Sessualità con e per i disabili e le persone problematiche

Sessualità con e per i disabili e le persone problematiche

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 11:12 am

Sesso, prostituzione e bordelli. Così funziona in Europa
Anna Mazzone - 12 dicembre 2013

https://www.panorama.it/news/marco-vent ... lli-europa

La regolamentazione del business della prostituzione sembra essere il nuovo cavallo di battaglia per i Paesi del nord Europa. Ha cominciato la Francia , dove l'Assemblea nazionale sta dibattendo nuove norme che aboliscono le misure repressive nei confronti delle prostitute introdotte nel 2003 da Nicolas Sarkozy e che - allo stesso tempo - prevedono una penalizzazione per i clienti delle lucciole, che potrebbero arrivare a pagare multe fino a 1.500 euro. E a ruota adesso si apre il dibattito anche nel Regno Unito, dove un gruppo di parlamentari , affiancati dalle ong per i diritti delle donne, hanno chiesto al governo di prendere la strada del "modello nordico", e di rendere reato la fruizione della prostituzione.

In linea con Parigi, anche a Londra da più parti viene chiesto di criminalizzare il "comprare sesso" e di legalizzare il "venderlo". Secondo molti deputati la Gran Bretagna rischia di diventare un "magnete" di attrazione per la prostituzione, perché le sue regole non sono severe e permettono - di fatto - uno sfruttamento schiavistico delle donne da parte dei clienti e dei loro aguzzini.

Ma i vertici di Scotland Yard si sono detti contrari a seguire il cosiddetto "modello nordico", perché sostengono che simili misure renderebbero impossibile per le forze di polizia intervenire per "bloccare" il traffico delle prostitute e, allo stesso tempo, le nuove misure potrebbero creare una situazione di pericolo proprio per le lucciole. Vendere sesso non è un reato nel Regno Unito, ma lo sono determinate attività legate alla prostituzione, come l'adescamento, lo sfruttamento e la gestione di bordelli.

Ma vediamo adesso, Paese per Paese, come funziona nel resto d'Europa.

La prostituzione è completamente illegale in Croazia e in Lituania. In Croazia prostitute e sfruttatori pagano multe molto salate e il governo sta valutando un progetto di legge per punire anche i clienti delle lucciole.

In Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Spagna, Portogallo, Italia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Estonia e Lettonia la prostituzione non è reato, ma l'adescamento, lo sfruttamento e la gestione dei bordelli lo sono. In particolare, in Danimarca la prostituzione è stata decriminalizzata nel 1999 per coloro che hanno più di 18 anni. Ma lo sfruttamento è tuttora illegale. Coloro che operano nel settore del sesso non possono avere accesso ai sussidi statali, perché la loro non è riconosciuta come una "professione" legittima, però - di contro - sono obbligati a pagare le tasse.

In Ungheria la prostituzione è stata decriminalizzata nel 1993, dopo essere stata considerato come un reato durante tutta l'epoca comunista. Tuttavia, lo sfruttamento della prostituzione resta illegale anche a Budapest. In Bulgaria la prostituzione è tecnicamente legale, ma è illegale incoraggiare qualcuno a lavorare nell'industria del sesso e a organizzare giri di prostitute e traffico di "esseri umani" volto al mercato della prostituzione. In Lettonia la prostituzione è legale e le prostitute devono sottoporsi a controlli sanitari ogni mese. Ma i bordelli sono illegali e non possono essere aperti.

In Francia, Svezia e Norvegia è illegale comprare sesso, anche se le prostitute non commettono reato. I clienti delle lucciole possono essere puniti con sanzioni pecuniarie. In Francia la prostituzione è legale, ma lo sfruttamento no. Una misura recentemente approvata in parlamento introduce multe per i clienti. La legge mira a criminalizzare i fruitori dell'industria del sesso. La Svezia è la capofila del cosiddetto "modello nordico". Dal 1999 è illegale comprare servizi sessuali, ma non è illegale venderli. La Norvegia ha seguito a ruota la Svezia nel 2009, con una legislazione identica a quella di Stoccolma.

Sono sei i Paesi che seguono il modello svedese: Irlanda, Finlandia, Belgio, Olanda, Romania e Cipro. In Irlanda la prostituzione è legale, ma non lo è lo sfruttamento. Quest'anno la legge sull'industria del sesso è stata emendata dopo un lungo lavoro del dipartimento della Giustizia, che ha raccomandato la criminalizzazione dei clienti del sesso, in maniera tale da far diminuire la domanda di servizi sessuali. In Finlandia la prostituzione è legale per i maggiorenni, ma le case chiuse e la vendita di prestazioni sessuali in luogo pubblico è reato. Il ministero della Giustizia ha recentemente chiesto al governo un decreto per "vietare l'acquisto" di servizi sessuali e punire con multe salate i clienti delle lucciole. In Belgio la gestione dei bordelli è illegale, ma nella pratica la legge non viene sempre applicata e le case chiuse possono operare in determinate città. Il governo sta pensando adesso di mettere mano alla legge in un'ottica puramente svedese.

L'Olanda ha regolamentato il settore dell'industria del sesso nel 2000, con case chiuse e attività di prostituzione considerate legali. Ma quest'anno è stato presentato un nuovo progetto di legge al Senato che, qualora passasse, rendere illegale ottenere permessi per attività sessuali, a meno che non si abbia una particolare "dispensa" dalle autorità locali.

In Romania la prostituzione è illegale e lo sfruttamento comporta pene fino a 20 anni di carcere. Il prossimo anno il Parlamento rumeno dibatterà una legge che vieta la fruizione di servizi sessuali, con l'intento di combattere il traffico di donne. A Cipro la prostituzione è legale, ma il traffico di esseri umani per il mercato del sesso e le case chiuse sono illegali. Il governo cipriota sta valutando di seguire la rotta della Svezia per controllare le attività sessuali. Con il prossimo anno si dibatterà un progetto di legge in Parlamento.

Infine, la prostituzione e le attività legate all'industria del sesso sono completamente decriminalizzate e regolamentate in Germania, Austria e Grecia. In Germania la prostituzione è stata legalizzata nel 2002, con lo scopo di mettere nelle mani delle prostitute il controllo della loro attività, attraverso contratti legali e coperture assicurative. Ma in pochi hanno aderito all'iniziativa e il "mercato nero" è ancora molto florido. I bordelli devono essere registrati, ma lo sfruttamento della prostituzione è ancora considerato un reato.

In Austria la prostituzione è legale e le prostitute devono essere regolarmente registrate, controllate settimanalmente a livello sanitario e devono pagare le tasse. Una legge feerale monitora le case chiuse a seconda di regioni e città. In Grecia la prostituzione è legale per le persone maggiorenni e può essere svolta in regolari case chiuse. Gli operatori dell'industria del sesso devono essere registrati e avere un certificato di "sana e robusta costituzione", che viene periodicamente verificato dalle autorità.
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Sessualità con e per i disabili e le persone problematiche

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 11:15 am

Quando all’estero per prostituirsi ci andavano le nostre donne
di Laura Lucchini
2012/08/25

http://www.linkiesta.it/it/article/2012 ... donne/8947

BERLINO – Quando nel 1922 Raquele Libermann lascia la Polonia con il marito e i due figli diretta a Buenos Aires in Argentina è piena di speranze per una vita nuova in un mondo lontano. Pochi mesi dopo l’arrivo, il compagno muore improvvisamente e per mantenere i due figli lontano da casa e famiglia decide di prostituirsi. Nel giro di quattro anni raccoglie una piccola fortuna e apre la sua attività: un negozio di antiquariato.

Però gli uomini del mercato del sesso non la lasciano in pace. Prima cercano di sedurla, poi le rubano il denaro, costringendola a tornare a lavorare come prostituta. Libermann trova il coraggio di denunciare i fatti alla polizia. La sua denuncia sfocia in un’indagine contro l’organizzazione “Zwi Migdal” a cui appartengono centinaia di uomini e donne coinvolti nel traffico di prostitute europee. Nel 1930, 108 membri vengono processati, molti di loro condannati al carcere, ma tutti tornano in libertà subito dopo. Quella di Libermann è solo la stessa storia di centinaia di migliaia di donne a cavallo tra i due secoli e ancora oggi.

Giovani donne e ragazzine emigrarono all’inizio del ’900 dalla Germania, dall’impero Austroungarico, dalla Russia e in generale da tutt’Europa, in particolare dirette verso l’intero continente americano, ma anche in Medio Oriente e in Australia. Abbandonarono i loro paesi di fronte alla proposta di un lavoro ben pagato o addirittura la prospettiva di un matrimonio. Centinaia di migliaia finirono per prostituirsi nei nuovi mondi, condannate a una vita di povertà e dipendenza a Istanbul, Rio de Janeiro o a Buenos Aires. Proprio in quei luoghi in cui gli uomini erano in grande maggioranza, le donne venivano trattate come merce di scambio.

Una mostra inaugurata questa settimana a Berlino si pone lo scopo di fare luce su un fenomeno collaterale della mondializzazione di fine diciannovesimo-inizio ventesimo secolo: il traffico delle giovani donne. La mostra, intitolata “il Foglio Giallo” e organizzata dalla Fondazione Nuova Sinagoga con l’appoggio della fondazione culturale dello stato federale è il risultato di uno studio a fondo sul fenomeno in cui lo stato tedesco ha investito 450.000 euro. Il percorso, ricco di informazioni, si centra in particolare sulle vicende concrete di 15 donne ebree dell’est europeo.

Le prostitute europee erano particolarmente richieste nelle destinazioni degli immigrati dell’epoca. Non solo per compensare la mancanza di donne ma anche perché gli uomini europei che le frequentavano le trovavano più desiderabili delle donne locali. «Questo comportamento segue uno schema preciso. La maggior parte dei 63 milioni di europei che emigrarono verso il nord e il Sudamerica a cavallo tra l’800 e il ’900 volevano vivere nello stesso ambiente culturale del loro paese», secondo quanto spiega un testo illustrativo.

I loro nomi sono Olga, Sophia, Maria, sono russe, polacche e prussiane e la loro storia è sempre la stessa. Nate da famiglie modeste, a un certo punto della loro vita decidono di accettare un invito per un lavoro domestico in un paese esotico, magari corredato con la proposta di matrimonio da uomini sconosciuti che si offrono di pagare il viaggio per poi diventare i loro padroni. In particolare, nella russia zarista, essere prostitute (e quindi possedere il “foglio giallo” che da il nome alla mostra) era il solo modo per le giovani donne di abbandonare la vita nelle campagne alla ricerca di fortuna.

La mostra si ferma solo fino al 1930 ma avverte in un testo che «molte di queste storie si ripetono, molto simili al giorno d’oggi». In un piccolo catalogo che accompagna “Il Foglio Giallo” si rivela che all’inizio del ’900 le prostitute in Germania erano tra le 330.000 e il milione e mezzo, sarebbe a dire tra il 3 e il 15% delle donne comprese tra i 15 e i 40 anni.

La mostra non se ne occupa ma la cronaca conferma che anche nell’attualità, dietro ai flussi migratori dei nostri giorni, si nascondono spesso fenomeni simili di traffico di donne. «Non è certo una storia finita, il fenomeno è lontano dall’esaurirsi», spiega Friederike Tappe-Hornbostel della fondazione culturale dello stato federale che promuove la mostra.

Dal 2001 la prostituzione a Berlino è legale e porta a lavorare e pagare le tasse in Germania donne straniere da tutto il mondo. Secondo il Ministero della Famiglia, sono all’incirca 400.000 le donne che lavorano come professioniste del sesso attualmente in Germania, una buona parte sono immigrate dell’Est senza permesso di soggiorno e che esercitano la professione illegalmente.

A Berlino ci sono circa 500 bordelli legali tra cui il più grande e celebre è l’Artemis: i suoi cartelli pubblicitari sono appesi sugli autobus a due piani che attraversano la città da Alexanderplatz a Zoologischer Garten, difficilmente passano inosservati. Lo scopo della legge del 2001 non era tanto di contenere il fenomeno quanto di controllarlo, ma anche in questo il bilancio non è stato totalmente positivo. La recente guerra tra bande a Berlino tra Bandidos e Hells Angels per il controllo, tra le altre cose, della prostituzione, è stata solo l’ultima conferma di un enorme sommerso.
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