Bota e risposta co na ebrea tałiana:CESARE ROVIGHI, L'EBREO MODENESE EROE DEL RISORGIMENTO | di Riccardo Ghezzi
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 7205774641 Ebrei e Risorgimento: un connubio che non è mai stato evidenziato come meriterebbe. La partecipazione degli ebrei italiani alla causa del Risorgimento è infatti stata totale e il contributo di sangue particolarmente rilevante, avendo essi combattuto nelle guerre di indipendenza con un fervore non usuale per quella che era considerata “una minoranza”.
Uno di questi è Cesare Rovighi, ebreo modenese, tra gli uomini con più decorazioni di tutto il Risorgimento, ferito in battaglia a Solferino. Amico personale di Giuseppe Garibaldi, da giovane è stato uno dei cinque insorti che si sono recati di persona dal tirannico duca di Modena Francesco IV (1779-1846) per chiedergli una Costituzione liberale.
Scrive Gina Formiggini nel suo documentato libro Stella d’Italia Stella di David (edizioni Mursia), a pagina 27: "...Insieme ad altri quattro volenterosi aveva avuto il coraggio di recarsi personalmente dal duca di Modena Francesco IV per chiedergli la Costituzione: questo gesto gli sarebbe valso il capestro, se non fosse subito fuggito all’estero. L’episodio è inciso nella lapide apposta nel Palazzo Reale di Modena, ora sede della Scuola Militare, ove lo stesso Rovighi insegnò arte e storia militare col grado di colonnello..."
Medico oltre che soldato, ufficiale onorario del re, ha ricoperto numerosi incarichi pubblici. Dopo l’unità d’Italia, come medico volontario, si è speso per curare le persone afflitte da colera andando in Basilicata durante la quarta epidemia, nel 1866.
La sua giubba da combattimento è conservata all’interno del Museo del Risorgimento di Modena: ancora visibile lo squarcio provocato dalla pallottola che l’ha ferito a Solferino nel 1859...
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http://www.linformale.eu/cesare-rovighi ... sorgimento ComentiAlberto Pento Io come veneto non amo certo il cosidetto "risorgimento" italiano che in realtà è stato più un "mortamento"; a noi veneti lo stato italiano ha portato soltanto miseria e diaspora post unitaria, degrado morale (l'Italia è il paese più corrotto dell'occidente si pensi soltanto ai casi romani come quello di Mastrapasqua), mancanza di libertà e di vera democrazia (vedasi la casta e la sua costituzione), distruzione e morte (si pensi alla prima guerra mondiale combattuta in Veneto tradendo e aggredendo l'Austria per rubarle terre mai state italiane e si pensi alla seconda guerra mondiale con l'invasione della Jugoslavia e il maltrattamento degli slavi che hanno provocato le foibe e l'esodo dei veneti istriani). Io vorrei essere indipendente dallo stato italiano in un'Europa federale come la Svizzera. Gli ebrei d'Italia hanno sempre Israele come rifugio, male che vada; mentre noi veneti abbiamo soltanto la nostra terra veneta che per noi è come Israele per gli ebrei. Io per l'Italia non darei mai la vita ma per il mio Veneto sì. Se mi chiamano italiano mi offendo, perché io sono veneto e della cittadinanza italiana ne farei volentieri a meno. Noi veneti siamo figli della nostra storia e dell'Europa non certo figli di Roma e della lupa. La mia Patria non è l'Italia e il mio Israele è il Veneto.
Myriam Anav ła ga respoto al me comento:storicamente senza senso: forse sarebbe il caso di rileggere "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", che si aprono all'indomani di Campoformio. "Il sacrificio della PATRIA NOSTRA è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli sventurati? E noi, purtroppo, noi stessi ITALIANI ci laviamo le mani nel sangue degl'ITALIANI. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da' pochi uomini, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri". Ugo Foscolo: un grande!
Alberto Pento a Myriam Anav L'idea "italiana" che raccolse l'adesione di una minoranza di giovani intellettuali della penisola, fu mal composta, mal combinata, mal ideata e ancor peggio condotta; ciò è ben evidente alla luce del suo sviluppo nella realtà della storia dove appaiono tutte le sue pecche, le sue miserie, le sue inadeguatezze a cominciare dai fondamenti mitologici classici greco-romani ... i suoi frutti insani li abbiamo sotto gli occhi tutti giorni. L'aristocrazia veneziana ha avuto grosse responsabilità nel non aver saputo aprirsi alla società dell'entroterra veneto coinvolgendola nella sovranità della Repubblica Veneta a dominio veneziano, come aveva fatto l'aristocrazia inglese nel XVII° secolo con la sua borghesia; se l'avesse fatto per tempo Napoleone non avrebbe mai potuto mettere il suo piede militare nella terra veneta e nemmeno i Savoia. La storia europea avrebbe preso una piega diversa.
Myriam Anav ła ga scrito:non condivido nulla di quanto scrive. Siamo su due linee di pensiero opposte. Io ho da opporle Foscolo, Carducci, Manzoni, Garibaldi, Leopardi, e potrei continuare. Lei chi ha da oppormi? Qualche razzista antimeridionale incapace di parlare in corretto italiano che invoca Cattaneo (questo sì un grand'uomo) senza neanche sapere chi sia (tra parentesi, e giusto per non essere OT: anche Cattaneo si battè contro le interdizioni degli israeliti). Cosa siano, poi, le " inadeguatezze a cominciare dai fondamenti mitologici classici greco-romani" lo sa solo lei: se rilegge la frase vedrà che non ha senso alcuno. Se poi ce l'ha con la cultura greco-latina è un problema suo. Ma grave, visto che tale Tito Livio era delle sue parti. E grave, visto che sulla latinità si fonda la cultura italiana. Mi spiace, ma questa storia modello "liga veneta" non ha nulla da insegnare a nessuno, proprio perché fatta da gente che di storia non sa proprio nulla. Interrompo la conversazione, anche perché OT. Come le dicevo, mi sembra che lei, verso gli italiani, sia quello che Shlomo Sand è verso la storia ebraica
Alberto Pento el ga resposto:Una rispostina veloce su di un punto: mi pare che la "cultura" latina e romana sia stata un grosso problema per gli ebrei o giudei e per Israele. Lo è stata sia come impero romano sia come cristianismo cattolico romano. Le risponderò, sul resto, con più calma anche se non lo meriterebbe perché dalle sue parole emerge un'atteggiamento poco rispettoso, castuale ed arrogante. Le ricordo che lo stato italiano esiste da poco più di 150 anni mentre i veneti nel Veneto esistono da almeno 3mila anni, più o meno come gli ebrei in Israele.
Lei ha una concezione castuale della società e della storia. Vede, l'umanità dell'area italica e veneta nella sua complessità non è riassumibile da 5 o 10 scrittori, intellettuali, avventurieri ... L'idea che la "cultura" abbia fondamenta greco-romane è un'idea stolta perché la cultura accompagna l'uomo fin dalla sua origine, come il diritto e la spiritualità. Il mito di Roma e dell'Italia romana sta alla base dell'idea nazionale italiana, coltivata da tanti intellettuali e ha generato l'idea di un ritorno imperiale e il fascismo; il centralismo romano con le sue caste e la sua corruzione; a cui si può aggiungere l'imperialismo cristiano cattolico romano.
Alberto Pento a Myriam Anav
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Come "essere umano veneto" pretendo da lei lo stesso rispetto, la stessa considerazione, lo stesso riguardo che lei si aspetta o chiede o pretende per gli ebrei o israeliti dell'Italia, del mondo e di Israele.
Se essere ebreo è una condizione umana, antropologica, culturale, religiosa, storica ed etnica, lo è anche l'essere veneto, perché anche i veneti sono uomini come gli ebrei, con una loro tradizione, una loro particolare cultura, una loro religiosità, una loro identità storica e linguistica e con tutte le loro specificità antropologiche.
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I veneti come gli ebrei hanno la loro storia ed è una storia lunga che comprende vari periodi tra cui quello "latino e romano" che è durato circa 650 anni, preceduto dai periodi preistorici palafitticoli, terramaricoli, castricoli durati circa 2/3mila anni, a cui è seguito il periodo protostorico venetico estiano-halstattiano-lateniano durato circa 700 anni;
per i veneti di terra, successivamente a quello romano, vi è stato il lungo periodo germanico medioevale durato circa 930 anni, caratterizzato dall'egemonia dei migranti germani con i loro ducati, regni e imperi e il periodo delle autonomie e delle democrazie aristocratiche e borghesi comunali;
per i veneti lagunari invece vi sono stati circa 3 secoli bizantini e poi l'autonoma comunale e l'indipendenza repubblicana a sovranità aristocratica, durata circa 900 anni a cui poi hanno partecipato come sudditi anche i veneti di terra per circa 400 anni;
poi abbiamo avuto i brevi e tristi periodi francesi; e quello un pò più lungo autriaco durato circa 50 anni;
da ultimo abbiamo il periodo italico che dura da circa 150 anni con tutte le sue disgrazie: diaspora, guerra, degrado civile e morale, sfruttamento eonomico, disprezzo sistematico per la nostra identità e lingua.
Come si può notare da questa sintetica periodizzazione espressa alla buona, le genti venete non nascono e non prendono forma come cultura e identità nel periodo romano-latino ma manifestano anche in questo periodo la loro identità, pur partecipando variamente alla "romanità con la sua italicità e latinità" e Tito Livio, storico e letterato veneto aristocratico di Padova lo testimonia ampiamente nella sua Storia di Roma. Queste diverse periodizzazioni con le rispettive influenze etnico-linguistiche segnalano la complessità culturale con una pluralità di radici e di tradizioni delle genti venete.
Poi il periodo romano (detto anche classico) finisce e ne succede un'altro più lungo e non meno importante, quello germanico comunemente detto medioevo, durato circa 900 anni, dalla fine dell'impero romano d'occidente e inizio dei regni germanici a quando le città dell'entroterra veneto si danno a Venezia.
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Per moltissimi secoli prima dello sviluppo e delle scoperte dell'archeologia moderna, i popoli dell'area italica o meglio i dotti di questi popoli, in mancanza di altre fonti, a parte alcune leggende e miti popolari, hanno assunto la storia di Roma e della Grecia come storia propria e comune anche del loro passato, a cui poi si è aggiunta la storia degli ebrei con la Bibbia e i vangeli.
Questi dotti hanno assunto i testi letterari greco-romani in lingua greca e latina, detti anche classici come racconto e fondamento della loro cultura, delle loro storie, delle loro tradizioni, della loro lingua, assumendone financo la mitologia; persino l'etimologia di gran parte dei toponimi e degli idronimi viene arbitrariamente e assurdamente fatta risalire al mondo greco-romano: Asolo (Acelum) da Acelo/Akelos Άϰελος o Acella, nome d'un figlio che Eracle, oppure Lusiana da Lucus Dianae o bosco di Diana ... così anche alcuni parenti di Ugo Foscolo si davano improbabili origini romane dalla gens Aurelia.
Tutto ciò è un portato sia della diffusa ignoranza e scarsa conoscenza che dell'ideologia politico sociale.
Poi sono arrivate le scoperte archeologiche con le attestazioni linguistiche, culturali, tecnologiche e il mondo della preistoria e della storia ha incominciato ad assumere delle sembianze più vicine a quelle vere e reali di ogni area etno-geografica. A ciò, vanno aggiunte le scoperte genetiche.
Si è capito che tutte le lingue, le culture, le tradizioni, il diritto, la tecnologia, delle genti dell'area italica e dell'Europa romanza non sono nate con i greci e i romani e che non sono un portato della conquista e della colonizazzione imperiale romana. In altre parole la civiltà umana, giuridica, linguistica, culturale, tecnologica, scientifica, dell'Europa non nasce con i greci e con i romani.
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Anche la spiritualità ha seguito lo stesso andamento con l'assunzione, l'integrazione o sostituzione di dei, miti, credenze con quelle greco-romane sino all'assunzione dell'eresia ebraica del cristianismo con il suo sincretismo, che ha pressoché soppiantato (anche con l'imposizione violenta) la spiritualità "pagana" precedente e che permane tutt'ora.
Si pensi alla Bibbia, il libro storico e sacro degli ebrei che per secoli è stato assunto come verità sull'origine e la cronologia dell'universo, da poco sostituita con l'evoluzionismo.
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Alle chiacchere dei suoi campioni ed eroi italianisti e letterati in lingua italiana non ho bisogno di opporre alcunché di altrettanto "altisonante e pretenzioso", a me basta e avanza la semplice e umile realtà delle cose, la soppesatura del bene e del male che l'idea "patriottica italiana" ha prodotto, portato, generato lungo questi ultimi due secoli per le genti dell'area italica ed in particolare per le genti venete; il resto sono vane chiacchere.
Per me la cultura o coultura è l'esperienza del saper vivere, del saper stare al mondo assieme agli altri uomini facendosi più del bene che del male, compreso la coltivazione dei campi e l'allevamento del bestiame; quella delle arti e delle lettere non è che una parte della cultura e nemmeno la più importante. Il razzismo incomincia e si manifesta con la discriminazione sociale, etnica, linguistica, religiosa e basta un nonnulla per diventare ed essere razzisti, basta negare agli ebrei il diritto a Israele e ai veneti il diritto al Veneto e alle loro peculiarità etniche, linguistiche, culturali e al loro sacro diritto all'autodetermonazione che rientra come fondamento nei Diritti Umani Universali. Non capisco perché agli ebrei italici si riconosce il diritto alla loro ebraicità che è cultura, tradizione, costume e religiosità nonché il loro diritto ad avere anche la cittadinanza israeliana mente ai veneti si debba negare la loro veneticità e la loro cittadinanza veneta in Veneto che è la loro terra come Israele è la terra degli ebrei o giudei.
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Italianità o identità italiana, verità, falsita, mito e retorica
La Patria del veneto Jacopo Ortis e dello stesso Foscolo, non è l'Italia ma la Venezia; questo povero giovane veneto, del romanzo, era divenuto un'ufficiale dell'esercito napoleonico e aveva ingenuamente creduto che il suo invincibile Napoleone fosse il liberatore democratico della sua Patria Veneta e che fosse giunto per liberare i veneti dalla vecchia aristocrazia repubblicana ma non democratica di Venezia, invece il suo eroe francese si è rivelato molto ma molto peggio della vecchia aristocrazia veneziana; un male infinitamente peggiore del male che si sperava di curare.
Anche l'unità politica italiana, costruita attorno alla volontà egemonica del Regno di Sardegna e del Piemonte dei Savoia, ingenuamente si credette un'operazione che avrebbe portato l'area italica e le sue genti ad una condizione di indipendenza, di libertà politica, di progresso civile ed economico, una specie di paradiso in terra, mentre fu un'operazione dello stessa stregua di quella compiuta da Napoleone cedendo il Veneto all'Austria che comportò un ulteriore e generale immiserimento della terra veneta, la più estesa diaspora delle genti venete, un profondo degrado morale e civile che assunse dimensioni immani e tragiche con la I guerra mondiale che rase al suolo il Veneto.
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Si pensi soltanto all'Inno di Mameli (che sintetizza gli ideali del cosidetto "risorgimento italiano"), si pensi al suo orrendo e mostruoso testo, violento, etno-razzista, con il suo falso mito romano: secondo cui i romani furono il popolo migliore del mondo con la sua storica missione imperiale civilizzatrice, contrapposto al resto dell'Europa e del mondo costituito da barbari, incivili, gente inferiore e primitiva da dover essere conquistata, sottomessa e civilizzata (e la storia ci racconta che anche gli ebrei e Israele furono considerati tali e che subirono il trattamento romano completo affinchè la loro umanità diventasse migliore e degna ?).
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Non ho letto né ascoltato alcunché di Shlomo Sand;
https://it.wikipedia.org/wiki/Shlomo_Sand però credo sia sotto gli occhi di tutti che etnicamente il popolo ebraico dell'odierno Israele è ben diverso da quello delle protostoriche tribù che seguirono Mosè abbandonando l'Egitto; la diaspora ebraica ha fatto sì che gli ebrei dispersisi nel mondo si siano mescolati a non ebrei e che altri non ebrei abbiano assunto per induzione/conversione la religione e la cultura ebraiche; allargando e variando così, lungo i millenni, la base etnica degli israeliani.
Credo che il paragone tra me e Shlomo Sand non sia appropriato perché non vi è corrispondenza tra lo stato d'Israele a base etnico-religiosa e lo stato italiano a base inter etnica dove si negano le identità dei vari popoli per affermare un'identità italiana artefatta e inesistente più letteraria che altro. La lingua italiana si parla anche nel cantone svizzero del Ticino e non è la lingua naturale e storica di alcun popolo o regione italiana ma soltanto la seconda lingua. La cultura e la tradizione ebraica della Bibbia o Tanakh, della Torah, del Talmud e del Midrash non sono paragonabili ai testi letterari profani dei suoi campioni ed eroi: Foscolo, Carducci, Manzoni, Leopardi come Garibaldi e Cavour non sono paragonabili a Mosè.
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Negare il male fatto nel cosidetto "risorgimento italiano" e la sua pochezza e incoerenza ideologica è come negare la Shoah.