Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven lug 06, 2018 8:53 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven lug 06, 2018 8:53 am

Accogliere tutta questa gente migrante/clandestina che arriva dal resto del mondo senza sapere chi sia e senza poter garantire loro un lavoro e un futuro non è un bene ma un male;
specialmente accogliere coloro che per incultura tribale africana e per ideologia politico regligiosa criminale come i nazisti maomettani possono derubarti, stuprarti, ridurti in schiavitù e ucciderti.


Accogliere costoro non è da esseri uomini buoni (cristiani e umani) ma da essere uomini stupidi (irresponsabili, irragionevoli e creduloni).



Non farti prendere/sorprendere acriticamente dai "buoni sentimenti dell'istinto, dell'ideologia, della carità, dell'umanità",
prima pensa, rifletti, soppesa, valuta per bene i rischi, le incertezze, le conseguenze, le implicazioni, i costi;
non sempre è un bene aiutare il prossimo che appare come bisognoso di soccorso e di aiuto;
a volte credendo ingenuamente e stupidamente di fare del bene potresti in realtà farti del male e fare del male alla tua famiglia e al tuo paese, magari irrimediabilmente.
Spesso questo prossimo bisognoso è in realtà un prossimo criminale che potrebbe derubarti, ferirti, ridurti in schiavitù, ucciderti.


Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
viewtopic.php?f=141&t=2542

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7401811401


La realtà oltre la demagogia e la paura
05/07/2018
Deputata Pd-responsabile minori, docente universitaria
https://www.huffingtonpost.it/vanna-ior ... t-homepage

Il 18 giugno il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha annunciato un censimento su base etnica dei rom in Italia, raccogliendo consenso in larga parte di un'opinione pubblica sempre più arrabbiata, risentita e assuefatta alla cattiva informazione. Ebbene, neanche un mese dopo questo chiaro pronunciamento di odio antizigano, il Consiglio regionale della Lombardia con una mozione ha dato mandato alla giunta di procedere al censimento di rom, sinti e caminanti presenti sul territorio.

Un atto di matrice razzista e demagogica. Come altro si potrebbe definire una rilevazione dei cittadini su base etnica? Una schedatura che evoca terribili pagine del nostro passato a partire dalla circolare dell'8 agosto del 1926 con cui il governo Mussolini ordinò l'epurazione dal territorio nazionale delle carovane di zingari oppure la schedatura dei cittadini ebrei che ottant'anni fa fu il primo passo verso l'approvazione delle leggi razziali che resteranno una vergogna indelebile per il nostro Paese.

Il censimento su base etnica dei rom viola le norma a partire dall'articolo 3 della Costituzione che stabilisce: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" ma anche una serie di norme internazionali che vietano il trattamento di dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, a partire dalla Convenzione europea dei diritti umani. Tra l'altro l'Italia è uno dei paesi della Ue in cui abitano meno rom, la maggior parte di essi sono di nazionalità italiana e molti di quelli che non lo sono hanno un permesso regolare.

Questo ultimo dato apre una questione più complessa e importate. Ancora una volta, come notava in un bell'articolo sul Foglio, Claudio Cerasa, prevale il divario tra la percezione e la realtà: l'opinione pubblica che deve cominciare a "saper distinguere un fatto per quello che è, e non per quello che sembra, e stanare senza pietà la demagogia vuota di chi non ha altro strumento per governare un paese se non quello della paura". Ma qual è la possibilità che hanno i cittadini di informarsi in modo non distorto? E quale la volontà della politica di veicolare dati corretti, ispirati al principio di realtà e di proporre un'etica del linguaggio che non spinga i cittadini (elettori) all'odio e al rancore anche quando non ve n'è alcuna ragione?

Le fake news sui bimbi morti soccorsi nel mare davanti alla Libia ci dicono che erano bambolotti, frutto di una messinscena buonista ordinata da Soros per creare pietà e riempire l'Italia di schiavi. E questo ripeteva un'intervista di una donna a Pontida. Come è possibile che la verità dei post e dei tweet abbia inquinato in modo così pericoloso il dibattito pubblico, mettendo in discussione principi basilari di umanità e di rispetto per l'altro?

C'è un sentimento che oggi si sta largamente diffondendo nel Paese: quello del "padroni in casa nostra" che crede di essere invaso, che odia il prossimo suo, che crede che i migranti vivano in alberghi di lusso mentre gli italiani muoiono di fame, che vorrebbe armarsi di pistole per difendere la roba sua, che vorrebbe deportare i rom il più lontano possibile, che è disposto a vedere morire gente in mare senza provare pietà, ma saziando la propria rabbia. Ma spesso quel popolo è lo stesso che vuole difendere le nostre radici cristiane e applaude un leader mentre agita il Vangelo.

Quel popolo allora dovrebbe conoscere le nostre radici della cultura occidentale. Poiché già nell'Iliade (canto XI) Omero ci raconta di Patroclo che, nell'infuriare della battaglia, salva Euripilo ferito perché "n'ebbe compassione" e dice "non lascerò te così sofferente". Buonista anche Omero? E magari si dovrebbe anche far sapere che nel Vangelo c'è la parabola del samaritano che era un uomo semplicemente normale che incontra un altro uomo ferito e malmenato e, senza tanti perché, "si prese cura di lui". Non passa oltre. Non si volta dall'altra parte. Semplicemente "lo vide". La demagogia e la disinformazione ci impediscono di vedere.



Finto ferito rapina in strada automobilista
Cristina Bonfatti
2016/11/15

http://www.trc.tv/news/cronaca/2016/11/ ... omobilista

Ha finto di essere rimasto ferito in un incidente per rapinare un automobilista. E’ accaduto ieri pomeriggio a Piacenza.

Ha finto di essere rimasto ferito in un incidente per rapinare un automobilista. E’ accaduto ieri pomeriggio a Piacenza. Un 42enne del posto stava guidando il suo furgone in via Bubbia quando vicino a un sottopassaggio che attraversa la tangenziale ha visto un uomo disteso a terra, incosciente e con accanto uno scooter rovesciato. L’autista piacentino ha subito pensato a un incidente ed è corso verso il ferito per prestargli aiuto e chiamare i soccorsi. Ma appena sceso dal furgone ha sentito un oggetto premuto contro la schiena, mentre una persona – che la vittima non aveva visto prima perchè probabilmente nascosta vicino alla strada – ha detto di consegnare il portafogli. Per il 42enne, che temeva di avere puntata contro una pistola, non è rimasto che ubbidire e ha gettato a terra il portafoglio con dentro 120 euro. Il falso ferito nel frattempo ha “ripreso” conoscenza, si è alzato ha preso il bottino ed è scappato assieme al complice sulle scooter, ovviamente funzionante, e senza targa. Ora sull’accaduto indagano i carabinieri.


Arrestato per rapina il truffatore che fingeva di essere stato investito
Truffava ignari automobilisti facendosi consegnare piccole somme di denaro dopo aver finto di essere stato colpito durante le manovre di parcheggio. La polizia l'ha identificato dopo l'ennesima messinscena nel posteggio del Barilla Center
21 marzo 2015

http://parma.repubblica.it/cronaca/2015 ... -110122482

Arrestato per rapina il truffatore che fingeva di essere stato investito
La polizia è riuscita a incastrare il truffatore dei finti investimenti stradali, arrestato per rapina: si tratta di Emanuele Caracciolo, 45enne di origini palermitane.

Le indagini che hanno portato all'identificazione del malvivente sono scattate in seguito un fatto accaduto il 24 febbraio scorso: alle 19 una Volante è intervenuta nel parcheggio del Barilla Center perché un giovane aveva subito una rapina.
Il ragazzo ha raccontato agli agenti che poco prima, mentre stava parcheggiando, aveva sentito un tonfo: aperto lo sportello aveva visto un uomo steso a terra che lamentava dolori alla gamba dicendo di essere stato investito durante la manovra.

Pioveva a dirotto e il giovane ha fatto salire sulla sua auto il presunto ferito, che gli ha mostrato una cicatrice all'inguine dicendogli che a causa della caduta gli faceva molto male. Insospettito dalla messinscena, il ragazzo ha chiesto all'uomo di uscire dall'auto e per tutta risposta si è visto mostrare un paio di occhiali rotti con la richiesta di cinquanta euro per la riparazione. L'automobilista, sempre più convinto di essere vittima di una truffa, gli ha di nuovo intimato di scendere dall'auto e per tutta risposta lo sconosciuto ha estratto dalla tasca un coltello e gliel'ha puntato contro.

Prima gli ha chiesto dei soldi, ma vedendo che il giovane nel portafogli aveva solo 20 euro, gli ha intimato di andare al bancomat a prelevarne altri. La vittima gli ha fatto notare di non avere carte da usare nel bancomat e a quel punto il rapinatore è sceso dall'auto e si è allontanato sotto la pioggia.

Denunciato l'accaduto, gli investigatori dell'Antirapina hanno subito pensato a un noto pluripregiudicato, tossicodipendente e nullafacente che, da alcuni mesi

per racimolare soldi è solito buttarsi contro le auto in manovra nei parcheggi inscenando poi finti investimenti e inducendo gli ignari automobilisti a liquidare piccole somme di denaro per evitare l'intervento della polizia municipale.

La vittima ha riconosciuto il volto del sospettato e il gip Maria Cristina Sarli, su richiesta del pm Andrea Bianchi, ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'indagato, che ora si trova in via Burla.


Motociclisti derubano il camionista che si ferma a soccorrerli.
Fingono l’incidente, scatta la rapina
L'Aquila
di PIETRO GUIDA 27 ottobre 2009

http://www.ilcentro.it/l-aquila/fingono ... -1.1389801

CARSOLI. Simulano un incidente stradale e rapinano un camionista. Il colpo, lungo la Tiburtina, è stato messo a segno da due motociclisti che sono riusciti ad accaparrarsi un bottino di circa mille euro. L’autotrasportatore è sceso per soccorrere i due, credendoli feriti, ma si è ritrovato di fronte a banditi armati. IL TRANELLO.

La rapina è avvenuta a pochi chilometri da Carsoli, all’altezza del bivio per la frazione di Tufo. I motociclisti hanno sorpassato il camion, in servizio per un’azienda di profilati del nucleo industriale di Avezzano, e qualche chilometro più avanti hanno preparato il tranello. Hanno quindi messo in scena l’incidente posizionando a terra la moto di grossa cilindrata. Uno dei due si è accasciato e l’altro ha finto di essere ferito. Il camionista, A.G.
, 32 anni, di Luco dei Marsi, quando è arrivato sul posto, dopo aver accostato il mezzo, è sceso per prestare soccorso ai due, credendoli feriti.

L’AGGUATO. A quel punto è stato aggredito. I motociclisti, armati, si sono fatti consegnare il portafogli con 700 euro e il telefono cellulare. Tutto è avvenuto nel giro di pochi secondi. L’autotrasportatore ha dovuto attendere l’arrivo di un automobilista per lanciare l’allarme.

UN PIANO STUDIATO. Il colpo è stato studiato nei particolari. Secondo quando accertato dagli investigatori, i rapinatori hanno ispezionato il tratto di strada compreso tra Carsoli e Tagliacozzo e scelto un punto e un orario (erano circa le 15) in cui la Tiburtina è poco trafficata. I due rapinatori forse hanno pensato che il camionista avesse appena consegnato un carico e fosse in possesso del denaro. Coì non era ma a quel punto si sono accontentati del portafogli e del telefono, per un totale di circa mille euro.

DUBBI SULL’ARMA. Sull’arma utilizzata per la rapina ci sono ancora punti oscuri. L’autotrasportatore ha infatti raccontato di non aver visto la pistola. E’ alquanto improbabile, però, che due banditi mettano in atto una rapina in strada senza un’arma. Su questo punto, infatti, i carabinieri stanno cercando di fare chiarezza e di ottenere maggiori indizi.

LE INDAGINI. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. Sono stati istituiti posti di blocco nella zona e una vasta area è stata circoscritta.

Dei motociclisti, però, nessuna traccia. Con ogni probabilità hanno imboccato l’autostrada, visto che il casello è a pochi chilometri dal luogo dove è avvenuta la rapina. Il camionista, inoltre, non è stato in grado di vedere la targa della moto.

CRESCE L’ALLARME. Nella Marsica, nelle ultime settimane è cresciuto l’allarme criminalità. Sono state otto in meno di un mese le rapine avvenute sul territorio. I controlli da parte delle forze dell’ordine sono stati intensificati, soprattutto nelle ore notturne, ma gli episodi sembrano non arrestarsi. L’ultimo che ha visto agire due motociclisti stato quello ai danni di un benzinaio sulla superstrada del Liri.



Mamma e figlia aggredite e derubate Consoli: "Fatto grave da accertare"
2017/10/26

http://catania.livesicilia.it/2017/10/2 ... ate_436806

CATANIA - Un altro presunto episodio di violenza. Una storia atroce quella raccontata questa mattina sulle colonne de La Sicilia, che ha creato molta indignazione nell'opinione pubblica catanese.

Secondo la ricostruzione del quotidiano regionale che ha raccolto la testimonianza di un ex vigile urbano una donna e una figlia di sei anni sarebbero state rapinate e violentemente aggredite. I fatti sarebbero accaduti qualche giorno fa, intorno alle 18,30 del pomeriggio. La donna - secondo la ricostruzione - stava percorrendo una delle strade del rione Pigno dopo aver fatto shopping al centro commerciale Le Porte di Catania. All'improvviso si sarebbe abbattuta in un falso incidente. Uno scooter Liberty 150 sull'asfalto e accanto due ragazzi che si sarebbero finti feriti. La giovane mamma si sarebbe fermata per prestare soccorso ma i due giovanotti si sarebbero scaraventati su di lei strappandole anche i vestiti. A questo dopo aver schiaffeggiato la figlia di 6 anni le avrebbero derubate di 70 euro e delle colannina che la piccola portava al collo. Qualche minuto dopo attirato dalle urla delle vittima sarebbe arrivato l'ex poliziotto della Municipale che avrebbe chiamato i familiarie le avrebbe aiutate. La donna che abiterebbe nella zona non avrebbe voluto denunciare la rapina, sempre secondo il racconto dell'ex vigile urbano, perché spaventata da possibili ripercussioni.

Sia la polizia municipale che la Questura di Catania, contattati da LiveSicilia, non sanno fornire indicazioni utili sui fatti raccontati questa mattina su La Sicilia. Si sta procedendo ad effettuare le dovute verifiche. Quello che lascia un po' l'amaro in bocca è che i fatti non siano stati denunciati, soprattutto visto il coinvolgimento di un ex agente della polizia municipale. Quindi un uomo delle istituzioni. Per questo motivo, ancora una volta, dalla Questura tengono ad evidenziare l'importanza della denuncia dei cittadini, sia come vittime che come testimoni di un reato.

Anche il vice sindaco Marco Consoli esorta i cittadini a denunciare ed evidenzia che al momento non ci sono riscontri alla notizia. "Bisogna verificare la fondatezza di quanto riportato sul giornale - dice Consoli. L'episodio se accertato resta grave e mi fa rinnovare l'appello ai cittadini: denunciare sempre per non rischiare di essere involontariamente complici di questi fatti inqualificabili", dichiara.




La denuncia del sindaco: “Preso a calci e pugni in strada da due finti feriti”
antonio e. piedimonte
2015/06/09

http://www.lastampa.it/2015/06/09/itali ... agina.html

Ha fatto il giro del web la foto di Edgardo Tiveron, sindaco di Corneliano d’Alba - 2000 abitanti in provincia di Cuneo a una decina di chilometri dalla capitale delle Langhe-, selvaggiamente picchiato per un cellulare e 50 euro. Il risultato: fratture al setto nasale, a uno zigomo, a una costola e una lussazione alla scapola.

Aggressione misteriosa

È successo sabato sera, mentre il primo cittadino, 54 anni, carabiniere in pensione, rientrava a casa da Torino dove aveva visto in tv la finale di Champions League. «Ero in auto e con me c’era anche un autostoppista a cui avevo dato un passaggio poco prima. All’altezza di La Loggia, ancora nel Torinese - racconta il sindaco -, abbiamo visto un uomo a terra e un altro che chiedeva aiuto. Neanche il tempo di scendere, che il finto ferito si è alzato. Ci hanno spinti a forza di nuovo nell’abitacolo e ci hanno portati in una stradina secondaria isolata, dove ci hanno buttati a terra e presi a calci e pugni, prima di portarci via quel poco che avevamo con noi, qualche decina di euro nel portafogli e i cellulari».

Secondo il racconto del sindaco, ancora sotto choc, dopo minuti sembrati ore, e dopo essere stati minacciati di non raccontare quanto accaduto, l’aggressione è improvvisamente finita e i due si sono dileguati a piedi nella notte. Le vittime, ferite, senza chiavi dell’auto prese dagli aggressori e senza telefoni, si sono messe a gridare in cerca di aiuto. A prestare i primi soccorsi un carabiniere non in servizio che passava con l’auto.

La rabbia su Facebook

«Una assurda bestialità, una violenza inaudita e gratuita – ha scritto Tiveron sfogandosi su Facebook e postando una foto che lo ritraeva in ospedale con il volto tumefatto, dopo le prime medicazioni (alcune ore dopo la foto è stata tolta dal social network) -. Sembravano stranieri, con accento dell’Est. Più gli ripetevo di non farci del male, che gli avrei dato ogni cosa, anche l’auto, e più colpivano». Il suo messaggio carico di rabbia e di accuse, e decisamente poco «istituzionale» sia nei toni sia nel contenuto, è stato condiviso centinaia di volte, tra parole di indignazione per l’accaduto e di solidarietà.

Le indagini

Ieri mattina, il sindaco della piccola comunità del Roero si è presentato in caserma a Moncalieri per sporgere denuncia e fornire particolari utili, dando il via alle indagini che cercheranno di fare luce sui punti ancora oscuri della vicenda e di risalire all’identità degli aggressori. Le due vittime hanno riportato fratture e abrasioni, ma sono state entrambe dimesse.



I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0904548886


Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
viewtopic.php?f=194&t=2624


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
viewtopic.php?f=196&t=2605


Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
viewtopic.php?f=205&t=2681
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » gio lug 26, 2018 6:35 am

La mia terra non è la tua terra. Chiudere i porti e presidiare ogni metro di costa
viewtopic.php?f=194&t=2784
La terra è di tutti ma ognuno ha la sua terra e la deve difendere. Chiudere i porti e presidiare ogni metro di costa e di confine.
Prima del proprio diritto a emigrare, esiste il dovere di chiedere agli altri il permesso di essere accolti e il loro diritto di negarlo.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » gio lug 26, 2018 6:37 am

«Vade retro Salvini», la Chiesa reagisce a certi toni sprezzanti
La copertina del numero 30 di Famiglia Cristiana in edicola da giovedì 26 luglio 2018

http://www.famigliacristiana.it/articol ... zanti.aspx

Una mano che si leva verso il volto di uno sconcertato ministro degli Interni; sotto, il titolo: «Vade retro Salvini». È la copertina del prossimo numero di Famiglia Cristiana, domani in edicola. «Niente di personale o ideologico», precisa il sommario, «si tratta di Vangelo».

Dopo l’ennesima tragedia di migranti morti in mare (le vittime sono già 1.490, dal primo gennaio al 18 luglio), Famiglia Cristiana fa il punto sull'impegno della Chiesa italiana . Il giornale apre l’inchiesta con le riflessioni della presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei): «Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto».

Famiglia Cristiana riprende inoltre le frasi più significative di numerosi vescovi come Mario Delpini (Milano, «Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera»), Matteo Zuppi (Bologna, «Le Ong non sono complici degli scafisti, se stanno lì vuol dire che c'è un problema»), Corrado Lorefice (Palermo, «Siamo noi i predoni dell’Africa! Siamo noi i ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li costringiamo a partire per non morire: bambini senza genitori, padri e madri senza figli»), Cesare Nosiglia (Torino, «Fa parte del problema anche l’esplodere di polemiche, l’aver trasformato certo dibattito pubblico in un’arena in cui chi vince non è questo o quel gladiatore, ma sempre il “padrone del circo”, il controllore dei canali mediatici, il manipolatore delle opinioni e dei sentimenti»), Antonio Staglianò (Noto, delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana: «Salvini sbaglia a dire: "Prima i poveri italiani e poi quelli africani". Noi non dovremmo neppure averne. Gli stranieri hanno sempre il diritto umano di essere accolti»), Gualtiero Bassetti (Perugia, presidente della Cei, «Non si può chiudere il porto quando arriva una nave che è piena di disgraziati che sono dei crocifissi, o per un motivo o per un altro; che nessuno sia lasciato morire in mare, lo chiedo con il cuore»).

Famiglia Cristiana ribadisce e fa sue le parole pronunciate dal cardinale Bassetti l'11 luglio, san Benedetto, nell'Abbazia di San Miniato al Monte, in Firenze: non è una questione ideologica o di schieramento politico, si tratta di riaffermare «il pensiero della Chiesa», che «è quello della parabola del Buon samaritano. La logica del cristianesimo è quella di prendersi cura».

Nell’inchiesta sull’emergenza migranti Famiglia Cristiana pubblica anche testimonianze e storie di inserimento, nonché due editoriali. Il primo è firmato dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente nazionale della Caritas italiana, che invita a scegliere come bussola le parole del Papa. E circa i migranti, aggiunge: «Non accoglierli, chiudendo loro soprattutto il cuore, significa non riconoscere Dio presente in loro, e perciò rifiutarLo. Mi chiedo, rifiutare Dio non è un atto di ateismo? Dobbiamo dunque sporcarci le mani e non trincerarci dietro un silenzio talvolta complice». Il secondo editoriale è di don Antonio Mazzi: «Noi di Exodus abbiamo aperto in Calabria cinque strutture per accogliere i minori. Insegniamo la lingua italiana, li aiutiamo a recuperare quel poco di scuola che hanno fatto nei loro Paesi ma, soprattutto, ascoltiamo i loro dolori e le loro paure, curiamo la loro salute e tentiamo, con fatica, di far capire che in Italia ci sono anche persone che li amano e che fanno di tutto perché nel loro mondo e nel nostro torni un po’ di pace. Vi debbo dire che, tornando dalla Calabria, sentendo sull’aereo i discorsi che facevano alcuni viaggiatori, la tristezza ha distrutto quel po’ di speranza che loro, gli invasori, mi avevano elargito».


Alberto Pento
Questi di Famiglia Cristiana sono degli idolatri fanatici e dementi, degli irresponsabili senza criterio che violano i diritti umani e civili dei cittadini italiani ed europei, che ci vorrebbero depredare delle nostre poche risorse per darle ad altri e che ci portano la morte e la guerra civile in casa. Questi sono il male, a favore dell'invasione e a sostegno del nazismo maomettano.
Oltretutto sono bugiardi e calunniatori perché accusano gli italiani e gli europei di depredare l'Africa e gli africani, il che non è assolutamente vero.
Basta finanziamenti pubblici a questi parassiti; basta 8xmille obbligatorio alle confessioni religiose e alla Chiesa Cattolica.



All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente, tanto meno agli asiatici e ai nazisti maomettani d'Asia e d'Africa
viewtopic.php?f=194&t=2494

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viewtopic.php?f=141&t=2746
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » gio ago 30, 2018 6:46 am

I paesi civili, di buona umanità difendono i loro confini, come ogni buon uomo fa con la propria casa e la sua proprietà
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3458729814

Non far del male ai tuoi concittadini, non tradirli, non lasciar che sia invaso il loro paese, non depredarli, non derubarli, non sottrarre e malversare le loro scarse risorse pubbliche, non calpestare il loro diritti umani e civili, non aumentare il loro enorme debito pubblico, non favorire l'immigrazione clandestina di chichessia specialmente dei nazisti maomettani e dei criminali africani che possono far loro un gran male. Non odiare la tua gente che è il tuo bene più grande, il tuo prossimo più vicino, l'altro più simile a te stesso.


Tutto quello che viene dato a questa gente che ci invade dall'Africa e dall'Asia, è sottratto, estorto, rubato, malversato, ... ai cittadini italiani che sono i soli legittimi proprietari delle risorse dello stato italiano.
In tale modo i cittadini italiani a milioni e milioni, poveri e disoccupati, giovani precari che non possono fare un famiglia, famiglie che non arrivano a fine mese, lavoratori e imprese, malati, disabili e vecchi vengono così criminalmente deprivati di risorse fondamentali alla loro esistenza, al loro benessere, al loro futuro, al punto che taluni possono anche morirne; in violazione dei valori, dei doveri e dei diritti umani naturali, universali e civili.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » dom set 23, 2018 9:34 am

Treviso: viaggio nel paese «scomunicato» da don Paolo: «I leghisti non sono cristiani»
Emilio Randon
22 settembre 2018

https://corrieredelveneto.corriere.it/t ... 52db.shtml

SANTA LUCIA DI PIAVE (TREVISO) Don Paolo, 46 anni, è un prete rock, guida la moto e gira in Bmw (modello 2005). Prete senza perpetua (ha la segretaria), è dotato di e-mail e pagina Facebook (frase preferita: «Tutte quelle di O.J. Simpson»), rasato fino a ieri oggi porta la barba (corta e ben curata), abitualmente veste in clergyman e in testa, quando può, si cala un zuccotto. È un prete moderno ma con la stoffa dura del saio. Insomma può sorprendere. La barba intanto: se le donne cambiano pettinatura quando cambiano uomo, cosa cova un prete che se la fa crescere? Già fatto, tutto avvenuto scritto e stampato sul bollettino parrocchiale «Insieme» dalle cui pagine don Paolo Cester, parroco di Santa Lucia di Piave, ha «scomunicato» gli elettori di Salvini. Tecnicamente toccherebbe al Papa, ma quanto a desideri ogni sacerdote può portarsi avanti con il lavoro. E lui lo ha fatto.


L’accusa

«Non sono cristiani questi sedicenti cattolici che riempiono le statistiche (si riferisce a un sondaggio del quotidiano Libero che stima nell’85% i cattolici a favore del ministro degli Interni, ndr.), mandano i figli al catechismo e chiedono – tutti – funerali cristiani ma non entrano in chiesa e scoprono dopo anni – a volte tanti anni – che il loro parroco è cambiato. Costoro non sono cattolici, dire sono cattolico ma non sono disposto ad accogliere i disperati è una contraddizione assoluta. Equivale a dire: sono cristiano ma non credo nella resurrezione, è come dire: sono interista ma spero che vinca la Juve».


Come in un film

Il giorno dopo il paese è andato in coma vigile, tramortito e senza parole: con il sole a picco di questo strano settembre vi potevano girare «Mezzogiorno di fuoco» o «Il buono, il brutto e il cattivo», con don Paolo nella parte del buono e il sindaco Riccardo Szumski a fare gli altri due. Non che Santa Lucia di Piave (9.400 abitanti, un decimo fatto da extracomunitari, benessere diffuso, povertà scarsa) sia diversa da qualsiasi altro insediamento della Pedemontana; qui le etnie politiche si spartiscono il territorio come altrove, gialli, rossi e verdi convivono nelle stesse proporzioni, quest’ultima sempre più ingombrante è vero ma non è una esclusività di Santa Lucia. La novità è che a Santa Lucia di Piave l’indicibile è stato detto – sine Ecclesia nulla salus e voi salviniani siete fuori - qui la brace che covava sotto la cenere ha preso fuoco e il conflitto tra chiesa e Lega è esploso come non si è visto da nessuna altra parte. Già sindaco e prete si guardavano in cagnesco dai due lati della piazza sulla quale entrambi hanno negozio, l’uno la canonica e l’altro lo studio medico (il sindaco fa anche il medico), in mezzo, un po’ scostata, c’è la statua in bronzo del Beato Fra’ Claudio che assiste impassibile. Finora era andata così: il medico riceveva i pazienti e, già che c’era, si prendeva cura anche della loro coscienza politica (i mutuati sono circa 1500 mutuati, le preferenze 2495), il secondo aveva in carico le anime. Con qualche sovrapposizione e alterne fortune – in fondo il popolo è lo stesso - ma nella reciproca sopportazione. Tutto ciò fino all’anatema di don Paolo, dopo di che le cose si sono parecchio complicate.


Don Camillo e Peppone

«Sembra di essere a Brescello con don Camillo e sor Peppone a parti invertite – dice il sindaco nel suo ufficio comunale, in bermuda, un tipo tosto anche lui – io che faccio il conservatore, lui a fare il progressista, ma così non dovrebbe essere, entrambi abbiamo il compito di convincere le persone nel dialogo, non litigando». Riccardo Szmuski è un venetista oltranzista, neanche Zaia è riuscito a fermarne la rielezione («battezza», o meglio registra i neonati donando loro una bandiera con il leone di San Marco e un certificato trilingue di pura veneticità, la prima in dialetto), e nemmeno il prete è farina per ostie, oltranzista anche lui, a modo suo, lui sta con papa Francesco e, in fondo non ha fatto altro che portare a conseguenza ciò che il Santo padre ripete da sempre: che cioé non si può negare l’accoglienza a chi la chiede, è un obbligo cristiano, non si respinge il migrante, è un figlio di Dio. «Chi non lo fa non è cristiano» ha concluso don Paolo, come gli «interisti che tifano Juve» e tutti gli altri, conniventi, ignavi o complici che, pur senza darsi personalmente da fare per cacciare i migranti, stanno a guardare e votano Salvini.
I compaesani

«Se ha detto questo, io che non sono mai andata in chiesa, ci vado di corsa per la prima volta e con entusiasmo» sbotta un’insegnante in pausa di mezzogiorno, ceto colto e riflessivo, col tempo pieno e poca voglia di parlare. «Consideri che sono di Conegliano - si scusa – quindi non c’entro». Non c’entra, però viene fuori che è una parente del sindaco. La famiglia è grande, il paese è piccolo e l’argomento è delicato. Magari c’entra il signore del tavolo accanto, ma è il bibliotecario e pur sempre un dipendente comunale. «Tra sindaco e il prete correva una vecchia ruggine da quando Szumski ha preteso l’Imu su certe pertinenze dell’ex parrocchia di Sarano dove don Paolo ospita una decina di extracomunitari. A quanto ne so non se ne è fatto niente. Ma per quanto riguarda l’argomento sui cristiani finti e i cristiani, no, in biblioteca non se ne parla». Paese piccolo, fronte mobile e cangiante, anzi nemmeno si sa dove sia il fronte tanto gli avversari sono mescolati, arruolati come sono su entrambi gli schieramenti. E non si presti troppa attenzione alla valanga di insulti che don Paolo si è preso sul web, la frattura attraversa le coscienze di ognuno e interroga tutti qui a Santa Lucia, chi più chi meno, coloro che bazzicano il lato della piazza dove c’è l’ambulatorio di questo strano sindaco-medico dai riti un po’ pagani e chi frequenta l’altro e va a messa, in fondo si tratta della stessa gente. «Ma poi, che c’è di strano in quel che dice don Paolo? - chiede Riccardo Sossai che di Szumski fu avversario nelle elezioni del 2017 - strano sarebbe che sostenesse il contrario, nel qual caso dovrebbe spretarsi». Don Paolo in questi giorni è irrintracciabile. Problemi personali. Per questo gli auguriamo di rimettersi presto.


Alberto Pento
Io per fortuna e per buona sorte mi sono liberato dall'ossessione cristiana e ragionevolmente se fossi cristiano mi vergognerei ad esserlo come questo povero prete senza rispetto per i valori, i doveri e i diritti umani, naturali, universali e civili dei nativi cittadini italiani ed europei.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » dom mar 17, 2019 2:19 pm

Ora se ne accorge anche la sinistra europea: "Controllare l'immigrazione"
Mauro Indelicato
Mar 17, 2019

http://www.occhidellaguerra.it/ineuropa ... migrazione

Il tema dell’immigrazione negli ultimi mesi in Europa assume toni ed aspetti diametralmente opposti a quelli degli scorsi anni. Sembra passato quasi un secolo da quando, nel mese di giugno 2018, contro il governo italiano si scatena l’ira di chi condanna la chiusura dei porti alle navi Ong impegnate nel Mediterraneo. Oggi sono proprio coloro che criticano all’epoca Roma a parlare di necessità di controllo dei flussi migratori, se non di vera e propria chiusura delle frontiere.

Il ridimensionamento in Europa dei “No borders”

Il cambiamento del clima sotto questo fronte, lo si nota soprattutto grazie in primo luogo alle nuove prese di posizione da parte di chi appena un anno fa parla in Europa della necessità di assecondare le politiche d’accoglienza.

Movimenti “no borders”, leghe anti razziste e gruppi che marciano a favore delle navi Ong, oggi sembrano spazzati via dagli eventi. In gran parte del vecchio continente si manifesta per le condizioni dell’economia, nascono movimenti (a partire dai gilet gialli) che hanno come primo obiettivo quello di criticare l’attuale sistema socio – economico partendo dal contrasto all’aumento di tasse e prezzi, lo spazio per retoriche pro immigrazione sembra ridursi anche a sinistra. Proprio lì dove dunque tutto nasce negli anni passati. In tutta Europa sono i partiti di sinistra adesso a rivedere le proprie posizioni sui movimenti migratori.

Lo fa Jeremy Corbins, leader dei Labour nel Regno Unito, il quale parla di “ragionevole controllo dell’immigrazione” e va giù duro anche contro gli effetti collaterali dell’ingresso incontrollato di migranti irregolari: “Occorre smetterla con la pratica vergognosa di reclutare forza lavoro a salario basso e portarla qui, per licenziare la forza lavoro già esistente e sottopagarla”, afferma nei giorni scorsi il numero uno laburista.

Ma anche in Francia si inizia ad essere poco teneri nei confronti del fenomeno migratorio: “Rubano il pane”, si azzarda ad affermare Luc Melenchon, leader del partito di sinistra La France Insoumise, che per pochi voti sfiora la possibilità di andare al ballottaggio nelle presidenziali del 2017. Proprio Melenchon nelle scorse settimane si rifiuta anche di firmare un appello pro accoglienza, come si legge su Libero, promosso da alcuni quotidiani francesi.

L’emblema spagnolo

C’è poi un governo, come quello di Madrid guidato dall’uscente Pedro Sanchez, che nel giugno 2018 si fa principale promotore del fronte pro accoglienza. Per mettersi di traverso alle politiche del neo insediato governo gialloverde a Roma, il primo ministro spagnolo e leader del Partito Socialista, decide di accogliere i migranti della nave Ong Aquarius.

Sono gli stessi respinti dal ministero dell’interno italiano, il quale nega l’autorizzazione all’attracco del mezzo nel nostro paese. Da quel momento Sanchez diventa in Europa punto di riferimento dei movimenti pro accoglienza. Ma ben presto la situazione cambia repentinamente: la Spagna vive una stagione di enorme incremento dei flussi migratori, i quali arrivano sia via terra nelle enclavi africane di Ceuta e Melilla, così come via mare. La rotta spagnola subisce un notevole incremento di approdi dall’Africa, si parla di numeri più che triplicati rispetto al 2017.

Questo costringe Sanchez a rivedere le sue politiche. Ed oggi la Spagna viene accusata dagli stessi movimenti pro accoglienza di “aver voltato la faccia” ai migranti. Madrid nega le autorizzazioni alla navigazione a tutte le navi che hanno come finalità quella del salvataggio nel Mediterraneo di chi arriva con i barconi, così come nell’ultimo bilancio risultano drasticamente ridimensionati i fondi destinati all’accoglienza. Si tratta del caso emblematico di come, in appena dodici mesi, sull’immigrazione anche la parte storicamente più favorevole nota la necessità di rivedere le proprie posizioni.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven mag 03, 2019 9:35 pm

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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » dom mag 19, 2019 8:18 pm

Papa: no a uso religione contro i deboli
Angelus,'è meccanismo perverso ma Gesù dalla parte degli ultimi'
11 novembre 201812:47

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... 7a185.html

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 11 NOV - "Gesù smaschera questo meccanismo perverso: denuncia l'oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose, dicendo chiaramente che Dio sta dalla parte degli ultimi". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus, sottolineando che il giudizio "risoluto" di Gesù è contro quelle persone che "si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge. E questo atteggiamento di superiorità e di vanità li porta al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa".



Alberto Pento
Suggerisco a Bergoglio che Dio, forse, non parteggia per nessuno e che non sta dalla parte di chichessia.
Probabilmente è l'idolo del Papa che invece parteggia per qualcuno contro qualcun'altro.

No all'uso della religione contro i sani, forti, i benestanti e ricchi, poiché non vi è alcuna colpa nell'essere sani, forti, benestanti e ricchi;
usare la religione per colpevolizzare e demonizzare la parte di umanità che è sana, forte, benestante e ricca è demenziale, disumano e un crimine contro l'umanità.
Se al mondo esistono i malnati, i disabili, gli ammalati, i deboli, i poveri, gli ultimi, non è necessariamente responsabilità e colpa dei sani, dei forti, dei benestanti e dei ricchi;
come non è colpa e responsabilità dei belli se esistono i brutti o colpa e responsabilità del bene se esiste il male.
Il disprezzo per gli altri (siano essi deboli o forti, poveri o ricchi, sani o ammalati) non appartiene necessariamente ai sani, ai forti e ai ricchi ma si trova spessissimo presso i poveri, gli ammalati e gli ultimi, magari accompagnato dall'odio, dall'invidia, dal rancore, da pretestuose forme di giustizia e di venedetta sociale, politica e religiosa che altro non è che predazione disumana.




Il capo dell'Unar fa la predica: "Chi rifiuta i migranti è moralmente inferiore"
Giuseppe Aloisi - Dom, 24/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 50953.html

Il coordinatore dell'Unar, che è un ente dipendente dal governo, boccia la "linea dura" di Salvini su migranti e immigrazione

Chi sostiene la bontà dell'accoglienza dei migranti non condivide la visione di un'Europa chiusa, quella non disponibile ad assistere in maniera acritica all'attività delle "navi umanitarie".

Questo è un fatto noto. Così com'è nota differenza di vedute sul tema. Ma c'è persino chi, pur coordinando un ente che dipende in modo stretto dalla presidenza del Consiglio dei ministri, è solito sostenere che l'onore del Vecchio Continente sia tutelato, nei tempi odierni, dalle tanto osteggiate imbarcazioni delle Ong.

Luigi Manconi, già esponente del Partito Democratico, ha le idee molto chiare. A riportare una serie di dichiarazioni di un uomo che oggi, per via dell'incarico ricevuto ai tempi del governo di Paolo Gentiloni, è divenuto il presidente dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, il cui acronimo è Unar, è stato il quotidiano La Verità.

La gestione dei fenomeni migratori interessa, in qualche modo, anche i suoi uffici. Ma l'Unar - come anticipato - è un ente riconducibile a palazzo Chigi, la cui tentua attuale dipende dall'alleanza tra la Lega di Matteo Salvini e il MoVimento 5 Stelle. Per questo i virgolettati di Manconi sembrano lasciare di stucco chi magari pensava dovesse esistere una certa convergenza tra chi detta la linea dell'esecutivo presieduto da Giuseppe Conte e il vertice di un ente di un Ufficio correlabile al premier. Il leader del Carroccio è per la "linea dura", ma Manconi vuole andare dritto per la sua strada.

Il fatto era già balzato alle cronache per via di una conferenza sull'immigrazione durante la quale Manconi non si era certo risparmiato. Ma l'ex piddino ha alzato il tiro in maniera sostanziosa: nel sostenere, per esempio, come coloro che non sono disposti ad accogliere i migranti si pongano al di "fuori dei valori condivisi". Fuori, ovviamente, di un'Europa che sarebbe chiamata ad essere più aperturista possibile. E tra i virgolettati spunta pure una definizione secondo cui gli stessi oppositori dell'accoglienza indiscriminata sarebbero "moralmente inferiori".

La costituzione morale di quella che altri chiamerebbero "civiltà occidentale", quindi, presuppone un atteggiamento pro migranti e il coordinatore dell'Unar, con buona pace del ministro dell'Interno, predica in maniera contrariata contro il blocco dei porti e le altre misure che sono state prese in questi mesi.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » dom mag 19, 2019 8:19 pm

La Libia è un inferno, ed è la Farnesina a dirlo: ma Salvini continua a rimandare indietro i migranti
Simona Musco
21 febbraio 2019

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... xKhXV_osBA

Il ministro dell'Interno ripete da mesi che riportare i migranti in Libia significa salvarli. Ma quando vengono rispediti a Tripoli finiscono in carcere in condizioni spaventose, senza acqua né cibo per giorni, sottoposti a torture, a rischio di epidemia e alla compravendita

Riportare i migranti in Libia significa salvarli, ripete da mesi il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma se sei italiano è meglio non metterci piede: non ci sono «adeguati standard di sicurezza». Un paradosso certificato dal sito del ministero degli Affari esteri, che nel suo periodico aggiornamento del portale “Viaggiare sicuri” inserisce la Libia tra i Paesi maggiormente a rischio, invitando gli italiani a non partire o ad abbandonare quella zona, in virtù di una «assai precaria situazione di sicurezza». Un concetto chiaro all’Europa, che attraverso la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud, ha più volte ricordato all’Italia che la Libia non è considerata un luogo sicuro e che nessun migrante salvato in mare dovrebbe essere riportato lì, ma non gradito a Salvini, che ha inaugurato il suo mandato chiedendo all’Ue di smetterla con «l’ipocrisia» e rendere quelli libici «porti sicuri». Una linea dalla quale non si è mai discostato, nonostante il rischio - ormai scampato - di finire a processo per il caso Diciotti: «è finito il business dei trafficanti e di chi non scappa dalla guerra - ha affermato in un’intervista a Mattino Cinque pochi giorni fa - I migranti si salvano, come ha fatto la guardia costiera libica, e si riportano indietro, così la gente smetterà di pagare gli scafisti per un viaggio che non ha futuro».

Ma è lo stesso governo di cui fa parte a smentire il ministro dell’Interno. L’aggiornamento risale infatti soltanto al 12 febbraio, dunque pochi giorni fa e in piena era gialloverde. «I viaggi (in Libia, ndr) sono assolutamente sconsigliati in ragione delle precarie condizioni di sicurezza nel Paese», si legge proprio in cima alla scheda delle informazioni generali. Poi tutta una sezione riguarda le condizioni di sicurezza del Paese, con l’invito ai connazionali «a non recarsi in Libia e, a quelli presenti, a lasciare temporaneamente il Paese in ragione della assai precaria situazione di sicurezza». Una situazione determinata dagli «scontri tra gruppi armati» che interessano «varie aree del Paese (incluso in Tripolitania, nell’area intorno a Sirte, a Sebha, Bengasi, Derna e Sabratha)». Il pericolo è alto anche nella capitale, segnala la Farnesina, zona in cui imperversa «la minaccia terroristica» e ad «elevato rischio rapimenti». Elevati i tassi di criminalità, «anche nelle principali città e strade del Paese, tra cui il tratto stradale costiero dalla Tunisia all'Egitto».

Una volta riportati in Libia, i migranti intercettati in mare finiscono in carcere in condizioni spaventose, spesso senza acqua né cibo per giorni, sottoposti a torture, a rischio di epidemia e sottoposti alla compravendita degli aguzzini locali.

Tra i pericoli segnalati anche la presenza di cellule jihadiste in varie zone del Paese, inclusa la capitale. «Attacchi terroristici rivolti a libici e stranieri, anche con ricorso ad autobombe, hanno avuto luogo a Tripoli (da ultimo contro la Commissione Elettorale il 2 maggio e contro la National Oil Corporation il 10 settembre 2018 - continua il report - Si sottolinea che standard adeguati di sicurezza non sono garantiti nemmeno nei grandi hotel della capitale, che sono anzi considerati ad alto rischio. Si richiama inoltre l'elevato rischio di sequestri di cittadini stranieri, a scopo di estorsione o di matrice terrorista, in tutto il Paese».

Spostarsi sul territorio è rischioso, al punto che tra le raccomandazioni vi è quella di evitarlo, assieme a riprese video o fotografie «a qualsiasi sito di rilevanza politica (ministeri, ambasciate, eccetera) nonché militare (inclusi porti, aeroporti e check point)», raccomandazioni che confermano una situazione socio-politica tutt’altro che serena. Così come la situazione sanitaria: le strutture sul territorio «sono inadeguate», tanto da consigliare lo spostamento di eventuali pazienti in Italia, Tunisia o Malta, anche se «le evacuazioni mediche dalla Libia sono per il momento estremamente problematiche», mentre molti medicinali risultano irreperibili. E per concludere, gli aeroporti sono spesso chiusi per «eventi sul piano della sicurezza», mentre si registrano attacchi aerei «sulla città di Misurata», in particolare contro l’aeroporto internazionale, il porto e alcune strutture industriali. Così come si verificano di frequente chiusure al valico di frontiera libico-tunisino di Ras Jadir. E in ogni caso, conclude la Farnesina, «ogni spostamento nel Paese, su ruota, comporta un elevatissimo rischio ed è fortemente sconsigliato».

La Libia, dunque, non è un posto sicuro. E se non bastassero le raccomandazioni del ministero degli Affari esteri, anche il report dell’Unhcr evidenzia una situazione drammatica: una volta riportati in Libia, i migranti intercettati in mare finiscono in carcere in condizioni spaventose, spesso senza acqua né cibo per giorni, sottoposti a torture, a rischio di epidemia e sottoposti alla compravendita degli aguzzini locali. Col rischio, poi, di pagare una seconda volta nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e scappare dall’inferno. Al punto da arrivare a dire «meglio morire in mare che tornare in Libia»


La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare
viewtopic.php?f=194&t=2665
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1291917795
Non soccorrere in mare e non accogliere chi ti può fare del male, chi abusa della legge del mare per invaderti clandestinamente, per depredarti, per ridurti in schiavitù e per ucciderti, lascialo al mare.



Gino Strada. «La società civile è nel mirino. Siamo sul precipizio, serve uno scatto»
Diego Motta giovedì 9 maggio 2019

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... uno-scatto

Il fondatore di Emergency punta il dito contro la nuova deriva e rilancia il dibattito aperto da Avvenire. Al suo attivo 25 anni di impegno con almeno dieci milioni di persone «aiutate a casa loro»

Ne ha aiutati tanti, «almeno dieci milioni di persone, a casa loro ». Gino Strada resta un personaggio profondamente scomodo, apparentemente pacato nei modi ma radicale ed estremo nei temi e nelle scelte di campo. Eppure nei suoi 25 anni di storia con Emergency, festeggiati proprio in questi giorni, tutti gli riconoscono il merito della coerenza e dell’impegno disinteressato, nelle frontiere più calde del pianeta. «Non so se i miei pensieri siano controcorrente, quel che è certo è che i pensieri che oggi vanno per la maggiore ci stanno portando sull’orlo di una cascata, anzi di un precipizio » racconta. Questo medico che procede in direzione ostinata e contraria ha letto l’inchiesta lanciata da 'Avvenire' sulla solidarietà nel mirino e senza indugio prende posizione. «In Italia ci sono milioni di persone che fanno volontariato tutti i giorni: sono un grande patrimonio da preservare ma non hanno voce. Non hanno nemmeno la possibilità di trovare una rappresentanza politica, sia pur imperfetta. Ecco: bisognerebbe che nella società italiana qualcuno cominciasse a far scattare una scintilla, a proporre qualcosa di nuovo, soprattutto in una fase storica come questa».

Si aspettava un tale clima d’odio nei confronti di chi opera a fianco degli ultimi?
Per essere chiari sin da subito: la criminalizzazione delle organizzazioni non governative è cominciata con i governi di centrosinistra. È stato Minniti a spianare la strada a Salvini. Però, di quest’ultimo anno, mi ha sorpreso la capacità tutta italiana di mandare al macero in pochissimo tempo i principi fondanti della nostra società. Non mi aspettavo che si arrivasse a teorizzare il rifiuto dell’altro, a fare propaganda in modo becero soffiando sul fuoco dell’indifferenza totale ai bisogni delle persone.

È una politica che sembra partire dall’aporofobia, ha detto Zamagni, cioè dal rifiuto se non dal disprezzo del povero. È d’accordo?
Sì, sono molto preoccupato anch’io. Si sta sdoganando tutto: l’uso delle armi a scopo personale, la logica della violenza dell’uomo contro un altro uomo, persino le aberrazioni della tortura. Ripeto: stiamo tornando indietro di decenni. Vuole un esempio concreto? Tanti adesso dicono: aiutiamoli a casa loro. Noi lo facciamo da sempre, senza slogan, cercando di dare il nostro contributo. Ma per noi vuol dire prenderci cura di chi soffre la guerra, non respingere chi arriva in mare per rimandarlo schiavo nei centri di detenzione.

Dei tanti fronti aperti nell’offensiva contro il non profit e il Terzo settore, quali la preoccupano di più?
Mi preoccupano intanto le contraddizioni evidenti tra quel che si dice e quel che si fa: diciamo 'aiutiamoli a casa loro' e poi tagliamo i fondi alla cooperazione internazionale. Nessuno poi sa spiegarmi perché dobbiamo continuare a produrre ed esportare armi: che vuol dire 'ci sono accordi commerciali firmati con altri Paesi'? Che siamo d’accordo col produrre morte per migliaia di persone? Lo stesso discorso vale per tanti poveri in Italia: vogliamo condannarli a vivere una vita non degna di essere vissuta?

Vede degli anticorpi possibili rispetto alla situazione che si è venuta a creare?
Ritrovo in realtà tracce ben visibili di cose successe tanti decenni addietro, che nessuno si sarebbe mai augurato di rivedere. È in atto lo sdoganamento del fascismo, non bisogna avere paura a dirlo. C’è il ritorno a pratiche di discriminazione e di sopraffazione che non solo non vengono più condannate, ma che oggi vengono osannate in vario modo. In pubblico, sui social, nei comizi. È una deriva sociale, culturale e morale quella che stiamo vivendo. È proprio il senso della morale comune che si è smarrito.

La responsabilità è dell’attuale governo?
Una volta i partiti avevano a cuore i valori sociali prima di tutto. Concetti morali semplici: io quando ero ragazzo, da figlio di operai, vivevo in una famiglia in cui era considerato un disonore non rispettare gli impegni presi e non pagare in tempo le spese di casa. Oggi ci sono ministri che hanno rubato decine di milioni e nessuno dice niente. Quando Salvini apre bocca, gli si dovrebbe dire 'restituisci i 49 milioni', invece tutti si accodano al potente di turno. Per non parlare degli esponenti Cinque Stelle, i nuovi giganti del pensiero, e di quel che resta del Pd e della sinistra, che hanno dato per primi il cattivo esempio e dovrebbero sparire.

Da dove ripartire, dunque?
C’è molta voglia di una nuova resistenza nella società civile, fatta da milioni di persone che non si sentono rappresentate dal linguaggio e dalle politiche d’odio di questi tempi. La vedo nel mondo laico e non solo. Mi trovo regolarmente d’accordo con le posizioni assunte da papa Francesco a favore degli ultimi, a sostegno dei migranti e di chi vive nelle periferie della Terra. Mi chiedo perché non lo si ascolti mai abbastanza, anche tra i cattolici, e perché non nasca da questa predicazione una mobilitazione di popolo, quasi che le piazze siano diventate il monopolio soltanto di qualche fascistello con il Rosario in mano.

Lo spirito antisolidaristico dei tempi travolgera’ a questo punto anche l’Europa?
L’Italia è un’anomalia, un clima di contrapposizione sociale e culturale come quello che si respira da noi non mi risulta in altri Paesi. Senza dubbio, l’Ue era un possibile faro per la politica internazionale e adesso sta riaffiorando l’idea hitleriana della Fortezza Europa, figlia di una politica reazionaria e violenta. Sembra finita l’idea di una comunità continentale come quella pensata dai padri fondatori. Si chiudono le porte ai migranti e si dice che nessuno deve passare i confini, eppure razionalmente il nostro Paese e tutto il Vecchio continente hanno bisogno dell’afflusso di stranieri, non solo per ragioni di lavoro. La vera speranza è ancora una volta rappresentata dai giovani, che si mettono in fila ai nostri banchetti, che vogliono partecipare, che chiedono una società finalmente pacificata, dove non ci sono nemici ma uguali diritti per tutti. Sono loro la speranza che si torni a investire in cultura, in istruzione. In una parola: civiltà.


Alberto Pento
Questi demo nazi comunisti sono il peggio dell'ipocrisia delle vere schifezze umane!
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