Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 9:55 am

Matrimoni finti per ottenere la cittadinanza: sei denunciati
08.01.2018

http://corrieredellumbria.corr.it/news/ ... ciati.html

L'indagine sul favoreggiamento alla permanenza illegale in Italia della polizia di Stato è scattata nel mese di agosto e ha portato alla denuncia di 6 persone.
In sostanza, le donne extracomunitarie senza permesso di soggiorno, pagando una somma di circa 5 mila euro, regolarizzavano la loro posizione unendosi in matrimonio con compiacenti cittadini italiani. A finire nella lente di ingrandimento sono stati 4 matrimoni che hanno interessato donne di origine domenicana e che si sarebbero dovuti celebrare al Comune di Terni.
Le menti di questi finti sposalizi sarebbero dunque stati due uomini, un 50enne italiano e un 46enne dominicano. Dall'indagine della polizia è emerso che giovani ternani, in cambio di soldi (somme che variavano dai 1.500 euro ai 2.500 euro) accettavano di unirsi in matrimonio a sconosciute donne domenicane, con la garanzia di ottenere il cosiddetto "divorzio breve" poco dopo.
I due artefici si occupavano di tutto: reperivano compiacenti mariti, organizzavano tutte le incombenze legate al matrimonio, da quelle burocratiche, accompagnando i futuri mariti presso gli uffici interessati, al reperimento di compiacenti testimoni alle nozze laddove non erano loro stessi a svolgere tale ruolo. E non solo: inventavano pure storie d'amore e utili indicazioni da fornire agli sposi al fine di sviare eventuali controlli di polizia.
In tutti i casi, i matrimoni non sono stati celebrati grazie all'intervento della Digos. Gli organizzatori e le persone coinvolte sono stati denunciati alla procura della Repubblica per il reato di tentato favoreggiamento alla permanenza di stranieri irregolari sul territorio nazionale.
Per le spose è scattata la denuncia per violazione della normativa sul soggiorno e avviato l'iter per l'espulsione.


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/ ... giano.html

https://ilmattino.it/napoli/cronaca/fin ... 79572.html

http://www.lastampa.it/2017/07/14/edizi ... agina.html

http://www.trevisotoday.it/cronaca/matr ... -2017.html

http://www.prontoprofessionista.it/arti ... i-pu%F2-ma

http://www.lasicilia.it/news/messina/10 ... ssina.html

http://brescia.corriere.it/notizie/cron ... f2a7.shtml

http://ragusa.gds.it/2015/02/11/organiz ... ini_310563



I FINTI MATRIMONI DEI SINTI PER AVERE LA CITTADINANZA
Cronaca del Veneto
23 febbraio 2017

http://www.cronacadelveneto.com/i-finti ... ttadinanza

Le false nozze per ottenere la cittadinanza italiana costavano 30mila euro. Il cuore di un’organizzazione kosovaro-sinti sgominata dalla polizia si trovava a Tarzo. Ieri è scattato il blitz che ha portato all’arresto di un kosovaro e della sua compagna ucraina. Lulzim Gashi, 37 anni e Olha Derevoriz, 24 anni sono stati bloccati nella loro abitazione di Corbanese. Con loro in manette sono finite due complici residenti in Toscana, Pamela Jennifer Monini, 27 anni, e Meghi Re­inart, 33 anni. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’indagine è stata coordinata dalla squadra mobile di Lucca e gli arresti a Tarzo sono stati effettuati con il supporto della squadra mobile di Treviso e le pattuglie del commissariato di Conegliano. Niente pranzi o centinaia di invitati, niente regali, ma il valore dato alla cittadinanza. Dall’altra parte le due donne reclutavano compiacenti ragazzi sinti, da campi nomadi di Lucca e Prato. Le donne ritornavano nei campi sinti con qualche migliaio di euro in più, mentre gli uomini prendevano la direzione della Svizzera.



Palermo, finti matrimoni per far arrivare migranti: 15 condannati
Pene da 4 anni e 8 mesi fino a 13 anni. Il covo era una profumeria di Roma dove scorreva il flusso di denaro per gli sbarchi
di FRANCESCO PATANE'
22 marzo 2018

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -191974023

Palermo, finti matrimoni per far arrivare migranti: 15 condannati
Inscenavano finti matrimoni per ottenere ricongiungimenti familiari per i migranti. Il tutto dietro lauti compensi. La giudice per l'udienza preliminare di Palermo Patrizia Ferro ha condannato quindici imputati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e falso. L'indagine è stata condotta dai sostituti procuratori Geri Ferrara e Claudio Camilleri è partita dalle rivelazioni del pentito Wehabrebi Atta.

I finti matrimoni venivano inscenati grazie alla complicità di cittadini extracomunitari compiacenti, alcuni già in Italia con regolare permesso di soggiorno, e permettevano ai trafficanti di uomini di far arrivare i migranti dal Centro Africa fino al Nord Europa. Il covo dell'organizzazione era una profumeria di Roma che si trova nei pressi della stazione Termini. Qui, secondo gli inquirenti della Dda di Palermo, scorreva il flusso di denaro per gli sbarchi.

Queste le condanne: 10 anni e un mese per Sebsibie Tadele, 7 anni e 5
mesi per Tesfay Shimuie, 8 anni in continuazione per Nuredin Atta Wehabrebi, 4 anni e 8 mesi per Ehite Yirga Akibo, 10 anni per Solomon Gebremichael Araya, 7 anni e un mese per Gebreegziaber Furtuna Gebremeskel, 4 anni e 8 mesi per Mekdes Ketema, 4 anni e 8 mesi per per Asmeret Weldekidan, 4 anni e 8 mesi per Lemlen Zemikal, 6 anni per Nobiyou Aklilu, 4 anni e 8 mesi per Danal Netin, 13 anni e 4 mesi per Yared Afwerke, 6 anni per Yemane Berhe, 6 anni e 4 mesi per Hadish Gihlagabr.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 10:06 am

Ecco personaggi e organizzazioni fautrici, promotrici, sostenitrici dell'immigrazione indiscriminata e scriteriata e della clandestinità

Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
viewtopic.php?f=205&t=2668
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2617721208

Questi non salvano vite ma ci tolgono la vita; questi sono criminali che violano i nostri diritti umani e civili.



Queste ONG in molti casi sono produttori di male mascherato da bene



Ong, i produttori di bene al di sopra della legge
Anna Bono

http://www.lanuovabq.it/it/ong-i-produt ... 4.facebook

Le Organizzazioni non governative sono centinaia di migliaia. Fanno del bene e lo fanno bene, guai a metterlo in dubbio; e, poiché fanno del bene e "lo fanno bene", per loro è lecito sfidare i governi. Ultimo esempio in ordine di tempo è quello della Ong spagnola Open Arms la cui nave ProActiva è sotto sequestro a Catania, per aver trasportato 218 persone raccolte in acque libiche. Il sospetto è che sia collusa con i trafficanti di esseri umani. E peggiora l'immagine della solidarietà internazionale.

AUMENTA LA PRESSIONE SULL'UE MEDITERRANEA di Gianandrea Gaiani
Open Arms, conferenza stampa

Le Organizzazioni non governative sono centinaia di migliaia. Ce n’è di piccole, fondate e amministrate da alcune persone che hanno deciso di aiutare il prossimo in difficoltà: ad esempio, medici che dedicano le ferie a prestare servizio volontario negli ambulatori africani e, per dotarli di apparecchiature e presidi sanitari, si tassano e invitano amici e conoscenti a contribuire finanziariamente. Altra cosa sono le Ong internazionali come Medici senza frontiere, Save the Children, Amnesty International, con migliaia di soci e dipendenti retribuiti e bilanci milionari grazie a cospicue donazioni, private e pubbliche. Sono in grado di realizzare progetti di sviluppo e assistenza di vaste proporzioni e di attivarsi con prontezza all’insorgere di emergenze umanitarie in qualsiasi parte del mondo.

Piccole o grandi, le accomuna la missione di essere utili e spesso, come stiamo scoprendo, la pretesa di esserlo, indiscutibilmente. Fanno del bene e lo fanno bene, guai a metterlo in dubbio; e, poiché fanno del bene e lo fanno bene, per loro è lecito sfidare i governi, scegliere come, dove e quando agire, porsi al di sopra delle leggi, nazionali e internazionali, venire a patti con il diavolo stipulando accordi con gruppi armati e terroristi. Possono contare sul formidabile sostegno delle Nazioni Unite e di alcune tra le più potenti fondazioni private.

Un esempio clamoroso è quello delle Ong associate alle organizzazioni criminali che trasportano gli emigranti illegali diretti in Europa. Intervengono su richiesta degli scafisti, trasferiscono sulle rispettive navi e poi sbarcano gli emigranti illegali, la maggior parte dei quali si fingono profughi per chiedere asilo, e poi ripartono per una nuova “missione” imponendo all’Italia di farsi carico delle persone da loro “salvate”, pena, in caso contrario, l’accusa di non essere solidali, di “alzare muri” dove bisognerebbe “costruire ponti”.

Emblematico è il caso più recente, di cui è protagonista l’Ong spagnola Open Arms. Il 15 marzo la ProActiva, la nave noleggiata dalla Ong per operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, ha risposto a una richiesta di aiuto proveniente da un gommone. Nonostante che la Guardia costiera libica avesse assunto il comando delle operazioni di soccorso, è entrata in acque libiche e ha preso a bordo 218 persone. Ne ha lasciate a Malta due, una donna e il figlio di tre mesi, e ha poi proseguito verso l’Italia chiedendo l’autorizzazione a sbarcare. L’Italia ha replicato che la richiesta andava rivolta allo stato di appartenenza, la Spagna in questo caso, o al paese più vicino, Malta, ma la nave ha continuato la rotta verso il porto siciliano di Pozzallo dove alla fine il 17 marzo ha ottenuto l’autorizzazione a sbarcare gli emigranti. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha disposto il sequestro della ProActiva e ha iscritto al registro degli indagati il comandante della nave, il coordinatore a bordo e il responsabile della Ong con l’accusa di associazione a delinquere per favorire l’immigrazione clandestina.

“Non è pensabile che sia stato istituito il reato di solidarietà” è stato il sarcastico commento di un legale della Open Arms. Inutile provare a spiegare che gli immigrati che si affidano ai trafficanti, oltre a essere clandestini, non provengono quasi mai da paesi in guerra e nessuno fugge da situazioni di povertà estrema, ma che in compenso l’afflusso in Europa di centinaia di migliaia di persone che bisogna ospitare per lunghi periodi va a danno dei 60 milioni di profughi effettivi, di decine di milioni di persone in condizione di povertà estrema, delle campagne sanitarie che salvano milioni di vite, dei programmi di sostegno, sviluppo ed emergenza perché riduce i fondi che l’Unione Europea e gli stati europei, i maggiori finanziatori della cooperazione internazionale insieme agli Stati Uniti, sono in grado di offrire.

Chi ha famigliarità con il mondo delle Ong, dell’Onu e della cooperazione internazionale non si stupisce. Qualunque sia l’ambito di intervento, le Ong si regolano allo stesso modo. Quasi tutte, ad esempio, ritengono che l’Africa sia povera perché è sovrappopolata: non è vero, ma loro credono che sia così. Quindi puntano sul controllo delle nascite più che sulla crescita economica, anche perché diffidano dello sviluppo “occidentale” e propendono per una “decrescita felice” per tutti. I loro interventi però danno risultati deludenti. Il motivo è che gli africani desiderano avere dei figli e inoltre, finchè non ci saranno sistemi di previdenza sociale che assicurino pensioni di invalidità e vecchiaia, ne hanno bisogno. Le Ong non lo capiscono e allora dal controllo delle nascite tramite i profilattici passano alla sterilizzazione e all’aborto.

Stiamo parlando di organizzazioni non governative con fini umanitari. Quelle ambientaliste non sono da meno. Molte se non tutte hanno sposato la teoria del riscaldamento globale di origine antropica, credono ciecamente nelle teoria della impronta ecologica. Quindi vanno a dipingere di bianco le montagne spalmandole di calce e albume, si fanno finanziare progetti per convincere la gente a mangiare gli insetti (una carne più buona e nutriente di quella dei mammiferi oltre che “responsabile”, dicono), ogni anno partono in spedizioni per misurare di quanto si sono ridotti i ghiacci artici (e ogni volta bisogna provvedere a disincagliare le loro navi imprigionate nei ghiacci “residui”).

Nelle scorse settimane si è anche scoperto che non tutti i dipendenti delle Ong sono affidabili. Le denunce di abusi sessuali su donne e bambine hanno coinvolto alcune Ong tra le più accreditate e, come è stato osservato, si tratta della punta dell’iceberg. La reazione infastidita allo scandalo dell’amministratore delegato della Oxfam Mark Goldring la dice lunga: “Che cosa abbiamo mai fatto? Mica abbiamo ucciso dei neonati in culla!”.



I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
viewtopic.php?f=141&t=2574


ONU - UNESCO e altri FAO - UNICEF (no grazie!) - e Facebook ?
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.
viewtopic.php?f=205&t=2404
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 7:55 pm

Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
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Questi non salvano vite ma ci tolgono la vita; questi sono criminali che violano i nostri diritti umani e civili.



Queste ONG in molti casi sono produttori di male mascherato da bene

Ong, i produttori di bene al di sopra della legge
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Le Organizzazioni non governative sono centinaia di migliaia. Fanno del bene e lo fanno bene, guai a metterlo in dubbio; e, poiché fanno del bene e "lo fanno bene", per loro è lecito sfidare i governi. Ultimo esempio in ordine di tempo è quello della Ong spagnola Open Arms la cui nave ProActiva è sotto sequestro a Catania, per aver trasportato 218 persone raccolte in acque libiche. Il sospetto è che sia collusa con i trafficanti di esseri umani. E peggiora l'immagine della solidarietà internazionale.

AUMENTA LA PRESSIONE SULL'UE MEDITERRANEA di Gianandrea Gaiani
Open Arms, conferenza stampa

Le Organizzazioni non governative sono centinaia di migliaia. Ce n’è di piccole, fondate e amministrate da alcune persone che hanno deciso di aiutare il prossimo in difficoltà: ad esempio, medici che dedicano le ferie a prestare servizio volontario negli ambulatori africani e, per dotarli di apparecchiature e presidi sanitari, si tassano e invitano amici e conoscenti a contribuire finanziariamente. Altra cosa sono le Ong internazionali come Medici senza frontiere, Save the Children, Amnesty International, con migliaia di soci e dipendenti retribuiti e bilanci milionari grazie a cospicue donazioni, private e pubbliche. Sono in grado di realizzare progetti di sviluppo e assistenza di vaste proporzioni e di attivarsi con prontezza all’insorgere di emergenze umanitarie in qualsiasi parte del mondo.

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Un esempio clamoroso è quello delle Ong associate alle organizzazioni criminali che trasportano gli emigranti illegali diretti in Europa. Intervengono su richiesta degli scafisti, trasferiscono sulle rispettive navi e poi sbarcano gli emigranti illegali, la maggior parte dei quali si fingono profughi per chiedere asilo, e poi ripartono per una nuova “missione” imponendo all’Italia di farsi carico delle persone da loro “salvate”, pena, in caso contrario, l’accusa di non essere solidali, di “alzare muri” dove bisognerebbe “costruire ponti”.

Emblematico è il caso più recente, di cui è protagonista l’Ong spagnola Open Arms. Il 15 marzo la ProActiva, la nave noleggiata dalla Ong per operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, ha risposto a una richiesta di aiuto proveniente da un gommone. Nonostante che la Guardia costiera libica avesse assunto il comando delle operazioni di soccorso, è entrata in acque libiche e ha preso a bordo 218 persone. Ne ha lasciate a Malta due, una donna e il figlio di tre mesi, e ha poi proseguito verso l’Italia chiedendo l’autorizzazione a sbarcare. L’Italia ha replicato che la richiesta andava rivolta allo stato di appartenenza, la Spagna in questo caso, o al paese più vicino, Malta, ma la nave ha continuato la rotta verso il porto siciliano di Pozzallo dove alla fine il 17 marzo ha ottenuto l’autorizzazione a sbarcare gli emigranti. Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha disposto il sequestro della ProActiva e ha iscritto al registro degli indagati il comandante della nave, il coordinatore a bordo e il responsabile della Ong con l’accusa di associazione a delinquere per favorire l’immigrazione clandestina.

“Non è pensabile che sia stato istituito il reato di solidarietà” è stato il sarcastico commento di un legale della Open Arms. Inutile provare a spiegare che gli immigrati che si affidano ai trafficanti, oltre a essere clandestini, non provengono quasi mai da paesi in guerra e nessuno fugge da situazioni di povertà estrema, ma che in compenso l’afflusso in Europa di centinaia di migliaia di persone che bisogna ospitare per lunghi periodi va a danno dei 60 milioni di profughi effettivi, di decine di milioni di persone in condizione di povertà estrema, delle campagne sanitarie che salvano milioni di vite, dei programmi di sostegno, sviluppo ed emergenza perché riduce i fondi che l’Unione Europea e gli stati europei, i maggiori finanziatori della cooperazione internazionale insieme agli Stati Uniti, sono in grado di offrire.

Chi ha famigliarità con il mondo delle Ong, dell’Onu e della cooperazione internazionale non si stupisce. Qualunque sia l’ambito di intervento, le Ong si regolano allo stesso modo. Quasi tutte, ad esempio, ritengono che l’Africa sia povera perché è sovrappopolata: non è vero, ma loro credono che sia così. Quindi puntano sul controllo delle nascite più che sulla crescita economica, anche perché diffidano dello sviluppo “occidentale” e propendono per una “decrescita felice” per tutti. I loro interventi però danno risultati deludenti. Il motivo è che gli africani desiderano avere dei figli e inoltre, finchè non ci saranno sistemi di previdenza sociale che assicurino pensioni di invalidità e vecchiaia, ne hanno bisogno. Le Ong non lo capiscono e allora dal controllo delle nascite tramite i profilattici passano alla sterilizzazione e all’aborto.

Stiamo parlando di organizzazioni non governative con fini umanitari. Quelle ambientaliste non sono da meno. Molte se non tutte hanno sposato la teoria del riscaldamento globale di origine antropica, credono ciecamente nelle teoria della impronta ecologica. Quindi vanno a dipingere di bianco le montagne spalmandole di calce e albume, si fanno finanziare progetti per convincere la gente a mangiare gli insetti (una carne più buona e nutriente di quella dei mammiferi oltre che “responsabile”, dicono), ogni anno partono in spedizioni per misurare di quanto si sono ridotti i ghiacci artici (e ogni volta bisogna provvedere a disincagliare le loro navi imprigionate nei ghiacci “residui”).

Nelle scorse settimane si è anche scoperto che non tutti i dipendenti delle Ong sono affidabili. Le denunce di abusi sessuali su donne e bambine hanno coinvolto alcune Ong tra le più accreditate e, come è stato osservato, si tratta della punta dell’iceberg. La reazione infastidita allo scandalo dell’amministratore delegato della Oxfam Mark Goldring la dice lunga: “Che cosa abbiamo mai fatto? Mica abbiamo ucciso dei neonati in culla!”.


I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
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ONU - UNESCO e altri FAO - UNICEF (no grazie!) - e Facebook ?
Mito e organizzazioni parassitarie e criminali che non promuovono affatto i diritti umani, le libertà, il rispetto e la fraternità tra gli uomini, le genti, i popoli, le etnie, le nazioni, gli stati.
viewtopic.php?f=205&t=2404


La legge o convenzione internazionale del soccorso in mare
viewtopic.php?f=194&t=2665
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1291917795


Il radar degli 007 incastra le Ong: "Si muovo insieme agli scafisti"
Claudio Cartaldo - Mer, 21/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 07487.html

In soccorso degli investigatori italiani sarebbe arrivato un satellite israeliano: "Un movimento sincronico che consente alle Ong di essere nel posto giusto al momento giusto"

Tecnologie israeliane, intercettazioni, servizi segreti e satelliti speciali. Con tutti i mezzi a loro disposizione le Procure di Catania e Trapani (ma non solo) stanno cercando di registrare i movimenti delle Ong che operano nel Mediterraneo.

Secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, le attività di intelligence e di polizia giudiziaria procedono a pari passo. L'una sostiene l'altra, nonostante i dati poi non è detto che possano essere utilizzati in un procedimento. A permettere le indagini sarebbe un satellite del ministero della Difesa che i poliziotti dello Sco (servizio operativo centrale) e la Guardia di Finanza stanno utilizzando per analizzare i movimenti dei migranti sulla costa libica e quelli delle navi umanitarie.

Cosa ne emergerebbe? Quello che in tanti sospettavano: "Filmati e intercettazioni dei telefoni satellitari - scrive il Fatto - hanno convinto gli inquirenti che tra Ong e scafisti si siano realizzati nel tempo contatti". Dei "contatti" dimostrati dal fatto che "agli assembramenti dei migranti sulla costa, pronti a imbarcarsi, corrispondevano precisi movimenti delle navi di alcune Ong. Un movimento sincronico che consentiva ai volontari di essere nel posto giusto al momento giusto".

Gli investigatori, inoltre, si sarebbero serviti anche di una sofisticata tecnologia israeliana che permette di tracciare il movimento delle navi anche quando spengono il trasponder. Non dovrebbe essere necessario, visto che le Ong che hanni formato il codice di condotta sarebbero costrette a tenerlo acceso. Ma nel Mare Nostrum tutto è possibile. E le procure indagano.

Non è un caso dunque se dopo il seuqestro della nave Iuventa disposto dalla procura di Trapani e quella dei giorni scorsi ai danni della Open Arms da parte dei pm di Catania, ora sulle Ong continua la pressione degli investigatori. Qualcosa, è evidente, non torna.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 8:37 pm

Tutto quello che viene speso per accogliere, ospitare, mantenere i clandestini e i profughi veri o finti è sottratto alla nostra gente che ne avrebbe bisogno e ciò è un delitto e un tradimento della solidarietà nazionale ed europea e un crimine contro l'umanità.
Tutto quello che viene dato a questi invasori
viene tolto a te,
alla tua famiglia,
ai tuoi figli,
ai tuoi vecchi,
alla tua gente,
ai tuoi concittadini,
ai tuoi ammalati,
ai tuoi disoccupati,
ai tuoi lavoratori,
alle tue imprese,
ai tuoi poveri,
ai tuoi nipoti,
alla tua terra,
alla tua cultura,
al tuo futuro
e alla tua vita;

senza contare
che nessuno di questi invasori ha un diritto assoluto ad essere accolto,
e che molti non hanno nemmeno alcun diritto relativo, all'accoglienza e all'ospitalità;
che buona parte sono criminali comuni e parassiti
e che tanti altri sono terroristi e nazisti maomettani che possono nuocere gravemente alla tua gente, al tuo paese, alla tua famiglia e alla tua vita;

che lo stato italiano è pieno di debiti che gravano sulle spalle dei cittadini per generazioni e che non ha risorse e lavoro nemmeno per le sue genti, per i suoi figli già nati e per farne nascere altri.



"Sull'accoglienza troppi sprechi. Da 35 euro al giorno si arriva a 168"
Antonella Aldrighetti - Mer, 21/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 07376.html

I giudici contabili: "Sistema costoso, inefficiente e sommario"

Costoso, inefficace e sommario. Il sistema di gestione dell'accoglienza agli immigrati finito sotto la lente della Corte dei conti ha messo in luce, in un compendio di 150 pagine, tutte le evidenti criticità del fenomeno.

Il documento tecnico contabile ha analizzato, specificatamente per il triennio 2013/2016, la prima accoglienza ossia i servizi resi agli stranieri dallo sbarco fino alla sistemazione nei Cas e successivamente nei Cara. Sono emersi costi elevati a fronte di servizi scarsi, assenza di controlli fiscali adeguati, tempi lunghi per identificazione e domande di asilo, governance territoriale carente da parte del Viminale nei centri di raccolta. Oltre a osservazioni esplicite che i magistrati hanno espressamente valutato come poco attente nel riconoscere la cosiddetta protezione umanitaria: «Si dovrebbe evitare di riconoscere un diritto di permanenza indistinto a tutti coloro che sbarcano» hanno scritto. Tuttavia quando si vanno a esaminare i costi per le suddette disamine dei documenti per le richieste di asilo viene fuori che nel 2016 sono stati impegnati ben 13,4 milioni di euro mentre, dal 2000 a oggi ben 54,5 milioni. Vale a dire che in media per valutare l'ipotesi di protezione di ogni immigrato, tra il 2008 e il 2016, si è speso 203,95 euro. Troppo a fronte del fatto che meno del 10 per cento viene classificato di fatto un rifugiato. I magistrati contabili inoltre dopo aver puntato l'indice hanno anche comminato la dovuta sanzione sulle inadempienze contabili di alcune prefetture che accertavano le spese avvalendosi di autocertificazioni a firma di coop e onlus che si occupavano del servizio di accoglienza. L'indagine puntuale è stata svolta in 4 prefetture campione: Treviso, Prato, Avellino e Reggio Calabria. Nella struttura di Avellino il costo di un migrante è arrivato a toccare i 50,39 euro al giorno + iva ovviamente (a fronte dei 35 + iva); quanto presso il Cas di Reggio Calabria sono emersi una serie di affidamenti diretti troppo agevoli rispetto alle modalità consuete che prevedono invece appositi bandi di gara. Un'attenzione ulteriore ha riguardato il Cie di Modena (Centro identificazione ed espulsione): il costo quotidiano per ogni immigrato detenuto è stato valutato da 56,16 euro fino a 167,81.


Corte dei Conti, il costo allo Stato di ogni richiedente asilo è di 203 euro al giorno. (altro che 35)
22 marzo 2018

http://www.lavocedeltrentino.it/2018/03 ... tro-che-35

Per l’accoglienza degli immigrati sul territorio italiano, nel 2016, il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal Ministero dell’interno, senza includere i costi c.d. “indiretti”, ha registrato impegni finanziari per complessivi 1,7 miliardi di euro.

Anche l’Unione europea, per la stessa annualità, ha contribuito con finanziamenti per 46,8 milioni di euro che rappresentano però solo il 2,7 per cento rispetto all’onere gravato sul bilancio dello Stato e sulle spalle dei cittadini italiani.

A ciò deve aggiungersi che per il Paese il costo delle mancate ricollocazioni di migranti negli altri stati europei, alla data del 15 ottobre 2017, ammonta a non meno di 762,5 milioni.

Il documento tecnico contabile ha analizzato, specificatamente per il triennio 2013/2016, la prima accoglienza ossia i servizi resi agli stranieri dallo sbarco fino alla sistemazione nei Cas e successivamente nei Cara. Sono emersi costi elevati a fronte di servizi scarsi, assenza di controlli fiscali adeguati, tempi lunghi per identificazione e domande di asilo, governance territoriale carente da parte del Viminale nei centri di raccolta.

Insomma secondo la corte dei conti il sistema dell’accoglienza sarebbe costoso, inefficace e sommario. Il sistema di gestione dell’accoglienza agli immigrati finito sotto la lente della Corte dei conti ha messo in luce, in un compendio di 150 pagine, tutte le evidenti criticità del fenomeno.

Quando si vanno ad esaminare i costi per le suddette disamine dei documenti per le richieste di asilo viene fuori che nel 2016 sono stati impegnati ben 13,4 milioni di euro mentre, dal 2000 a oggi ben 54,5 milioni.

Vale a dire che in media per valutare l’ipotesi di protezione di ogni immigrato, tra il 2008 e il 2016, si sono spesi 203,95 euro al giorno.

Troppo a fronte del fatto che meno del 10 per cento viene classificato di fatto un rifugiato.

I magistrati contabili inoltre dopo aver puntato l’indice hanno anche comminato la dovuta sanzione sulle inadempienze contabili di alcune prefetture che accertavano le spese avvalendosi di autocertificazioni a firma di coop e onlus che si occupavano del servizio di accoglienza.

L‘indagine puntuale è stata svolta in 4 prefetture campione: Treviso, Prato, Avellino e Reggio Calabria.

Nella struttura di Avellino il costo di un migrante è arrivato a toccare i 50,39 euro al giorno + iva ovviamente (a fronte dei 35 + iva); quanto presso il Cas di Reggio Calabria sono emersi una serie di affidamenti diretti troppo agevoli rispetto alle modalità consuete che prevedono invece appositi bandi di gara. Un’attenzione ulteriore ha riguardato il Cie di Modena (Centro identificazione ed espulsione): il costo quotidiano per ogni immigrato detenuto è stato valutato da 56,16 euro fino a 167,81.

Nel 2016, 123.600 persone hanno presentato domanda di asilo e quelle esaminate dalle apposite commissioni sono state 91.102: di esse, circa il 56 per cento, provenienti da “migranti economici”, è stato respinto ed il 4 per cento ha riguardato soggetti resisi irreperibili.

Delle domande accolte (36.660), solo il 13 per cento ha avuto come esito il riconoscimento dello status di rifugiato, mentre il 35 per cento ha riguardato soggetti cui è stata riconosciuta una protezione sussidiaria ed il 52 per cento una protezione umanitaria.

La maggior parte delle regioni (dieci), per il 2015, ha registrato costi che sono da ricomprendersi in un range che va dai 30 ai 35 euro pro capite e pro die.



La Corte dei Conti boccia la gestione dell'accoglienza
Francesco Curridori
Gio, 05/04/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 11124.html

Nel 2016 l'Italia ha speso ben 1,7 miliardi per ospitare i migranti. Dall'Ue sono arrivati solo 38,7 milioni. E i ricollocamenti sono fermi.

Ecco tutti i numeri

È impietosa la relazione della Corte dei Conti sulla gestione dell’immigrazione.

Nel solo 2016 sono sbarcati in Italia oltre 181mila migranti e, per la loro accoglienza lo Stato italiano ha destinato ben 1,7 miliardi.


L’egoismo dell’Europa (??? ma quale egoismo, l'Europa ha fatto più che bene)

L'Unione europea, invece, ha contribuito con appena 8,1 milioni e dal Fondo asilo, migrazione ed integrazione (Fami) per 38,7 milioni. Se si considerano gli anni 2007-2013 le risorse stanziate dall’Ue per l'attuazione del programma Solid (Fei, Fer, Fr) erano state pari a 395,3 milioni. Il dato che colpisce di più è quello riguardante l’Ebf (Fondo europeo per le frontiere esterne) che aveva lo scopo di controllare i confini e che aveva avuto un finanziamento di soli 1,9 miliardi. A livello europeo, le risorse a disposizione del Fami (Fondo asilo, migrazione e integrazione) sono state pari a 3,1 miliardi, mentre all’Italia sono andati 695.507.554 euro, di cui il 50% di cofinanziamento comunitario e il resto sono fondi nazionali resi disponibili dal Ministero dell’Economia. Per i progetti del Fer (Fondo europeo rifugiati), il Ministero ha revocato il finanziamento a causa delle irregolari procedure di affidamento dei servizi di accoglienza portate avanti dagli enti locali, fissando come importo da riottenere 630.000 euro, di cui 504.000 di contributo comunitario già impegnati dagli enti e restituiti nel novembre 2016. Altri 2.018,51 euro (1.585,27 di quota comunitaria e di 126,33 euro di sola quota nazionale) sono stati restituiti perché usati per spese non ammissibili. Oltre a questo c’è da prendere in esame la stima delle mancate ricollocazioni di migranti che, al 15 ottobre 2017, ammonta a 762,5 milioni. Infatti, fino al 15 ottobre 2017 sono stati ricollocati appena 9.754 migranti su 39.600 totale e, perciò, escludendo i 54mila immigrati spettanti a Italia e Grecia, ne mancano da ricollocare ben 29.846.


I numeri dell’invasione

Ma vediamo come sono stati distribuiti nel nostro Paese e quanti effettivamente hanno ottenuto lo status di rifugiati. La maggior parte (176.554) è stata ospitata in Lombardia (13%), poi Lazio, Piemonte, in Veneto, in Campania e Sicilia (8%). Il 77,7% dei migranti è finito nei Cas, il 13,5% è stato inserito nella rete Sprar, l’8,3% è stato accolto nei Cara o nei centri d’accoglienza, mentre solo lo 0,46% è ancora negli hotspot. Provengono quasi tutti dall’Africa, soprattutto Nigeria (21%). I minori non accompagnati (Msna) sono stati 25.846 e, più del doppio di quelli arrivati nel 2015 (12.360) e nel 2014 (13.026).

Nel 2014 il numero di nuove domande di asilo (63.456) è stato l’11% a livello europeo, mentre nel 2015 vi è stato un aumento del 32% (83.970) e nel 2016 l’aumento è lievitato al 47% (123.600).

Se da un lato i siriani e gli eritrei sono stati i primi ad arrivare, solo una minoranza ha chiesto asilo in Italia (500 nel 2015 e 480 l’anno dopo). Delle 123.600 presentate nel 2016 ne sono state esaminate 91.102 e ben il 56% sono state respinte perché provenienti da “migranti economici”, mentre un 4% ha riguardato migranti resisi irreperibili. Delle domande accolte (36.660), solo il 13% dei migranti ha avuto il riconoscimento dello status di rifugiato, mentre il 35% ha avuto una protezione sussidiaria ed il 52% una protezione umanitaria. Dal 2008 al 2016 il Viminale ha speso 69.352.818 euro per esaminare le 340.048 richieste. Una cifra pari a 203,95 euro pro capite.


I minori stranieri non accompagnati

I Msna (minori stranieri non accompagnati) accolti sono stati il 50% (pari a 13.026) di tutti i minori arrivati sia nel 2014 (26.122) sia nel 2015 (11.921). L’85% ha fatto richiesta d’asilo, il 10% di protezione umanitaria, il 3% per rifugiati e il 2% di protezione sussidiaria. Per loro ci sono stati dei ritardi nei tempi della presa in carico, nel ricongiungimento familiare o nell’integrazione stabile in Italia perché gli interessati, consapevoli dei vantaggi derivanti dallo status di Msna, forniscono spesso false generalità, comprese le date di nascita. Fino al 31 dicembre del 2016, i minori accolti nelle strutture del Ministero dell’interno sono stati 3.160, distribuiti nei 19 centri attivati in nove regioni e finanziati con fondi Fami per una cifra pari a 13.277.400 euro (11.949.660 euro di quota comunitaria e 1.327.740 euro di quota nazionale). Dato che il nuovo sistema di accoglienza elimina la distinzione tra Msna richiedenti asilo e non richiedenti asilo, si prevede, per il futuro, un aumento dei minori ospitati nel sistema Sprar, tant’è che il numero dei posti è salito a oltre 2.000.
I centri d’accoglienza

Alcuni Cara svolgano anche la funzione di Cda, diventando degli “ibridi” dell’accoglienza e determinano difficoltà nel conteggio dei posti totali disponibili. I Cie, invece, possono accogliere 548 stranieri suddivisi tra varie città italiane: Torino (153), Roma (125), Bari (126), Brindisi (48) e Caltanissetta (96). È inoltre in corso, non solo l’ampliamento dei Cie di Roma e Torino, ma anche l'attivazione di un nuovo centro a Palazzo San Gervasio (PZ) per 150 e la progettazione di nuovi centri in Sardegna, Lombardia, Calabria e Friuli-Venezia Giulia. Gli hotspot, invece, garantiscono una disponibilità di 1.600 posti e si trovano a Pozzallo (300), Lampedusa (500), Trapani-Milo (400) e Taranto (400). A queste si aggiunge il centro di Messina (250 posti), attivo dal 30 settembre 2017. Per il 2018 sono previsti degli hotspot anche nei porti di Reggio Calabria, Crotone, Corigliano Calabro (CS), Augusta (SR), Palermo e Cagliari.

Per quanto riguarda il costo giornaliero pro capite medio per l’accoglienza dei migranti è oscillato, nel 2013, da un minimo di 4,97 euro per la Sicilia e 11,63 euro per la Puglia, fino ad un massimo di 56,16 euro per l’Emilia-Romagna, dove solo per il Cie di Modena la spesa è stata di 167,81 euro. Nel corso degli anni seguenti il costo per l’Emilia Romagna si abbassato attestandosi alla media registrata dalla maggior parte delle Regioni (dieci), ossia 30-35 euro pro capite.


Le criticità del sistema dell'accoglienza

Il sistema dei richiedenti asilo, così com’è strutturato, presenta una serie di criticità. Anzitutto il Ministero dell’Interno è incapace di tracciare la presenza e gli spostamenti dei richiedenti asilo. Basti pensare che dal 2006 al 2014 si sono resi irreperibili ben 17.892 minori. La rete Sprar, poi, nei primi anni di attività ha dovuto supplire alle carenze del sistema “primario” di accoglienza e i tempi di decisione per la definizione delle richieste di protezione internazionale sono ancora troppo lunghi. Come se non bastasse ai Comuni e ad altri enti pubblici sono stati riconosciuti gli importi massimi previsti (30 euro pro capite e pro die per il 2014 e il 2015 e 30/35 euro per il 2016), senza aver svolto alcun tipo di controllo, affidandosi solo alle autocertificazioni. La Corte, inoltre, si raccomanda di “evitare di riconoscere un ‘diritto di permanenza indistinto’ a tutti coloro che sbarcano e, quindi, ammettere un’accoglienza di molti mesi (se non anni) durante i quali i migranti, non avendone titolo, vengono inseriti anche nei percorsi di formazione professionale finalizzati all’integrazione, con oneri finanziari gravosi sul bilancio dello Stato”. L’analisi dei dati forniti dalle prefetture sugli enti delle province di Avellino e Reggio Calabria ha permesso di scoprire ampi disallineamenti rispetto a quelli rilevati dalla Guardia di finanza con accertamenti in loco. A Reggio, inoltre, dopo alcune verifiche su varie società private che erogavano servizi per i migranti, sono stati emessi alcuni provvedimenti interdittivi antimafia.




Nativi italici ed europei poveri, disoccupati che emigrano o si suicidano
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Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
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Povertà e miseria nel Veneto, in Italia e in Europa
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven mar 23, 2018 5:07 am

Gli stati europei e l'Europa dovrebbero modificare tutte le leggi, i trattati e le convenzioni la cui applicazione integrale, sconsiderata obblighi, induca, consenta, permetta abusi, favorisca l'invasione scriteriata e l'immigrazione clandestina e illegale indipendentemente e contro la volontà e a danno dei cittadini europei.
In attesa delle opportune e necessarie modifiche gli stati europei e l'Europa dovrebbero fare urgentemente una legge provvisoria straordinaria che sospenda momentaneamente tutte queste leggi-trattati e convenzioni, in nome del bene comune e primario dei cittadini degli stati europei e della loro sicurezza.
Andrebbero perseguite tutte le ONG che in nome di un presunto bene universale di tutti gli uomini, di fatto danneggiano gravemente la vita delle comunità umane indigene e dei cittadini europei favorendo l'immigrazione clandestina e l'invasione criminale;
dovrebbero essere confiscati i beni di tutte queste associazioni/organizzazioni e i beni personali di tutti coloro che ne fanno parte come finanziatori e attivisti, che andrebbero trattati come le associazioni criminali mafiose.
Dovrebbero essere sospesi tutti gli aiuti, i sostegni, i permessi e i visti ai cittadini dei paesi che discriminano, perseguitano, maltrattano, uccidono, i diversamente religiosi, le donne, i cittadini di diversa etnia e razza come capita nei paesi a prevalenza maomettana ( dove si discriminano e si uccidono tra l'altro gli ebrei e i cristiani) e nei paesi africani (dove si discriminano i cristiani e i bianchi come in Sudafrica).






Ecco le istruzioni per immigrati: "Così potete fregare gli italiani"
Claudio Cartaldo - Ven, 03/06/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 67054.html

Le Ong distribuiscono un manuale "welcome to Italy" dove spiegano agli immigrati come aggirare le nostre leggi sull'immigrazione

Un manuale per immigrati, per fregare gli italiani. È questa la sintesi del tomo di 53 pagini distribuito dalle Ong ai migranti per spiegargli come aggirare tutti i cavilli burocratici e ottenere l'asilo in Italia.

Si chiama "welcome to Italy" ed è stato redatto dalla "rete euro-africana", nata nel 2009 e aiuta i volenterosi che aiutano i migranti ad accasarsi in Europa.


Il manuale per immigrati

Nell'introduzione, gli autori spiegano che il manuale è una "guida indirizzata a tutti i migranti che arrivano in Italia". E si parla davvero di tutto. Come spiega Libero, nelle 53 pagine si legge che "in questa guida troverete informzioni indipendenti sui vostri diritti fondamentali qui in Italia". Così sembra detta molto bene, ma non è altro che una guida all'immigrazione clandestina. Si spiega, per esempio, che chiunque può fare richiesta di protezione internazionale. Informzioni "sulle pratiche e la legislazione italiane ed europee". Senza dimenticare, ovviamente, le indicazioni per "muoversi in Italia e chiedere aiuto e si chi contattare nelle varie città italiane". Insomma, c'è tutto.


I ricorsi a spese degli italiani

Ma non basta. Perché per quelli a cui viene respinta la richiesta di asilo, i bravi volontari della Ong spiegano come fare ricorso in Tribunale a spese dei contribuenti. "Se la tua domanda viene rifiutata - si legge - e ricevi un diniego da parte della commssione territoriale, puoi rivolgerti ad un avvocato per fare ricorso in Tribunale. Si può chiedere aiuto allo Stato Italiano chiamato "patrocinio gratuito" cioè la possibilità di fare ricorso contro il diniego senza spese a tuo carico se hai un reddito inferiore a 11mila euro". E, ovviamente, tutti i migranti sono nullatenenti.


Istruzioni per l'invasione

L'ultima chicca di questo manuale è la spiegazione di come farsi raggiungere da altri immigrati. "Se sei in contatto con amici e parenti - si legge ancora - che potrebbero arrivare via mare, comunica loro il numero di telefono dell'Alarm Phone che (...)è un numero di emergenza per sollecitare le operazioni di salvataggio. Gli immigrati chiamano, le Ong rispondono e l'Italia obbedisce: accettare chiunque arrivi. Non solo. Perch quel numero è disponibile anche a rispondere in caso di "pericolo di respingimento".


Welcome to Italy
http://www.meltingpot.org/Welcome-to-It ... rSWR5ch2jI
La guida “Welcome to Italy” è realizzata dalla rete euro-africana “Welcome to Europe” formata da centinaia di attivisti/e ed associazioni che dal 2009 in tutta Europa e in Africa del Nord offrono supporto diretto a migranti e rifugiati/e, promuovono la libertà di movimento, l’uguaglianza dei diritti per tutti/e e lottano contro i confini, le discriminazioni e le politiche militari e repressive dell’Unione Europea, dei singoli Stati europei ed i loro alleati in altre parti del mondo.
Questa guida è indirizzata a tutti/e i/le migranti che arrivano in Italia e che intendono restarci o andare in un altro Paese europeo.


http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/guide ... it_web.pdf
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven mar 23, 2018 7:58 am

???

L'Europa ha un problema con chi difende i diritti umani

http://thevision.com/attualita/europa-diritti-umani

Nel 2018 fare attivismo politico – e soprattutto in difesa dei migranti – è un’impresa quasi impossibile. Dal 1998 a oggi, l’associazione Front Line Defenders registra l’uccisione di oltre 3.500 difensori dei diritti, 312 nel solo 2017; tra loro attivisti che si battevano per l’ambiente, avvocati impegnati nel denunciare multinazionali o pezzi corrotti del proprio Stato, oppositori politici che chiedevano giustizia. A questo dato si aggiunge un fenomeno che il delegato Onu per la difesa dei diritti umani Michael Forst definisce come “riduzione dello spazio pubblico”, ossia la diminuzione dei luoghi dove i militanti possano agire, rendendo fuori legge alcune attività.

In Europa ci sono Paesi che hanno messo al bando le Ong, altri che hanno cercato di depotenziarle. Tra questi ultimi, capofila è l’Italia, che nell’estate del 2017, attraverso l’introduzione di nuove norme, ha decimato di fatto le missioni in mare: dalle nove del giugno 2017, alle sole di tre oggi, come spiega La Voce.info. La narrazione dell’attività delle organizzazioni non governative impegnate nel salvataggio dei barconi alla deriva è diventata così quella dei “tassisti del mare” che, su chiamata dei trafficanti di esseri umani, avrebbero agito appunto da “passaggio” per quei migranti che volevano raggiungere le coste italiane.

In Europa questo fenomeno di criminalizzazione di chi è impegnato in attività di solidarietà riguarda soprattutto chi si muove in difesa dei migranti, aiutandoli ad attraversare un confine, sfamandoli, difendendoli in un’aula di Tribunale. L’ultimo rapporto di Forst, presentato a Ginevra il primo marzo scorso, è proprio dedicato alle violazioni sui difensori dei diritti umani che si occupano di “people on the move”. “Individui, gruppi e comunità impegnate nella difesa dei diritti dei migranti hanno affrontato enormi sfide,” scrive il delegato delle Nazioni Unite, “Hanno affrontato limitazioni senza precedenti, incluse minacce e violenze, denunce durante discorsi pubblici e sono stati criminalizzati. Coloro che hanno preso il mare per salvare i migranti sono stati arrestati, le loro navi confiscate e sono stati accusati di favorire l’immigrazione illegale.” Forst scrive che, ormai, chi si occupa di migranti in Europa è percepito come un “agente esterno” che favorisce “l’invasione”. L’effetto di questo stigma è la legittimazione di chi attacca i difensori dei diritti umani.

In questo momento in Europa ci sono decine di persone sotto processo per aver aiutato un migrante ad attraversare un confine o per avergli dato una coperta. Il fronte più caldo è il confine italo-francese. Il primo caso arrivato a sentenza riguarda Cédric Herrou, un contadino di Breil-sur-Roya condannato in agosto a quattro mesi di carcere con condizionale per aver aiutato e ospitato centinaia di migranti che volevano attraversare la frontiera tra Italia e Francia. In passato per quelle stesse azioni Herrou era stato premiato come cittadino dell’anno in Costa Azzurra e non ha mai avuto problemi a definire il suo aiuto ai migranti “un atto politico”.

Dopo di lui è toccato a Martine Landry, nizzarda di 73 anni, membro dell’associazione Anafe (Association nationale d’assistance aux frontières pour les étrangers) e responsabile di Amnesty International a Nizza. Il suo processo si celebrerà proprio nella città costiera l’11 aprile, dopo due rinvii. Landry è accusata di favoreggiamento all’immigrazione clandestina per aver agevolato l’ingresso in Francia di due ragazzi minorenni guineani senza documenti. Lei assicura invece di averli portati alla polizia di frontiera solo dopo che avevano attraversato la barriera, proprio come prevede la legge, per fare domanda di tutela sociale prevista per i minorenni.

Sullo stesso confine, nel 2016, quattro attivisti della rete No Borders di Ventimiglia ricevevano un foglio di via che ne limitava gli accessi ai comuni della provincia di Imperia proprio a causa delle loro attività a sostegno dei migranti. Questa decisione è stata poi annullata da una sentenza del Tar nel luglio 2017. Anche in altre città di frontiera italiane, come Udine e Como, sono avvenuti episodi simili, con operatori e volontari denunciati per aver aiutato dei migranti.

“Si può dare da mangiare, dare accoglienza e vestire degli stranieri senza problemi, a patto che ciò avvenga in uno spazio demarcato come umanitario (quando, in sostanza, si supplisca all’assenza dello Stato e della collettività) e senza che ci sia alcuna contropartita (nessuno scambio in denaro o materiale).” Lo scrivono i No border dell’Alta Savoia, in un post in cui cercano di dare strumenti di difesa ai volontari che continuano a supportare i migranti lungo il confine. Sempre tra Francia e Italia, gli attivisti hanno inoltre dato vita a una sorta di osservatorio dei crimini di solidarietà: Délinquants solidaires, un sito di un collettivo di associazioni transfrontaliere che organizza sit-in davanti ai Tribunali in occasione dei processi (il prossimo il 17 luglio, a Imperia), oppure eventi di sensibilizzazione in materia di crimini di solidarietà.

Questi procedimenti penali sono il prodotto di una fase cominciata in Europa nel 2015, una svolta nelle politiche europee sull’immigrazione. Alla fine del settembre 2017 è nata la Carta di Milano che definisce i valori comuni agli attivisti “solidali” con i migranti. Alla Carta è collegato un altro osservatorio permanente che raccoglie le denunce di violazioni contro chi si impegna in questa causa. Chi partecipa all’osservatorio sono i difensori dei diritti umani che condividono – di fondo – l’idea che i migranti vadano accolti e non respinti. In Italia, durante la campagna elettorale, dopo che per primo Silvio Berlusconi ha definito l’immigrazione una “bomba sociale”, la stessa formula è stata impiegata da PD e Movimento 5 stelle. Migrare è molto lontano dall’essere considerato un diritto.

Nel 2015 la Commissione europea introduceva l’”approccio hotspot” alla gestione dell’accoglienza, ovvero la creazione di centri di smistamento in cui gli operatori delle agenzie europee potessero registrare i dati personali dei cittadini stranieri appena sbarcati, fotografarli e raccoglierne le impronte digitali entro 48 ore dal loro arrivo, eventualmente prorogabili a un massimo di 72. Un giro di vite sui controlli, perché Italia e Grecia nel biennio 2013-2014 non hanno registrato le impronte di tutti i migranti, permettendo loro di entrare in Ue senza documenti. Così, nel 2015, entrava in vigore il nuovo Codice dei confini di Schengen: “La Commissione ritiene che l’afflusso incontrollato di un numero elevato di persone prive di documenti o non adeguatamente registrate e riconosciute al loro primo ingresso nell’Ue, possa costituire una seria minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza interna, e quindi giustificare l’applicazione di questa misura straordinaria disponibile sotto l’Sbc (il Codice delle Frontiere di Schengen).” È così che s’innesca la bomba dell’immigrazione, che prevede che chiunque aiuti il flusso, sia complice.

Yasha Maccanico, ricercatore di Statewatch, sta lavorando a uno studio in cui indica proprio in questa visione legislativa l’inizio della criminalizzazione di chi difende i diritti. Con l’introduzione degli hotspot, infatti, si è anche diluita la distinzione tra smuggling (traffico) e trafficking (tratta di esseri umani, due reati normalmente molto diversi).

Tra i difensori dei migranti più celebri che hanno risentito di questa nuova configurazione (e, quindi, percezione) del reato, c’è padre Mosé Zerai, il prete eritreo fondatore dell’agenzia Habeshia. Nata nel 2006 con lo scopo di denunciare le violazioni dei diritti umani dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Libia, Egitto, Tunisia, Eritrea e Israele, Habeshia ha rivelato il traffico di organi di cui erano vittima gli eritrei nel Sinai. Un risultato valso a don Zerai una candidatura al Nobel per la pace nel 2015.

Poi, però, arriva l’estate 2017, quando il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro annuncia al Comitato Schengen “l’analisi” del comportamento delle Ong: da allora inizia la caccia. Non è un’inchiesta giudiziaria eppure, a luglio, la nave della Jugend Rettet è sottoposta a sequestro preventivo. Il reato ipotizzato dalla Procura di Trapani è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Iscritto inizialmente contro ignoti, il procedimento passa nel giro di pochi giorni nel registro a carico di noti e, tra gli indagati, compare anche il nome di padre Zerai, accusato di essere dall’altra parte del telefono a rispondere ai migranti a rischio naufragio in mezzo al Mediterraneo.

“È una vera e propria campagna denigratoria nei miei confronti. Non ho mai avuto contatti diretti con la nave di Jugend Rettet e non ho mai fatto parte di alcuna chat segreta, come è stato riportato da alcuni giornali. Purtroppo, da mesi, si porta avanti una campagna mediatica e politica contro le Ong, e tutte quelle persone che manifestano una forma di solidarietà nei confronti dei migranti e dei profughi che cercano di raggiungere l’Europa. È un modo per indebolire l’azione umanitaria,” ha dichiarato il prete in un’intervista alla svizzera SwissInfo.

A parlare di lui, a febbraio, c’è anche Il Primato Nazionale, la testata di Casapound: don Zerai e l’attivista Meron Estefanos vengono citati come oppositori politici contrari all’interesse nazionale eritreo. Altra vittima dei blogger di destra è Elsa Chyrum, una militante eritrea ritenuta colpevole di sostenere le popolazioni in fuga dalla dittatura africana. E questa volta, contro di lei, si schiera anche Luca Donadel, collaboratore de Il Giornale diventato noto proprio per la sua campagna contro le Ong.

Per Frost, l’effetto della criminalizzazione della solidarietà “rischia di promuovere, nell’opinione pubblica e nell’arena politica, indifferenza verso migranti e rifugiati, posizioni razziste e nazionaliste”. Per quanto alle recenti elezioni le sigle di estrema destra abbiano collezionato degli “zero virgola”, a Macerata – dove il militante di CasaPound Luca Traini, ex candidato leghista, ha sparato su tre migranti – la stessa Lega di Salvini ha conquistato il 21%, partendo da uno scarso 6%. Il giorno dopo le elezioni, a Firenze, un senegalese di 54 anni – Idy Aliou Diéne – è stato ucciso a colpi di pistola da un signore di 65 anni in difficoltà economiche, che voleva finire in carcere.

Il database di Cronache di Ordinario razzismo, sito che monitora episodi di discriminazione e violenza a sfondo razziale, nel 2017 ha registrato oltre 450 casi solo tra giugno e ottobre, in cui sono stati coinvolti difensori dei diritti degli stranieri. Eppure, a novembre, SWG misurava in un sondaggio la lontananza degli italiani dal razzismo, con risultati sbalorditivi: il 55% lo giustifica; allo stesso tempo, la crescente sfiducia verso le Ong, ovvero dei difensori dei diritti per antonomasia, registra al 71% il numero d’intervistati che crede in loro poco o nulla, come riporta SkyTg24.

Il libro degli orrori lo chiude l’Osce. In particolare, l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, che nel suo ultimo rapporto – poi ripreso dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) – denuncia come in diversi Stati membri vengano mosse accuse infondate nei confronti delle Ong impegnate sul fronte delle migrazioni con il solo scopo di metterle sotto processo e limitarne il raggio d’azione. L’esempio numero uno è quello dell’Ungheria degli identitari, dove si riportano accuse di diffamazione rivolte alle organizzazioni per metterle sotto processo. A febbraio, per altro, a Budapest è stata introdotta una legge sulle Ong che vuole mettere al bando chi si occupa di migranti, definita dall’Unhcr “un’ingiustificata restrizione alla libertà di associazione”.

Anche l’ultimo risultato elettorale italiano è probabilmente la conferma di quanto la solidarietà non sia più un sentimento di moda. L’immigrazione è stato uno dei principali terreni di scontro, e i due candidati premier in pectore – Matteo Salvini e Luigi Di Maio – sono tra i principali sostenitori della tesi delle Ong come “taxi del mare”. In questo clima non certo favorevole si è aggiunta anche la profonda crisi reputazionale scatenata da episodi come lo scandalo Oxfam, avvenuto ad Haiti, dove il capo missione è stato protagonista di episodi di induzione alla prostituzione e di minacce.

Le circostanze sembrano perfette per la prosecuzione della campagna contro i difensori dei diritti, a qualunque latitudine.

Gino Quarelo
No, l''Europa ha un problema con chi viola i diritti umani dei cittadini e degli indigeni europei
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven mar 23, 2018 4:33 pm

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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » ven mar 23, 2018 4:34 pm

Accoglienza scriteriata, indiscriminata e assoluta dei clandestini e dei nazisti maomettani come la vendita delle indulgenze per guadagnarsi il paradiso, quali analogie?
La prepotenza imperialista e idolatra romana del ricatto e della minaccia di non andare in paradiso dopo morti, contro la libertà dell'uomo di buona volontà e del suo libero arbitrio.




Papa Leone X e Papa Bergoglio Francesco I


Papa Bergoglio Francesco I: "Chi non accoglie non è cristiano e non entrerà nel regno dei cieli"
18/06/2016

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/ ... 3YAgP.html

"Chi non accoglie non è cristiano e non sarà accolto nel regno dei cieli". Papa Francesco, nella sua visita a Villa Nazareth nella capitale, è tornato sul tema dell'accoglienza. "Stiamo vivendo in una civiltà di porte chiuse e di cuori chiusi. Ci difendiamo l'uno dall'altro. C'è una paura ad accogliere e non parlo solo di migranti - che è un problema politico mondiale - ma anche di accoglienza quotidiana. Mi fa male - dice Francesco - quando vedo le chiese a porte chiuse. Ci saranno alcuni motivi giustificabili, ma una chiesa a porte chiuse significa che quella comunità cristiana ha il cuore chiuso".

"Se non accogliamo non siamo cristiani e non saremo accolti nel regno dei cieli: è così", sottolinea il Pontefice invitando alla responsabilità sociale ed ecclesiale. È necessario, avverte il Papa, "insegnare e fare capire che questa è la porta della strada cristiana. L'accoglienza fa fruttificare i talenti. C'è la grande accoglienza di chi viene da terre lontane e la piccola accoglienza di chi torna dal lavoro e dopo una giornata di lavoro ascolta i figli. L'accoglienza è una bella croce perchè ci fa ricordare l'accoglienza che il buon Dio ha avuto ogni volta che noi andiamo da lui per consigliarci e chiedere perdono".

Papa Francesco denuncia l'"immoralità" del mondo economico: "Il mondo economico, oggi come è sistemato nel mondo, è immorale. Ci sono eccezioni, c'è gente buona. C'è gente e istituzioni che lavorano contro questo, ma abbiamo capovolto i valori". Nel suo intervento, una nuova denuncia ai trafficanti di armi: "la guerra è l'affare che in questo momento che rende più soldi. Anche per fare arrivare gli aiuti umanitari in paesi di guerriglia è una difficoltà: tante volte la Croce Rossa non è riuscita, ma le armi arrivano sempre, non c'è dogana che le fermi perchè è l'affare che rende di più".

Il Papa tuona contro le "grandi ingiustizie" e dice "dobbiamo parlare chiaro: questo è peccato mortale. Mi indigna e mi fa male quando - ed è una cosa di attualità - vengono a battezzare un bambino e ti portano uno dicendo 'Lei non è sposato in chiesa quindi non può fare il padrino'. E poi ti portano un altro che è un trafficante di bambini e uno sfruttatore, e ti senti dire 'Ah no, lui è un buon cattolico: abbiamo capovolto i valori".


Papa Leone X: La vendita delle indulgenze

In tutti gli Stati dell’Europa, la Chiesa possedeva grandi ricchezze e pretendeva che le fossero donate anche grandi quantità di denaro.Per questo motivo gli Stati erano scontenti.
Nel 1515 papa Leone X, per pagare la costruzione della basilica di San Pietro a Roma, decise di vendere le indulgenze in tutta la Germania.
L’ indulgenza è il perdono dei peccati, perciò chi riceveva l’indulgenza era sicuro, dopo la morte, di andare in paradiso.
I predicatori facevano credere al popolo che non servivano la fede e le buone opere, bastava pagare per ottenere il perdono. Molti fedeli si ribellarono a questa vendita e tra essi c’era il monaco Martin Lutero.



La Riforma protestante - I banchieri Fugger e la vendita delle indulgenze
http://www.viaggio-in-germania.de/rifor ... genze.html

La Riforma protestante è nata con la questione della vendita delle indulgenze con la quale doveva essera finanziata la costruzione della chiesa di San Pietro a Roma. Ma i veri motori di questo gigantesco affare furono i Fugger, i banchieri di Augusta (Augsburg) che, tra il 1500 e il 1550, possedevano un potere economico e politico senza eguali.

Chi erano i Fugger?

La famiglia dei Fugger fu, tra il 1500 e il 1550, la famiglia più ricca d'Europa. Erano banchieri e commercianti che avevano accumulato un'enorme ricchezza e un potere economico senza eguali. Abitavano ad Augusta (Augsburg) in Germania, dominavano tutti i settori dell'economia dell'epoca e possedevano un potere politico che nessun gruppo industriale ha mai avuto, né prima né dopo. Con i loro soldi i Fugger decidevano quando si poteva fare una guerra e quando si doveva concludere la pace, dai loro soldi dipendeva chi poteva essere eletto imperatore, erano loro a finanziare la "Guardia Svizzera", l'esercito privato del Papa. Per mezzo secolo i Fugger furono i veri imperatori nascosti dell'Europa. Forse solo i Medici di Firenze possedevano una simile ricchezza, anche se questi non raggiunsero mai la predominanza che i Fugger ebbero sul commercio e sulla finanza internazionale dell'epoca.


Le indulgenze:

La pratica delle indulgenze era in uso già da parecchi secoli e rappresentava una sorta di condono delle pene che il credente avrebbe dovuto scontare nel Purgatorio. Ai fedeli pentiti, disposti a compiere particolari penitenze (pellegrinaggi, opere meritorie, ma soprattutto donazioni monetarie) il papa concedeva uno "sconto" sulla pena, proporzionato all'importo del denaro dato alla chiesa e certificato in un documento firmato dalle autorità ecclesiastiche. L'indulgenza poteva essere comprata non solo per i vivi ma anche per i defunti.

Di solito i soldi raccolti con le indulgenze avevano un obiettivo dichiarato: p.e. la costruzione di una chiesa o di un monastero. Ma il Papa che poi doveva elargire i soldi ne riceveva di solito non più di un terzo di tutta la raccolta - se andava proprio bene, la metà di tutte le entrate. Prima dovevano essere pagati quelli che organizzavano tutto, i predicatori e quelli che raccoglievano i soldi. C'erano tasse, permessi e anche tangenti da pagare: una campagna di indulgenze era una cosa complessa e costosa e doveva essere preparata con cura. I principi, conti e margravi, i cardinali e gli arcivescovi dei territori nei quali si faceva la vendita degli indulti avevano una loro quota garantita. Anche la banca che alla fine mandava i soldi a Roma si tratteneva una fetta e, non raramente, c'erano anche dei soldi che sparirvano attraverso canali oscuri. Ma anche quel 30 o 50% che arrivava infine a Roma doveva sfamare molte bocche prima che la parte rimente potesse essere investita nello scopo dichiarato ufficialmente.

I Fugger che rappresentavano il più potente alleato del papa a nord delle Alpi furono dei ferventi cattolici: Jakob Fugger, il capo dell'impero economico, comprò per sé e per la moglie parecchi "anni di sconto" su una possibile permanenza in Purgatorio. Era come se quest'uomo, che giudicava tutto e tutti con uno spirito strettamente pragmatico e commerciale, vedesse nella chiesa una specie di impresa assicuratrice per l'Aldilà: pagava dei premi per limitare gli eventuali danni post morte...

Ma il coinvolgimento dei Fugger nella questione delle indulgenze non si limitò certo a questo aspetto "privato". Fu proprio Jacob Fugger che guadagnò, più di qualsiasi altro concorrente in occidente, nel favoloso affare delle indulgenze.

Il commercio delle indulgenze

La vendita delle indulgenze in una incisione dell'epoca
1511 - i preliminari:

Nell'autunno del 1511 un incendio distrusse il duomo di Costanza. Un certo Johannes Zink, l'uomo che i Fugger avevano piazzato a Roma per oliare gli affari con la chiesa, intervenne subito presso il papa Leone X per chiedere il permesso di organizzare una campagna di indulgenze nel sud della Germania, per poter ricostruire il duomo. Visto che i Fugger assicuravano di assumersi tutte le spese di una tale campagna il papa la concesse.

Ma il documento con cui il papa indisse la raccolta dei soldi non fu mandato a Costanza, luogo del disastro e sede della raccolta dei soldi, ma ad Augsburg, nella sede dei Fugger. E i banchieri lo consegnarono ai canonici di Costanza solo quando questi promisero di lasciare loro metà delle entrate. Questa generosa parcella per i banchieri di Augusta avrebbe naturalmente diminuito la quantità di soldi disponibili per la ricostruzione del duomo. Ma Jacob Fugger aveva già pronta una soluzione: sempre attraverso il suo uomo a Roma ottenne dal papa il permesso di allargare l'area della campagna ad altre parti della Germania, per aumentare la quantità di soldi per la ricostruzione del duomo - con l'effetto non indesiderato di aumentare anche il bottino per i Fugger.

E visto che tutto funzionava così bene, i Fugger si inventarono sempre nuovi motivi per chiedere altre indulgenze - che prontamente furono concesse: per la costruzione o ricostruzione di ospedali, chiese e monasteri a Wittenberg, Strasburgo, Norimberga, Vienna, Treviri, Ingolstadt e in molte altre città. La paura del Purgatorio si rivelò sempre di più un gran beneficio anche per le casse dei banchieri di Augusta.

Ma tutto questo erano solo dei preliminari.
Il commercio delle indulgenze

Un'altra incisione che rappresenta il commercio delle indulgenze
1513/1514 - adesso si comincia a fare sul serio:

Il 30 agosto del 1513 Albrecht di Brandeburgo, principe degli Hohenzollern, fu nominato arcivescovo di Magdeburgo. Una settimana dopo un suo fratello divenne amministratore del vescovato di Halberstadt, in Sassonia.

Ma le due nomine avevano bisogno dell'approvazione del papa e questo fu un bel problema, perché queste nomine comportavano l'unione di due vescovati in mano degli Hohenzollern che avrebbero così aumentato notevolmente il loro potere politico. In più, questi due vescovati sarebbero stati guidati da un principino che aveva appena 23 anni, troppo giovane per una carica così importante. Erano in molti a ritenere impossibile l'approvazione della chiesa di Roma. Cosa fare?

La soluzione, come in molti altri casi del genere, fu offerta dai Fugger: dopo dure e difficili trattative condotte da Johann Blankenfeld, un rappresentante degli Hohenzollern, intervenne il solito Zink che versò nelle casse del Vaticano la bella cifra di 1.079 ducati d'oro e, di conseguenza, l'insolito accumulo di incarichi al giovanissimo Albrecht von Brandeburgo non rappresentò più un problema. Il fatto che Blankenfeld fosse imparentato con la famiglia dei Fugger diede sicuramente una mano alla faccenda.

Ma questo fu solo l'inizio. La delegazione degli Hohenzollern non era ancora ritornata a casa quando il 9 febbraio del 1514 morì l'arcivescovo di Magonza, e il più esteso e più importante vescovato al nord delle Alpi si rese disponibile al miglior offerente.

A questo punto il giovane Albrecht di Brandeburgo vide una enorme chance: aumentare ulteriormente il suo potere incamerando anche il più prestigioso arcivescovato della Germania dell'epoca. Ma ci sarebbero serviti molti più soldi di quelli già sborsati. Già il predecessore sul trono di Magonza (il vescovo era anche capo politico del vescovato) aveva speso 21.000 fiorini per comprarsi l'incarico, soldi che naturalmente alla fine dovevano pagare i suoi sudditi. Comunque, alla fine il principe degli Hohenzollern vinse la partita contro il suo concorrente Ludovico del Palatinato: quelli che dovevano eleggere il nuovo arcivescovo di Magonza scelsero chi era più bravo con le promesse e più generoso con le offerte di denaro.

Il vero problema sarebbe stato però di nuovo l'approvazione del papa e questa volta anche il beneplacito dell'imperatore Carlo V. I 29.000 fiorini che i Fugger misero a disposizione degli Hohenzollern per smussare le inevitabili resistenze di Roma furono respinti con disprezzo: si diceva che né il papa né l'imperatore vedevano di buon occhio un tale accumulò di titoli e di potere. Ma la delegazione degli Hohenzollern - e con loro i Fugger che questa volta vollero rimanere anonimi - non mollò. Per due mesi trattarono, offrirono sempre più soldi e alla fine Leone X concesse tutti i titoli e poteri che Albrecht di Brandeburgo aveva richiesto.

I contabili dei Fugger erano persone molto precise, annotavano scrupolosamente tutte le spese fino all'ultimo centesimo. Alla fine calcolarono come "uscita" la bella cifra di 48.236 ducati d'oro*, tangenti e spese varie messe insieme.
* approssimativamente ca. 9 milioni di Euro di oggi

Il commercio delle indulgenze

Albrecht di Brandeburgo, incisione di Albrecht Dürer (1519)
Come far rientrare questa enorme quantità di soldi?

I Fugger avevano anticipato questi soldi e non l'avrebbero certo fatto se non avessero già previsto una concreta possibilità di far rientrare questa enorme cifra - e possibilmente guadagnare anche qualcosa in più.

Dopo altri 4 mesi di serrate trattative a Roma l'ormai triplice vescovo e arcivescovo Albrecht di Brandeburgo tornò a casa con in mano un accordo talmente clamoroso che il suo contenuto fu tenuto segreto per parecchio tempo, per non suscitare le rivolte degli altri principi e vescovi del Sacro Romano Impero: a Albrecht fu concesso il monopolio di gestire in esclusiva per 8 anni una campagna di vendita di indulgenze che si estendeva a quasi metà di tutti i territori dell'impero. Tutte le altre indulgenze già in atto in quel momento per conto di altri gestori dovevano essere immediatamente terminate. Esclusi erano solo i territori in cui - guarda caso - i Fugger avevano già iniziato campagne simili (come per esempio quella per il duomo di Costanza). E come era riuscita la delegazione di Albrecht ad avere una tale incredibile occasione di guadagno dal papa? Naturalmente di nuovo con i soldi. Perché l'abile Zink aveva promesso al papa la metà delle entrate, mentre fino a quel momento il papa aveva ottenuto solo un terzo dei ricavi delle vendite delle indulgenze.

E con la parte che rimase a Albrecht questi dovette pagare i debiti con i Fugger che avevano inoltre il diritto di controllare il corretto svolgimento del commercio con propri commissari, in modo da non perdere neanche un centesimo.
Così ebbe inizio la famigerata campagna di indulgenze...

Così ebbe inizio la famigerata campagna di indulgenze che fece scoppiare la rabbia di Martin Lutero e che infine segnò l'inizio della Riforma protestante.

Ufficialmente tutta la campagna fu chiamata "Indulgenza di giubileo per finanziare la costruzione della chiesa di San Pietro a Roma" e una parte dei soldi (sicuramente molto meno della metà) fu anche usata per questo scopo. Ma il vero motivo per cui era stata iniziata questa gigantesca campagna fu, come si è visto, di carattere molto meno nobile. Alla fine, nelle tasche dei Fugger rientrò tutta la somma anticipata, più il 5% di interessi, ovvero il loro guadagno netto, che i contabili dei Fugger trascrissero fedelmente nei loro libri. E possiamo essere più che sicuri che ci fu anche qualcosa che rimase fuori dai libri contabili dei banchieri di Augsburg.




Realtà italiana e cristianismo cattolico romano
viewtopic.php?f=199&t=2670
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0396375382



Papa Francesco: «I veri cristiani difendono gli immigrati e i poveri»
09/04/2018

https://www.ilmessaggero.it/primopiano/ ... 58245.html

Città del Vaticano - Non difendere i migranti o i poveri non è cristiano. Non usa mezze parole Papa Francesco che, in un documento diffuso stamattina, bacchetta quei cattolici che affermano che la situazione degli immigrati, «di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale rispetto ad altri temi». Queste ideologie, ha aggiunto il pontefice, «mutilano il cuore del Vangelo».

Papa Bergoglio vuole fare chiarezza sul bisogno di battersi per la giustizia terrena, facendo spazio a chi bussa alla porta alla ricerca di un avvenire migliore. In Gaudete et Exsultate, la esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo scrive: «purtroppo a volte le ideologie ci portano a due errori nocivi. Da una parte, quello dei cristiani che separano queste esigenze del Vangelo dalla propria relazione personale con il Signore, dall'unione interiore con Lui, dalla grazia». Il tema centrale del documento riguarda le Beatitudini elencate dall’evangelista Marco.

«Non si tratta dell'invenzione di un Papa o di un delirio passeggero, difendere i non nati, i poveri, i migranti». Papa Francesco insiste nel bisogno di essere coerenti con quanto insegnato da Cristo. «Quando incontro una persona che dorme nelle intemperie, in una notte fredda, posso sentire che questo fagotto è un imprevisto che mi intralcia, un delinquente ozioso, un ostacolo sul mio cammino, un pungiglione molesto per la mia coscienza, un problema che devono risolvere i politici e forse anche una immondizia che sporca lo spazio pubblico. Oppure posso reagire a partire dalla fede e dalla carità e riconoscere in lui un essere umano con la mia stessa dignità, una creatura infinitamente amata dal padre. Questo è essere cristiani!».


Alberto Pento
Caro cristiano, tutto giusto quello che dice Bergoglio,
sì ma solo con ciò che è esclusivamente tuo e che ti appartiene in tutto e per tutto ma non con ciò che è degli altri e che non ti appartiene o di ciò che è in comune con gli altri.
Della tua vita, dei tuoi beni, delle tue ricchezze, della tua casa, della tua terra, dei tuoi risparmi, della tua libertà, della tua sicurezza fanne puro quello che vuoi, disponi pure a favore dei poveri e dei migranti,
ma di ciò che non è tuo e di ciò che è in comune con gli altri siano essi cristiani e non cristiani, tu caro cristiano non hai alcun diritto di disporne come credi.
Se tu lo facessi non saresti né un buon cristiano, né un buon uomo, né un buon cittadino.
Caro cristiano abbi rispetto per me che non sono cristiano e anche per me che pur essendo cristiano non credo sia sensato quello che dice il tuo Papa Bergoglio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » sab mar 24, 2018 2:42 pm

NIGERIANA INCINTA RESPINTA DAI FRANCESI È MORTA A TORINO DOPO AVER DATO ALLA LUCE UN BAMBINO DI 700 GRAMMI
Adesso i sinistri italiani cosa diranno del loro grande eroe Macron?
Era stata respinta a Bardonecchia dalla Gendarmeria francese.
Incinta e malata di un linfoma voleva andare dalla sorella in Francia almeno per lasciarle il bambino.
Noi destri brutti sporchi razzisri e cattivi si sa come la pensiamo.... (la donna non doveva certo passare le Alpi a piedi e arrivare su un barcone, non doveva nemmeno trovarsi in Europa).
Ma voi umanitari e solidali sinistri che sbavate per quel galletto burattino radical scic dovreste esprimere una opinione no? E se in Francia ci fosse stata una Le Pen al potere oggi le strade italiane e francesi sarebbero state incendiate dai buonisti no?


Saverio Tommasi
Oggi una donna incinta, e malata, è stata respinta alla frontiera dalle autorità francesi; quando ha partorito era troppo tardi, ed è morta.
Poi dicono che dovremmo servire il gelato ai razzisti.
https://www.facebook.com/SaveTommasi/po ... 8249155221

Gino Quarelo
Il razzismo è proprio di chi a sproposito da del razzista agli altri. Chi difende la sua casa, il territorio del suo paese dall'invasione dei clandestini e dei malintenzionati o dall'abuso dell'accoglienza e dell'ospitalità non è un razzista. Razzista caso mai è chi non rispetta la casa e il paese altrui e chi irresponsabilmente e criminalmente favorisce l'immigrazione clandestina a danno e a spese degli altri, dei suoi concittadini. Questa donna non aveva alcun diritto di violare il territorio francese entrandovi clandestinamente. La responsabilità è tutta ed esclusivamente sua e comunque non è morta per mancato soccorso, è morta di tumore all'ospedale dove la stavano curando. Poi non esiste alcun diritto umano, civile e politico universale a invadere la casa e la terra altrui; tanto meno per farsi accogliere ospitare e mantenere a spese dei suoi abitanti. L'Italia per rispetto della Francia dovrebbe impedire che dal suo territorio vi siano dei clandestini che violano il paese vicino. Allo stesso modo l'Italia, per rispetto dei suoi cittadini dovrebbe rispedire in Africa tutti questi clandestini, abusivi e migranti illegali, oltre a quelli incompatibili, non certificati e criminali e porre un numero estremamente limitato all'accoglienza dei rifugiati politici (in considerazioni delle inesistenti risorse economiche e di lavoro) escludendo assolutamente i nazisti maomettani.


La grande balla della migrante morta di tumore cacciata dalla Francia: così i giornaloni costruiscono le ‘fake news’
2018/03/24
di Vittorio Bertola (tratto dalla sua pagina Facebook)
...

Nelle ultime ore, siamo stati invasi di articoli e post strappalacrime che condannano la “barbarie” della vicenda di “Destinity, donna nigeriana incinta morta dopo essere stata respinta dalla polizia francese alla frontiera di Bardonecchia”; con tanto di dettagli disumani (“l’hanno abbandonata sul marciapiede”).

Poi cerchi di approfondire e, semplicemente leggendo il racconto di prima mano del marito della signora, scopri che:
– la signora era già malata di cancro prima di mettersi in viaggio verso la Francia;
– nonostante tutti gli articoli e i post siano conditi da abbondanti foto di migranti che faticano a piedi in mezzo alla neve, la signora stava andando in Francia seduta a bordo di un bus;
– la signora non è stata respinta dalla Francia, ma è stato respinto il marito (che non aveva i documenti in regola) e lei ha scelto di tornare indietro con lui;
– “l’hanno abbandonata sul marciapiede” è semplicemente il risultato della polizia francese che, per gentilezza, ha riaccompagnato la famiglia in macchina dalla frontiera fino alla stazione di Bardonecchia, proprio perché la signora era malata;
– comunque, anche se fosse entrata in Francia invece di tornare indietro, avendo il cancro sarebbe purtroppo morta ugualmente;
– inoltre tra il respingimento e la morte è passato un mese, e non risulta che la sua condizione di salute sia stata aggravata dall’esperienza, dunque dire che è morta perché i francesi l’hanno respinta è un falso (è morta di cancro), e scrivere “morta dopo essere stata respinta” è una manipolazione per far credere a una causalità che non esiste;
– oltretutto, sostenere che sia morta perché “abbandonata dopo il respingimento” è anche un po’ umiliante per la sanità piemontese, che le ha garantito la miglior assistenza possibile per tutto il mese in questione;
– e infine, nemmeno si chiamava Destinity (che manco è un nome) ma Beauty.

Sicuramente la situazione di Bardonecchia è problematica, irrisolta, carica di sofferenza. Ma qui mi pare che la cosa che davvero interessa di più sia manipolare la realtà per ragioni ideologiche, per farla sembrare ancora più tragica di ciò che è, contando sul senso di colpa dei lettori per creare simpatia verso i migranti e antipatia verso i francesi, e magari anche per aumentare le donazioni alle ormai immancabili associazioni di italiani che li assistono. Peccato che nel lungo termine l’effetto di queste tattiche emotive sia l’opposto: più si esagerano le cose, e più il pubblico si anestetizza e diventa indifferente.


Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
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Re: Essere umani e buoni uomini (e sensati cristiani)

Messaggioda Berto » mar apr 03, 2018 11:30 am

Ecco un buon esempio di stato civile e sensato che non dilapida e non sperpera le risorse dei cittadini, che pensa a loro e a ridurre il debito pubblico



Austria: Governo taglia le tasse e le spese per i “migranti”
EUROPA UE, NEWS giovedì, 29, marzo, 2018

http://www.imolaoggi.it/2018/03/29/aust ... i-migranti


LONDRA – Come tutti i paesi anche l’Austria deve varare la sua legge finanziaria ma il piano annunciato lo scorso mercoledì, e passato sotto silenzio per ciò che riguarda “l’informazione” italiana, non è affatto una misura lacrime e sangue.

Infatti, l’attuale coalizione di governo frutto della schiacciante vittoria della destra in Austria, sta mantenendo la sua promessa elettorale di abbassare le tasse e ridurre la spesa sugli immigrati e se questo non fosse gia’ abbastanza positivo il governo punta l’anno prossimo a pareggiare il bilancio dello stato.

Ma cosa prevede questa finanziaria.

In una conferenza stampa il ministro delle finanze Hartwig Loeger ha dichiarato che l’obiettivo del governo è di avere un deficit di bilancio quest’anno dello 0,4% e l’anno prossimo di un deficit pari a zero e di raggiungere tutto questo tagliando le tasse e la spesa e approfittando delle maggiori entrate dovute alla crescita economica stimata al 3% del PIL e dei maggiori dividendi delle imprese a partecipazione statale.

Un parte importante del taglio alle spese consiste nel ridurre enormemente i sussidi per gli immigrati e i figli dei lavoratori che vivono all’estero.

In tutto il governo austriaco pensa di risparmiare un miliardo di euro di costi amministrativi e di guadagnare 250 milioni di euro in più dai dividendi delle partecipate pubbliche.

In passato dal calcolo del deficit pubblico le spese per i rifugiati venivano escluse ma adesso questo non è più possibile e questa è una delle ragioni per cui il governo vuole tagliare i sussidi agli immigrati.

Per quanto riguarda il debito pubblico il governo pensa di portarlo dal 78,1% dell’anno scorso al 74,5% quest’anno e al 70,9% nel 2019.

Questa notizia riportata da Reuters è stata completamente censurata dalla stampa italiana perchè si vuole far credere che non esistano alternative alle misure lacrime e sangue imposte dalla UE.

Ovviamente non è vero e l’Austria dimostra che è possibile tagliare sprechi e tasse per rilanciare la ripresa economica e un buon inizio in Italia sarebbe quello di tagliare i 4 miliardi di euro che spendiamo ogni anno per i finti rifugiati che servono solo per arricchire le coop.

Noi abbiamo deciso di riportare questa notizia perchè vogliamo che il prossimo governo prenda esempio e faccia lo stesso in Italia.

Per chi fosse interessato ecco l’articolo originale: https://www.reuters.com

Austria e migranti
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