La disumanità odiosa dei comunisti e di certi cristianiviewtopic.php?f=205&t=2728 La disumanità demenziale, criminale e odiosa di chi non si indigna e non si costituisce parte civile contro chi viola i diritti umani e la vita dei nativi e cittadini italiani e che da clandestino, abusivo, spacciatore di droga, taglia a pezzi una povera ragazza italiana minorenne e drogata, magari dopo averla uccisa o aver omesso di soccorrerla dopo un malore per overdose;
la disumanità demenziale, criminale e odiosa di chi trascura e calpesta i diritti umani, civili e politici dei nativi e dei cittadini italiani, e gli riconosce invece ai non cittadini a cui non spetterebbero assolutamente, tradendo la fraternità nazionale e rubando le risorse fondamentali e vitali dei cittadini per darle ai non cittadini che non hanno alcun diritto e verso cui non vi sarebbe alcun dovere superiore a quello che c'è verso i propri cittadini.
Questo è il più disumano e odiosio razzismo internazicomunista e cristiano verso la propria stessa gente;
è come il crimine di chi uccide i propri genitori o i propri figli, non vi è delitto peggiore.
Diciottenne fatta a pezzi, in casa del fermato trovati gli abiti della ragazza sporchi di sangueelisabetta fagnola
2018/01/31
http://www.lastampa.it/2018/01/31/itali ... agina.html Aveva in casa gli abiti di Pamela Mastroprietro, sporchi di sangue, e c’erano altre tracce ematiche che rimandano sicuramente alla vittima. È quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia e del Comando provinciale di Macerata nell’abitazione del nigeriano fermato la scorsa notte nell’ambito delle indagini sull’omicidio della 18enne romana allontanatasi da una comunità di recupero di Corridonia (Macerata) e poi fatta a pezzi, con i resti umani abbandonati in due trolley in una strada di campagna di Pollenza, sempre nel Maceratese. L’uomo si chiama Innocent Oseghale, 29 anni, in possesso di permesso di soggiorno scaduto e con precedenti di polizia per stupefacenti, domiciliato proprio in via Spalato 124, nella città marchigiana, la stessa via dove la ragazza è stata vista viva l’ultima volta martedì 30 gennaio.
La madre della ragazza, Alessandra Verni, ha sfogato dolore e rabbia su Facebook, scrivendo: «Spero e prego che giustizia sia fatta! Quello che le hanno fatto è indescrivibile è così crudele che spero di vederli soffrire lentamente, fino alla morte».
Un testimone ha riferito agli investigatori dapprima della Questura di Macerata e poi ai carabinieri di aver visto il nigeriano nella tarda serata del 30 in possesso delle valigie contenenti i resti della povera diciottenne e in prossimità del luogo dove le stesse sono state rinvenute ieri mattina da un automobilista di passaggio. E questo rafforza l’impianto probatorio a carico del nigeriano, che nel corso della scorsa notte è stato interrogato negli uffici del Comando provinciale dell’Arma in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione della competente autorità giudiziaria.
Le indagini sono partite con la segnalazione dell’automobilista che in via dell’Industria, tra Pollenza e Casette Verdini, aveva notato quei due trolley abbandonati. Uno dei due di colore rosso, poi risultato di proprietà della ragazza: con quel trolley si era allontanata dalla comunità `Pars´ di recupero per tossicodipendenti dove tentava di seguire un percorso di recupero dalla dipendenza dalle droghe. La segnalazione era arrivata alla Polizia municipale e da questa ai carabinieri di Pollenza. E avveniva la macabra scoperta: nelle due valigie c’erano diversi pezzi, oltre una decina, del corpo della vittima. La quale era stata identificata ben presto, in base alla denuncia di scomparsa fatta dalla stessa comunità e anche dalla madre della ragazza, a Roma. I dati combaciavano, quel visto apparteneva a Pamela.
Le indagini sono state subito avviate dai militari del Comando provinciale carabinieri di Macerata e anche del Ros. È stata fatta subito una mappatura di tutte le telecamere della zona, allargando il raggio da Corridonia fino a Pollenza. Un lavoro impressionante ma rapidissimo quello degli investigatori della Compagnia e del Comando provinciale dei carabinieri coordinati dal pm di turno Stefania Ciccioli. E l’esame delle telecamere ha documentato che almeno fino al 30 mattina la ragazza era viva: la telecamera di una farmacia l’aveva `fermata´, mentre dietro di lei c’era una persona di colore, risultato appunto il nigeriano già noto alle forze dell’ordine locali. Si è così ricostruita la sequenza temporale degli spostamenti della ragazza, fino ad arrivare martedì mattina, grazie appunto a quelle immagini, a via Spalato 124, nella stessa Macerata. A quel civico abita il nigeriano.
Il quale, grazie anche alla raccolta di prove testimoniali, è risultato come l’ultima persona che avesse avuto contatti in vita con la povera e disperata Pamela. Il nigeriano è stato quindi rintracciato grazie a un servizio di appostamento nei pressi della sua abitazione. Immediata la perquisizione personale, con l’intervento anche di investigatori specializzati del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma che appunto nella casa occupata dall’uomo hanno trovato i vestiti della vittima, sporchi di sangue, e altre tracce ematiche. E trovato anche uno scontrino di una farmacia, poco distante da lì e dove la vittima aveva precedentemente acquistato una siringa per uso di droga.
Ora gli esperti del Ris sono al lavoro nell’abitazione per ulteriori rilievi tecnico-scientifici: appare evidente che la mattanza sia stata compiuta lì, con ogni probabilità Pamela in quella casa sarebbe stata uccisa - o forse è morta per overdose, l’autopsia lo stabilirà, come pure chiarirà se ci siano state eventuali violenze sessuali - e lì sezionata. I carabinieri sono alla ricerca dell’arma utilizzata per questo compito orribile di sezionamento. Mentre si indaga su altre persone, che potrebbero aver aiutato il nigeriano nel macabro sezionamento.
Pamela Mastropietro fu colpita alla tempia prima della morteFabrizio Caccia
8 febbraio 2018
http://www.corriere.it/cronache/18_febb ... 3c7b.shtml L’ipotesi di una fine violenta per un «corpo contundente». Il medico legale dopo cinque ore: un esame sconvolgente
MACERATA — «Ci metteremo un po’ di tempo ma riusciremo a chiarire tutto, questo è sicuro, lo dobbiamo innanzitutto a Pamela…». Alla fine di una giornata lunghissima, cinque ore è durata la nuova autopsia, il professor Mariano Cingolani, un curriculum enorme (in passato ha seguito anche i casi di Eluana Englaro, Marco Pantani e Meredith Kercher) è appena rientrato nel suo ufficio all’Istituto di medicina legale dell’Università di Macerata: «Ci stiamo approssimando sempre di più verso la chiarificazione di questa ipotesi», dice. Quale ipotesi, professore? Morte violenta? «Ci sono dati a conforto di questa ipotesi», conferma lui.
Il colpo in testa
Sul corpo di Pamela Mastropietro — spiega il medico legale — ci sono segni di «applicazione di violenza sicuramente in condizioni di vitalità». Quando la ragazza era ancora viva, cioè, «è stata applicata energia» con «un corpo contundente» alla sua tempia. Colpo mortale, colpo decisivo? Di sicuro, ragiona Cingolani, «non è indifferente» aver trovato quel segno. Davanti a tre cronisti, per quasi mezz’ora, il medico legale racconta la «sconvolgente» autopsia, così la definisce, eseguita ieri mattina all’obitorio dell’ospedale di Santa Lucia. Sconvolgente perché «nessun taglio è stato fatto a caso», afferma il professore. E non sarà facile accertare per esempio la violenza sessuale sulla vittima. Oppure capire se anche le due ferite che Pamela presenta all’altezza del fegato siano state inferte quando lei era viva, come pure sembrerebbe, o meno.
«Arriveremo alla verità»
Una cosa è certa: «Il mezzo usato è stato identificato», dice Cingolani. Sarebbe proprio uno dei coltelli ritrovati in via Spalato, nell’appartamento di Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver fatto tutto questo insieme a un complice. Ieri è stato deciso, in sede autoptica, di fare anche una Tac alla testa della ragazza per verificare se è stata strangolata. Il procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, ha dato a lui e al tossicologo Rino Froldi venti giorni di tempo per completare i test.
«Ora gli esami continueranno — aggiunge il professor Cingolani —. Può anche essere che in una fase successiva scopriremo che la morte è arrivata per entrambe le cause, anche quella chimica», l’overdose di eroina, cioè, che Pamela Mastropietro aveva comprato la mattina di martedì 30 gennaio allo Stadio dei Pini di Macerata prima di salire nell’appartamento di Oseghale. Il corpo della ragazza è stato poi ritrovato il 31 gennaio in due valigie abbandonate nelle campagne tra Casette Verdini e Pollenza, in provincia di Macerata. «Di sicuro — conclude — posso dire che l’occhio clinico serve sempre, ma la medicina legale ormai è molto cambiata, si è evoluta tantissimo e grazie alla tecnologia di cui disponiamo arriveremo, perciò, alla verità».
Pamela, indagati i nigeriani Il pm: "Elementi per omicidio"Franco Grilli - Sab, 10/02/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93027.html Dopo Osenghale finiscono sotto indagine i due connazionali fermati ieri. Il procuratore: "L'indagine adesso è chiusa"
Altri due nigeriani sono stati fermati e adesso sono indagati per la morte di Pamela Mastropietro. Il quadro che emerge da questa vicenda ha sempre più i contorni dell'orrore.
A quanto pare, secondo quanto riporta il Messaggero, un vero e proprio branco avrebbe messo nel mirino la povera Pamela. Gli inquirenti adesso si stanno concentrando sull'abitazione di Innocent Osenghale dove probabilmente la ragazza è stata fatta a pezzi. Secondo i vicini in quell'appartamento c'era una andirivieni di nigeriani, nello specifico di almeno tre o quattro persone. E adesso è proprio sui connazionali di Osenghale che si concentrano le indagini degli investigatori. Uno dei due nigeriani fermati è stato rintracciato a Milano dove si trovava con la moglie e probabilmente in fuga verso la Svizzera. Ma un elemento importante del quadro investigativo riguarda il traffico telefonico sulle celle che agganciano i cellulari della zona della casa di Osenghale.
Da quel traffico telefonico potrebbero emergere dettagli importanti sulle ultime ore di Pamela in compagnia del nigeriano. Infatti dai tabulati potrebbe emergere qualche dettaglio in più sul numero di persone presenti all'interno della casa di Macerata dove avrebbe trovato la morte Pamela. Il nigeriano fermato a Milano a quanto pare avrebbe avuto un ruolo chiave nello smembramento del corpo della ragazza. Gli investigatori sono duqnue convinti che più di una persona si trovasse nella casa di Osenghale nel momento della scomparsa della ragazza. Per i tre nigeriani coinvolti potrebbe scattare l'accusa di omicidio. Il pm ha infatti ravvisato "elementi rilevanti per omicidio volontario". La procura infine ha fatto sapere che adesso "le indagini sono chiuse".
Macerata, sinistra infoiba il ricordo. Cori choc: 'Ma che belle son le foibe'Giuseppe De Lorenzo Marco Vassallo - Sab, 10/02/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93069.html Cori choc contro le vittime delle foibe durante il la manifestazione antifascista di Macerata: "Ma che belle son le foibe da Trieste in giù"
"Ma che belle son le foibe da Trieste in giù". Inneggiano alla tragedia degli italiani esuli dell'Istria e della Dalmazia.
E lo fanno durante quello che dovrebbe essere un corteo antifascista, contro la violenza e le discriminazioni. Durante la manifestazione a Macerata contro la folle caccia all'immigrato di Luca Traini, la sinistra ci casca ancora. E sulle note di una canzone della Carrà, gli antagonisti di "Aktion Antifaschisriche" e i centri sociali del Nord Est deturpano il Ricordo di chi fuggì dalle vessazioni del regime di Tito. Vicino a loro sventolano le bandiere dell’Anpi, di Emergency, di Libera, della Fiom, dell'Arci, di Rifondazione comunista, di Potere al popolo e di alcune associazoni di migranti.
Non è una novità, purtroppo. E pensare che il giorno del ricordo è stato istituito per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe”. Per qualcuno - è evidente - non è così. Il 10 febbraio diventa infatti ogni anno occasione per calpestare la memoria degli italiani uccisi. Non c’é spazio per loro. Non c’é spazio per gli eventi in memoria dei caduti. Non c’é targa o minuto di silenzio per quei comptrioti massacrati dal rossissimo Tito. Rispediti (nuovamente) in quella fossa carsica che li inghiottì nel 1943.
Volete qualche esempio? Il Pd a Torino voleva impedire il raduno del ricordo di CasaPound e Forza Nuova con la scusa fossero indette da associazioni "fasciste". "Chiediamo una parola netta e forte su una manifestazione che è organizzata da formazioni che hanno espresso solidarietà al pazzo di Macerata e che rischia di trasformarsi in un corteo fascista”, ha strillato il segretario provinciale del Pd Mimmo Carretta. L’Anpi gli ha fatto eco: celebrazioni da vietare “per il carattere neofascista in base alla norma della XII disposizione della Costituzione e delle leggi Scelba e Mancino”. Ad Ancona una delegazione di centri sociali ha occupato Palazzo Camerata per fermare il comizio del partito di destra e ha chiesto l’annullamento del corteo del 10 febbraio. Sempre a Torino hanno pensato bene di infangare con una bomboletta di vernice la lapide in ricordo dell’esodo dei Giuliano-Dalmati: “In Istria i fasci stupravano”, hanno scritto a caratteri cubitali. A Seriano (Milano) in un volantino che pubblicizzava la conferenza indetta dall’Anpi dal titolo “Fascismo, Foibe, Esodo” si parlava delle vittime, ma non di comunismo. A Orvieto hanno ben pensato di organizzare una mostra fotografica sugli orrori del fascismo - guarda caso - in Jugoslavia. A Tivoli invece Fratelli d’Italia è insorta e ed ha espresso “sconcerto e rammarico per la condotta del sindaco Giuseppe Proietti e dei suoi consiglieri, che nonostante si fossero impegnati con una mozione votata a larga maggioranza ad intitolare una piazza o una via ai Martiri delle Foibe, ad oggi non ha ancora dato seguito agli impegni presi con i cittadini”.
Spesso se la protesta e il dialogo non bastano, si arriva addirittura alle mani. Nella città di Sant'Antonio i contestatori hanno provato ad avvicinarsi a Palazzo Nassiriya di piazza Capitaniato (dove si teneva un incontro di Fratelli d’Italia sulle foibe) e di fronte al blocco dalle forze dell’ordine sono passati all’attaccato degli agenti, anche loro considerati “fascisti”. “Si getta fango sui partigiani e gli jugoslavi, descrivendoli come assassini. Non si dice invece che gli italiani per anni hanno occupato la Jugoslavia”, ha detto una giovane di sinistra a Il Mattino di Padova. Violenze anche a Pavia durante l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Recordari. Un gruppo di 50 persone appartenente ai collettivi di sinistra ha tentato di aggredire un folto gruppo di persone riunite per una commemorazione. Passando per una via laterale alla piazza in cui si stava volgendo l’evento, i manifestanti hanno tentato l’aggressione. La polizia è riuscita ad allontanarli evitando il peggio.
Ecco: aveva ragione Gambattista Vico sui corsi e ricorsi storici. Ogni anno la stessa storia. Ma non basteranno le proteste, i monumenti oltraggiati e le violenze: il 10 febbraio non muore, vive nel ricordo.
"Da italiano mi vergogno per la manifestazione di Macerata"2018/02/10
http://www.huffingtonpost.it/2018/02/10 ... a_23358209"Da italiano mi vergogno che nel giorno in cui vengono fermati tre nigeriani per aver ucciso e massacrato una ragazza italiana ci sia la sinistra che sfila in piazza contro il razzismo e pensando al passato, mentre noi guardiamo al futuro". Lo ha detto Matteo Salvini a margine di un comizio elettorale tenutosi nel pomeriggio a Novara. "Non vedo l'ora - ha aggiunto - che il 4 marzo mi diano la possibilità di andare al governo per riportare sicurezza, fermare gli sbarchi, espellere i clandestini. Non vedo l'ora di avere i mezzi per cancellare la legge Fornero, restituire dignità ai lavoratori a cui la dignità è stata tolta dalle riforme di Renzi, e sopratTutto riportare ordine, regole e rispetto nelle nostre città".
"Al corteo antirazzista i centri sociali inneggiano alle foibe e non spendono neanche una parola di solidarietà verso Pamela, massacrata e fatta a pezzi a 18 anni. Ho deciso: sono ufficialmente razzista con questa gente" rincara la dose il presidente di Fratelli d'Italia e candidato premier, Giorgia Meloni.