Perlena: San Xorxo de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Perlena: San Xorxo de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 07, 2014 6:43 am

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Perlena: San Xorxio de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 07, 2014 6:44 am

Łi “doti” envaxà da łi romani łi se gheva enventa na paretimołoja da on nome roman:


Cenni Storici di Francesco Brazzale:
http://vicenzaeprovincia.com/prolocofara
Adagiato sulle amene colline del Pedemonte Vicentino, il comune di Fara è costituito da due Nuclei abitati: Fara, propriamente detto, e San Giorgio di Perlena, da sempre geloso della propria Identità Storica. I toponimi dei due Centri trovano una Comune Origine nell'Epoca longobarda (da Fara, Insediamento Parentale Armato, e San Giorgio, Santo Guerriero caro alla Tradizione longobarda, assieme a San Michele e a San Martino); Perlena presenta però, come toponimo, inconfondibili Connotazioni latine forse su basi preromane ??? ma coale conotasion latine ???.

http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giorgio_di_Perlena
http://it.wikipedia.org/wiki/Fara_Vicentino
I toponimi dei due centri trovano una comune origine nell'epoca longobarda (da fara, insediamento parentale armato e San Giorgio, santo guerriero caro alla tradizione longobarda); Perlena presenta però, come toponimo, inconfondibili connotazioni latine forse su basi preromane.
(Nota: “inconfondibili connotazioni latine forse su basi preromane” ???, che idiozia !!! quali sarebbero queste “connotazioni latine, forse su basi preromane” ???)


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Beneti.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... orensi.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ivieri.jpg

Sti doti ‘gnorantoni e fanfaroni, no łi se dimanda mia: ma ghè almanco coalke atestasion scrita e arkeolojega?
Come fała na "n" a devegner na "l": pernena devegner perlena
?
No a ghè gnaon senso, łe xe s-cete paretimołoje!
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Re: Perlena: San Xorxio de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 07, 2014 6:47 am

Da Francesco Brazzale

menocchio ha scritto:Vedo che la pagina è copiata da "Raixe venete". Sicchè, giocoforza, anch'io copio/incollo la risposta....

Imbattendomi casualmente nel forum mi sento dire qualcosa, non fosse altro per rispondere all’accusa di idiozia – noblesse oblige - che mi viene gentilmente rivolta (trovate comunque le stesse note anche nel sito ufficiale del Comune di Fara).

A domanda (quali sono le connotazioni latine?) rispondo.

La toponomastica, l’onomastica e le scienze collegate sono argomenti di difficile trattazione in quanto non si basano su ritrovamenti archeologici, ma generalmente su congetture, confronti, analisi storico-linguistiche. Trattando di toponimi è ovviamente il caso di affrontarli con le dovute cautele; un tempo, come qualcuno fa notare, era tutto giocoforza “romano” (esecrando fu l’impulso in questo senso della storiografia fascista), oggi parrebbe prevalere la tesi nordica: tedesco (ma dalle nostre parti sarebbe più tautch, erroneamente definito “cimbro”, celtico, longobardo, retico, and so on.
Confesso candidamente che per un certo tempo ho indugiato anch’io su questo versante; essendo il mio comune di nascita confinante con Asiago, la cosa era decisamente intrigante.
Lo stesso prof, Dionigi Rizzolo, del cui aiuto mi sono avvalso per risolvere alcuni dubbi di onomastica, mi riferisce di aver lui stesso avuto simili esperienze (parlo ad esempio della toponomastica di Lusiana e Conco, affrontata dallo studioso).

Perlena, dunque, come qualsiasi altro toponimo , va affrontato sia nel prefisso che nel suffisso, altrimenti troveremo certo similitudini in mezzo pianeta; a tal proposito, un mio conoscente, trattando di una contrada denominata dai locali Tandara, sul versante sud dell’Altopiano, mi riferisce di toponimi identici in almeno tre continenti.
Trattare il toponimo solo partendo da “Per” o “Perl” parrebbe quantomeno riduttivo. Sul suffisso -ena, propongo un estratto di un mio lavoro su Calvene, con riferimenti a Piovene e Molvena (le irrise basi preromane, nella fattispecie etrusche, sulle quali concorda ad esempio G.Battista Pellegrini, studioso patavino).

La storia documentata dei centri di piccole dimensioni della nostra zona inizia generalmente intorno al X secolo, con le donazioni imperiali ai vescovi di Padova. In questi casi, un supporto fondamentale alla ricerca è costituito dalla studio della toponomastica, la disciplina che indaga i nomi dei luoghi; d’altra parte, i ritrovamenti archeologici nelle aree rurali sono estremamente rari e non costituiscono pertanto un valido aiuto alle indagini. Calvene rientra in questa casistica e quindi l’intento di determinarne le origini muoverà dall’analisi del nome stesso del paese.

E’ qui il caso di accennare sommariamente alle note bonifiche agrarie d’epoca romana, le cosiddette centuriazioni. Esse interessarono anche l’Alto Vicentino ed una centuriazione, in particolare, si stendeva tra Astico e Brenta, lambendo il Pedemonte. Era costituita, come tutte del resto, da poderi identificati con il nome del primo proprietario cui era stata assegnata; in definitiva, con il nome della gens, del gruppo parentale allargato (1).

Per indicare la proprietà, al nome della famiglia veniva aggiunto un suffisso, ad esempio –anus o –acus che diventavano successivamente –ano, -ago, -aco; abbiamo quindi Caltrano da fundus Cartorianus, Bassano da fundus Bass(i)anus, Asiago da fundus Aselliacus e così via (2).
Alcuni toponimi sembrano sfuggire allo schema indicato, essendo sprovvisti di suffisso: è il caso di Molvena, Perlena, Calvene, Piovene, tutti indicanti fondi esterni alla centuriazione.
Questi centri hanno alcune particolarità comuni, geografiche e toponomastiche. Sono infatti situati nella fascia pedemontana in evidente successione spaziale, da est a ovest, e sono inoltre accomunati dalla terminazione –ene, -ena, che in tre casi su quattro diventa –vene, -vena. Radici, queste ultime, in cui molti vedono un filone etruscoide derivato da antroponimi, sugli esempi di Felsina, etrusco Felzna (Bologna) o Volsinii, etrusco Velzena (Bolsena) (3).
Al medesimo filone paiono collegabili Feltre, Calavena (sui Monti Lessini) e Felvennis, attribuzione data a Giove in età classica, sempre sui monti veronesi, mentre una Calavena, contrada di Arzignano, risulta attestata nel secolo XV; va pure ricordato che gli stessi ritrovamenti epigrafici di Piovene e Magrè sono collegati a influenze retiche o etrusche, mentre un reperto di cui si sono perse le tracce sarebbe stato scoperto a Molvena (4).

Calvene, dunque, come (fundus) Calvena, collegabile a nomi come Calveno, Calvenio. La gens, la famiglia che in origine acquisì il fondo, probabilmente in epoca augustea, era quindi la Calven(i)a; a sostegno parrebbe venire un documento dell’XI secolo in cui si cita la Pieve di “Sancte Marie de Calvenna”. L’ipotesi vede concordi storici locali e studiosi di toponomastica (5).
(1) vedi: A. Benetti - Perlena e la centuriazione nell’agro vicentino di Marostica, Verona 1973
(2) D. Olivieri - Toponomastica Veneta, Firenze 1962
(3) G.B. Pellegrini - Ricerche di toponomastica veneta, Padova 1987; Buti/Devoto, Preistoria e storia delle regioni d’Italia; C. Marcato in: Dizionario di Toponomastica, UTET, Torino 1990
(4) G. Maccà - Storia del territorio vicentino, Caldogno 1813: “Nel 1635 si scoprì…un’urna di bronzo con coperchio…ed esempio rarissimo una piastra metallica decorata con figurazioni e caratteri strani. Pare fosse etrusca o paleoveneta”
(5) B. Frescura - L’Altopiano dei Sette Comuni Vicentini, Firenze 1894: “Calvene fa sovvenire nomi gentilizi, Calvenus, Calvenius…”; F. Farneda - Cenni storici di Calvene, Schio 1912: “L’essersi ritrovate nel Vicentino lapidi romane accennanti ad una gens Calvenia, fa ritenere assai probabile che Calvene abbia derivato il suo nome da fondi posseduti dalla gente Calvenia”; D. Olivieri - Toponomastica, cit.: “Calvene, da Calvena”; G.B. Pellegrini, presentazione a “Fara Vicentino e il suo territorio” di D. Rizzolo, Fara Vicentino, 2002: “…i toponimi derivati da personali latini senza suffissazione;….Calvene da Calvena”.

Va da sé che non scrivo qualcosa prima di aver consultato qualche dozzina di volumi e suppongo che altri facciano lo stesso. In tema, come toponomastica generale, il Dizionario UTET è irrinunciabile; per quella veneta, i lavori del prof. Pellegrini sono altamente consigliabili, ma anche quelli del citato Rizzolo sono opportuni per l’area pedemontana e l’Altopiano; per l’etimologia veneta e vicentina, i dizionari di Turato/Durante, Giulio Nazari (1876), Luigi Pajello (1896), Mario Andreis (1968); per il tautch, il dizionario di G. Cappelletti e B. Schweizer (1980) e i lavori pubblicati di recente dalla Comunità Montana dei Sette Comuni. Sui Veneti, infine, si impone la lettura del lo studio di Loredana Capuis “I Veneti” (Longanesi 1993). Come Musei, ritengo indispensabile una visita al Nazionale di Este, ma anche quello di Santa Corona a Vicenza.
Non saprei dire, adesso, se i testi proposti (e i loro autori) rientrano tutti nella idiozia ideologica cui si fa cenno nel forum; mi pare di sì, sicchè non solo solo. Confido si salvi almeno Historia Longobardorum di Paolo di Warnefrit detto il Diacono.
Confido almeno, che nel comune interloquire, i frequentatori del sito non dicano “sedia” ma carega (greco, poi latino), e non aratro ma versaoro (lat. versorium), suocero e suocera ma missiere e madona (italiano antico per “mio signore” e “mia signora”, messieur in francese). Non so come usino poi chiamare il rospo, che io ho sempre chiamato crote, fin da piccolo (ad Asiago si dice crota, a Berlino krote). D’accordo che Perlenbachtal è nome seducente all’avvicinamento con il nostro (ma le basi sono sempre, solo teoriche); i Longobardi sono comunque arrivati da noi quando le località già avevamo le attuali denominazioni, i cosiddetti Cimbri, poi, arrivano in Altopiano dalla Baviera attorno al XII secolo.
D’altra parte Pustertal è di origina certo nostrana, come il cognome Pusterla, stessa origine, per lo più diffuso in Lombardia, (famosa fin dal 1300 la nobile famiglia dei Pusterla di Milano) ma anche in Puglia. La pusterla o posterla era una piccola porta d’accesso alle torri o ai camminamenti di ronda; il termine deriva dal latino posterula, a sua volta da posterus (dietro), situato cioè dietro, in luogo nascosto. Hanno la medesima origine gli odierni pòsteri, posteriore (successivo, o nascosto, di dietro) e anche il nostro dialettale pusterno, nel senso di luogo nascosto al sole; in toponomastica possiamo citare Posterla, frazione di Fosdinovo (MS) o la Val Pustèria (che ha mantenuto l’origine latina anche nella dizione tedesca Pustertal), valle in ombra.

Cercherei infine di non avere la presunzione di possedere la verità assoluta (in tutti i campi, ma sovvengono soprattutto certe sette religiose); il contraddittorio è sempre positivo. Il tacciare un’idea o un individuo di “idiozia” senza magari conoscerlo e averci possibilmente discusso mi pare un tantino supponente. Cordialità e buon lavoro da un toponimo assolutamente di origine longobarda.

Francesco Brazzale
Fara Vicentino


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Gentile Francesco Brazzale
non me ne voglia, per la mia aspra crudezza critica, rivolta genericamente a un certo andazzo in ambito linguistico-etimologico.

Spero di contribuire alla "descoverta" delle nostre radici toponomastiche e spero che anche lei dia il suo contributo (gratuito), magari in questo nostro sito veneto.
Come può notare, la mia è una ricerca continua e finora solitaria (almeno qui dentro) e fatta citando tutto il possibile e con la massima modestia e apertura, senza preclusioni, pregiudizi, tabù.
Avrei ben da dire e polemizzare su quanto da lei scritto, però preferisco il contributo costruttivo e perciò le chiedo lumi su alcune delle sue affermazioni:
.. E’ qui il caso di accennare sommariamente alle note bonifiche agrarie d’epoca romana, le cosiddette centuriazioni. Esse interessarono anche l’Alto Vicentino ed una centuriazione, in particolare, si stendeva tra Astico e Brenta, lambendo il Pedemonte. Era costituita, come tutte del resto, da poderi identificati con il nome del primo proprietario cui era stata assegnata; in definitiva, con il nome della gens, del gruppo parentale allargato. ... i Longobardi sono comunque arrivati da noi quando le località già avevamo le attuali denominazioni, ...
Sarebbe oltremodo interessante e per me istruttivo se lei ci spiegasse le fonti e i fondamenti di queste sue affermazioni. Magari anche i reperti archeologici che testimoniano dell'esistenza diffusa di queste centuriazioni; della continuità delle comunità umane nei nostri paesi dell'alto vicentino e della pedemontana dall'epoca romana ai primi secoli del II millennio a.C.


Nota:
Tutti sanno (?) che i germani sono giunti in massa a partire dal V secolo dopo Cristo, alla fine convenzionale dell'impero romano.
Tralasciando le possibili e le eventuali migrazioni di piccole comunità germaniche o celto-germaniche già nei secoli precedenti come per esempio quella della deportazione in massa di contadini germani in area padana da parte di Teodosio (mi pare ?).
Mi permetto di dissentire completamente dalla "Teoria dei Prediali" (i proprietari dei fondi danno il nome ai paesi, ai luoghi; quando di solito è il contrario) adottata dalla comunità dei dotti paesani tradizionali su indicazione delle autorità accademiche.
Mi scuso ancora per averla involontariamente ... e spero in un suo gratuito contributo alla nostra cultura e per amore della nostra terra .
Ah, forse CAREGA non era solo greco e poi latino!
E forse SEDIA è voce attestata anche nel VENETICO ... ("uposedioi" mi pare ?) e pure nelle lingue slave (e non è un prestito dal latino).
Buona parte delle religioni sono "settarie e presuntuose", non solo le sette ma anche quelle come la cattolica che non si dicono e non si sentono sette ma che lo sono sia pur a grandi numeri (che rende setta non sono i numeri ma la settarietà a prescindere dalla quantità degli adepti o credenti)!

Alberto Pento
Montecchio Precalcino


Çenturiasion: coełe vere e coełe false
viewtopic.php?f=43&t=534

Łe falbe çenturiasion romane ente ła tera veneta
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BxY3M/edit
Immagine

Çenturiasion vixentine de Marostega e de Thiene
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JGVnc/edit
Immagine


Carega par sentarse
viewtopic.php?f=44&t=1039

Carega (el monte)
viewtopic.php?f=45&t=1040

Pusterla - lago e porta (a Viçensa)
viewtopic.php?f=45&t=751

Basan (Bassano)
viewtopic.php?f=45&t=1009

Caltran (Caltrano)
viewtopic.php?f=45&t=968

Calvene, Calmaxino, Calavena, ...
en laorasion o al laor

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Gentile Francesco Brazzale

mi permetta qualche altro appunto critico sul suffisso-affisso –ANO di CALTRANO e simili:

Sul (magico-logaritmico e quantico) suffisso (affisso) –ANO (it): anus (in latino); ano e an (in veneto):

cfr. specifiche grammaticali di L. Serianni sul suffiso anus e ano (in latino e in italiano) valide anche per il veneto ano/an e per le voci simili e comuni di altre lingue parallele in area italica e europea dette impropriamente ed equivocamente “romanze e neolatine”.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eriani.jpg


Esempio caso del toponimo di:

Basan (Bassano)
viewtopic.php?f=45&t=1009

In cui i vari toponimi BASSANO vengono dati dalla pseudo sienza linguistico-etimologica tradizionale come provenienti dal nome del presunto antico proprietario di nome BASSIUS, ovviamente ovunque latino e romano.
................

In realtà tutte queste voci toponomastiche sono da ricondurre alla stessa radice di base : BAS- (basso) indicante un elemento importante (fondante) della morfologia del luogo.
Con variazioni di genere (maschile, femminile), di flessione morfologica (…), di affissazione (suffissi: -ano, -ana, -ino, -etto, -ura, -elga, …); i suffissi ano/ana non indicano necessariamente una relazione prediale, un possedimento/proprietà/fondo da ricondurre al primo elemento Bass- del toponimo indicante il nome del proprietario del fondo (come vorrebbe certa tradizione pseudo-linguistica, paretimologica e ideologica).

Le prime attestazioni scritte del toponimo Bassano risalgono al X secolo d.C., a cinque secoli dalla fine dell’impero romano d’occidente, lungo periodo che ha segnato un mutamento radicale in gran parte del territorio veneto, sia da un punto di vista del paesaggio idro-geologico/politico-geografico e dell’organizzazione agricola del territorio, sia relativamente al cambiamento degli assetti proprietari delle terre o fondi (a partire dall’accentramento latifondista d’età romano-imperiale e finendo con le espropriazioni e redistribuzioni fatte dai Re Goti, poi Longobardi e poi Franchi; passando per le enormi donazioni (estorte o meno) e aquisizioni della Chiesa Cattolica).

Inoltre se si considera la distribuzione areale di questa tipologia toponomastica si osserva come essa sia presente (quasi esclusivamente) in area veneta, padano-alpina, celtica e d’influenza germanica.

Inoltre anche volendo (contro ogni evidenza) ammettere l’ipotesi tradizionale, il nome del proprietario del fondo non necessariamente dev’essere di origine romana o latina, potrebbe benissimo e con maggior probabilità essere veneto o celta o celto-veneto, dato che si tratta di un toponimo d’area veneta e nella generalità di toponimi prevalentemente d’area padano-alpina e centroeuropea (non confondiamo la romanità della cittadinanza romana con la romanità etnica, poichè molti cittadini romani delle varie aree dell'impero conservavano la loro etnicità).

In area veneta la maggior parte dei proprietari terrieri (d’epoca romana) era di origine e di etnia reto-eugano-celto-veneta (stando al buon senso, alla letteratura d'epoca romana e anche agli studi sull'onomastica epigrafica), così come gran parte dei proprietari a cui furono date le porzioni di territorio centuriato (precedentemente: o conquistato, o espropriato, o confiscato, o acquistato); il fatto che gli autoctoni proprietari terrieri d’area veneta, in quanto cittadini romani, fossero iscritti nel catasto/censo/organizzazione centuriale delle 35 tribù romane (http://www.signainferre.it/modules.php? ... le&sid=539 ), non significa che abbiano perso la loro natura etnica di veneti o di eugano-veneti o di celto-veneti.

Inoltre i possibili nomi dei fondi agricoli o proprietà terriere eventualmente dovrebbero derivare più dai nomi delle famiglie o delle gens (oggi cognomi) proprietarie che dai nomi dei singoli (ieri cognomi) individui della famiglia:
Basso, Bassio pare non esistere come nome (ieri cognome o meglio e più probabilmente sopranome), d’ambito latino, in epoca romana http://it.wikipedia.org/wiki/Nomina_romani#B ;
ma esiste come cognome (ieri nome) http://it.wikipedia.org/wiki/Cognomina_romani
Poi sarebbe interessante sapere quali vie sono state percorse/adottate/seguite dalla storia, per conservare il nome dei proprietari (prediali o fondiari) di epoca romana, lungo i secoli.
Strana poi la coincidenza che su quattro toponimi BASSANO sparsi per la penisola italica, tutti e quattro abbiano avuto un proprietario di nome BASSIUS e che il suo nome sia stato dato al fondo e che si sia conservato nei secoli e nei millenni inalterato in tutti e quattro i casi, passando di bocca in bocca come un nome divino o una reliquia che attraversa i millenni nelle teche delle chiese (nonostante i molteplici cambi di proprietà, gli sconvolgimenti idrogeologici, gli stravolgimenti dell'assetto agrocolo in relazione ai mutamenti economico-politici) .

Se el sofiso ano (de Caltrano) o an (de Caltran) el gavese na sola funsion semantega come coela dita da lu, de partenensa al paron de la tera ... come spiegalo la funsion semantega de ano in toponemi come MURANO, BURANO, MARANO, MILANO, LEGNANO, LIGNANO, MERANO ... me par ke in sti caxi anca la la so Teoria Tradisional no la dopara sta formoleta de derivasion del toponemo dal nome del paron de la tera, par speigar l’etimoloja del nome; lora vol dir ke sto sofiso ano o an gà anca altre funsion semanteghe, no ghe par? Prasiò no xe otomatego e çerto kel gapie el valor ke ghe asegna in çerti caxi la so Teoria Tradisional.

Se poi consideriamo che la regola è che il nome del luogo da il nome (cognome) agli uomini e che il caso inverso è pura eccezione, si può arguire la difficoltà di poter riconoscere e affermare anche in qualche limitato caso, che il toponimo in questione deriva dal nome del primo proprietario “romano” (e nemmeno si accenna ai possibili proprietari precedenti, “non romani”, che potrebbero aver dato il loro nome al luogo stesso, come se la nostra terra veneta fosse apparsa quando entrò a far parte dello stato romano).

E poi come la mettiamo con le varianti al femminile, al plurale e al neutro: esempio f. MARANA, ....

Certamente la presenza di questo elemento morfo-semantico non è per nulla indicativo di quanto sostenuto da lei e dalla Teoria Romanza sui nomi dei toponimi terminanti in –ano, di derivazione da presunti nomi di presunti proprietari del fondo ove si trova il paese o la località sul cui nome si sta indagando.


Olt, Aluta, .... Lea, Lua, Luamaro, Leida, Leira, Loira ..., Limena, Emona, Limone, ..., Lyon, Lutetia, Luxasia, ..., Melegnan, Lignan, Legnago, ..., Lugan, Lugo, Palugana Palù, ..., Mel, Melma, Mala, Mara, Mos, Morsa, ...,
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BXNGs/edit

Mar-, mal-, mer-, mel-
Mar, Mare, Mara, Maran, Mareno, Marola, Marexane, Marta, Marsia, Marsi, Marsan, Marso (marcio), Mala, Mer, Merano, Morena, Moira, Mira, Mel, Melo, Melma, molo, mojo ...

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... Q5eFU/edit
viewtopic.php?f=45&t=118

Mira, Miran, Mirandola, Miranda, Miradolo, Mirabela, Moira, Moirago, Moriago, Maira
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1qSnM/edit
viewtopic.php?f=45&t=115

Marexane/Maresane, Marezzane, Marchesane/Markexane (?), Marchesante (Fara V.no), Maredane, Maranzana, Resana (?), Marçexine,....Marzio/Marso (canpo/campo), ...
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... ZPVlk/edit
viewtopic.php?f=45&t=117

Moxa (Mosa), Moxela, Moson (Mosson), Mosan (Mossano), Moussan, Musolente, Musi, Muzzi, Mexia (Mesia), Mixia, Muxon, Muxestre, Muxile, ... Mors, Orsara, Valdorsa, Santorso, Mala Ursara, Mortixe, Mortizza, Mortara, Mortigliano, Morterone, ...
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9YZHM/edit
viewtopic.php?f=45&t=119
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Re: Perlena: San Xorxio de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 07, 2014 7:37 am

Ki łi “doti” antropołoghi łi se gheva enventà na paretimołoja popolar dal nome xerman de l’orso:


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 11/472.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 11/473.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... orensi.jpg

Dixime valtri come ke pol entrarghe l’orso; semo a ła sçeta e patoca ensemensa paretimołojega de łi “doti” ‘gnorantoni, coełi envaxa dal latin e da łi romani:

come par Santorso
Saltenius, *Saltenero, Saltnerius, Saltner, Saltaro - Santorso
viewtopic.php?f=45&t=952

Moxa (Mosa), Moxela, Moson (Mosson), Mosan (Mossano), Moussan, Musolente, Musi, Muzzi, Mexia (Mesia), Mixia, Muxon, Muxestre, Muxile, ... Mors, Orsara, Valdorsa, Santorso, Mala Ursara, Mortixe, Mortizza, Mortara, Mortigliano, Morterone, ...
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 9YZHM/edit


par Volpare
Volpare/bolpare, volparoni, Volpago, Volpegara
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... czeG8/edit

par San Xane Lupatoto e Lupia
Lupia, Canpagna Lupia, Luppia, Lupari, Lupatoto, Lupara, Lupatia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... NNX28/edit
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Re: Perlena: San Xorxio de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 07, 2014 7:38 am

Perlena = per + lena = peer/perg/perch + leine
=
montexeło, montecio, monte ceo, montagneta, picoło monte


come o cofà:
Bakiłion = backleine

Bakilion (Bacchiglione)
viewtopic.php?f=45&t=282
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Re: Perlena: San Xorxo de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » mer ago 13, 2014 7:57 pm

Piccolo vocabolario cimbro (La valle dell'orco)

viewtopic.php?f=105&t=1017


Pearg: monte
Perch: monte, altura
Perg: monte
Pergan: montagne
Pergman: montanaro
Perghele: montexeło o montecio
Perk: monte
Pernecchele: pontara de łe biade o de ła grepia, "dosso della mangiatoia"


Ła p çinbra ła xe alotropa e ła corisponde a ła b todesca ente pì voxi:


Perg = Berg (monte)
Pach = Bach (rio, ruxel, ruscello)
Prenn = Brenn (fonte come Progno, Brenero e Brenta)
Prache = Brache (vegro, canpi łasà raposar, maggese)
Prat, proat = Brot (pane)
Pruch = Brücke (ponte)



Piccolo vocabolario cimbro (La valle dell'orco)
viewtopic.php?f=105&t=1017

Pach: rio/ruxel, sordha, torente
Pachaltall: val endoe scorr l'acoa sorxiva
Pakstall: val del rio/rieło/rill

Prenno: pofo, sordha
Prinele: sordheła
Pron: fonte
Prugnele: (maxo rente foxi) fontexeła
Prunde: fonte, sortima
Prundala: fontexeła
Prundele: sorxeła, sortima
Prunno: sordha, fonte
Prunobalt: sordha de bosco
Rendala: sorxiva, sortima
Rendela: sordha col rio/rigolo/rill
Rendola: ril, rieło, rio
Rindole: rieło
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Re: Perlena: San Xorxo de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 14, 2014 12:36 pm

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Re: Perlena: San Xorxo de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 14, 2014 12:46 pm

Toponomastega Xvisera

???

Perlen, (Buchrain, Svizzera)

http://en.wikipedia.org/wiki/Buchrain
http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I153 ... 3dc3a70593
Perlen
Insediamento industriale nei com. di Buchrain e Root (LU), noto anche come Hünenberg; (1330 ca.: Berlen). Appartenente alla curtis di Buchrain del convento di Murbach-Lucerna, costituì fino al XIX sec. una frazione nella paludosa pianura fluviale della Reuss. Nel 1862 August Bell, imprenditore di Kriens, propose l'idea di costruire a P. una filanda alimentata da un canale della Reuss. Suo figlio Theodor Bell modificò il progetto a favore di una fabbrica di pasta di legno e di carta e nel 1872 fu tra i fondatori della Holzstoff- und Papierfabrik AG. Verso il 1877 la ditta, nel cui consiglio di amministrazione sedevano fabbricanti di seta e di carta di Zurigo, Basilea e Berna, entrò in una crisi finanziaria e organizzativa. Nel 1883 venne realizzato un collegamento ferroviario con Gisikon. Lo sviluppo insediativo e infrastrutturale di P. fu determinato dalla presenza della cartiera, che costruì tra l'altro abitazioni per i dipendenti. Nel 1906 fu edificata una scuola. Oggi P. è considerato un precoce esempio di insediamento industriale, importante sul piano nazionale. Nel 1938 divenne una parrocchia autonoma.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Perlena: San Xorxo de Perlena (San Giorgio di Perlena)

Messaggioda Berto » gio ago 14, 2014 1:19 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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