Nei suoi diari Arafat racconta che fu pagato per mentire a favore di Berlusconiilario lombardo
2018/02/02
http://www.lastampa.it/2018/02/02/itali ... agina.html L’Espresso ha scoperto i diari segreti di Yasser Arafat, leader dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e poi presidente dell’Autorità nazionale palestinese. Si tratta di 19 volumi scritti in arabo a partire dal 1985 e conclusi nell’ottobre del 2004, quando Arafat ha lasciato il suo quartier generale a Ramallah, in Cisgiordania, per essere ricoverato in un ospedale di Clamart, alla periferia di Parigi dove morì un mese dopo.
I diari
I diciannove volumi sono una miniera di informazioni che raccontano intese politiche, azioni di guerra e affari che fino adesso erano rimasti oscuri. La lettura del diario rivela ad esempio che Arafat aiutò Berlusconi quando questi era sotto processo per aver finanziato illecitamente il Partito Socialista di Bettino Craxi.
L’incontro e il bonifico
Arafat incontrò segretamente Berlusconi nel 1998, in una capitale europea, e dopo quell’incontro decise di confermare la falsa versione data da Berlusconi ai giudici, cioè che i 10 miliardi di lire al centro del processo erano destinati non al Partito Socialista Italiano bensì all’Olp, come sostegno della causa palestinese. Non era vero, ma Arafat rivela nei diari di aver confermato pubblicamente questa versione ricevendo in cambio un bonifico. Nel diario si trovano annotati i dettagli con i numeri di conto e i trasferimenti del denaro ottenuto da Arafat.
I rapporti con Craxi
I diari rivelano inoltre la trattativa tra Arafat e l’Italia avvenuta nel 1985, quando Craxi era primo ministro e Giulio Andreotti ministro degli Esteri, durante la vicenda dell’Achille Lauro, la nave da crociera dirottata da quattro terroristi palestinesi. Arafat rivela che fu Giulio Andreotti (e non Bettino Craxi, come si era sempre creduto) a consentire al terrorista Abu Abbas di scappare in Bulgaria e di lì rifugiarsi in Tunisia.
Il ruolo di Andreotti
Giulio Andreotti, secondo quanto emerge dai diari del leader palestinese, ha sempre avuto un ruolo importante nelle mediazioni internazionali che hanno riguardato la Palestina e sarebbe stato spesso una sorta di mediatore nascosto tra l’Olp e gli americani. Nei diari il leader palestinese non si assume mai la responsabilità di aver commissionato un attentato. Prende atto delle stragi compiute dai palestinesi e le commenta. A lui venivano proposti gli attentati e lui si limitava a rispondere: «Fate voi». Poi quando scoppiavano le bombe che gli erano state annunciate, il comandante sorrideva e scriveva: «Bene, bene».
La prima guerra del Golfo
Nessun attentato dell’Olp coinvolse l’Italia dopo il 1985. «L’Italia è la sponda palestinese del Mediterraneo», scrive Arafat nei suoi diari, che confermano gli accordi segreti tra Olp e governo di Roma affinché il territorio italiano fosse preservato da attentati. La lettura dei diari rivela inoltre che Arafat era fortemente contrario alla Prima Guerra del Golfo (1990-1991), scatenata dall’allora presidente dell’Iraq Saddam Hussein: «Devo schierarmi con lui, il mio popolo me lo impone», scrive Arafat, «ma ho cercato con più telefonate di farlo desistere dalla follia che sta facendo»
I negoziati con Rabin
Arafat racconta anche di aver fatto negoziazioni di pace segrete con l’allora premier israeliano Yitzhak Rabin. E dell’ex presidente israeliano Shimon Peres scrive: «Una bravissima persona: un bel soprammobile». Arafat dedica molto spazio a raccontare i suoi stretti rapporti con il dittatore cubano Fidel Castro: racconta con affetto e stima i diversi incontri con lui, fino all’ultimo avvenuto all’Avana. I diciannove volumi di cui L’Espresso fornisce gli stralci sono stati affidati a due fiduciari lussemburghesi, che dopo una lunga negoziazione hanno ceduto i documenti a una fondazione francese con la clausola che il contenuto dei diari debba essere usato solo come “documentazione di studio” e non per pubblicare libri o girare film.
I DIARI DI ARAFAT E QUEL VIZIO TUTTO ITALIANO DI FARE ACCORDI CON I TERRORISTI ISLAMICIDi Gabor H. Friedman
03/02/2018
https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 3095278747 Nei giorni scorsi ha fatto scalpore in Italia una esclusiva de l’Espresso che rivelava il contenuto dei diari di Arafat nei quali, tra le altre cose, si confermava che c’era un accordo segreto tra gli italiani e i palestinesi affinché questi ultimi non colpissero il nostro Paese in cambio però dell’uso del territorio italiano per le loro attività, per il transito di terroristi e armi e di tutto quanto servisse alla loro logistica, il cosiddetto “lodo Moro”.
Oggi ne parla anche la stampa israeliana e più in particolare il Times of Israel e anche se i fatti erano ormai noti da diverso tempo non si può fare a meno di provare una certa vergogna per questo accordo tra l’Italia e il diavolo fatto persona, Yasser Arafat, e tutta la sua banda di criminali per per decenni ha insanguinato sia Israele che il mondo intero.
Il Times of Israel ricorda in particolare come furono gli italiani su ordine di Giulio Androtti (e non di Bettino Craxi) a permettere la fuga del terrorista Abu Abbas (vero nome Muhammad Zaidan) in Bulgaria mentre avrebbe dovuto essere consegnato agli americani in quanto responsabile del sequestro della Achille Lauro e dell’uccisione di Leon Klinghoffer, un ebreo disabile che venne ucciso a sangue freddo proprio perché ebreo. Un episodio che getta vergogna e discredito su tutti gli italiani.
Quello che però da più di tutto da pensare in tutta questa storia non sono tanto i fatti già noti (se si fa eccezione per l’ordine che venne da Andreotti e non da Craxi come si era sempre pensato) quanto piuttosto le strane coincidenze con quanto sta avvenendo oggi.
Allora i palestinesi si accordarono con il Governo italiano in quanto ritenevano che l’Italia fosse il Paese perfetto per il transito dei terroristi islamici, delle armi, dei soldi e della logistica e per questo non compirono attacchi terroristi sul nostro territorio (anche se poi in realtà lo fecero in diverse occasioni non sempre note).
Oggi l’Italia (grazie al cielo, aggiungo) è una delle poche nazioni occidentali impegnate in diversi teatri di guerra a non essere stata colpita dal terrorismo islamico. Se si pensa che il terrorismo islamico ha colpito più volte il Belgio che non ha truppe nei teatri bellici di interesse delle organizzazioni terroristiche e non l’Italia che invece ha truppe in Afghanistan, in Iraq, in Libano ecc. ecc. non si può fare a meno di notare l’incongruenza di tale comportamento. Intendiamoci, nessuno naturalmente si augura attentati di matrice islamica in Italia, ma a chiunque segua anche solo minimamente i fatti legati al fenomeno del terrorismo islamico questo strano paradosso non può essere sfuggito.
Il dubbio è che l’Italia sia troppo preziosa per i terroristi islamici di oggi come lo era per i terroristi palestinesi di allora. Non vogliamo dire che oggi ci sia una qualche forma di accordo sul tipo del “lodo Moro”, questo no, ma che qualcosa non torni ci pare evidente.
È possibile che, magari i servizi segreti italiani, abbiano stretto una specie di accordo con i terroristi islamici affinché non colpiscano l’Italia in cambio di una certa “disponibilità” italiana a fare da base logistica e di transito? È una domanda legittima che specie dopo la pubblicazione dei diari di Arafat non possiamo non porci.
Certo, egoisticamente parlando potremmo anche dire «ma chi se ne frega», ma che razza di gente saremmo se pensassimo solo alla nostra sicurezza a scapito di quella degli altri? Che razza di Stato è quello che conclude accordi con i terroristi islamici invece di combatterli?
E allora alla fine la vera domanda è: il “lodo Moro” è stato un episodio isolato legato a fatti e situazioni temporali di un determinato momento storico oppure è un metodo tuttora attuale?
In Italia interessa solo l’incontro con Berlusconi
Lo scoop de l’Espresso sui diari di Arafat in Italia ha fatto scalpore più per la rivelazione che anche Berlusconi incontrò segretamente Arafat e che in qualche modo lo convinse, dietro appropriato bonifico, a confermare la versione secondo la quale una certa cifra (dieci miliardi) versati da Berlusconi al Partito Socialista di Craxi fossero in effetti destinati alla OLP. Non era vero, secondo i diari di Arafat quei soldi erano in realtà destinati proprio al PSI e quindi erano un finanziamento illecito ai partiti, ma Arafat (ben pagato) confermò la versione di Berlusconi. Non sappiamo se tutto ciò corrisponda a verità, Arafat era un bugiardo seriale, quello che invece ci sorprende è che tutto il resto sia passato in secondo piano rispetto a questa notizia.
È vero che in Italia è in corso una campagna elettorale portata avanti da tutti senza esclusione di colpi e che le rivelazioni de l’Espresso che colpiscono l’immagine di Berlusconi erano troppo appetibili per non essere sfruttate politicamente, ma che questo faccia passare in secondo piano sia il supporto logistico dato al terrorismo palestinese dal nostro Paese ai tempi di Andreotti, che il possibile supporto logistico attuale, ci sembra francamente davvero folle.
Ci sembra folle che nessuno in Italia si faccia le domande che ci siamo poste noi. Ci sembra folle guardare al dito e non alla Luna.
Insomma, l’Italia di Andreotti, il “lodo Moro”, gli intrighi segreti e disgustosi con i terroristi sono una cosa del passato oppure sono ancora oggi di attualità? Questa è la domanda più importante che ci dovremmo porre a seguito della pubblicazione dei diari di Arafat. Tutto il resto, comprese le speculazioni politiche, dovrebbero arrivare solo dopo aver accertato questo.