Trump ha vinto le elezioni. È lui il nuovo presidente degli Stati UnitiDonald Trump ha stupito tutti. E alla fine ha avuto ragione lui: i sondaggi erano farlocchi. L'America anche se non lo diceva era con lui. Grande vittoria del tycoon che si afferma nonostante l'ostilità del suo stesso partito, che mai lo ha sopportato
Orlando Sacchelli - Mer, 09/11/2016
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/tru ... 29528.html L'America ha scelto. Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti (guarda tutti i risultati). Scrivere una frase del genere un anno e mezzo fa, quando il tycoon iniziò la sua corsa verso la Casa Bianca, annunciando di voler correre per le primarie del Partito repubblicano, avrebbe fatto sorridere.
Nessuno, infatti, lo prendeva sul serio. Ma lui è riuscito nell'impresa, prima conquistando la nomination di un partito che, fino alla fine, gli ha fatto la guerra, poi riuscendo a battere una candidata fortissima, Hillary Clinton, che poteva vantare il sostegno dei poteri forti, di Wall Street e della Silicon Valley, dei media, dello show business di una parte non indifferente dello stesso Grand Old Party. Partito che si è spaccato e non ha mai digerito i modi e le sparate di Donald. E che è arrivato persino a minacciare di far saltare la nomination, in extremis, trovando un candidato super partes (ipotesi poi accantonata per evitare una “guerra civile”).
Fin da subito Trump ha giocato tutto sulla provocazione. La prima miccia l'ha innescata contro i migranti, dicendo di voler costruire un muro con il Messico per impedire il loro ingresso illegale negli States. Intento condito da accuse pesanti (criminali, trafficanti di droga). Ed ha promesso, a più riprese, di deportare tutti i clandestini. Poi ha preso di mira i musulmani, dicendo di voler bloccare il loro ingresso per motivi di sicurezza. Ordine e sicurezza, il suo primo impegno. Tutto all'insegna di un obiettivo più grande: “Rifare grande l'America”. Come? Rilanciando l'economia, creando nuovi posti di lavoro, abbassando le tasse, rimettendo in discussione tutti i trattati commerciali che penalizzano gli Usa. E in politica estera? Accantonare i disastrosi combinati da Obama, risolvendo una volta per tutte la guerra contro l'Isis e mettendosi d'accordo con Putin su altre questioni ancora aperte. Senza fare più sconti ai membri della nato che non pagano le rispettive quote, gravando sulle spalle dell'America.
Una campagna mediatica studiata ad arte, in cui è sempre stato lui - e solo lui - a dettare i temi e i tempi dell'agenda politica.
Quando l'attenzione calava, subito Trump piazzava un colpo, con un semplice tweet o una frase a effetto pronunciata in qualche comizio e rilanciata, con meticolosa precisione, dai social network. Il “giochino” ha permesso al tycoon di conquistare la scena fin da subito durante le primarie, con gli altri candidati repubblicani che non sono mai riusciti a detronizzarlo. E anche quando hanno provato a ignorarlo (evitando di attaccarlo direttamente) non sono mai riusciti a imporre i propri temi. Trump si è preso la leadership e l'ha tenuta stretta senza mollarla mai un istante. Non era facile vincere le primarie con il partito contro, e persino con l'ostilità degli agguerriti Tea Party che avevano altri cavalli su cui puntare (Ted Cruz e Marco Rubio). Ma il tycoon è stato abilissimo, compiendo il suo primo miracolo.
Il secondo, invece, lo ha realizzato portando avanti una campagna elettorale quasi perfetta. Fin da subito molto agguerrita, che non ha mai mollato la presa dagli obiettivi da abbattere: Hillary Clinton e il presidente Obama. Contro di loro sono state scagliate accuse pesantissime. Ma è soprattutto contro Hillary che Trump se l'è presa, definendola una persona corrotta (scandalo delle email ma non solo) e che merita di finire in galera. Accusa ribadita più volte anche durante i confronti elettorali in diretta tv.
Se Trump ha vinto è perché ha avuto la meglio su una candidata che non è mai riuscita, nonostante i potenti mezzi, a sfondare nell'elettorato americano. Che nel 2008 fu battuta dall'outsider Obama, nelle primarie, e che stavolta, invece, ha rischiato di farsi soffiare la nomination un'altra volta, dal “socialista” Bernie Sanders, che a dispetto dell'età (75 anni) aveva infiammato i cuori dei giovani. Lei invece non ce l'ha fatta. I giovani non si sono fatti abbindolare da Beyoncé, Katy Perry, Madonna e Lebron James. O almeno non abbastanza. Trump ha vinto perché si è affermato come paladino del cambiamento, come antipolitico che si è battuto contro la Casta e i parrucconi dell'establishment, raccogliendo e dando ampio sfogo a un voto di protesta. Un voto che non è solo di destra.
Ora, archiviate le polemiche e fatte tutte le analisi del caso (voto delle minoranze, quello delle donne e della classe media, quanto hanno pesato l'economia, le armi, la violenza e quanto la protesta), l'America guarda avanti, ai prossimi quattro anni. Il dopo Obama è iniziato. Le sfide da affrontare sono moltissime. Per il bene degli Stati Uniti (e non solo).
Chi è Melania Trump, la prima first lady straniera in 200 anniUna first lady a dir poco insolita
Luisa De Montis - Mer, 09/11/2016
http://www.ilgiornale.it/gallery/melani ... 29549.htmlNata 46 anni fa in un palazzone in stile sovietico della Jugoslavia comunista di Tito a Sevnica, ora Slovenia, Melania Trump, da 10 anni la terza moglie di Donald Trump, dal prossimo gennaio sarà la nuova first lady americana.
Una first lady a dir poco insolita e non solo perché l'ex modella è la prima moglie di un presidente americano nata all'estero dai Louisa Adams, la moglie di John Quincy Adams, che si trasferì alla Casa Bianca nel 1825. E, per ironia della sorte, sarà first lady al fianco di un presidente che ha giocato tutta la sua campagna elettorale sull'attacco agli immigrati. Ma Melania sarà una first lady insolita, soprattutto perché è la prima first lady ad aver posato nuda per una copertina di una rivista. La foto, pubblicata da GQ nel 2000 e che mostra Melania nuda su una pelliccia d'orso, è stata nei mesi scorsi al centro di una battaglia a colpi di tweet poco edificanti fra Trump e l'allora sfidante nelle primarie Ted Cruz, dopo che un gruppo che sosteneva il senatore del Texas rilanciò la foto con la provocatoria didascalia "Incontra Melania Trump. La tua prossima First Lady".
L'incontro tra Trump e Melania risale al 1998 a New York dove, dopo le prime sfilate a Milano e Parigi la modella si era trasferita due anni prima. La scintilla, si racconta, scoccò ad una festa organizzata durante la Fashion Week newyorkese. Da allora Melania non si è accontentata di essere solo la signora Trump, evitando di lavorare insieme al marito come fece Ivana, la prima, storica, moglie del miliardario, e dal 2000 ha una ha una sua linea di gioielli chiamata, ovviamente, 'Melanià. E può rivendicare il fatto di parlare quattro lingue. E tra queste un inglese con un forte accento straniero, aggiungono i maligni. Durante la campagna elettorale Melania ha preferito non esagerare comunque con le apparizioni pubbliche, nonostante sia stata esposta a qualche gaffe, come quella di pronunciare un discorso in parte copiato da quello di Michelle Obama. Ad appena 24 ore dalla convention del marito a Cleveland, l'ex modella infatti avrebbe letto stralci del suo discorso che era risultato molto simile a quello di Michelle Obama nel 2008.
Nei cattivi rapporti con i media, Melania ha seguito le orme del marito Donald, annunciando una causa contro il 'Daily Mail' nell'agosto scorso, per aver riportato indiscrezioni "al 100% false" riguardanti la sua presunta attività di escort negli anni '90, oltre che per aver sollevato dubbi sulla regolarità del suo permesso di soggiorno negli Usa in quegli anni.Tuttavia, le poche volte che ha fatto campagna elettorale accanto al marito, ha mandato un messaggio chiaro, rimarcando l'immagine di un uomo duro, diretto ma che a cuore i valori importanti. "Se qualcuno lo attacca, lui colpisce dieci volte più forte", ha detto in un comizio dello scorso aprile la moglie di Trump che, nel suo breve intervento durato non più di un minuto, ha definito il marito un "brav'uomo" e un "bravo imprenditore". Senza contare che ha rimandato al mittente le accuse di maschilismo che gli sono state rivolte: Trump "a prescindere che tu sia uomo o donna, tratta tutti nello stesso modo", ha detto. Anche quando il marito è stato travolto dalle polemiche per il video contenente le sue affermazioni sessiste e per le accuse di molestie nei suoi confronti, Melania lo ha difeso pubblicamente, affermando che Donald è un "gentleman" e le donne che lo accusano sono delle mentitrici. "Io so che rispetta le donne - aveva detto - Credo a mio marito. Mio marito è gentile ed è un gentleman e non lo farebbe mai".