Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:53 pm

Ouropa e Ixlam łi se encontra entel Mexoevo, sciarimenti e ociade
viewtopic.php?f=136&t=1769
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:55 pm

Una delle maggiori conquiste della "modernità prima occidentale e poi mondiale" è la concezione dei "diritti universali" che si trovano elencati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:

https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiaraz ... itti_umani

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
...
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
...
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
...

Credo sia importante attenersi a questi principi nel trattare tutte le questioni, anche quelle storiche e quelle religiose affinchè a tutti siano garantiti: credenti e non credenti in qualsiasi religione.

Il credere che la propria religione sia quella vera e perciò superiore alle altre o a chi non crede è la base di ogni concezione e di ogni successivo atteggiamento e pratica di razzismo culturale, etnico, politico.
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:55 pm

Nell'articolo 18 trova la tutela del proprio diritto anche chi non crede in alcuna religione e che considera come
per egli non sensato i dogmi di fede delle varie religioni.

Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:56 pm

Manifestare disprezzo per chi non condivide la propria fede e magari maltrattarlo, discriminarlo e perseguitarlo è una violazione dei Diritti Universali.

Io personalmente sono un credente non credente e come me ve ne sono tanti altri, centinaia di milioni di uomini e donne, sparsi su tutta la terra, il cui diritto a non credere e a manifestare il pensiero critico nei confronti delle credenze altrui è sacrosanto e va difeso allo stesso modo del diritto alla fede religiosa.
Le fedi religiose per trovare sostegno e tutela da parte della Carta dei Diritti Universali non possono contenere nella loro dottrina prescrizioni che violano i Diritti Universali.


Enfedeł, miscredente, eidołatra, kafir
viewtopic.php?f=181&t=1361

El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa, de ła raxon e del spirto ogniversal, dedegà a Ipasia, a Bruno Jordan, Jrołamo Savonaroła, Arnaldo da Brèsa, a Oriana Fallaci, a łi apostati e a tuti łi raxianti/ereteghi (tra cu Cristo, no dexmenteghemose ke anca Cristo el jera n'eretego, n'ebreo raxiante):
viewtopic.php?f=24&t=1383
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:56 pm

Una delle caratterizzazioni del periodo medioevale è lo scontro politico, militare e religioso tra l'Europa prevalentemente cristiana e l'Oriente arabo e non, prevalentemente mussulmano.

Un'altra delle caratterizzazioni del periodo medioevale è una "parziale" cristianizzazione violenta dell'Europa e una "parziale" islamizzazione violenta della penisola araba e del medioriente; violenze contro i "pagani", li "idolatri", gli zoroastriani, i diversamente religiosi in generale.
Un'altro elemento da aggiungere, a questo periodo, è la persecuzione degli ebrei da parte e dei cristiani (tutti o soltanto quelli cattolico-romani ?) e dei mussulmani.


Persecusion dei cristiani, dei pagani, de łi ebrei, dei musulmani, de łi atei e de łi apostati, de łi raxianti (ereteghi), dei coki.
viewtopic.php?f=24&t=1331

Persecusion de łi ebrei


Li sasini de l’ebreo Cristo - I romani
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... dtS1k/edit
viewtopic.php?f=176&t=342

Cronologia delle principali persecuzioni subite dagli Ebrei nell'Europa “cristiana”
http://ideadiversa.blogspot.com.es/2011 ... ipali.html

Di Corrado Maggia

325 d.C. CHIESA. Dopo il Concilio Ecumenico di Nicea (Asia Minore - Turchia), la Chiesa cristiana stabilisce il suo atteggiamento verso gli Ebrei: essi devono continuare ad esistere, in reclusione e umiliazione, per gli scopi del Cristianesimo.
380 ITALIA. Sant'Ambrogio vescovo di Milano, non solo approva l'incendio di una sinagoga da parte di cristiani istigati dal loro vescovo, ma minaccia di scomunicare l'imperatore Teodosio che voleva punire i colpevoli e far ricostruire la sinagoga a spese del vescovo. Teodosio rinuncia a difendere i diritti degli Ebrei.
386-387 CHIESA. Giovanni Crisostomo, Padre della Chiesa orientale, pronuncia sermoni violentemente antiebraici: «Per il deicida nessuna indulgenza, nessun perdono possibile», «essi massacrano i loro figli e li sacrificano al diavolo».
438 CHIESA. Teodosio II, imperatore romano di Costantinopoli, legalizza l'inferiorità civile degli Ebrei.
535-553 IMPERO ROMANO. L'imperatore Giustiniano I, pubblica il «Corpus Juris Civilis», espressione della sua politica antiebraica.
589 SPAGNA. Il III Concilio di Toledo proibisce agli Ebrei disposare Cristiani e di esercitare funzioni pubbliche.
612 SPAGNA. Il re Visigoto Sisebut, inaugura una politica di conversione forzata di tutti gli Ebrei del regno.
628 FRANCIA. Dagoberto I espelle gli Ebrei dal Reame Franco.
632 BISANZIO. L'imperatore Heraclius decreta il battesimo forzato di tutti gli Ebrei del suo impero.
633 SPAGNA. Viene formulata la dottrina ufficiale della Chiesa sulla conversione degli Ebrei.
638 CHIESA, SPAGNA. Il VI Concilio di Toledo ordina l'espulsione dalla Spagna di tutti gli Ebrei che rifiutano il Battesimo.
672 SPAGNA. VIII Concilio di Toledo. Interdizioni, formalità, prescrizioni di ogni genere si moltiplicano nei confronti degli Ebrei convertiti.
681 CHIESA. Il re Visigoto Erwig, preoccupato di estirpare con le radici la «peste giudaica», fa adottare dal XII concilio di Toledo 28 leggi repressive nei confronti degli Ebrei convertiti.
694-711 SPAGNA. Gli Ebrei spagnoli vengono dichiarati schiavi, i loro figli all'età di 7 anni tolti ai genitori e affidati a famiglie cristiane.
722 BISANZIO. L'imperatore Leone III emana un editto che impone il battesimo forzato.1012 GERMANIA. L'imperatore Enrico II espelle gli Ebrei da Magonza. È l'inizio di persecuzioni contro gli Ebrei anche in Germania.

1096-1099 PRIMA CROCIATA.
GERMANIA. I crociati massacrano gli Ebrei della Renania. (Per molti uccidere un Ebreo equivaleva ad espiare i propri peccati.) Intere comunità vengono distrutte perché gli Ebrei posti davanti all'alternativa di lasciarsi battezzare o di essere uccisi, preferiscono la morte all'apostasia. Molti Ebrei di Worms, cercando rifugio in un castello locale, furono massacrati mentre recitavano le preghiere del mattino.

1099 GERUSALEMME. CROCIATE.
Entrati in Gerusalemme, tutti gli Ebrei sono rinchiusi nella sinagoga che viene incendiata. I crociati circondarono la sinagoga cantando «Cristo, ti adoriamo!». L'evento segnò la fine della comunità ebraica di Gerusalemme, sebbene un limitato numero di Ebrei vi ritornò dopo la riconquista musulmana nel 1187.

1144 INGHILTERRA. Norwich. Per la prima volta gli Ebrei vengono falsamente accusati di assassinio rituale di bambini. Queste calunnie scatenano ogni volta reazioni popolari violente e spesso sanguinose nei confronti degli Ebrei.
1146 SECONDA CROCIATA.
GERMANIA. I Crociati perseguitano e uccidono gli Ebrei della Renania.
ISRAELE. Gli Ebrei di Gerusalemme sono bruciati vivi nella loro sinagoga.
1147 GERMANIA. Würzburg. Massacro di Ebrei per falsa accusa di omicidio rituale.
1171 FRANCIA. Blois. Tutta la comunità ebraica e massacrata a causa di una falsa accusa di omicidio rituale.
1182 FRANCIA. Il re Filippo Augusto di Francia decreta l'espulsione degli Ebrei dal suo regno e la confisca delle loro proprietà.
1189-92 TERZA CROCIATA.
AUSTRIA. Persecuzioni e assassini di Ebrei.
1190 INGHILTERRA. Massacri a York e altre città.1191 FRANCIA. Bray-sur-Seine. Falsa accusa di omicidio rituale: un centinaio di Ebrei sono uccisi.

1215 CHIESA. Il IV Concilio Lateranense introduce per gli Ebrei l'obbligo di portare una stella gialla sul vestito.
1235 GERMANIA. Fulda. Falsa accusa di omicidio rituale. 34 Ebrei massacrati.
1236 FRANCIA. Persecuzioni antiebraiche nella Francia occidentale.
1240 FRANCIA. Dispute dottrinali a Parigi, culminate col rogo del Talmud.
1242 FRANCIA. Rogo del Talmud a Parigi.
1255 INGHILTERRA. Lincoln. Falsa accusa di omicidio rituale.



El cristianexemo e łe so “sete”, varianse, raxie, crimini
viewtopic.php?f=24&t=1092

Come il mondo antico è diventato cristiano

http://www.ereticamente.net/2011/09/com ... ntato.html


Da parte di diversi autori è stato osservato che il cristianesimo si è potuto diffondere con relativa rapidità nel mondo antico, incontrando relativamente poca resistenza, in una maniera che è stata paragonata a un contagio, un’epidemia le cui cause sembrano in qualche modo misteriose, nonostante la sua evidente carica di sovversione e dissoluzione nei confronti del mondo e della cultura antichi.

Io credo che la spiegazione di ciò sia complessa, richiamando una serie di fattori che hanno agito come concause, ma non sia assolutamente un mistero (i misteri, nei limiti del possibile, lasciamoli a chi ha “fede”).
Per prima cosa, occorre notare che il cristianesimo è venuto a inserirsi al momento opportuno in una crisi che aveva origini più remote. Il punto chiave è che all’interno dell’ecumene circum-mediterraneo “romano” l’elemento romano-italico era da tempo in declino demografico, e tu certamente mi insegni (1) che nessuna istituzione può reggere a lungo quando viene a mancare l’elemento umano che l’ha prodotta.

Occorre tenere presente che Roma si è trovata coinvolta in una serie interminabile e quasi continua di guerre prima dentro la Penisola italica, poi fuori dalla stessa, fin dall’età repubblicana.

Gli effetti economico-sociali di questa situazione sono abbastanza noti: l’economia antica era un’economia essenzialmente agricola. Gli effetti di questa situazione erano completamente diversi sulla piccola proprietà terriera a conduzione familiare e sulla grande proprietà.

La piccola proprietà contadina gestita da aziende a conduzione familiare, quelli che oggi chiameremmo “coltivatori diretti”, veniva a trovarsi in difficoltà crescenti per l’assenza del capofamiglia che ne era anche la principale forza lavoro. La grande proprietà se la cavava molto meglio perché poteva contare su lavoro servile, non solo ma si presentava sistematicamente la possibilità di allargarsi acquistando a prezzi stracciati i fondi dei piccoli proprietari indebitati.

Tutto il periodo delle guerre civili, dai Gracchi all’affermazione del principato, è la lotta fra piccoli proprietari indebitati e grandi proprietari che si stanno trasformando in latifondisti.

Le richieste costanti della parte plebea sono la cancellazione dei debiti e la distribuzione di terre ai veterani (quest’ultima troverà accoglimento solo in epoca bizantina, e probabilmente la sua soddisfazione fu determinante nel consentire a Bisanzio di sopravvivere per altri mille anni).

Quali sono gli effetti demografici di questa situazione? L’estensione del latifondo e la progressiva scomparsa della piccola proprietà contadina comportarono il passaggio dall’agricoltura intensiva all’agricoltura estensiva e alla pastorizia, cioè a una brusca diminuzione della redditività della terra per unità di superficie, oltre che a un sempre più ampio ricorso al lavoro servile, mentre i contadini espulsi dalle campagne in genere non avevano scelta se non di inurbarsi, entrare a far parte di quelle plebi urbane che vivevano perlopiù di espedienti e che gli imperatori cercavano di tenere buone dando loro “panem et circenses”.

In questo passaggio dalla campagna alla città, la fecondità delle famiglie cala bruscamente perché non c’è più l’incentivo a mettere al mondo figli che rappresentino braccia utili per il lavoro dei campi. Nel frattempo, il posto di costoro sulla terra viene preso sempre più dalla manodopera servile, ossia da un’accozzaglia di stranieri provenienti da ogni angolo del Mediterraneo.

E’ importante tenere presente anche il calo di redditività della terra, che comporta una politica di sempre nuove guerre e conquiste per procurarsi il necessario ad andare avanti. Man mano che lo stato romano si allarga includendo sempre più componenti allogene, l’elemento romano-italico si diluisce.

In età imperiale l’agricoltura italica era così poco remunerativa che il grano necessario per sfamare una popolazione crescente veniva quasi interamente dall’Africa e fu la conquista dell’Africa romana da parte dei Vandali di Genserico a determinare a tutti gli effetti il collasso dell’impero romano d’Occidente.

Che cosa i Romani stavano inglobando, cosa era entrato a far parte dello stato romano sempre meno romano? Certamente, l’inclusione di altri elementi europei, Veneti, Celti, Illiri, non poteva essere un fatto di per sé negativo, ma c’era soprattutto l’Oriente (e l’Africa del nord) “ellenistico”, che tra l’altro rappresentava le maggiori risorse economiche e il maggior peso demografico, ed è qui che il cristianesimo si incisterà per iniziare la sua diffusione.

Bisogna dire la verità su questo “ellenismo” che di “ellenico” aveva poco o nulla. Le campagne militari di Alessandro, misero nelle sue mani e in quelle dei suoi eredi l’impero persiano, la prima potenza multinazionale, di cui la Grecia-Macedonia risultava a tutti gli effetti un’appendice. Ben presto, elementi e cultura nativi avevano salito la gerarchia degli stati ellenistici, permeando facilmente il tenue velo rappresentato dall’esigua élite dei conquistatori ellenici. I centri importanti dell’ellenismo non sono in Grecia, anche Atene ha ormai un ruolo marginale, ma in Oriente, Antiochia e Alessandria.

Esiste un parallelismo tra le conquiste di Alessandro e l’espansione romana, sul quale sarebbe necessario riflettere: il passaggio improvviso o quasi improvviso dalla dimensione delle polis, delle città-stato (lo era anche Roma) all’impero universale senza praticamente passare per una dimensione intermedia di stato-nazione ritrovandosi con istituzioni che appaiono drammaticamente sottodimensionate alla nuova realtà.???

Una cosa che io trovo molto significativa, è che la lingua latina attecchì in Gallia e in Iberia, ma anche nella Dacia, l’ultima e più precaria conquista romana, ma l’unica terra in Oriente fuori da quel contesto “ellenistico” che del latino non ne voleva proprio sapere, mostrando in ciò, ma non soltanto in ciò, l’avversione e l’incompatibilità con tutto ciò che fosse autenticamente romano.

Oswald Spengler ne Il tramonto dell’Occidente ha parlato di una “civiltà arabo-magica” nascosta nell’età antica dalla presenza della civiltà classica, che sarebbe venuta allo scoperto in modo evidente soltanto con l’islam, ma che sarebbe esistita già molti secoli prima di Maometto. Personalmente, sono incline a dargli ragione, a ritenere che il mondo “ellenistico” sia stato solo annesso politicamente da Roma, ma rimaneva un mondo assolutamente non romano né romanizzabile.

Tanto per completare il quadro, poi in varie parti dell’impero esistevano i dediticii, popolazioni che si erano sottomesse spontaneamente a Roma, e ne avevano ricevuto l’equivalente di un semplice vassallatico, si amministravano con le loro leggi o le loro usanze, popoli che rimanevano avulsi dalla civiltà romana, spesso non comprendevano nemmeno il latino, e certo non avrebbero mosso un dito in favore della romanità.
Costantino con l’editto di Milano attribuì in prima battuta ai cristiani lo status di dediticii, con vari vantaggi come l’esenzione dal servizio militare.

Un sistema basato sul latifondo e il lavoro servile doveva portare per forza a un drammatico acutizzarsi delle differenze sociali e allo scollamento fra i popoli dell’impero e la classe dirigente e le istituzioni statali proprio quando la massiccia introduzione di schiavi rendeva la composizione etnica sempre più frammentata. A questo si aggiunge anche il fatto che i costi delle continue guerre (prima di conquista, poi guerre civili provocate dalla fragilità istituzionale dell’impero romano, dove la successione finiva per essere decisa dagli scontri armati fra le legioni) e del crescente, ipertrofico apparato burocratico, comportavano una fiscalità sempre più esosa.

Da qui, le frequenti rivolte contadine, dei bagaudi nelle Gallie, dei circellioni in Africa. Tra l’altro, nella rivolta africana dei circellioni (braccianti a giornata) si inserì il movimento dei donatisti (un gruppo cristiano radicale) fornendo, per così dire, il supporto ideologico, mentre la Chiesa ufficiale condannava l’eresia donatista rassicurando il potere imperiale e inaugurando un gioco delle parti che i cristiani avrebbero spesso ripetuto con consumata abilità nei secoli, mostrandosi rivoluzionari e conservatori a seconda delle circostanze, e approfittando destramente di tutte le opportunità per ingrandire il proprio potere.

Senz’altro questa situazione di crisi ha favorito a partire dal II secolo E. V. la diffusione delle cosiddette religioni soteriologiche, ossia predicanti una salvezza ultraterrena e/o consistente nella fuga dal mondo, nell’abbandono dell’interesse per la dimensione politico-sociale, della ricerca o dell’attesa di un redentore di un qualche genere.

La crisi della religione capitolina è da mettere prima di tutto in relazione con la rarefazione dell’elemento romano-italico che ne era, fuori discussione, il suo supporto naturale. All’epoca si sviluppa la “mitologia classica” ma è un’operazione letteraria realizzata appiattendo le differenze fra il pantheon capitolino e quello olimpico, e mi pare richieda anche una buona dose di scetticismo e/o un interesse puramente erudito per le credenze degli avi, e comunque riguardava solo gli strati sociali alti e acculturati.

A livello popolare, invece, si può dire “tutto fa brodo”: si riscoprono e si diffondono gli antichi culti misterici, nascono il neoplatonismo e il neopitagorismo che valorizzano i cascami mistici del pensiero di Platone e di Pitagora, ma soprattutto tanta mistica, tanto magismo orientale: il culto isiaco dall’Egitto, poi mitraismo, manicheismo, zoroastrismo, gnosticismo e chi più ne ha più ne metta.

In tutte queste tendenze emerge qualcosa che è esattamente il contrario dello spirito romano: uno spirito servile, femminile, infantile che si inginocchia davanti a una figura-feticcio per impetrare la redenzione: Iside, Orfeo o Cristo non fa molta differenza.

Il romano è a livello etico prima di tutto l’uomo in piedi davanti agli uomini e davanti agli dei, con lo sguardo sereno e il ciglio asciutto davanti alla vita e davanti alla morte. “Et facere et pati fortiter romanum est”, “Che accada quello che può, io farò quel che devo”, che non ha bisogno di essere né consolato né redento.

Non è certamente un caso che fra tutti questi culti, quello che si affermò di più nell’ambiente militare fu quello di Mithra, infatti fra di essi era probabilmente il meno svirilizzato e il meno svirilizzante; certo, non si può nemmeno fare il paragone fra esso e il culto di Cibele, “grande madre” orientale, officiato da sacerdoti castrati e vestiti da donna.

Questi culti hanno dissodato il terreno al cristianesimo, non solo perché il cristianesimo riciclerà parecchie delle loro concezioni, ma perché crearono la mentalità del “fedele” psicologicamente dipendente da una divinità-feticcio da cui si aspetta “la salvezza”.

Rispetto a tutti questi culti, il cristianesimo aveva però un vantaggio che alla lunga si rivelerà determinante: un’organizzazione gerarchica ben strutturata e ramificata, con un’efficienza “militare”, e che controllava strettamente la vita dei fedeli (E’ ben noto l’episodio di “san” Pietro che uccise o fece uccidere i coniugi Anania e Zaffira per non aver versato interamente alla comunità cristiana il ricavato della vendita di un campo).

A partire dal III secolo gli imperatori avevano ben compreso che era necessario ricostruire l’unità religiosa dell’impero, anche perché solo da essa poteva venire la legittimazione del potere imperiale. I Severi e Aureliano tentarono di instaurare un culto solare. Diocleziano mirò alla divinizzazione della stessa figura imperiale. Costantino mirò a utilizzare il cristianesimo (a cui non credeva) per il medesimo scopo.

Come è successo che questa fede nata dal tronco del messianesimo ebraico, dallo spirito di rivolta antiromano, e poi divenuta il catalizzatore di tutti i ribelli e i malcontenti, vista fin allora come un pericolo e conseguentemente perseguitata, ha finito per essere vista come la soluzione della crisi spirituale dell’impero?

Una risposta interessante e probabilmente valida, l’ha data uno studioso rumeno, Vasile Florescu. Certamente è paradossale, ma è un fatto che negli anni della Cortina di Ferro, l’anticlericalismo comunista consentiva di esprimersi su queste tematiche con maggiore libertà di quella di cui “godiamo” nel “libero” Occidente:
“Lo stato gigantesco ed eccessivamente centralizzato si trovava ad avere bisogno di un nuovo tipo di impiegato, di un impiegato che fosse maestro di calcolo e di tachigrafia e non stesse a guardare indietro verso la libertà civile perduta. Il funzionario di vecchio tipo formatosi attraverso gli studi letterari dominati dalla retorica e capace di parlare bene, citare filosofi e poeti, di pensare in fondo con maggiore profondità, non può più soddisfare le esigenze di un’epoca in cui la magistratura si trasforma in burocrazia. Tale funzionario poi, sempre per la sua formazione di vecchio stampo, tende a rimpiangere il periodo delle libertà repubblicane, e non è certo questo che può cattivare la fiducia dell’imperatore. I dirigenti cristiani si sono accorti per tempo di questa situazione.

Le dichiarazioni di fedeltà all’ordine costituito – “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” –, gli inviti rivolti agli schiavi perché restassero alle condizioni in cui si trovavano – “I padroni sono di Dio” – miravano ad uno scopo ben precisato.
L’editto del 313 che eleva il cristianesimo al rango di religione ufficiale è il risultato di un’abile infiltrazione nei quadri dell’apparato statale a livello basso e medio e, insieme, dei ripetuti, ostinati tentativi di tranquillizzare gli imperatori” (2).
In poche parole, a un sistema totalitario servono uomini totalitari, e i cristiani lo sono.
Costantino non era cristiano, sebbene presiedesse il concilio di Nicea che doveva definire i caratteri dottrinali della nuova fede che per lui era semplicemente un instrumentum regni come il culto solare per i severi e aureliano. è leggenda, probabilmente inventata, che si sia fatto battezzare sul letto di morte, o ciò può essere stato fatto quando non era più cosciente. egli però non si avvide che non ci si poteva servire del cristianesimo, ma solo servirlo.

Dopo Costantino e il tentativo di restaurazione di Giuliano, arriva Teodosio che è ormai uno strumento nelle mani dei cristiani, in particolare del vescovo sant’ Ambrogio. Questo imperatore-pupazzo che la Chiesa orientale ha addirittura canonizzato compie quello che è forse l’atto più infame di quasi due millenni di storia: l’editto di Tessalonica del 380 E. V. con il quale il cristianesimo diventa religione ufficiale dello stato romano e continua a perseguire i culti degli avi come un delitto passibile della pena di morte.

La vera cristianizzazione dell’impero comincia con Tessalonica, perché fino ad allora, nonostante tutti i fattori di crisi che abbiamo visto, non era cristiana più di un terzo della popolazione in Oriente e meno di un sesto in Occidente, e fu una “conversione” ottenuta con la più brutale delle violenze, una gigantesca operazione di stravolgimento dell’anima dei popoli dell’ecumene circum-mediterraneo che trova un paragone (debole, tra l’altro) forse solo nell’opera di sovietizzazione della Russia compiuta da Stalin.

Il terrificante supplizio a cui era stata sottoposta la povera Ipazia è stato solo un piccolo antipasto dell’orgia di violenza scatenata sotto il segno mortifero della croce: i culti pagani furono non solo proibiti, i sacerdoti e i fedeli che osavano resistere furono massacrati, i templi furono profanati trasformandoli in stalle, postriboli e chiese cristiane; gli inquisitori di Teodosio nella loro furia arrivarono addirittura a “giustiziare” bambini che avevano giocato con i frammenti delle statue degli dei abbattute.

Questa è una parte della nostra storia che gli storici ufficiali, quelli stessi che enfatizzano le persecuzioni pagane contro i cristiani si guardano bene dal raccontare.
Lo storico greco Vlasis Rasias l’ha fatto mettendoci sotto gli occhi una realtà che molti vorrebbero restasse sconosciuta, nel libro La distruzione dei templi.
Quello che segue è un estratto del libro di Rasias apparso sul sito della Congregazione degli Ellenici:
“Anno 314 – Immediatamente dopo la sua piena legalizzazione, la chiesa cristiana attacca i pagani: il concilio di Ancirra denuncia il culto della Dea Artemide.
Anno 324 – L’imperatore Costantino dichiara il cristianesimo come l’unica religione ufficiale dell’impero romano. In Didima, in Asia minore, viene saccheggiato l’oracolo del Dio Apollo e i sacerdoti pagani vengono torturati sino alla morte. I pagani vengono allontanati dal Monte Athos e sono distrutti tutti i templi greci del luogo.
Anno 326 – L’imperatore Costantino, seguendo le istruzioni di sua madre Elena, distrugge il tempio del Dio Asclepio in Aigeai, in Cilicia e molti templi della Dea Afrodite in Gerusalemme, Afaka, Mambre, Feniciea, Baalbek, ecc.
Anno 330 – L’imperatore Costantino ruba i tesori e le statue dei templi pagani della Grecia per decorare la Nuova Roma, Costantinopoli, la nuova capitale dell’impero.
Anno 335 – L’imperatore Costantino saccheggia molti templi Pagani dell’Asia Minore e della Palestina e ordina l’esecuzione per crocifissione di “tutti i maghi e indovini”. Viene martirizzato il filosofo neoplatonico Sopatrus.
Anno 341 – L’imperatore Flavio Giulio Costanzo perseguita “tutti gli indovini e gli ellenici”. Molti pagani greci sono imprigionati o giustiziati.
Anno 346 – Nuove persecuzioni su larga scala contro i pagani di Costantinopoli. Viene bandito il famoso oratore Libanius, accusato di essere un “mago”.
Anno 353 – Un decreto di Costanzo ordina la pena di morte per tutti coloro che pratichino sacrifici e idolatria.
Anno 354 – Un nuovo decreto ordina la chiusura di tutti i templi pagani. Alcuni di questi sono profanati e trasformati in bordelli o sale da gioco. Sono giustiziati molti sacerdoti pagani.
Anno 354 – Un nuovo editto di Costantino ordina la distruzione dei templi pagani e l’esecuzione di tutti gli idolatri. Primi roghi di biblioteche in varie città dell’impero. Le prime fabbriche di cemento vengono costruite vicino ai templi pagani chiusi. La gran parte delle sacre architetture dei pagani vengono ridotte a calcinacci.
Anno 357 – Costantino proibisce tutti i metodi di divinazione, compresa l’astrologia.
Anno 359 – In Skytopolis, Siria, i cristiani organizzano il primo campo di concentramento per la tortura e l”esecuzione dei pagani arrestati in qualsiasi parte dell’Impero.
Anno 361 fino al 363 – La tolleranza religiosa e la restaurazione dei culti pagani sono nuovamente dichiarate a Costantinopoli, il 1° dicembre 361, dall’imperatore Flavio Claudio Giuliano.
Anno 363 – Assassinio dell’imperatore Giuliano (26 giugno).
Anno 364 – L’imperatore Flavio ordina di bruciare la biblioteca di Antiochia.
Anno 364 – Un editto imperiale, dell’11 settembre, ordina la pena di morte per tutti i pagani che praticano il culto antico degli Dei ancestrali o praticano la divinazione (“sileat omnibus perpetuo divinandi curiositas”). Tre decreti differenti (4 febbraio, 9 settembre, 23 dicembre) ordinano la confisca di tutte le proprietà dei templi pagani, punendo con la pena di morte tutti coloro che praticano rituali pagani, inclusi quelli fatti privatamente.
Anno 365 – Un decreto imperiale, del 17 novembre, proibisce ai funzionari pagani di comandare i soldati cristiani.
Anno 370 – L’imperatore Valente ordina una tremenda persecuzione contro i pagani in tutta la parte orientale dell’Impero. Ad Antiochia si giustizia, in mezzo a molti altri pagani, l”ex governatore Fidustius e i sacerdoti Hilarius e Patricius. Si bruciano numerosi libri nelle piazze delle città dell’Impero dell’est. Si perseguitano tutti gli amici di Giuliano (Orebasius, Sallustius, Pegasius, ecc.). Viene bruciato vivo il filosofo Simonides e decapitato il filosofo Maximus.
Anno 372 – L’imperatore Valente ordina al governatore dell’Asia Minore di sterminare tutti gli ellenici e tutti i documenti relativi al loro sapere.
Anno 373 – Nuova proibizione di tutti i metodi di divinazione. Il termine “pagano” è introdotto dai cristiani per disprezzare i gentili.
Anno 375 – Si chiude il tempio del Dio Asclepio nell’Epidauro, in Grecia.
Anno 380 – Il 27 febbraio, un editto dell’imperatore Flavio Teodosio converte il cristianesimo in religione esclusiva dell’Impero Romano, proclamando: “tutte le nazioni che sono soggette alla nostra clemenza e moderazione devono continuare a praticare la religione che fu introdotta ai romani dal divino apostolo Pietro”. I non cristiani sono definiti “ripugnanti, eretici, stupidi e ciechi”. In un altro decreto Teodosio chiama “insani” tutti quelli che non credono nel Dio cristiano e proibisce discrepanze nei confronti dei dogmi della chiesa. Ambrosio, vescovo di Milano, comincia a distruggere tutti i templi della sua zona. I preti cristiani istigano e spingono il popolo a ribellarsi contro il tempio della Dea Demetra, in Eleusi e tentano di linciare i sacerdoti pagani Nestorius e Priskus. Il sacerdote pagano Nestorius mette fine ai Misteri Eleusini e annuncia la predominanza dell’oscurità mentale sopra la razza umana.
Anno 381 – Il 2 maggio, Teodosio priva di tutti i loro diritti i cristiani che tornano a praticare la religione pagana. In tutta la parte orientale dell’Impero si saccheggiano o si bruciano i templi e le biblioteche pagane. Il 21 dicembre, Teodosio proibisce anche la semplice visita ai templi ellenici. A Costantinopoli il tempio della Dea Afrodite diventa un bordello, mentre il tempio di Helios e Artemide una stalla.
Anno 382 – “Hellelu-jah”, Gloria a Yawe, si impone nelle messe cristiane.
Anno 384 – L’imperatore Teodosio ordina al prefetto pretoriano Maternus Cynegius, un devoto cristiano, di cooperare con i vescovi locali e distruggere i templi dei pagani nel nord della Grecia e in Asia Minore.
Anno 385 fino al 388 – Maternus Cynegius, animato dalla sua fanatica sposa e dal vescovo (Santo) Marcellus, percorre con le sue bande tutto il paese, sequestrando e distruggendo cento templi ellenici, santuari e altari. Tra questi fu distrutto il tempio di Odessa, il Cabeireion di Imbros, il tempio di ZEUS ad Apamea, il tempio di Apollo a Dydima e tutti i templi di Palmyra. Migliaia di innocenti pagani in tutto l”Impero vengono martirizzati nel terrificante e orribile campo di concentramento di Skythopolis.
Anno 386 – L’imperatore Teodosio proibisce, il 16 giugno, il restauro dei templi pagani saccheggiati.
Anno 388 – Per volontà di Teodosio si proibiscono i dibattiti pubblici sui temi religiosi. Il vecchio oratore Libanius spedisce una famosa Epistola “Pro Templis” a Teodosio, con la speranza che quei pochi templi ellenici rimasti vengano rispettati e risparmiati.
Anno 389 fino al 390 – Si proibiscono tutte le feste che non rientrano nei calendari cristiani. Orde di eremiti fanatici, provenienti dal deserto, invadono le città del Medio Oriente e dell’Egitto distruggendo statue, altari, biblioteche, templi e linciando i pagani. Teofilo, patriarca di Alessandria, da inizio ad una dura persecuzione contro i pagani, converte il tempio di Dionisio in una chiesa cristiana, brucia il Mithraeum della città, distrugge il tempio di Zeus e schernisce i sacerdoti pagani prima di farli lapidare, mentre la popolazione cristiana profana le immagini di culto.
Anno 391 – Il 24 febbraio, un nuovo decreto di Teodosio non solo proibì la visita ai templi pagani, ma impose anche di guardare le statue deturpate. Nuove e terribili persecuzioni per tutto l”Impero. In Alessandria i pagani, liberati dal filosofo Olympius, organizzano una rivolta e dopo alcuni scontri si rinchiudono nel tempio fortificato del Dio Seraphide (il Serapeion). Dopo un violento assedio, i cristiani prendono l’edificio, lo distruggono, bruciano la sua famosa biblioteca e profanano le immagini di culto.
Anno 392 – L’8 novembre, l’imperatore Teodosio proibisce tutti i rituali non cristiani e li chiama “superstizioni dei Gentili” (gentilicia superstitio). Nuova persecuzione su grande scala contro i pagani. I Misteri di Samotracia sono proibiti e vengono assassinati i sacerdoti pagani. A Cipro il vescovo locale (San) Epifanio e (San) Tychon distruggono quasi tutti i templi dell’isola e sterminano migliaia di pagani. I misteri locali della Dea Afrodite vengono censurati. Nell’editto di Teodosio si dichiara: “quelli che non ubbidiranno al padre Epifanio non avranno diritto di vivere in quest’isola”. I pagani si rivoltano contro l’imperatore e la Chiesa a Petra, Aeropolis, Rafia, Gaza, Baalbek e altre città del Medio Oriente.
Anno 393 – Si proibiscono i Giochi di Pythian, i Giochi di Aktia e i Giochi Olimpici considerati come parte dell’idolatria ellenica. I cristiani saccheggiano i templi di Olympia.
Anno 395 – Due nuovi decreti, del 22 luglio e del 7 Agosto, causano nuove persecuzioni contro i pagani. Rufinus, l’eunuco Primo ministro dell’imperatore Flavius Arcadius, dirige le sue orde di battezzati goti, guidati da Alarico, in Grecia. Animati dai monaci cristiani, i barbari saccheggiano e bruciano molte città (Dion, Delphi, Megara, Corinto, Pheneos, Argos, Nemea, Lycosoura, Sparta, Messene, Phigaleia, Olympia, ecc), massacrano o schiavizzano innumerevoli pagani ellenici e diroccano tutti i Templi. Bruciano il Santuario di Eleusi e bruciano vivi tutti i sacerdoti pagani, incluso il sacerdote Mithras Hilarius.
Anno 396 – Il 7 dicembre, un nuovo decreto dell’imperatore Arcadius ordina che il paganesimo sia trattato come atto di alto tradimento. Vengono incarcerati i pochi sacerdoti pagani rimasti.
Anno 397 – “Demoliteli!”. L’imperatore Flavio Arcadius ordina la demolizione di tutti i templi pagani rimasti ancora in piedi.
Anno 398 – Il Quarto Concilio Ecclesiastico di Cartagine proibisce a tutti, inclusi i vescovi cristiani, lo studio dei libri pagani. Porfirius, vescovo di Gaza, demolisce quasi tutti i templi pagani della città, eccetto nove di loro che rimangono attivi.
Anno 399 – Con un nuovo editto, del 13 giugno, l’imperatore Flavio Arcadius ordina la distruzione immediata di tutti i templi pagani principalmente nelle zone rurali.
Anno 400 – Il vescono Nicetas distrugge l’oracolo del Dio Dionisio a Vesai e battezza tutti i pagani di quell’area.
Anno 401 – A Cartagine la popolazione cristiana lincia i pagani e distrugge templi e idoli. Anche a Gaza il vescovo locale, (Santo) Porfirio, ordina ai suoi seguaci il linciaggio dei pagani e la demolizione dei nove templi rimasti attivi in città. Il quindicesimo Concilio di Calcedonia ordina la scomunica dei cristiani che mantengono buone relazioni con i loro parenti pagani.
Anno 405 – Giovanni Crisostomo invia le sue orde di monaci vestiti di grigio e armati con mazze e bastoni di ferro a distruggere gli idoli di tutte le città della Palestina.
Anno 406 – Giovanni Crisostomo raccoglie fondi con l”aiuto delle ricche mogli cristiane per finanziare la distruzione dei templi ellenici. Ad Efeso si ordina la distruzione del famoso tempio della Dea Artemide. A Salamis, a Cipro, il “Santo” Ephiphanius e Eutychius continuano la persecuzione dei pagani e la distruzione dei loro templi e santuari.
Anno 407 – Un nuovo decreto proibisce una volta per tutte gli atti di qualsiasi culto non cristiano.
Anno 408 – L’imperatore dell’Impero occidentale Onorius e l’imperatore dell’impero d’oriente Arcadius, ordinano che tutte le sculture dei templi pagani siano distrutte o confiscate, proibendo anche il possesso privato di qualsiasi scultura pagana. I vescovi locali dirigono nuove e dure persecuzioni contro i pagani e si ardono al rogo i loro libri. Si perseguitano anche i giudici che mostrano pietà per i pagani. (San) Augustine massacra centinaia di protestanti pagani a Calama, in Algeria.
Anno 409 – Ancora una volta un decreto ordina che si castighi con la pena di morte chi pratica l”astrologia e ogni altro metodo divinatorio.
Anno 415 – Ad Alessandria la popolazione cristiana, animata dal vescovo Cirillo, a pochi giorni dalla pasqua giudaico-cristiana, attacca e martirizza, tagliandone il corpo a pezzi, la famosa e bella Filosofa Hypatia (Ipazia di Alessandria). I pezzi del suo corpo, portati per le vie di Alessandria dai cristiani della città, vengono bruciati insieme ai suoi libri nella piazza chiamata Cynaron. Il 30 agosto cominciano nuove persecuzioni contro tutti i sacerdoti pagani del nord Africa, che finiscono crocifissi o bruciati vivi.
Anno 416 – L’Inquisitore Hypatius, chiamato “La spada di Dio”, stermina gli ultimi pagani di Bithynia. A Costantinopoli, il 7 dicembre, vengono dimessi tutti gli ufficiali dell’esercito, gli impiegati pubblici e i giudici non cristiani.
Anno 423 – L’imperatore Teodosio II dichiara, l”8 giugno, che la religione dei pagani non è altro che “il culto del demonio” e ordina che tutti coloro che insistono nel seguirla e nel praticarla vengano castigati con il carcere e la tortura.
Anno 429 – Viene saccheggiato il tempio della Dea Atene (Parthenon) sull’omonima Acropoli. Si perseguitano i pagani ateniensi.
Anno 435 – Il 14 novembre un nuovo editto dell’imperatore Teodosio II ordina la pena di morte per gli “eretici” e i pagani dell’Impero. Si proclama che l”unica religione legale è il cristianesimo.
Anno 438 – L’imperatore Teodosio II emette un nuovo decreto, il 31 gennaio, contro i pagani, considerando la loro “idolatria” causa della recente peste.
Anno 440 fino al 450 – I cristiani demoliscono tutti i monumenti, gli altari e i templi di Atene, Olympia e altre città greche.
Anno 448 – Teodosio II ordina che si brucino tutti i libri non cristiani.
Anno 450 – Vengono demoliti tutti i templi di Afrodite, città della Dea Afrodite, e si bruciano tutte le librerie della città che è rinominata Stavroupolis (Città della Croce).
Anno 451 – Un nuovo decreto dell’imperatore Teodosio II, del 4 novembre, riafferma che l”idolatria deve essere castigata con la morte.
Anno 457 fino al 491 – Persecuzioni sporadiche contro i pagani nella parte orientale dell’Impero. Tra i giustiziati ci sono il medico Jacobus e il filosofo Gessius. Vengono torturati e incarcerati Severianus, Herestios, Zosimus, Isidorus e altri. Il predicatore cristiano Conon e i suai seguaci sterminano gli ultimi pagani dell’isola Imbros, nel nord est del Mar Egeo. Sono giustiziati a Cipro gli ultimi adoratori di Zeus Lavranius.
Anno 482 fino al 488 – Vengono sterminati la maggior parte dei pagani dell’Asia minore, a causa di una disperata rivolta contro l”Imperatore e la Chiesa.
Anno 486 – Molti sacerdoti pagani che erano rimasti in clandestinità vengono scoperti, arrestati, scherniti, torturati e giustiziati ad Alessandria.
Anno 515 – Il battesimo diventa obbligatorio anche per quelli che si dichiarano già cristiani. L’imperatore di Costantinopoli, Anastasius, ordina il massacro dei pagani nella città araba di Zoara e la demolizione del tempio locale del Dio Theandrites.
Anno 528 – L’imperatore Jutprada (Giustiniano) proibisce i giochi olimpici sostituiti da quelli di Antiochia. Ordina l’esecuzione – tramite il rogo, la crocifissione o lo smembramento mediante artigli di ferro – di tutti coloro che praticano “la stregoneria, la divinazione, la magia o l”idolatria” e proibisce tutti gli insegnamenti dei pagani affermando: “”è una sofferenza davanti alle insane bestemmie degli ellenici”.
Anno 529 – L’imperatore Giustiniano chiude l’Accademia di Filosofia di Atene, dove aveva insegnato Platone, e confisca le sue proprietà.
Anno 532 – L’inquisitore Ioannis Asiacus, un monaco fanatico, dirige una crociata contro i pagani dell’Asia minore.
Anno 542 – L’imperatore Giustiniano permette all’inquisitore Ioannis Asiacus di convertire i pagani di Phrygia, Caria e Lydia, nell’Asia Minore. In 35 anni, 99 chiese e 12 monasteri furono edificati sopra i resti dei templi pagani distrutti.
Anno 546 – Centinaia di pagani sono condannati a morte a Costantinopoli dall’inquisitore Ionnis Asiacus.
Anno 556 – L’imperatore Giustiniano ordina al terribile inquisitore Amantius di andare ad Antiochia per arrestare, trovare e sterminare gli ultimi pagani della città e distruggere tutte le biblioteche private.
Anno 562 – Arresti di massa, torture ed esecuzioni dei pagani ellenici ad Atene, Antiochia, Palmira e Costantinopoli.
Anno 578 fino al 582 – I cristiani torturano e crocifiggono i pagani ellenici in tutta la parte orientale dell’Impero e sterminano gli ultimi pagani di Heliopolis (Baalbek).
Anno 580 – Gli inquisitori cristiani attaccano un tempio segreto di Zeus ad Antiochia. Il Sacerdote del tempio si suicida e vengono arrestati il resto dei pagani presenti. Tutti i prigionieri, incluso il vice governatore Anatolius, sono torturati e mandati a Costantinopoli per comparire in giudizio. Là vengono condannati a morte e dati in pasto ai leoni, tuttavia nel vedere che i feroci animali non erano intenzionati ad attaccare i condannati, vennero poi crocifissi. I cadaveri furono trascinati per le strade e lasciati poi senza alcun tipo di sepoltura tra le immondizie.
Anno 583 – Nuova persecuzione contro i pagani ellenici da parte dell’Imperatore Mauricius.
Anno 590 – In tutta la zona orientale dell’Impero gli “accusatori cristiani” scoprono cospirazioni pagane. Nuove tormentate torture ed esecuzioni.
Anno 692 – Il Concilio di Costantinopoli proibisce le restanti celebrazioni pagane/dionisiache come le Calende, Brumalia, Anthesteria, etc.
Anno 804 – I pagani ellenici di Mesa Mani (Cape Tainaron, Lakonia, Grecia) resistono con successo al tentativo di Tarasius, patriarca di Costantinopoli, di convertirli al cristianesimo.
Anno 850 fino all’860 – Conversione violenta degli ultimi pagani ellenici di Mesa Mani da parte dell’armeno (San) Nikon” (3).

Non solo i seguaci del “mite agnello redentore” si sono dimostrati a tutti gli effetti delle belve feroci, ma bisogna notare le ultime date di questo elenco: 850-860 E. V.: siamo a quasi un millennio dalla presunta incarnazione. Se è occorso tanto tempo, questo significa che non stiamo parlando di una dottrina che ha conquistato il mondo allora conosciuto con la “pura luce” della sua veridicità ed evidenza, ma dell’operazione di sradicamento di una cultura che ha resistito come ha potuto nonostante la ferocia fanatica dei suoi persecutori.

Dopo la caduta dell’impero romano, conseguenza diretta di questo sradicamento, la cristianizzazione dell’Europa fuori dagli antichi confini imperiali è proceduta esattamente nello stesso modo, con la violenza più spietata: le campagne carolinge contro i Sassoni, quelle dell’ordine teutonico contro gli Slavi, la crociata contro gli Albigesi e via dicendo: massacri, incendi, saccheggi, riduzione in schiavitù di intere popolazioni, sono stati questi gli argomenti più usati nei sermoni con cui l’Europa è stata convertita. Poi sono arrivati l’inquisizione, i roghi degli eretici, delle cosiddette streghe. Il cristianesimo ha conquistato il controllo dell’Europa con i metodi di un esercito invasore e l’ha mantenuto con quelli di un esercito occupante, comunque e sempre un nemico, un nemico mortale di ciò che noi siamo.

A mio parere, quindi, non c’è nessun mistero, solo una parte essenziale della nostra storia che hanno sempre cercato di nasconderci e/o di raccontarci in maniera falsata.

Fabio Calabrese

NOTE
(1) Rivolto a Silvano Lorenzoni in occasione della presentazione del suo libro “La figura mostruosa di Cristo e la convergenza dei monoteismi” di cui l’autore ha curato la presentazione
(2) Vasile Florescu: La retorica nel suo sviluppo storico, Il Mulino, Bologna 1971, pag. 65.
(3) Vlasis Rasias: La distruzione dei templi, estratto dal sito della Congregazione degli Ellenici, 13.4
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:56 pm

A onor della cronaca bisogna aggiungere che il cristianismo è più vecchio del l'islamismo di oltre 5 secoli e che per i primi 3 secoli circa, prima di diventare religione di stato, del potere imperiale romano con Costantino, la diffusione del cristianismo si è realizzata senza alcuna violenza; anzi numerosi cristiani hanno subito il martirio da parte del potere imperiale romano la cui prima vittima è stata il fondatore stesso del cristianismo Cristo, ucciso sulla croce dai romani. Soltanto dopo essere divenuto religione del potere costituito esso si è diffuso con la costrizione violenta contrariamente alla stessa dottrina cristiana del Vangelo.
Anche gli ebrei ortodossi non hanno mancato di perseguitare i cristiani sino all'omicidio come nel caso di Santo Stefano.
Diversamente, l'islam si è diffuso fin da subito con la costrizione violenta, in quanto il suo fondatore e capo religioso Maometto era anche capo politico militare delle genti arabe islamizzate.
Il cristianismo laddove è divenuto religione di stato o del potere costituito e della casta dominante, contrariamente alla dottrina del Vangelo non ha mancato di servirsi della violenza per ragioni di potere sino allo steminio di massa (di cui oggi giorno il Papa Cattolico Romano si scusa invocando il perdono);
questa contraddizione si è risolta laddove e quando la religione cristiana si è distaccata dal potere temporale.
Diversamente l'islam, che non ha nel comportamento del suo fondatore e nelle prescrizioni del suo libro sacro e dottrinale il Corano alcuna avversione e divieto assoluto all'uso della violenza costrittiva, ha mantenuto sino ad oggi l'uso di tale violenza per imporsi, per diffondersi, per vincere la concorrenza religiosa, per eliminare la concorrenza stessa e realizzare il monopolio religioso in molti paesi del mondo dove è divenuto religione del potere costituito e della casta dominante. ...
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:56 pm

Le cosidette tre religioni monoteistiche: ebraismo, cristianismo, islamismo traggono tutte origine dalle "ideologie religiose" dell'area mesopotamica con le sue radici preistoriche anche accadiche e sumere.

Il cristianismo è una variante eretica dell'ebraismo, il cui fondatore ebreo Cristo è considerato il Messia figlio di Dio e Dio dai suoi seguaci o fedeli.
L'islamismo invece è una variante religiosa parallela all'ebraismo: gli ebrei si fanno discendere da Abramo attraverso il suo figlio legittimo Isacco (madre Sara) e i mussulmani fanno discendere certe tradizioni sempre da Abramo attraverso il suo figlio primogenito ma illegittimo Ismaele (madre Agar).

Personalmente come autoctono o indigeno europeo, non mi sento particolarmente attratto da queste storie
Però la storia è storia e le "origini" degli europei non risiedono in quelle ebraiche e arabe anche se comuni sono le radici paleolitiche africane con le successive parziali rimescole mesolitiche, neolitiche, eneolitiche, del bronzo, del ferro e del I millennio d.C..
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:57 pm

Certamente una grande differenza tra il cristianismo delle origini e l'islam delle origini è la modalità della loro diffusione:
il cristianismo si è diffuso attraverso la parola degli apostoli e dei discepoli, l'islamismo si è diffuso attraverso la spada dei capi religiosi-politico-militari e dei loro eserciti.


Persecusion dei cristiani, dei pagani, de łi ebrei, dei musulmani, de łi atei e de łi apostati, de łi raxianti (ereteghi), dei coki.
viewtopic.php?f=24&t=1331
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:57 pm

Un esempio di espansione violenta per fini politici del cristianismo in Europa è quella condotta da Carlo Magno in area sassone.
I sacerdoti pagani sassoni che non si convertivano al cristianismo venivano messi a morte per annegamento legandoli al fondo della laguna durante la bassa marea che crescendo li sommergeva.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Magno

Campagna contro i Sassoni
Carlo Magno sottomette Vitughindo.
I sassoni erano una popolazione di origine germanica abitante nella zona a nord-est dell’Austrasia, oltre il Reno, nei bassi bacini del Weser e dell’Elba.

Erano rimasti di credo pagano ed erano guerrieri arditi ed irrequieti; gli stessi Imperatori romani avevano cercato inutilmente di assoggettarli come federati. Pipino il Breve era riuscito a contenerne la sete di saccheggio e ad imporre loro un tributo annuo di alcune centinaia di cavalli. Nel 772 però rifiutarono il pagamento e ciò consentì a Carlo Magno di procedere all’invasione della Sassonia. La campagna di Sassonia venne sospesa durante l’invasione dell’Italia per essere ripresa con maggior vigore dopo il 774. L’esercito carolingio oltrepassò il Reno e, puntando verso nord, riuscì a sconfiggerli a più riprese e a distruggere l’irminsul, l’idolo pagano di questo popolo.

Nel 780 una nuova ribellione scoppiò nella regione e Carlo Magno, impegnato in Spagna nell’assedio di Saragozza, dovette accorrere in Sassonia per poter aver ragione dei rivoltosi. La zona venne smembrata in contee e ducati, che precedettero l’evangelizzazione della popolazione. I Sassoni, riuscirono in seguito a riunificare le varie tribù sotto la reggenza di Vitichindo, che fu la vera e propria anima della resistenza. Nel corso del 785, la conquista procedette in modi sempre più repressivi, con la conversione forzata e la dispersione del popolo soppressione di intere tribù a migrazione forzata.
Lo stesso Carlo promulgò uno statuto d’occupazione chiamato Capitolare Sassone riassunto nella formula: Cristianesimo o morte”. Molti Sassoni vennero giustiziati e lo stesso Vitughindo venne battezzato. Creando fedeli in Cristo, Carlo Magno otteneva lo scopo di far nascere anche sudditi sottoposti al governatorato carolingio, che aveva come centri amministrativi diocesi e abbazie.

Nel 790 la rivolta dei Sassoni assunse i contorni di una vera e propria sommossa popolare. Carlo Magno la soppresse sul nascere, attuando la deportazione di migliaia di contadini sassoni in Austrasia e rimpolpando la regione di sudditi franchi.

Quando l’Imperatore ordinò l’ultima deportazione nel 804, oramai la Sassonia costituiva uno Stato importante nell’ambito del dominio franco. Rappresentò poi il cuore della futura Germania.

http://it.wikipedia.org/wiki/V%C3%B6lva
http://it.wikipedia.org/wiki/Olaf_I_di_Norvegia

Immagine
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Re: Ouropa e Ixlam entel Mexoevo, sciarimenti e ociàde

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2015 6:58 pm

Da ricordare come nell'Europa dell'Alto Medioevo, per 2/3 cristianizzata, fosse ammessa la riduzione in schiavitù degli europei non cristiani come gli slavi/sclaveni dal cui nome derivano le voci "schiavo (it), sciavo (ven), ciào (ven).


Xlavi-s'ciavi co i veneti e łi ebrei ?
viewtopic.php?f=149&t=634


Calke noda so ła s’ciavedù medhoeval:

I secoli degli schiavi slavi
http://www.centrostudilaruna.it/i-secol ... slavi.html
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