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Storie de bandìti de 'l Vèneto

MessaggioInviato: lun apr 24, 2017 1:15 pm
da Sixara
Storie de bandìti de 'l Vèneto
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AMMAZZATELI TUTTI! Storie di banditi del Veneto di Francesco Selmin :

Il pacifico Veneto raramente viene associato al brigantaggio e al banditismo, più facilmente lo è all'emigrazione. Eppure a quest'ultimo straordinario fenomeno di fine ottocento si legano almeno in parte fenomeni, seppur meno eclatanti quanto a numeri e incidenza sociale, di brigantaggio e rivolta sociale. Banditi, ribelli, isolati o raccolti in bande imperversano nelle nostre campagne nell'ottocento e in parte anche nel secolo scorso ma se ne parla poco. Il Veneto inusuale che emerge alle pagine del libro di Francesco Selmin, storico estense, parte da lontano, dalla temibile banda di Giovanni Stella, decapitato a Padova assieme ad altri dodici briganti nell’ottobre del 1812, ma non è che la punta di un iceberg che vede attive numerose bande dopo le insorgenze del luglio 1809, in età napoleonica. A metà Ottocento il brigantaggio si manifesta in una dimensione ancora più vasta, ed è oggetto di una repressione ferocissima attuata dalla Commissione militare (il cosiddetto "Giudizio statario") insediata a Este nel 1850 che processa più di 1200 briganti infliggendo centinaia di condanne a morte, di cui più di quattrocento eseguite, molte anche in Polesine.
Una strage che colpisce in genere ladri e piccoli rapinatori improvvisati, ma anche briganti organizzati, spesso non privi di coscienza sociale come Pipon o Pancrazio, personaggio fattosi mito che "risusciterà" nei messaggi minatori de "La Boje". E alla cappa leggendaria del ladro gentiluomo ambirà apertamente un altro bracciante, il monselicense Giuseppe Bedin, il più temibile bandito degli anni Trenta del Novecento, capo indiscusso della «famigerata banda» che per tre anni semina il terrore nell’Italia settentrionale tenendo in scacco le forze dell’ordine e mettendo a segno colpi clamorosi che imbarazzano il regime fascista allora all’apice del consenso. Ma Bedin, il bandito giustiziere, figlio del suo tempo, in realtà usa mezzi moderni, dall’automobile al mitra, più un gangster alla Dillinger, che del resto era quasi suo coetaneo, che non un Robin Hood.

Cuà la skeda de prexenta'zion de l libro de F.Selmin, fondatore e diretore de le Riviste "Terra d'Este" e "Terra e Storia", indoe ke l ghea zà publicà le so ricerke sol fenomeno de l brigantaggio de l bàso Vèneto.