Comounisti, nasicomounisti e de torno

Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » lun gen 08, 2018 7:34 am

Il venezuela devastato dal chavismo
Gian Enrico Rusconi
2018/01/07

http://www.lastampa.it/2018/01/07/cultu ... agina.html

Diamanti, oro e metalli rari per pagare le medicine: la scelta del governo di Caracas di ricorrere alle materie prime preziose per fare fronte a 5 miliardi di dollari in debiti con le maggiori case farmaceutiche evidenzia il fallimento del Venezuela come Stato nazionale.

A venti anni dall’elezione di Hugo Chavez alla presidenza ed a cinque anni dalla successione di Nicolas Maduro, la «rivoluzione bolivariana» ha trasformato uno degli Stati più ricchi di petrolio del pianeta in uno spietato esempio di fallimento economico e politico. Il 2017 si è chiuso con debiti per 150 miliardi di dollari a fronte di riserve per appena 10 miliardi. Corruzione e nepotismo dilagante hanno dilapidato fiumi di danaro, reso inefficiente l’industria estrattiva e, complice il brusco calo del petrolio, ridotto alla povertà gran parte di una nazione che deve il 25 per cento dei Pil al greggio. Le importazioni sono scese da 66 miliardi di dollari del 2012 a 18 miliardi del 2016 con la conseguente scomparsa di prodotti stranieri e ciò ha determinato il parallelo boom del mercato nero gestito dai «bachaqueros», i trafficanti legati alle gang, che offrono nelle strade 9000 bolivares per 1 dollaro a fronte di un cambio ufficiale di 10 a 1. Le espropriazioni di aziende private inaugurate da Chavez e continuate da Maduro hanno portato ad oltre 500 le società pubbliche, in gran parte pesantemente indebitate, moltiplicando illegalità di ogni genere, violenza e povertà. Fino all’agghiacciante ammissione della Federazione farmaceutica sulla non disponibilità - sin dal 2016 - di almeno l’85 per cento delle medicine di base.

Questo è il motivo per cui negli ospedali mancano gli antibiotici, le garze e perfino il sapone mentre la mortalità è aumentata, negli ultimi 24 mesi, del 30 per cento per i neonati e del 65 per cento per le madri. Sebbene Maduro ed i suoi ministri continuino a negare tali numeri, basta mettere piede in Venezuela per accorgersi che la decomposizione del tessuto umano nazionale è oramai in stato avanzato con l’87 per cento della popolazione senza denaro a sufficienza per comprare il cibo necessario e il 30 per cento degli alunni malnutriti. Con una rapida successione di colpi di mano, elettorali e costituzionali, Maduro è riuscito a mantenere il controllo di questo Stato oramai fallito - in quanto incapace di garantire i diritti basilari dei cittadini - ed ora guarda alle elezioni presidenziali in programma quest’anno puntando a preservare il potere assoluto su ciò che resta del chavismo. Isolato dai vicini del Mercosur, messo alla porta dall’Organizzazione degli Stati americani e investito dalle sanzioni economiche dell’amministrazione Trump, Maduro ha voltato le spalle al Fmi trovando però sostegni politici ed aiuti economici a Pechino e Mosca. E’ stata la carta ideologica dell’avversione viscerale agli Usa, già giocata da Chavez per legarsi alla Cuba dei Castro ed all’Iran degli ayatollah, a consentire a Maduro di trovare 60 miliardi di dollari in crediti in Cina, di trasformare la russa Rosneft in un venditore del 13 per cento del proprio greggio, di ristrutturare 3 miliardi di dollari di debito grazie al Cremlino e di impegnarsi a diventare entro il 2025 il maggior importatore di armamenti «made in Russia». Ma neanche tali e tanti aiuti economico-finanziari giunti da Pechino e Mosca fino al termine del 2017 - in aggiunta al legame privilegiato con Cuba, Ecuador e Bolivia - hanno consentito a Maduro di poter avere le risorse necessarie per pagare i medicinali. Da qui la scelta estrema di offrire un baratto con diamanti, oro e metalli rari come il coltan - usato per costruire cellulari e playstation - ammettendo il collasso del «Bolivar Forte», la moneta creata nel 2008 togliendo tre zeri alla valuta precedente ma da allora precipitata del 97 per cento del valore. Il ministro della Sanità, Luis López, si definisce un «estremista anti-imperialista» e tenta di portare a termine il baratto ordinato da Maduro - e definito da Chavez in passato come una «meravigliosa esperienza» economica - attingendo alle riserve dei trafficanti senza scrupoli dell’Amazzonia. Ma anche il baratto tarda a concretizzarsi e così il 95 per cento delle medicine disponibili tre anni fa oggi non sono più sul mercato. Ciò significa che all’emergenza povertà, criminalità e carenza di democrazia si somma una crisi sanitaria che investe 30 milioni di venezuelani, inclusi oltre 200 mila nostri connazionali. E’ una tragedia di dimensioni epocali in una nazione di cultura europea ma della quale l’Unione Europea esita ad occuparsi in maniera concreta, dimostrando un ritardo, morale prima ancora che politico, nel soccorrere le vittime del chavismo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » mer gen 10, 2018 8:14 am

IO SONO
Io sono per l'eutanasia ,il testamento biologico,il suicidio assistito,perchè sono convinta che la vita è mia e lo è anche la morte.
Io sono di sinistra,perchè sono convinta che tutti gli uomini debbano avere le stesse opportunita' di partenza e godere degli stessi diritti.
Io non sono credente,perchè la mia intelligenza si rifiuta di credere alla massa di fiabe e leggende in cui moltissimi trovano conforto ,per superare il dolore di una vita troppo breve.
Io credo che tutti gli uomini debbano amare chi vogliono e come vogliono. Non esiste un solo modo per amare, quello stabilito dalla maggioranza.
Io rispetto le idee di tutti ,purchè si rispettino le mie e purchè queste idee non danneggino gli altri: credo nella liberta' di parola e pensiero,ma non ogni pensiero è rispettabile. Il nazismo e il fascismo non lo sono.
Io sono meridionale per nascita, ma credo che gli uomini siano gli stessi ad ogni latitudine e ogni forma di razzismo mi è incomprensibile.
Io aborro ogni forma di ipocrisia,fosse pure un sorriso. Non faccio nulla per interesse.
Io ,alla mia morte,voglio essere cremata alla presenza delle pochissime persone che amo. Nessun funerale,nessuna lapide o foto. Nulla di nulla. Chi vorrà ricordarmi,non avrà bisogno di tombe e epitaffi.
... ...
[dalla bacheca di amici, Loredana]


Gino Quarelo

Io invece sono solo un essere umano, non sono né di sinistra né di destra, e ritengo che gli uomini non siano tutti uguali per nascita e costituzione naturale, per coscienza e responsabilità, per merito e impegno; ritengo che la comunità/società/stato debba dare a tutti ciò che è possibile e compatibile per ognuno senza pregiudicare il bene degli altri e collettivo nel rispetto dei Valori/Doveri/Diritti Umani Universali; con misura e buon senso.
Sono anch'io per la libertà di decidere sulla propria morte ma anche sulla propria vita.
Non sono ateo ma aidolo, credo nella spiritualità universale come dotazione naturale di tutte le creature della terra e dell'universo e considero le religioni tutte idolatrie, alcune buone favorenti la vita e altre cattive portatrici di morte come quella maomettana.
Credo che la vita sia il bene più prezioso che la maggior parte delle creature abbiano e che vada vissuta pienamente a prescindere dalla sua lunghezza e che quando la sofferenza per qualche malattia diventa intollerabile si possa liberamente porvi termine.
Credo che l'amore eterosessuale tra la donna e l'uomo sia quello naturale che genera la vita, mentre quello omosessuale sia una variante minoritaria che non genera la vita; due tipologie di amore che non vanno messe sullo stesso piano e promosse presso i figli e i giovani come aventi lo stesso valore.
Anch'io rispetto tutte le idee che promuovano la vita e che rispettano la libertà e la dignità umana e perciò non posso rispettare i totalitarismi e i teocratismi quali: il comunismo, il nazismo, il fascismo, il maomettismo.
Io non credo affatto che gli uomini siano tutti uguali ad ogni latitudine e longitudine e che abbiano tutti lo stesso livello di bontà, di civiltà e di rispetto per l'umanità; io sono veneto di nazionalità e non mi sento affatto italiano e vorrei liberarmi dall'oppressione dello stato italiano ed essere politicamente indipendente. Sono stanco dello sfruttamento dei meridionali a danno dei veneti.
Anch'io aborro l'ipocrisia e perciò considero l'interesse personale e collettivo con il giusto, corretto, sensato rispetto: nessun bene collettivo può sussistere sul male di qualcuno; e i Diritti sussistono solo in relazione ai Valori e ai Doveri.
Anch'io, alla mia morte, vorrei essere cremato e che le mie ceneri vengano disperse nell'orto della mia famiglia o nel fosso/torrente del mio paese. Il mio funerale sia una cerimonia famigliare e amicale non religiosa.
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » sab gen 13, 2018 9:14 pm

Venezuela: scontri e morti in fila per il pane. "Animali uccisi a sassate perché la gente ha fame"
12 gennaio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... me/4089789

Colpi d’arma da fuoco contro chi, esasperato, è in fila da ore per il pane. Inflazione oltre il 1500% e centinaia di animali uccisi a sassate “solo perché la gente ha fame”. E a questo si aggiungono proteste di piazza in tutto il Venezuela per chiedere cibo e medicinali, saccheggi di commerci e camion che trasportano prodotti alimentari, e ora anche disperati che fuggono dal paese con imbarcazioni di fortuna, come i “balseros” cubani. La crisi si aggrava di settimana in settimana, e sta degenerando in una vera e propria rivolta sociale. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli scontri violenti, in diversi punti del paese, che hanno un punto in comune: la disperazione della gente che non trova da mangiare e reagisce con proteste spontanee, che molte volte finiscono in saccheggi, esasperata da ore di attesa in fila per del cibo che diventa ogni volta più irraggiungibile.

È così che almeno quattro persone sono morte e altre 16 sono rimaste ferite nello stato di Merida (Ovest del paese) dove la situazione è diventata particolarmente tesa nelle ultime 48 ore.
Silvio Torres, sindaco della località di Arapey, ha raccontato che nel suo comune “uomini armati hanno aperto il fuoco contro le persone che facevano la fila per comprare riso” e ha aggiunto che la prima vittima è stato un ragazzino 17enne, raggiunto da uno sparo al torace mentre cominciava il saccheggio di un negozio locale. Anche donne, come Elizabeth Sierra, 26 anni, o anziani – come Arturo Volcanes, 73 anni – uccisi da colpi di arma da fuoco durante gli scontri.

Nello stato Trujillo (Ovest), secondo fonti ufficiali citate dal quotidiano Los Andes, sono 12 le persone arrestate, 7 camion saccheggiati e 4 agenti delle forze di sicurezza feriti durante gli scontri. Nello stato di Bolivar (Sudest), la polizia ha informato di almeno 11 arresti effettuati durante proteste di piazza violente contro la mancanza di cibo. Almeno due degli arrestati sono minorenni, secondo la stampa locale. La situazione è così tesa che a Ciudad Bolivar, Ciudad Guayana e San Félix molti esercizi commerciali hanno deciso di mantenere chiuse le saracinesche, temendo possibili saccheggi.

Il deputato oppositore Carlos Paparoni, da parte sua, ha postato su Twitter un video in cui si vede un gruppo di uomini che uccide una mucca a sassate, per poi squartarla e portare la via la carne, aggiungendo che a Merida almeno 300 animali hanno fatto la stessa fine “solo perché la gente ha fame”. La situazione economica – segnata da un’inflazione superiore al 1500%, un crollo totale della produzione e una crescente scarsità di prodotti alimentari e medicine – è talmente disperata che un gruppo di giovani di La Vela, piccola località sulla costa settentrionale dello stato di Falcon, che si affaccia sul Mare dei Caraibi, ha cercato di fuggire verso l’isola di Curaçao, a un centinaio di chilometri, su una barca da pesca. L’imbarcazione, però, è naufragata sugli scogli al largo dell’isola, e almeno quattro dei sue passeggeri – uomini fra i 18 e i 33 anni – sono stati ritrovati morti sulla spiaggia, mentre le autorità di Curaçao sono ancora alla ricerca dei dispersi, che sarebbero almeno 28.

Il 2018 si è aperto in Venezuela con la morte di Alexandra Colopoyn 18 anni. Era incinta di 25 settimane ed è stata uccisa a Caracas con un colpo di pistola alla testa da un agente della Guardia Nazionale Bolivariana, mentre faceva la fila per acquistare del prosciutto a prezzi calmierati dal governo. Secondo l’Osservatorio della Caritas in Venezuela l’82% della popolazione è in stato di povertà, il 52% in indigenza estrema. Sono oltre undicimila i bambini morti nel 2016 per mancanza di medicinali e la mortalità materna è aumentata quasi del 70%.




Chi è Nicolàs Maduro, il leader che divide il Venezuela
La carriera, la moglie, gli amici, i nemici: quello che c'è da sapere sulll'erede di Hugo Chavez, presidente della "Repubblica bolivariana del Venezuela"
di Omero Ciai e Visual LAB
26 luglio 2017

http://www.repubblica.it/esteri/2017/07 ... -171695579

Nato a Caracas da madre colombiana, formatosi nell'università del comunismo - la scuola quadri del partito cubano - nel 1993 conosce il colonnello Chavez e ne sposa sia la causa che l'avvocato difensore, Cilia Flores, da allora sua compagna e poi moglie. Presidente del Venezuela dal 2013, ha dovuto fronteggiare una pesante crisi economica ma anche difficili vicende personali, con sospetti di legami con il narcotraffico dopo l'arresto a Haiti di due nipoti di Cilia, che trasportavano 880 chili di cocaina. Nel luglio 2017, 7 milioni di venezuelani hanno partecipato a un referendum voluto dall'opposizione contro Maduro e il suo progetto di assemblea costituente.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » dom feb 11, 2018 2:23 am

La disumanità odiosa dei comunisti e di certi cristiani
viewtopic.php?f=205&t=2728


La disumanità demenziale, criminale e odiosa di chi non si indigna e non si costituisce parte civile contro chi viola i diritti umani e la vita dei nativi e cittadini italiani e che da clandestino, abusivo, spacciatore di droga, taglia a pezzi una povera ragazza italiana minorenne e drogata, magari dopo averla uccisa o aver omesso di soccorrerla dopo un malore per overdose;
la disumanità demenziale, criminale e odiosa di chi trascura e calpesta i diritti umani, civili e politici dei nativi e dei cittadini italiani, e gli riconosce invece ai non cittadini a cui non spetterebbero assolutamente, tradendo la fraternità nazionale e rubando le risorse fondamentali e vitali dei cittadini per darle ai non cittadini che non hanno alcun diritto e verso cui non vi sarebbe alcun dovere superiore a quello che c'è verso i propri cittadini.
Questo è il più disumano e odiosio razzismo internazicomunista e cristiano verso la propria stessa gente;
è come il crimine di chi uccide i propri genitori o i propri figli, non vi è delitto peggiore.



Diciottenne fatta a pezzi, in casa del fermato trovati gli abiti della ragazza sporchi di sangue
elisabetta fagnola
2018/01/31

http://www.lastampa.it/2018/01/31/itali ... agina.html

Aveva in casa gli abiti di Pamela Mastroprietro, sporchi di sangue, e c’erano altre tracce ematiche che rimandano sicuramente alla vittima. È quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia e del Comando provinciale di Macerata nell’abitazione del nigeriano fermato la scorsa notte nell’ambito delle indagini sull’omicidio della 18enne romana allontanatasi da una comunità di recupero di Corridonia (Macerata) e poi fatta a pezzi, con i resti umani abbandonati in due trolley in una strada di campagna di Pollenza, sempre nel Maceratese. L’uomo si chiama Innocent Oseghale, 29 anni, in possesso di permesso di soggiorno scaduto e con precedenti di polizia per stupefacenti, domiciliato proprio in via Spalato 124, nella città marchigiana, la stessa via dove la ragazza è stata vista viva l’ultima volta martedì 30 gennaio.
La madre della ragazza, Alessandra Verni, ha sfogato dolore e rabbia su Facebook, scrivendo: «Spero e prego che giustizia sia fatta! Quello che le hanno fatto è indescrivibile è così crudele che spero di vederli soffrire lentamente, fino alla morte».
Un testimone ha riferito agli investigatori dapprima della Questura di Macerata e poi ai carabinieri di aver visto il nigeriano nella tarda serata del 30 in possesso delle valigie contenenti i resti della povera diciottenne e in prossimità del luogo dove le stesse sono state rinvenute ieri mattina da un automobilista di passaggio. E questo rafforza l’impianto probatorio a carico del nigeriano, che nel corso della scorsa notte è stato interrogato negli uffici del Comando provinciale dell’Arma in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione della competente autorità giudiziaria.
Le indagini sono partite con la segnalazione dell’automobilista che in via dell’Industria, tra Pollenza e Casette Verdini, aveva notato quei due trolley abbandonati. Uno dei due di colore rosso, poi risultato di proprietà della ragazza: con quel trolley si era allontanata dalla comunità `Pars´ di recupero per tossicodipendenti dove tentava di seguire un percorso di recupero dalla dipendenza dalle droghe. La segnalazione era arrivata alla Polizia municipale e da questa ai carabinieri di Pollenza. E avveniva la macabra scoperta: nelle due valigie c’erano diversi pezzi, oltre una decina, del corpo della vittima. La quale era stata identificata ben presto, in base alla denuncia di scomparsa fatta dalla stessa comunità e anche dalla madre della ragazza, a Roma. I dati combaciavano, quel visto apparteneva a Pamela.
Le indagini sono state subito avviate dai militari del Comando provinciale carabinieri di Macerata e anche del Ros. È stata fatta subito una mappatura di tutte le telecamere della zona, allargando il raggio da Corridonia fino a Pollenza. Un lavoro impressionante ma rapidissimo quello degli investigatori della Compagnia e del Comando provinciale dei carabinieri coordinati dal pm di turno Stefania Ciccioli. E l’esame delle telecamere ha documentato che almeno fino al 30 mattina la ragazza era viva: la telecamera di una farmacia l’aveva `fermata´, mentre dietro di lei c’era una persona di colore, risultato appunto il nigeriano già noto alle forze dell’ordine locali. Si è così ricostruita la sequenza temporale degli spostamenti della ragazza, fino ad arrivare martedì mattina, grazie appunto a quelle immagini, a via Spalato 124, nella stessa Macerata. A quel civico abita il nigeriano.
Il quale, grazie anche alla raccolta di prove testimoniali, è risultato come l’ultima persona che avesse avuto contatti in vita con la povera e disperata Pamela. Il nigeriano è stato quindi rintracciato grazie a un servizio di appostamento nei pressi della sua abitazione. Immediata la perquisizione personale, con l’intervento anche di investigatori specializzati del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma che appunto nella casa occupata dall’uomo hanno trovato i vestiti della vittima, sporchi di sangue, e altre tracce ematiche. E trovato anche uno scontrino di una farmacia, poco distante da lì e dove la vittima aveva precedentemente acquistato una siringa per uso di droga.
Ora gli esperti del Ris sono al lavoro nell’abitazione per ulteriori rilievi tecnico-scientifici: appare evidente che la mattanza sia stata compiuta lì, con ogni probabilità Pamela in quella casa sarebbe stata uccisa - o forse è morta per overdose, l’autopsia lo stabilirà, come pure chiarirà se ci siano state eventuali violenze sessuali - e lì sezionata. I carabinieri sono alla ricerca dell’arma utilizzata per questo compito orribile di sezionamento. Mentre si indaga su altre persone, che potrebbero aver aiutato il nigeriano nel macabro sezionamento.



Pamela Mastropietro fu colpita alla tempia prima della morte
Fabrizio Caccia
8 febbraio 2018

http://www.corriere.it/cronache/18_febb ... 3c7b.shtml

L’ipotesi di una fine violenta per un «corpo contundente». Il medico legale dopo cinque ore: un esame sconvolgente

MACERATA — «Ci metteremo un po’ di tempo ma riusciremo a chiarire tutto, questo è sicuro, lo dobbiamo innanzitutto a Pamela…». Alla fine di una giornata lunghissima, cinque ore è durata la nuova autopsia, il professor Mariano Cingolani, un curriculum enorme (in passato ha seguito anche i casi di Eluana Englaro, Marco Pantani e Meredith Kercher) è appena rientrato nel suo ufficio all’Istituto di medicina legale dell’Università di Macerata: «Ci stiamo approssimando sempre di più verso la chiarificazione di questa ipotesi», dice. Quale ipotesi, professore? Morte violenta? «Ci sono dati a conforto di questa ipotesi», conferma lui.

Il colpo in testa

Sul corpo di Pamela Mastropietro — spiega il medico legale — ci sono segni di «applicazione di violenza sicuramente in condizioni di vitalità». Quando la ragazza era ancora viva, cioè, «è stata applicata energia» con «un corpo contundente» alla sua tempia. Colpo mortale, colpo decisivo? Di sicuro, ragiona Cingolani, «non è indifferente» aver trovato quel segno. Davanti a tre cronisti, per quasi mezz’ora, il medico legale racconta la «sconvolgente» autopsia, così la definisce, eseguita ieri mattina all’obitorio dell’ospedale di Santa Lucia. Sconvolgente perché «nessun taglio è stato fatto a caso», afferma il professore. E non sarà facile accertare per esempio la violenza sessuale sulla vittima. Oppure capire se anche le due ferite che Pamela presenta all’altezza del fegato siano state inferte quando lei era viva, come pure sembrerebbe, o meno.

«Arriveremo alla verità»

Una cosa è certa: «Il mezzo usato è stato identificato», dice Cingolani. Sarebbe proprio uno dei coltelli ritrovati in via Spalato, nell’appartamento di Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver fatto tutto questo insieme a un complice. Ieri è stato deciso, in sede autoptica, di fare anche una Tac alla testa della ragazza per verificare se è stata strangolata. Il procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, ha dato a lui e al tossicologo Rino Froldi venti giorni di tempo per completare i test.

«Ora gli esami continueranno — aggiunge il professor Cingolani —. Può anche essere che in una fase successiva scopriremo che la morte è arrivata per entrambe le cause, anche quella chimica», l’overdose di eroina, cioè, che Pamela Mastropietro aveva comprato la mattina di martedì 30 gennaio allo Stadio dei Pini di Macerata prima di salire nell’appartamento di Oseghale. Il corpo della ragazza è stato poi ritrovato il 31 gennaio in due valigie abbandonate nelle campagne tra Casette Verdini e Pollenza, in provincia di Macerata. «Di sicuro — conclude — posso dire che l’occhio clinico serve sempre, ma la medicina legale ormai è molto cambiata, si è evoluta tantissimo e grazie alla tecnologia di cui disponiamo arriveremo, perciò, alla verità».



Pamela, indagati i nigeriani Il pm: "Elementi per omicidio"
Franco Grilli - Sab, 10/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93027.html

Dopo Osenghale finiscono sotto indagine i due connazionali fermati ieri. Il procuratore: "L'indagine adesso è chiusa"
Altri due nigeriani sono stati fermati e adesso sono indagati per la morte di Pamela Mastropietro. Il quadro che emerge da questa vicenda ha sempre più i contorni dell'orrore.
A quanto pare, secondo quanto riporta il Messaggero, un vero e proprio branco avrebbe messo nel mirino la povera Pamela. Gli inquirenti adesso si stanno concentrando sull'abitazione di Innocent Osenghale dove probabilmente la ragazza è stata fatta a pezzi. Secondo i vicini in quell'appartamento c'era una andirivieni di nigeriani, nello specifico di almeno tre o quattro persone. E adesso è proprio sui connazionali di Osenghale che si concentrano le indagini degli investigatori. Uno dei due nigeriani fermati è stato rintracciato a Milano dove si trovava con la moglie e probabilmente in fuga verso la Svizzera. Ma un elemento importante del quadro investigativo riguarda il traffico telefonico sulle celle che agganciano i cellulari della zona della casa di Osenghale.

Da quel traffico telefonico potrebbero emergere dettagli importanti sulle ultime ore di Pamela in compagnia del nigeriano. Infatti dai tabulati potrebbe emergere qualche dettaglio in più sul numero di persone presenti all'interno della casa di Macerata dove avrebbe trovato la morte Pamela. Il nigeriano fermato a Milano a quanto pare avrebbe avuto un ruolo chiave nello smembramento del corpo della ragazza. Gli investigatori sono duqnue convinti che più di una persona si trovasse nella casa di Osenghale nel momento della scomparsa della ragazza. Per i tre nigeriani coinvolti potrebbe scattare l'accusa di omicidio. Il pm ha infatti ravvisato "elementi rilevanti per omicidio volontario". La procura infine ha fatto sapere che adesso "le indagini sono chiuse".



Macerata, sinistra infoiba il ricordo. Cori choc: 'Ma che belle son le foibe'
Giuseppe De Lorenzo Marco Vassallo - Sab, 10/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93069.html

Cori choc contro le vittime delle foibe durante il la manifestazione antifascista di Macerata: "Ma che belle son le foibe da Trieste in giù"
"Ma che belle son le foibe da Trieste in giù". Inneggiano alla tragedia degli italiani esuli dell'Istria e della Dalmazia.
E lo fanno durante quello che dovrebbe essere un corteo antifascista, contro la violenza e le discriminazioni. Durante la manifestazione a Macerata contro la folle caccia all'immigrato di Luca Traini, la sinistra ci casca ancora. E sulle note di una canzone della Carrà, gli antagonisti di "Aktion Antifaschisriche" e i centri sociali del Nord Est deturpano il Ricordo di chi fuggì dalle vessazioni del regime di Tito. Vicino a loro sventolano le bandiere dell’Anpi, di Emergency, di Libera, della Fiom, dell'Arci, di Rifondazione comunista, di Potere al popolo e di alcune associazoni di migranti.
Non è una novità, purtroppo. E pensare che il giorno del ricordo è stato istituito per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe”. Per qualcuno - è evidente - non è così. Il 10 febbraio diventa infatti ogni anno occasione per calpestare la memoria degli italiani uccisi. Non c’é spazio per loro. Non c’é spazio per gli eventi in memoria dei caduti. Non c’é targa o minuto di silenzio per quei comptrioti massacrati dal rossissimo Tito. Rispediti (nuovamente) in quella fossa carsica che li inghiottì nel 1943.
Volete qualche esempio? Il Pd a Torino voleva impedire il raduno del ricordo di CasaPound e Forza Nuova con la scusa fossero indette da associazioni "fasciste". "Chiediamo una parola netta e forte su una manifestazione che è organizzata da formazioni che hanno espresso solidarietà al pazzo di Macerata e che rischia di trasformarsi in un corteo fascista”, ha strillato il segretario provinciale del Pd Mimmo Carretta. L’Anpi gli ha fatto eco: celebrazioni da vietare “per il carattere neofascista in base alla norma della XII disposizione della Costituzione e delle leggi Scelba e Mancino”. Ad Ancona una delegazione di centri sociali ha occupato Palazzo Camerata per fermare il comizio del partito di destra e ha chiesto l’annullamento del corteo del 10 febbraio. Sempre a Torino hanno pensato bene di infangare con una bomboletta di vernice la lapide in ricordo dell’esodo dei Giuliano-Dalmati: “In Istria i fasci stupravano”, hanno scritto a caratteri cubitali. A Seriano (Milano) in un volantino che pubblicizzava la conferenza indetta dall’Anpi dal titolo “Fascismo, Foibe, Esodo” si parlava delle vittime, ma non di comunismo. A Orvieto hanno ben pensato di organizzare una mostra fotografica sugli orrori del fascismo - guarda caso - in Jugoslavia. A Tivoli invece Fratelli d’Italia è insorta e ed ha espresso “sconcerto e rammarico per la condotta del sindaco Giuseppe Proietti e dei suoi consiglieri, che nonostante si fossero impegnati con una mozione votata a larga maggioranza ad intitolare una piazza o una via ai Martiri delle Foibe, ad oggi non ha ancora dato seguito agli impegni presi con i cittadini”.
Spesso se la protesta e il dialogo non bastano, si arriva addirittura alle mani. Nella città di Sant'Antonio i contestatori hanno provato ad avvicinarsi a Palazzo Nassiriya di piazza Capitaniato (dove si teneva un incontro di Fratelli d’Italia sulle foibe) e di fronte al blocco dalle forze dell’ordine sono passati all’attaccato degli agenti, anche loro considerati “fascisti”. “Si getta fango sui partigiani e gli jugoslavi, descrivendoli come assassini. Non si dice invece che gli italiani per anni hanno occupato la Jugoslavia”, ha detto una giovane di sinistra a Il Mattino di Padova. Violenze anche a Pavia durante l’evento organizzato dall’Associazione Culturale Recordari. Un gruppo di 50 persone appartenente ai collettivi di sinistra ha tentato di aggredire un folto gruppo di persone riunite per una commemorazione. Passando per una via laterale alla piazza in cui si stava volgendo l’evento, i manifestanti hanno tentato l’aggressione. La polizia è riuscita ad allontanarli evitando il peggio.
Ecco: aveva ragione Gambattista Vico sui corsi e ricorsi storici. Ogni anno la stessa storia. Ma non basteranno le proteste, i monumenti oltraggiati e le violenze: il 10 febbraio non muore, vive nel ricordo.




"Da italiano mi vergogno per la manifestazione di Macerata"
2018/02/10
http://www.huffingtonpost.it/2018/02/10 ... a_23358209

"Da italiano mi vergogno che nel giorno in cui vengono fermati tre nigeriani per aver ucciso e massacrato una ragazza italiana ci sia la sinistra che sfila in piazza contro il razzismo e pensando al passato, mentre noi guardiamo al futuro". Lo ha detto Matteo Salvini a margine di un comizio elettorale tenutosi nel pomeriggio a Novara. "Non vedo l'ora - ha aggiunto - che il 4 marzo mi diano la possibilità di andare al governo per riportare sicurezza, fermare gli sbarchi, espellere i clandestini. Non vedo l'ora di avere i mezzi per cancellare la legge Fornero, restituire dignità ai lavoratori a cui la dignità è stata tolta dalle riforme di Renzi, e sopratTutto riportare ordine, regole e rispetto nelle nostre città".
"Al corteo antirazzista i centri sociali inneggiano alle foibe e non spendono neanche una parola di solidarietà verso Pamela, massacrata e fatta a pezzi a 18 anni. Ho deciso: sono ufficialmente razzista con questa gente" rincara la dose il presidente di Fratelli d'Italia e candidato premier, Giorgia Meloni.
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » dom feb 11, 2018 2:32 am

Internazicomunisti in azione a Piacenza
https://www.facebook.com/cronacavera/vi ... 6915399894


Boldrini al corteo antirazzista tra contestazioni e "Bella ciao"
Sergio Rame - Sab, 10/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 93123.html

Boldrini al corteo di Milano. Le urla di antagonisti e centri sociali: "Anche oggi beccate un po' di voti". Poi i canti con l'Anpi e i selfie con i migranti

Macerata e Milano. La sinistra scende in piazza contro il razzismo. Laura Boldrini, oggi candidata con Liberi e Uguali, era presente alla manifestazione organizzata nel capoluogo lombardo dopo la tentata strage di Macerata.

Al suo arrivo è stata contestata dagli antagonisti e da alcuni giovani dei centri sociali che in coro le hanno urlato: "Peggior destra!", "Andate dall'altra parte a fare la passerella" e "Anche oggi beccate un po' di voti". Altri manifestanti, invece, l'hanno appluadita urlandole "Brava!".

Sono diventate migliaia le persone che hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Milano contro il razzismo e il neo fascismo. La Boldrini è in prima fila: stringe le mani, fa i selfie con gli immigrati (guarda la gallery), prova a strappare qualche voto in più per Liberi e Uguali. "Nel nostro Paese - ha commentato il presidente della Camera - non c'è spazio per l'apartheid". Ed ha aggiunto: "Quando ci sono degli attacchi razzisti e terroristici come a Macerata non si può stare zitti, come ha detto Luigi Di Maio, e non si può neanche fare quello che ha detto Matteo Salvini, cioè non usare parole chiare e nette contro quello che è accaduto. Questa sembra quasi una partita di ping pong tra Di Maio e Salvini. Una partita che va ad accreditare i gruppi estremisti e questo è quello che fa molto male al Paese - ha, quindi, concluso - noi siamo qui per ribadire un no forte chiaro contro ogni forma di fascismo e razzismo".

Durante la manifestazione la Bolrini ha cantato, insieme al gruppo dell'Anpi (guarda il video), il canto partigiano Bella ciao. Al coro "Ora e sempre resistenza" si è anche lasciata andare a un sorriso. Quindi, si è fermata a salutare l'associazione "I Sentinelli di Milano" che la scorsa settimana avevano diffuso il nome di un contestatore che sul profilo Facebook ha pubblicato una foto della sua testa mozzata. Prima di tornare in direzione via Ferrante Aporti, ha salutato il candidato presidente della Lombardia per il suo schieramento, Liberi e Uguali, Onorio Rosati.


Anche dei poveri veneti comunisti con la bandiera di San Marco
https://www.facebook.com/localteamtv/vi ... 6078540004


Corteo antifascista a Piacenza, ferito un carabiniere negli scontri in centro
http://www.lastampa.it/2018/02/10/multi ... agina.html

Momenti di forte tensione, con cariche e lancio di lacrimogeni, al corteo antifascista organizzato a Piacenza che ha chiamato a raccolta giovani, immigrati e lavoratori contro l’apertura della sede di Casapound nel comune emiliano. Il corteo, partito dalla stazione e diretto verso il centro, a un certo punto ha deviato dal percorso e sono iniziati gli scontri con le forze dell’ordine. Un carabiniere è stato portato in ospedale - avrebbe riportato traumi vari - e un giornalista è stato colpito da un sasso.

Giusto per informazione Identificato soggetto di Piacenza che ha mandato all'ospedale un Carabiniere.
Si tratta del Figlio di un noto avvocato piacentino, dirigente locale del PD !!!
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » dom feb 11, 2018 2:53 am

???
Rinascita del fascismo? L'analisi storica del prof.Emilio Gentile
http://www.la7.it/bersaglio-mobile/vide ... 018-233501
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Sixara » dom feb 11, 2018 5:19 pm

El fasìxmo no l è mai mòrto e l comunixmo no l è mai nato, in Italia.
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » dom feb 11, 2018 10:07 pm

Sixara ha scritto:El fasìxmo no l è mai mòrto e l comunixmo no l è mai nato, in Italia.


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 68x467.jpg



Foibe - par colpa dei nasionałeixmi edeołojeghi
viewtopic.php?f=139&t=408

Çentri soçałi łi fasisti rosi vargogne del Veneto come i fasisti neri - nasirasisti
viewtopic.php?f=25&t=653



Marcello Veneziani, tutte le ragioni per cui iscriversi all'anagrafe anti-comunista
15 Febbraio 2018

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... erire.html

Comunisti massacrati in rima, un'opera di Marcello Veneziani su Il Tempo in calce all'anagrafe anti-comunista pubblicata dallo stesso quotidiano. "Italiani, aderite compatti all'anagrafe nazionale anticomunista - esordisce Veneziani -. Diventate cittadini onorari di Fiume e di Porzus, dell'Istria e della Dalmazia, del Triangolo rosso dell'Emilia e di mille altri luoghi in cui il comunismo ha lasciato vittime". E ancora: "Diventate cittadini onorari dei tanti luoghi in cui le Brigate rosse e le altre formazioni terroristiche hanno ucciso borghesi e proletari, ragazzi e militanti di destra, magistrati e politici, giornalisti, professori e casalinghe nel nome del comunismo".

Dunque prosegue: "Perché invece un'anagrafe nazionale anticomunista? Perché il comunismo è il regime totalitario che ha mietuto più vittime di tutti i tempi, in più paesi e in tempi diversi, e con due particolarità efferate: ha ucciso di più in tempo di pace che in tempo di guerra e ha fatto strage soprattutto di connazionali. E ancora. Perché è il regime totalitario che ha retto sul terrore poliziesco e sulla cancellazione di ogni realtà al di fuori del comunismo: nessuno spazio per la religione, per il capitale, per la proprietà privata, per le tradizioni nazionali che restavano in piedi perfino sotto il nazismo".

Dunque, Veneziani elenca una lunga serie di altre valide ragioni per iscriversi a tale anagrafe, tra le quali questa, ovvero la possibilità di celebrare "lo scampato pericolo: quest'anno è il settantesimo anniversario del '48, l'anno in cui l'Italia evita di diventare una Repubblica Comunista Sovietica con la vittoria del Fronte popolare degli staliniani di casa nostra. Fatelo da patrioti e da europei, da cattolici e da ebrei, da borghesi e da contadini, da missini e da democristiani, da liebrali e da socialdemocratici, da monarchici e perfino da anarchici".



Utopie demenziali e criminali - falsi salvatori del mondo e dell'umanità
viewtopic.php?f=141&t=2593
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » lun feb 12, 2018 11:33 am

Dappertutto i comunisti fanno danni all'umanità


Elezioni, Pablo Iglesias: “Podemos come M5s? No, noi coerenti. Che tristezza vedere la sinistra votata alla sconfitta”
di Andrea Valdambrini

https://www.ilfattoquotidiano.it/premiu ... -sconfitta

Il segretario di Podemos commenta la campagna elettorale italiana e le similitudini con il Movimento 5 Stelle

Pablo Iglesias, come sta Podemos? Non sembra attraversare la sua fase migliore.

Abbiamo commesso un errore, in particolare nell’ultimo periodo segnato dalla vicenda catalana, lasciando che l’agenda sociale sparisse dalla scena mediatica. Nonostante questo, ora ci danno in risalita, siamo al 19%, a due punti dal risultato delle scorse elezioni. Questo è un paese con 4 partiti politici che possono vincere le elezioni e noi siamo impegnati a vincerle.

È in difficoltà Rajoy?

Il PP sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili, resiste perché Ciudadanos e il Psoe glielo permettono. I socialisti dovrebbero presentare una mozione di sfiducia, noi l’appoggeremmo, disponibili a negoziare un governo. I numeri ci sono, Esquerra Republicana e il Partit Demócrata hanno già detto che la sosterrebbero senza chiedere nulla in cambio, solo per cacciare Rajoy dal governo.

Perché ci guadagna più Ciudadanos che il PP con il tema catalano?

Per due processi simultanei che si stanno verificando: da un lato quello di una svolta reazionaria in Spagna che Ciudadanos interpreta meglio senza patire il logorio della corruzione e della responsabilità di governo, aprendo un’inedita competizione a destra, ove Ciudadanos rappresenta a volte la nuova estrema destra. C’è poi una dimensione specificatamente catalana: il fatto che il partito politico più votato in Catalogna sia una forza apertamente anti-catalanista. E questo significa che esiste un nazionalismo spagnolo in Catalogna. A noi sembra che sia indispensabile cambiare le domande e renderle più trasversali: quando la gente vota pensando agli sfratti, alla sanità, alla scuola, possiamo vincere le elezioni e cambiare le cose.

Avete proposto una riforma della legge elettorale.

La stiamo negoziando con Ciudadanos, la proporremo a tutti i gruppi, sperando che almeno il Psoe la sostenga. Suggeriamo una cosa molto semplice: cambiare la formula dal D’Hondt al Sainte- Laguë (ovvero due metodi matematici per l’attribuzione proporzionale dei seggi, ndr), perché così avremo un Congresso con una maggior corrispondenza tra voto e rappresentanza. Questo non solo è più giusto, ma corrisponde alla nuova fase politica, in cui non ci saranno più maggioranze assolute, ma governi di coalizione. E abbiamo bisogno di un sistema elettorale che rappresenti meglio la volontà degli elettori e favorisca l’accordo tra partiti. Poi proponiamo le liste-cremagliera per assicurare almeno la metà dei parlamentari donne. E che si possa votare a 16 anni.

I leader indipendentisti restano in carcere per la loro ideologia, sono prigionieri politici?

Credo di esser stato il primo a sostenerlo, già a settembre dissi: non voglio che ci siano prigionieri politici nel mio paese. Siamo coscienti che in Catalogna c’è un conflitto politico che dovrebbe risolversi politicamente. Detto questo, ci sembra un errore la strategia della unilateralità del procés indipendentista: quella strategia ha prodotto una situazione di eccezione generando uno scenario che ha facilitato una svolta reazionaria, danneggiando sia la Spagna che la Catalogna.

C’è separazione di poteri in Spagna?

Siamo in una situazione di eccezionalità democratica in cui governa un partito sta mettendo in dubbio la separazione di poteri. E nel frattempo si giudicano e condannano rapper per i testi delle canzoni, e persone comuni per i loro tweet.

Che pensa di Rivera ricevuto da Renzi?

Credo che sia una dichiarazione di principio di Renzi, in Spagna sta con Ciudadanos. Rivera è sempre alla ricerca di referenti che proiettino quello che lui non è capace di essere, ha provato anche ad avvicinarsi a Macron.

Che opinione ha del M5S?

È un movimento difficile da qualificare. Ci hanno paragonati a loro, forse ciò che è simile è il momento politico di eccezionalità e di rifiuto nei confronti delle élite politiche in Italia e in Spagna. Ma, mentre nel nostro modo di governare e fare politica c’è una certa coerenza, mi sembra che in quello del M5S si mescolino elementi di cultura politica diversi. Le sue esperienze di governo municipale, per quanto ne so, non sono andate molto bene, a differenza delle nostre. Bisogna vedere l’esito delle elezioni di marzo e se il M5S sarà o no parte di una soluzione di governo.

E della sinistra italiana?

Sono molto preoccupato, l’Italia per me è stata una scuola, è un paese con una cultura di sinistra che continua a proiettarsi nel mondo come un riferimento. Ma vedo con tristezza che la sinistra con cui potrei identificarmi non è in condizioni di combattere per vincere le elezioni. Ho amici che fanno politica in LeU, altri nel Pap (Potere al popolo) e a entrambi auguro un buon risultato.

C’è un populismo buono e un populismo cattivo?

Il populismo non serve a descrivere un movimento, né uno stile politico. Descrive dei momenti, situazioni in cui il modo di fare politica cambia. È una parola che definisce i momenti di eccezionalità politica in cui appaiono le espressioni della rottura. E queste espressioni possono essere a volte terribili come Trump, o ambigue come il M5S, o chiaramente progressiste come Podemos o la France Insoumise.
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Re: Comounisti, nasicomounisti e de torno

Messaggioda Berto » lun feb 12, 2018 12:37 pm

Di Pietro ora dà ragione a Craxi: "Napolitano era al soldo di Mosca"
Roberto Scafuri - Mar, 07/08/2012

http://www.ilgiornale.it/news/interni/p ... 28160.html

Roma Volendo sintetizzare alla sua maniera, luoghi comuni e proverbi della zia compresi, si dovrebbe constatare: tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

La gatta Antonio Di Pietro - carriera costruita sui roghi e il lardo di Tangentopoli - da qualche tempo è tornato a percorrere sentieri di guerra: questioni di visibilità e di concorrenza lo inducono a tenere alta la tensione nel centrosinistra. Così il presidente Giorgio Napolita­no è ora nel suo mirino. Motivo della polemica, l’intricata vicenda della trattativa Stato-mafia e le intercettazioni delle telefonate tra il Colle e Nicola Mancino.
Nell’ultima intervista, rilasciata al settimanale Oggi , l’ex Pm arriva in sostanza a dare del ladro al Presidente per via dei trascorsi di uomo di spicco del Pci. Affermazione estrema, ai limiti del vilipendio, che Di Pietro perciò esterna per via indiretta. Anzi, non esitando a pararsi dietro la figura del l’arcinemico Bettino Craxi, cui finisce per dare ragione, pur di agguantare l’obbiettivo. «Ci sono due Giorgio Napolitano - dice - quello che ci racconta oggi la pubblicistica ufficiale, il limpido garante della Costituzione, e quello che raccontò l’imputato Bettino Craxi in un interrogatorio formale, reso nel 1993, durante una pubblica udienza del processo Enimont, uno dei più importanti di Tangentopoli. Craxi de­scriveva quel Napolitano, esponente di spicco del Pci nonché presidente della Camera, come uomo molto attento al sistema della Prima Repubblica, specie coltivando i suoi rapporti con Mosca. Io credo che in quell’interrogatorio forma­le, che io condussi davanti al giudice, Craxi stesse rivelando fatti veri, perché accusò pure se stesso e poi gli altri di finanziamento illecito dei partiti. Ora delle due l’una: o quei fatti raccontati non avevano rilevanza penale oppure non vedo perché si sia usato il sistema dei due pesi e delle due misure».
Senonché esistono anche due Antonio Di Pietro.Uno,l’integerrimo accusatore delle malefatte pubbliche, che va avanti senza guardare in faccia a nessuno (così, almeno, i suoi fan devono raffigurarselo). L’altro, il politico spregiudicato e un po’ straccione che non esita a estrapolare fuori dal contesto le parole di un morto, sulla cui vicenda peraltro ha costruito la carriera, pur di screditare il nemico del momento. Ma quest’ultimo, il Di Pietro­Mister Hide , commette uno sbaglio peggiore, accorgendosi vent’anni dopo che il Pci era al centro di un complesso giro di finanziamenti, sui quali la Procura di Milano dell’epoca non ha mai indagato come poteva e doveva. «Due pesi e due misure», ipse dixit. Benvenuto Tonino.
Ma, accecato dal dito ammonitore, Di Pietro non s’avvede della luna che rischiara il passato. L’ex Pm sta infatti confessando, a vent’anni di distanza, che quei fatti citati da Craxi durante il processo Enimont, a lui sembrarono «penalmente rilevanti». Attenzione: Di Pietro non dice che, ripensandoci dopo, con il senno del poi, s’è fatto un’idea diversa da allora. No, argomenta che i fatti rivelati da Craxi gli parvero veri perché il leader del Psi «accusò pure se stesso...». Ciononostante, il Pubblico Accusatore ben si guardò dall’avviare un’azione penale sulla notizia criminis resagli in un’aula dibattimentale, luogo che più sacro non si potrebbe, come la legge avrebbe imposto.
Craxi spiegò come funzionava il sistema e per quali motivi nessuno poteva tirarsene fuori. Tra gli esempi, citò quello dell’allora presidente della Camera: «Sarebbe come credere - disse - che Napolitano, ministro degli Esteri del Pci per tanti anni, che aveva i rapporti con tutte le nomenklature dell’Est a partire da quelle dell’Urss, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui, tra i vari rappresentanti e amministratori del Pci e i Paesi dell’Est. Cosa non credibile! ». Cosa ancora più incredibile, il Di Pietro-due non avvertì al­un senso del dovere, alcun imperativo categorico. Bisognava colpire il Capo del sistema, preda ambita, dalla quale dipendeva il suo successo come Pm. Una verità che torna a galla, dunque. E che, come nemesi, rischia di tirar giù nel gorgo l’ex Terrore di Tangentopoli.
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