I falsi buoni che fanno del male - falsi salvatori del mondo

I falsi buoni che fanno del male - falsi salvatori del mondo

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 7:27 am

I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0904548886
Sono i peggiori, i più disumani.




Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
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Non snaturiamo il valore della bontà del politicamente corretto e falsificato, non chiamiamo buoni i cattivi; i veri buoni sono coloro che rispettano in primo luogo la loro gente, il loro prossimo più vicino e i loro diritti umani; chi non rispetta e non ama la propria gente, i propri vicini più prossimi, non è per nulla un buono, anzi è un malvagio di prima classe.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 7:28 am

Non si fa del bene facendo del male.
Fare del bene a qualcuno facendo del male a qualcun'altro non è un fare del bene ma un far del male, un'ingiustizia, un crimine.



Dobbiamo avere il coraggio di trattare questa gente per quello che veramente è, malvagia, irresponsabile e sconsiderata. Dobbiamo dirglielo in faccia e farlo sentire pubblicamente ad alta voce.
Costoro, credono di fare del bene e invece fanno del male e lo fanno a tutti, anche a quelli a cui credono di fare del bene, poiché facendo del male alla loro stessa gente, ai loro concittadini, a noi, derubandoci delle nostre risorse pubbliche, opprimendoci con la loro presunzione e arroganza altruista, disprezzandoci come egoisti anche se naturalmente e giustamente egoisti, tradendoci con la negazione dei nostri diritti e della solidarietà fraterna di cittadinanza che è dovuta a tutti i membri delle nostre comunità, ci rendono estremamente odiosi e insopportabili come causa e loro complici anche coloro che stanno aiutando con le nostre risorse e a nostro danno.



La proprietà non è un furto e un male ma un bene prezioso e rubare non è un bene ma un male.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 7:29 am

Aiuta la tua gente prima di aiutare il resto del mondo; anche al tuo paese ci sono tante persone che ne avrebbero bisogno, non abbandonarle e disprezzarle, se puoi aiutale e tutta la comunità sarà migliore.
Non vi è maggiore cattiveria e disumanità del negare la solidarieta umana alla propria famiglia, alla propria gente, ai propri concittadini e darla ad altri che non hanno alcun diritto.
Una comunità umana, una famiglia, un popolo, una tribù, una nazione, una città, uno stato dove i suoi membri anziché amarsi fraternamente ed aiutarsi si odiano e avversano al punto da preferire essere solidali con altri significa che quella famiglia, quella comunità, che quel popolo, quella nazione e quella società non ha nessun legame profondo che la tenga unita dove prevale più l'avversione, l'odio, lo spirito di rapina e la mancanza assoluta di ogni rispetto alla fraternità.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 7:32 am

I cristiani europei che violano la solidarietà verso i popoli europei sono criminali
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0015617332

I cristiani europei e italiani, sia cattolici che protestanti, se trascurano, calpestano o violano la solidarietà fraterna di cittadinanza e/o di nazionalità con le loro comunità naturali e storiche europee, per orientarla verso altri che non appartengono alle loro comunità e nazionalità europee e che praticano politiche statuali che danneggiano i cittadini nativi o indigeni europei e che malversano le risorse pubbliche sottraendole ai legittimi proprietari e destinatari europei per darle ad altri non aventi alcun diritto per appartenenza storica di cittadinanza e di nazionalità vanno considerati come delinquenti e criminali poiché essi violano i Diritti Umani Universali dei cittadini nativi o indigeni europei. Un conto è aiutare altri se si può e se vi sono le risorse, un'altro è aiutare altri e magari trarne vantaggi personali di qualsiasi natura, sottraendo le risorse ai legittimi proprietari che sono i cittadini europei e ai tanti di loro che ne avrebbero estremo bisogno.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 7:32 am

Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 7:33 am

Ecco alcuni esempi di persone che fanno del male credendo di fare del bene

Migranti, prima attivista italiana processata a Nizza: “Chiesti 8 mesi per aver passato la frontiera con irregolari. Qual è il crimine?”
di Pietro Barabino | 5 aprile 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04 ... ne/3500133

Otto mesi di reclusione con la condizionale e due anni di interdizione dal territorio francese. È questa la richiesta pronunciata ieri dal procuratore Alain Octuvon-Bazile nell’aula del Tribunale di Nizza al processo contro Francesca Peirotti, ventinovenne italiana accusata di aver «favorito l’ingresso irregolare di otto migranti su territorio francese». La sentenza è prevista per venerdì 19 maggio alle ore 8.30, trecento persone hanno partecipato al presidio per la “libera circolazione” di fronte al Palazzo di Giustizia. Francesca stava percorrendo l’autostrada francese verso Mentone con un furgoncino da nove posti, martedì 8 novembre scorso, quando è stata costretta ad accostare da una volante della polizia di frontiera. Con lei viaggiavano una coppia eritrea e il loro bimbo di 6 mesi, tre ragazze e due ragazzi di Eritrea, Etiopia e Ciad. Francesca li avrebbe tutti ospitati e aiutati a proseguire il loro viaggio: «Le persone che ho portato in Francia non sono ‘migranti’, sono miei amici a cui ho dato un passaggio, e non è mia abitudine chiedere i documenti agli amici». Ha dichiarato in aula, rifiutando di riconoscere come ‘reato’ il suo gesto di solidarietà. «Quella tra Ventimiglia e Mentone non è una frontiera – ha aggiunto – è un filtro di selezione dove i controlli vengono effettuati esclusivamente in base al colore della pelle».Laureata, master in Economia, un’esperienza di un anno in ambito umanitario in Etiopia, la conoscenza dell’arabo che gli permette di svolgere quotidianamente il suo lavoro di mediatrice a Nizza con l’associazione “Habitat et Citoyenneté”, l’estate ai Balzi Rossi con i migranti del campo autogestito di Ventimiglia, i mesi passati nella Jungle di Calais.Difesa dall’avvocato Zia Oloumi, Francesca ha preferito «approfittare dell’occasione per mettere a mia volta ‘sotto processo’ l’assurdità e la disumanità di questa frontiera, che, negli ultimi mesi, ha visto morire dieci persone». Davanti al giudice, giuristi, attivisti e operatori sociali hanno descritto punto per punto la situazione dei migranti in Italia e alla frontiera di Ventimiglia, mentre fuori dal Tribunale, per tutta la durata del dibattimento, si sono alternate al microfono le voci dei migranti che hanno voluto condividere la propria storia e denunciare gli effetti sulla propria pelle delle leggi che governano l’immigrazione, gli ostacoli che hanno affrontato per arrivare in Francia e «quelli che ancora dobbiamo subire a causa del regolamento di Dublino» come sottolinea Basam, che a causa delle impronte lasciate in Italia ora non riesce a chiedere asilo in Francia dove negli scorsi anni è già arrivata la sua famiglia. Con l’ attivista anche Medici Senza Frontiere: «Riteniamo che l’aiuto debba essere imparziale verso coloro che ne hanno bisogno, al di là dello status giuridico di ognuno. Crediamo che condannare chi fornisce assistenza sia un modo cinico per giustificare il fallimento delle politiche di accoglienza e dei meccanismi di protezione dell’UE. Ancora una volta, si mette l’accento sulla deterrenza e la criminalizzazione della solidarietà invece che sui doveri di accoglienza e protezione». Per Walter Massa, coordinatore del sistema accoglienza dell’Arci: «Si criminalizza la solidarietà con la stessa foga con cui si perseguivano i partigiani durante la seconda guerra mondiale, criminalizzare la solidarietà è l’ultima delle nefandezze di un’Europa incapace, immatura e impaurita». Per atti di disobbedienza civile analoghi ci sono già state due sentenze di sostanziale assoluzione, a Nizza, per l’insegnante Pierre-Alain Mannoni e per l’agricoltore Cédric Herrou.


Francesca che trasporta migranti «Il mio crimine è la solidarietà»
Fermata a Ventimiglia, il procuratore francese ha chiesto 8 mesi di carcere: la sentenza rinviata al 17 maggio. «Gli ho detto che non vedo la frontiera, non esiste. Quando ero piccola ci passavo e nessuno controllava»
5 aprile 2017

http://www.corriere.it/cronache/17_apri ... 97f1.shtml

Nizza La battuta sulla risposta italiana a Cédric Herrou non la fa sorridere per nulla. Anzi. «Io sono una cosa diversa. Io non volevo mediatizzare. Si parla troppo di chi aiuta e troppo poco di chi viene aiutato. Facile dare solidarietà a noi europei, facce note e familiari. No, bisogna darla a chi ha davvero bisogno».
Le differenze sono negli spigoli. Il contadino di Breil-sur-Roya è diventato il nome che rappresenta l’aiuto ai migranti nella valle stretta tra le montagne di Francia e Italia, il passaggio obbligato per chi cerca un varco nella frontiera di Ventimiglia. Il processo per aver facilitato l’ingresso, il soggiorno e la circolazione di migranti irregolari, gli hanno dato una notorietà non del tutto sgradita. «Ma parlare di noi invece è un modo dell’opinione pubblica di sgravarsi la coscienza e continuare a fregarsene di quel che accade, senza mettere attenzione sulla frontiera e sul dramma che si consuma ogni giorno».

Eroina e fuorilegge

Francesca Peirotti ha 29 anni, un piercing al naso, una laurea in Economia con tanto di master, e la serietà che deriva dalla consapevolezza di essere una eroina per pochi e una fuorilegge per tanti altri. Martedì pomeriggio è entrata nel tribunale di Nizza determinata a non parlare. E infatti non ha risposto alle domande del presidente della corte. Era stata arrestata l’8 novembre sulla A8, all’altezza di Mentone. Guidava un furgoncino bianco. A bordo c’erano sette giovani eritrei e un cittadino del Ciad. Una pattuglia mista di poliziotti italiani e francesi la seguiva da Ventimiglia, dove aveva fatto salire i migranti. Herrou se l’è cavata con una multa. Con lei il procuratore ci è andato più pesante, chiedendo otto mesi di reclusione ma soprattutto due anni di interdizione dal territorio francese. Ma è stato quando ha risposto con una alzata di spalle alle obiezioni del suo avvocato sull’emergenza umanitaria, che Francesca non ci ha visto più. E ha preso la parola.


«Non vedo frontiere»

«Gli ho detto che io non vedo la frontiera. Non esiste, e quindi non c’è alcuna illegalità in quel che faccio. Quand’ero piccola ci passavo sempre d’estate con la mia famiglia. Nessuno ci ha mai fermato. Quello è solo un filtro ingiusto e disumano per le persone di colore. Almeno diciamo le cose come stanno». Fine pomeriggio, nel centro della Nizza vecchia. L’associazione Habitat et citoyenneté mette in contatto i migranti che sono riusciti a passare con le famiglie francesi disposte ad accoglierli. Francesca ci lavora per 300 euro al mese. Mette molti paletti alla nostra conversazione. Per indole e per prudenza. Abita sulle alture, in una casa dove insieme ad altri accoglie gli immigrati. Vive tra Italia e Francia. L’anno scorso per due mesi ha fatto da mamma a Loza, una bimba sudanese di 5 anni. La sua famiglia si era divisa al momento della partenza. Quando ha saputo che la madre e il fratello maggiore erano sbarcati in Sardegna, ha noleggiato un camper ed è partita. Ha dato una grossa mano al ricongiungimento familiare, mettiamola così. «Vivono ad Amburgo, e stanno alla grande. La loro libertà è la mia libertà».

«Sono una militante»

Non c’è un punto di svolta, un momento preciso o un trauma nascosto. Certe volte le cose seguono una linea retta. «La mia vita è andata come doveva andare. Sento di non poter fare altro. Chi mi definisce come una pasionaria sbaglia. Non sono neppure una volontaria. Mi ritengo una militante, che pratica la disobbedienza civile per eliminare dei confini che non sono solo territoriali». La ragazza di Madonna dell’Olmo, frazione di Cuneo, laureata a Torino, specializzata a Bologna, è la stessa persona che mentre preparava la tesi insegnava italiano ai migranti, che ha trascorso un anno in Etiopia ad assistere bambini sieropositivi, che ha vissuto sei mesi nella giungla di Calais, che è tornata nei luoghi delle vacanze d’infanzia quando nel 2015 ha visto le proteste dei migranti sugli scogli dei Balzi rossi. Fino a diventare la prima attivista italiana processata a Nizza. «Per un crimine di solidarietà. Ma non fa nulla. Ho scelto Economia proprio perché volevo capire la ragione di certe disuguaglianze nel mondo». Papà è un rappresentante di commercio in pensione, mamma è una impiegata. «Non so se approvano. Hanno accettato, e tanto basta».

Anche oggi un’altra realtà ha bussato alla sua bacheca Facebook. «Spero che ti arrestino e buttino via la chiave». «Grazie per aver portato via dall’Italia otto potenziali rompicoglioni». Gli altri messaggi sono irriferibili. Francesca non si scompone. «Ignoranza. Non come insulto ma nel senso di non sapere». Tira fuori una foto dal cassetto della sua scrivania. «Si chiamava Milet. Veniva dall’Eritrea, aveva 16 anni. Lo scorso ottobre è stata travolta da un Tir sull’autostrada. Era una mia amica. Sono sopravvissuti alla Libia, agli scafisti, al mare. E muoiono come cani a Ventimiglia. Come fai a guardare senza fare nulla? A chiuderti in casa?». Bussano, questa volta alla porta. La tensione si scioglie. C’è una famiglia in partenza, vuole salutare la sua Francesca, che finalmente sorride. «Scusa, ma adesso ho da fare. Dove vanno? Non te lo dico».


Alberto Pento
Questa "delinquente" va condannata anche al risarcimento di tutti i danni e le spese che lo stato francese dovrà sostenere con questi "clandestini" per colpa sua.
Questa persona orrenda fa parte di quella insana genia che considera la proprietà un furto.


Alberto Pento
Le frontiere esistono, servono e vannno difese, sono una forza della natura e una benedizioni di Dio come gli argini ai torrenti e le dighe sul mare, le mura delle città e i muri delle case e degli ospedali. E sono reati gravi da cittadina irresponsabile e sconsiderata; una delle tante e dei tanti che fanno del male credendo arrogantemente di fare del bene. Questi irresponsabili sconsiderati possono farsi complici di criminali, di terroristi, di portatori di virus epidemici, dell'invasione di persone che destabilizzano le comunità europee e che vanno a gravare sulle scarse risorse esistenti depauperando tutti i cittadini europei e in particolare i più poveri e bisognosi, gli anziani e i giovani che si ritrovano disoccupati e nell'impossibilità di farsi una casa, una famiglia e dei figli. Questi irresponsabili sconsiderati sono di una arroganza e di una violenza spaventosa, fanno danni enormi e violano i Diritti Umani e di Cittadinanza dei nativi e cittadini europei. Credono di fare del bene difendendo i presunti Diritti Umani di questi migranti-invasori-clandestini e invece fanno del male violando gravemente i veri Diritti Umani dei cittadini francesi ed europei. Sono veri e propri delinquenti, estremamente pericolosi per il loro fanatismo ideologico e per la assoluta mancanza di rispetto verso i loro concittadini. Si può sensatamente affermare che costoro sono dei veri e propri razzisti e che le loro vittime siamo noi cittadini nativi europei i cui diritti vengono disprezzati e calpestati da questi criminali invasati dalle loro utopie insensate, imperialiste, totalitarie, universaliste.


L’agricoltore che aiuta i profughi condannato a 3 mila euro di multa
2017/02/11

http://www.lastampa.it/2017/02/11/edizi ... agina.html

«Né la minaccia di un prefetto, né gli insulti di qualche politico ci fermeranno. Continueremo, perché è necessario continuare, anche a costo di finire in carcere». Così Cédric Herrou, 37 anni, agricoltore di Breil Sur Roya, all’uscita ieri dal tribunale di Nizza che l’ha condannato a 3 mila euro di multa con la condizionale per aver aiutato 200 migranti a oltrepassare il confine tra Italia e Francia.

La procura aveva chiesto 8 mesi di carcere con sospensione della pena. L’uomo è stato, invece, assolto dalle accuse di occupazione abusiva di un edificio a Tenda, di proprietà delle Fs francesi, trasformato in centro di accoglienza per ospitare fino a 57 migranti irregolari (anche minori) e aver favorito il soggiorno e la circolazione di migranti irregolari in Francia. All’uscita dal Palazzo di Giustizia nizzardo, Herrou è stato accolto con un’ovazione da centinaia di persone, molti rappresentanti di movimenti per i diritti umanitari e solidali. E ha annunciato che ricorrerà in appello, per provare che ogni minore soccorso era in grave pericolo, cosa che non è riuscito a dimostrare in primo grado e che ha comportato la sanzione di 3.000 euro.

L’agricoltore era intervenuto, la settimana scorsa, a Cuneo, a un incontro organizzato dalla Costituente dei Beni Comuni. «Vero, ho violato la legge e per la Francia sono colpevole - aveva detto -. Ma se la legge è ingiusta, lascia che i bambini dormano sulla strada e non protegge le persone, abbiamo il diritto di non rispettarla». [mt. b.]


Alberto Pento
Questo individuo parla di legge ingiusta che va pertanto violata.
Noi nativi auropei, francesi, italiani, spagnoli, serbi, ungheresi, tedeschi, danesi, ecc. non abbiamo più alcun Diritto Umano ma solo doveri nei confronti di chiunque giungesse nella nostra terra e avesse bisogno di tutto.
Secondo costui, noi europei dovremmo rinunciare a noi stessi, alla nostra vita, ai nostri beni, alla nostra proprietà, alla nostra casa, al nostro lavoro, alla nostra cittadinanza, alla nostra libertà ... per metterci al servizo di chiunque giungesse sul nostro suolo.
Secondo costui noi europei dovremmo mettere a disposizione tutta la nostra terra, i nostri apparati di servizio pubblico, le nostre risorse finanziare ed ecomiche per aiutare chiunque giungesse da noi e ne avesse bisogno a prescindere dai bisogni, dalle necessità dei nostri concittadini e dalle disponibilità delle risorse pubbliche.




Aiutò migranti al confine con Mentone, assolto insegnante francese
2017/01/06

http://www.lastampa.it/2017/01/06/ester ... agina.html

Sentenza di assoluzione in Francia per Pierre-Alain Mannoni, un insegnante ricercatore di 45 anni, finito alla sbarra a Nizza per aver aiutato alcuni migranti in cammino dall’Italia alla Francia. Lo scorso ottobre, Mannoni era stato fermato dalla polizia transalpina al pedaggio di Mentone, tra Ventimiglia e Nizza, con tre eritrei a bordo, incluso una minorenne. La procura aveva chiesto una condanna a 6 mesi ma il giudice ha deciso diversamente. Uscendo dal tribunale questa mattina l’insegnante ha mimato il segno della vittoria.

Si attende intanto il verdetto per Cédric Herrou, il contadino no-border che ha aiutato circa 200 migranti a passare dall’Italia alla Francia, anch’egli a processo a Nizza. Ieri a sostegno dell’uomo con la barba, scoppola e occhiali tondi, diventato l’emblema del sostegno ai migranti nella valle della Roya, al confine con l’Italia, circa trecento persone sono scese in piazza per dire “no” al cosiddetto «delitto di solidarietà». In serata il militante no-border che nella sua casa di Breil-sur-Roya accoglie regolarmente i disperati senza tetto provenienti da Ventimiglia ha poi dibattuto in diretta sulla tv di Stato con l’ex premier e candidato alle presidenziali del 2017, Manuel Valls.

Nel pomeriggio, al tribunale di Nizza, il procuratore Jean-Michel Pretre aveva chiesto di condannarlo a otto mesi con la condizionale nonché la confisca del veicolo su cui ha trasportato numerosi sans-papiers dall’Italia alla Francia. Il procuratore ha anche chiesto di limitare la sua patente di guida all’esercizio della sua professione. Più volte, Herrou ha detto che aiutare i migranti, anche se in violazione delle leggi dello Stato, è per lui «un onore». A suo avviso si tratta solo di rispondere al principio di “Fraternité”, che insieme all’”Egalité” e alla “Liberté” è uno dei tre valori cardine della Repubblica francese, inciso sulla facciata di tutte le scuole pubbliche. Sentenza a febbraio.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 8:12 am

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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 8:13 am

Ecco un altro personaggio che crede di fare del bene ma che in realtà provoca del male, è Jorge Mario Bergoglio detto Papa Francesco che parla di ponti e non di muri e che vorrebbe le nostre case con tutte le porte aperte; una persona tremendamente irresponsabile e sconsiderata che non ha il senso della realtà, dell'umanità e della misura delle cose, che manipola la storia e i diritti/doveri umani universali e dei nativi europei.

Costui è un cristiano presuntuoso e contradittorio, molto arrogante e poco umile anche se lava e bacia i piedi a tutti in occasione delle celebrazioni Pasquali.

Bergoglio non sa nemmeno cosa siano i Diritti Umani Universali e cosa sia la cittadinanza e cosa comporta come diritti e doveri la cittadinanza. Egli si crede padrone dei cristiani (cattolico romani) in quanto Papa romano e si permette di dare ordini e minacciare scomuniche ai cittadini europei di fede cristiano-cattolico-romana. Non sa nemmeno cosa significhi essere una madre e un padre e avere una famiglia e dei figli.



Papa Francesco: più ponti e meno muri
http://www.sanfrancescopatronoditalia.i ... iHcXWvV_ug

«Si diffonda sempre più una cultura dell'incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione». È la preghiera che papa Francesco ha espresso all’Angelus in piazza San Pietro ricordando che oggi ricorre il venticinquesimo anniversario della caduta del muro di Berlino. «Dove c'è un muro c'è chiusura di cuore: servono ponti, non muri», ha aggiunto il Papa “a braccio”. Il Pontefice ha ricordato che «25 anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il simbolo della divisione ideologica dell'Europa e del mondo intero». «La caduta avvenne all'improvviso – ha detto - ma fu resa possibile dal lungo e faticoso impegno di tante persone che per questo hanno lottato, pregato e sofferto, alcuni fino al sacrificio della vita. Tra questi, un ruolo di protagonista ha avuto il santo papa Giovanni Paolo II».
Prima dell’Angelus Francesco ha messo in evidenza che «oggi la liturgia ricorda la Dedicazione della Basilica Lateranense, cattedrale di Roma, che la tradizione definisce “madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe”. Con il termine “madre” ci si riferisce non tanto all’edificio sacro della Basilica, quanto all’opera dello Spirito Santo che in questo edificio si manifesta, fruttificando mediante il ministero del Vescovo di Roma, in tutte le comunità che permangono nell’unità con la Chiesa cui egli presiede». Questa unità «presenta il carattere di una famiglia universale, e come nella famiglia c’è la madre, così anche la venerata cattedrale del Laterano fa da “madre” alle chiese di tutte le comunità del mondo cattolico». Con questa festa, «pertanto, professiamo, nell’unità della fede, il vincolo di comunione che tutte le Chiese locali, sparse sulla terra, hanno con la Chiesa di Roma e con il suo Vescovo, successore di Pietro».
Ogni volta che si celebra la dedicazione di una chiesa, «ci viene richiamata una verità essenziale – ha continuato - il tempio materiale fatto di mattoni è segno della Chiesa viva e operante nella storia, cioè di quel “tempio spirituale”, come dice l’apostolo Pietro, di cui Cristo stesso è “pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio”. In forza del Battesimo, ogni cristiano, come ricorda san Paolo, fa parte dell’“edificio di Dio”. L’edificio spirituale, la Chiesa comunità degli uomini santificati dal sangue di Cristo e dallo Spirito del Signore risorto, chiede a ciascuno di noi di essere coerente con il dono della fede e di compiere un cammino di testimonianza cristiana».
Papa Bergoglio ha anche sottolineato che «non è facile la coerenza tra la fede e la testimonianza», ma «dobbiamo andare avanti in questa direzione». Si deve dire - ha spiegato il Pontefice - che «questo è un cristiano non per quello che dice ma per quello che fa».
La Chiesa, «all’origine della sua vita e della sua missione nel mondo – ha spiegato - non è stata altro che una comunità costituita per confessare la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e Redentore dell’uomo, una fede che opera per mezzo della carità. Anche oggi la Chiesa è chiamata a essere nel mondo la comunità che, radicata in Cristo per mezzo del Battesimo, professa con umiltà e coraggio la fede in Lui, testimoniandola nella carità». E a questo scopo «essenziale devono essere ordinati anche gli elementi istituzionali, le strutture e gli organismi pastorali». «La festa d’oggi ci invita a riflettere sulla comunione di tutte le Chiese – ha esortato - per analogia ci stimola a impegnarci perché l’umanità possa superare le frontiere dell’inimicizia e dell’indifferenza, a costruire ponti di comprensione e di dialogo, per fare del mondo intero una famiglia di popoli riconciliati tra di loro, fraterni e solidali. Di questa nuova umanità la Chiesa stessa è segno e anticipazione, quando vive e diffonde con la sua testimonianza il Vangelo, messaggio di speranza e di riconciliazione per tutti gli uomini».
Al termine dell'Angelus, papa Francesco ha ricordato che oggi in Italia si celebra la «Giornata del Ringraziamento», «che quest'anno ha per tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, con riferimento all'ormai prossimo Expo Milano 2015». «Mi unisco ai vescovi - ha affermato - nell'auspicare un impegno rinnovato perché a nessuno manchi il cibo quotidiano, che Dio dona per tutti». «Sono vicino al mondo dell'agricoltura – ha aggiunto - e incoraggio a coltivare la terra in modo sostenibile e solidale». «In tale contesto - ha proseguito - si svolge a Roma la Giornata diocesana per la custodia del creato, un evento che intende promuovere stili di vita basati sul rispetto dell'ambiente, riaffermando l'alleanza tra l'uomo, custode del creato, e il suo Creatore».
«In questa bella giornata – ha concluso - a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!». (Vatican Insider)


Muri, termini e confini, segni sacri di D-o
viewtopic.php?f=141&t=1919


Cei, Bagnasco: "Respingere migranti tradisce valori Europa"
Per la Cei respingere i migranti "tradisce i valori dell'Europa". Bagnasco: "L’Europa non diventi altro rispetto a se stessa"
Franco Grilli - Lun, 20/03/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 77151.html

"Respingere i migranti tradisce i valori dell'Europa".
La Cei torna a parlare dell'mergenza immigrazione e lo fa col suo presidente, il cardinale Angelo Bagnasco.

"L’Unione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi più responsabile e meno giudicante. L’Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identità continentale, alla sua pluralità di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione", spiega Bagnasco. E ancora: "L'Unione non è fatta dai Capi di Stato, ma dai popoli degli Stati membri, ed è ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi". Bagnasco stigmatizza "la ricerca di compromessi al ribasso", e sottolinea il dovere dell’accoglienza "verso i flussi di tanta povera gente che fugge da guerra, fame, persecuzione religiosa ed etnica, alla ricerca di un futuro migliore".
Poi Bagnasco ha anche parlato del vento populista in Europa.

Per Bagnasco, "c'è ancora più bisogno d'Europa, ma ad una condizione - avverte - ovvero che l'Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identità continentale, alla sua pluralità di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione. La Ue non è fatta dai Capi di Stato ma dai popoli degli Stati membri ed è ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi". Sottolinea il presidente della Cei: "Accelerare i processi non può significare l'omologazione di culture e tradizioni e neppure la ricerca di compromessi al ribasso, né aggirare le dichiarazioni e le leggi comuni. E neppure limitare le sovranità nazionali. I Capi degli Stati e dei Governi sanno che essi sono delegati dei loro popoli e che nelle decisioni comuni devono tener conto delle loro Nazioni". Ed esorta l'Europa anche a "non aver timore della religione: riconosca la libertà religiosa come il fondamento più alto e la garanzia più sicura della dignità di ogni uomo".



Papa Francesco: "Chi non accoglie non è cristiano e non entrerà nel regno dei cieli"
Bergoglio rinnova l'appello al buonismo nella giornata mondiale del rifugiato: "Sono persone come tutte, accogliamoli e diventiamo insieme artigiani di pace"
20 Giugno 2016
http://www.ilpopulista.it/news/20-Giugn ... i-non.html

"Chi non accoglie non è cristiano e non sarà accolto nel regno dei cieli". Papa Francesco, nella sua visita romana di sabato a Villa Nazareth, è tornato sul tema dell'accoglienza. "Stiamo vivendo in una civiltà di porte chiuse e di cuori chiusi. Ci difendiamo l'uno dall'altro. C'è una paura ad accogliere e non parlo solo di migranti - che è un problema politico mondiale - ma anche di accoglienza quotidiana. Mi fa male - dice Francesco - quando vedo le chiese a porte chiuse. Ci saranno alcuni motivi giustificabili, ma una chiesa a porte chiuse significa che quella comunità cristiana ha il cuore chiuso. Se non accogliamo non siamo cristiani e non saremo accolti nel regno dei cieli: è così", sottolinea il Pontefice invitando alla responsabilità sociale ed ecclesiale. È necessario, avverte il Papa, "insegnare e fare capire che questa è la porta della strada cristiana. L'accoglienza fa fruttificare i talenti. C'è la grande accoglienza di chi viene da terre lontane e la piccola accoglienza di chi torna dal lavoro e dopo una giornata di lavoro ascolta i figli. L'accoglienza è una bella croce perché ci fa ricordare l'accoglienza che il buon Dio ha avuto ogni volta che noi andiamo da lui per consigliarci e chiedere perdono".

Papa Francesco denuncia l'"immoralità" del mondo economico: "Il mondo economico, oggi come è sistemato nel mondo, è immorale. Ci sono eccezioni, c'è gente buona. C'è gente e istituzioni che lavorano contro questo, ma abbiamo capovolto i valori". Nel suo intervento, una nuova denuncia ai trafficanti di armi: "la guerra è l'affare che in questo momento che rende più soldi. Anche per fare arrivare gli aiuti umanitari in paesi di guerriglia è una difficoltà: tante volte la Croce Rossa non è riuscita, ma le armi arrivano sempre, non c'è dogana che le fermi perché è l'affare che rende di più". Il Papa tuona contro le "grandi ingiustizie" e dice "dobbiamo parlare chiaro: questo è peccato mortale. Mi indigna e mi fa male quando - ed è una cosa di attualità - vengono a battezzare un bambino e ti portano uno dicendo 'Lei non è sposato in chiesa quindi non può fare il padrino'. E poi ti portano un altro che è un trafficante di bambini e uno sfruttatore, e ti senti dire 'Ah no, lui è un buon cattolico: abbiamo capovolto i valori".


Il Papa ci ripensa: «Accogliere chi si può»
«Sui migranti è importante il numero. Vanno integrati e non ghettizzati»
Serena Sartini - Mer, 01/03/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 69994.html

Ricevere, accogliere, consolare e subito integrare. Accogliere «con la prudenza», ovvero «accogliere tutti coloro che si possono accogliere, per quanto riguarda i numeri».

È la ricetta di Papa Francesco sull'immigrazione, richiamando i Paesi europei alle proprie responsabilità, ovvero dando piena attuazione a ciò che prevede l'accordo sulle quote di migranti in ciascuno Stato. Il Papa interviene sul tema in un'intervista al mensile di strada Scarp de' tennis, sostenuto da Caritas ambrosiana e italiana, in vista del viaggio a Milano, il 25 marzo.

Bergoglio non manca di bacchettare l'Unione europea. «Quelli che arrivano in Europa dice scappano dalla guerra o dalla fame. E noi siamo in qualche modo colpevoli perché sfruttiamo le loro terre ma non facciamo alcun tipo di investimento affinché loro possano trarre beneficio». Persone che, secondo Francesco, «hanno diritto di emigrare e hanno diritto ad essere accolte e aiutate». Ma, osserva il Pontefice argentino, anche lui figlio di migranti, «è altrettanto importante una riflessione su come accogliere. Perché accogliere significa integrare e questa è la cosa più difficile perché se i migranti non si integrano, vengono ghettizzati».

Il tema dell'accoglienza non è nuovo al Papa che, in più occasioni, è intervenuto incoraggiando i governi a ospitare migranti. Ma questa volta il Pontefice va a fondo su un altro aspetto a lui caro, quello dell'integrazione. «Significa entrare nella vita del Paese, rispettare la legge del Paese, rispettare la cultura del Paese ma anche far rispettare la propria cultura e le proprie ricchezze culturali». E l'integrazione, assicura Bergoglio, «è un lavoro molto difficile».

Da qui l'invito: «Ogni Paese allora deve vedere quale numero è capace di accogliere. Non si può accogliere se non c'è possibilità di integrazione».

Francesco risponde alle domande a tutto campo che i clochard - sono loro i «giornalisti» del periodico di strada gli hanno posto nell'incontro a casa Santa Marta, in Vaticano. Domandano: si fa fatica, oggi, a mettersi nella scarpe degli altri? «È molto faticoso risponde il Papa - perché spesso siamo schiavi del nostro egoismo. Mettersi nelle scarpe degli altri significa avere grande capacità di comprensione, di capire il momento e le situazioni difficili». Significa «servizio, umiltà, magnanimità che è anche l'espressione di un bisogno».

E a chi gli domanda se è giusto fare l'elemosina, Francesco ribatte: «Un aiuto è sempre giusto. Certo non è una buona cosa lanciare al povero solo degli spiccioli. È importante il gesto, aiutare chi chiede guardandolo negli occhi e toccando le mani. Buttare i soldi e non guardare negli occhi, non è un gesto da cristiano». Infine, una confessione personale. «C'è una cosa che mi manca tanto ammette il Papa la possibilità di uscire e andare per strada. Mi piace andare in visita alle parrocchie e incontrare la gente».




Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1489953902



La demenza irresponsabile di Bergoglio
viewtopic.php?f=132&t=2591

Papà Francesco: "Se ogni famiglia italiana accogliesse due profughi il problema sarebbe risolto"
Francesco Bottone
Apr 23, 2017

http://www.ecoaltomolise.net/papa-franc ... ma-risolto

Papa Francesco ha condannato la “crudeltà” contro i migranti; ha auspicato che “da Lesbo e Lampedusa” un po’ di solidarietà “salisse verso l’alto”, ha lodato l’accoglienza di “Italia e Grecia”, “ma poi i trattati internazionali non li lasciano”, sperando che “questa solidarietà possa contagiare un po’ il mondo”. Ha detto che se ogni famiglia italiana accogliesse “due profughi”, il problema sarebbe risolto, e che l’Italia non fa figli: non accogliere e non fare figli “è un suicidio”.

Pontefice cita cristiana sgozzata davanti marito islamico – “Vorrei oggi aggiungere una icona di più in questa chiesa, – ha detto il Papa a S.Bartolomeo – una donna, no so il nome, ma ci guarda dal cielo, ero a Lesbo, salutavo, i rifugiati, e ho trovato un uomo trentenne, tre bambini, mi ha guardato, e mi ha detto, ‘padre io sono musulmano, mia moglie era cristiana, nel nostro paese sono venuti i terroristi ci hanno chiesto la fede, hanno visto lei con il crocifisso, hanno chiesto di buttarlo, lei non lo ha fatto, e l’hanno sgozzata davanti a me, ci amavamo tanto”.

“Chiesa ha bisogno di santi e martiri di tutti i giorni” – “Quante volte, in momenti difficili della storia, si è sentito dire: ‘Oggi la patria ha bisogno di eroi’. Allo stesso modo ci si può chiedere: ‘Di che cosa ha bisogno oggi la Chiesa?’. Di martiri, di testimoni, cioè dei santi di tutti i giorni, perché la chiesa la portano avanti i santi, senza i santi la Chiesa non può andare avanti, ha bisogno di santi, quelli della vita ordinaria, portata avanti con coerenza; ma anche di coloro che hanno il coraggio di accettare la grazia di essere testimoni fino alla fine, fino alla morte. Tutti costoro sono il sangue vivo della Chiesa”. Lo ha detto il Papa nella liturgia per i “nuovi martiri”, che celebra nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola, affidata da papa Wojtyla alla Comunità di Sant’Egidio proprio per il ricordo dei martiri contemporanei. “Sono i testimoni che portano avanti la Chiesa; – ha detto ancora papa Francesco – quelli che attestano che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, e lo attestano con la coerenza di vita e con la forza dello Spirito Santo che hanno ricevuto in dono”.

Il Papa è stato nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola per il rito in memoria dei “nuovi martiri” che ha celebrato con la Comunità di San’Egidio, cui è affidata la chiesa sull’isola Tiberina. Il contesto di questa preghiera è molto significativo per una serie di fattori: esattamente quattro anni fa ad oggi venivano rapiti i vescovi ortodossi di Aleppo Boulos Yazigi e Gregorios Ibrahim, dei quali non si hanno più notizie; si avvicina il viaggio del Papa in Egitto, che ha una forte impronta ecumenica e interreligiosa perché sottolinea la comunione del sangue delle vittime dell’odio; siamo alla vigilia delle presidenziali in Francia, colpita nei giorni scorsi dall’ennesimo attentato terroristico, rivendicato dall’Isis. Per questo ultimo aspetto, acquista particolare risonanza la presenza di Roselyn, la sorella di padre Jacques Hamel, assassinato dai jihadisti il 26 luglio scorso, in una chiesa nei pressi di Rouen.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » sab apr 08, 2017 8:38 am

Un'altro di questi falsi buoni che ci fanno del male con il loro presuntuoso e arrogante totalitarismo altruista a spese nostre, è Gino Strada, un personaggio politicamente schierato che manipola i Diritti Umani Universali negando quelli veri dei suoi concittadini europei per affermare degli inesistenti diritti di chi non è nostro concittadino ma cittadino di altri paesi.



Un'altro irresponsabile che si crede casta eletta a governare il mondo e che non ha alcun rispetto per i Diritti Umani dei Nativi Europei

Gino Strada: “Negare asilo ai rifugiati è la fine dell’Europa. Non so che cosa sia la sinistra”
Il fondatore di Emergency sta edificando un centro pediatrico in Uganda con Renzo Piano: “Guerra e povertà sono ancora un’emergenza”
di Gianni Barbacetto | 19 febbraio 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/premium ... ndamentali

Ainizio anno ha vinto il premio “Sunhak Peace 2017”, assegnato a personalità e organizzazioni che si distinguano per il loro contributo alla pace e allo sviluppo umano. Il 10 febbraio, invece, ha posato con Renzo Piano la prima pietra per la costruzione di un centro di chirurgia pediatrica d’eccellenza in Uganda. Gino Strada è il fondatore di Emergency: “Oggi – dice – parlare di pace è considerato irreale e utopistico. Noi siamo contro la guerra in un mondo in cui non esiste più un partito, un’organizzazione internazionale che la ripudi davvero”.

Qual è l’ultima scommessa di Emergency?
Stiamo lavorando per riprendere a operare nel nostro ospedale di Erbil, nel Kurdistan iracheno, che avevamo lasciato qualche anno fa alle autorità locali. Su richiesta del governo curdo e dell’Unione europea, riprenderemo a curare lì i feriti che arrivano da Mosul, dove si combattono l’esercito iracheno e gli uomini di Daesh, con attacchi indiscriminati alle aree abitate dai civili e i residenti in fuga usati come scudi umani.

Quali sono le attività di Emergency oggi nel mondo?
Dalla sua fondazione, nel 1994, Emergency ha curato gratuitamente 8 milioni di persone. Le nostre attività sono soprattutto chirurgia di guerra, pediatria e maternità: in Afghanistan, per fare un esempio, abbiamo tre ospedali chirurgici, un centro maternità – che abbiamo dovuto raddoppiare perché non ci stavamo più dentro – e una quindicina di cliniche. In Sudan, abbiamo un centro di cardiochirurgia, un ospedale pediatrico per il trattamento del colera e una clinica pediatrica in un grosso campo di rifugiati che raccoglie dalle 600 alle 800 mila persone. E siamo anche in Sierra Leone e nella Repubblica Centrafricana.

Avete attività anche in Italia. A Milano si vedono i camion rossi di Emergency per l’assistenza agli stranieri.
Siamo a Milano, a Marghera, a Palermo e in diversi posti della Sicilia. A Polistena, in Calabria, abbiamo un ambulatorio fisso. Poi ci sono gli ambulatori mobili che seguono i migranti che si spostano per i raccolti. Ce n’è uno a Ponticelli, Napoli, e uno sportello di assistenza a Sassari. Faccio fatica a star dietro a tutte le cose che apriamo.

In Italia non assistete più solo gli stranieri.
Quando abbiamo cominciato, nel 2006, pensavamo di occuparci solo di migranti. Ora invece ci occupiamo anche di italiani poveri che non riescono più a curarsi come si deve perché la sanità, che dovrebbe essere gratuita, non lo è più. Il sistema sanitario sta diventando privato. Il paziente deve pagare. Magari non molto, ma quel non molto per tanti è troppo.

In Europa e nel mondo intanto si innalzano muri.
Negare asilo ai rifugiati è vergognoso. Ma è anche la fine dell’Europa, che non era nata sull’idea dell’esclusione, della fortezza assediata. Ci riempiamo la bocca di parole come “globalizzazione”, diciamo che il mondo non ha più confini, quando in realtà i confini non ci sono solo per le merci. Soltanto gli imbecilli possono pensare di fermare migrazioni che nella storia non è mai stato possibile fermare. Ogni sera, una persona su nove va a dormire affamata. Come possiamo essere sorpresi che milioni di esseri umani lascino la loro casa e si mettano in viaggio per sfuggire alla povertà e alla guerra?

Anche la sinistra pensa a come “governare” i flussi migratori.
Io non so che cosa sia la sinistra. Capisco cos’è destra e sinistra se si parla del codice stradale, se si parla di politica non lo capisco più. Del resto, anche in Italia, la miglior politica di destra l’ha fatta la sinistra. Bisognerebbe tornare a discutere di valori e di principi fondamentali, invece ormai i governi sono in modo spudorato semplicemente dei comitati d’affari delle multinazionali. Il primo problema che dovrebbero affrontare è quello della guerra, da rifiutare sempre e comunque, non “questa no”, “quella sì”. Questo atteggiamento ha fatto fallire anche le istituzioni internazionali: l’Onu fu creata per impedire la guerra, invece da allora nel mondo ci sono stati 160 conflitti. È finito: il suo Consiglio di sicurezza è diventato il consiglio degli armaioli del mondo, che producono e vendono armi per i conflitti. Se vogliamo sperare che l’umanità sopravviva, dobbiamo smettere di ammazzarci.
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Re: I falsi buoni che fanno del male

Messaggioda Berto » ven apr 14, 2017 7:44 am

La Svezia mette in scena il lato umano dei terroristi: infiamma la polemica
Sta facendo scalpore in Svezia la scelta del teatro di Göteborg di mettere in scena l'opera "Il Jihadista", che mostra il lato umano dei foreign fighter, anche dopo l'attentato di Stoccolma
Ginevra Spina - Gio, 13/04/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sve ... 85779.html

Il teatro comunale di Göteborg sta facendo discutere per la scelta, in primo luogo, di mettere in scena lo spettacolo "Il Jihadista", e poi di rimuoverla dalla programmazione dopo l'attentato terroristico di Stoccolma.

L'opera controversa, che narra le gesta del 22enne Ilias che parte per la Siria per unirsi a un'organizzazione terroristica, ha debuttato nella città svedese a fine marzo. Il copione è stato scritto sulla base di interviste fatte a veri jihadisti, ai loro amici e famiglie, e a membri del governo.

La messa in scena ha suscitato reazioni opposte tra gli svedesi, con i critici che la accusano di "umanizzare" i terroristi e di dipingere un'immagine "romantica" degli svedesi partiti per il Medioriente per unirsi ai jihadisti.

I "foreign fighter" svedesi

Negli ultimi anni, infatti, centinaia di svedesi sono partiti per la Siria e molti sono già tornati in patria, costituendo la principale minaccia contro la società. Dalla città di Göteborg, in particolare, è partita la più alta percentule di "foreign fighter" svedesi: 80 persone partite per arruolarsi nelle fila dell'Isis.
Di queste, si stima che almeno 20 siano ritornate, ma le autorità cittadine hanno difficoltà a identificarle. Perciò, ad oggi, questi jihadisti sono liberi di muoversi e non sono incriminati.
Solo questa settimana, la proposta del capo della polizia di Göteborg, Erik Nord, di espellere chi supporta l'estremismo violento è stata rigettata dal monistro della Giustizia Morgan Johansson.

La difesa dell'autore

L'autore e regista dello spettacolo, Johan Gry, tha spiegato a SVT, la televisione nazionale, che "Il Jihadista" non cerca di giustificare in alcun modo le azioni dei terroristi: lo scopo, semmai, è di cercare di capire la persona che si cela dietro il terrorista, di "osare e vedere un essere umano" in un terrorista. "Perché se non osiamo mai fare ciò, deumanizziamo la persona nello stesso modo in cui loro deumanizzano le loro vittime. E se non capiamo mai, o per lo meno non cerchiamo di capire la persona, non saremo mai in grado di risolvere i loro problemi", ha detto.
Molti, però, non hanno percepito l'opera così come era nelle intenzioni degli autori. "L'Isis sta commettendo un genocidio in Iraq. Per me, l'opera è un tradimento di tutte le vittime e di tutte le donne a cui l'organizzazione terroristica ha rapito i figli", ha commentato il parlamentare Robert Hannah.
Altri hanno polemicamente fatto notare che il "vezzeggiamento dei terroristi" non dovrebbe essere finanziato con le tasse dei cittadini di Göteborg.


L'attentato di Stoccolma

La polemica si è ulteriormente inasprita dopo l'attentato terroristico che lo scorso venerdì ha provocato 4 morti e 15 feriti a Stoccolma. Soprattutto dopo che il teatro ha annunciato di non avere la benché minima intenzione di interrompere la messa in scena del controverso spettacolo.
"Il Jihadista", si è giustificato il teatro, è diventato ancor più importante dopo l'attacco mortale con il camion, che tra gli altri ha ucciso anche una bimba di 11 anni. Pontus Stenshäll, il direttore artistico del Göteborg City Theater insiste che si tratta di "un problema serio e terribile di cui dobbiamo parlare".
Dopo la performance, infatti, sono previsti panel di discussione con degli esperti che affronteranno il tema di cosa spinge un giovane ad andare a combattere per la causa dei terroristi e anche l'attentato di Stoccolma.


Le reazioni in Italia

Il deputato della Lega Nord, Paolo Grimoldi, commentando la notizia si domanda se qualcuno nel mondo teatrale svedese soffra "della sindrome di Tafazzi, perché se è vero che non tutti gli islamici sono dei terroristi è anche vero che finora tutti i terroristi che hanno insanguinato l'Europa falciando centinaia di vite erano tutti islamici, compreso l'attentatore di Stoccolma. Vorrei davvero capire l'opportunità di mandare in scena uno spettacolo che "umanizza" la figura del jihadista pronto a immolarsi per la sua causa sanguinaria è folle quando ci sono famiglie, a Stoccolma, che hanno appena sepolto i loro cari falciati dal camion dell'attentatore".
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