L'inciviltà italiaca non ha limiti.
Gli incendi che devastano il meridione, responsabilità criminale dei meridionali
Il 98% degli incendi è colpa dei piromani.
La Sardegna brucia, devastati oltre 20 mila ettari
26 luglio 2021
https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 78648.html
La Sardegna, che sta bruciando da 60 ore, decreta lo stato di emergenza. Pesante il bilancio del vasto incendio scoppiato in provincia di Oristano e non ancora del tutto domato: quasi 1.500 persone sfollate. Si stima che le fiamme abbiano percorso circa 20 mila ettari, ma il dato è ancora provvisorio. Case e aziende danneggiate. Cinque Canadair della flotta nazionale hanno ripreso a lanciare acqua stamane sull'Oristanese, che brucia ormai da due giorni. Per una maggiore rapidità di risoluzione dell'emergenza, il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato un modulo internazionale di cooperazione. È stato pubblicato dalla Protezione Civile regionale un nuovo bollettino di previsione di pericolo incendio per la giornata di oggi, lunedì 26 luglio.
L'area colpita si estende anche su parte del Nuorese. Un numero ancora imprecisato di animali è rimasto ucciso, in un fine settimana fra i più disastrosi che si ricordino in quella parte della Sardegna. Le immagini arrivate ieri dai luoghi del rogo sono sconvolgenti: greggi carbonizzate, il cielo oscurato dal fumo, fiamme ovunque, a ridosso di case e strade, a illuminare la notte e a tenere svegli interi paesi. Il danno ambientale è incalcolabile.
Il fuoco ha devastato i boschi del Montiferru, fra le zone verdi dell'isola, e aziende agricole e costretto centinaia di uomini e donne, fra sabato e domenica, a lasciare le loro case per precauzione. Non sono ancora potute rientrare un'ottantina di persone: 50 anziani di una casa di riposo di Cuglieri, uno dei Comuni più colpiti dalle fiamme, e trenta abitanti di Borore (Nuoro). Sono attesi altri quattro Canadair, due dalla Francia e altrettanti dalla Grecia: i primi sono in volo verso la Sardegna, gli altri due sono già atterrati ad Alghero alle 4.30. ( Stamane sono cominciate anche le operazioni di bonifica.
I fronti del fuoco sono ancora attivi nell'Oristanese fra Scano Montiferro, dove ieri erano state evacuate oltre 400 persone, e Tresnuraghes. Alle squadre locali che hanno lavorato tutta la notte, si sono aggiunte le colonne mobili del Corpo forestale regionale, dell'Agenzia Forestas e della Protezione civile, arrivate da Cagliari, Nuoro e Sassari. Sono in volo anche gli elicotteri della flotta regionale, incluso il SuperPuma decollato da Fenosu.
A terra sono operative 57 unità dei vigili del fuoco, di cui 28 provenienti dai comandi di Nuoro, Sassari e Cagliari e 29 del comando di Oristano: sono impegnate, in particolare a Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes (dove tre squadre hanno lavorato tutta la notte e protetto due attività ricettive), e nella borgata marina di Porto Alabe, Flussio, Sennariolo, Usellus, Scano Montiferro e Cabras.
Il vento ha cambiato più volte direzione negli ultimi giorni e reso ancora più impegnative le operazioni di spegnimento, condotte anche in collaborazione con un elicottero del Reparto volo dei vigili del fuoco di Sassari. Intanto, l'ultimo bollettino della Protezione civile regionale segnala per oggi un codice arancione (ieri era rosso) in buona parte della Sardegna, incluso il Cagliaritano e l'area dell'Oristanese.
Intere comunità sono in ginocchio, i danni ingenti e ancora da stimare, in una zona della Sardegna già particolarmente colpita dalla pandemia e dalla carenza di servizi sanitari, come denunciato la scorsa settimana dai sindaci dell'Oristanese che avevano manifestato sulla strada statale 131.
"Chiediamo un'immediata indagine", sollecita Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna, "per verificare il perché dei danni a case e aziende, dentro o a ridosso dei paesi, che avrebbero dovuto avere protezione, attraverso una maggiore attenzione in fase manutenzione del territorio e prevenzione".
Prefetto Oristano: durissima ma ce la faremo
"E' durissima, ma ce la faremo". Sono le parole di vicinanza e incoraggiamento che il prefetto di Oristano, Fabrizio Stelo, ha pronunciato ai sindaci dei paesi colpiti dal grande incendio, quando - questa mattina - si è recato loro per portare la solidarietà delle istituzioni. Stelo ha visitato i territori di Cuglieri, Santu Lussurgiu, Scano di Montiferro, Sennariolo e Tresnuraghes, constatando una situazione di "devastazione senza precedenti che ha colpito e ancora sta interessando quei territori e le loro popolazioni".
Il prefetto Stelo ha anche ringraziato quanti, ormai da diversi giorni, "stanno operando instancabilmente sul fronte del fuoco con grande professionalità e spirito di sacrificio: i Vigili del Fuoco, le Forze dell'Ordine, la Protezione Civile, il Corpo Forestale, le Compagnie Barracellari, Forestas, i Volontari, manifestando un particolare apprezzamento per il comportamento esemplare delle Comunità locali".
L'occasione è stato l'incontro svolto presso il Distaccamento del Ministero dell'Interno - Vigili del Fuoco, che ha visto la partecipazione dell'Assessore Regionale dell'Ambiente, del Presidente del Consiglio Regionale e del Sindaco di Cuglieri.
"Il mio pensiero e la mia particolare vicinanza", ha proseguito il prefetto, "va inoltre agli agricoltori e agli allevatori che hanno visto morire i propri animali e andare in fumo le proprie aziende. E' difficile trovare parole adeguate rispetto alla brutalità di una tragedia di tali dimensioni, ma lo Stato c'è e nessuno sarà lasciato solo".
"La speranza", ha concluso Fabrizio Stelo, "è che anche attraverso l'attivazione del Meccanismo Europeo di protezione civile, che da questa mattina vede operativi quattro ulteriori canadair provenienti dalla Francia e dalla Grecia, si riesca a fermare in maniera stabile il fronte del fuoco, anche se la strada sarà lunga e molto resta ancora da fare".
Nell'Oristanese le squadre hanno lavorato per tutta la notte. Soccorso da Francia e Grecia
Incendi. La Sardegna brucia. I vescovi: la politica affronti l'emergenza
lunedì 26 luglio 2021
5-7 minuti
https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... i-sfollati
"Le forze politiche affrontino l'emergenza con misure adeguate, scegliendo anche norme legislative che agevolino la prevenzione e scoraggino eventuali attentatori": lo ammoniscono i vescovi della Sardegna a proposito dei devastanti incendi delle ultime ore. I presuli esprimono "vicinanza alle popolazioni e tristezza nel cuore. Come vescovi della Sardegna proviamo un senso di sgomento infinito nel vedere ancora una volta, a causa degli incendi, la nostra gente soffrire e il nostro territorio bruciare".
I vescovi sardi danno così voce a un "grido di dolore e di solidarietà per coloro che hanno visto devastate le loro aziende, gli allevamenti e i prodotti, mentre verifichiamo - con loro e con tutti i sardi - a quale affronto è sottoposta una natura bella e incontaminata, mai troppo apprezzata e né talvolta difesa. Mentre auspichiamo che vengano accertate eventuali responsabilità, scopriamo anche stavolta quando sia minacciato un incontro pacificato tra l'uomo e l'ambiente e quanto sia decisiva una formazione che, grazie al rispetto della creazione, permetta di custodire il mondo che ci circonda come un giardino, secondo il progetto del Dio creatore".
Nel condividere con i vescovi dei territori colpiti la "preoccupazione per quanto sta accadendo", i vescovi di Sardegna ringraziano quanti "si stanno adoperando per aiutare le popolazioni colpite: forze dell'ordine e dell'antincendio, forestali e volontari".
La Sardegna brucia
Un disastro senza precedenti. È così che è stato definito il gigantesco rogo che da quasi tre giorni sta devastando il Montiferru, nell'Oristanese, riducendo in cenere oltre 20mila ettari di territorio, distruggendo aziende e facendo vivere giornate di terrore a migliaia di persone costrette a lasciare le case, assediate dalle fiamme.
L'incendio divampato a Bonarcado il 23 luglio scorso non ha mai allentato la presa sul territorio, spostandosi per circa 50 chilometri spinto dal vento di scirocco e dalle alte temperature, costringendo Protezione civile, Corpo forestale, Vigili del fuoco e volontari a combattere giorno e notte.
In aiuto del personale a terra tutti gli elicotteri della flotta regionale e i Canadair di quella nazionale. Ma non solo. Già dalle prime di oggi a dare manforte alla macchina dell'antincendio sono arrivati i Canadair dell'Unione Europea, due dalla Francia e due dalle Grecia. Un dispiegamento di forze imponente che è servito per arginare alcuni fronti del fuoco e iniziare a bonificare le varie aree.
In particolare sono rimasti attivi tutto il giorno e saranno monitorati anche nelle prossime ore due fronti: il rogo a Santu Lussurgiu, inizialmente sotto controllo, ma che a causa del vento ha ripreso vigore dove per quasi tutta la giornata hanno operato, accanto agli elicotteri della Sardegna, due Canadair della flotta nazionale e i due francesi. E l'incendio a Suni, dove in azione sono rimasti altri quattro Canadair, due dei quali arrivati dalla Grecia.
Nelle ultime ore la situazione sembra sotto controllo, anche se sulle aree continuano i lanci di 'bombe d'acqua' da Canadair ed elicotteri e continua il lavoro delle squadre a terra. Anche il quadro climatico fa ben sperare, non si sono registrate temperature altissime e il temuto vento di maestrale che avrebbe dato nuovo vigore alle fiamme, al momento, non è entrato, ma la situazione viene monitorata costantemente.
Quasi tutti i 1.500 sfollati da Cuglieri, Santu Lussurgiu, Porto Albe, Sennariolo e dagli altri centri lambiti dalle fiamme hanno fatto rientro a casa. Tanti di loro hanno iniziato la conta dei danni. "La comunità e il territorio hanno subito un'immensa tragedia, un disastro senza precedenti. Il fuoco - ha detto il sindaco di Cuglieri, Gianni Panichi - è arrivato nel nostro comune nel giro di poche ore ha attraversato il Montiferru e raggiunto le case del paese su più fronti. Dobbiamo rialzarci e andare avanti, abbiamo perso tutto ma non la caparbietà e la forza di volontà per reagire e ritornare alla bellezza e alla serenità. I danni sono immensi - ha ribadito - il Montiferru, la flora e la fauna sono perduti, la valle degli olivi, l'olivastro millenario non esistono più. Aziende intere distrutte, animali bruciati, molti hanno perso tutto".
"È difficile trovare parole adeguate rispetto alla brutalità di una tragedia di tali dimensioni, ma lo Stato c'è e nessuno sarà lasciato solo", ha detto il prefetto di Oristano Fabrizio Stelo, che oggi si è recato in visita nei territori devastati dalle fiamme.
E in aiuto delle comunità colpite sono già arrivati i privati cittadini e le associazioni con alcune raccolte fondi, ma anche l'intera Diocesi di Alghero-Bosa che ha aperto un fondo, denominato "Emergenza Incendio Montiferru", per raccogliere gli aiuti economici e che partirà con un contributo di 50.000 euro della Diocesi. E anche la macchina della solidarietà targata Coldiretti si è già messa in moto.
Sardegna CorpoForestale
luglio/agosto 2021
http://www.sardegnaambiente.it/index.ph ... &idsito=19
Il Corpo Forestale ha arrestato, in flagranza di reato, due giovani di Mogoro che, nel solo pomeriggio del 29 luglio scorso, hanno volontariamente provocato ben due incendi: il primo in località Ponte Craccaxia, in territorio di Mogoro e il secondo in località Roia sa Pibera, Pabillonis.
L’arresto é il risultato di una complessa attività investigativa che la Stazione Forestale di Marrubiu aveva avviato nel 2011 per individuare i responsabili di una lunga serie di eventi incendiari che si erano verificati la scorsa stagione e che a giugno di quest’anno hanno ripreso a interessare il territorio di Mogoro e varie località situate nella zona sud della giurisdizione dell’Ispettorato di Oristano.
Durante lo svolgimento delle indagini sono emerse una serie di circostanze concomitanti tra gli eventi del 2011 e del 2012: la ripetizione e le cadenze temporali degli incendi (che avvenivano all’incirca negli stessi orari e nelle giornate festive), il ricorso alle medesime modalità di innesco.
Coincidenze che erano state subito colte dagli investigatori del Corpo Forestale ma le particolari modalità di azione dei piromani inizialmente non avevano consentito di ricondurre le responsabilità degli incendi agli arrestati.
I due, infatti, si muovevano nel territorio utilizzando le loro biciclette mountain bike circostanza che, unitamente alla giovane età, li rendeva apparentemente innocui rispetto alla gravità degli eventi-reato per cui ora sono indagati: incendi volontari che hanno costretto la struttura regionale antincendio a continui e pressanti interventi di spegnimento.
Ma il personale della Stazione di Marrubiu e del Nucleo Investigativo dell’Ispettorato di Oristano hanno proseguito a registrare e approfondire tutti gli elementi di coincidenza.
Così nella giornata di domenica 29 luglio, dispiegando un ingente numero di uomini che ha assicurato il presidio dell’intero territorio interessato dagli eventi ed il controllo della viabilità principale e secondaria, è stata attuata un’operazione preordinata e mirata durante la quale sono stati arrestati i due giovani, un disoccupato e uno studente, rispettivamente di diciannove e diciotto anni.
Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che i due, pressoché tutte le domeniche ma anche di sabato, subito dopo pranzo inforcavano le loro mountain bike e andavano in giro senza una meta precisa a innescare incendi lanciando, senza neppure smontare dalle loro biciclette, una certa quantità di fiammiferi già accesi.
Le condizioni della vegetazione ormai molto povera di umidità e quelle climatiche, caratterizzate da temperature piuttosto elevate e da ventosità sufficiente per alimentare il fuoco, rendevano l’operazione molto semplice e rapida.
Oltre agli eventi di Ponte Craccaxia e Roia sa Pibera, anche altri episodi incendiari di matrice dolosa sembrerebbero essere riconducibili ai due indagati ed in particolare quelli che si sono verificati nella parte sud del territorio di Mogoro, a partire dal mese di giugno del corrente anno, sempre in coincidenza con le giornate festive domenicali ed in una fascia oraria compresa tra le 12,00 e le 15,00 del pomeriggio.
Ieri però il Corpo Forestale ha interrotto le loro “escursioni” intercettando i due nell’incrocio tra la Strada Provinciale 98 che conduce a Morimenta, e la strada comunale che porta alla chiesa di S.M. Craccaxia.
Gli Agenti che li hanno tratti in arresto ne hanno dato immediata notizia al Pubblico Ministero di turno, il dottor Marco Ulzega, della Procura della Repubblica di Oristano.
Il 30 luglio i due indagati sono stati accompagnati avanti al Giudice del Tribunale di Oristano, il dottor Mameli, che ha convalidato la misura cautelare assegnandoli agli arresti domiciliari.
Nei prossimi giorni si celebrerà il processo.
L'emergenza. Il Sud brucia: 800 incendi. La Sicilia chiede aiuto (ma è polemica)
Roberto Puglisi
sabato 31 luglio 2021
https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... 00-incendi
La situazione peggiore a Catania. Musumeci chiama il governo, la Protezione civile puntualizza: «Gli interventi spettano alle Regioni». L’arcivescovo Pennisi: «I roghi un delitto contro Dio»
Le colonne di fumo sopra Catania riprese dall’elicottero dei Vigili del fuoco
Le colonne di fumo sopra Catania riprese dall’elicottero dei Vigili del fuoco - Ansa / Vigili del fuoco
Il Sud Italia brucia ancora. Non si placano i roghi che negli ultimi giorni hanno investito soprattutto Sicilia e Sardegna e nuovi focolai si sviluppano in molte zone del Paese interessate da una forte ondata di caldo. Nelle ultime 24 ore sono stati oltre 800 gli interventi svolti dai vigili del fuoco per incendi boschivi: 250 in Sicilia, 130 in Puglia e Calabria, 90 nel Lazio e 70 in Campania.
La Sicilia chiede aiuto a Roma in giorni apocalittici di roghi, persone che scappano da località in fiamme, abitazioni evacuate. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile.
Un grido dall’isola – che va a fuoco per il caldo torrido e per la mano criminale dei piromani – destinato ad essere accolto, ma anche stigmatizzato: «La Regione Sicilia ha fatto una dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale, con la richiesta della Protezione Civile di attivarsi a supporto delle attività della Regione – ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio –, ovviamente supporto da terra, perché tutti i mezzi aerei disponibili li abbiamo inviati. Invieremo quindi squadre da altre regioni e ci sarà il raddoppio dei turni da parte dei vigili del fuoco. Le responsabilità nell’ambito di ciò che si fa contro gli incendi boschivi tuttavia sono chiare. Le norme prevedono che la lotta attiva sia di competenza delle Regioni».
Adesso, però, è la consapevolezza dell’elemento umano nello sfacelo che rende la situazione ancora più inaccettabile. «Questi incendi non sono frutto di un destino avverso al quale sottomettersi con rassegnazione, ma chiamano in causa a vari livelli la responsabilità diretta e indiretta dell’uomo» ha tuonato l’arcivescovo di Monreale e vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Michele Pennisi, nell’esprimere solidarietà alle comunità devastate dai roghi. «È una grave colpa della cattiveria umana bruciare un patrimonio naturalistico e pensare stupidamente di distruggere “la casa comune” che Dio ci ha comandato di custodire e curare. Mentre condanno simili crimini – è il monito dell’arcivescovo – ribadisco che appiccare volontariamente un incendio, oltre che un delitto per la legge dell’uomo, è anche un grave peccato contro Dio e la sua creazione».
La cronaca delle ultime ore racconta di un’emergenza che non sembra affatto terminata. Ieri ancora decine di focolai in provincia di Palermo. Fiamme a Polizzi Generosa, a Monreale, a Petralia Soprana, a Scillato e a Misilmeri. Allarme di roghi e di paura che non cessa nemmeno sul versante catanese con la zona Sud di Catania, la zona industriale, l’Oasi del Simeto, i lidi e le spiagge. Il fumo sovrasta la Sicilia, tanto che la colonna che sale da Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, è stata fotografata dalla Nasa, grazie a un satellite. Non manca nemmeno la polemica sugli organici, sul controllo, sulla prevenzione.
«La Sicilia brucia – attacca il segretario del Pd regionale, Anthony Barbagallo – le notizie relative agli incendi ci preoccupano molto. Il quadro complessivo è desolante. Nel fine settimana che avrebbe dovuto sancire l’inizio del periodo di ferie e della ripresa del turismo siamo invece costretti a commentare un bollettino di guerra. Intere aziende e case interamente distrutte. Danni per centinaia di migliaia di euro. Duole purtroppo constatare che nulla è stato fatto sul fronte della prevenzione, da parte della Regione. Che fine hanno fatto i mirabolanti annunci sull’impiego di droni per contrastare gli incendi, fatti a metà giugno durante la presentazione della campagna di comunicazione antincendio da parte del governo Musumeci?». Una critica condivisa e rilanciata dal capogruppo dei Democratici all’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo.
Intanto, sul campo, si fa la prima conta dei danni. Il bilancio della Coldiretti è tremendo: «Un massacro senza fine – spiega una nota –, con circa 60mila eventi incendiari che hanno devastato la Sicilia negli ultimi sei anni. Gli ultimi roghi confermano che gli incendisono causati da criminali che seguono un chiaro disegno contro cui occorre potenziare uomini e mezzi».
Incendi: oltre 10mila interventi contro i "piromani dell'estate". Sicilia e Calabria le più
2 agosto 2021
https://gazzettadelsud.it/articoli/cron ... 124ef9d64/
Sono 37.407 gli interventi effettuati dai vigili del fuoco per incendi di bosco e vegetazione su tutto il territorio nazionale dal 15 giugno, 16.000 interventi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Tra le regioni più colpite la Sicilia con 8.669 interventi, la Puglia con 8.628 e la Calabria con 3.785. 1.156 le sortite dei Canadair e degli elicotteri. Nelle ultime 24 ore sono stati 717 gli interventi, con 49 interventi delle flotta aerea del Corpo.
Al momento i velivoli sono impegnati ad Aidone Contrada San Bartolo (Enna), a Randazzo (Catania), a Chieti Rocca San Giovanni, in provincia di Catanzaro e in provincia di Bari a Gravina di Puglia. Sono 257 gli interventi nelle ultime 24 ore in tutta la Sicilia, particolarmente colpite la province di Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa.
Situazione sotto controllo a Pescara dove nel pomeriggio di ieri un vasto incendio aveva colpito la pineta Dannunziana. Ad Ortona nel chietino 80 vigili del fuoco con 30 mezzi, sono stati impegnati per un incendio di una pineta, ora in bonifica
Nebrodi, allevatori appiccano fuoco nei boschi di Cesarò: arrestati due piromani
3 agosto 2021
https://messina.gazzettadelsud.it/artic ... ff6354c50/
Due allevatori - un uomo di 80 anni di Cesarò e un 25enne di cittadinanza albanese - sono stati arrestati in flagranza dai carabinieri di Troina, in provincia di Enna, per incendio boschivo: stavano appiccando le fiamme nei boschi di Cesarò, sui Nebrodi, area boschiva protetta. I militari, mentre pattugliavano la strada statale 120 che collega le province di Enna e di Messina, hanno notato i due nella boscaglia in contrada Scalonazzo, in prossimità del fiume Troina, mentre davano fuoco ad alcuni arbusti.
I carabinieri hanno trovato piccole taniche contenenti carburante e vari accendini. Gli allevatori hanno tentato la fuga che si è rivelata inutile. Nei giorni scorsi i carabinieri del Comando Provinciale di Enna avevano arrestato un altro piromane che aveva appiccato delle fiamme nel territorio di Valguarnera.
Vendette, mafia o piromani. Il 98% dei roghi causati dall’uomo
di Riccardo Bruno
2 agosto 2021
https://www.corriere.it/cronache/21_ago ... 7141.shtml
Il rapporto Ecomafia di Legambiente: «In un anno la superficie andata in cenere è aumentata quasi del 20 percento». Di Fonzo (Carabinieri): «Fenomeno socio-economico complesso». Micillo (Vigili del Fuoco): «Educare a comportamenti corretti»
Quattro giorni fa i carabinieri di Agnone, sulle montagne a nord di Isernia, hanno arrestato un cinquantenne. Non era la prima volta che dava fuoco ai boschi, l’hanno trovato che si nascondeva tra le sterpaglie, le mani ancora annerite, le tasche piene di accendini. Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, non sempre va così bene. L’Italia brucia, soprattutto in questi giorni di caldo e vento. Ma non è colpa della natura. I dati raccolti dai Carabinieri sono chiari: solo il 2% dei roghi ha una causa naturale, in pratica un fulmine; il resto sono provocati dall’uomo, e più della meta (57,4%) sono dolosi. Qualcuno ha appiccato il fuoco perché malato (l’ossessione dei piromani), per vendetta, per calcolo personale o economico.
I roghi in aumento
L’Italia è consumata dal fuoco, estate dopo estate. Dal 15 giugno i Vigili del Fuoco hanno effettuato 37.407 interventi, 16 mila in più rispetto all’anno scorso. Secondo il rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente, che il Corriere ha letto in esclusiva, nel 2020 sono andati in fumo 62.623 ettari (+ 18% rispetto all’anno precedente); di fronte a 4.233 reati segnalati, solo 552 sono state le persone denunciate, appena 18 quelle arrestate. «Il reato di incendio boschivo è molto grave, con pene fino a 10 anni, anche 15 in caso di danno permanente. Resta però sostanzialmente impunito — osserva Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, che chiede di contestare nei casi più gravi anche il disastro ambientale e che in questi giorni ha lanciato una raccolta fondi per sostenere gli apicoltori sardi.
GLI ULTIMI ROGHI
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La caccia ai colpevoli
Marco Di Fonzo, comandante del Nucleo informativo antincendio boschivo dei Carabinieri, lo definisce un «reato da vigliacchi». «Innescano le fiamme e quando divampa sono già altrove». Di Fonzo guida una task force che affianca gli investigatori sul territorio per individuare i responsabili. Un lavoro certosino che utilizza tradizionali strumenti d’indagine e adesso anche satelliti per localizzare il punto esatto da cui è partito il focolaio. «È un fenomeno socio-economico complesso, che varia da regione a regione, da provincia a provincia, anche all’interno di un comune — spiega il colonnello Di Fonzo —. Sicuramente c’è meno manutenzione dei boschi, in condizioni così estreme basta poco perché le fiamme saltino alle chiome, e l’incendio si propaghi in modo rapido e violento».
Gli interessi illegali
I veri piromani, chi ha un reale disturbo psichico, sono una minoranza, ma provocano danni enormi perché agiscono in modo seriale. Gli altri incendiari lo fanno per ritorsione, per un presunto torto subito, per rinnovare aree destinate al pascolo, oppure per interessi illegali. «Sono reati spia. Ad esempio, gli appetiti della ‘ndrangheta nella gestione del patrimonio boschivo sono dimostrati» avverte Fontana di Legambiente. Un dato fa riflettere: l’anno scorso, nelle quattro Regioni a tradizionale presenza mafiosa, si sono registrati il 54,7% dei reati e addirittura l’82% della superficie danneggiata. L’Antimafia siciliana ha anche raccolto l’allarme su un possibile collegamento tra i roghi e il business del fotovoltaico.
Le buone pratiche
Delinquenti, ma anche comportamenti maldestri. «A volte a provocare gli incendi sono persone anziane, abituate da sempre a dare fuoco ai residui vegetali ma che non sono più in grado di controllare, ed è anche cambiato il territorio attorno a loro» osserva Gianfilippo Micillo, quasi trent’anni di esperienza prima nella Forestale adesso dirigente del Coordinamento antincendio boschivo dei Vigili del Fuoco —. Per questo è importante l’educazione. Anche attraverso la pianificazione del fuoco prescritto, per bruciare la vegetazione in modo controllato e autorizzato». In tanti anni a domare fiamme e a cercarne i colpevoli, Micillo ne ha viste tante. «Ci è capitato di arrestare anche un volontario. Appiccava il fuoco e poi interveniva con noi. Ed era persino bravo a spegnerlo».