La Lega e il Movimento 5 Stelle spaccati sulla questione palestinese
Roberto Vivaldelli
23 novembre 2018
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Quale sarà la politica del governo “giallo-verde” nei confronti della questione palestinese? “Il principio dei due Stati è il principio guida per la soluzione del conflitto israelo-palestinese” ha affermato lo scorso luglio Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. La sponda strategica che il governo del cambiamento cerca negli Stati Uniti e nel presidente Donald Trump potrebbe far presupporre che l’esecutivo sposi ciecamente la visione “trumpista” del Medio Oriente, che vede nell’Arabia Saudita e soprattutto in Israele due alleati irrinunciabili. È davvero così? Al momento la strategia non è chiarissima e pare che la nostra diplomazia su questa partita prediliga la prudenza e la continuità rispetto alla volubilità dell’alleato americano.
Cinque Stelle e Hamas?
Se tra i due alleati di governo la Lega appare la forza politica decisamente più legata agli interessi di Israele, alcune frange del Movimento Cinque Stelle sembrano altresì prediligere il dialogo con i palestinesi e in particolare con Hamas e le associazioni dei Palestinesi in Italia. Come riporta La Stampa, infatti, sulla pagina Facebook di Mohammad Hannoun, architetto giordano di origine palestinese residente da tempo nel nostro Paese e fondatore dell’ Abspp di Genova (Associazione Benefica di Solidarietà con il popolo palestinese), è comparsa una fotografia dello stesso Hannoun in Parlamento in compagnia del deputato di Liberi e Uguali Stefano Fassina e del 5Stelle Luca Frusone, attualmente in forze alla Commissione Difesa. Hannoun, considerato vicino ad Hamas, è presidente dell’Api – Associazione dei Palestinesi in Italia.
Le attività filo-palestinesi dei cinque stelle
“Ci siamo incontrati per caso, Hannoun stava parlando con Fassina e sedeva sul divanetto accanto a quello dove io conversavo con un giornalista, ho riconosciuto il suo assistente Sulaiman Hajiazi e ci siamo fatti una foto che non sapevo neppure sarebbe stata poi pubblicata” ha spiegato Luca Frusone a La Stampa, sottolineando che si trattava di un incontro casuale e null’altro, rimarcando che “non ci sono rapporti con l’ Abspp” e non e “c’ è vicinanza” con quest’ultima. Al netto delle smentite, però, rimane il fatto che Manlio Di Stefano, oggi alla Farnesina nel ruolo di Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, è stato relatore al XVIII Festival della Solidarietà con il Popolo Palestinese – invitato proprio da Hannoun.
Nel 2017, Di Stefano aveva inoltre definito un “abominio” la legge israeliana che legalizzava le colone in Cisgiordania: “Il messaggio che Israele rivolge al mondo è che continuerà con le sue politiche di occupazione, di insediamento e guerra” osservò. Nel 2013, Alessandro Di Battista si era speso in aula in memoria di Vittorio Arrigoni, l’attivista filo-palestinese rapito e ucciso dai terroristi il 15 aprile 2011 nella Striscia di Gaza.
La Lega e Israele
Sull’argomento, le visioni in casa Lega sono diametralmente opposte a quelle dei cinque stelle. Intervistato da Formiche.net lo scorso maggio, Guglielmo Picchi, deputato della Lega, consigliere di Matteo Salvini per la politica estera nonché animatore del Centro Studi Machiavelli, si era espresso chiaramente nella contesta fra Iran e Israele a favore di quest’ultimo: “Israele va difesa perché è il baluardo dell’Occidente in un mondo dove la democrazia, la libertà religiosa e i diritti umani sono sempre meno presenti. Non c’è teocrazia né interessi economici che ci possano far rinnegare i nostri valori. Troveremo il modo per rimanere vicini alla comunità internazionale e per non far soffrire le nostre aziende in Iran”.
La vicinanza del partito di Matteo Salvini a Tel-Aviv è riscontrabile anche nelle parole espresse dal leader in un’intervista dello scorso luglio rilasciata al Washington Post. Di Donald Trump, ha affermato il ministro dell’Interno, “apprezzo il fatto che abbia seguito ciò che ha promesso agli elettori, come ha fatto con il riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Una decisione su cui sono pienamente d’accordo”. Dichiarazioni che fecero infuriare proprio Di Stefano: “La sede della ambasciate italiane nel mondo è competenza della Farnesina – scrisse – e questa, oggi, è una buona notizia per chi crede nel processo di pace in Medio Oriente, nel diritto internazionale e nelle risoluzioni Onu. Gerusalemme è capitale dei due Stati, nessun dubbio a riguardo”.
Da non dimenticare poi che la Lega ha da poco aderito a The Movement, il movimento populista “anti-Soros” fondato da Steve Bannon e che vede fra i suoi fondatori anche Mischaël Modrikamen, leader del Partito popolare belga e grande sostenitore di Israele. Almeno per ciò che riguarda Israele e Palestina, insomma, la convivenza fra Movimento Cinque Stelle e Lega appare decisamente complicata e contraddittoria. Contratto di governo o meno.