Vittorio Feltri, il feroce ritratto di Luigi Di Maio: da Galileo a Giggino, un drammatico segnale di decadenza
5 Aprile 2018
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... giamo.html
C' è qualcosa di tragico nel nostro glorioso Paese, che ha dato i natali a uomini illustri i quali hanno inventato e scoperto cose tali da aver cambiato il mondo. Citiamone alcune tanto per chiarirci le idee: la radio, il telefono, il motore a scoppio, la pila elettrica, la lampadina, il pianoforte, l' elicottero, il telescopio, i raggi X e i veicoli spaziali, l' anestesia, la bussola e il giornale, la macchina per scrivere. Mi fermo per non tediarvi. Ripeto. Come è possibile che una terra tanto generosa e produttrice di autentici geni sia oggi in balìa di un ragazzotto senza arte né parte quale Luigi Di Maio, dalle cui labbra pendono ora 60 milioni di connazionali, parecchi dei quali, completamente fuori di senno, lo hanno votato nelle ultime elezioni svoltesi il 4 marzo scorso?
Più che un mistero è una burla oppure la certificazione del fatto che gli italiani si sono collettivamente rimbambiti. Sfoglio i giornali e leggo decine di articoli dedicati al trentunenne leader del Movimento 5 Stelle, preso sul serio da fior di commentatori, trattato come un grande politico degno di decidere i destini della patria. Trasecolo e rabbrividisco. Un signor nessuno che non ha studiato con profitto (commette errori marchiani di grammatica e di geografia), non ha mai lavorato, si è fatto immeritatamente mantenere da mamma e papà, è salito sul podio e, tronfio e pettoruto, detta legge a destra e a manca con una sfacciataggine che rasenta l' impudicizia. E il bello, si fa per dire, è che la maggioranza dei parlamentari lo considera un interlocutore quasi fosse Quintino Sella o Alcide De Gasperi.
Vero, nel peggio non c' è fondo e non si finisce mai di precipitare in basso, ma non avrei immaginato si potesse raggiungere questo abisso. Di Maio padrone della scena è un insulto ai nostri avi e ai contemporanei, che, per quanto stanchi di certi tribuni del popolazzo, non debbono subire un' onta simile che li squalifica e li rende ridicoli, marionette prive di dignità oltre che di amor proprio. Ancora ieri, e di sicuro pure oggi, la stampa si occupa di questo fighetto presuntuoso costantemente sulla scena senza un motivo valido.
D' accordo, il Movimento 5 Stelle ha raccattato un monte di voti specialmente al Sud, illuso di essere assistito grazie alla boutade del reddito di cittadinanza, cioè una sorta di stipendio assegnato a chi, anziché lavorare, si gratta il ventre. Però la circostanza che il partito in questione si sia affidato a un personaggetto incolore, privo di spessore, adatto sì e no a guidare il tram, altro che il Paese, trasforma la nostra politica in una pochade, un' operetta da quattro soldi.
Pulcinella è simpatico e arguto, tuttavia non può essere uno statista. Noi siamo riusciti nell'impresa di farlo apparire un pretendente legittimo al ruolo di presidente del Consiglio. Non ci rendiamo conto che il Parlamento è un luogo teoricamente importante e bisognoso di rispetto; e lo abbiamo declassato a bettola piena di mediocri, sciurette e nullafacenti, assemblea inidonea ad esprimere un protagonista provveduto e culturalmente attrezzato onde assumersi la responsabilità di gestire la cosa pubblica. Siamo al Di Maio dixit. Vergogniamoci, almeno, se non abbiamo il coraggio di sparare, metaforicamente, si intende, a chi ci ha trascinato così in basso.
Il fenomeno Luigino va studiato, sottoposto ad esami clinici per capire perché egli abbia sedotto una folla di terroni e vari fessi settentrionali ex comunisti dall' encefalogramma piatto. Una nazione degradata al punto da essere passata dalla magnificenza di uomini illustri alla bassezza di nani inguardabili del tipo di Luigino La Qualunque va analizzata al microscopio.
Chi è mentalmente normale non deve accettare che la Patria sia umiliata in questa maniera: consegnarsi nelle mani di un omuncolo insignificante quale il caporale Di Maio comporta il rischio di entrare nella storia dalla porta della barzelletta. Rifiutiamo di considerare costui una controparte; piuttosto andiamocene a casa, restiamo senza governo, arrangiamoci a campare alla carlona, mandando al diavolo chiunque miri a sfotterci spacciando la propria ignoranza crassa per perizia.
Date a Luigino un posto sicuro come fattorino nella pubblica amministrazione, ma toglietecelo dalle palle politiche. Abbiamo bisogno non di volti nuovi bensì di vecchi saggi.
Meglio Pier Ferdinando Casini di un qualsiasi grillino esaltato. Se non altro la Dc era presentabile, mentre gli avventurieri alla Di Maio sono imbarazzanti. Abbiamo in passato scherzato su Andreotti, Berlinguer, Forlani, Cossiga e Craxi, e ci tocca pentirci. Ridateci Casini. Non ne abbiamo altri che ci rassicurino. Infine ricordiamoci: passare da Leonardo Da Vinci, da Guglielmo Marconi, da Enrico Fermi, da Galileo Galilei, da Meucci, da Rubbia e Olivetti a Di Maio è una offesa sanguinosa e intollerabile. Riconquistiamo un minimo di dignità.
Gino Quarelo
Questa volta non sono d'accordo con Feltri. Non si confondano gli scienziati e i buoni ricercatori con i politicanti, i fanfaroni, i parassisti, gli irresponsabili, i ladri e le caste italiche immonde in genere. Quelli che ci hanno governato fin'ora anche se laureati o diplomati, oppure con una lunga carriera politica alle spalle; avvocati, giudici, giornalisti, economisti, professori, filosofi, storici, teologi, credenti, atei, attori, cantanti, scienziati, architetti, chirurghi, grandi imprenditori, industriali, banchieri, finanzieri, hanno portato l'Italia nel baratro, ad essere il paese peggiore dell'occidente, peggio di loro non vi può essere altro, il fondo l'abbiamo già toccato da un pezzo. Per me è molto peggio essere derubato e maltrattato da un cosidetto "uomo di cultura e di alta civiltà" che da uno ritenuto incolto e civilmente inconsistente.
Alessandro Sallusti violentissimo contro il grillino Toninelli: "Scimpanzè, che razza di cretino sei?"
7 Aprile 2018
http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... tino-.html
"Siamo pronti a tutto, meno che a loro. Sono troppo per noi, troppo mediocri, troppo ignoranti, troppo invidiosi". Il finale dell'editoriale di Alessandro Sallusti sul Giornale è violento, ma mai quanto alcuni passaggi all'interno del commento del direttore. "Loro" sono i due capigruppo grillini alla Camera e al Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. Sallusti li ha visti ospiti di Porta a porta e li ha subito bollati: "Lo strano duo tipo Gianni e Pinotto".
A colpirlo è stato soprattutto Toninelli. "È arrivato a dire che non c'è nessuna possibilità di allearsi con Forza Italia perché siamo geneticamente diversi, abbiamo altri geni rispetto a Berlusconi e i suoi". "Se per geni - ribatte caustico Sallusti -intendiamo i talenti, non c'è dubbio che l'impiegato (questo faceva nella vita) Toninelli non abbia quelli del Cavaliere. E a ben guardarlo, Toninelli appare in effetti geneticamente diverso". E giù botte: "Nell'aspetto e nella postura ricorda, più che l'homo sapiens, un pan troglodytes, nota razza di scimpanzè che in natura, a differenza sua, non porta gli occhiali". Tutto questo si traduce, in politica, in "scimmioni che ragionano politicamente di razze". "Scusate la franchezza - conclude con una domanda (retorica) -, ma che «razza» di cretino è questo Toninelli che si crede «geneticamente superiore» a Silvio Berlusconi e a tutti noi? Quante ne dobbiamo ancora sentire prima che il Paese si renda conto in che «razza» di mani potrebbe finire?".
Mattia Feltri
Di Maio 1: «Il Movimento è nato in reazione al Pd, al loro modo di fare politica. E oggi offre uno stile nuovo». Di Maio 2: «Il Pd ha un’idea perversa del concetto di democrazia». Di Maio 3: «Il Pd è un partito di miserabili che vogliono soltanto la poltrona». Di Maio 4: «Il Pd si fa pagare da Mafia Capitale». Di Maio 5: «Il Pd profana la democrazia». Di Maio 6. «Nel Pd hanno una questione morale grande come tutto il Pd». Di Maio 7. «Nel Pd sono ladri di democrazia». Di Maio 8: «Il Pd è il simbolo del voto di scambio e del malaffare». Di Maio 9: «Nel Pd ci sono gli assassini politici della mia terra, sono criminali politici». Di Maio 10: «Il Pd fa politiche che favoriscono i mafiosi». Di Maio 11: «Il Pd è da mandare via a calci». Di Maio 12: «Il Pd ha i mesi contati, mandiamoli a casa». Di Maio 13: «Il Pd è il partito dei privilegi, della corruzione e delle ruberie. A casa». Di Maio 14: «Il Pd sta con le banche, manda sul lastrico i risparmiatori». Di Maio 15: «Il Pd è responsabile di questo schifo». Di Maio 16: «Il Pd è il male dell’Italia». Di Maio 17: «Le misure economiche del Pd sono infami». Di Maio 18: «Siamo noi l’unica alternativa al Pd». Di Maio 19: «L’unica cosa che possiamo fare è invitare i cittadini a liberare l’Italia dal Pd». Di Maio 20: «Non ci fidiamo del Pd». Di Maio 21: «Parlare con il Pd è un suicidio». Di Maio 22: «Escludo categoricamente qualsiasi alleanza col Pd». Di Maio 23: «Il nostro primo interlocutore è il Pd con l’attuale segretario e con le persone che in questi anni hanno lavorato bene».