Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » mer lug 25, 2018 7:17 am

Siria: proposta russa a Israele: iraniani a 100 Km dal Golan. Netanyahu rifiuta
Sarah G. Frankl
luglio 24, 2018

https://www.rightsreporter.org/siria-pr ... hu-rifiuta

Iraniani in Siria ma a 100 Km dal confine con Israele. E questa la proposta russa portata ieri in Israele dal potentissimo Ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov. Il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha gentilmente ma fermamente respinto la proposta russa.
«Non permetteremo agli iraniani di stabilirsi a 100 Km dal confine con Israele» ha detto Netanyahu a Lavrov che guidava una nutrita delegazione russa di cui facevano parte anche alcuni alti ufficiali dell’esercito.
La proposta russa si basa su una cosiddetta “zona cuscinetto” di 100 Km entro la quale si impegnerebbero a non fare entrare militari o miliziani iraniani o legati direttamente al regime di Teheran. Gli israeliani dal canto loro fanno notare giustamente che anche un’arma a corta gittata supera facilmente quella distanza e che sia gli iraniani che le milizie legate a Teheran (Hezbollah, per esempio) dispongono di armi di gittata decisamente superiore ai 100 Km della zona cuscinetto e che quindi la proposta russa non è accettabile.
Precedentemente la Russia aveva offerto a Israele la formazione di una zona cuscinetto ancora più ristretta, pari a 80 Km, ma dopo il rifiuto di Gerusalemme ora avanza questa proposta che nei fatti cambia poco o nulla.
Al colloquio di ieri, durato oltre due ore, hanno partecipato da un lato il Primo Ministro israeliano e uno staff formato da esperti militari e da rappresentanti della intelligence, dall’altro oltre a Lavrov c’era il comandante delle forze armate russe, il Generale Valery Gerasimov e uno staff composta da diversi esperti.
La richiesta israeliana è semplicissima: nessun militare iraniano e nessuna milizia legata a Teheran deve rimanere in Siria. Purtroppo però i russi non possono “espellere” gli iraniani dalla Siria – che poi è quello che si diceva qualche giorno fa – e per questo stanno cercando una soluzione “diplomatica” che rassicuri Israele.
Ma Israele non si limita solo a chiedere che tutti gli iraniani escano dalla Siria. Chiede lo smantellamento di tutte le armi a lungo e medio raggio presenti in Siria, la chiusura dei valichi di frontiera tra la Siria e il Libano da dove le armi provenienti dall’Iran arrivano a Hezbollah, e per lo stesso motivo chiede anche la chiusura dei valichi tra l’Iraq e la Siria.
Lavrov dal canto suo ha detto a Netanyahu che «non è realistico chiedere agli iraniani di lasciare completamente la Siria» e che al massimo Israele può ottenere che stiano lontani dai confini con lo Stato Ebraico.
È una partita molto complessa che naturalmente non si è chiusa con la riunione di ieri. Questa mattina Netanyahu ha annunciato una riunione straordinaria del Governo per discutere della situazione in Siria e delle proposte russe e non ha escluso un nuovo incontro con Putin a Mosca.
Nel frattempo Israele si riserva il diritto di colpire tutti gli obiettivi in Siria che ritiene pericolosi per la propria sicurezza.
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » ven lug 27, 2018 2:05 pm

Israele e Iran, il dibattito surreale sulla presunta distanza di sicurezza
26 luglio 2018
Daniele Raineri

http://www.italiaisraeletoday.it/israel ... -sicurezza
In questi giorni c’è un dibattito surreale che coinvolge i leader militari e politici più alti in grado di Israele e della Russia e riguarda la presenza dell’Iran in Siria. E’ surreale perché da mesi escono notizie sulle presunte trattative e ogni volta si parla di una fascia di rispetto misurata in chilometri che i russi dovrebbero imporre agli iraniani: state lontani almeno dieci chilometri dal confine siriano con Israele, anzi state lontani almeno quaranta chilometri dal confine siriano con Israele, fino ad arrivare al recente state lontani almeno cento chilometri dal confine siriano con Israele. Si parla di questa distanza di sicurezza tra gli iraniani e Israele come la soluzione che sistema tutto.

Ma la realtà della guerra moderna rende questi retroscena e queste fughe di notizie molto bizzarri: Israele è un paese piccolo che gli aerei attraversano in pochi minuti, e a maggior ragione i missili, quindi non si vede perché dovrebbero negoziare su una differenza di sessanta chilometri dai loro nemici giurati.

Un missile balistico Scud, piuttosto lento e vecchiotto, fila per aria a più di cento chilometri al minuto, è difficile credere che siano davvero in corso negoziati per togliere agli iraniani quaranta secondi di vantaggio nel caso decidessero di bombardare Israele da una base siriana. E ci sono missili che vanno tranquillamente a Mach 10, quindi la fascia “di sicurezza” aggiungerebbe nel caso migliore venti secondi. Inoltre c’è da considerare che gli iraniani in Siria non si muovono sotto la bandiera della Repubblica islamica e accompagnati da una fanfara, possono arrivare fin sotto le alture del Golan senza essere identificati. Difficile controllare che stiano dietro la immaginaria linea rossa tracciata dai russi a cento chilometri.

Il concetto più generale è che Israele ha dichiarato che può tollerare la vicinanza con il regime di Bashar el Assad in Siria come già faceva senza troppe preoccupazioni prima della rivoluzione del 2011 ma non può tollerare la presenza in stile coloniale degli iraniani e di Hezbollah – come ha fatto presente a tutti i suoi interlocutori, da Washington a Mosca. E quindi per ora si aspetta una soluzione che non arriva, mentre il regime siriano consolida le proprie posizioni e riguadagna tutto il territorio che aveva perduto a sud. Per anni quella zona era stata la più tranquilla del paese, o quasi, ma in questi mesi è diventata una fonte quotidiana di breaking news gravi.

Martedì gli israeliani hanno abbattuto un caccia siriano che aveva superato il confine e ignorato gli avvertimenti, i resti dell’aereo sono precipitati in Siria in un’area controllata dallo Stato islamico, un pilota è morto e dell’altro si sono perse le tracce.

Ieri alcune squadre della morte dello Stato islamico – che ancora infestano le regioni meridionali del paese – hanno lanciato un assalto contro l’enclave drusa di al Suwayda, hanno occupato villaggi, hanno ucciso circa duecentoventi persone. I drusi sono una comunità che si è staccata dal governo di Assad e che era riuscita ad attraversare questi anni di guerra quasi intoccata e in modo pacifico.

Hanno respinto l’attacco, ma il bilancio finale è un disastro come da tempo molti di loro temevano sarebbe successo. Ieri circolavano le immagini di tre uomini dello Stato islamico sorpresi mentre stavano per attaccare l’ospedale della città e subito impiccati a un’insegna. Molti drusi di al Suwayda su Facebook sostengono che la colonna dello Stato islamico che li ha massacrati è la stessa evacuata dal campo di Yarmouk, nella parte sud di Damasco, a maggio dopo un accordo con il governo e poi lasciata libera nel deserto a est.
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » mar lug 31, 2018 4:10 am

Siriana a Bassano
https://www.youtube.com/watch?v=YalZ4eNuAy4
Per ritrovare la libertà ho ripudiato l'Islam
Li ha contati uno a uno i 399 giorni passati in Siria. Amani, cresciuta in Veneto dall'età di tre anni, ne aveva 16 quando viene portata dalla madre, con l'inganno, nel suo Paese di origine. Convinta di passare ad Al Karatz, un villaggio vicino ad Aleppo, pochi giorni, solamente il tempo necessario per rinnovare dei documenti che le sarebbero serviti a Bassano del Grappa, Amani scopre di essere destinata a un matrimonio combinato. Le dicono che in Italia non tornerà mai più. (Nicole Di Ilio con Paolo Cassina)
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » dom ago 05, 2018 7:24 pm

SIRIA: UCCISO IMPORTANTE SCIENZIATO "BALISTICO'. ACCUSE SUL MOSSAD
05 agosto 2018

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 2802875774

Uno dei più importanti scienziati siriani, esperto di armi chimiche e di sviluppo balistico, il dott. Aziz Asbar, è stato ucciso questa mattina da una autobomba nella città siriana di Hama. Lo riferiscono diversi media arabi tra i quali la TV di Hezbollah, Al Manar, che già punta il dito sul Mossad.

È proprio Al Manar che nel tg di questa mattina riportava dell’autobomba che ha ucciso il dott. Aziz Asbar insieme al suo autista, a ricordare che lo scienziato era direttore del Centro Studi e Ricerche di Masyaf, già colpito dall’aviazione israeliana e solo questo basta a gettare i sospetti sul Mossad.

Aziz Asbar era uno dei più fedeli collaboratori del dittatore siriano, Bashar al-Assad, aveva collaborato con gli scienziati iraniani e nordcoreani. In particolare con gli scienziati di Teheran aveva collaborato nella costruzione del missile balistico Fateh e attualmente stava ricostruendo tutto il sistema di ricerca balistico siriano che, secondo l’intelligence israeliana, avrebbe dovuto produrre missili balistici a medio-lungo raggio anche per l’Iran. Era responsabile anche delle ricerche sulle armi chimiche.

Nel momento in cui scriviamo il regime siriano non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, mentre ufficiosamente cominciano ad arrivare le prime dichiarazioni tutte concordi nell’individuare in Israele il mandante e nel Mossad l’esecutore dell’attentato mirato all’uccisione dell’importante scienziato.
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » sab ago 18, 2018 8:10 am

Accordo USA-Russia sulla presenza iraniana in Siria. Ma Teheran non ci sta
Ester C. Cantarini agosto 17, 2018

https://www.rightsreporter.org/accordo- ... non-ci-sta

Sulla presenza iraniana in Siria gli Stati Uniti e la Russia avrebbero raggiunto un accordo di massima che prevede l’uscita delle forze iraniane dal territorio siriano. Lo rivela un rapporto dell’Agenzia Bloomberg (1) secondo il quale durante l’ultimo faccia a faccia tra Trunp e Putin i due presidenti avrebbero affrontato il problema che affligge Israele e che potrebbe portare a uno scontro diretto tra israeliani e iraniani.

Secondo Bloomberg, che cita come fonte un anonimo funzionario dell’amministrazione americana, il recente vertice di Helsinki tra il Presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin sarebbe stato dominato dalla discussione sulla attuale situazione in Siria e in particolare sulla presenza iraniana in territorio siriano.

I due leader mondiali avrebbero concordato sulla necessità che l’Iran e tutte le forze collegate a Teheran (Hezbollah e milizie sciite varie) debbano lasciare la Siria. Tuttavia il Presidente russo, Vladimir Putin, pur concordando con tale necessità si sarebbe detto “scettico” sul fatto che gli iraniani avrebbero accettato di buon grado il loro ritiro dalla Siria.


L’opposizione di Teheran

E infatti l’Iran non ci pensa proprio a lasciare la Siria dopo aver appoggiato il regime di Assad e perso migliaia di uomini con lo scopo di creare il cosiddetto “corridoio sciita” che unisce l’Iran al Libano passando per Iraq e Siria, un corridoio tatticamente importantissimo per Teheran in quanto permette agli iraniani non solo di avere uno sbocco sul Mediterraneo ma soprattutto permette loro di avere una certa libertà nel trasferire armi e uomini dall’Iran direttamente nelle mani di Hezbollah.

Il Presidente russo Vladimir Putin è riuscito a “imporre” agli iraniani di non posizionare le loro truppe a una distanza inferiore a 80 Km dal confine con Israele, una situazione che però Israele giudica “inaccettabile” e continua a chiedere che l’Iran si ritiri completamente dalla Siria.

E’ una situazione di stallo pericolosissima che potrebbe portare a quello scontro diretto tra Israele e Iran che tutti temono ma che, senza un passo indietro di Teheran, appare sempre più inevitabile.

Putin non può e non vuole fare di più

La realtà è che Putin può prendere qualsiasi accordo verbale con Trump o fare promesse a Israele, ma concretamente non può imporre il ritiro delle forze iraniane dalla Siria e comunque probabilmente non vuole. L’Iran è senza ombra di dubbio l’alleato più importante di Mosca in Medio Oriente. I due Paesi sono poi uniti dalle sanzioni americane nei loro confronti ed è comunque impensabile che dopo anni di combattimenti fianco a fianco in Siria, la Russia possa imporre all’Iran di togliere le tende come se niente fosse. Questo lo sanno benissimo sia a Washington che a Gerusalemme.

E questo ci riporta a quella pericolosissima situazione di stallo di cui si parlava prima, una situazione che purtroppo senza cambiamenti sostanziali può evolvere solo verso un conflitto tra Iran (più gli Hezbollah) e Israele che potrebbe essere di proporzioni davvero importanti. E non mancano le incognite riguardo a come si comporterà Putin nel caso di un conflitto tra israeliani e iraniani. Resterà neutrale o prenderà le parti dell’alleato iraniano?
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » dom set 09, 2018 1:15 am

Sara Lucaroni. Racconta la dittatura di Assad e subisce minacce da estremisti di destra italiani
07/09/2018

http://www.spaziotransnazionale.it/2018 ... a-italiani

Sara Lucaroni racconta su Avvenire la dittatura siriana e al ritorno in Italia subisce minacce da gruppi di estrema destra. La testimonianza della reporter, la solidarietà di Marina Calculli (Analista di Relazioni Internazionali, Lecturer in Middle East Politics, Leiden University), Giuseppe Giulietti (Presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana), Sara Lucaroni (Inviata di Avvenire), Mariano Giustino (Corrispondente per RadioRadicale dalla Turchia) e Marco Tarquinio (Direttore di Avvenire).
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » mar set 18, 2018 8:11 pm

Siria, scomparso jet russo con 15 soldati a bordo. "Abbattuto da Damasco, ma azione irresponsabile di Israele"
18 settembre 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... le/4633023

È scomparso dai radar lunedì, forse – dice un ufficiale dell’esercito americano citato da Cnn – abbattuto per errore dall’antiaerea di Damasco. Dell’aereo militare russo da ricognizione con 15 soldati a bordo si sono perse le tracce mentre Latakia veniva colpita da razzi che Mosca ha detto essere stati lanciati da Israele e, secondo Cnn, nel momento in cui l’artiglieria siriana tentava di fermarli.

Ma la Russia punta il dito anche contro Israele e convoca l’ambasciatore di Tel Aviv a Mosca. Perché per quanto siano stati i sistemi di difesa siriani a provocare l’incidente, il ministero della difesa denuncia “l’azione irresponsabile di Israele” come causa della tragedia aerea. Israele ha avvertito dell’attacco con gli F16 contro siti siriani con un solo minuto di anticipo, “non assicurando agli aerei russi il tempo necessario di mettersi in sicurezza” è l’accusa del Cremlino.

La sorte del personale militare a bordo è “sconosciuta”, ha aggiunto in una nota trasmessa dalle agenzie di stampa russe, e le ricerche del velivolo sono in corso. Il ministero ha spiegato che il velivolo era scomparso dai radar intorno alle 23, durante un attacco di quattro jet israeliani su infrastrutture siriane in provincia di Latakia, roccaforte del presidente Bashar Assad.

L’agenzia Ria Novosti, citando fonti di sicurezza, ha riferito che il sistema antiaereo siriano ha contrastato l’attacco con razzi. Il governo siriano non ha commentato. Un portavoce dell’esercito di Israele, quando gli è stato domandato dell’attacco con razzi e dell’aereo, ha rifiutato di commentare.

Inoltre, secondo il ministero di Mosca i razzi sono stati lanciati dalla fregata della Marina francese Auvergne, che al momento era in quell’area. Un portavoce delle forze armate di Parigi ha però negato ogni coinvolgimento nell’attacco.



ISRAELE: LA RUSSIA SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA' SULLA SIRIA
Di Gabor H. Friedman

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... __tn__=K-R

L’incidente di pochi giorni fa nel quale la contraerea siriana ha abbattuto un aereo russo ha innalzato la tensione tra Russia e Israele. Anche se sembra chiarito che nel momento in cui l’aereo è stato abbattuto i caccia israeliani reduci da un raid su Latakia fossero già rientrati in Israele e che Siria e Iran abbiano cercato di approfittare della situazione indicando il raid israeliano come causa principale dell’incidente, ieri sera il viceministro degli esteri russo, Sergey Vershinin, ha minacciosamente affermato che «da oggi la Russia prenderà le misure necessarie per eliminare qualsiasi minaccia alla vita dei militari russi in Siria» con un velato (ma non tanto) riferimento a possibili futuri raid israeliani in territorio siriano.

Ieri una delegazione israeliana guidata dal comandante delle IAF (Israeli Air Force), Amikam Norkin, si è recata a Mosca per spiegare ai russi le dinamiche che hanno portato all’incidente. Norkin ha spiegato ai russi che il raid israeliano ha colpito un deposito di armi e di sistemi d’arma avanzati iraniani destinati a Hezbollah e che gli iraniani avevano deliberatamente stoccato nei pressi di Latakia in quando, essendoci nella zona una forte presenza russa, pensavano che Israele non avrebbe attaccato per il timore di fare vittime russe. Invece il raid israeliano è stato chirurgico e ha colpito gli obiettivi senza fare vittime russe, dopo di che i caccia israeliani sono rientrati in Israele. l’abbattimento dell’aereo russo è avvenuto dopo che i caccia israeliani erano rientrati in territorio amico. Ci sono tracciati e immagini satellitari a dimostrarlo.

Dalla ricostruzione dei fatti emerge quindi che non solo Israele è totalmente estraneo all’abbattimento dell’aereo russo, ma che i russi, proprio per la loro massiccia presenza nella zona, non potevano non essere a conoscenza del deposito di armi iraniano bombardato dalle IAF.

Questo apre un altro capitolo delle vicenda. Israele sostiene che in qualità di “garante del regime siriano” la Russia ha il dovere di vigilare su quanto avviene in Siria, compreso fare in modo che gli iraniani non usino il territorio siriano per i loro torbidi scopi. In caso contrario Israele ha il Diritto di difendersi dalla minaccia iraniana. E se a Teheran pensano di nascondersi dietro alle istallazioni russe in Siria, questo non fermerà le azioni israeliane volte a impedire che l’Iran consegni armi a Hezbollah o che si posizioni stabilmente in Siria. Su questo la delegazione israeliana è stata chiarissima.

Mano a mano che i fatti vengono chiariti tra gli esperti si fa sempre più strada l’idea che l’abbattimento dell’aereo russo sia stato studiato a tavolino da siriani e iraniani allo scopo di incolpare Israele e spingere la Russia a rompere l’accordo di coordinamento con Gerusalemme. Sin dall’inizio sia i siriani che gli iraniani hanno sostenuto che i caccia israeliani si erano “nascosti” dietro alla traccia radar dell’aero russo provocandone così l’abbattimento. Una notizia che come dimostrano i fatti si è rivelata del tutto priva di fondamento. Possibile che i sistemi radar siriani, per quanto obsoleti, non abbiano riconosciuto il codice di tracciamento radar dell’aereo russo? In pochi ci credono. Per questo, per quanto difficile da digerire per i russi, anche a Mosca tendono a smorzare i toni. Non ci sono prove che l’incidente sia stato studiato a tavolino, ma gli indizi sono davvero tanti.


Russia, Siria, Israele: incroci pericolosi sui cieli del Medio Oriente
Ugo Volli

https://www.progettodreyfus.com/russia-siria-israele
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 4962883523

Nei giorni scorsi, mentre gli ebrei di tutto il mondo erano concentrati sulla ricorrenza di Kippur, un grave incidente è accaduto sui cieli del Mediterraneo prospiciente la Siria. Subito dopo che l’aviazione israeliana aveva bombardato un sito vicino al porto di Latakia, dove sembra ci fosse una fabbrica di guide di precisione per i missili destinati all’uso di Hizbullah per colpire Israele, la contraerea siriana ha abbattuto un aereo russo di raccolta dati e coordinamento militare di ultima generazione, uccidendo 15 soldati russi. Immediatamente il ministero della difesa della Russia ha dato la colpa a Israele, ma poi Putin ha smorzato la polemica. L’incidente è molto grave perché rompe un equilibrio delicatissimo fra Israele e Russia, la quale è alleata dell’Iran ma vuole mantenere buoni rapporti con lo stato ebraico. Ma perché è accaduto?

Vale la pena di guardare alla dinamica dei fatti. Ci sono due versioni. La prima è quella russa, che sostiene che i jet israeliani si siano infilati nella scia del loro aereo spia per condurre il bombardamento senza rischio, approfittando della traccia radar molto più grande di quest’ultimo per non essere rilevati e usandolo come scudo contro l’antiaerea siriana. Israele inoltre avrebbe avvertito la Russia solo un minuto prima dell’azione, violando il patto di consultazione militare reciproca che è stato stabilito fra i due paesi per evitare incidenti, impedendo in pratica all’aereo spia di togliersi dal teatro di battaglia. La versione israeliana è assai diversa: l’aereo spia non sarebbe stato vicino durante l’azione e sarebbe stato colpito dagli spari indiscriminati dei siriani quando già i bombardieri erano nello spazio aereo israeliano, distante circa 400 chilometri da Latakia (un quarto d’ora di volo). Israele ha mandato il capo dell’aviazione a Mosca a esibire i documenti (probabilmente le tracce radar) che dimostrano la sua versione e lo stesso Putin ha parlato di “una catena di casualità”.

Bisogna notare che questo incidente mostra una fragilità insospettata dello schieramento militare russo in Siria. Se davvero le forze russe sono rimaste sorprese dall’azione israeliana, questo significa che il loro decantato sistema radar, che dovrebbe coprire l’intero Medio Oriente, funziona malissimo, anche perché Latakia è la loro principale base navale in Siria e avrebbe potuto essere colpita facilmente da qualunque nemico. Inoltre un aereo di guerra elettronica dell’ultima generazione, che non solo viaggiava non scortato, ma non si era accorto neanche lui del pericolo e soprattutto non era stato in grado di mettere in atto le contromisure elettroniche per evitare i razzi dell’antiaerea, che pure sono di fabbricazione russa, non i più moderni e dunque conosciuti benissimo dall’aviazione russa. Infine, è evidente che l’antiaerea siriana funziona molto male essendo incapace di distinguere amici (che pure dovrebbero essere forniti di un segnale in codice nel trasponder radar, che li identifica) dai nemici. Fra l’altro l’aereo spia è un quadrielica molto più lento dei jet israeliani, tanto più per il fatto di essere su una rotta di atterraggio. O forse i siriani (e i loro capi iraniani) non si fidano dei russi, credono, come si era detto in altre circostanze, che i russi abbiano passato i codici a Israele.

Insomma, la posizione russa risulta seriamente indebolita, al di là della perdita di una aereo e dei militari. Ma la Russia è una potenza mondiale, che può rafforzare il suo dispositivo in Medio Oriente, anche se a rischio di innescare una spirale di guerra che potrebbe coinvolgere tutta la potenza di Israele e anche gli Usa. Putin ha scelto di bloccare l’escalation anche verbale. Probabilmente è consapevole del costo dell’egemonia che ha ottenuto in Medio Oriente e del rischio di un’alleanza con paesi infidi e aggressivi come l’Iran e i suoi satelliti. Nel migliore dei casi potrebbe capire perché Israele chiede con forza che sia smantellato l’apparato militare iraniano in Siria, che mette a rischio la pace nella regione. Certamente però nella calma raggiunta dopo l’incidente ha avuto grande peso il rapporto personale di fiducia che Netanyahu ha raggiunto con Putin, la credibilità che Israele ha come potenza forte e responsabile nella regione. Sono risorse essenziali nella lunga guerra che Israele si trova a condurre contro l’aggressione iraniana.



I DENTI DEL PETTINE
Niram Ferretti
24 settembre 2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

"Perchè i nodi vengano al pettine bisogna che ci sia il pettine", diceva Leonardo Sciascia. Ora, non è del tutto chiaro se il pettine ci sia ancora, ma, come era prevedibile, i rapporti tra Russia e Israele fondati su pragmatismo e reciproca convenienza relativamente al teatro di guerra siriano, si stanno modificando.

Tutto è successivo all'abbattimento da parte dell'aviazione siriana di un aereo russo, con conseguente morte dei 15 membri dell'equipaggio e dura reazione russa.

Per Israele la causa dell'abbattimento sarebbe stata la risposta sproporzionata della contraerea siriana, per Mosca, Israele avrebbe agito in modo "negligentemente criminale", facendo sì che dopo il suo raid aereo in Siria, l'apparecchio russo fosse colpito.

Conclusione. Putin avrebbe deciso di fornire il regime di Assad del sistema difensivo S-300 che renderebbe a Israele molto più difficili le sue incursioni a scopo di deterrenza in Siria.

Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele continuerà a difendersi e a perseguire il proprio interesse principale per quanto riguarda la Siria, impedire sul suo suolo il radicamento iraniano.

La posizione di Israele è sempre stata cristallina fin dall'inizio delle sue incursioni aeree. Diversamente da Mosca, non deve tenere i piedi in più scarpe. La Russia è stata fondamentale per permettere ad Assad di contrastare le forze islamiche che volevano farlo cadere, e l'Iran ha fatto la sua parte. Solo che mentre Mosca non è interessata a espandersi regionalmente ma a mantenere e a consolidare la propria posizione, l'Iran ha ben altre mire. Insediarsi strategicamente sul confine siriano da dove costituirebbe una minaccia oggettiva per Israele.

Da Washington, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, John R. Bolton, ha affermato che fornire Assad del sistema S-300 sarebbe un grave errore che metterebbe ulterirmente a rischio la stabilità regionale.
Sì, il pettine non c'è ancora completamente, ma iniziano a vedersi i primi denti.
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » sab set 22, 2018 7:59 pm

Stolidi antisemiti e antisraeliani padano veneti



Andrea Rossi

https://www.facebook.com/Bocia52


Patrizia Stabile
ISRAELE È IL GRANDE PERICOLO MONDIALE

https://www.facebook.com/identitasuddis ... 0604162068

"Stimato direttore le scrivo per chiedere la sua opinione sulle relazioni per le quali Russia e Israele mantengono sempre così buoni rapporti. E' 'solo' per non far degenerare la situazione? Anche con la Turchia Putin scelse la strada della saggezza dopo l'abbattimento del jet russo ma anche se costretto a fare buon viso a cattivo gioco i suoi messaggi li ha mandati chiari, alla Turchia e ai suoi alleati, seppur con infiniti finti disgeli tra una provocazione e l'altra.
Con Israele invece sembra ci sia un canale privilegiato. Conosco i rapporti di Stalin con Israele in funzione antibritannica, so che in Israele risiedono moltissimi russi, so che se Putin se la prendesse con Israele diverrebbe il nuovo Stalin (perché la propaganda insegna che se sei contro le politiche di Israele sei antisemita) ma ciò che ha fatto e ciò che sta facendo Israele è talmente grande e inumano che non comprendo come anche solo i rapporti possano essere così distesi tra Russia e Israele.
Non scordiamoci chi ha dato appoggio alla sacca di terroristi nel Golan. Non scordiamoci neppure chi occupa gli altopiani del Golan, territorio siriano.
So che è un 'terreno' difficile dagli equilibri precari e per questo le ho scritto chiedendo la sua opinione.
Grazie dell'attenzione che ha avuto nel leggere questo messaggio e grazie in anticipo qualora risponda.
Buona giornata"
===
Risposta di Giulietto Chiesa
La sua analisi è corretta e mi pare che comprenda quasi tutti gli elementi della partita. Che, come lei capisce, è difficilissima e molto pericolosa. Il "canale privilegiato" con Israele esiste, lei ha ragione. La spiegazione è chiara: Israele è il giocatore principale. Che ricatta tutto l'Occidente. E che provoca e continuerà a provocare, perché il suo piano è costruire il Grande Israele. Come tenerlo a freno è impresa molto complicata. Molto più complicata di quanto non sia il tenere a freno Erdogan. Dietro ci sono gli Stati Uniti. Che però su questo tema sono al rimorchio di Israele. Certo c'è un limite, ma Putin ha mostrato che è disposto a sopportare molto, pur di non innescare uno scontro diretto con Israele. Sapendo che questo innescherebbe immediatamente uno scontro mondiale. Non esagero. Questa è la posta in gioco. Il fatto è che la situazione è asimmetrica: Putin non vuole la guerra; Israele vuole la guerra con l'Iran. Qui non ci può essere equilibrio. Israele persegue un obiettivo divino. Putin persegue un obiettivo politico laico. Se qualcuno non ferma Israele sarà la guerra mondiale. Ecco la mia risposta. Purtroppo non ottimistica.



I bambini che i tg non vi faranno vedere. Intenzionalmente

https://www.facebook.com/Bocia52/posts/ ... 7784797945

Almeno 24 persone, tra cui donne e bambini, sono morti sotto i colpi del terrorismo di matrice waabita sionista durante una grande parata militare in #Iran.
Ma l'Iran è paese non allineato agli interessi occidentali, fa parte dell'Asse della resistenza, ci addestrano ad odiarlo e considerarlo nemico -persino passando da opinion leaders come #Saviano- dunque non si utilizzerà il termine "terrorismo" al fine di lasciare intendere diatribe interne (al netto della rivendicazione Isis), né si conosceranno i volti delle vittime.

《Il portavoce del Corpo della Guardia della Rivoluzione Islamica, il Generale Ramezan Sharif, ha detto che l'attacco è stato perpetrato dai membri del gruppo terroristico di Al-Ahvazie, una banda di takfiri, finanziata da #Riad. Essa ha lanciato gli attacchi per provocare paura tra la gente e oscurare la grandezza della sfilata delle Forze armate dell'Iran.
L'attacco ha lasciato almeno 24 morti e 53 feriti, per lo più civili, secondo i dati ufficiali.
Il gruppo estremista Al-Ahvazie ha fatto ripetutamente attacchi contro i civili.

I funzionari iraniani affermano che l'attacco potrebbe significare la disperazione di certi regimi regionali e occidentali per creare il caos in diverse province. Il fallimento del progetto di destabilizzazione del paese persiano ha fatto sì che i paesi promotori del terrorismo decidessero di iniziare attacchi terroristici e massacri.》



Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani e nazisti maomettani
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » mer set 26, 2018 9:04 pm

Israele tra due fuochi. Ma Putin fa il doppio gioco
Fiamma Nirenstein - Mer, 26/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 80633.html

Sembra che la Russia stia giocando un gioco troppo complicato, dopo che un suo aereo è stato per errore abbattuto da un missile del suo amico Assad e gli ufficiali russi hanno seguitato, nonostante le prove dicano il contrario, ad accusare Israele contraddicendosi varie volte.

La crisi è ancora in corso, è un incubo che si realizza: Israele che viene in conflitto con l'orso russo. Non è un caso che Netanyahu da quando nel 2015 la Russia si è schierata in Siria in difesa di Assad, tenendo al suo fianco gli iraniani e gli Hezbollah, abbia incontrato Putin ben tre volte, per evitare che i gomitoli della storia li portino a un confronto non desiderato.

Adesso dunque, per uscire da questo guaio, ora che Putin ha tenuto il suo punto per non deludere gli alleati, non è una buona idea che Putin fornisca ad Assad l'S300, un incredibile sistema missilistico che non dovrebbe essere dato nelle mani di un avventuriero macellaio pronto a irrorare di gas nervino il suo stesso popolo. Non è una buona idea anche perchè Israele, che pure da tempo era pronto a questa mossa, non è per niente contento. E oggi come oggi, se non ci saranno svolte drammatiche, il fatto che Israele sia preoccupato, significa che anche gli Stati Uniti lo saranno, e le tensioni Usa-Russia possono acuirsi.

Putin ha subito uno smacco tecnico imbarazzante, i suoi stessi alleati gli hanno buttato giù un aereo con 17 persone a bordo, e quindi cerca di rimediare di fronte alla sua opinione pubblica e a quella mediorentale. Presso le quali, dare addosso agli ebrei è sempre piuttosto di moda.

L'Europa a sua volta, durante questo sciagurato termine mogheriniano, ha trovato un marchingegno tecnico per seguitare a fare affari con l'Iran, anche qui in polemica con gli Usa. IL fronte anti Trump è popolare presso l'Ue, unificante di fronte alle vere, profonde fratture che la dividono.

Ma tutte queste mosse vanno solo nella direzione di rafforzare un regime che prepara solo delusioni, violenza, terrorismo, occupazioni imperialiste in Medio Oriente.

E Israele ha già detto chiaramente che comunque perseguirà i suoi interessi: niente Iran sul confine. É il Paese che ha dichiarato che Israele è un albero ammarcito destinato a essere distrutto, e che adesso lo ha proditoramente collocato fra le nazioni contro cui compiere una terribile vendetta dopo l'attacco terroristico di tre giorni fa. Netanyahu è diretto a New York per l'Assemblea Generale dell'Onu: Israele griderà di nuovo ma non più nel deserto. L'Iran ha rispettato l'accordo, ha detto la Mogherini. Si, quello di restare se stesso, accanito, imperialista, furbo, sicuro di potere impaurire e sedurre. Tutti, fuorchè Israele. E adesso anche Trump.
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Re: Questione siriana, come orientarsi e con chi stare?

Messaggioda Berto » mer ott 17, 2018 8:05 pm

Storie di profughi siriani accolti in Israele

Riprendiamo da SHALOM settembre-ottobre 2018, a pag. 20 con il titolo "Storie di profughi siriani accolti in Israele" l'analisi di Fiamma Nirenstein.
Fiamma Nirenstein
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... o.facebook

Lungo le alture del Golan il vento soffia furiosamente su una situazione che può prendere fuoco da un momento all’altro. L’incendio che ne deriverebbe può portare a una guerra sul fronte siriano, stavolta con attori internazionali: l’Iran, la Russia, le milizie degli Hezbollah L’ultima offensiva di Bashar Assad per scalzare dal sud della Siria i gruppi ribelli composti sia dalla opposizione democratica che da gruppi estremisti fino all’Isis, ha le solite caratteristiche di spietato attacco a tutta la popolazione civile fino alla città di Daraa, grosso modo nel punto di incontro fra il confine Israeliano e quello Giordano con la Siria.


La prima assistenza prestata da un medico israeliano a un profugo siriano ferito

Centinaia di migliaia di persone, si dice 600mila, sono in fuga.
I profughi in movimento, uomini donne e tanti bambini si accalcano oramai soprattutto sul confine israeliano: quello giordano è diventato impraticabile, il re Abdullah ha consentito l’ingresso di un milione di siriani nei sei anni passati (siamo al settimo anno di conflitto siriano) e non intende ammetterne altri. Israele naturalmente non ha nessuna possibilità di ospitare profughi arabi piccolo com’è e tuttora in stato di guerra con la Siria, la cui popolazione è stata cresciuta in un clima di furioso antisemitismo. Ma vuole e può aiutarne la gente in stato di bisogno, e lo fa con una passione e con una larghezza che ancora restano, per evidenti motivi di pregiudizio, sconosciuti alla gran parte del mondo. Ma basta andare a vedere quello che accade lungo il confine del Golan e in tutto il Nord del Paese, specie in Galilea a Naharia dove gli ospedali sono mobilitati nella cura dei feriti e dei malati che vi vengono trasportati, rilevati nottetempo dai soldati israeliani che rischiano la vita per salvarli, per rendersi conto di trovarsi in presenza di qualcosa di inconsueto e straordinario, che solo la pietà e il senso di fratellanza di cui il popolo ebraico deve andare fiero nei millenni possono suggerire.
Si chiama "Operazione Buon Vicino", il padre ne è un alto ufficiale dell’esercito, il colonnello Marco Moreno che ci racconta come sette anni fa l’operazione fu iniziata in termini di scambio, e con molta cautela: "Ci rivolgemmo agli uomini di là dal confine, sapevamo che milizie pericolose si aggiravano presso il Golan, e proponemmo una specie di trattato non scritto di non aggressione, loro avrebbero trattenuto i terroristi, noi avremmo fornito tutto l’aiuto umanitario possibile. Ed è andata così bene che quello che era conveniente è invece diventato, per noi, molto bello, molto significativo. Loro avevano all’inizio paura di noi, noi ci andavamo cauti: poi è nata una fiducia per cui essi si affidano completamente alle nostre cure in caso di bisogno drammatico, vengono con fiducia nei nostri ospedali finché non li restituiamo alla loro casa guariti: intanto le famiglie, le donne, i bambini che stanno di là dal recinto ricevono tonnellate di aiuti. Cibo, vestiti, tende, generatori, acqua, medicine. E tanti giocattoli per i bambini. Un ragazzino che è arrivato ferito per la seconda volta da una granata quando si è sentito dire "non devi giocare con le granate" ha risposto "dici bene tu, i tuoi figli hanno tanti giocattoli. Noi giochiamo con quello che abbiamo". Tutti nel Golan si sono mobilitati per aiutare i profughi, mentre sentono gli scoppi in lontananza: 32 cittadine e kibbutz si sono riuniti al Consiglio Regionale e hanno messo in piedi un grande movimento di raccolta di coperte, cibo non deteriorabile, vestiti e balocchi. Un post su Facebook dice "I balocchi e le buste di beni necessari verranno donati a quei bambini che attraversano un periodo tanto difficile della loro vita". "Facciamo del nostro meglio" ci ha detto a Nahariya il chirurgo Eyal Sela "ma quando diciamo ai bambini siriani ’cosa farai da grande’, loro ti guardano un pò beffardi e ti chiedono se davvero penso che ’saranno grandi’". Al centro medico della Galilea Occidentale, nell’ospedale di Nahariya, si fanno le operazioni più difficili: ho visto miracoli che non credevo possibili.

I chirurghi quando le ambulanze o gli elicotteri portano i feriti nella notte, devono aspettarsi il peggio. Ho visto dalle foto che mi sono state mostrate persone che non avevano più la faccia, il naso, il mento, la bocca, le ossa della mandibola, per non parlare di quanti sono arrivati ciechi, monchi, zoppi, ormai senza arti, piedi e mani. E ho visto sulle foto mostratemi da Sela i vari processi di incredibile ricostruzione, le più spericolate operazioni alla testa, col viso su cui vengono innestate ossa, e su di esse tesi pezzi di pelle gonfiati per estenderli come palloncini. Alla fine si vede il risultato: c’è di nuovo, un naso, un mento, una mascella, delle labbra, la pelle. C’è chi resta per anni, a volte viene mandato su e giù dentro il confine per vedere la famiglia e torna per un ennesimo trapianto. Uno di loro, Hani, che ha moglie e due figli piccoli, è un ragazzo di una trentina d’anni, ha un occhio ormai cieco, ma ha un buon aspetto, la testa è stata risistemata, ha un viso contento dopo tanto patire. Racconta come ferito quasi mortalmente a Ghoutta due anni fa gli chiesero se volesse essere portato dagli israeliani, si agitò incerto, gli spiegarono che erano gli unici che lo potevano aiutare, lo buttarono su un cavallo che con tre ore di viaggio lo portarono al confine. Là i soldati lo mise su un’ambulanza. I siriani sanno solo cose orribili degli israeliani, così gli insegnano ovunque: "Ma si svegliano all’ospedale" dice Sela "sono spaventati, e subito si accorgono che i medici per metà sono arabi, e così gli infermieri e anche i pazienti. Dopo poco si affidano completamente, capiscono chi siamo veramente, e io mentre li opero penso che si avvera in noi quello che dice Maimonide: "Che io non possa vedere nel mio paziente altro che un essere umano mio compagno di strada che soffre". E poi mi dico, egoisticamente, che desidero che quando torna a casa dica la verità su Israele". E certamente sia pure a basa voce, perché è molto pericoloso altrimenti (la richiesta ai giornalisti è di non usare mai l’immagine o il nome vero dei ricoverati) qualcosa di buono uscirà da questo sforzo di un Paese tanto piccolo e affaticato come Israele. Un altro ragazzo,. Nawras non ha più le mani nè un occhio: 22 anni, è stanco e spaurito, si trova all’ospedale solo da due settimane, ha ormai delle protesi al posto delle mani, chissà che sorte lo aspetta quando tornerà di là dal confine. Questo popolo disperso spera ormai, paradossalmente solo in Israele. Vogliono restare a casa loro, in Siria, non desiderano restare in Israele forse anche perché sanno che non è possibile, ma come dice il cinquantenne Musa Abu al Bara’a da una delle tende che vediamo a un paio di centinaio di metri di distanza mentre di quando in quando si odono degli scoppi, dice che solo Israele ha a cuore la vita umana e i diritti civili. Musa spera che Assad venga allontanano, ha anche molta preoccupazione per l’avanzare degli iraniani e degli hezbollah. Questo è un elemento primario nella paura della gente che fugge. Gli stranieri sciiti che vogliono, dicono, la morte di tutti i sunniti. E quindi Musa chiede che Israele vada all’Onu e imponga una zona demilitarizzata lungo il confine in cui i profughi siano salvati e accuditi in pace. Ma si è mai visto che l’ONU ascolti Israele? Eppure la sua enorme generosità in questa difficile circostanza dovrebbe creare il più sacro dei diritti.
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