Il chirurgo Silvana De Mari: "Curo gli omossessuali da 40 anni. La loro condizione non è normale"Silvana De Mari, noto chirurgo, endoscopista, psicoterapeuta è intervenuta a La Zanzara per dire la sua sui gay e l'omosessualità e i danni che creerebbe all'organismo
Rachele Nenzi - Sab, 14/01/2017
http://www.ilgiornale.it/news/weird-new ... 51450.html "L’omosessualità non è una condizione normale. Sono 40 anni che curo le persone omosessuali, e le amo. Moltissimo.", parole di Silvana De Mari (chirurgo, endoscopista, psicoterapeuta) a La Zanzara su Radio 24.
La dottoressa inoltre spiega come "in realtà l’omosessualità non esiste. La sessualità è il modo della biologia per creare le generazioni successive attraverso l’incontro tra gameti femminili e maschili. A Madre Natura non interessa nulla del piacere personale, a Madre Natura interessano solo i piccoli, le generazioni successive". E ancora: "Dove non c’è incontro di gameti non c’è sessualità. Se io mi masturbo è autoerotismo non sesso. Dunque queste persone, i gay, sono asessuate e omoerotiche. La sessualità è solo tra maschi e femmine, mettere il pene in una donna è sesso".
Parole forti che sicuramente non vanno giù agli omossessuali, ma la De Mari spiega a livello medico le motivazione del suo pensiero: "La condizione dell’omosessualità è una condizione drammatica per la condizione anorettale, dell’ano. L’ano fa parte del tubo digerente. L’apparato riproduttore è altra cosa. La vagina è stata creata per essere penetrata, per questo ha una mucosa incredibile. Avete presente Aragorn del Signore degli Anelli? Una roba di questo tipo, ci sono tanti strati, ghiandole che producono molto lubrificante, c’è una sottomucosa, una miriade di vasi linfatici che la proteggono da batteri, virus, micosi e tante schifezze. La cavità anale è stata creata perché passino le feci, dall’interno all’esterno. E basta. Non è prevista la penetrazione del pene, Madre natura non lo ha previsto. Il buco non è stato creato per quella cosa lì, si ammala. Conosco tanti gay che hanno danni inenarrabili, fanno disastri. Anche tra eterosessuali".
"Nell’ano la mucosa è sottilissima. La mucosa è sottilissima, si può lacerare facilmente. Sotto ci sono i vasi emorroidali molto fragili, se poi li sottopone a traumi aumentano le emorroidi e non solo. Ecco i danni: fistole, ascesso perianale, ragadi, incontinenza anale. Tutte le patologie vengono moltiplicate. In nome di Dio, mettetevi quel maledetto preservativo. Come medico ho il dovere di avvertire le persone perché tutte le volte che il pene entra nell’ano si provocano lacerazioni gravi" sottolinea ai microfoni di Giuseppe Cruciani, conduttore di La Zanzara.
E prosegue: "Tant’è che esiste l’espressione quando si minaccia qualcuno: ti faccio un c…così. Non è un caso. E’ un gesto di violenza, di sottomissione. E’ un gesto che viene sempre fatto nelle iniziazioni sataniche. Non sono quattro sfessati, ma è presente nei piani alti. Nelle pratiche di iniziazione del satanismo esiste il sesso anale, ne ha fatto uno anche Angelina Jolie. E aggiungo: nell’ano non c’è nemmeno l’organo dell’orgasmo". Più che una spiegazione, quello della dottoressa, è un monito, un'avvertenza: "Una cosa come l’unione gay che porta all’incontinenza anale, all’ascesso anale può essere considerata una cosa positiva?". Ovviamente, per quanto riguarda gli uomini, percheé sulle donno il discorso cambia: "Le lesbiche hanno meno danni e mi inquietano meno. Anche se ci sono casi di aumento del cancro alla faringe". Inoltre, aggiunge la De Mari: "La castità è una roba straordinaria. Se un uomo ama un altro uomo dovrebbe trasformare questo amore in castità. Ma io sono legalmente sposata e non sono casta".
La dottoressa chiude il discorso con una precisazione: "La cosa importante è ‘The gay bowel syndrome’ cioè l’insieme delle patologie anali che arrivano a causa della penetrazione. Nessuno ne parla. C’è una censura incredibile", come riportato da Dagospia.
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 139302.htmIl Circolo Mario Mieli annuncia azioni legali nei confronti di Silvana De Mari.http://www.mariomieli.net/il-circolo-ma ... -mari.htmlPostato da Ufficio Stampa in comunicati | Comments Off on Il Circolo Mario Mieli annuncia azioni legali nei confronti di Silvana De Mari.
Il Circolo Mario Mieli annuncia azioni legali nei confronti di Silvana De Mari.
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, in seguito alle dichiarazioni della dott.ssa Silvana De Mari sul suo profilo Facebook e a mezzo stampa, in cui i soci del Circolo vengono definiti “simpatizzanti di pedofilia, necrofilia e coprofagia”, ha dato mandato ai suoi legali per la tutela dell’Associazione e dei suoi soci presso le competenti sedi giudiziarie e non.
Sono più di 30 anni che il Circolo Mario Mieli si batte per il superamento di stereotipi e pregiudizi legati alle persone omosessuali e transessuali e certo non permetteremo che la grande storia della nostra Associazione sia infangata dalle posizioni estremiste e calunniatrici della De Mari. Il Mieli non solo si difenderà in tutte le sedi ma si mette a disposizione di ogni singolo socio che, offeso da queste farneticazioni, vorrà querelare la dott.ssa De Mari.
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Mario Colamarino – Presidente 3898488885
Ufficio Stampa 065413985 – 3487708437
Purtroppo è vero!
https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Mieli « Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica »
(Elementi di critica omosessuale, pag. 62, 2002)
Pento AlbertoEra anche ignorante e confondeva la pederastia con la pedofilia: fare sesso con i bambini è pedofilia, farlo con iragazzi è pederastia. Questa era una schifezza umana dell'area comunista.
No ho mai visto e mai sentito di una specie animale dove gli adulti facciano sesso con i bambini. Nemmeno le bestie si permettono tali aberrazioni.
E questo sarebbe uno degli studiosi e dei padri del gender.La pedolifia è reato, un delitto, un crimine contro l'umanitàPedofilia, "gli abusi di don Inzoli durante le confessioni": le motivazioni della condannaQuattro anni e nove mesi di reclusione nei confronti di "don Mercedes", è stato uno dei massimi dirigenti di Comunione e Liberazione
di MATTEO PUCCIARELLI
25 novembre 2016
http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... -152773395MILANO - Toccava i ragazzini anche durante le confessioni, e per convincerli della bontà delle molestie sessuali citava brani del Vecchio Testamento, la relazione filiale fra Abramo e Isacco. Sono uscite le motivazioni della sentenza di condanna a quattro anni e nove mesi di reclusione nei confronti di don Mauro Inzoli, ai tempi uno dei massimi dirigenti di Comunione e Liberazione, accusato di pedofilia e a suo tempo condannato al ritiro a vita privata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Oltre venti pagine che mettono nero su bianco la seconda passione di don Inzoli - oltre a quella per il lusso, il suo soprannome infatti è 'don Mercedes'. Abusava sui minori della Gioventù studentesca - i ragazzi di Cl - un po' dappertutto: nei soggiorni estivi e invernali della comunità, in ospedale, durante le confessioni. Lo faceva "approfittando con spregiudicatezza della propria posizione di forza e di prestigio, tradendo la fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione, ammantando talora le proprie condotte di significato religioso così confondendo ulteriormente i giovani", così scrive il gup Letizia Platè. La condanna per Inzoli è avvenuta per le molestie sessuali compiute, dal 2004 al 2008, su cinque ragazzini, 12 anni il più giovane, 16 il più grande, vittime di una "forte sottomissione psicologica". Ma i casi sarebbero molti di più, come aggiunge il giudice: "Una pluralità indiscriminata di soggetti, all'epoca minorenni", abusati "sin dalla metà degli anni Novanta". Ma sono casi ormai prescritti.
Un ragazzo racconta che nel 1996 don Inzoli lo toccò "nel corso della confessione" e che alla sua richiesta di spiegazioni, il leader carismatico di Cl giustificò gli atti sessuali "facendo riferimento ad una sorta di 'battesimo dei testicoli' che gli aveva presentato come un rituale ebraico citato nell'Antico Testamento come segno dell'affetto del padre nei confronti del figlio". Dentro la comunità in molti sapevano di ciò che faceva don Mercedes: "Se ne parlava in modo ironico" e tra i ragazzi "c'erano scambi di battute e scherzi". Un altro ragazzo che frequentò fino al 2004 il gruppo racconta: "Si ironizzava sul fatto che don Mauro adorasse maneggiare il cambio e quindi si accennava ironicamente a una sua ipotetica passione per le corse automobilistiche e quando alcuni giovani mi chiedevano se anche a me avesse fatto il gran premio, ho capito a cosa alludessero e come tali comportamenti fossero frequenti...". Un altro ancora ricorda che "quando, nell'estate del 2004, uno dei suoi amici aveva saputo di essere stato designato per dormire nella stanza d'albergo insieme a don Inzoli, aveva espresso il suo disappunto: 'Che palle andare a dormire da don Mauro, ti tiene sveglio tutta la notte e continua a toccarti'".
Nel 2014 fu lo stesso papa Francesco a stabilire che "in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano". Ma la giustizia italiana non si era ancora mossa. Lo fece dopo un esposto alla procura del deputato di Sinistra Italiana Franco Bordo, andato avanti nonostante l'ostruzionismo del Vaticano.
Mieli pedofilo? La morale a corrente alternata di Malan & co.8 agosto 2015
Dario Accolla di Dario Accolla
http://www.gay.it/blogs/dario-accolla/m ... -formigoni Un drappello di senatori cattolici si è da poco accorto che il circolo Mario Mieli di Roma ha partecipato alla “Strategia nazionale contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere” voluta dall’Unar, da realizzare a scuola. Gli stessi hanno fatto un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio chiedendo se sia opportuno che un’associazione intitolata a «un intellettuale che inneggiava apertamente alla pedofilia» possa essere considerata un ente formatore.
Gli eroi in questione sono il classico Giovanardi, l’imbarazzante Gasparri, il semprevergine Formigoni e l’astro nascente dell’omofobia di palazzo, Lucio Malan. Quest’ultimo dice di aver letto gli Elementi di critica omosessuale, riportando le frasi incriminate del libro in cui l’autore inneggerebbe ai rapporti pedofili. Credo che su questo occorra fare molta chiarezza, sia rispetto al pensiero stesso di Mario Mieli sia in merito all’obiettivo dei parlamentari in questione.
In primo luogo: Mieli non era pedofilo. La psicologia di allora (era il 1977) condannava l’omosessualità come perversione e per opporsi a quelli che l’autore chiamava “psiconazisti”, riabilita tutte le parafilie: coprofagia, zoofilia, necrofilia e sesso con i minori. Il punto di partenza era però estremamente diverso, rispetto a quello che vogliono farci credere i nostri “fantastici quattro”. Mieli, infatti, non teorizzava la libertà dell’adulto di abusare a suo piacimento del minore. Era semmai l’individuo sessualmente libero a poter disporre del suo corpo sin dalla più giovane età.
Stiamo parlando di quarant’anni fa e di un modello chiaramente utopistico. È scientificamente accertato – anche dalla psicologia, nel frattempo cambiata – che la sessualità debba avvenire tra soggetti paritari e consenzienti. E non può esserci rapporto simmetrico tra un adulto e un bambino. Ciò porta, va da sé, tutta una serie di implicazioni morali che il movimento LGBT non ha mai messo in discussione, ovvero: non si fa sesso con i bambini. Non siamo mica preti! L’interrogazione dei senatori risulta perciò pretestuosa e con il solo scopo di voler mettere sullo stesso piano pedofilia e omosessualità. Una novità assoluta a ben vedere…
Al di là del pensiero dell’autore degli Elementi, cerchiamo di capire l’assurdità del procedimento culturale portato avanti dai signori sopra menzionati. Partendo da alcune evidenze. Il testo incriminato è stato pubblicato prima da Einaudi e poi da Feltrinelli, case editrici di comprovata professionalità. Ammettere che Mieli fosse un teorico della pedofilia significa screditare in primo luogo chi lo ha pubblicato. Fossi nei responsabili delle case editrici, agirei nelle sedi opportune contro quello che si profila come reato di diffamazione.
Ancora sui senatori in questione, così attenti su quanto accade altrove, ma forse un po’ distratti in casa loro: ricordate il famoso convegno omofobo di Milano con tanto di marchio Expo? C’era un prete, tale don Inzoli, tra i partecipanti, incriminato per atti pedofili. E chi c’era seduto vicino a lui, una fila davanti? Proprio il senatore Formigoni. Prima di chiedere al presidente del Consiglio spiegazioni sul Mieli, forse dovrebbe capire chi fa certi inviti a convegni ai quali lui stesso partecipa, sempre se vuole apparire credibile.
Strano poi che questi signori frequentino piazze e associazioni che si battono in prima linea contro legge 194, divorzio, educazione alle differenze, lotta all’omofobia, unioni civili, ecc, ma che – almeno a mia memoria – mai si siano distinti in una campagna contro gli abusi sui minori interni a quella chiesa cattolica a cui dicono di appartenere e a quella famiglia tradizionale che pretendono di difendere. Non era Gesù, loro leader spirituale, che diceva che prima di guardare alla pagliuzza dell’occhio del vicino occorre togliersi la trave che acceca il proprio sguardo?
E a proposito di testi citati: la condanna all’omosessualità risale all’episodio biblico di Sodoma. Cosa riporta quel testo? Lot, presagendo che i suoi concittadini vogliono stuprare gli angeli mandati da Dio, dice: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini» (Genesi 19, 7-8). Se volessimo ribaltare i termini della questione e giocare a citare passi decontestualizzati, ne consegue che la Bibbia è un testo che teorizza (e sacralizza) lo stupro. Sempre in Italia, per altro, esiste tale “Gruppo Lot” a favore delle teorie riparative che ha partecipato alla famigerata malanpiazza del Family Day, dove c’erano i quattro senatori. Seguendo il loro schema mentale: è opportuno che un politico che si dice “cattolico” possa sedere in parlamento, visti i testi sacri di riferimento?
Ricapitolando: il Mieli è famoso a Roma per il suo impegno civile in ambiti quali salute, contrasto al bullismo omofobico, assistenza carceraria, promozione della cultura, ecc. Ha un curriculum che parla da sé. L’azione politica dei quattro senatori sembra invece orientata a gettare discredito sulle persone LGBT, con pretesti e inesattezze, con l’unico scopo di affossare le unioni civili. Questi i fatti, davanti agli occhi di chiunque. È oggettivamente grave, infine, che per impedire che gay e lesbiche abbiano diritti di base, siano dipinti come potenziali violentatori di infanti. Criminale, oserei dire. E di questo qualcuno, prima o poi, dovrà risponderne.
Alberto PentoLi se ranpega so i speci!
Mario Mieli, l’icona gay italiana tra coprofagia e sessualità con bambini3 luglio 2012
http://www.uccronline.it/2012/07/03/mar ... on-bambiniChi è stato il fondatore del movimento omosessuale italiano? Il suo nome è Mario Mieli, scrittore e autore nel 1977 del celebre “Elementi di critica omosessuale” che divenne un fondamento dei cosiddetti “lavaggi del cervello”, ovvero delle teorie di genere in Italia: approccio psicologico e antropologico dell’omosessualità (con quali competenze?), giudicato “pietra miliare per un’intera generazione di militanti gay”.
Mieli in gioventù usava vestire quasi sempre con abiti femminili, andava truccato a scuola, saliva sugli autobus nudo sotto una pelliccia, indossava i gioielli di famiglia, non a caso il professor Zapparoli, lo psichiatra che lo aveva in cura, aveva diagnosticato una sindrome maniaco-depressiva con connotazioni schizoidi. Frequentò esponenti del movimento gay inglese e fondò nel 1971 la prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, chiamata “FUORI!” (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano). Se staccò da essa nel 1974 perché l’associazione si fece inglobare dai soliti approfittatori del Partito Radicale, lui invece non era convinto che si dovesse passare dalla politica per cambiare il mondo (e su questo aveva ragione).
La caratteristica per cui è spesso ricordato è stata la coprofagia, ovvero l’hobby sessuale di mangiare i propri escrementi. E’ famosa la sua esibizione pubblica all’Ompo’s, durante la quale si esercitò in questi atti (anche con gli escrementi del suo cane). Il poeta gay Dario Bellezza (morto di AIDS) ironizzò così: «A Mario è rimasto altro che mangiar la m…, per far parlare di sé». Morì suicida nella sua abitazione di Milano, nel 1983 a soli 30 anni, dopo l’ennesimo periodo di depressione. A lui è intitolato il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, sorto a Roma nello stesso anno della morte da suoi estimatori, che lo ricorda così: «si esibì più volte gustando m… e bevendo il proprio p… pubblicamente come a fornire un supporto umano e pesante ai prodotti più nascosti e più inumani dell’uomo; come a farsi forte di quella m… con cui una società bigotta, borghese e clericale aveva tentato di coprirlo». Mieli era notoriamente anche necrofilo.
Il quotidiano ufficiale del Partito Comunista Italiano, “Liberazione”, lo ha celebrato più volte. L’11 marzo 2008 ha riassunto così la sua biografia: «Vestiti da donna, teatro d’avanguardia, teoria, militanza, droga, coprofagia. Venticinque anni fa, il 12 marzo 1983, usciva volontariamente di scena, suicida a 31 anni, il più grande intellettuale queer italiano». L’articolo è scritto da un suo ammiratore, che ha onorato le gesta di una «dimensione esemplare e quasi mitica, sfaccettature di una coraggiosa e coerente complessità». Il suicidio di Mieli viene definito un «capolavoro di estremo narcisismo o esempio di masochismo che può sublimare, se usato politicamente, l’istinto di morte della Norma eterosessuale». La Norma eterosessuale significava per Mieli -probabilmente segnato dall’esperienza dell’ospedale psichiatrico e dall’effetto di droghe di cui abusava-, la rimozione dell’omosessualità e della femminilità da ogni uomo, perché «la dimensione di una transessualità originaria e profonda, costituisce la cifra essenziale dell’Eros di ciascun individuo». Lui ha introdotto il concetto per cui la «la Norma eterosessuale castra il desiderio attraverso l’educazione, producendo una società di adulti “monosessuali”, repressi, intrinsecamente omofobi e per questo votati alla guerra». In poche parole, per l’icona gay italiana, «ogni uomo si trova a dover fare i conti con il frocio e con la donna repressi dentro di lui, che Mieli invita ad accettare, accogliere e liberare».
“Fissarsi” su «un singolo oggetto sessuale» (cioè, per oggetto si intende solo l’uomo o solo la donna) è -secondo Mieli- «un limite, un sintomo di repressione, di rimozione della naturale disposizione transessuale». Bisognerebbe aprirsi sessualmente ad ogni “oggetto”, dagli uomini agli animali e, perché no, fino ai propri escrementi. Solo così non si sarebbe repressi e omofobi. «Una posizione, questa, che scandalizza ancora oggi», si lamenta il suo ammiratore su “Liberazione”. Le perversioni più assurde, servono proprio per «restituire agli individui la condizione originaria di transessualità, ovvero la libera e gioiosa espressione della pluralità delle tendenze dell’Eros». Esse, secondo lo slogan da lui coniato, “Mens sana in corpore perverso” (sbagliando pure il latino), «sono tappe inevitabili, lungo il cammino dell’Eros e dell’emancipazione per la rottura di ogni tabù». L’ammiratore di Mieli scrive con stile mistico-religioso: «Elogio della m… come grimaldello che apre le porte dell’armonia, come supremo vessillo della liberazione, come fonte di ricchezza accessibile a chiunque, come comunione sublime per un’iniziazione scandalosa, per una conoscenza schizofrenica e divergente. Il Mieli “alchemico” dell’ultima parte della sua vita narra un’esperienza magico-erotica che lo vede protagonista insieme al suo fidanzato: la celebrazione di un rito di “nozze alchemiche”, con la preparazione e l’assunzione di un pane “fatto in casa”, un dolce nel cui impasto confluivano non solo m…, sangue e sperma, ma anche ogni altra secrezione corporale, dalle lacrime al cerume. Perché? “L’abbiamo mangiato – dice Mieli – e da allora siamo uniti per la pelle. Pochi giorni dopo le “nozze”, in una magica visione abbiamo scoperto l’Unità della vita. Era come se non fossimo due esseri disgiunti, ma Uno; avevamo raggiunto uno stato che definirei di comunione”». Forse è per questo che non pochi psicologi hanno cominciato a parlare di “terapie riparative”?
Anche in Mieli ritorna il pensiero della pedofilia, come nel movimento omosessuale americano Nambla. Si legge nell’articolo di “Liberazione”: «Il bambino è, secondo Mieli, l’espressione più pura della transessualità profonda cui ciascun individuo è votato. È l’essere sessuale più libero, fino a quando il suo desiderio non viene irregimentato dalla Norma eterosessuale, che inibisce le potenzialità infinite dell’Eros». Secondo l’articolista del quotidiano comunista, questo è un «discorso eversivo e scomodo oggi più che mai, in una società attanagliata dal tabù che investe senza appello il binomio sessualità-infanzia, ossessione quasi patologica che trasforma il timore della pedofilia in una vera e propria caccia alle streghe». Anche i bambini dovrebbero fare sesso, secondo Mieli, perché l’Eros, «se lasciato libero di esprimersi, può fondare una società diversa da quella in cui viviamo. Sicuramente più libera». L’adozione gay, invece, potrebbe «inculcare nel bambino i valori di una sessualità più vicina al potenziale transessuale originario?», ci si domanda su “Liberazione”.
I valori cristiani e quelli familiari naturali, secondo Mieli sono «pregiudizi di certa canaglia reazionaria» che, trasmessi con l’educazione, hanno la colpa di «trasformare il bambino in adulto eterosessuale». I pedofili invece possono “liberare” i bambini: «noi checche rivoluzionarie», ha scritto l’icona gay italiana, «sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, si, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega» (da “Elementi di critica omosessuale”, 1977).
La dottoressa De Mari che criticò i gay indagata per odio razzialeSilvana De Mari finisce sotto indagine per volere della procura di Torino. L'accusa è odio razziale per le sue frasi sui "gay malati"
Claudio Cartaldo - Mar, 14/03/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 74948.htmlAveva detto chiaramente che "i gay sono malati", che "l’omosessualità non è una condizione normale" e che "in realtà l’omosessualità non esiste", ma "i gay, sono asessuate e omoerotiche".
"Curo gli omossessuali: condizione anormale"
""I gay sono la nuova razza ariana"
Parole crude, certo. Perché di peli sula lingua Silvana De Mari, chirurgo, endoscopista, psicoterapeuta, sembra proprio non averne. Frasi che aizzarono la rivolta indignata delle organizzazioni omosessuali, provocarono l'apertura di un provvedimento presso l'Ordine dei medici e - ora - anche l'apertura di una indagine da parte della procura di Torino.
L'accusa è dura: diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione e dell’istigazione all’odio razziale. Eppure la De Mari aveva subito detto di "amare gli omosessuali", di averne curati molti e dunque di capirli. Solo che non si schiera al fianco di quella che lei definisce la schiera dei "nuovi ariani" di cui è "vietato parlar male".
A denunciare la psicoterapeuta sono stati gli attivisti di "Torino Pride" e il procuratore Antonio Spataro lo ha consegnato nella mani di un pool di pm esperto di legge Mancino. Ovvero quella norma che "condanna gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali". Oltre al movimento Lgbt torinese, però, la De Mari dovrà vedersi anche dal fuoco incrociato dell'avvocatura del Comune di Torino (visto che il Consiglio per volere del consigliere Pd Maria Grazia Grippo ha deciso di denunciare a sua volta la psicoterapeuta) e quello della Regione (che ha già schierato i suoi avvocati). Tutti contro uno.
La De Mari non si è però fatta intimidire. "L’omofobia è un diritto che rivendico", dice lei senza fare passi indietro. Nei giorni della bufera mediatica che le si era scatenata contro aveva continuato a dire ciò che pensava: ovvero che "Madre natura non ha previsto la penetrazione anale: quell buco non è stato creato per quella cosa lì, si ammala"; che "nelle pratiche di iniziazione del satanismo esiste il sesso anale"; che " l’unione gay che porta all’incontinenza anale, all’ascesso anale non può essere considerata una cosa positiva".