Censura e libertà su facebook

Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mar dic 19, 2017 8:41 am

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:06 pm

Il caso di Francesco Sorrenti sul falso stupro di Asia Argento

https://www.facebook.com/fsorrenti3/pos ... 3281055261

Scusate se non ho risposto ai tanti messaggi ma ero per terza volta bloccato in sei mesi , ormai FB è una dittatura , una censura continua ,stavolta per aver scritto che il caso di Asia Argento fu più uno cambio di favori piuttosto che uno stupro dato che Asia argento subito dopo le prime molestie fece + di 4 film prodotti dalla Miramax di weinstein ,per questo che è la verità blocco 30gg , la verità è diventata da censurare su FB..
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:06 pm

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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:10 pm

Il caso di Gino Quarelo
https://www.facebook.com/profile.php?id=100017003387674

sospeso per 24 ore per aver scritto in un post (forse di qualche quotidiano rinomato) dove si accusavano gli ebrei israeliani di sterminare i palestinesi, che era il contrario: sono i palestinesi che massacrano gli ebrei israeliani.
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mer dic 20, 2017 2:11 pm

Facebook e lo Zeitgeist - Caratteri Liberi
di Niram Ferretti
2018/03/08

http://caratteriliberi.eu/2018/03/08/in ... -zeitgeist

La sanitizzazione del linguaggio al fine di purgarlo dai microbi della scorrettezza, della violenza, della discriminazione è uno degli obbiettivi di quel grande impero dei social che è Facebook. Termini vernacolari come “frocio”, “finocchio”, “ricchione” o qualificativi come “negro” sono reputati intollerabili, pietre gettate contro lo schermo che dovrebbe proteggere gli utenti da quella cosa brutta e sporca che sta al suo esterno e che si chiama realtà (un discorso a parte merita tutta l’immondizia che si trova dentro lo spazio confinato di Facebook, ma ci torneremo).
Sì giunge dunque all’effetto grottesco che citare qualcuno che si chiama Negro di cognome, oppure scrivere Rio Negro, potrebbe produrre automaticamente, via algoritmo, la sospensione da quel mondo virtuale in cui certe parole sono come lo fu “l’amore che non osa dire il proprio nome”, impronunciabili.

Naturalmente, “negro” è da tempo diventato un termine peggiorativo che non è più corretto usare preferendogli al suo posto il meno discriminatorio “nero”, o l’ancora più neutro “di colore”, e va anche bene. “Negro” è stato e viene usato in senso razzistico nonostante il fatto che lo troverete ad abundantiam nei testi delle canzoni di rapper neri che non hanno alcun problema a definirsi negri, ma loro possono e i bianchi no.

Quanto ai termini denigratori e coloriti per definire gli omosessuali, non sempre sono caricati di violenza e ripulsa, ma sono anche usati scanzonatamente e ironicamente, e se un omosessuale, pardon un “gay”, dovesse dire di un altro gay, “Quella è una checca scatenata”, andrà sicuramente bene, perché come i neri possono darsi del “negro” tra di loro, i gay possono tranquillamente darsi del “frocio”, senza che un bianco o un eterosessuale benpensante si possa sentire oltraggiato. Non su Facebook, dove vige l’assunto che certi termini appartengono ai gironi dell’inferno e lì devono restare insieme ai diavoli e ai dannati, tra tempeste di ghiaccio e lava.

L’idea di purgare il linguaggio da parole considerate non consone alla propria visione del mondo è tipico dei regimi autoritari e totalitari, per i quali non può esistere nulla che non sia funzionale a quella realtà dimidiata in cui hanno domicilio, di volta in volta, solo maschi guerrieri e donne angeli del focolare, proletari felici e Ubermenschen.
La Neolingua di Orwell in 1984 è e sarà sempre lo specifico dei dotati di idee chiare e distinte su come dovrebbe essere il mondo che vorrebbero, e siccome il linguaggio è ciò che definisce le cose, allora si farà in modo che le cose si adeguino al linguaggio e quelle che non vi si adeguano scompaiano dall’orizzonte come la sporcizia che si mette sotto il tappeto per far credere che la casa sia pulita.

Per chi si spinge oltre, la sporcizia deve essere anche rimossa definitivamente, così la pensava Lenin dei borghesi e Hitler degli ebrei, mentre Facebook si limita a bandire le parole in ossequio al diktat imperante del politicamente corretto, la grande religione laica del nostro tempo con i suoi templi, sacerdoti e riti e presto forse un vero e proprio calendario liturgico con feste e santi.
Il problema è che i cosiddetti buoni intenti, o buone intenzioni, da parte di chi si ritiene nobile e virtuoso, non sono sufficienti nemmeno un minimo per garantire poi esiti virtuosi o buoni. I giacobini, i fascisti, i bolscevichi, i nazisti, si ritenevano virtuosissimi e operatori del Bene supremo, così come si ritengono tali i jihadisti.

Ora, certo Zuckenberg e il suo impero non sono né il Terzo Reich né l’Unione Sovietica né l’ISIS, ma ciò non toglie che il mondo che Facebook vorrebbe se potesse operare al di fuori del virtuale e direttamente sulle cose, sarebbe quello in cui chi dice “negro” o “frocio” dovrebbe essere rieducato a non farlo più, insieme a chi associa “terroristi” a “musulmani”, “razzisti” o “suprematisti” a “neri” (ovviamente esiste anche un suprematismo nero come ne esiste uno bianco),“femmine” a “ninfomani” o “puttanieri” a “uomini”. Dove ci si ferma nella sanitizzazione del linguaggio? Qual è l’argine alla crociata del Bene contro il Male?, perché, ammesso che si riesca a purgare il linguaggio di tutti quei lemmi che si ritengono sgradevoli, dalle associazioni ritenute improprie, non si dovrà poi farlo, se se ne ha il potere, anche con i libri del passato tra i quali ci sono capolavori sommi della letteratura e del pensiero che contengono frasi impensabili per i criteri della nuova igiene linguistica facebookara?

Tuttavia Facebook è, come tutte le realtà umane, assai imperfetta, perché applica i propri codici con somma parzialità, confina i rei di piccoli reati al castigo che loro spetta e lascia ad incitatori di odio virulenti campo libero, soprattutto quando si tratta di bacheche negazioniste o apologetiche verso fascismo, nazismo e comunismo, dove, a scorrere i post e i commenti si possono leggere cose truculente, ma che si scopre, una volta segnalate, non violare i magnifici e alati standard della Comunità assai sensibile a specificacissime categorie superprotette, neri, omosessuali, musulmani, un po’ meno nei confronti delle altre.

Ci consola un fatto, nonostante l’imperante conformismo, le regole di Facebook, le fatwe dei Virtuosi, le grottesche e ridicole crociate delle pentesilee da salotto di Me-too e altri penosi segni di questi nostri tempi assuefatti alla mediocrità e all’idiozia, la realtà continua ogni giorno in modo salutare ad assestare calci in faccia a chi vorrebbe emendarla dalla propria straripante e assai sconcia esuberanza.
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun mar 19, 2018 11:40 am

L'altro ieri facebook mi ha sospeso per 30 giorni perché segnalato da qualche comunista e riconosciuto come inappropriato per gli standar di facebook, il seguente post:


Fascisti e antifascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari, la loro disumanità e inciviltà
viewtopic.php?f=205&t=2731

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3975893749
Spiacenti, questo contenuto non è al momento disponibile
Il link che hai seguito potrebbe essere scaduto o la pagina potrebbe essere visibile soltanto a un pubblico del quale non fai parte.
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio apr 05, 2018 9:28 pm

I moderatori di Fb
L'Opinione delle Libertà
2018/04/05

http://www.opinione.it/web/2018/04/05/d ... sef-salman

Quanti sono? E soprattutto: dove si trovano e con quali criteri vengono scelti ? Si tratta di nuove creature mitologiche mai avvistate prima, i cosiddetti “moderatori” del social network Facebook. Quelli che decidono cosa sia “il bene” e cosa “il male” rispetto a ciò che viene postato o condiviso da quasi tre miliardi di profili.

Dipendenti sui quali Mark Zuckerberg e compagni, anzi soci, mai hanno voluto fare chiarezza. Secondo i bene informati si tratterebbe di circa 7mila e cinquecento persone, che per una platea di oltre due miliardi e mezzo di iscritti, al netto dei trolls e dei fake, sembrano un po’ pochini.

Dopo le recenti polemiche sui big data manipolati, che proprio ieri lo stesso Zuckerberg ha ammesso potere essere molti, ma molti, di più – quasi tutti ha detto in realtà – di quelli sinora sospettati, ecco nascere un nuovo fronte di future polemiche?

Molti da tempo si chiedono perché quelli di Facebook siano così sensibili a immagini di nudo e a prese di posizione pro Israele e così permessivi su incitamenti all’odio, propaganda pro Isis e pagine o gruppi filo nazisti? Una possibile risposta è arrivata da un’analisi cui hanno lavorato anche i servizi di sicurezza israeliani. Secondo i quali le cosiddette “locations” da cui almeno la metà di questi 7500 moderatori lavorano sarebbero situate in Paesi arabi o islamici. Marocco, Tunisia, Egitto, persino Iran e Emirati Arabi Uniti, sono i Paesi di cui sono stati fatti i nomi. Altri sarebbero invece locati in Paesi del Terzo Mondo dell’area ex filo sovietica come il Mozambico.

Questo spiegherebbe tutto in effetti: dalla eccessiva pruderie sessuofobica alla sensibilità quasi isterica verso tutto ciò che potrebbe vagamente classificarsi come “islamofobia”, alla sostanziale indifferenza all’antisemitismo. Sia di origine nazistoide e a maggior ragione se a trazione arabo-islamica. Sarebbe accettabile questo stato di cose? Assolutamente no, come si usa rispondere nelle serie televisive americane.

Ma dopo che è crollato l’altarino dei big data quanto altro tempo dovremo aspettare prima di saperne di più anche su questo delicatissimo versante del social network più diffuso al mondo?
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » gio apr 12, 2018 8:43 pm

RIMPIANGENDO Mc Carthy
https://www.facebook.com/josef.jonas3/p ... 2481532287

Davanti al Senato USA Zuckerberg balbetta.
Ted Cruz glielo chiede TRE volte se Facebook censura le pagine di destra e Zucky si difende balbettando.
Risponde:"Ci sono 22.000 persone che controllano i post di facebook e Facebook si trova in California dove molte persone sono di sinistra". Balbetta.

Ted Cruz Grills Mark Zuckerberg
https://www.youtube.com/watch?v=iwvFD_A ... ture=share
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » lun apr 16, 2018 2:46 am

ERA ORA! -Ci sono ancora giudici a Berlino
Facebook aveva cancellato un commento critico con riferimento alle regole interne. Un tribunale tedesco ha revocato l'eliminazione.


https://www.facebook.com/alqantarah/pos ... 3186043242

Un utente di Facebook di Berlino ha ottenuto dal Tribunale regionale di Berlino un provvedimento provvisorio che vieta a Facebook di eliminare un commento dell'utente e di bloccare quest’ultimo. La redazione è in possesso della sentenza del 23 marzo (Rif. 31O21/18), che non è ancora stata notificata a Facebook. È la prima volta che un tribunale tedesco vieta ad una società di internet di eliminare un commento dell'utente.
Il cittadino di Berlino aveva scritto ai primi di gennaio nel suo account di Facebook: "I tedeschi si istupidiscono sempre di più. Nessuna meraviglia dato che vengono permanentemente bombardati dal sistema mediatico di sinistra con le false notizie sui presunti 'lavoratori qualificati' (rif. ai migranti analfabeti, ndt), calo della disoccupazione o Trump. "

Il tuo commento è stato cancellato
Il commento è stato eliminato da Facebook. "Hai postato recentemente qualcosa che viola le linee guida di Facebook", ha comunicato Facebook all'utente, il cui l'account è stato per giunta bloccato per 30 giorni.
Il rappresentante legale dell'utente di Berlino, l'avvocato Joachim Steinhöfel di Amburgo, nel procedimento ha argomentato che il suo mandante, come utente di Facebook abbia un contratto con la piattaforma social, in cui Facebook utilizza i dati dell'utente e in cambio gli consente di scrivere commenti che non infrangono le leggi vigenti. Facebook è obbligata a rispettare questo contratto. È lecito presumere che il giudice abbia condiviso questa opinione. Non sono ancora state rese note le motivazioni della sentenza. Nel procedimento, Facebook non è stato sentito come antagonista.


https://philosophia-perennis.com/2018/0 ... -kommentar

Un tribunale vieta per la prima volta a Facebook l'eliminazione di un commento non politicamente corretto

(David Berger) Questa ingiunzione potrebbe fare storia: un tribunale di Berlino ha vietato a Facebook sia l'eliminazione di un commento che il successivo blocco dell'utente per 30 giorni.

"I tedeschi si istupidiscono sempre di più. Nessuna meraviglia dato che vengono permanentemente bombardati dal sistema mediatico di sinistra con false notizie sui presunti 'lavoratori qualificati' (rif. ai migranti analfabeti, ndt), calo della disoccupazione o Trump. "
. . . è quanto aveva scritto l'utente nella sua bacheca di Facebook. E succede quello che succede in questi casi centinaia di volte al giorno: i censori della NetzDG (la recente legge tedesca circa gli hate-speech, ndt) di Facebook hanno cancellato il commento e bloccato l'utente per 30 giorni.
"hai postato recentemente qualcosa, che viola le linee guida di Facebook"
- con questa frase completamente indifferenziata e priva di significato han condannato l'utente.

L'utente quindi, con il suo avvocato Steinhöfel, ha presentato un'ingiunzione di provvedimento provvisorio presso il Tribunale regionale che ha accettato la causa. Per cui Facebook deve annullare l'eliminazione e sbloccare l'utente.
La WAZ (vedi sopra) scrive in merito alla strategia argomentativa dell'avv. Steinhöfel:
"il rappresentante legale dell'utente di Berlino, l'avvocato Joachim Steinhöfel di Amburgo, ha sostenuto nella causa che il suo mandante ha stipulato come utente un contratto con Facebook : la piattaforma social può utilizzare i dati dell'utente ed in cambio questi ha il permesso di scrivere commenti i cui contenuti non violano le vigenti leggi. Facebook è obbligata a rispettare questo contratto. È lecito presumere che il giudice abbia condiviso questa opinione."

Il provvedimento provvisorio, che sembra non sia ancora stato notificato a Facebook, rappresenta una novità nel diritto tedesco:
Per la prima volta, un tribunale tedesco vieta a Facebook sia l'ingiusta cancellazione di un commento legalmente corretto, violando il contratto in essere, che il successivo blocco dell'utente.

Così anche i commenti che sottolineano ripetutamente, che come libera impresa in un'economia di mercato, Facebook potrebbe fare ciò che si vuole, sono assurdi.

P. S. ho provato solo ad immaginare quello che potrebbe succedere se molti utenti postassero la frase sopra riportata, Facebook elimina e blocca, gli utenti ingiustamente puniti agiscono legalmente contro il provvedimento censorio di Facebook e Facebook viene punita legalmente e finanziariamente...
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Re: Censura e libertà su facebook

Messaggioda Berto » mer apr 25, 2018 8:34 pm

A breve si potrà fare ricorso a Facebook per chiedere di riesaminare i post rimossi
Luca Scarcella
Bruno Ruffilli
2018/04/25

http://www.lastampa.it/2018/04/25/tecno ... agina.html

Facebook svela per la prima volta le linee guida in base a cui decide se i post degli utenti sono leciti o vanno eliminati. La compagnia rende pubblico il documento di 27 pagine che usa per tenere in equilibrio libertà d’espressione e necessità di ripulire il social da violenza, terrorismo e fake news. L’operazione trasparenza è l’ennesima messa in atto per sedare le critiche dopo lo scandalo Cambridge Analytica. Scandalo su cui anche l’Italia vuol vederci chiaro: il garante della Privacy ha chiesto alla compagnia ulteriori chiarimenti «sulla possibile violazione dei dati personali di decine di migliaia di utenti».

Dallo spam all’incitamento all’odio, dai nudi alla violazione del copyright, Facebook mostra le norme con cui regola la vita social dei suoi due miliardi di utenti. Nel testo, pubblicato in risposta alle accuse di censura arbitraria, si trovano diversi suggerimenti per distinguere, ad esempio, tra sarcasmo e linguaggio d’odio. Sulla base di queste linee guida, Facebook scandaglia le bacheche usando una combinazione di intelligenza artificiale e segnalazioni degli utenti. I contenuti sospetti passano poi al vaglio di un team di 7.500 revisori in carne e ossa, al lavoro 24 ore su 24 in 40 lingue.

E siccome l’uomo è fallibile, l’azienda ha deciso di introdurre un secondo grado di giudizio: l’utente che si vede bloccare un post ora potrà fare appello e chiedere una revisione della decisione. La richiesta verrà presa in carico da un revisore (si tratta sempre di una persona), generalmente entro 24 ore. Facebook sta lavorando anche per fare in modo che si possa fare appello non solo per i contenuti rimossi, ma anche per quelli che vengono segnalati e poi mantenuti sulla piattaforma. Di errori, d’altronde, il social network ne ha fatti parecchi, anche eclatanti. Come quando ha censurato la foto simbolo della guerra del Vietnam: la bimba di 9 anni che corre nuda in strada fuggendo dalle bombe al napalm.

A pesare sulle spalle di Facebook è però un altro tipo di errore, quello che ha portato Cambridge Analytica a ottenere i dati di 87 milioni di persone. Nei giorni scorsi l’azienda di Menlo Park ha ribadito che non rivela l’identità degli utenti ai pubblicitari e che non vende i loro dati. Per adeguarsi al regolamento europeo sulla privacy (Gdpr), inoltre, ha detto che i giovani tra i 13 e i 15 anni in alcuni Paesi Ue avranno bisogno di un’autorizzazione del genitore per usare appieno il social.
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