L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » sab lug 31, 2021 9:56 pm

15)
Casi demenziali e assurdi





Jamie Lee Curtis: “Ho vissuto con orgoglio la trasformazione di mio figlio Thomas in mia figlia Ruby”
31 luglio 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... 1627737827

La transizione di suo figlio da uomo a donna l’ha aiutata a capire che “il genere sessuale non è fisso e da allora ho buttato via quella vecchia idea e ho imparato invece che la vita è una metamorfosi costante”. Parole di Jamie Lee Curtis, attrice 62enne che ad Aarp The Magazine ha raccontato la sua esperienza vissuta insieme al marito: “Abbiamo vissuto con meraviglia e orgoglio la trasformazione di nostro figlio Thomas in nostra figlia Ruby“. E sarà proprio Jamie Lee ad officiare le nozze di Ruby, 25 anni, il prossimo anno. Il sostegno dell’attrice alla comunità LGBTQ+ non è mai mancato ma ora ha deciso di raccontare con orgoglio la storia della figlia. E di se stessa: “Sono sobria da 22 anni e sarei morta sicuramente se non avessi eliminato questa dipendenza”.


Gino Quarelo
Poveretta, suo figlio non sarà mai una donna.




Così attivismo trans e politically correct limitano la libertà di parola
Ecco perché il politicamente corretto e certo attivismo transgender rappresentano un limite e in molti casi persino un pericolo alla libertà di parola e di pressione
Roberto Vivaldelli
25 Ottobre 2021

Così attivismo trans e politically correct limitano la libertà di parola

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/la ... 1635183962

Nelle scorse settimane, su IlGiornale.it raccontavamo la surreale storia di Kathleen Stock, femminista convinta e professoressa di Filosofia dell'Università del Sussex, nel Regno Unito, e di come abbia subito gravi minacce e insulti che l'hanno costretta a dover insegnare da remoto, per timore di ripercussioni fisiche sulla sua persona. Stock, in barba alla follia gender, ha affermato una cosa di semplice buon senso: il sesso biologico rimane predominante e le persone transgender non dovrebbero frequentare gli spazi riservati alle donne come spogliatoi e bagni. La docente femminista è stata accusata di essere "transfobica" ed è stata lasciata sola anche dal sindacato delle università, che ha deciso di non spendere nemmeno una parola rispetto alle minacce che la docente ha rcievuto. È solo l'ultimo esempio di un attivismo che con la scusa di difendere una categoria dalle discriminazioni promuove la gogna mediatica e invoca la censura contro chi non sposa l'ideologia del gender.

"Persone" al posto di "donne incinta" e "corpi con vagina"

Perché se è giusto e sacrosanto rispettare le persone transgender e i loro diritti e condannare gli atteggiamenti intolleranti, è altrettanto doveroso pretendere che la libertà di espressione venga tutelata. Come spesso accade nel campo del politicamente corretto, tuttavia, non c'è assolutamente spazio per il buon senso e per le mediazioni: atteggiamento tipico dei fondamentalismi. Come nota la rivista britannica Spiked Online, l'autoidentificazione di genere ha ora apparentemente superato le convenzioni di vecchia data. "Un maschio biologico - osserva la rivista -ora può identificarsi come femmina per avere accesso ai servizi igienici o alle carceri femminili". Chi non è d'accordo con questa tesi è tacciato di "transfobia". E così non solo la politica, ma anche le riviste scientifiche si sono dovute adeguare ai nuovi dogmi della correttezza politica e dell'attivismo transgender. Nella guida della British Medical Association dedicata al "linguaggio inclusivo" si consiglia di utilizzare il termine "persone incinte" invece dell'arcaico "donne in gravidanza", mentre The Lancet ha definito in un articolo le donne come "corpi con vagina" in un eccesso di correttezza politica.

Libertà di parola a rischio

Nel discorso pubblico le "raccomandazioni" sopra citate non si limitano a essere semplici "consigli" ma veri e propri codici che non si possono infrangere. Sbagliare un pronome, ad esempio, puo costare molto caro. Ne sa qualcosa Il deputato repubblicano statunitense Jim Banks, sospeso da Twitter per essersi rivolto - peraltro per farle un complimento - all’assistente segretaria della Salute e dei servizi umani Rachel Levine – una transessuale – utilizzando un pronome maschile. E purtroppo non è un caso isolato. Come riporta Spiked Online, le direttive emanate nel 2015 dalla Commissione per i diritti umani di New York affermano che i datori di lavoro e i proprietari che usano intenzionalmente i pronomi sbagliati con i loro dipendenti o inquilini "non binari" possono incappare in multe fino a 250.000 dollari. Nel 2018, l'allora governatore della California Jerry Brown ha approvato un disegno di legge che prometteva di penalizzare gli operatori sanitari che "intenzionalmente e ripetutamente" si rifiutavano di di utilizzare i pronomi "preferiti" dei loro pazienti. Dunque se un uomo di cinquant'anni una bella mattina si sveglia e si sente donna, avrà diritto a essere definito come una "lei" senza che nessuno possa mettere in discussione questa tesi: esattaomente come un tribunale in Canada, il quale ha recentemente stabilito che il rifiuto di usare i pronomi corretti di qualcuno "viola i suoi diritti umani".

Come spiega il filosofo francese Alain de Benoist nel saggio La Nuova censura. Contro il politicamente corretto (Diana Edizioni), "la causa profonda del politicamente corretto risiede in effetti nella cosiddetta metafisica della soggettività, che è una delle chiavi di volta della modernità. Cartesio ne è il grande antenato: ‘Io penso, dunque io sono. Io, io. In termini più attuali: me, me. La verità non è più esterna al me, ma si confonde con esso. La società deve rispettare il mio me, deve bandire tutto ciò che potrebbe offendermi, umiliarmi, urtare o disturbare il mio ego. Gli altri non devono decidere al posto mio su ciò che sono, pena fare di me una vittima. A quanto pare, sono un uomo bianco dalla barba folta, ma se ho deciso che sono una lesbica in transizione, è così che mi si deve considerare".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » sab lug 31, 2021 9:56 pm

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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 6:49 am

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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 6:51 am

16)
varie dal mondo LGBT




Povero bambino!

Padova, due donne si separano: figlio adottato dalla madre non biologica
Andrea Priante
20 luglio 2021

https://corrieredelveneto.corriere.it/p ... d425.shtml


Il tribunale per i minorenni di Venezia ha autorizzato l’adozione di un bimbo di sei anni da parte dell’ex compagna della madre biologica. È la prima volta in Veneto (la seconda in Italia, esiste un unico precedente a Bologna) che questoavviene nell’ambito di una famiglia omosessualeche non è più tale, visto che le due donne sono separate da ormai da un paio d’anni. La vicenda coinvolge due padovane: una libera professionista e un’impiegata. Per molto tempo la loro era sembrata una relazione solida, e anche per questo in entrambe era maturato il desiderio di avere un figlio. Un sogno concretizzato nel 2014, quando si recarono in una clinica in Spagna, dove l’impiegata si sottopose a fecondazione assistita con il seme di un donatore anonimo. L’anno seguente diede alla luce il bambino, che anagraficamente risultava quindi solo suo figlio. Ma nella sentenza si ricostruisce come «il piccolo le considerava entrambe mamme».

La crisi e la separazione

In seguito la coppia è però entrata in crisi e nel 2019 le due donne hanno deciso di separarsi e da quel momento in poi, «con l’accordo di entrambe, il bambino aveva vissuto a settimane alterne presso l’una e l’altra». Nonostante la fine del rapporto con la compagna, lo scorso anno (assistita dagli avvocati Valentina Pizzol, che fa parte della Rete Lenford per i diritti Lgbti, e Umberto Saracco), la madre non biologica ha presentato al tribunale per i minorenni di Venezia la richiesta di «adozione in casi particolari». Nella sentenza è riportata la relazione dei servizi sociali, che conferma come «il minore percepiva entrambe le donne quali suoi punti di riferimento, attribuendo anche alla ricorrente una funzione effettivamente genitoriale, protettiva e propositiva». Ed entrambe le padovane «indipendentemente dalla rottura del proprio legame sentimentale, riconoscevano reciprocamente l’apporto stabilmente assicurato alla crescita del bambino».


La sentenza

Nella sentenza il giudice ricorda come la legge riconosca il diritto del minore «concepito e cresciuto nell’ambito di una coppia stabile, a essere adottato». La piccola rivoluzione sta nel fatto che in questo caso, la «coppia» non è più tale: «Non si reputa di ostacolo - scrive il tribunale di Venezia - la circostanza che l’unione sentimentale tra la madre dell’adottando e l’adottante sia venuta meno, sia in ragione dell’accordo» tra le due ex, sia perché la rottura «non incide nel rapporto tra l’adottante e l’adottando che in questi anni è rimasto, di fatto, assimilabile al rapporto tra una madre e suo figlio».Insomma, anche se la storia d’amore tra due adulti può finire, il bambino ha comunque diritto ad avere due genitori.

Il commento

«È una decisione importante e non era affatto scontato che il tribunale accogliesse la domanda, non essendoci più la stabilità della coppia alla base» spiega l’avvocato Pizzol. «È stato comunque determinante il fatto che tra le due donne, nonostante la fine della relazione, ci fosse un forte rispetto reciproco. In mancanza del consenso della madre biologica all’adozione del minore da parte della ex, la domanda sarebbe stata rigettata. E questo deve far riflettere sulle lacune che presenta la normativa: non è socialmente né giuridicamente accettabile che la genitorialità dipenda, di fatto, dalla disponibilità della ex partner a riconoscerle il ruolo. In situazioni di conflitto, infatti, a farne le spese potrebbe essere proprio il bambino».



Ddl Zan, Salvini: "Vogliono insegnare a bimbi che siamo fluidi"
"Vogliono insegnare a bimbi di 6 e 7 anni teorie strane per cui non esistono maschietti e femminucce"
27 luglio 2021

https://www.adnkronos.com/ddl-zan-salvi ... gDURYCoNOd

Con il ddl Zan "vogliono insegnare ai bimbi di 6 e 7 anni teorie strane per cui non esistono maschietti e femminucce, ma siamo tutti fluidi". Lo dice Matteo Salvini, parlando in piazza a Cortona, nel corso di un evento per promuovere le firme per i referendum sulla giustizia. "Ognuno ama chi vuole - dice il leader della Lega - al sindaco di Cortona, per esempio, interessa di avere la città piena, se poi si baciano due uomini o due donne questo non conta nulla".



"Licenziatela". La campagna d'odio dei trans contro la prof femminista
12 Ottobre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ca ... 1634059164

Insultata e minacciata per un'opinione: accade nel Regno Unito, dove una docente lesbica e femminista ha dichiarato che i trans non possono entrare nei bagni dedicate alle donne. È guerra fra femministe radicali e trans


"Licenziatela". La campagna d'odio dei trans contro la prof femminista

Sembra paradossale che una donna convintamente femminista e lesbica sia finita nel mirino delle organizzazioni transgender, eppure è lo specchio dei tempi folli del politicamente corretto e della politica basata sull'identità. Kathleen Stock, professoressa di Filosofia dell'Università del Sussex, nel Regno Unito, ha subito minacce e insulti che l'hanno costretta a dover insegnare da remoto, per timore di ripercussioni fisiche sulla sua persona. Stock, in barba alla follia gender, ha detto una cosa di semplice buon senso: il sesso biologico rimane predominante e le persone transgender non dovrebbero frequentare gli spazi riservati alle donne come spogliatoi e bagni. Affermazioni che le stanno costando piuttosto caro e una vera e propria campagna d'odio orchestrata ai suoi danni, colpevole di aver detto la sua opinione, peraltro non isolata all'interno dell'universo femminista. La polizia ha consigliato a Stock di rimanere fuori dal campus e prendere in considerazione le guardie del corpo e la sicurezza domestica.


Minacce e insulti contro la prof lesbica e femminista

Un gruppo di studenti, riporta il Times, chiamato Anti Terf Sussex, la descrive online come "uno dei transfobi più importanti di questa miserabile isola, che sposa una variazione imbastardita del femminismo radicale". L'organizzazione arriva a dire che la docente "è dannosa e pericolosa" per le persone trans. Sono stati inoltre affissi manifesti in tutta la Sussex University che chiedono il licenziamento della professoressa, mentre nei giorni scorsi sono state organizzate addirittura delle fiaccolate contro di lei. La docente femminista accusata di essere "transfobica" è stata lasciata sola anche dal sindacato delle università, che ha deciso di non spendere nemmeno una parola rispetto alle minacce che la docente ha ricevuto in questi giorni. La filiale del Sussex dell'Ucu ha affermato che il professor Adam Tickell, il rettore dell'università, non ha sostenuto la dignità e il rispetto degli studenti e del personale transgender la scorsa settimana quando ha rilasciato una dichiarazione a sostegno di Stock e a difesa della libertà di parola. Paradossale.


La guerra interna al campo Lgbt

A sostegno di Kathleen Stock è intervenuta Liz Truss, Segretario di Stato per gli affari esteri, del Commonwealth e dello sviluppo del Regno Unito, la quale ha sottolineato su Twitter che nessuno dovrebbe essere preso di mira e tormentato semplicemente per un'opinione. Una banalità che di questi tempi tanto banale non è. Perché è proprio ciò che è accaduto alla docente, a testimonianza di quanto può essere violenta la politica identitaria: è altresì un riflesso dello scontro ideologico che si sta consumando fra un certo femminismo radicale e le associazioni transgender. Come ha ricordato di recente anche Arcilesbica, "la sostituzione dell'identità di genere al sesso nuocerebbe alle politiche dedicate ai diritti delle donne, ad esempio conducendo a dati fuorvianti nelle ricerche sulla violenza domestica, i livelli retributivi, le carriere, l'accesso ai fondi statali. Le persone transessuali necessitano di politiche mirate e di risorse aggiuntive, non detratte da quelle già scarse riservate alle donne". Dichiarazioni che sono valse ad Arcilesbica l'accusa di transfobia. Posizioni inconciliabili, che la dicono lunga sui pericoli e sui cortocircuiti ideologici della politica basata tutta sull'identità e sulla difesa ossessiva delle minoranze.



Alberto Pento
Ha ragione i maschi trans vadano al cesso degli uomini anche se vestiti da donna. L'abito non fa il monaco e un vestito da donna non trasforma un maschio in una femmina.




Nata donna, cambia sesso ma rimane incinta di un altro uomo
Nonostante anni di cure con testosterone un transgender rimane incinta del suo compagno. Dopo alcune riserve la coppia decide di tenere il bambino.
10 gennaio 2019

https://www.notizie.it/esteri/2019/01/1 ... k_fb03_485

Wyley Simpson e il suo fidanzato Stephan Gaeth sono diventati genitori. Nonostante siano una cosiddetta coppia omogenitoriale i due 27enne non sono ricorsi né alla pratica dell’utero in affitto né all’adozione. Wyley Simpson è nata infatti donna ma fin dall’adolescenza si comporta come un uomo.

Da anni si sta sottoponendo a cure per il cambio di sesso e per questo motivo mai avrebbe immaginato di poter rimanere incinta. Invece è successo ed è nato il piccolo Rowan Fox.
Figlio naturale di una coppia gay

“Come persona gay, non penso di aver mai pianificato bambini biologici ma la vita è piena di sorprese” confessa Stephan Gaeth. La coppia ha raccontato la sua storia ai microfoni di “Extreme Love”, che va in onda sul canale americano We TV.

“Non so se sono l’unico transgender che è incinta, molto probabilmente però nessuno è nella mia stessa condizione in Texas”sottolinea Wyley Simpson durante un esame ecografico in ospedale. Il 27enne si è già fatto rimuovere il seno e dal 2012 assumeva del testosterone, tanto che da anni non aveva più il ciclo mestruale.

Per questo motivo la coppia ha fatto sesso senza usare precauzioni credendo che Wyley non sarebbe stata in grado di concepire un bambino.

Invece, dopo 11 settimane di nausee mattutine i due si sono decisi a fare un test di gravidanza, risultato positivo. “Ero nervoso, ho iniziato a piangere. Non sapevo cosa fare” ammette Wyley Simpson, che fin da adolescente ha sempre trovato stretto il suo corpo di donna.

All’inizio la coppia ha pensato di dare in adozione il figlio, ma col passare del tempo i due hanno deciso che anche loro potevano diventare una famiglia.

Ovviamente Wyley ha dovuto smettere la cura a base di testosterone, anche se il 27enne ha ammesso che tale scelta è stata comunque sofferta. Dopo nove mesi di gravidanza senza particolari complicanze Rowan Fox è quindi nato, robusto e sano.


Alberto Pento
Non ha cambiato sesso, non si può cambiare sesso e il fatto di essere rimasta incinta ne è la prova.



Profilo social col nome femminile. Il gip: "In carcere per fermare la sua spinta criminale"
"Adescava minorenni". Arrestato Renato Crotti
Diana Alfieri
24 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1635054241

Una bruttissima storia. Perché riguarda uno dei reati più odiosi: la pedopornografia. Un'accusa infamante che ora grava su un personaggio considerato, fino a ieri, al di sopra di ogni sospetto: Renato Crotti, 55 anni, volto noto in tutta la provincia cremonese per aver gestito l'Associazione Uniti per la provincia di Cremona, la onlus nata nel marzo dello scorso anno con la finalità di raccogliere i fondi dei cremonesi a sostegno di ospedali e istituzioni impegnati nella lotta contro la pandemia Covid-19. Eppure proprio lui aveva creato - secondo l'accusa - un falso profilo social (si faceva chiamare «Federica Banardi») per adescare minorenni. Il chat agganciava i ragazzini, per lo più sedicenni, per scambi di video, foto, materiale pornografico e per incontri a sfondo sessuale.

Un giro delinquenziale emerso grazie a un'indagine parallela: Crotti era infatti già «attenzionato» da tempo dalla Procura di Cremona per associazione a delinquere finalizzata a sottrarre 250mila euro dalla onlus. Ora però Crotti - come spiega dettagliatamente il quotidiano locale, «La Provincia di Cremona» - è finito in carcere per prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico. I fatti contestati vanno dal 2018 all'ottobre di un anno fa. Alle 19 di ieri, la Guardia di Finanza ha così eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Brescia su richiesta dalla Procura di Brescia, competente per questi reati sul distretto di Cremona. Crotti, appena ha visto le divise dei finanzieri ha capito di essere stato smascherato e si è sentito male. Ma, dopo qualche ora al Pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Crema, è stato portato nel carcere di Cà del Ferro.

«Il filone sulla pedopornografia nasce dall'inchiesta relativa ai soldi rubati alla onlus - si legge su «La Provincia» -. In particolare, dalle dichiarazioni allora rese alle Fiamme Gialle da una persona coinvolta da Crotti per effettuare lavori pagati con i soldi della Associazione. Allora, la persona raccontò di aver avuto con Crotti un rapporto non solo esclusivamente di lavoro. Riferì di aver avuto scambi di prestazioni sessuali negli anni passati, quando frequentava il terzo o il quarto anno delle superiori e, dunque, era ancora minorenne». Nei bar a Crema circolavano «voci strane» su Crotti: persona benestante, con «gusti sessuali abbastanza particolari». «Un mio amico del bar - fece mettere a verbale il supertestimone - mi disse che se avessi voluto comprarmi delle scarpe nuove ed avessi avuto bisogno di soldi, avrei potuto assecondare alcune fantasie del signor Crotti».

Crotti aveva anche un tariffario. Ad esempio, pagava dai 5 ai 7 euro per la fotografia ritraente il minore nudo. La cifra saliva in caso di richieste più hot: 50-70-150 euro. Gli incontri avvenivano la sera tardi nel Cremasco. A volte nel parcheggio «la buca» di viale Santa Maria, a circa 400 metri dal centro, altre in mezzo ai campi di Castelleone o in un garage. Per il gip, la misura del carcere è la sola in grado di «contenere la spinta criminale (di Crotti), estremamente elevata, se si considera la durata nel tempo delle condotte criminose poste in essere e l'assoluta assenza di autocontrollo», perché «la ricerca di minori da utilizzare per il soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali ha avuto luogo in ogni occasione utile, senza sosta e senza alcun tipo di limitazione».



Minacciata dai trans: la prof costretta a lasciare la cattedra
Roberto Vivaldelli
7 novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/pr ... 1636301869

Lo scorso 12 ottobre, proprio sulle colonne di questa testata, vi abbiamo raccontato l'incredibile storia di Kathleen Stock, professoressa di Filosofia dell'Università del Sussex, nel Regno Unito. Dopo una serie di minacce e insulti contro di lei, era stata costretta a dover insegnare da remoto, per timore di ripercussioni fisiche sulla sua persona. La docente, lesbica e femminista con una moglie e due figlie, in barba alla follia gender, aveva detto una cosa di semplice buon senso: il sesso biologico rimane predominante e le persone transgender non dovrebbero frequentare gli spazi riservati alle donne come spogliatoi e bagni. Opinione che l'è costata cara, dal momento che è stata successivamente orchestrata ai suoi danni una vera e propria campagna d'odio da parte delle associazioni transgender, tanto che la polizia le ha consigliato di rimanere fuori dal campus per un po' e di prendere in considerazione di assumere delle guardie del corpo per la sua sicurezza. Un gruppo di studenti, spiegava il Times, chiamato Anti Terf Sussex, la descriveva online come "uno dei transfobi più importanti di questa miserabile isola, che sposa una variazione imbastardita del femminismo radicale", chiedendo le sue dimissioni. Persino alcuni suoi colleghi le hanno voltato le spalle e hanno chiesto a Stock di dimettersi.


Kathleen Stock si è dimessa dopo la campagna d'odio delle associazioni trans

Ecco, dopo le pressioni e le intimidazioni di queste ultime settimane, Kathleen Stock ha deciso di dimettersi la scosa settimana. Come riporta il Financial Times, alla fine la docente ha deciso che la sua posizione all'università vicino a Brighton, dove aveva lavorato per quasi due decenni, era insostenibile. "Non posso continuare a lavorare dove c'è una tale tossicità”, ha raccontato all'inviata del Ft che è andata a trovarla a casa, dove vive con le figlie e con la moglie incinta. "Non si basa su chi sono, come sono, cosa penso. Non vogliono discutere con me, queste persone. Vogliono solo rovinare la mia reputazione professionale" ha spiegato la professoressa, che ha dovuto installare un sistema di allarme e delle telecamere per proteggere la sua abitazione. Nei giorni antecedenti all'intervista concessa al Ft, infatti, diverse dozzine di attivisti - presumibilmente studenti, con i volti coperti da maschere e passamontagna - avevano organizzato una protesta all'open day dell'università. Chiedendo il suo licenziamento, hanno fatto esplodere petardi e hanno mostrato striscioni con le scritte "Stock Out" e "Terfs Out of Sussex".


I prof contro il "gender" messi a tacere

"Terf", spiega il Financial Times, sta per "femminista radicale trans-escludente", un termine impiegato dalle associazioni transgender come insulto contro qualsiasi donna accusata di transfobia. Stock si definisce una femminista "gender-critical", nel senso che crede che il sesso biologico sia importante e che essere nata donna abbia determinati diritti che non dovrebbero essere automaticamente estesi a chiunque si identifichi nel genere femminile. Buon senso, no? Non per certi gruppi Lgbtq e per le associazioni transgender, in aperta guerra culturare contro un certo femminismo. A farne le spese, come è accaduto alla docente, è la libertà di espressione in molte università anglosassoni. "Noto una grande differenza tra oggi e 10 anni fa", spiega al Ft Arif Ahmed, un filosofo di Cambridge che si batte per la libertà di parola nelle università. "Dieci anni fa, nessuno pensava che il proprio lavoro potesse essere in pericolo per quello che si dichiarava. Ora siamo in una posizione in cui, come è successo con Kathleen Stock e come ho sperimentato qui a Cambridge, quando chiedi aiuto alle persone, diranno in privato che ti sostengono, ma non parleranno pubblicamente". Perché? Il motivo è molto semplice: per paura di ritorsioni.

In molti campus e università c'è - non da oggi - una pericolosa atmosfera di intimidazione verso chi osa criticare i dogmi dell'ideologia politicamente corretta e del progressismo liberal. Solo che a farne le spese ora non sono solo i conservatori ma anche le femministe convinte come Stock: "C'è un'atmosfera di intimidazione piuttosto sottile in molte aree", spiega al Financial Times David Abulafia, un professore di storia a Cambridge che è coinvolto in History Reclaimed, un sito web che mira a respingere le "distorsioni ideologicamente guidate" sulla storia. "È generato dalla riluttanza a sfidare alcune delle teorie in particolare la teoria critica della razza", aggiunge. E così le università e i college, che dovrebbero essere luoghi liberi, vengono egemonizzati dall'arroganza e dalle intimidazioni degli studenti e attivisti ultra-progressisti, fedeli alla religione del politicamente corretto e dell'antirazzismo militante. Che come tutti i fondamentalismi, non accetta dibattiti né persone libere di esperimere il proprio pensiero.




Prenota per un taglio mascolino, ma non la servono: «Qui tagliamo i capelli solo agli uomini»
18 novembre 2021

https://www.larena.it/territori/citt%C3 ... -1.9018962

Prenota il proprio taglio capelli dal barbiere ma, in quanto femmina, non viene fatta accomodare perché «in questo negozio non tagliamo i capelli alle donne»

Il fatto è accaduto la scorsa settimana in un negozio che si occupa del taglio di barba e capelli all’interno del centro commerciale Adigeo. Protagonista, suo malgrado, è Elisabetta Zichella, 44 anni, lombarda d’origine e, da quasi un decennio, veronese d’adozione.

Taglio corto, sguardo e portamento mascolino così come lo stile del vestire, Zichella, amministratore delegato di Hdemy Group con sede agli ex Magazzini generali in Zai a Verona, prende l’appuntamento online.

«Il brand sembrava perfetto per me. Taglio da uomo, 35 minuti, prezzo giusto. Inserisco i miei dati anagrafici, prepago il servizio». Si presenta, spiega di avere appuntamento alle 12,30. Un veloce scambio di battute, poi ad Elisabetta viene restituito il giubbotto, appena posto sull’attaccapanni, e congedata. «Alla persona che mi ha accolto si è aggiunto un ragazzo che mi ha spiegato che loro fanno solo tagli da uomo. Io ho risposto, sorridendo, di saperlo bene: ho scelto questo negozio apposta, un taglio da uomo è quello che porto da sempre e che voglio».

Non è bastato. «Guardando il collega e con un velato imbarazzo ha aggiunto che in questo negozio non si tagliano i capelli alle donne e che se li vedesse il titolare passerebbe dei guai. Sono rimasta inebetita e me ne sono andata». Una volta rientrata in ufficio, Zichella ha affidato a un lungo post su Facebook le proprie riflessioni ricevendo in poche ore oltre un centinaio di commenti, per lo più di supporto e condivisione. «Mi sono sentita discriminata. Ho scelto un professionista, volevo proprio ciò che in quel negozio propongono.

Che ne possono sapere di quanto fosse importante per me, che in un corpo di donna ci sono nata per sbaglio, potermi tagliare i capelli in un posto dove mi sarei sentita a mio agio? Tutti si sciacquano la bocca con i concetti di gender fluid ma la realtà, purtroppo, è ben diversa», ha scritto Elisabetta sul proprio profilo social, aggiungendo: «Siamo sicuri che sia legittimo impedire a una persona di accedere a un pubblico esercizio a seconda del genere?». A rispondere è uno dei soci fondatori del negozio in questione, Il Barbiere. «Nessun intento discriminatorio, ma semplice scelta aziendale. Aprire ad altri target, alle donne anche per tagli maschili, significherebbe di fatto diventare unisex. Abbiamo già un negozio che risponde a questa esigenza, la catena Trilab, in cui lavorano gli stessi professionisti», argomenta Stefano Frasson di Trilab. «Altri negozi hanno scelto di seguire solo clientela maschile, noi siamo presenti all’interno dei centri commerciali e perciò più visibili ed esposti a questo tipo di critiche», spiega Frasson confermando che si tratta di una tematica cui spesso sono chiamati a rispondere. «Siamo al fianco delle donne, ne abbiamo nel nostro organico, ma abbiamo scelto riservare questi negozi a una clientela maschile». Spiegazione che, però, non è mai arrivata alla diretta interessata. «Peccato che, benché taggati in un post con quasi 200 commenti, nessuno di loro abbia parlato con me», riflette Zichella..


Alberto Pento
Una donna che si sente uomo non è e non sarà mai un uomo ma sempre e solo una donna che si sente uomo e quindi senza alcun diritto di accedere ai luoghi per soli uomini.
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Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 6:51 am

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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 6:53 am

17)
Se nel passato l'omosessualità e la transgenderità sono state demonizzate e perseguitate sino all'omicidio come peccato mortale, come perversione e corruzione maligna, come malattia grave ... ciò non giustifica l'odio violento omosessuale e trangender e la sua guerra verso l'eterosessualità al punto da ...
perché ciò genera una reazione altrettanto violenta di ripulsa, di condanna e di odio.
Ciò che l'omosessualità e la transgenderità debbono chiedere e pretendere è di essere accettate e ammesse per quello che sono (...) nei limiti ... senza la pretesa demenziale di sostituirsi alla naturale, normale e corretta eterosesualità.



Alberto Pento
L'odio lo provocano queste "minoranze omosessuali e transgender" che vogliono imporsi arrogantemente con tutta la loro parte di manipolazione artificiosia e mutilante del copro umano, come modello alternativo, ideale e normale, all'eterosessualità naturale, da introdurre e propagandare ovunque a cominciare dall'asilo o scuola materna indottrinando e manipolando la coscienza dei bambini . Questo è semplicemente demenziale, una violenza che causa la legittima e giusta reazione naturale del rigetto e arriva all'avversione e all'odio quando questo tentativo si fa minaccioso, intimidatorio e violento.
La legge Zan è una proposta legislativa estremamente violenta, una proposta criminale che viola i diritti umani naturali e civili della maggioranza della persone e il modello benefico universale etero sessuale.



Ddl Zan, Barbara Masini: «Quando capì di me, mia madre mi disse: “Ho paura per te”»
VanityFair.it
Monica Coviello
16 luglio 2021

https://www.vanityfair.it/news/diritti/ ... efresh_ce=

È cominciato così l’intervento commosso della senatrice di Forza Italia, durante la discussione sul disegno di legge (che riprenderà martedì 20)

«Quando capì di me, mia madre mi disse: “Ho paura per te”». È cominciato così l’intervento commosso della senatrice di Forza Italia, Barbara Masini, durante la discussione sul disegno di legge Zan in Parlamento.

«Tutti i genitori hanno paura per i propri figli. Per il loro futuro, per la loro salute, per un incidente, per una casualità amara del destino. Ma non tutti sono costretti ad avere paura per una società immatura, che ritiene che tuo figlio o tua figlia possano o debbano essere un soggetto più vulnerabile per quello che è», ha continuato».

A voi tutti auguro di poter guardare negli occhi i vostri cari. Quelli di oggi e quelli di domani, e anche quelli che un domani saranno diversi dai vostri desideri. E poter dire loro: “Io, nel mio piccolo, ti ho protetto dalla paura”».

Barbara Masini, che solo di recente ha fatto coming out, è favorevole al ddl, anche se con qualche riserva. «La maggioranza degli italiani si dice favorevole a questa legge anche così com’è, pur con tutte le criticità alcune oggettive, e fra questi ci sono anche elettori di centrodestra», ha spiegato. «Per il mio partito si parla del 48% di favorevoli, saranno di più o di meno ma il punto è rispondere a chi crede che una posizione come la mia non sia in linea con un certo elettorato e invece lo è». E ancora: «Giunti a questo punto, sarebbe una grande sconfitta vedere ancora una volta un disegno di legge che in 25 anni, tutte le volte che si è tentato un iter legislativo, non l’ha mai terminato, affossato nei due rami del Parlamento».

Il dibattito sul ddl Zan sarà ripreso la prossima settimana, martedì 20 luglio, alle 16,30. Lo stesso giorno Nella stessa giornata, alle 12, è stato fissato anche il termine per la presentazione degli emendamenti.



GLI LGBT VOGLIONO "CONVERTIRE" I VOSTRI FIGLI: E VE LO DICONO IN FACCIA!
Sta facendo un qualche scalpore il video prodotto dagli LGBT di San Francisco nel quale si dice: "convertiremo i vostri figli. È inevitabile. Noi veniamo per i vostri figli!".
E quindi ...di cosa vi stupite? Ma non l'avete capito che lo scopo morboso e ossessivo del movimento LGBT é - DA SEMPRE - proprio questo? Ma davvero pensate che roba come il DDL ZAN serva a difendere presunti "diritti" violati? Poveri illusi...

https://www.facebook.com/gianluca.marle ... 3352070017

Andatevi a rileggere le dichiarazioni degli anni passati:
- 1987. Michael Swift (probabilmente uno pseudonimo) pubblica un “Gay manifesto”. Eccone un estratto: “Sodomizzeremo i vostri figli emblema della vostra flebile mascolinità, dei vostri sogni piatti e volgari menzogne. Li sedurremo nelle vostre scuole".
- 2002 (anno di pubblicazione) - Mario Mieli, "Elementi di critica omosessuale". Eccone un passaggio: "Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro".
A Mario Mieli - non ci stanchero mai di ricordarlo - é dedicato il Circolo di Cultura Omosessuale di Roma: gente che vai nei licei a parlare di tolleranza, rispetto e diversità.
NON DITE CHE NON VE L'AVEVANO DETTO...


Attento Letta, lo "zanismo" è destinato a fare crescere l'odio
Paolo Guzzanti
17 Luglio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 62791.html

E ssendosi legati nello stesso sacco con il gatto morto dei Cinque Stelle, i piddini di Enrico Letta spendono tutti i loro sforzi comunicativi per far credere che loro sono i buoni che vogliono difendere le minoranze dall'odio, mentre coloro che si oppongono alla legge così com'è sarebbero fomentatori di odio. È vero il contrario. Conosco bene l'America dove lo «zanismo» è già legge in molti Stati e dove vivono miei figli adolescenti immersi in questa situazione che spiega meglio di tutti il filosofo inglese gay Douglas Murray, il quale ha contato il numero di generi, identità e comportamenti sessuali (che sono tre cose diverse) sostenendo che ormai sono oltre duecento i tipi diversi di relazioni sessuali in competizione.

Il conflitto più violento è quello fra donne di nascita e donne figlie della chirurgia e dalle cure ormonali, le quali pretendono di entrare nel campo dei diritti femminili, sport compreso. Dietro la filosofia dello «zanismo» gira in America un business costosissimo di chirurgia plastica, medicina ormonica, uteri in affitto, commercio di embrioni e terapie per i ripensamenti. Tutto ciò, con un crescente tasso di angoscia e ad altissimo prezzo in termini economici e sociali. L'odio in questo modo anziché diminuire, trionfa, dice Murray, perché in questo genere di società, ciascuno cerca la sua minoranza in cui rifugiarsi per rivendicare secoli di oppressione con diritto di abbattere statue e simboli del passato. In più, pretendendo almeno tre bagni pubblici: uno per maschi, uno per femmine e il terzo per chi si riserva di decidere. In molti Stati e nelle grandi aree metropolitane è già il lavaggio del cervello degli scolari (previsto nel ddl Zan) cui si insegna che il sesso (e quindi il modo di comportarsi e sentirsi) è aperto a chissà quanti cambiamenti, che è meglio cominciare ad esplorare subito. Questo è il punto devastante perché si tratta di puro veleno nella fase in cui l'essere umano costruisce e difende la propria fragile identità. L'inferno americano verso cui ci stiamo avviando con il fluid gender è quello di una società non soltanto polverizzata in generi e identità ma corteggiata da un sistema industriale che ne trae enormi profitti che prosperano col crescere e non col diminuire delle intolleranze. Tutto ciò Enrico Letta, che è persona colta lo sa fa ma finta di non saperlo pur di restare chiuso nel sacco col gatto morto e arrabbiato dei cinque stelle che lottano per la vita. Non quella delle minoranze, ma la propria. Il conflitto di interessi è sotto gli occhi.


UNA MANIPOLAZIONE ANTROPOLOGICA. UN CRIMINE CONTRO L’UMANITÀ
Adriano Segatori
10 luglio 2021

https://www.facebook.com/adriano.segato ... 9670893767

Pubblico questa considerazione senza alcuna copertura mediatica: in eventuali azioni legali non voglio che siano implicati direttori di testate, collaboratori o eventuali pubblicitari.
La responsabilità è tutta dello scrivente, che se la assume in termini etici e penali.
Quanto sta accadendo a contorno del Decreto di legge Zan supera ogni aspetto di carattere legislativo e normativo legato all’abusato concetto di discriminazione. Esso si inserisce in una operazione – dal carattere patologicamente perverso – di vera e propria falsificazione della natura e delle soggettività individuali.
I primari sentimenti religiosi, sociologici, politici o di altra natura sono esclusi – o quanto meno risultano come effetti e non come cause – da questa strategia dissolutoria dell’essenza stessa di genere umano.
L’australopiteco chiamata Lucy, scoperta nel 1974, morì per sfinimento e/o annegata mentre era incinta. Questo succedeva tre milioni e duecentomila anni fa. Partiamo da questa “banale” considerazione, e dal fatto che altre femmine prima di lei saranno state le creatrici di quella che è l’attuale umanità.
Creatività, generatività: il processo fondamentale attraverso il quale la razza umana si è riprodotta fino ai nostri giorni.
È inutile tirare in ballo ipotesi teologiche o elucubrazioni filosofiche sul principio primo di questa condizione – che sia nata dal caos primigenio, dalla mano di Dio o dalla volontà di un Demiurgo poco conta. Noi, che viviamo in questo millennio di decadenza, deriviamo da un atto di natura: l’incontro fisico, materiale tra due entità diverse – il maschio e la femmina.
Poi, certo, la cultura, lo sviluppo del pensiero, le competenze psichiche, le capacità evolutive hanno fatto la loro parte, migliorando le condizioni generali e, per certi versi, rendendole più complesse e complicate.
Tralasciamo, per questioni di tempo e di spazio, tutte le argomentazioni dell’etnologia e puntiamo al tanto deprecato argomento del maschio e della femmina, nonché delle sue naturali funzioni.
Fisiologicamente diversi, i due soggetti mantengono il ruolo di fecondatore e di generatrice, condizionati da elementi connaturati e vincolanti, quali il sistema genitale, quello ormonale, quello genomico fino al fenotipo esteriore. Su questo ogni opinione non solo è inutile, ma è priva di senso.
Entra in gioco, a questo punto, la questione della complementarità delle funzioni: quello accudente della madre e quello direttivo del padre. La prima preposta alla sopravvivenza, alla cura e alla formazione emotiva del bambino; il secondo investito della presentazione del limite, del tabù, della realtà. La faccenda è complicata, e migliaia di volumi delle scienze -psi la stanno a documentare.
L’azione in atto contro i bambini e la famiglia è criminale. <<Siamo vicini alla psicosi>>, afferma un grande psicoanalista come Charles Melman, quando si pretende fluidità. <<La perversione diventa una norma sociale>> e anche <<l’indegnità è divenuta norma>>, nel momento in cui l’Altro è materia da manipolare. Siamo alla rivendicazione di un soggetto informe e variamente sperimentabile. L’irreale, corrispondente al contro naturale, è diventato l’incubo transumanista. <<Nessun sistema sociale ha finora funzionato senza prendere in conto la differenza dei sessi>>, sottolinea Melman, e la manomissione identitaria, con il <<libertinaggio di massa>>, con le <<esistenze multiple>> ci pone davanti alla scelta <<tra il sembiante della realtà e il reale dell’inferno>>. Decodificando questo concetto psicoanalitici, dobbiamo decidere se combattere per la verità – sempre più contrastata – o cedere alla menzogna – sempre più agevolata.
Che si sia alla fine di una civiltà e alla prevaricazione del Kali Yuga poco importa. Chi si trova davanti ad un crimine e non interviene è complice, indipendentemente dall’esito della sua azione.


???

Varsavia è buia e, no, non assomiglia a Roma. Il Parlamento polacco sta discutendo, proprio in questo momento, una legge che viola i diritti dell'individuo.
Vergognoso paragonarci alla Polonia

Vittorio Macioce
29 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1635482612

Varsavia è buia e, no, non assomiglia a Roma. Il Parlamento polacco sta discutendo, proprio in questo momento, una legge che viola i diritti dell'individuo. È un tradimento, profondo, della civiltà liberal-democratica. È un confine, un muro, una cicatrice. L'obiettivo è vietare ogni manifestazione che promuova orientamenti diversi dall'eterosessualità. Niente cortei, niente orgoglio, nessuna bandiera, nessun atto. È proibito qualsiasi segno che sia contrario alla visione del governo. È la filosofia del Pis, Diritto e Giustizia, il partito che esprime il premier Mateusz Morawiecki. È il movimento fondato da Jarosaw Kaczynski, che si dichiara orgoglioso di combattere «l'ideologia Lgbt, un movimento totalitario che punta a distruggere la famiglia tradizionale».

Tutto questo accade in Polonia e mischiarlo con le vicende italiane significa barare. Non fa bene a nessuno, perché è un ritratto falso di quello che succede qui da noi. Si può essere favorevoli o meno alla legge Zan, ma considerare la sua bocciatura un passo verso l'autoritarismo significa fare propaganda. Tutto quello che dici in nome della libertà diventa inaffidabile. Non sei più credibile. Ti mostri come un venditore di fumo. Il risultato è che la moneta cattiva scaccia quella buona. È un danno per chi da sempre si batte per i valori della cultura liberale e libertaria. Il mestatore questa volta si chiama Enrico Letta. Cosa dice il segretario del Pd? «L'Italia si è allineata alla Polonia». In Polonia c'è un ministro della pubblica istruzione che ha paragonato «l'ideologia arcobaleno» al nazismo e Andrzej Duda, presidente della repubblica, ha parlato di «neo bolscevismo». Non sono solo parole. In Polonia ci sono territori, regioni e città, che si sono dichiarati «zone libere da Lgbt». È un modo per dire che non sono gradite famiglie non tradizionali. Qualche regione adesso ha rinnegato la scelta, ma solo per timore di perdere i finanziamenti europei.

Ecco, questo significa minimizzare il dramma che si vive lassù. È un'offesa a chi sta davvero facendo i conti con l'omofobia. Letta magari dirà che il suo è un allarme. È un modo per dire: attenzione a non ritrovarci come in Polonia o in Ungheria. Se è così allora si è espresso male. Il dubbio è che quelle parole siano servite solo a fabbricare una marchio d'infamia contro chi ha dubbi sulla legge Zan. È indicare i renziani, soprattutto loro, come omofobi. È tattica politica scadente e il guaio è non riconoscerlo. L'Italia, pur con tutti i suoi difetti, è dall'altra parte del triste muro polacco.



Alberto Pento
Varsavia è sicuramente meglio di Roma, sicuramente più pulita, meno corrotta, meno parassitaria, meno irresponsabile, meno indebitata, meno ladra, meno mafiosa.
Certamente a Varsavia non vi sono l'ATAC e l'EMA.
Hanno ragione ed è vero che: «l'ideologia Lgbt, un movimento totalitario che punta a distruggere la famiglia tradizionale a cominciare dalla corruzione dei bambini, un crimine contro l'umanità».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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L'identità sessuale non dipende dalla volontà individuale

Messaggioda Berto » mer ott 13, 2021 6:53 am

Il PC è una ideologia politica razzista, suprematista che promuove la menzogna. l'illusione, l'inganno e che istiga alla discriminazione e alla violenza.

Il caso di Cloe Bianco
Questo quanto lasciato scritto da Cloe Bianco, allontanata dall'insegnamento quando annunciò il suo essere transgender.
Gianfranco Damico
16 giugno 2022

https://www.facebook.com/gianfranco.dam ... 7452325792
·
"Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto.
Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto".
Da lì, lavori nascosta in segreterie di scuole di provincia. Mai più insegnante. Non le è stato più permesso. E solitudine.
Viveva in un camper. Dopo quelle parole gli ha dato fuoco. Con lei dentro.
Con tutto, tutto, tutto, tutto il mio amore.
E il mio dito medio alzato a tanti, tanti, tanti, tanti.



Claudio Marchiondelli
Un mondo di merda.

Dario Tosato
Claudio Marchiondelli mi hai rubato le parole di bocca , mondo di merda.


Maria Lucia Riccioli
Che tristezza

Francesca Siciliano
È stata condannata e allontanata dalla scuola perché un giorno all improvviso, diremmo a Napoli, è andata a scuola come era, donna. All’improvviso.
Ed è stata condannata perché una alunna idiota è andata nel cesso a piangere, e a cada a piangere, e il padre demmerda, invece di dirle uè bella sveglia, è andato dalla preside e hanno fatto denuncia e hanno trovato un altro genio, il magistrato che gli ha dato ragione. E lei, il torto, in torto, di esistere, di essere.
Io vorrei essere il demonio e incendiare il sonno tutte le notti al padre alla figlia e al magistrato
E penso a tutto questo periodo pire al COVID per una persona lasciata sola così, che dove cazzo sono almeno gli amici
Solo dolore sento


Alessandra Casula
Francesca Siciliano e perché piangeva?

Francesca Siciliano
Alessandra Casula eh …
Rimasta tropp male
E perché? Bo


Valeria Ferrari
Terribile


Francesca Siciliano
Dicevo all improvviso , perché la realtà è subitanea
La retorica la veicolazione del messaggio, è costruita
Ma la verità si dà, nell’attimo, accade è fenomenogica
E l hanno condannata la sentenza reale l ha condannata
Condannata una parola infame


Rita Fontanesi
Un pensiero anche a tutti i padri di famiglia cinquantenni che hanno perso il lavoro grazie al green pass e per avere rifiutato l'obbligo di TSO di stato, che magari si sono appesi a una corda per non poter più mantenere i figli col sudore della fronte. Amen

Dana Raccah
Rita Fontanesi esattamente cosa c’entra?

Rita Fontanesi
Dana Raccah c'entra con il fatto che togliere ingiustamente il lavoro a un essere umano è qualcosa di aberrante, qualsiasi ne sia il motivo. Mi pare non occorra spiegare


Claudio Marchiondelli
Rita Fontanesi un pensiero nobile ma che non c’entra col tema trattato dal post.


Rita Fontanesi
Claudio Marchiondelli e qual è il tema trattato dal post? Non è forse la emarginazione lavorativa conseguente ad una scelta che dovrebbe essere libera?! Le assicuro che parlare per mesi con gente depressa e disperata, senza più un soldo, demansionata e vilipesa oltre che difficilmente tutelabile sotto il profilo giudiziario, rende molto chiara l'analogia.

Claudio Marchiondelli
Non metterei proprio il greenpass in questo discorso. Ma non ho decisamente voglia di discutere sul perché. L’analogia non ci sta. Mi spiace.

Claudio Marchiondelli
P.s. Ho disattivato le notifiche.

Rita Fontanesi
Claudio Marchiondelli democratico

Gianfranco Damico
Rita Fontanesi , la libera scelta nel campo dei vaccini vedeva un contesto di ragioni, e un quadro di implicazioni, molto diversi dalla libera scelta in questo caso.
Ma anch'io proprio non discuto più di quella faccenda.
Però mi sembrano campi da gioco di galassie diverse.
Ma tu lo sai.

Rita Fontanesi
Gianfranco Damico ti faccio l'esempio di un sanitario ESENTATO, che è stato messo a fare le pulizie in un altro reparto. Le pulizie! È diverso?! Nei fatti sì. Ma si tratta in entrambi i casi di vessazioni e privazione di prerogative lavorative, mortificazione di professionalità e personalità che possono portare al medesimo esito perché analoghe. Fine delle trasmissioni, ma evitiamo di dimenticare o di fare solo le battaglie che ci "piacciono". Ricordati il sanitario che fa le pulizie.

Luciana Fersini
Rita Fontanesi il sanitario fa le pulizie per non uccidere soggetti fragili che dovrebbe tutelare.
Qui non si tratta di pericolo di vita.

Rita Fontanesi
Luciana Fersini in realtà no. Lo conferma nuovamente il report dell'ISS dell'11/05/2022, la possibilità di contagio e diffusione nei guariti (l'esempio in questione è esentato per patologie e guarito con titolo anticorpale altissimo) rispetto ai vaccinati è addirittura inferiore. È solo vessazione e demansionamento.

Rita Fontanesi
Ora mi taccio davvero. Ma non guardiamo sempre solo ciò che ci rimbalza il mondo esterno. Buona giornata nonostante gli "impalcatori molesti"

Luciana Fersini
Rita Fontanesi vaccinarsi non può essere lasciato a libero arbitrio. Deve essere imposto finché vivi vicino ad altri. Oppure decidi di vivere in Gambia e già è diverso.

Rita Fontanesi
Luciana Fersini discutibile, soprattutto riguardo l'ultima campagna vaccinale.
Ma se uno è esente perché per motivi di salute il vaccino è controindicato?! In presenza di studi ormai confermati sulla non immunità dei vaccinati poi. Parliamo di diritto del lavoro, diritto alla sussistenza, diritto alla salute, diritto all'integrità fisica, diritto alla vita. Discorso complesso. Io non accetto discriminazioni in senso lato, non riesco ad andare a due velocità sui temi legati al diritto.


Tania Tavano
Altro che democrazia, altro che inclusione nelle scuole e nella società….. a volte penso che non si debba essere così tolleranti ed inclusivi, perché quando serve, non c’è nè l’uno né l’altro. Una società solo di apparenze

Giusy Sciacca
Quanta solitudine

Maria Teresa Radogna
La scuola avrebbe avuto bisogno di un'insegnate così‼‼‼‼ mi mordo le labbra dalla rabbia se penso ad alcune colleghe indegne di questo mestiere... quando un'anima nobile così l'abbiamo costretta al silenzio e a un addio atroce e precoce!!!! Infinita tristezza e divorante rabbiaaaaaa!!!

Olivia Giardina
Parole forti dettate da un animo sensibile e profondamente amareggiato dalla vita. Una testimonianza impossibile da dimenticare.

Alba Antonella Cabriolu
Mi viene da piangere, povera creatura


Mario Troni
Mi ha molto colpito questa morte. Non avevo letto le ultime parole che Cloe ci ha lasciato. Rappresentano un ultimo atto di enorme dignità e amore per la vita.

Giovanna Marino Portella
...ma in quale paese vivo....tra massoni...cattolici..fuorilegge....ladri di opere d'arte...cittadini indifferenti...plagiati....asserviti....assassini dei propri familiari...della natura...che paese è questo....

Caterina Camastra
Ecco una ragione per la quale, magari, non c'era mica tanto da festeggiare per l'affossamento del DDL Zan. Che certo non era perfetto né risolutivo, ma forse avrebbe contribuito a mandare un segnale a questa società merdosa, ipocrita, bigotta, ai papini e mammine indinniati perché Cloe si è permessa di presentarsi per quello che era davanti alla sua classe.

Gianfranco Damico
Caterina Camastra , io temo che la qiestione sia più profonda, che il ddl Zan era fatto male e che comunque io e te facciamo fronte comune su questa battaglia.
Baci



Alberto Pento
Sia chiaro che sempre mi dispiace quando qualcuno soffre per qualche malattia o perché qualche altro essere umano gli fa colposamente o dolosamente del male, male che non era necessario e che si sarebbe potuto evitare.
Nel caso di questa persona che soffriva di disforia di genere, per essere nato biologicamente uomo ma che poi l'evoluzione esistenziale (socio, psico emotiva) lo ha indotto o portato ha sentirsi/percepirsi/volersi donna e che per questo, non trovando un modo accettabile di stare al mondo e nel contesto sociale in maniera armonica riducendo al minimo i contrasti e i conflitti personali e sociali, per la sofferenza e la disperazione che ne è conseguita si è tolta la vita.
Certo che mi dispiace, ma pur dispiacendomi debbo riconoscere che non è colpa e responsabilità mia come non è colpa e responsabilità del resto dell'umanità.
Sicuramente si sarebbe potuto fare di più ma non si sarebbe mai potuto fare l'impossibile e cioè: far rinascere questa persona come donna e non più come uomo; no questo non sarebbe stato possibile per nessuno, nemmeno per Dio.
Se da qualche parte vi è della responsabiltà umana, in questa come in tante altre vicende analoghe, la possiamo trovare nell'ideologia del Politicamente Corretto (e nella sua demenziale, irresponsabile e malvagia strumentalizzazione di queste vicende umane) con le sue presunzioni, arroganze, menzogne, illusioni e inganni che istigano alla violenza e al conflitto sociale.
Imporre per legge alla società e a tutti i suoi menbri di riconoscere e di trattare una persona malata di disforia di genere come se la sua identità sessuale (donna o uomo, maschio o femmina) non fosse legata alla volontà della natura e alla sua determinazione biologica bensì alla volontà del capriccio personale, della malattia, dell'imposizione legislativa, questo sì è violenza, crimine contro l'umanità, idologia e pratica politica che istiga all'odio e alla violenza.
Costringere dei minorenni a scuola a trattare come donna un uomo che si sente donna, o come uomo una donna che si sente uomo, questo sì che è un delitto, un crimine contro l'umanità.
Quello che secondo me bisogna fare per evitare il conflitto e il tragico e ridurre al minimo la sofferenza, il contrasto, il disagio degli uni e degli altri, e favorire la tolleranza e l'accettazione del diverso è promuovere la verità dei casi della vita in qui delle persone pur nascendo con un genere si trovano a dover convivere con un diverso sentire, con la malattia della disforia di genere e educare queste persone a rispettare se vogliono essere rispettate nella loro diversità. Non è accettabile che queste persone si impongano con la menzogna, la minaccia e la violenza del politicamente corretto.
Secondo me questi casi andrebbero trattati con la massima discrezione riducendo al minimo la marcatura dell'aspetto sessuale.
A scuola questi professori dovrebbero svolgere una funzione integrativa utile agli scolari/alunni/studenti per conoscere questi diversi aspetti della vita, con il massimo rispetto per tutti e senza demenziali costrizioni e minacce politicamente corrette.
Certamente se questo professore prima di prendere l'iniziativa all'insaputa di tutti e di presentarsi in classe vestito da donna, avesse parlato con il preside, il consiglio dei professori e dei genitori e insieme avessero affrontato la cosa e come presentarla ai ragazzi, probabilmente il tutto avrebbe potuto andare diversamente.
Quest'uomo è una vittima del demenziale e tossico Politicamente Corretto che illude, inganna e violenta le persone e la loro comunità.


Gianfranco Damico
Gino Quarelo , la Qualità Umana, nei ruoli di relazione funzionale -insegnare è uno di questi- non c'entra un cazzo con il tuo orientamento sessuale e/o di genere.
Niente!
Se solo abbandonaste il presupposto errato, la tassonomia patologica, e vedeste...esseri umani.
Conosco e ho conosciuto fior di coglioni che fanno gli insegnanti. Al di là delle mille sfumature posso senz'altro dire che c'erano due elementi che li accomunava tutti: erano cresciuti dentro famiglie "naturali", ed erano etero.
E che palle questo dare valore basandosi sulla "normalità". Quanta mediocrità e patologia vera c'è, così spesso, in quella normalità.

Simonetta Messina
Gino Quarelo resta il fatto che è stato demansionato, e quindi umiliato e quindi emarginato. Il “caso” non lo ha creato lui nel momento in cui si è vestito da donna, un bel giorno. Il caso lo ha creato chi ha percepito “il caso”. In pratica quelli come lei. Che giustificano chi reagisce ad un ipotetico danno mentre il danno lo fate voi.
Aprite la mente, volate, liberatevi della zavorra che vi trattiene in basso, giù, giù, sempre più giù.

Gino Quarelo
Gianfranco Damico
L'insegnante non è un'intelligenza artificiale o un robot asessuati. L'insegnante è una persona con il suo portato di umanità che costituisce un esempio per i suoi allievi, come i genitori sono esempi per i loro figli.
Il suo insegnamento specifico non esula dalla sua personalità che condiziona il suo rapporto con gli allievi, condiziona il suo insegnare e l'apprendimento degli allievi. Se un insegnante è problematico questa sua problematicità influenza il suo insegnare.
Il carattere sessuale si determina al concepimento dell'essere umano e appare già alla nascita delle persone e non è un orientamento che dipende dall'educazione e dall'esperienza che in certi casi da esiti come l'omosessualità e la disforia di genere.
La tassonomia patologica è pura demenzialita politicamente corretta che irragionevolmente e fideisticamente crede di poter cambiare la realtà cambiando le parole.
Non è la famiglia naturale (normale ed etero) in quanto tale che dà origine a mostruosità umane ma sono i singoli individui con le loro storie esistenziali che formano le famiglie che in taluni casi possono trasformale in orrore.
Il giudizio sulla normalità mediocre e patologica è prevalentemente frutto di demenziale e ingiustificata presunzione.
La normalità è la condizione più naturale e universale che vi sia e non necessariamente è caratterizzata da patologie, certamente tutti gli esseri umani hanno qualche imperfezione relativa, non ne esiste uno che sia perfetto in assoluto.
Poi vi sono un sacco di anormali che si credono chissà che, presuntuosi e arroganti che disprezzano i normali dall'alto della loro anormalità ritenuta demenzialmente superiorità umana, civile e culturale.

Simonetta Messina
Il primo dovere dell'insegannte è rispettare i suoi allievi, alunni, studenti e la scuola non è un palcoscenico televisivo, teatrale, cinematografico o internettiano per le esibizioni personali di qualcuno.
Gli studenti a scuola hanno diritto a non avere professori problematici che creano ulteriori problemi con la loro problematica personalità il loro problematico esempio.
E come dovrebbe essere chiamato e trattato questo insegnante disforico, dai suoi allievi, come uomo o come donna e se gli allievi lo trattassero come uomo e non come donna dovrebbero essere sanzionati ed espulsi da scuola? Dovrebbero essere puniti, minacciati e costretti con ciò a riconoscerlo e a trattarlo come donna per forza?
Il carattere sessuale o di genere delle persone è parte integrante e fondamentale e non dipende dal capriccio di chichessia e non può certo essere imposto con la forza, la minaccia e la violenza politicamente corrette.
La Teoria Gender non è una buona teoria e dovrebbe essere bandita perché fa solo del male.


Giusy Paternò
Ossignore!!!
Io spesso mi definisco "Uoma"
Sarò disforica ?
Si è tolta la vita una "persona" che, per definizione universale, è "Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale ecc., considerato sia come elemento a sé stante sia come facente parte di un gruppo o di una collettività."
Non basta questo?

Gino Quarelo
Giusy Paternò Non esistono le uome con non esistono i donni. Persona è termine generico.
Tutti e tutte sono persone le brutte e le belle, i sani e i malati, le buone e le cattive, le vittime e i carnefici, chi viene ucciso e chi uccide, gli oppressi e i dittatori che opprimono, ... ma l'essere persona non toglie le specificità di ognuno e le implicazioni umane, sociali, morali. Ognuno di noi può essere simpatico o antipatico, può suscitare negli altri attrazione o avversione, non siamo tutti uguali.


Leo Aruta
Se davvero esiste un inferno di sicuro starà aspettando tutti quelli che hanno costretto questa donna a rinunciare alla vita che pure amava...

Gino Quarelo
Leo Aruta Mi dispiace tanto ma non era una donna ma un uomo che soffriva della malattia chiamata disforia di genere, era un uomo che si sentiva donna e questo sentirsi donna non lo rendeva affatto una donna.
Non esiste la donna con il pene e un uomo ormonato, manipolato chirurgicamente, evirato o castrato, truccato e travestito, anagraficamente modificato non si trasforma automaticamente e magicamente in una donna.

Simonetta Messina
Gino Quarelo non è il caso di risponderle. Mi creda, potrei argomentare ogni singola parola del suo commento. Solo che sarebbe inutile. E io ho questo problema: detesto perder tempo.

Gino Quarelo
Mi dispiace tanto ma l'insegnante è ventuto meno al suo dovere, ha dato un cattivo esempio e ha insegnato male, perché truccarsi e vestirsi da donna non trasforma un uomo in una donna.
Insegnare e propagandare la menzogna del Politicamente Corretto LGBT che si possa cambiare sesso e genere non è certo cosa buona (e fa del male a tutti coloro che hanno la dabbennaggine di crederci), non è certo un buon insegnamento per i ragazzi e i giovani delle scuole pubbliche dove insegnava questo professore trevigiano.




Cloe Bianco, l’assessore Donazzan: «Era un uomo vestito da donna. Io, minacciata di morte»
Agostino Gramigna
17 giugno 2022

https://www.corriere.it/cronache/22_giu ... 27f8.shtml

L’assessore all’Istruzione del Veneto di Fratelli d’Italia bersagliata sui social dopo il suicidio della professoressa transgender, espulsa da scuola nel 2015. E a suo tempo criticata. «Contro di me un attacco politico»

Cloe Bianco si è suicidata il 10 giugno, dandosi fuoco nel camper in cui abitava, ad Auronzo di Cadore (Belluno). Cloe Bianco insegnava fisica, materia in cui era laureata, in un istituto di San Donà di Piave, prima di essere allontanata dalla cattedra e ricollocata con funzioni di segretaria. I due eventi, a distanza di tempo, si sono come attorcigliati al medesimo filo. Legati da una tragica rottura esistenziale.


Il testamento

Un messaggio breve, un testamento pubblicato sul blog. Una bottiglia di vino, l’elogio della vita e alla fine i resti di un corpo carbonizzato. Il suicidio di Cloe ha commosso, ha toccato l’anima di molti, ha acceso il dibattito sui social. E smosso polemiche e accuse. Da un lato il movimento Lgbt che ha ricordato la vicenda e ha definito Cloe vittima di transfobia. Dall’altro (ed è di queste ore), Elena Donazzan, assessore istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità del Veneto, che a 24 Mattino su Radio 24 ha rinfacciato il movimento Lgbtq di «usare la morte tragica del professor Bianco per fare una polemica politica, solo per cercare di trovare la visibilità, per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out». L’assessore, che continua a chiamare Cloe il «professor Bianco», come sette anni fa, ha dichiarato di essere stata presa di mira dagli odiatori seriali ( sulla sua bacheca Facebook sono apparsi ieri migliaia di messaggi da tutta Italia, molti che ripetevano il nome di Cloe; messaggi che sono stati cancellati, ndr ). «Da tre giorni i miei social sono attaccati con minacce di morte, con parole d’offesa a me e alla mia famiglia, alla mia vita».


In abiti femminili

Una mattina di sette anni fa Cloe, all’anagrafe Luca Bianco, si era presentata in classe in abiti femminili. Aveva deciso di mostrarsi con l’aspetto che sentiva rispecchiare la sua vera identità. Agli alunni aveva chiesto di essere chiamata Cloe e aveva spiegato il motivo della sua scelta. Ma non tutti capirono. Non tutti accettarono. Il padre di un alunno scrisse una lettera indignata ad Elena Donazzan che all’epoca era Assessore regionale all’Istruzione. «Ma davvero la scuola si è ridotta così?». Donazzan non ci mise molto a rilanciare la lettera su Facebook. Condividendo l’opinione del genitore, pubblicando una serie di interviste e postando commenti poco favorevoli al «professor Bianco». Cloe fu sospesa per tre giorni dall’insegnamento. Il suo comportamento fu giudicato non «responsabile nè corretto». Successivamente venne spostata a ruoli di segreteria. Fece ricorso ma perse la battaglia. Andò avanti per un po’. Si arrese. Lasciato il paese si rifugiò nel camper, dove il 10 giugno si è tolta la vita e ha scritto il suo testamento: «Oggi la mia libera morte, così tutto termina di ciò che mi riguarda. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò».


La difesa

L’assessore Donazzan rigetta ogni accusa, ogni possibile strumentalizzazione. E rilancia. «Perché dire che si è omosessuali è una affermazione, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna e i tacchi è un’altra cosa. Venne usato allora, come bandiera di grande coraggio e oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia». Ritorna a sette anni fa: «Sono andata a rileggermi il post in cui pubblicai la mail arrivatami in ufficio e io scrissi “traete da soli le conclusioni”. Nelle successive interviste, parlai di chi va abbigliato in un certo modo senza aver preparato la cosa». E aggiunge: «Ho definito Cloe Bianco “un uomo vestito da donna” e cos’è se non questo? Oggi a Milano c’è il sole o la pioggia? Qui c’è il sole e anche se volessi la pioggia, il sole splende nel cielo».


https://www.facebook.com/corrieredellas ... 7188597530



Prof trans suicida: il ministero dell'Istruzione avvia un approfondimentoIl ministero dell'Istruzione ha avviato un approfondimento sul caso della professoressa Cloe Bianco di Marcon (Venezia), l'insegnante trans che nei giorni scorsi si è suicidata.
Lo ha confermato all'ANSA il ministero.
18 giugno 2022

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 93484.html

In particolare - è stato spiegato - si stanno ricostruendo tutti i contorni della vicenda.

A incalzare il dicastero nel pomeriggio è stata la Uil: "Il ministero dell'Istruzione è colpevole in quanto è stato complice di quanto accaduto: ha sospeso Cloe Bianco dall'insegnamento, mettendola a lavorare nelle segreterie, non ritenendola più in grado di insegnare e colpendola come fosse una malata sociale. Ora dovrebbe fare una indagine e capire che gli errori si devono ammettere, anche quelli passati, per evitare che la scuola si faccia condizionare dagli stereotipi e che fatti del genere si ripetano", ha detto all'ANSA Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. "La scuola deve garantire libertà, deve aprire le menti, deve essere immune dai condizionamenti", conclude.

In giornata sul tema è intervenuto iol ministro del Lavoro Andrea Orlando. "È inaccettabile che in Italia una lavoratrice o un lavoratore subisca discriminazioni sul luogo di lavoro per la propria identità di genere, così come per qualsiasi altro elemento della propria identità sessuale o per tutto ciò che non ha a che fare con la prestazione lavorativa", ha detto Orlando in un lungo post.

"A qualsiasi insegnante, a qualsiasi lavoratore o lavoratrice che ha rivelato o ha paura di rivelare una parte così importante di sé, voglio ribadire con fermezza: il Ministero del Lavoro è dalla vostra parte", ha sottolineato Orlando

"Il possibile d'una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato", ha scritto Cloe nel suo testamento - ha riportato Orlando - Quel 'possibile' ha la dimensione del camper in cui viveva e dentro il quale ha deciso di porre fine alla sua vita. Quel camper è anche il perimetro dei nostri pregiudizi, della nostra superficialità, della scommessa che si perde quando scegliamo il disprezzo per compiacere l'ignoranza. Ignoranza verso chi è giudicato diverso, verso chi, invece, vuole soltanto vivere ed essere accolto e rispettato come persona".

"Questo chiedeva Cloe. Era davvero così terrificante? Era troppo chiedere di essere accettata per ciò che si sentiva di essere? Ancora, per troppe persone, purtroppo, sì. Troppo forte il peso dei pregiudizi, troppo comoda la spirale del silenzio che spinge a conformarsi alle opinioni dominanti. Una spirale che ha spinto Cloe ai margini, l'ha rinchiusa in un camper, l'ha isolata sul luogo in cui svolgeva il suo lavoro, una scuola. Il lavoro che dovrebbe essere il luogo della solidarietà, dell'inclusione e della dignità è diventato l'anticamera di quel camper. Nessuno può dirsi innocente", ha sottolineato il ministro.

"Chi semina l'odio, chi lo coltiva, chi lo fa fruttare come putrida rendita. Ma anche noi che non abbiamo saputo contrastarlo, che accettiamo questa malapianta cresciuta in fretta come una cosa con cui convivere - ha continuato - Non c'è, non dico l'accettazione che dovrebbe accompagnare questo tempo che ha dalla sua la conoscenza del profondo, ma neppure la pietà o la sospensione del giudizio dei nostri padri e dei nostri nonni. In nome dei valori, dell'identità, del conformismo benpensante, c'è la quotidiana lapidazione, la derisione vigliacca o l'invettiva sorda e cieca, magari digitale, perché non sa sentire né vedere il tumulto delle anime, dei sentimenti, della fatica di vivere e di capirsi. Questo cara Cloe non è soltanto brutto, è precisamente l'orrore. Che la tua morte ricordi che non possiamo accettarlo".

I FATTI E LE POLEMICHE

Il suo corpo carbonizzato è stato ritrovato quattro giorni fa all'interno del suo camper, la sua "piccola casa su quattro ruote" come la chiamava lei. Aveva deciso di togliersi la vita dopo anni di sofferenze e pregiudizi, uccisa da quella transfobia che aveva devastato la sua esistenza.

Ieri sulla memoria di Cloe Bianco, insegnante transgender allontanata dal suo posto di lavoro dopo il cambio di sesso, si è abbattuta l'ennesima dichiarazione choc di Elena Donazzan, l'assessore alle Pari Opportunità della regione Veneto che già in passato aveva criticato il caso sui suoi social, ieri chiusi ai commenti che stavano inondando la sua pagina. "E' sconvolgente che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica - afferma in un'intervista a Radio 24 -. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt".

Nell'intervista l'assessore ha continuato a parlare al maschile della professoressa transgender, etichettandola per l'ennesima volta come 'un uomo vestito da donna'. Per Donazzan - che ha denunciato insulti e minacce sui propri profili - "sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò". "Perché dire che si è omosessuali è una affermazione - ha aggiunto -, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un'altra cosa".

E proprio dalla scuola - l'istituto di Agraria "Scarpa-Mattei" di San Donà di Piave - arrivano le parole di una studentessa che proprio ai social ha affidato il suo pensiero sulla tragica morte della docente. "Era la mia professoressa - ricorda Sara - e la cosa peggiore è che i genitori in primis erano delle merde che la vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei (cosa che prima non succedeva mai) solo per vederla di persona e poi deriderla".

"Purtroppo - continua - la mia scuola aveva professori e preside compresa che non aveva tatto nelle cose, sono stati i primi a parlarne con disprezzo".

Tra i commenti al post spunta anche quello di una commessa di un negozio di scarpe, dove si serviva Cloe Bianco. "Avevo come cliente una SIGNORA felice perché avevamo scarpe coi tacchi fino al 44 - ricorda -. Il mio datore non la salutava, le mie colleghe me la 'rifilavano'. Ben contenta di metterle la scarpetta come Cenerentola e la trattavo come una vera principessa".

E, proprio per rendere omaggio alla memoria della professoressa, ieri decine di professori, studenti e attivisti si sono ritrovati davanti la sede del Ministero dell'Istruzione per chiedere che "non accada mai più". Chiaro il messaggio scritto in maiuscolo su uno dei tanti cartelli: "Liberiamo la scuola dalla transfobia", l'odio che ha ucciso Cloe Bianco.


https://www.facebook.com/corrieredellas ... 7188597530
https://www.facebook.com/mattinodipadov ... 1355830003
https://www.facebook.com/simonecoccigli ... 4828735908

Gino Quarelo
La Donazzan ha ragione, il professore suicida era un uomo e non una donna.
Sia chiaro che sempre mi dispiace quando qualcuno soffre per qualche malattia o perché qualche altro essere umano gli fa colposamente o dolosamente del male, male che non era necessario e che si sarebbe potuto evitare.
Nel caso di questa persona che soffriva di disforia di genere, per essere nato biologicamente uomo ma che poi l'evoluzione esistenziale (socio, psico emotiva) lo ha indotto o portato ha sentirsi/percepirsi/volersi donna e che per questo, non trovando un modo accettabile di stare al mondo e nel contesto sociale in maniera armonica riducendo al minimo i contrasti e i conflitti personali e sociali, per la sofferenza e la disperazione che ne è conseguita si è tolta la vita.
Certo che mi dispiace, ma pur dispiacendomi debbo riconoscere che non è colpa e responsabilità mia come non è colpa e responsabilità del resto dell'umanità.
Sicuramente si sarebbe potuto fare di più ma non si sarebbe mai potuto fare l'impossibile e cioè: far rinascere questa persona come donna e non più come uomo; no questo non sarebbe stato possibile per nessuno, nemmeno per Dio.
Se da qualche parte vi è della responsabiltà umana, in questa come in tante altre vicende analoghe, la possiamo trovare nell'ideologia del Politicamente Corretto (e nella sua demenziale, irresponsabile e malvagia strumentalizzazione di queste dolorose e patologiche vicende umane) con le sue presunzioni, arroganze, menzogne, illusioni e inganni che istigano alla violenza e al conflitto sociale.
Imporre per legge alla società e a tutti i suoi menbri di riconoscere e di trattare una persona malata di disforia di genere come se la sua identità sessuale (donna o uomo, maschio o femmina) non fosse legata alla volontà della natura e alla sua determinazione biologica bensì alla volontà del capriccio personale, della malattia, dell'imposizione legislativa, questo sì è violenza, crimine contro l'umanità, idologia e pratica politica che istiga all'odio e alla violenza.
Costringere dei minorenni a scuola a trattare come donna un uomo che si sente donna, o come uomo una donna che si sente uomo, questo sì che è un delitto, un crimine contro l'umanità.
Quello che secondo me bisogna fare per evitare il conflitto e il tragico e ridurre al minimo la sofferenza, il contrasto, il disagio degli uni e degli altri, e favorire la tolleranza e l'accettazione del diverso è promuovere la verità dei casi della vita in qui delle persone pur nascendo con un genere si trovano a dover convivere con un diverso sentire, con la malattia della disforia di genere e educare queste persone a rispettare se vogliono essere rispettate nella loro diversità. Non è accettabile che queste persone si impongano con la menzogna, la minaccia e la violenza del politicamente corretto.
Secondo me questi casi andrebbero trattati con la massima discrezione riducendo al minimo la marcatura dell'aspetto sessuale.
A scuola questi professori dovrebbero svolgere una funzione integrativa utile agli scolari/alunni/studenti per conoscere questi diversi aspetti della vita, con il massimo rispetto per tutti e senza demenziali costrizioni e minacce politicamente corrette.
Certamente se questo professore prima di prendere l'iniziativa all'insaputa di tutti e di presentarsi in classe vestito da donna, avesse parlato con il preside, il consiglio dei professori e dei genitori e insieme avessero affrontato la cosa e come presentarla ai ragazzi, probabilmente il tutto avrebbe potuto andare diversamente.
Quest'uomo è una vittima del demenziale e tossico Politicamente Corretto che illude, inganna e violenta le persone e la loro comunità.


Gli acefali.
https://www.facebook.com/ilvashi/posts/445407247586145

Le dichiarazioni della Donazzan sulla morte di Cloe Bianco sono disgustose, davvero non c’è altro modo per descriverle.
"Dissi che era un uomo travestito da donna. Mi minacciano, ma rivendico quelle parole"
Già questo basterebbe per prenderla per le orecchie e toglierla dalla poltrona di assessore dell’istruzione, formazione e lavoro del Veneto.
Ma lei non ce la fa, toccato il fondo le piace scavare.
"Chi ha lasciato solo il professore è proprio il movimento Lgbtq+ che ora fa polemica per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out"
Ah, quindi la colpa, o parte della colpa, non è tua che hai firmato la sospensione della Bianco e che probabilmente hai obbligato la scuola a reintegrarla sottoposizionata e nascosta al pubblico, manco fosse uno dei tanti tuoi colleghi di Fratelli d’Italia arrestati per associazione mafiosa.
No, la colpa è delle associazioni che non svolgono una sorta di corso accelerato per coming out.
E non credere non abbia notato l’uso del maschile “professore”, così, tanto per offenderla anche da morta.
Ma non basta ancora.
“sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò. Ci sono molti insegnanti gay che conosco, che si confrontano con me, che di certo non usano la scuola per farne una vetrina, che rispettano il luogo della scuola.”
Ora è tutto chiaro. Una persona trans che passa la sua vita come donna perché è quello che si sente di essere e, dunque, è, prima di entrare a scuola dovrebbe staccarsi le tette, riavvitarsi il cazzo se operata, camminare come John Wayne e scrivere “figa” nella polvere del cortile mentre piscia, così è chiaramente un etero cazzuto.
Però, oh, lei ha tanti amici gay…
Il problema di fondo qui non è una tizia che dice: “Se mi fischiano dietro io sono contenta” riferendosi agli alpini.
No, il problema di fondo è che quelli lì, dalla Lega a FdI e l’ultra destra tutta, sono intimamente, antropologicamente dei beceri uomini (e donne) delle caverne che si trovano bene solo nel cameratismo, nell’umiliazione dei più deboli, nella prevaricazione violenta e tra rutti e pacche sul culo.
Vivono in una caverna platoniana dove sentono solo gli echi e intravedono solo le ombre grigie del mondo che hanno alle loro spalle.
Ed è per questo, esattamente per questo, che vengono votati in massa dai loro simili acefali.
A.G.


La Ttualitá
Gino Quarelo lei è un disagiato e un disgustoso omofobo logorroico

Gino Quarelo
La verità fa male a chi vive di menzogna. Lei è pieno di violenza, si faccia visitare perché potrebbe essere pericoloso per gli altri.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » lun nov 08, 2021 6:19 am

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Messaggioda Berto » lun nov 08, 2021 6:20 am

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Messaggioda Berto » lun nov 08, 2021 6:25 am

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