto violenta che portò alla pulizia etnica dei georgiani. Da allora grazie a un trattato di cooperazione militare della durata di 49 anni la Russia garantisce il controllo delle frontiere.
Successe nel 1991 in Ossezia del Sud, altro territorio formalmente georgiano che però per questioni linguistiche (si parla l'osseto, una lingua iranica) si proclamò indipendente, diede vita a un conflitto con un migliaio di morti che finì con un cessate il fuoco vigilato da Mosca. Una situazione stabile fino a quando nel 2008 Tblisi non ha pensato bene di provare a riprendersi con le armi quel che riteneva suo. Peccato che Mosca abbia reagito intervenendo con l'aeronautica e arrivando alla porte di Tblisi. Ora la Russia e altre quattro nazioni riconoscono l'Ossezia del Sud.
Successe nel 1990 sulle rive del Dniester, al confine con l'Ucraina, quando il congresso dei rappresentanti del popolo di Tiraspol dichiarò l'indipendenza dalla Repubblica Moldava perché loro, per un terzo russofoni, non avevano intenzione di adottare l'alfabeto latino. Ne seguì il solito conflitto armato da un migliaio di morti, dove intervennero pur senza mostrine 5mila cosacchi e volontari russi, e un cessate il fuoco anche qui vigilato da Mosca. Situazione congelata nonostante nel 2014 con un referendum la Transnistria abbia chiesto l'annessione alla Russia. Che ha declinato, ma mantiene sul territorio 2mila soldati. Storia che si è ripetuta nel 2014 in Ucraina, quando nelle zone a maggioranza russofona di Lugansk e Donetsk quasi 4 milioni di persone scoppiarono tumulti contro il governo di Kiev. Seguirono scontri armati con l'intervento di volontari russi, autoproclamazioni di indipendenza, richieste di annessione a Mosca e perdurante conflitto a bassa intensità. Almeno fino a ieri.
A questi si può aggiungere il Nagorno Karabakh, un pezzetto di Caucaso meridionale autoproclamatasi indipendente nel gennaio del 1992 e conteso ferocemente gli ultimi scontri sono dell'estate 2020 da Armenia e Azerbaigian. Il territorio è rivendicato dall'Armenia, perché i 150mila abitanti parlano armeno, ma fisicamente è un'enclave circondata dall'Azerbaigian. Mosca visto si mantiene equivicina: ha migliaia di soldati in Armenia e salomonicamente rifornisce di armi ora uno, ora l'altro. Convinta che l'instabilità controllata gli serva a controllare i tanti frammenti di quel grande impero che qualcuno al Cremlino sogna di ricostituire.
Edward Luttwak critica la reazione dei Paesi Ue, parlando di "chiacchiere ed orsacchiotti". La Nato? Un alibi per non fare
Luttwak non usa giri di parole: "Come hanno risposto a Putin..."
Federico Garau
23 Febbraio 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/lu ... 1645645328Le sanzioni alla Russia e le reazioni dei vari Paesi Ue? Una cosa di poco conto per l'economista, politologo e saggista romeno naturalizzato statunitense Edward Luttwak, che nel corso della trasmissione Di Martedì non ha esitato a paragonare l'operato del presidente russo Vladimir Putin a quanto fatto da Adolf Hitler e Benito Mussolini.
Invitato da Giovanni Floris a commentare la situazione attuale, Luttwak ha esordito riportando come esempio quanto sta accadendo in Asia, dove per contrastare quella che viene definita come minaccia cinese India e Giappone hanno mobilitato numerose truppe ed ingenti risorse economiche. Tutto il contrario di quanto stanno facendo i Paesi europei, nei confronti dei quali l'economista si è dimostrato molto critico.
"In Europa, la minaccia di Putin contro l'Ucraina ha evocato chiacchiere e poi orsacchiotti", ha affermato Edward Luttwak. "I tedeschi hanno mandato 160 soldati in Lituania. La Lituania è una frontiera con la Russia. Invece di mandare 160 soldati, avrebbero potuto mandare un orsacchiotto", ha insistito, per poi passare al nostro Paese. "L'Italia, ottava potenza, ha promesso 1000 soldati. Questi non sono numeri, quando si tratta con la Russia", ha aggiunto.
Edward Luttwak è poi passato a parlare della Russia, non esitando a fare paragoni assai pesanti. "D'altra parte Putin, lui stesso, prima ha fatto Hitler, dicendo io invado, sfascio, etc... e poi si è comportato come Mussolini, che invade così, di lato... è entrato in Luhansk e Donetsk, dove sono lì da anni, e parla di gloriosa vittoria", ha dichiarato, facendo calare il silenzio in studio. "Quindi vediamo in Europa un contesto fra Putin che fa finta di essere Hitler, ma invece è Mussolini", ha insistito l'economista, "e dall'altra parte una verità: la Nato è uno strumento per 'non fare'. È un alibi per non fare. I Paesi seri dell'Europa non sono nella Nato, quelli che ancora arruolano i loro giovani nelle Forze armate sono Finlandia, Svizzera, Svezia".
Sollecitato da Giovanni Floris ad esporre quelli che potrebbero essere gli eventuali rischi per l'Italia in caso di crisi con la Russia, Edward Luttwak ha parlato del "dregrado di un sistema", un sistema che al momento non accetta le proprie responsabilità. Per quanto concerne le forniture di gas, argomento che molto preoccupa il Belpaese, Luttwak ha spiegato che questa dipendenza è in realtà volontaria: "Oggi c'è il gas che viene dall'oceano. Basta mettere i terminal in Germania, e non devono essere succubi dei russi. L'Italia stessa non ha bisogno di essere dipendente".