Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » gio dic 24, 2015 7:14 pm

Somalia, vietato festeggiare il Natale: «Minaccia la cultura islamica» Dopo il no ai festeggiamenti del sultano del Brunei, anche le autorità di Mogadiscio vietano feste e celebrazioni natalizie nelle piazze e negli hotel. Gli stranieri potranno festeggiare nelle loro case.

Dopo il no ai festeggiamenti del sultano del Brunei, anche le autorità di Mogadiscio vietano feste e celebrazioni natalizie nelle piazze e negli hotel. Gli stranieri potranno festeggiare nelle loro case.
di Redazione Online
24 dicembre 2015

http://www.corriere.it/esteri/15_dicemb ... 341c.shtml

Dopo il Brunei, anche la Somalia vieta i festeggiamenti di Natale. Il governo di Mogadiscio ha dato disposizioni perché le agenzia di sicurezza impediscano i festeggiamenti natalizi. «Queste celebrazioni non sono in alcun modo legate all’Islam» ha ammonito Mohamed Kheyrow, un dirigente del ministero degli Affari religiosi. Il sindaco della capitale, Yusuf Hussein Jimale ha spiegato che i festeggiamenti natalizi potrebbero anche diventare facili obbiettivi dei terroristi di al-Shabaab. Stando a quanto riportato dalla Bbc gli stranieri potranno festeggiare il Natale nelle loro case, festeggiamenti consentiti anche nei compound delle Nazioni Unite. Vietato festeggiare invece nelle piazze e anche negli hotel. In Somalia dal 2009 è in vigore la sharia come legge dello stato. Alcuni giorni fa era stato il sultano del Brunei a vietare nel suo Paese i festeggiamenti del Natale. In Tagikistan, altro Paese a maggioranza musulmana che prevedeva già restrizioni per i festeggiamenti natalizi, sono stati vietati nelle scuole gli alberi di Natale e i biglietti di auguri, e per il Capodanno il ministero dell’Educazione ha vietato fuochi artificiali, pasti festivi e scambio di auguri.
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » gio dic 24, 2015 10:15 pm

SILVANA DE MARI - A mezzanotte andiamo tutti a messa in nome dei cristiani perseguitati che non possono festeggiare il Natale

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 8096967779

Domani sono in radio, a Radio 24, credo tra le 12 e le 13. La trasmissione si intitola “Il Treno Va”. Parlerò dei re Magi e de Le mille e una notte. Il motivo per cui questi due temi sono stati accomunati e che si parla dell’Oriente: Gianluca Nicoletti finge di intervistare persone sull’Orient Espress, il mitico treno che da Parigi andava alla città che si chiama Istanbul e che nel mio cuore resterà sempre Costantinopoli: tra i disperati difensori di quell’assedio ci fu anche uno dei miei antenati. Cambiare il nome di un luogo è un tale gesto di violenza che è giusto riconoscerlo.

Dato che Radio 24 è l’ultima che ancora mi accoglie non ho specificato cosa accomuna queste due scelte. Solo S. Matteo parla dei Magi: non sono tre e non sono re. Sono Magi: persone che hanno una tale conoscenza da trascendere la materia, e sono il simbolo della sapienza, mentre i pastori sono il simbolo della semplicità, essendo queste due strade, e solo queste, l’assoluta sapienza e l’assoluta semplicità, quelle che conducono a Dio. I Magi, non sono tre, ma portano tre cose, oro, incenso e mirra. Per questo motivo nel Medioevo si stabilì il loro numero, decidendone anche il nome. I Magi vanno a portare il loro omaggio alla sacralità di Cristo, e qui arriviamo a “Le mille e una notte”, alla normale assoluta violenza che regna dove Cristo non c’è, dove non è arrivato o dove è stato cacciato.

La “cornice” de “Le mille e una notte” è la storia terribile di un re che per aver subito l’affronto di un tradimento, uccide donne innocenti una dopo l’altra. Una donna molto saggia e molto astuta lo spinge a rimandare l’esecuzione lasciando in sospeso fiabe bellissime. Alla fine il tiranno si rasserena e smette di uccidere, smette cioè di esercitare il suo arbitrio assoluto e totale su persone che altro non dovevano fare che subirlo, la cui innocenza è un particolare irrilevante. Shahrazade vivrà lieta e serena come sposa di un pluriomicida, i cui crimini resteranno impuniti: le madri della fanciulle uccise che vorranno ricordare le loro creature lo faranno di nascosto, soffocando i loro lamenti, i padri non chiederanno giustizia perché le figlie non erano persone ma cose, esattamente come il concessionario che ci ha venduto l’auto non ce ne chiede conto dopo che l’abbiamo distrutta in un incidente.

Era nostra: una proprietà. Basta quest'unico esempio a capire l’enorme importanza di quella Nascita, cui i Magi resero omaggio e che permise di infrangere l’idea aberrante che la vita possa essere soppressa per capriccio, che osò affermare che tutti siamo figli di Dio. Ci sono nazioni, ogni giorno di più, in cui questa affermazione può essere punita con la morte, perché nell'islam noi non siamo figli di Dio, ma suoi servi. Padre Nostro è blasfemia.

Quindi buon Natale a tutti, con tutto il cuore, e che sia un Natale vero.

Se posso dare un consiglio questa notte a mezzanotte andiamo tutti a messa. Anche se siamo liberi pensatori andiamoci lo stesso, in nome di tutti coloro che non ci possono andare, perché i cristiani sono il gruppo confessionale più atrocemente perseguitato. In nome dei morti e dei perseguitati andiamo a messa questa notte. Non andranno a messa i servi filippini (la parola servo è stata ben pesata, servo nel senso di individuo malpagato e disprezzato) che servono in Arabia Saudita, dove la messa è vietata, e nel caso può essere punita anche con la morte. Non andrà a messa la signora Asia Bibi, in prigione da cinque anni in Pakistan per una falsa accusa di blasfemia, in attesa della sua esecuzione, tra l’indifferenza generale di tutti, incluse le massime gerarchie cattoliche che fanno encicliche sull’ambiente, che sono molto contente delle cifre folli spese da una società molto laica per proiettare pappagalli e scimmie su San Pietro. Non andranno a messa i cristiani perseguitati del Pakistan e della Siria, mentre ci andranno quelli del Kenya e della Nigeria, anche se rischiano la vita, anche se sanno che è possibile che la chiesa verrà sprangata dall’esterno per essere poi data alle fiamme.

Quindi andiamoci noi.

E Pace in terra agli uomini di buona volontà
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar dic 20, 2016 9:33 pm

Madrid vieta il Presepe alla Puerta de Alcalà. I cittadini ne depositano a centinaia!
20 dicembre 2016

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/ ... t+concilio)

Una notizia che ci piace registrare nella nostra traduzione da Riposte catholique. Una dimostrazione di fede e tradizioni più forte del laicismo anti-cristiano.
Il sindaco di Madrid, Manuela Carmena, membro del partito di sinistra Podemos, ha vietato la presenza di un presepe di Natale alla famosa Puerta de Alcalá della capitale spagnola, come già lo scorso anno: lei vuole soltanto decorazioni senza connotazioni religiose cristiane per le "feste".
La reazione dei madrileni non è tardata: in centinaia e centinaia sono venuti a depositarvi dei presepi.
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mer dic 21, 2016 7:32 am

Il Natale cancellato - La sottomissione dell'Europa all'Islam

Giuseppe GiannottiGiuseppe GiannottiGiornalista & Esperto di Medio Oriente
20 dicembre 2016
http://www.progettodreyfus.com/il-natale-cancellato

Arriva il Natale, e, come ormai tradizione, si susseguono le autocensure di chi, ossessionato dal politically correct, cancella recite con canti natalizi, feste, presepi e altro ancora. Nel nome di un’integrazione che integrazione non è. Perché la parola giusta è sottomissione. Che oltretutto non serve ad avvicinare l’altro, come dimostra l’attentato di Berlino.

Il “timore” è di offendere le persone di altre religioni, leggi, principalmente l’Islam. È un fenomeno in crescita, specialmente in Europa. C’è chi non osa più neppure scrivere “Buon Natale”. Ne sono stato testimone a Berna. Nella vetrina di un negozio, in pieno centro storico, campeggiava la scritta: “A very happy everything”. Anziché i consueti auguri natalizi “Merry Christmas and Happy New Year” c’era questo anonimo “Buon tutto”, così, tanto per non offendere nessuno! E purtroppo non è un caso isolato. In altre insegne c’è un generico “Buone feste”, naturalmente sempre senza alcun riferimento a Natale.
La stessa cosa che ha fatto il presidente degli Stati Uniti (ancora per poco) Obama. Nella sua ultima “Family Christmas Card”, c’è la foto della famiglia Obama, con uno sfondo generico (nella foto degli auguri dell’anno scorso nello sfondo della foto c’era un grande albero di Natale). E nel messaggio nessun riferimento al Natale, ma un augurio di “una gioiosa stagione delle feste e un meraviglioso anno nuovo”.

In Italia, come al solito, ci sono scuole che quest’anno non hanno fatto il presepio o l’albero di Natale, altre che hanno cancellato le recite e i canti natalizi, come in una scuola primaria dell’Aquila, o un’altra scuola di Rimini (dove fino all’anno scorso si cantava “Tu scendi dalle stelle”), dove li hanno sostituiti con canti africani. La spiegazione? “Per favorire l’integrazione, la fratellanza tra i popoli e non urtare la sensibilità di chi appartiene a un’altra religione”. Sono i fans dell’integrazione a tutti i costi, che pur di assecondare “l’altro” sono pronti a cancellare se stessi e le proprie radici.

È il festival dell’assurdo. Si vogliono fare canti multietnici? È certamente un’ottima idea. Ma si facciano in un’altra data, a gennaio, a febbraio, ma non si cancelli il Natale, non si neghino le nostre tradizioni. Sono gesti che non favoriscono affatto l’integrazione, ma che dimostrano solo la debolezza di un’Europa che sta sottomettendosi, non richiesta, a un Islam che avanza, forte dell’ondata travolgente di immigrazione clandestina, per lo più composta da musulmani. Molti dei quali, naturalmente non tutti, non vogliono certo integrarsi. Un esempio emblematico è quanto accaduto in una scuola materna di Rovereto, in provincia di Trento, dove è stato rimosso dal giardino un maialino a dondolo in seguito alle proteste di alcune famiglie islamiche, che si ritenevano offese da quella presenza “impura”. Togliere il maialino ha favorito l’integrazione? Chi cancella il Natale si dia una risposta.

Anche perché all’estero, nei Paesi islamici, a tutto pensano meno che ai diritti dei cristiani. E non c’è bisogno di andare in Arabia Saudita dove portare semplicemente un crocifisso al collo, porta direttamente in prigione o alle stragi di cristiani e le distruzioni di chiese in molti paesi dell’Africa, in particolare in Nigeria, per mano degli integralisti di Boko Haram. Molto più vicino a noi, in Turchia, un Paese che la Germania di Angela Merkel vuole portare a tutti i costi in Europa, succede che per ordine delle autorità turche è stato vietato a una scuola tedesca di Istanbul di eseguire canti natalizi. Il coro della scuola (frequentata da studenti turchi dell’alta borghesia) avrebbe dovuto partecipare al tradizionale concerto di Natale che si tiene nel Consolato Generale tedesco, ma la direzione della scuola ha cancellato la loro partecipazione, negando il diktat delle autorità turche, ma sostenendo, in una nota sul suo sito web, di aver deciso di «trattare il Natale e il cristianesimo in un modo che non rientra nel programma di studi concordati». Alla faccia di Angela Merkel che sta pensando di introdurre lo studio dell’arabo nelle scuole tedesche! È l’ennesimo schiaffo a un’Europa che si sta annientando con le proprie mani di fronte a un Islam radicale che non guarda in faccia nessuno. Come dimostra l’attentato di Berlino.
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar gen 03, 2017 4:37 pm

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1264148457

https://www.facebook.com/groups/1450847 ... 9466400806

https://www.facebook.com/groups/1450847 ... 3700434252


Alberto Pento
Cosa c'entrano gli islamici con il presepio, con Gesù Cristo l'ebreo, con gli ebrei e con i cristiani? Betlemme non aveva i minareti e gli ebrei non si vestivano come gli arabi che stavano in Arabia. Tutta questa messinscena è una falsificazione storica. E' una vergogna anticristiana e antiebraica. E' come uccidere una seconda volta l'ebreo Gesù.

Arturo Bettin
il minareto dove lo vedi? E gli islamici?

Arturo Bettin
cioè quella torre in lontananza ti sembra un minareto? MA che vita triste hai???

Alberto Pento
Te ghe raxon ti, lè la tore de Pixa e sti omani li xe eskimexi. Ti si k'a te ghè bon ocio!

Arturo Bettin
cioè tu capisci la religione di uno a seconda se è vestito da deserto? Dal colore?

Alberto Pento
Israele non era e non è l'Arabia e al tempo di Cristo non era un deserto; tanto meno a Betlemme c'erano gli arabi e i minareti delle moschee che non sono sinagoghe e nemmeno chiese cristiane o templi zoroastriani, tutta gente massacrata da Maometto e dai suoi beduini razziatori e razzisti terroristi islamici.

Alberto Pento
Gesù Cristo non era romano né arabo, era un rabbino ebreo che è vissuto da ebreo e che è morto da ebreo ucciso dagli imperialisti romani invasori della terra ebraica di Israele come poi furono invasori gli arabo-islamici assassini seguaci di Maometto e adoratori dell'idolo Allah, idolo dell'orrore e del terrore.

Arturo Bettin
era un rabbino?! Questa poi! Vangelo apocrifo secondo Pento?

Alberto Pento
El jera forse n'iman? Studia de pì e taxi ca o k'a te fe pì bea figura, te me pari na bruta copia de Caxarin dei çentri asoçali.

Alberto Pento
Nome ed epiteti di Gesù
https://it.wikipedia.org/wiki/Nome_ed_e ... _Ges%C3%B9
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar gen 03, 2017 4:39 pm

FRANCIA - ISLAM
La maggioranza degli imam di Francia (e Belgio) vietano gli auguri a Natale e Capodanno
Hocine Drouiche*
02/01/2017, 13.51

http://www.asianews.it/notizie-it/La-ma ... -(e-Belgio)-vietano-gli-auguri-a-Natale-e-Capodanno-39556.html

È quanto denuncia l’imam di Nimes, Hocine Drouiche, vice-presidente della Conferenza degli imam di Francia. Egli condanna quanti rivendicano che l’islam è una religione di pace e poi considerano gli auguri “un insulto”. L’importanza della presenza di “musulmani aperti” che “ti accolgono con un sorriso e ti augurano felice anno nuovo”.

Parigi (AsiaNews) – La maggior parte degli imam in Francia (e nel Belgio) ha proibito ai fedeli di celebrare il Natale e il Capodanno e invitato i musulmani a non fare gli auguri per le feste. È quanto denuncia in un post su Facebook l’imam francese Hocine Drouiche, fra le personalità del mondo islamico transalpino più illuminate e schierate nella lotta contro l’estremismo. Strenuo promotore e sostenitore del dialogo fra fedi diversi, egli condanna quanti ripetono il “mantra” islam religione di pace e poi considerano gli auguri “come un insulto” perché “questa non è la nostra religione”.

Egli sottolinea che l’islam professato da questi imam, che costituiscono la maggioranza in Francia, in Belgio, e in molte altre nazioni, “non è un vero islam di pace e del vivere in comune”. E le stesse scuole coraniche in Occidente sono un luogo in cui si esalta l’islam politico basato su jihad e odio verso i “nemici”. Per fortuna, conclude, “esistono anche dei musulmani aperti, che ti accolgono con un sorriso grande e ti augurano felice anno nuovo”.

La dura nota contro la posizione della maggioranza degli imam sugli auguri [di Natale e Capodanno] è solo l’ultima di una serie di denunce lanciate dal leader religioso musulmano francese. All’indomani degli attacchi di Parigi, nel novembre 2015, egli ha invitato i fedeli a non lasciare l’islam “ostaggio degli estremisti”. Al contempo ha esortato le comunità musulmane a “osare a vivere il dialogo e l’amicizia con gli europei, senza paura e senza arroganza”.

Egli non è il solo a denunciare il clima di ostilità e di avversione di una parte del mondo musulmano europeo verso la cultura, la tradizione e la fede dei nativi. Di recente anche una ex islamica radicale, per anni vicina all’ideologia salafita, ha raccontato gli inviti lanciati da imam e leader religiosi a “odiare i cristiani e gli ebrei”, a non imitare gli “infedeli” e a non partecipare “alle loro feste e celebrazioni”. Ecco, di seguito, la riflessione dell’imam Drouiche. Traduzione a cura di AsiaNews:

Spiacente, non vi farò gli auguri di buon anno perché io sono un vero “musulmano”!

Quasi la totalità degli imam in Francia (e nel vicino Belgio) hanno proibito ai musulmani francesi di celebrare il Natale e il Capodanno e di fare gli auguri per le feste, tanto ai musulmani quanto ai non musulmani.

Si dice che l’islam sia una religione di pace, un mantra che non smettono di ripetere in maniera incessante. Tuttavia, oggi ho visto con i miei occhi il risultato di queste formulazioni incomprensibili e illogiche, incontrando diversi musulmani molto religiosi e credenti che ricevevano gli auguri di Buon Anno come un insulto.

Sono imbarazzati, ti guardano in modo strano, ti rispondono: Ma questa non è la nostra religione!

Come se il nuovo anno appartenesse a una religione specifica. Per fortuna esistono anche dei musulmani aperti, che ti accolgono con un sorriso grande e ti augurano un felice anno nuovo.

L’islam di questi imam non è un vero islam di pace e del vivere in comune. Questo è un islam beduino e arcaico. Il ministero francese degli Interni, che finanzia il Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), deve rivedere i suoi programmi e le sue collaborazioni.

Per me i Bataclans, gli Hyper Cachers e le Nizza nascono da queste direttive odiose. Se non vogliono cambiare queste fatwa disumane, non ci potranno certo dire che si tratta di “attentati” isolati in cui l’islam non è coinvolto, perché l’islam è una religione di pace!

Dunque, Buon Anno a tutti i miei amici (e le mie amiche) musulmani, ebrei, cristiani e atei.

*Vice-presidente della Conferenza degli imam di Francia-Parigi

Candidato al rettorato della Grande moschea di Parigi
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar gen 03, 2017 4:41 pm

Imam, slogan e proteste. La Turchia che odia il Natale
L’Autorità per gli affari religiosi: non è una festa musulmana. E nel Paese si moltiplicano le campagne contro Santa Claus
02/01/2017
http://www.lastampa.it/2017/01/02/ester ... um=twitter

«Müslüman Noel kutlamaz», «Müslüman yilbasi kutlamaz». Un musulmano non può festeggiare il Natale. Un musulmano non può festeggiare il Capodanno. Lo dicono da anni in Turchia, sempre più forte da quando Recep Tayyip Erdogan prese il potere per la prima volta nel 2002, così vicino, ma per come è degenerato il Paese, così irrimediabilmente lontano. Ma quella che fino a pochi anni fa sembrava la presa di posizione di un gruppo di fanatici, forse un po’ troppo avvezzi al folklore, adesso è diventata la versione ufficiale della Diyanet, l’Autorità per gli Affari Religiosi, l’organo che gestisce l’amministrazione del culto islamico nel Paese.

La denuncia era arrivata due giorni fa dal quotidiano «Cumhuriyet», uno dei tre rimasti nel Paese a non essere controllati dal presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan.

Nel sermone di venerdì 30, a ridosso del Capodanno, 80 mila imam hanno invitato a non «assumere atteggiamenti contrari alle loro usanze e agli ambienti di provenienza», con esplicito riferimento ai festeggiamenti per l’arrivo del 2017, invitando i fedeli a diffondere il messaggio perché nessuno assumesse atteggiamenti non consoni all’Islam. Non solo. Nel sermone si sottolineava come il periodo fra Natale e Capodanno, celebrato a livello globale, rischiasse di corrompere lo spirito del popolo turco.



(Una manifestazione di donne appartenenti a un’associazione islamica a Fathi, uno dei quartieri più religiosi di Istanbul)

Che, per dire la verità, era già «corrotto» da un pezzo e con somma gioia di gran parte della popolazione. Le celebrazioni dell’Anno Nuovo in Turchia sostituiscono quelle del Natale, ma solo e unicamente negli aspetti formali e per l’afflato consumistico. Nella Mezzaluna, da metà novembre, le strade delle maggiori città, soprattutto Istanbul, si ricoprono di luci con i motivi pagani più frequenti del Natale e ci restano fino a inizio marzo. Nelle case della gente si fa l’albero, il 31 dicembre ci si scambia i regali. Il più gettonato e legato alla tradizione autoctona è il melograno di porcellana rosso. Ma l’offerta si è arricchita a dismisura, facendo diventare l’Yilbasi, il Capodanno, appunto, un surrogato del Natale in piena regola.

La pratica ha sempre avuto dei nemici nel Paese. Ma o erano elementi che non destavano preoccupazione, perché nettamente in minoranza, o stavano zitti perchè se c’era una cosa che proprio ai turchi non dovevi toccare erano le celebrazioni del 31 dicembre, con quell’atmosfera da finto Natale annessa.

Poi, con il passare degli anni, le pressioni della Turchia più conservatrice sono diventate sempre più tangibili, insieme con una radicalizzazione della società. E se prima nell’occhio del ciclone c’era solo il 25 dicembre, che è lavorativo, e l’Yilbasi lo lasciavano stare, con il passare del tempo ha iniziato a essere sempre più messo in discussione anche quest’ultimo, fino alla degenerazione di quest’anno. Nelle settimane precedenti la presa di posizione della Diyanet, sono partite campagne di ogni tipo. Da quelle sui social, a quelle per le strade.

In molti quartieri di Istanbul sono comparsi cartelli con la scritta «Müslüman Noel kutlamaz», oltre a manifestazioni alle quali hanno preso parte centinaia di persone, soprattutto giovani sotto i vent’anni, non solo nella conservatrice Fatih, ma anche sull’Istiklal Caddesi, il viale pedonale per eccellenza di Istanbul, da sempre luogo prediletto della movida e passata nel giro di due anni da meta preferita dei turisti occidentali a luogo di passeggio di quelli sauditi. Il quotidiano Milli Gazete, organo della destra islamica, la mattina del 31 ha invitato tutti a ricordare che fra i doveri del buon musulmano non c’è quello di festeggiare il Capodanno.

(Un poster anti-Babbo Natale)

Oltre agli islamici ci si sono messi anche gli ultranazionalisti, contrari al Capodanno e Natale perché di sangue ed etnia turca e quindi musulmani. Ad Aydin, gli Alperen Ocaklari, gli «eredi» dei Lupi Grigi, hanno addirittura simulato un pestaggio di Santa Claus che, per una macabra ironia della sorte era originario proprio della Turchia, con la sua casa divenuta attrazione turistica.

Sono iniziati anche i primi episodi di intolleranza. A Eminonu, quartiere sul Corno d’oro con il bazar all’aperto più grande di Istanbul e che un tempo da inizio novembre si riempiva con le luminarie finto natalizie più improbabili, le botteghe che espongono decorazioni e luci sono diminuite. E qualcuno, che proprio non voleva rinunciare al finto Natale, è stato preso a male parole.
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mer apr 19, 2017 9:45 am

Secondo il giudice il crocifisso si può togliere dal seggio elettorale
Nella sentenza del tribunale di Modena si spiega che rimuoverlo è un atto di coscienza per la laicità, a garanzia di tutti gli elettori
Ivan Francese - Mar, 07/03/2017 - 11:22

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 72235.html

Ma stavolta non si tratta delle aule in quanto luogo di lezione, ma in quanto utilizzate come seggi elettorale. E secondo la magistratura è lecito farlo.

A sostenerlo è una sentenza emessa da un giudice di Modena, secondo cui il simbolo sacro vìola il principio della laicità dello Stato, rischiando di pregiudicare la libertà di scelta degli elettori, soprattutto se in uno dei simboli sulla scheda compare una croce. Secondo il magistrato emiliano, inoltre, è un diritto di coscienza di tutti i pubblici ufficiali presenti al seggio - come ad esempio gli scrutatori - chiedere al presidente di rimuovere il crocifisso dai muri delle aule durante le operazioni di voto.

Il pronunciamento del tribunale modenese, si legge nella stampa locale, arriva a conclusione di una vicenda giudiziaria iniziata nell'ormai lontano 2008, quando un esponente locale della Lega Nord denunciò ai carabinieri l'iniziativa di una scrutatrice atea, si disse, che avrebbe chiesto ed ottenuto dal presidente del seggio la rimozione del simbolo sacro. Secondo gli accertamenti poi eseguiti dal tribunale, però, il crocifisso non sarebbe mai stato rimosso: la scrutatrice e il presidente, pertanto, si erano lamentati dicendosi offesi per le accuse del leghista, presentando richiesta di risarcimento.

Di qui la risposta del giudice da cui origina l'interessante pronunciamento di giurisprudenza: anche se il simbolo sacro fosse stato effettivamente tolto, sostiene il tribunale, quel gesto non si sarebbe potuto qualificare come offensivo per la collettività.
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar nov 28, 2017 7:59 am

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1264148457

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Cosa c'entrano gli islamici con il presepio, con Gesù Cristo l'ebreo, con gli ebrei e con i cristiani? Betlemme non aveva i minareti e gli ebrei non si vestivano come gli arabi che stavano in Arabia. Tutta questa messinscena è una falsificazione storica. E' una vergogna anticristiana e antiebraica. E' come uccidere una seconda volta l'ebreo Gesù.

Arturo Bettin
il minareto dove lo vedi? E gli islamici?
cioè quella torre in lontananza ti sembra un minareto? MA che vita triste hai???

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Alberto Pento I
sraele non era e non è l'Arabia e al tempo di Cristo non era un deserto; tanto meno a Betlemme c'erano gli arabi e i minareti delle moschee che non sono sinagoghe e nemmeno chiese cristiane o templi zoroastriani, tutta gente massacrata da Maometto e dai suoi beduini razziatori e razzisti terroristi islamici.

Alberto Pento
Gesù Cristo non era romano né arabo, era un rabbino ebreo che è vissuto da ebreo e che è morto da ebreo ucciso dagli imperialisti romani invasori della terra ebraica di Israele come poi furono invasori gli arabo-islamici assassini seguaci di Maometto e adoratori dell'idolo Allah, idolo dell'orrore e del terrore.

Arturo Bettin
era un rabbino?! Questa poi! Vangelo apocrifo secondo Pento?

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Nome ed epiteti di Gesù
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Re: Ensemenii contro el Nadal, el prexepio, el croxefegà

Messaggioda Berto » mar nov 28, 2017 8:00 am

Vince l'islam, Parigi cancella il mercatino di Natale agli Champs Elysees
7 Novembre 2017
di Mauro Zanon

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... ysees.html

Dal 2008, i mercatini natalizi illuminano e colorano gli Champs Elysées, allietando i parigini e i turisti che decidono di trascorrere qualche giorno nella capitale francese. Ma quest' anno, in nome della laicità e del multiculturalismo, la sindaca socialista di Parigi ha deciso che la festa non si farà, che le bancarelle dal punto di vista culturale ed estetico «non sono più adeguate al sito d' eccezione» in cui si trovano, e insomma che il popolino, e i cristiani anzitutto, non sono ben accetti sul viale principale della capitale. Eccola qui l' ultima follia di Madame Hidalgo, l' ex delfina di Bertrand Delanoë che si vergogna di mettere il presepe nella sede del comune, e però ogni anno organizza una festa per la fine del ramadan, «una festa che fa parte del patrimonio culturale francese», secondo le sue stesse parole.

Il Natale, invece, non fa più parte, a Parigi, del patrimonio nazionale, da quando lei è stata eletta, e la conferma arriva proprio con questa decisione, che sta facendo urlare molti parigini e soprattutto gli ambulanti che da ogni angolo di Francia giungevano per riscaldare gli Champs Elysées con attrazioni, leccornie, statuette e quadretti ispirati alla cultura cristiana. Per protestare contro l' annullamento dei mercatini natalizi, i «forains», come vengono chiamati in Francia i venditori ambulanti, hanno bloccato ieri le tre grandi arterie di accesso alla capitale francese, provocando con i loro grossi automezzi gravi disagi alla circolazione.

«Cancellare il mercatino di Natale, è come toglierci la Foire du Trône (un grande Luna Park con più di 300 giostre, con sede, ogni primavera, al Bois de Vincennes, ndr). Ci vogliono rubare il mestiere. Lasciateci le nostre attrazioni, siamo qui per far divertire la gente», si è lamentato Julien Maury, giostraio da una vita. «I mercatini natalizi rappresentano tra il 25% e il 30% dei miei ricavi annuali. Abbiamo fatto molti investimenti nelle luci, nelle decorazioni e nella modernizzazione delle macchine. Senza il mercatino, non possiamo sopravvivere», ha attaccato Arthur Garson, ambulante venuto da Metz, seguito da Alexandre Hameau, venditore di bretzel dal 2008: «Così ci vengono tolti due, tre mesi di stipendio. Abbiamo dei figli e non possiamo permettercelo».

La decisione di non rinnovare la concessione ai commercianti che ogni anno installano le loro casette di legno lungo gli Champs Elysées era stata convalidata a luglio dal Consiglio di Parigi, con la giustificazione di «voler rimettere un po' d' ordine e qualità» nel mercatino. Una festa «troppo popolare», insomma, ma anche «troppo cristiana» per la Hidalgo, nonostante quest' ultima faccia finta di nulla, e mascheri la sua presa di posizione dietro parole come «rivalorizzazione» e organizzazione di «eventi più attrattivi».

Il re dei «forains», Marcel Campion, presidente della SARL Loisirs Associés, ossia dell' associazione che gestisce i mercatini, ha promesso di «bloccare Parigi tutti i giorni» se il provvedimento non sarà annullato. La moltiplicazione di «operazioni lumaca», come quelle che ieri hanno perturbato il traffico nella regione parigina, potrebbero creare molti problemi alla Hidalgo. «Massimo sostegno agli ambulanti che difendono il loro mestiere e il mercatino di Natale dinanzi a una Anne Hidalgo che non ama né gli ambulanti né il Natale», ha twittato Florian Philippot, presidente dei Patriotes. Secondo quanto riportato dal Parisien, l' annullamento dei mercatini sugli Champs Elysées colpisce 240 commercianti e 2mila posti di lavoro.

Numeri importanti, che però sembrano non scuotere la giunta socialista. «Non vogliamo una ricompensa, vogliamo lavorare», tuona Campion, puntando il dito contro la Hidalgo, che ha strappato il contratto che aveva stipulato per sei anni. «Il ricatto non è un metodo e le pressioni degli ultimi giorni sono inammissibili», affermano i pasdaran della Hidalgo. La Parigi socialista spegne così le luci del Natale cristiano.



Parigi, il sindaco contro il presepe che ogni anno festeggia il ramadan
Andrea Riva - Mar, 07/11/

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/par ... 60625.html

Proibiti i festeggiamenti sugli Champs Elysées in nome della laicità dello Stato. Ma la sindaca festeggia con i musulmani

Due pesi e due misure. È dal 2008 che i mercatini natalizi allietano - o forse sarebbe meglio dire allietavano - gli Champs Elysées.

Già perché adesso Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, ha deciso di proibirli, in nome della santa laicità dello Stato. Come riporta Libero, "le bancarelle dal punto di vista culturale ed estetico 'non sono più adeguate al sito d' eccezione' in cui si trovano, e insomma che il popolino, e i cristiani anzitutto, non sono ben accetti sul viale principale della capitale".

Ogni anno, però, la sindaca organizza una festa per celebrare il Ramadan, "una festa che fa parte del patrimonio culturale francese", secondo le sue stesse parole. Il giornale diretto da Vittorio Feltri è riuscito a raccogliere le lamentele dei venditori: "Cancellare il mercatino di Natale, è come toglierci la Foire du Trône (un grande Luna Park con più di 300 giostre, con sede, ogni primavera, al Bois de Vincennes, ndr). Ci vogliono rubare il mestiere. Lasciateci le nostre attrazioni, siamo qui per far divertire la gente", ha detto il giostraio Julien Maury. Arthur Garson, ambulante venuto da Metz, è ancora più amareggiato: "I mercatini natalizi rappresentano tra il 25% e il 30% dei miei ricavi annuali. Abbiamo fatto molti investimenti nelle luci, nelle decorazioni e nella modernizzazione delle macchine. Senza il mercatino, non possiamo sopravvivere". Stessa opinione del venditore di bretzel: "Così ci vengono tolti due, tre mesi di stipendio. Abbiamo dei figli e non possiamo permettercelo".

Solidarietà è arrivata da Florian Philippot, ex braccio destro della Le Pen e ora leader dei Patriotes: "Massimo sostegno agli ambulanti che difendono il loro mestiere e il mercatino di Natale dinanzi a una Anne Hidalgo che non ama né gli ambulanti né il Natale".


???
http://www.butac.it/il-mercatino-di-nat ... mps-elysee
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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