L'Osservatore Romano: "In caso di povertà non esistono acque territoriali"Giuseppe Aloisi - Sab, 06/07/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 9yzK7rdUFo L'Osservatore Romano, giornale edito dalla Santa Sede, ha definito i negoziati sui migranti uno "spettacolo umiliante". Critiche dirette anche alla Ue
L'Osservatore Romano, il quotidiano edito dalla Santa Sede, ha preso una posizione nitida sulla gestione dei fenomeni migratori, che è peraltro in linea con la pastorale sui migranti e sulle periferie economico-esitenziali di papa Francesco: "Quando si tratta della povertà e della disuguaglianza non vale il limite delle acque territoriali o della zona Sar di competenza", si legge in un articolo odierno, com'è stato riportato pure dall'agenzia Adnkronos.
Insomma, le politiche del rigore, che prevedono forti restrizioni in materia d'accoglienza non sembrano trovare troppa condivisione sull'altra sponda del Tevere, dove si continua a predicare in favore dell'inclusione, del multiculturalismo e dei porti aperti. Ma forse questa verrà interpretata come una semplificazione.
Proseguendo nella lettura, infatti, viene specificato come il "porre le domande sbagliate" non costituisca un atteggiamento utile "neppure per distinguere posizioni e orientamenti, soprattutto quando viene costruita una polarizzazione che si vorrebbe risolutiva perché immediatamente sovrapponibile a uno scontato giudizio morale". Lo scontro, in parole povere, sembra contribuire a spostare l'attenzione dal focus più urgente, che per L'Osservatore Romano, il "quotidiano del Vaticano" che da dicembre scorso è diretto dal professor Andrea Monda, riguarda invece la domanda di speranza di coloro che cercano un futuro migliore sulle nostre coste.
Viene segnalato, tuttavia, come il ruolo esercitato dall'Unione europea non abbia prodotto risultati efficaci: "Non si tratta, con tutta evidenza, di decidere cosa fare quando un mezzo improvvisato si trova in mezzo al mare stipato di uomini, donne e bambini", viene premesso. Poi arriva la critica sul mancato intervento risolutivo degli enti sovranazionali: "Questo è diventato un problema prima di tutto per colpa dell'Unione europea, incapace di dimostrarsi all'altezza dei valori sui quali è stata fondata e di modificare norme che lasciano nelle mani di pochi il cerino di questa responsabilità". Il caso di Sea Watch 3 non viene rimarcato in modo diretto, ma i "negoziati" che ne sono seguiti, anche temporalmente, sì: trattasi, per il pezzo in questione, di uno "spettacolo umiliante".
Le istanze sovraniste troverebbero terreno fertile proprio in questi aspetti procedurali. Bisognerebbe dunque dare vita a meccanismi in grado di occuparsi di "regolamentazione", "controlli" ed "eventualmente soglie". Questo, viene premesso, nel caso in cui le posizioni dei cosiddetti populisti trovassero in fin dei conti corrispondenza politica. Pure perché "gli sbarchi continueranno". La parte finale della riflessione, del resto, è stata riservata anche al futuro statistico delle migrazioni: "Perché non dovrebbero partire?", ci si domanda.
Viene evidenziato inoltre come i migranti non optino per la "via della violenza". La sintesi del ragionamento presentato da L'Osservatore Romano sembra questa: districare i nodi attorno alla gestione dei fenomeni migratori spetta all'Europa. Chi si imbarca sta solo tentando "di entrare nel mondo dei ricchi".
Alberto PentoDemenzialità fanatica che viola il buon senso, la giustizia e i diritti umani universali dei cittadini che non vogliono essere costretti ad accogliere.
L'accoglienza forzata di Bergoglio e dell'Avvenire è una violenza indicibile, uno stupro collettivo, di massa, dell'intera comunitàIl Papa prega per i porti aperti: "Per Dio nessuno è straniero"Giuseppe Aloisi - Lun, 08/07/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... kbgkM1dTSo Il Pontefice dice messa a favore dell'accoglienza: "I migranti sono prima di tutto esseri umani, non questioni sociali"
Nel corso della mattinata di oggi, papa Francesco ha celebrato una messa per i migranti in funzione del sesto anniversario della sua visita apostolica nell'isola di Lampedusa.
Jorge Mario Bergoglio ha voluto così ribadire la sua vicinanza a coloro che cercano di raggiungere le nostre coste, pochi giorni dopo quanto avvenuto attorno al caso della Sea Watch 3 nel mar Mediterraneo, che il Santo Padre ha spesso chiamato "cimitero della contemporaneità". "In questo sesto anniversario della mia visita a Lampedusa il mio pensiero va agli ultimi che ogni giorno gridano al signore chiedendo di essere liberati dai mali che li affligono", ha esordito, nel corso dell'omelia, il vescovo di Roma. Il passaggio cruciale dell'intervento è stato quello in cui il sudamericano ha ricordato come per Dio nessuno possa essere definito "straniero".
Poi il pontefice argentino ha lanciato un monito su quanto accade ogni giorno nelle "periferie esistenziali", dove per Bergoglio risiedono le vittime della "cultura dello scarto". È stata richiamata più volte l'immagine biblica della scala: "Viene spontaneo riprendere l'immagine della scala di Giacobbe". E ancora:"In Gesù Cristo - ha continuato l'ex arcivescovo di Buenos Aires - il collegamento tra la terra e il Cielo è assicurato e accessibile a tutti. Ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati". Poi ha spiegato quale dovrebbe essere il ruolo esercitato dai cristiani all'interno di queste dinamiche: "Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo".
Vale la pena rimarcare come la messa del Santo Padre fosse dedicata anche a coloro che operano nel settore dell'accoglienza dei migranti. Durante la prima intenzione di preghiera, è stata ventilata anche l'immagine del "porto sicuro e aperto". Il Vaticano, insomma, continua a chiedere che gli "ultimi" vengano percepiti anzitutto per quello che sono, e cioè "persone". Tra coloro che hanno preso parte a questa celebrazione, possono essere annoverati anche molti cittadini lampedusani, che in queste ore hanno rilasciato delle testimonianze: hanno ringraziato il romanio pontefice, ma hanno pure sottolineato - come riportato dall'Agi - come il clima, nel corso di questi ultimi anni, sia cambiato.
Alberto Pento Dio non va confuso con gli idoli delle religioni e la loro manipolazione del divino.
Poi Dio non è l'uomo e le questioni umane riguardano gli uomini e non Dio.
Bergoglio oltre ad essere un presuntuoso blasfemo idolatra sei anche un manipolatore demenziale e irresponsabile della natura umana, dei valori, dei doveri e dei diritti umani.
Gli stranieri esistono anche troppo, come esistono i buoni e i cattivi, gli assassini e i ladri, i bugiardi e gli uomini di buona volontà.
Tu sei uno che non ha rispetto, sei un pericolo per l'umanità intera, hai persino giustificato la strage di Charlie Hebdo e santificato il criminale Maometto e la sua ideologia religiosa di morte, dell'orrore e del terrore.
Sei una vergogna umana.Papa Francesco: 'I migranti sono il simbolo di tutti gli scartati'8 luglio 2019
Nella messa a loro dedicata nel senso anniversario della visita a Lampedusa il Pontefice ribadisce l'impegno dei cristiani a salvare e aiutare coloro che "sfidano le onde di un mare impetuoso" in cerca di umanità e salvezza e invita a non dimenticare mai che "sono persone"
http://www.famigliacristiana.it/articol ... pVi1bZsd4I “Sono persone. Non si tratta solo di questioni sociali”. Durante la Messa dediata ai migranti in San Pietro, papa Francesco parla del dramma di questi anni che si consuma nel Mediterraneo, nel sesto anniversario della storica visita a Lampedusa, la prima in assoluto fuori dalle mura leonine, quella che ha posto un segno distintivo al suo pontificato.
Il coro, vestito di nero in segno di lutto per tutti gli uomini le donen e i bambini morti in mare, canta il “kyrie eleison” mentre Francesco chiede di guardare “con amore i profughi e gli oppressi” e ricorda Giovanni Paolo II che disse: “I poveri, nelle molteplici dimensioni della povertà, sono gli oppressi, gli emarginati, gli anziani, gli ammalati, i piccoli, quanti vengono considerati e trattati come ‘ultimi’ nella società”.
Nella basilica tanti migranti, tante mamme con i loro bambini, accompagnati dai cooperanti di diverse sigle che si occupano dell’accoglienza. Francesco incardina la sua omelia intorno alle Beatitudini. La dedica agli “ultimi che sfidano le onde di un mare impetuoso”. Persone “scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti. Nello spirito delle Beatitudini siamo chiamati a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli”.
Poi accenna alle periferie delle città, dense di persone oppresse, maltrattate, scartate. Invita tutti i cristiani ad occuparsi di loro, a divenire "angeli che salgono e scendono" e prendono tra le loro braccia questa umanitò dolente, a cominciare dai più piccoli, salvandoli dai flutti e dalla morte.
“Il mio pensiero – dice – va agli ‘ultimi’ che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono. Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea”.
E infine spiega che “‘non si tratta solo di migranti!’, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata. Viene spontaneo riprendere l’immagine della scala di Giacobbe (simbolo della preghiera e del rapporto uomo-Dio ndr). In Gesù Cristo il collegamento tra la terra e il Cielo è assicurato e accessibile a tutti. Ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati. Mi piace allora pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo”.
Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.viewtopic.php?f=196&t=2876 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727 Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
Carola Rackete